Se fosse la fatica l’unità di misura dei compensi, in testa alle classifiche dovremmo avere certi metalmeccanici, la polizia penitenziaria o gli operai della manutenzione autostradale in pieno agosto. Meglio avrebbe fatto l’AD di Ferrovie dello Stato a tacere discutendo con il solo premier la sua posizione remunerativa. Questione di buongusto.
di Lamberto Colla ---
Parma, 30 marzo 2014 -
La prima gallina che canta ha fatto l’uovo. Appena è comparsa la notizia dell’intenzione del Governo, in tema di spending review, di intaccare gli stipendi dei manager delle imprese statali, Mauro Moretti, il salvatore delle Ferrovie di Stato alza le barriere. Lascia intendere che ha già fatto sacrifici accentando quella remunerazione (850.000 € anno). Pensando di essere stato poco incisivo ha n seguito rincarato la dose sostenendo quanto sia faticoso fare il suo mestiere e per ratificare la correttezza del suo emolumento si è confrontato con l’omologo tedesco che prenderebbe 3,5 volte il suo stipendio.
A questo punto viene spontaneo il confronto tra le due società e gli emolumenti dei vertici apicali e applicare le dovute proporzioni. DB (Deutsche Bahn) realizza ricavi per 35 miliardi con 276.000 dipendenti e ha recentemente aperto la tratta commerciale verso Pechino (10.500 km circa) coperta in 15 giorni.
FS (Ferrovie Stato) realizza ricavi per 8,22 miliardi con 71.200 dipendenti e una rete ferroviaria complessiva di 16.742 km.
Applicando quindi le debite proporzioni il nostro Moretti dovrebbe prendere 697.000 € invece degli attuali 850.000. Un risparmio di 160.000€ per ripristinare l’equità invocata dallo stesso nostro Amministratore Delegato che ringraziamo per il suggerimento occulto.
Non voglio scendere nella polemica populistica sul valore assoluto della remunerazione del manager ma sulla opportunità di una difesa così accorata sul proprio stipendio. Ritenevo l’ingegner Moretti sufficientemente intelligente e sensibile per non cadere nella trappola; ma si sa la presunzione è una brutta bestia.
C’è da dire comunque, a sua parziale attenuante, che è riuscito nell’impresa di riportare la società ferroviaria in attivo dopo anni di predite. Rimane ancora da risolvere il problema delle tratte regionali che tra disservizi e ritardi stanno irritando i tanti clienti pendolari.
Purtroppo nella polemica è scivolato anche il patron di Tod’s Diego Della Valle attaccando anch’egli l’AD di Ferrovie Stato: "Se avesse il coraggio e la dignità di andarsene, troverebbe milioni di Italiani pronti ad accompagnarlo a casa". Una frase di effetto perché richiama l’attenzione sulla parte regionale delle FS e i disservizi di cui sopra si faceva cenno e causa dei quali alcune regioni non avrebbero rinnovato le convenzioni. Sin qui nulla da eccepire peccato che Diego Della Valle sia anche socio di NTV (Nuovo Trasporto Viaggiatori) la compagnia ferroviaria fondata insieme a Luca Cordero Di Montezemolo, Gianni Punzo e Giuseppe Sciarrone, concorrente di FS sulle tratte veloci con il suo treno “Italo”. Il buon senso, a mio parere, avrebbe voluto che il fondatore di una compagnia concorrente non intervenisse in questo specifico contesto. Il dubbio che un interesse di parte si possa celare sotto è più che legittimo.
In un Paese dove i suicidi per effetto della crisi nel 2013 sono cresciuti del 60% rispetto l’anno precedente (149 contro 89) di cui il 40% nell’ultimo quadrimestre, il buongusto avrebbe dovuto frenare la lingua di quegli opinon leader ai quali si dovrebbe e vorrebbe fare riferimento per rimettere in carreggiata l’economia del Paese.
In un momento di così profonda crisi sarebbe stato incoraggiante ascoltare, al posto delle polemiche e delle alzate di scudi a difesa di propri personali interessi, la sola e peraltro poco compromettente disponibilità a discutere. Ma per quale ragione in questo benedetto Paese non si riesce mai a fare gioco di squadra? Infine, estetica e buongusto che rappresentno i valori tradizionali d’Italia dove sono stati sepolti?
Matteo Setti, portavoce di Grande Reggio, interviene sulla perdita dei valori del sistema cooperativo reggiano.
Reggio Emilia, 28 marzo 2014 -
“La drammatica situazione della cooperazione, per l'importanza che riveste nel nostro sistema economico, impone una riflessione su quanto avvenuto e su quanto potrà ancora avvenire.
Ci stupisce che in Comune, nonostante precise richieste in merito, non si sia mai discussa la difficile situazione di crisi che ha investito i soci, i lavoratori e i fornitori del sistema cooperativo. Eppure le notizie di possibili fusioni con conseguenti esuberi, di promozioni o sospetti di liquidazioni d'oro per i dirigenti che hanno contribuito a dilapidare patrimoni enormi accumulati anche grazie ai vantaggi fiscali goduti da quel sistema, dovrebbero mobilitare le coscienze in una fase così difficile per le famiglie e l'economia.
La cappa di silenzio che circonda le svariate situazioni di concordato, che stanno mettendo in ginocchio tanti creditori, s'intreccia con la situazione politica tesa e caotica della sinistra locale, che comunque è schierata a difendere ad ogni costo le posizioni di sempre più limitati orticelli del vecchio apparato partitico e cooperativo.
D'altronde un candidato come Vecchi, che ben rappresenta quegli interessi avendone ampiamente goduto, cosa potrebbe dire al riguardo?
Noi riteniamo che si dovrebbero recuperare i valori originari della cooperazione, partendo dalla trasparenza: i dirigenti cooperativi rendano pubbliche le proprie dichiarazioni dei redditi ed i propri patrimoni. I soci hanno diritto di sapere. E hanno diritto di sapere anche i cittadini, che da decenni si sono sentiti magnificare le virtù della cooperazione e oggi cominciano a sospettare che dietro i discorsi ideologici ci sia del marcio in un sistema che va avanti per inerzia da decenni, i cui vertici non hanno saputo seguire l’andamento del mercato, tranquillizzati dalla solidità del sistema di potere cui facevano parte.
Ci auguriamo, infine, che chi è stato defenestrato dalla cooperazione non resti ad occupare anche gli scranni delle società partecipate del Comune, perché ne abbiamo abbastanza di questo sistema di potere a porte girevoli”.
(Fonte: ufficio stampa Grande Reggio)
Una Consulta e nuove sinergie: proficuo scambio di idee tra Cinzia Rubertelli e i protagonisti della cultura reggiana -
Reggio Emilia, 28 marzo 2014 -
Un’ottima affluenza di partecipanti ed un’appassionata discussione attorno ai bisogni e alle future strategie dell’offerta culturale per la città hanno caratterizzato il convegno organizzato giovedì sera all’hotel Posta dall’alleanza civica Grande Reggio-Progetto Reggio. Molti gli esponenti delle varie realtà culturali reggiane presenti con cui il candidato sindaco dell’alleanza, Cinzia Rubertelli, ha potuto varare un interessante confronto sui temi della cultura. Durante la serata è stato anche proiettato anche un apprezzato documentario sulle associazioni culturali reggiane realizzato da Stefano Maccarini e Luigi Prandi.
“Un'amministrazione pubblica può fare tanto per favorire la cultura ed è proprio quello che intendiamo fare noi – ha dichiarato Cinzia Rubertelli - il nostro impegno per una partecipazione attiva alla vita della città si concretizzerà nella creazione di Consulta della Cultura, uno strumento permanente per concordare una programmazione culturale ricca, efficiente e di sicuro interesse. Il nostro obiettivo è che il sistema culturale reggiano abbia tutta l’assistenza per diventare un elemento creatore di valore aggiunto, anche di tipo economico”.
Soddisfatto della partecipazione anche Stefano Maccarini, autore dell’apprezzato documentario proiettato in apertura di serata e curatore del convegno: “L’intento del video era quello di realizzare la fotografia di una larga fetta delle energie artistiche che si muovono sul territorio, che spesso sono sottovalutate e devono emigrare nelle province vicine. A Reggio abbiamo un problema di scarsa attenzione verso i nostri patrimoni. Che senso ha che un teatro pubblico come il Valli utilizzi grandi risorse economiche per allestire una stagione, quando sul territorio reggiano ci sono numerose associazioni in grado di riempire cartelloni ricchi e praticamente a costo zero? In questo modo si avrebbero i fondi da investire in un programma lirico di prim’ordine”.
Le idee per il rilancio della cultura a Reggio non sono mancate, e l’ambiente che si è creato è stato così proficuo da far lanciare l’idea di ritrovarsi presto, tutti insieme, per tornare a discutere nel circolo di una Consulta della Cultura reggiana, il cui embrione, che nei fatti, si è già creato proprio giovedì sera all’hotel Posta.
(Fonte: ufficio stampa Cinzia Rubertelli )
Grande Reggio e Progetto Reggio in un convegno incontrano i protagonisti della cultura reggiana e le loro idee -
Reggio Emilia, 25 marzo 2014 -
La vivacità culturale di Reggio sarà protagonista del terzo convegno tematico organizzato dall’alleanza civica Grande Reggio – Progetto Reggio, che avrà luogo giovedì sera, alle 20:30 presso il palazzo del Capitano del Popolo. L’evento, organizzato e presentato da Stefano Maccarini insieme a Maria Giulia Tartaglione, entrambi membri del direttivo di Grande Reggio, sarà l’occasione per conoscere meglio una parte del vasto panorama di associazioni e gruppi che operano nel mondo della cultura, ma anche capire come un’amministrazione comunale può aiutare nel miglior modo possibile il fervore culturale di Reggio Emilia e metterlo a sistema.
“Con questo convegno vogliamo fotografare il panorama culturale reggiano e capire esigenze e potenzialità di un patrimonio creativo che bisogna valorizzare e saper coordinare – spiega Stefano Maccarini – per questo motivo mostreremo un breve documentario con le testimonianze di esponenti di diverse realtà culturali cittadine e poi discuteremo di esigenze, opportunità e prospettive dal punto di vista di chi la cultura la costruisce dal basso, con entusiasmo e partecipazione. Vogliamo che quest’incontro sia un po’ una vetrina e un po’ un volano di discussione tra chi la cultura in città la vive e la crea”.
“Reggio Emilia è da sempre una città colta e curiosa, dove le arti e lo spettacolo hanno sempre trovato casa – ribadisce Cinzia Rubertelli, candidato sindaco dell’alleanza civica Grande Reggio–Progetto Reggio – Proprio per questo motivo deve avere un ruolo forte e trascinante nell’operazione di rinascita che vogliamo per la nostra città. Uno dei punti cardine del nostro programma è l’ascolto delle esigenze e dei pareri dei cittadini, ed anche per la cultura sarà così. Tra i nostri primi provvedimenti in materia ci sarà infatti la creazione di una Consulta della Cultura, in cui esponenti di associazioni, gruppi e movimenti diventeranno un supporto permanente per la programmazione e la pianificazione degli eventi e dei programmi culturali della città”.
(Fonte: ufficio stampa Cinzia Rubertelli)
Domenica di partecipazione attiva presso il C.S.L. La Cremeria di Cavriago con un convegno organizzato dal Circolo PD locale, a conclusione di mesi di preparazione del programma elettorale.
Cavriago, 24 marzo 2014 -
Domenica di partecipazione attiva presso il C.S.L. La Cremeria di Cavriago con un convegno organizzato dal Circolo PD locale, a conclusione di mesi di preparazione del programma elettorale.
Un momento di riflessione e di approfondimento per collocare la realtà del comune all’interno di un contesto territoriale ampio come la provincia, la Val D’Enza e la regione.
Grande partecipazione di pubblico ad ascoltare gli ospiti relatori: Gino Mazzoli (esperto welfare e processi partecipativi), Ugo Baldini (Presidente cooperativa architetti e ingegnieri Reggio Emilia) e la Senatrice Leana Pignedoli
Da questo interessante convegno è emerso che Cavriago è caratterizzato da un humus fertile composto da gente fortemente legata al territorio, attenta ai bisogni e alle richieste della comunità attraverso un circuito di dono e reciprocità.
Un territorio che si colloca all’interno di un’area con forte richiesta di servizi per l’infanzia e per i giovani, dove occorre fare sistema con la crescente immigrazione.
Con una buona base per gestire l’evoluzione futura dei servizi sociali, Cavriago si colloca perfettamente nel territorio emiliano romagnolo e del nord Italia, con una grande presenza industriale (il secondo centro industriale della provincia), ricco di servizi, con tutte le problematiche della società evolute.
“Occorre ragionare, parlando dei problemi del territorio, all’interno di una cornice ben circoscritta” riassume Paolo Burani attuale vice sindacato e candidato sindaco per il PD “ragionando rispetto all’unione dei comuni e farla funzionare al meglio perché possa essere la strada maestra per il futuro e non una cornice istituzionale”
La mattinata si è conclusa con un momento di aggregazione goliardica, un pranzo che è stato occasione per festeggiare la nascita del Comune di Cavriago nell’anno 1860.
(fonte: ufficio stampa PD Cavraigo)
Si è costituito a Correggio un Comitato Promotore di una Lista di Cambiamento...
Correggio, 24 marzo 2014 -
Documento di intenti
CHI SIAMO
Siamo cittadini di Correggio che vogliono promuovere la costituzione di una Lista di Cambiamento, una Lista che si presenti alle prossime elezioni amministrative.
PERCHE'
Correggio negli ultimi anni è diventata più povera, più spenta, ripiegata su sé stessa. La gravissima crisi economica ha naturalmente contribuito a questo, ma a peggiorare ancor più le cose, si sono aggiunti gravi errori e incapacità da parte di chi ha amministrato in questi anni.
La vicenda En.Cor ha messo in luce le incapacità e l'autoreferenzialità di quasi tutti i partiti locali, sia nel ruolo di maggioranza che di, presunta, opposizione.
Nessuna motivazione giustifica l’atteggiamento di sufficienza e denigrazione che questi governanti hanno avuto nei confronti dei Comitati di cittadini che chiedevano conto e chiarezza.
Questa situazione ha provocato in molti di noi una “reazione partecipativa”, il dovere-diritto di farci carico più direttamente del bene comune.
COSA VOGLIAMO FARE
Ci proponiamo di lavorare politicamente per costruire una città intesa come COMUNITA' di uomini e donne che operano laicamente per la cura del e per il bene comune. Una comunità in cui la cura sia l’asse tanto della vita e delle relazioni fra le persone quanto dell’azione politica. Prendersi cura vuol dire prendersi la responsabilità di impegnarsi per agire, agire con cura vuol dire avere la consapevolezza che siamo vulnerabili e interdipendenti gli uni dagli altri, a prescindere dal ruolo e dalle funzioni che svolgiamo.
COME
Vi è la necessità che il cambiamento delle modalità di governo e l’estensione della partecipazione attiva dei cittadini assumano un ruolo centrale.
E’ compito delle istituzioni operare le scelte necessarie per cambiare questa situazione e per costruire un nuovo rapporto con i cittadini e le loro associazioni.
Tra queste scelte sono fondamentali: la trasparenza delle procedure e l'attuazione di modalità partecipative che garantiscano il coinvolgimento dei cittadini e delle associazioni prima delle decisioni finali assunte dagli Organi elettivi.
UN INVITO
Nei prossimi giorni svilupperemo le nostre proposte programmatiche, con il coinvolgimento dei cittadini, ispirandoci a questi valori e punti di riferimento:
Equità, Laicità, Giustizia, Etica, Solidarietà, Creatività e Innovazione, Lavoro, Tutela della salute e dell'ambiente, Crescita formativa e culturale permanente, Rispetto delle differenze.
Lanciamo un invito, a tutti coloro che condividono questi propositi,
ad aggiungersi a noi per contribuire alla stesura del programma
e a comporre la squadra dei candidati.
Vogliamo liberare energia
e metterla a disposizione della politica.
Dare spazio a creatività, innovazione e progettualità.
Vogliamo ridare voce, fiducia e responsabilità ai cittadini.
I primi sostenitori e firmatari di questo Comitato Promotore, sono:
Andrea Cavanna dirigente
Andrea Anselmi tecnico
Angelo Giampietri pensionato
Annalisa Canarini insegnante
Carlo Paltrinieri libero professionista
Celestino Pantaleoni dirigente
Cora Guiorci impiegata
Daniela Battani impiegata
Dante Sologni artigiano
Fabiana Bruschi medico
Fabrizio Tavernelli (Taver) addetto pv/musicista
Federica Billitteri impiegata
Flavia Munari impiegata
Flavio Attolini geometra
Franco Bizzocchi libero professionista
Fulvio Bucci animatore sociale
Giancarlo Marchi geometra
Gianfranco Messori impiegato
Gianluca Bartoli libero professionista
Gianmaria Casarini amm.re pubblico
Giorgio Bonacini educatore
Giovanna Turturici artigiana
Giulia Turrini impiegata
Giuliana Cavanna pensionata
Guido Silvestri (Silver) fumettista
Linda Scollo libero professionista
Luciano Incerti impiegato
Lucio Bigi libero professionista
Luigia Natale commessa
Maria Scollo pensionata
Marina Trevisiol paramedico
Marino Munari impiegato
Marta Garosi impiegata
Massimiliano Meloni studente/disoccupato
Mirella Rabitti impiegata
Monica Battini insegnante
Monica Testi impiegata
Pier Luigi Zavaroni commerciante
Rita Soncini insegnante
Vilder Corradi pensionato
Viller Masoni pensionato/ ex direttore Biblioteca comunale
Perchè abbiamo scelto come nome: Sì Tu Sì!
Per chiudere la stagione dei NO, TU NO!
La stagione politica peggiore della storia recente di Correggio, caratterizzata da un metodo di governo autoreferenziale e supponente. Una stagione che è culminata nel fallimento di En.Cor, che ha procurato alla città un enorme danno economico e morale. Un danno cresciuto nel corso degli anni, ma che è stato caparbiamente tenuto nascosto, negando in tutti i modi l’accesso alle informazioni e ai documenti necessari per capire cosa stava succedendo. Soltanto grazie ai cittadini che hanno organizzato Comitati di Trasparenza, è emersa la cruda verità.
Per inaugurare una nuova stagione: della Trasparenza e della Partecipazione.
Per invitare tutti i cittadini di buona volontà a partecipare alla vita politica, a dare il loro contributo di idee, di energie, di responsabilità.
Stiamo sviluppando un Programma a partire dal documento iniziale.
A tal fine sono stati attivati i primi 4 gruppi di lavoro: lavoro e welfare; ambiente e territorio; forme e modalità della partecipazione democratica; saperi e formazione.
I temi programmatici principali avranno successivi momenti di riflessione pubblica.
Sono da oggi attivi il nostro sito internet: www.situsi.org e la nostra pagina Facebook: Correggio Sì Tu SI’.
Ma i contatti con i cittadini li terremo soprattutto con una presenza fisica in mezzo a loro:
al mercato, davanti ai supermercati e in altre occasioni.
Noi non apriremo una sede. Non abbiamo i soldi per permettercelo; anzi, i gruppi di lavoro li facciamo nelle nostre abitazioni. E comunque preferiamo andare in mezzo alle persone piuttosto che aspettarle in una nostra sede.
Insomma, il cantiere è aperto.
Lanciamo un invito a tutti i cittadini:
“vieni anche tu”, per collaborare ai contenuti, alla campagna, per candidarti:
- il nostro è davvero un cantiere aperto: condivisi i valori iniziali, non ci sono recinti e marchi di fabbrica politici precostituiti secondo le logiche tradizionali;
- si vuole veramente e laicamente discutere e promuovere proposte per il bene comune, che nascano da tutti coloro che parteciperanno attivamente; senza preclusioni verso idee e programmi anche suggeriti da altre parti, ma che saranno ritenuti validi;
- ogni persona che “darà una mano” sarà portavoce si se stessa e della propria sensibilità, non di “ideologie” politiche strutturate. Partendo da ciò si cercherà la condivisione su alcune questioni che si ritengono fondamentali per il bene e il futuro della nostra comunità;
- questa lista nasce proprio perché ritiene che in questo momento, a Correggio, nessuno dei partiti tradizionali sia in grado, da solo, di dare le risposte che servono;
- a fine marzo/inizio aprile l’assemblea dei sostenitori della Lista SiTuSI sceglierà i candidati tra coloro che si saranno resi disponibili;
- ci sono già diverse disponibilità da parte di persone che sono rappresentative sia di competenze che di sensibilità politiche e culturali diverse ma conciliabili in un progetto comune.
Chiunque sia interessato è invitato a scrivere a questo indirizzo: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
In allegato scaricabile il manifesto
(Fonte: ufficio stampa Lista Sì Tu SI' Correggio)
Esigenze e prospettive dell'assistenza alle nuove povertà, nell'incontro di Grande Reggio e Progetto Reggio col volontariato reggiano alla sede del Ceis Reggio Emilia -
Reggio Emilia, 24 marzo 2014
C’era una volta una povertà composta da persone che un po’ per scelta e un po’ per singolari casi della vita non avevano nulla e vivevano di carità ed espedienti. Altri tempi. Oggi, dopo alcuni anni di crisi economica senza tregua, lo scenario della povertà è radicalmente cambiato e ha assunto il carattere di un dramma che coinvolge intere famiglie e lambisce interi strati sociali. L’alleanza civica delle liste Grande Reggio e Progetto Reggio ha discusso del problema delle nuove povertà con i protagonisti del volontariato reggiano in un convegno svoltosi al Ceis, sabato mattina.
L’incontro è stato presieduto dall’avvocato Franca Porta, vicepresidente di Grande Reggio, attiva da molto tempo nel volontariato che ha introdotto l'argomento sottolineando il valore dell'associazionismo e dell'assistenza sociale rivedendo l'articolo 1 della Costituzione in chiave sociale (“L'Italia è una repubblica fondata sul volontariato”).
Al convegno hanno partecipato diversi esponenti delle realtà associative reggiane e. L'incontro è stata occasione per presentare i dati del Rapporto sulla povertà 2013, da parte di Gerolamo Spreafico, ricercatore della Fondazione Zancan. I dati dicono l'immagine di un'Italia che investe complessivamente poco nelle politiche sociali, e lo fa male. “Solo Bulgaria e Grecia hanno una spesa sociale più bassa della nostra – spiega Spreafico, commentando tabelle e diagrammi - ma il problema più grande da risolvere è la mancanza di coordinamento tra le risorse disponibili e le politiche attivate. Il welfare, per essere davvero efficace, dovrebbe essere generativo, cioè non limitarsi ad essere un sussidio fine a se stesso ma capace di generare un miglioramento della vita in prospettiva immediata. In Italia, invece, su una spesa per l'assistenza di circa 50 miliardi, il 90% è rappresentato da trasferimenti monetari”. Una carenza di progettualità diffusa che contrasta fortemente con i dati di una povertà in espansione. Gli ultimi dati raccolti, infatti, dicono che tra il 2011 e il 2012 in Italia il numero di poveri è cresciuto di 1,5 milioni. Nel 2012 il 6,8% delle famiglie (1.725.000 persone) e l'8% delle persone (4.814.000 di individui) si trovava in condizione di povertà assoluta, in forte aumento rispetto al 2011 quando l'incidenza era del 5,2% tra le famiglie e del 5,7% tra le persone, secondo i dati Istat. Il fenomeno, a livelli di guardia al centro e nel nord, è particolarmente drammatico al sud.
Soddisfatta del dibattito anche il candidato sindaco dell'alleanza civica Grande Reggio-Progetto Reggio, Cinzia Rubertelli, che individua nella partecipazione e nei valori della sussidiarietà sociale uno dei punti fondamentali del proprio programma di governo: “Nei momenti più difficili si risveglia in modo forte e convinto una specie di istinto di solidarietà, il senso di appartenenza a una comunità e di aiuto ai suoi componenti più in difficoltà. Tra le sfide che ci offre il futuro, quella di risollevarci senza lasciare indietro nessuno è una delle più difficili, ma anche una di quelle che per nessun motivo possiamo perdere. Come amministrazione lavoreremo per aiutare tutte le associazioni e le iniziative di solidarietà a massimizzare e intercettare le risorse”.
(Fonte: ufficio stampa Grande Reggio)
E’ piaciuto o non è piaciuto alla Merkel. Ma l’Italia ha bisogno del tutor per essere accreditata nell’Europa che dovrebbe essere anche casa sua?
di Lamberto Colla ---
Parma, 23 marzo 2014 -
"Giova, mi devi spiegare perché ogni volta che c'è un premier nuovo deve andare dalla Merkel a chiedere il permesso: ha lo ius premier noctis?": esordisce così Maurizio Crozza nella puntata di Ballarò andata in onda mercoledì 18 marzo.
Però questa volta, il Premier italiano, non è andato subito dalla Signora tedesca contravvenendo al tradizionale pellegrinaggio dei neo insediati primi ministri che invece è quasi sempre partito da Berlino. In totale la Cancelliera tedesca ha già avuto l’onore di incontrare, durante il suo mandato, ben 4 di suoi colleghi italiani, Berlusconi, Monti, Letta e ora Renzi.
E’ cambiato però, almeno da parte italiana, il protocollo. Berlino non è stata la prima tappa come ossequiosamente fecero i suoi predecessori Letta e Monti, ma la quarta, dopo Tunisi, Parigi e Bruxelles, come a voler rafforzare il messaggio che l’Italia deve avere un rapporto paritetico con le altre nazioni leader europee. Una strategia comunicativa che strappa con il passato ma è coerente con il presente renziano “L’italia non ci sta a stare dietro alla lavagna” come dichiarato al TG5 alla vigilia dell’incontro.
Probabilmente il “gianburrasca” della politica italiana non sarà ancora riuscito a convincere la teutonica Angela a poter sforare il muro del 3% di deficit ma ha tentato di dimostrare che l’Italia vuol fare le riforme strutturali non perché ci vengano chieste, ma perché rientrano nell’autonomo progetto di rinascimento industriale. Insomma, se Renzi è riuscito a strappare i consensi, almeno verbali, di Hollande e della Merkel, forse una quota di autorevolezza a Renzi bisogna pur assegnarla. Non si è presentato con l’austera e modesta espressione del professor Monti, e nemmeno con l’atteggiamento da bravo ragazzo prestato alla politica di Letta. Entrambi corsi al trono della tedesca nel tentativo di raccogliere un visto universale e una “clack” per ogni azione seguente. No, Renzi sta tentando la carta della originalità italiana paritetica alle originalità tedesca, francese e britannica. Renzi ha alzato il vessillo tricolore, non l’ha ammainato come i suoi due predecessori. Questo gliene va dato atto e perciò deve essere sostenuto. Criticato, se necessario, sulle scelte che farà ma appoggiato da tutti per quello che sta tentando di fare: ridare credibilità al Paese non per opposizione berlusconiana ma per la progettualità e il rispetto che è dovuto alla storia del nostro Paese che, ricordiamolo, è fondatore dell’UE e uno dei maggiori contribuenti.
Renzi può essere l’elemento di rottura utile a fare ripensare l’europa, altrimenti destinata al rapido declino sotto le mazzate dell’euroscetticismo galoppante che si misurerà, in tutta la sua violenza, alle prossime elezioni di giugno.
Una speranza che però i detrattori di Renzi non intendono alimentare e così, a tempo debito o indebito a seconda dei punti di vista, fanno emergere scandali e scandaletti come fu per Berlusconi.
Seppure giovane il “Matteo” non può considerarsi un “verginello”; se è arrivato a questa posizione apicale in politica vuol dire che gli è cresciuto prima il “pelo sullo stomaco” e solo più tardi quello pubico.
Ma a chi si vuol far credere che esista, in Italia come all’estero, un politico perfetto di specchiata onestà e altrettanta onorabilità e privo di una storia di compromessi.
Chiediamoci invece perché è piaciuto alla Merkel. L’Italia e la Germania sono troppo simili per andare d’accordo. Entrambe sono forti e potenti nei medesimi settori industriali. Forti nell’export agroalimentare, seppure ultimamente l’Italia sia seconda rispetto alla Germania. Siderurgia e meccanica industriale si scontrano continuamente. Due nazioni così diverse ma uguali non possono andare di comune accordo, possono trovare compromessi e percorsi affiancati ma presto o tardi la rivalità avrà il sopravvento. Ma mentre la Germania graniticamente difende e valorizza la sua efficienza l’Italia al contrario primeggia per essere capace di denigrare i propri valori e plus industriali. Sembra che la critica “buona” sia solo quella che porta a galla le negatività rafforzando il comune sentimento di inaffidabilità del nostro Paese anche quando questo non è vero anzi, come dimostrano i dati, le nostre imprese sono ancora all’avanguardia e capaci di misurarsi sul piano della competitività nonostante tutto e tutti posizionandosi al top delle classifiche..
E’ il Sole 24 Ore a confermare questa ipotesi sulla base degli ultimi dati del Trade Performance Index dell'Unctad-Wto. Un articolo, dello scorso 17 febbraio a firma di Marco Fortis, che val la pena di leggere e che tra l’altro commenta come “L'Italia, infatti, è seconda solo alla Germania per numero di migliori piazzamenti nelle 14 classifiche 2012 di competitività relative ad altrettanti settori del commercio mondiale. E in Europa, Germania e Italia fanno letteralmente il vuoto dietro di loro.”
Personalmente ho sempre creduto che la crisi Italiana sia stata governata dalla finanza straniera con l’obiettivo di venire a fare spesa a buon mercato in Italia delle migliori imprese ma gli ancor più appetibili marchi e i prestigiosi brevetti industriali da travasare all’estero svuotando di fatto il nostro Paese dei know how tipici dei nostri distretti industriali e artigianali. Un processo che dobbiamo interrompere per il nostro bene ma anche per il bene dell’Europa che non può permettersi di essere forte senza una Italia forte.
Renzi è l’ultima spiaggia per fare cambiare rotta al vecchio continente. Se gli si erodono le fondamenta da subito si fa solo il gioco di chi vuole depredare l’Italia e il suo lavoro.
Buttiamo giù la pillola Renzi, almeno sino ai primi risultati concreti. Poi giudicheremo.
Accontentiamoci, per ora, di ridere con Crozza e con altra satira intelligente. I trabocchetti e le misteriose trame che vengano lasciate a un ricordo del passato. Bisogna, presto o sarà troppo tardi, uscire da questa stupida e dolorosa autodemolizione.
Tafazzi docet.
L’alleanza civica mette a fuoco cause ed esigenze dell’assistenza alle nuove povertà, con gli esponenti del volontariato reggiano.
Reggio Emilia, 21 marzo 2014 -
C’era una volta una povertà composta da persone che un po’ per scelta e un po’ per singolari casi della vita non avevano nulla e vivevano di carità ed espedienti. Altri tempi. Oggi, dopo alcuni anni di crisi economica senza tregua, lo scenario della povertà è radicalmente cambiato e ha assunto il carattere di un dramma che coinvolge intere famiglie e lambisce interi strati sociali. Tuttavia come affrontare un problema che crea l’esigenza di assistenza a molti nuovi bisognosi, con sempre meno risorse pubbliche a disposizione?
L’alleanza civica delle liste Grande Reggio e Progetto Reggio organizzano per sabato 22 marzo, alle ore 10:30, un convegno al Ceis in via Urceo Codro 1, per discutere di cause, prospettive e rimedi al tema delle nuove povertà a Reggio Emilia intitolato, non a caso, “Nessuno si senta escluso”.
L’incontro sarà presieduto dall’avvocato Franca Porta, vicepresidente di Grande Reggio, attiva da molto tempo nel volontariato. Al convegno parteciperanno esponenti di diverse realtà associative e verrà inoltre presentato da Gerolamo Spreafico il Rapporto sulla povertà 2013, libro edito dall’editore Il Mulino e curato della Fondazione Emanuela Zancan Onlus.
“I volontari che lavorano a livello locale sono gli osservatori più titolati per raccontare questo dramma dei nostri giorni – spiega l’avvocato Franca Porta – noi vogliamo far parlare loro, che in questi ultimi anni hanno visto nei volti, nelle persone e nelle esigenze il veloce mutamento della povertà”.
Al convegno parteciperà anche Cinzia Rubertelli, candidata sindaco dell’alleanza civica Grande Reggio-Progetto Reggio, imprenditrice ma anche personalità molto impegnata nel volontariato, sostenitrice dell’associazione delle famiglie con portatori di autismo Aut Aut. “Negli ultimi anni di recessione sono cambiati i volti della povertà, ma anche le esigenze – spiega la Rubertelli – di positivo c’è però che i momenti di maggior difficoltà creano forti circoli virtuosi di solidarietà spontanea, come durante il periodo che viviamo oggi. Nel nostro incontro vogliamo parlare della situazione che le nostre associazioni si trovano ad affrontare, e capire quali possono essere le risposte che un’amministrazione locale può mettere in campo, per mettere volontariato e associazionismo nelle migliori condizioni di operare, di coordinarsi e di creare sinergie. Oggi ci ritroviamo con una schiera di nuovi poveri composta da genitori separati, persone che hanno perso il lavoro e tutti coloro che versano in difficoltà per via della crisi. Occorre affrontare questa emergenza mettendo in condizione le persone di ritrovare una propria dignità sociale ed economica”.
(Fonte: ufficio stampa Grande Reggio)
Anche la forza politica centrista sceglie di non presentarsi e aderire al progetto civico di Grande Reggio.
Reggio Emilia, 20 marzo 2014 -
In precedenza aveva fatto la medesima scelta Fare per fermare il declino, ora anche l'Udc sposa il progetto civico di Grande Reggio rinunciando a presentarsi alle urne ma aderendo al comitato civico presieduto da Primo Gonzaga.
"La direzione provinciale del partito si è espressa in larga maggioranza per il sostegno a Grande Reggio e al suo candidato sindaco, Cinzia Rubertelli – dichiara Enrico Ferrari, segretario provinciale dei centristi - La decisione presa dà seguito all'impegno personale che tanti iscritti stanno già profondendo nel comitato costituente fin dagli inizi del progetto.
Condividiamo i valori e le idee espresse nel programma, riunite in modo ideale nella figura di Cinzia Rubertelli, che con generosità si sta mettendo in gioco. La voglia di far crescere la città, l'apertura di prospettive per i giovani e l'impostazione di un autentico dialogo coi cittadini stanno alla base dei nostri valori politici, e riteniamo che in questa occasione una formazione puramente civica come Grande Reggio possa esserne il portavoce, credibile e ideale, davanti alla cittadinanza".
(Fonte: ufficio stampa Grande Reggio)
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