Modena, 21 agosto 2013 -
Dal primo gennaio l'iva sui prodotti venduti attraverso i distributori automatici aumenterà del 150% -
"Ormai è una storia nota: per finanziare incentivi ed agevolazioni o ridurre alcune tasse, se ne aumentano delle altre. E a rimetterci sono spesso le imprese più piccole, che finiscono cornute e mazziate". Il caso che fa saltare su tutte le furie Francesco Manfredi, vicepresidente di CNA.COM e responsabile del gruppo di imprenditori CNA che si occupa di distributori automatici di bevande ed alimentari (Assogepi), è quello dell'aumento dell'iva introdotto sull'attività del settore. "Dal primo gennaio del 2014 – precisa Manfredi – l'iva sugli alimenti e le bevande venduti tramite dispositivi automatici, le classiche macchinette, passerà dal 4% al 10%, con un aumento di questa imposta del 150%! Si tratta dell'unica strada che il Governo ha individuato per reperire i fondi con cui finanziare gli interventi per il risparmio energetico".
Chi pagherà le maggiori conseguenze di questa manovra? "Innanzitutto i consumatori, che all'inizio dell'anno vedranno aumentate tutte le proprie consumazioni alla macchinetta. E si tratta generalmente delle fasce più deboli: studenti, operai, impiegati, cioè quelli che più di altri si servono dei distributori automatici. Poi le piccole imprese, che già oggi operano con margini risicatissimi. Figuriamoci cosa accadrà nel 2014, quando gli aumenti di mercato già previsti saranno erosi dall'aumento dell'iva!".
Manfredi, infatti, fa notare come i prezzi nel settore della distribuzione automatica di alimentari siano fermi dal 2002. "E' da più undici anni, cioè dall'introduzione dell'euro, che, salvo qualche piccolo ritocco, non vengono applicati aumenti di prezzo, malgrado la variazione dei costi delle materie prime. Va da sé che i rincari dei listini già previsti per il 2014 saranno assorbiti in buona parte dalla crescita dell'iva, con pesanti conseguenze per i margini delle imprese, soprattutto le più piccole". Peraltro è difficile stimare l'aumento che subiranno i prodotti venduti attraverso i distributori automatici. Si può ipotizzare una crescita di cinque centesimi per il costo di caffè e bevande calde e di dieci centesimi per bevande fredde e prodotti alimentari.
"Qui non si vuole certo contestare l'opportunità di sostenere gli interventi di risparmio energetico – sottolinea Manfredi - ma si poteva farlo ad esempio aumentando l'iva sui prodotti di lusso. In questo modo, invece, si penalizzano le fasce meno abbienti e le imprese più piccole, quando, al contrario, dovrebbero essere introdotte misure in grado di dare maggiore equità al nostro sistema fiscale che non brilla certo da questo punto di vista. Un altro esempio negativo? Quello dell'Imu, in merito alla quale la discussione si limita alle prime case, dimenticandosi che i più grandi contribuenti di questa imposta sono gli imprenditori. Eppure, dimezzando l'Imu sulla prima casa si potrebbe ridurre anche quella sugli immobili produttivi. Ma, al solito, è più facile aumentare tout court una tassa, che tagliare un costo od individuare meccanismi di prelievo davvero equi. Il caso dell'iva sui prodotti delle macchinette lo dimostra".
(Fonte : Ufficio Stampa CNA MO)