Via libera all'unanimità in Assemblea legislativa alla proposta di legge regionale finalizzata a contrastare il fenomeno del gioco d'azzardo e le sue ricadute personali e familiari, oltre al danno sociale legato all'aumento nella popolazione della patologia di dipendenza correlata, denominata Gioco d'azzardo patologico (Gap). Il testo di legge è stato presentato da Beppe Pagani (Pd, primo firmatario) e sottoscritto anche dai presidenti dei gruppi di maggioranza: Marco Monari (Pd), Liana Barbati (Idv), Roberto Sconciaforni (Fds) e Gian Guido Naldi (Sel-Verdi).
Alla proposta erano abbinati altri tre provvedimenti in materia presentati rispettivamente da Silvia Noè (Udc), Giovanni Favia (Misto) e Andrea Defranceschi (Mov5stelle); Galeazzo Bignami e Andrea Pollastri (Pdl).
Le misure prescritte nei 9 articoli della legge si pongono come principale finalità quella di definire i principi generali e gli strumenti per il contrasto, la prevenzione, la riduzione del rischio della dipendenza dal gioco d'azzardo patologico in collaborazione con istituzioni scolastiche, enti locali, Aziende sanitarie locali, Terzo settore e associazioni. Nel progetto di legge vengono inoltre individuate le misure sanitarie di carattere sperimentale e potranno essere promosse iniziative, da parte delle Ausl, che riguardano interventi di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione. In questo ambito sarà possibile attivare interventi di sperimentazione di offerte trattamentali anche di tipo residenziale e la costituzione di strutture specialistiche monotematiche e la formazione e l'aggiornamento specialistico degli operatori sociali e socio-sanitari.
La Regione Emilia Romagna rilascerà inoltre il marchio 'Slot freE-R' ai gestori di esercizi commerciali, circoli privati e di altri luoghi deputati all'intrattenimento che scelgono di non installare nel proprio esercizio le apparecchiature per il gioco d'azzardo. Viene inoltre previsto che i gestori, all'interno delle sale da gioco, "sono tenuti ad esporre un test di verifica, predisposto dall'Ausl competente per territorio, per una rapida autovalutazione del rischio di dipendenza". Sempre all'interno, i gestori sono tenuti a tenere depliant informativi riguardo la disponibilità dei servizi di assistenza. Infine, vengono previste le funzioni dell'Osservatorio regionale e le sanzioni e l'obbligo per i gestori di frequentare corsi di formazione predisposti dall'Ausl sui rischi del gioco patologico.
Sono stati approvati cinque emendamenti a firma Barbati e Pagani. Uno, in particolare, all'articolo 6: con esso, si prevede che i Comuni possano dettare, nel rispetto delle pianificazioni stabilite dal decreto legge 158/2012, previsioni urbanistico-territoriali in ordine alla localizzazione delle sale da gioco. Inoltre i Comuni, salvo quanto stabilito dalla normativa nazionale, possono disciplinare, nell'ambito dei propri strumenti di pianificazione, gli elementi architettonici, strutturali e dimensionali delle sale da gioco e delle relative pertinenze. Approvato anche un sesto emendamento (sottoscritto dai gruppi Pd, Pdl, Lega nord, Idv e Udc) dove si prevede "per il personale operante nelle sale da gioco corsi di formazione predisposti dall'Ausl sui rischi del gioco. Nel Piano integrato che dovrà predisporre la Giunta saranno individuati, anche in relazione del numero degli apparecchi installati, a quali soggetti sono rivolti i corsi".
I numeri: 6,4 miliardi spesi in Emilia-Romagna, 1.840 euro la spesa pro-capite
"La dipendenza da gioco d'azzardo - ha detto Barbati nella relazione in Aula - è ormai considerata una vera e propria emergenza sociale di grande rilievo. Il gioco d'azzardo patologico non riguarda più una minoranza di cittadini, ma è diventato gioco industriale di massa. La finalità della proposta è quella di dare la possibilità alle persone affette da gioco d'azzardo patologico di fare qualcosa per se stessi, la propria famiglia e la società, e il risultato sarà un valore aggiunto per tutta la comunità emiliano-romagnola".
Per Pagani (Pd), primo firmatario della proposta, "il problema c'è, il problema è grave, il problema va affrontato". Il proponente ha ricordato "la corsa ad ostacoli di questa legge che si è scontrata con le competenze nazionali e con una politica che fa fatica a normare questo settore". A questo proposito, Pagani ha sottolineato il fatto "che il gioco d'azzardo rappresenta, come fatturato, la terza azienda dello Stato, rilevando tra l'altro come in questo settore la tassazione sia decrescente e in controtendenza rispetto ad altri settori economici". Pagani ha poi fornito alcuni dati: 15 milioni i giocatori stimati in Italia (due milioni a rischio patologico; 800.000 già a livello patologico); 79,9 miliardi spesi nel gioco in Italia nel 2011 (erano 14 nel 2000), di questi 6,4 in Emilia-Romagna (1.840 euro la spesa pro-capite); costi sociali che si stimano in 6,6 miliardi, a fronte dei 7 miliardi di entrate provenienti dalla tassazione; 42% dei giovani tra i 15 e 19 anni ha giocato almeno una volta.
Approvato un ordine del giorno: Governo aggiorni i Lea (Livelli essenziali di assistenza - ndr)
Sempre con il voto di tutti dei consiglieri, l'Assemblea legislativa ha approvato anche un ordine del giorno sottoscritto da esponenti di tutti i gruppi - primi firmatari Barbati (Idv), e Pagani (Pd) - che sottolinea le priorità in merito al contrasto del gioco d'azzardo patologico. Si tratta di impegni rivolti alla Giunta, affinché si attivi nei confronti del Governo per ottenere al più presto chiarimenti interpretativi e nuove regole.
Al Governo si chiede di aggiornare i Livelli essenziali di assistenza, prevedendo lo stanziamento di risorse dedicate per garantire l'effettiva attuazione da parte delle Regioni e degli Enti locali di politiche socio-sanitarie di assistenza alle persone affette da questa patologia. Si chiede, inoltre, di formalizzare tempestivamente un'interpretazione autentica circa la "progressiva ricollocazione dei punti della rete fisica di raccolta del gioco": allo scopo, va convocata la Conferenza unificata sulla base dei cui esiti l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli dovranno pianificare la progressiva ricollocazione dei punti della rete fisica di raccolta del gioco. Ancora, l'odg approvato dall'Aula invita il Governo a introdurre una disciplina normativa finalizzata a maggiorare la tassazione sul gettito derivante dal gioco lecito, in particolare per quanto riguarda le nuove forme di gioco mediante apparecchi elettronici e telematici.
L'odg rivolge, infine, un invito al Parlamento: "In caso di inerzia dell'Esecutivo nazionale", si chiede di "adottare una legge d'interpretazione autentica" rispetto alle norme attualmente in vigore (D.L. 158/2012, art. 7 comma 10).
Il dibattito in aula:
GIOCO D'AZZARDO. IL DIBATTITO IN AULA: "GIUSTO FARE UNA LEGGE, MA LIMITATI DALLE COMPETENZE STATALI"
La soddisfazione per aver approvato all'unanimità una legge per il contrasto e la prevenzione del gioco d'azzardo patologico, ma anche il rammarico per il fatto che le competenze in capo allo Stato hanno limitato la portata di alcuni interventi previsti, a partire da dove poter autorizzare l'apertura dei locali (per esempio non a ridosso di scuole e ospedali). E' quanto emerge dal dibattito in Aula che ha preceduto il via libera al provvedimento.
"Al di là dello sforzo delle forze politiche - ha detto Andrea Pollastri (Pdl) - permangono preoccupazioni sui possibili risultati di questa proposta. L'incertezza normativa a livello nazionale rischia di pregiudicare tutti i tentativi propositivi fatti a livello regionale nel combattere questa malattia, che è una vera piaga sociale".
Atto importante per Giuseppe Paruolo (Pd): "Ora – ha detto - si tratta di spostare l'attenzione dalla cura ai meccanismi di prevenzione, auspicando una riflessione dal punto di vista culturale approfondendo maggiormente la conoscenza scientifica della patologia".
Roberto Corradi (Lega nord) ha espresso rammarico "per le limitate competenze a livello regionale che hanno impedito di dare un segnale forte ed incisivo. Il problema rimane, ma le responsabilità risiedono a livello nazionale".
Per Marco Lombardi (Pdl) "giusto l'emendamento all'articolo 6, nel quale da una parte si salvaguarda la salute dei cittadini e dall'altra si danno garanzie e meno burocrazia ai gestori del gioco legale".
Per Roberto Montanari (Pd), "dobbiamo avere la consapevolezza che il fenomeno è gigantesco e, quindi, occorre tenere il tiro alto, perché lo Stato deve rivedere la sua impostazione su questo problema".
Risultato concreto per Monica Donini (Fds): "Abbiamo fatto il possibile – ha detto - viste le competenze statali che di fatto ci hanno impedito di andare oltre".
Per Stefano Cavalli (Lega nord) "è un segnale forte che diamo all'opinione pubblica su un problema che tocca tutte le fasce della popolazione".
Provvedimento "dovuto e opportuno", ha sottolineato Gian Guido Bazzoni (Pdl) mentre di "un bel lavoro, partecipato e condiviso da tutti", ha parlato Liliana Barbati (Idv).
"E' censurabile – ha detto Marco Monari (Pd) – uno Stato che non si preoccupa della tenuta sociale del suo territorio".
Voto convinto a favore da Giovanni Favia (Misto): "E' un piccolo passo in avanti, ma occorre che il Parlamento trovi nuove ricette altrimenti ci rendiamo responsabili di tragedie personali".
Soddisfazione per il voto unanime è venuta da Silvia Noè (Udc): "Un solo rammarico – ha sottolineato – per il percorso legislativo: abbiamo aspettato sei mesi la proposta della maggioranza".
Voto favorevole da Matteo Riva (Misto), che ha espresso "rammarico per il ritardo della proposta e, soprattutto, per il fatto che non si risolverà comunque facilmente il problema".
Per Andrea Defranceschi (Mov5stelle), "nella proposta mancano elementi concreti dissuasivi, ma occorre dire che manca 'stranamente' la presenza dello Stato".