Venerdì, 14 Novembre 2014 10:23

Patronati, cosa prevede la legge di Stabilità

Scritto da
PATRONATO INAS-CISL PATRONATO INAS-CISL

Acli, Inas, Inca e Ital dicono no al taglio del fondo patronati previsto dalla legge di Stabilità: "L'insieme delle norme proposte è viziato da pesanti limiti di costituzionalità, perché comporta la sostanziale eliminazione del sistema patronato" -

Modena, 14 novembre 2014 -

La legge di Stabilità prevede un taglio al fondo patronati articolato in tre punti: abbattimento dell'aliquota dallo 0,226 allo 0,148 per cento a partire dal gettito contributivo dell'anno 2014; decurtazione di 150 milioni di euro del fondo per l'esercizio finanziario dello Stato dell'anno 2015; diminuzione dell'acconto dall'80 al 45 per cento dall'esercizio finanziario dello Stato dell'anno 2016. Dal 2016, con il venir meno dei 150 milioni di euro, il valore del fondo subirà una riduzione del 34,51 per cento.

«L'insieme delle norme proposte è viziato da pesanti limiti di costituzionalità, perché comporta la sostanziale eliminazione del sistema patronato, che non potrà più garantire né la gratuità nell'accesso alle prestazioni che rendono esigibili i diritti sociali, né il supporto agli enti previdenziali che oggi consente il funzionamento degli stessi, non in grado di gestire le istanze dei cittadini – denunciano Salvatore Ferraro (Acli), Cristiano Marini (Inas-Cisl), Maura Romagnoli (Inca-Cgil) e Angela Vicenzi (Ital-Uil)A livello nazionale sono 4-5 mila gli operatori di patronato che potrebbero perdere il lavoro; a Modena e provincia i nostri quattro patronati occupano complessivamente un centinaio di addetti. Il sistema è a rischio chiusura anche perché le norme che restringono l'anticipazione delle risorse per l'attività svolta strangoleranno finanziariamente i nostri istituti, portandoci di fatto a un'impossibilità operativa a partire dal prossimo anno. Con un taglio di questo tipo i patronati verrebbero privati di liquidità sufficiente, bloccata dal ritardo di minimo tre anni nei saldi del finanziamento».

Acli, Inas, Inca e Ital dicono no al taglio perché i cittadini pagano le tasse per un servizio che dovrebbe essere erogato dall'Inps, che a partire dal 2009 ha progressivamente chiuso gli sportelli al pubblico e informatizzato tutte le procedure. La tensione sociale che sarebbe potuta scaturire dalla mancanza di interlocuzione diretta tra cittadini e Inps-Inail-Ministero del Lavoro è stata contenuta grazie ai patronati, che hanno svolto un ruolo suppletivo rispetto agli enti. Il fondo per il 2013 ammonta a 430 milioni di euro, mentre il sistema dei patronati garantisce complessivamente al bilancio dello Stato un risparmio annuo stimato in circa 657 milioni di euro, così suddivisi: 564 milioni di euro per l'Inps, 63 milioni di euro per l'Inail e 30,7 milioni di euro per il Ministero degli Interni.

Cosa fanno i patronati

I patronati sono soggetti privati di pubblica utilità che, per legge, devono fornire assistenza gratuita ai cittadini per 92 tipologie di servizi, sotto il controllo del Ministero del Lavoro. Previdenza e salute sul lavoro, prestazioni socio-assistenziali, tutela dei cittadini immigrati e degli italiani all'estero sono le aree di competenza di queste strutture, presenti in tutta Italia e all'estero.

«Le nostre attività hanno l'unico obiettivo di aiutare tutte le persone, senza alcuna distinzione, a orientarsi tra le tante normative e iter burocratici, facilitando il loro rapporto con la pubblica amministrazione – spiegano Salvatore Ferraro (Acli), Cristiano Marini (Inas-Cisl), Maura Romagnoli (Inca-Cgil) e Angela Vicenzi (Ital-Uil) – Il nostro compito è agevolare i cittadini nella compilazione e presentazione delle domande agli enti previdenziali e assicurativi, accompagnandoli fino al riconoscimento dei diritti, anche con l'assistenza legale e medico-legale necessaria».

Le pratiche aperte dal 1° gennaio al 31 ottobre di quest'anno dai quattro patronati modenesi sono complessivamente quasi 135 mila e rappresentano il 61 per cento delle pratiche inviabili telematicamente all'Inps per la provincia di Modena. Il finanziamento delle attività e dell'organizzazione degli istituti di patronato, regolato dall'articolo 13 della legge 152/2001, avviene attraverso il "Fondo patronati". Gestito dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, il fondo è alimentato da una quota parte (lo 0,226 per cento) dei contributi previdenziali che tutti i lavoratori versano alle casse previdenziali, per assicurare tutele fondamentali – previste dall'art. 38 della Costituzione – anche a chi non può permettersele. Il fondo copre circa 1/3 delle prestazioni che i patronati forniscono. I restanti 2/3 delle prestazioni non prevedono recupero economico e sono a carico delle organizzazioni promotrici dei patronati. 

(Fonte: ufficio stampa Cisl MO)

È GRATIS! Clicca qui sotto e compila il form per ricevere via e-mail la nostra rassegna quotidiana.



"Gazzetta dell'Emilia & Dintorni non riceve finanziamenti pubblici, aiutaci a migliorare il nostro servizio e a conservare la nostra indipendenza, con una piccola donazione. GRAZIE"