Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Parma ha donato dell’Ospedale dei Bambini di Parma più di 350 confezioni contenenti fumetti di Finzy, matite, pennarelli e altri gadget destinati ai piccoli ospiti del nosocomio ed ai figli degli operatori sanitari dell’Ospedale Maggiore.
"Le avventure di Finzy" è un fumetto illustrato della Guardia di Finanza per bambini, dove “Finzy”, ormai mascotte del Corpo, è un finanziere con le sembianze di un grifone coinvolto in avventurose missioni contro i “cattivi”.
Si tratta di un piccolo gesto simbolico che esprime la vicinanza dei finanzieri ai tanti bambini che, in questo momento storico, stanno soffrendo particolarmente la solitudine. I bambini ricoverati in ospedale, infatti, a causa dell’emergenza epidemiologica, sono costretti a ricevere visite limitate e ridotte nei tempi. I figli di medici e infermieri sono spesso obbligati a stare lontani dai loro genitori, impegnati anche nei giorni di festa, Pasqua compresa, a combattere in prima linea contro il virus.
A consegnare oggi le confezioni, decorate con i colori d’Istituto – il giallo e il verde – e con il motto “Ci rialzeremo per il sorriso di un bambino”, c’era una delegazione di militari in uniforme. Ad accoglierli, nel piazzale antistante l’Ospedale Maggiore, Maria Tersa Luisi, dirigente medico della direzione sanitaria che ha ringraziato davvero di cuore, tutti i militari della Guardia di finanza per il loro bellissimo gesto.
“Speriamo che attraverso le avventure della nostra mascotte, il grifone Finzy, e del suo mondo un po' reale e un po’ immaginario, questi bambini possano allontanare almeno per qualche momento la tristezza – ha detto il Comandante della Guardia di Finanza, Colonnello Gianluca De Benedictis – e convincersi ancora più fermamente che ogni storia, anche la più buia e la più spaventosa, ha il suo lieto fine”.
Nella giornata di sabato 21 marzo 2020, i finanzieri del Gruppo di Parma hanno notificato un’ordinanza applicativa della misura interdittiva della sospensione dall’esercizio di un pubblico servizio, disposta dal Gip di Parma – dott. Alessandro Conti, nei confronti di un dipendente della Azienda ospedaliera di Parma per il reato di peculato.
In particolare, nell'ambito dell'ordinaria attività di controllo del territorio, le Fiamme Gialle avevano individuato, alcuni giorni fa, una sala slot all'interno della quale un dipendente aveva abusivamente posto in vendita, a prezzi esorbitanti, prodotti disinfettanti e presidi medico-sanitari provenienti dalla locale Azienda ospedaliera. Il soggetto è stato denunciato alla locale Procura della Repubblica per il reato di ricettazione nonché sanzionato amministrativamente in violazione delle norme sul commercio.
Le successive indagini di polizia giudiziaria, coordinate dalla Procura della Repubblica di Parma - dottoressa Emanuela Podda- hanno permesso di individuare ed identificare il dipendente dell’azienda ospedaliera che avrebbe sottratto il predetto materiale all'azienda sanitaria per poi cederlo per la vendita al fine di ottenerne un profitto.
Peraltro, in esito agli ulteriori approfondimenti investigativi e ad alcune perquisizioni domiciliari eseguite dai militari del Gruppo di Parma, è stato individuato un altro dipendente dell’azienda ospedaliera di Parma in possesso, presso la propria abitazione, di merce sottratta dall'azienda ospedaliera di Parma.
Le condotte criminose emerse sono state ritenute particolarmente gravi anche in ragione delle condizioni sanitarie determinate dalla pandemia mondiale da virus COVID-19 per il contrasto del quale proprio l’utilizzo di mascherine e prodotti disinfettanti è considerato indispensabile.
Pertanto, la Procura della Repubblica di Parma ha avanzato al Giudice per le indagini preliminari del Tribunale la richiesta di applicazione di una misura cautelare personale nei confronti dei due dipendenti che avevano, in ragione delle proprie mansioni, la materiale disponibilità di dispositivi di protezione individuale e materiale sanitario.
Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Parma, accogliendo parzialmente la richiesta, ha adottato un provvedimento d sospensione dall’esercizio di un pubblico servizio nei confronti di uno dei dipendenti individuati.
Della notifica del provvedimento interdittivo, emanato dall’Autorità Giudiziaria, è stata formalmente notiziata dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Parma che, si precisa, ha sempre collaborato fattivamente nell’esecuzioni delle indagini e all’individuazione dei dipendenti infedeli
Ricorderete che Il 14 marzo 2020, a seguito di una segnalazione pervenuta al numero di pubblica utilità “117” da parte di un cittadino, era stato redatto un verbale per violazione al Codice del Consumo nei confronti di una farmacia della città di Parma.
Un verbale e una pesante multa che in pochi avevano digerito. Risultava evidente lo stato di necessità e di emergenza che avevano indotto i titolari dell'esercizio a derogare a una norma tanto giusta in circostanze normali ma altrettanto ingiusta in caso di crisi emergenziale come quella che stiamo attraversando.
I Finanzieri, sollecitati da un delatore, intervenuti sul posto, avevano contestato la vendita di singole mascherine sprovviste della confezione e prive delle informazioni a tutela del consumatore, la cui indicazione è obbligatoria, in violazione di una specifica norma del Codice del Consumo.
Durante la stesura del verbale il responsabile della farmacia, presente sul posto, aveva dichiarato che la vendita delle mascherine sfuse, in luogo della confezione intera, era stata effettuata per sopperire alla carenza di quel tipo di dispositivi e, di conseguenza, per soddisfare le richieste del più ampio numero di clienti possibile.
I successivi approfondimenti disposti, finalizzati a chiarire tutti gli aspetti della vicenda, pur confermando l’irregolarità della vendita effettuata, hanno permesso di rilevare che tale comportamento sia stato effettivamente dettato dallo stato di necessità connesso alla straordinaria emergenza epidemiologica da COVID-19.
Pertanto il verbale è stato archiviato in autotutela.
Il Sottotenente Pantaleo Cagnazzo è il nuovo Comandante della Tenenza della Guardia di Finanza di Fornovo di Taro. Il nuovo Comandante subentra al Luogotenente Liliano Di Mauro, che ha retto il comando del Reparto per circa sette mesi, dopo la partenza del Sottotenente Raimondo Rega, a sua volta trasferito al Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Reggio Emilia al termine del corso straordinario interno per neo Ufficiali.
Il Sottotenente Pantaleo Cagnazzo, 50 anni, originario di Calimera (LE), sposato, con tre figli, proviene dalla Sezione Operativa del Gruppo di Parma, dove si è distinto per i brillanti risultati di servizio conseguiti, partecipando, ad esempio, alla nota Operazione “CocktOIL”, che nel 2018 ha consentito di smantellare un’associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di prodotti petroliferi ed alla commissione di plurimi reati tributari e fallimentari.
Grazie alla lunga permanenza negli incarichi assunti durante la carriera, nel 2019 ha frequentato il 2° Corso Straordinario “M.O.V.M. Sottotenente Attilio Corrubia”, riservato appunto ai Luogotenenti con Cariche Speciali che hanno acquisito una tangibile professionalità, ottenendo così il grado di Sottotenente.
La Tenenza di Fornovo di Taro, posta alle dipendenze del Gruppo di Parma, svolge le attività di controllo economico del territorio nei Comuni di Bardi, Bedonia, Berceto, Borgo Val di Taro, Calestano, Collecchio, Compiano, Felino, Fornovo di Taro, Terenzo, Medesano, Sala Baganza, Solignano, Tornolo, Valmozzola, Varano De’ Melegari e Varsi.
Il Comandante Provinciale, Colonnello t.ST Gianluca De Benedictis, ha augurato al nuovo Ufficiale buon lavoro per l’importante incarico di comando assunto; nel contempo ha espresso parole di vivo apprezzamento e sentito ringraziamento al Sottotenente Raimondo Rega ed al Luogotenente Di Mauro per l’ottimo lavoro da entrambi svolto al comando della Tenenza.
All’imprenditore edile di origine campana sono stati sequestrati anche partecipazioni societarie e rapporti bancari a lui riconducibili. L’uomo intratteneva rapporti con soggetti vicini alla criminalità organizzata campana e calabrese e aveva un tenore di vita superiore a quanto dichiarato.
di Claudia Fiori Modena 6 febbraio 2020 - Undici immobili, tre partecipazioni societarie e rapporti bancari per un valore superiore a un milione di euro sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza a un imprenditore edile di origine campana, D.G. da tempo residente nel modenese e vicino a soggetti contigui alla criminalità organizzata campana e calabrese.
Gli immobili, dislocati nei comuni di Mirandola, Finale Emilia e San Felice sul Panaro, nel modenese, e a Crevalcore, nel bolognese “sono stati acquisiti definitivamente al patrimonio dello Stato”, come si legge in una nota diffusa dalla Guardia di Finanza. Potranno quindi essere gestiti dall’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati, che ne curerà la destinazione e il riutilizzo a fini sociali.Il provvedimento di confisca è l’atto finale delle indagini svolte dal Nucleo di Polizia economico-finanziari di Bologna, sotto la direzione del pm Claudia Ferretti, con delega alla Procura di Modena, ai sensi del Codice Antimafia.
Nel 2017, il Tribunale di Modena aveva già accolto e disposto il sequestro dei beni ora confiscati, il cui valore era risultato sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati dall’imprenditore e dal suo nucleo familiare.
Le indagini compiute dal Gico (Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata), in particolare, hanno evidenziato la ciclica costituzione di nuove società, l’istituzione di sedi societarie fittizie e la sparizione di documenti. Elementi che dimostrano come l’imprenditore fosse un evasore seriale, oltre ad aver commesso reiterati e sistematici delitti in ambito economico-finanziario. Le indagini hanno consentito anche di ricostruire i rapporti di D.G. a cosche della ‘ndrangheta e clan camorristici.
Pubblicato il bando di concorso, per titoli ed esami, per l’arruolamento di 66 allievi ufficiali presso l’Accademia della Guardia di Finanza - Anno Accademico 2020/2021.
Sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana - 4a Serie Speciale – nr. 6 del 21 gennaio 2020, è stato pubblicato il concorso pubblico, per titoli ed esami, per l’ammissione di 66 allievi ufficiali del ruolo normale – comparti ordinario e aeronavale – all’Accademia della Guardia di Finanza per l’anno accademico 2020/2021.
I posti disponibili sono così ripartiti:
a) 58 (cinquantotto) destinati al comparto ordinario;
b) 8 (otto), destinati al comparto aeronavale, suddivisi così come segue:
(1) 4 (quattro) riservati alla specializzazione “pilota militare”;
(2) 4 (quattro) riservati alla specializzazione “comandante di stazione e unità navale”.
La presentazione delle domande dovrà avvenire entro le ore 12.00 del 21 febbraio 2020 e riguardare uno solo dei predetti comparti e specializzazioni.
Possono partecipare al concorso i cittadini italiani che:
- abbiano, alla data del 1° gennaio 2020, compiuto il diciassettesimo anno di età e non superato il giorno del compimento del ventiduesimo anno di età (vale a dire siano nati nel periodo compreso tra il 1° gennaio 1998 e il 1° gennaio 2003 - estremi inclusi);
- siano in possesso di un diploma di istruzione secondaria di secondo grado che consenta l’iscrizione a corsi di laurea previsti dalle Università statali o legalmente riconosciute;
- non essendo in possesso del previsto diploma alla data di scadenza per la presentazione delle domande, lo conseguano nell’anno scolastico 2019/2020.
La domanda di partecipazione al concorso dovrà essere compilata esclusivamente mediante la procedura telematica disponibile sul portale attivo all’indirizzo “https://concorsi.gdf.gov.it”, seguendo le istruzioni del sistema automatizzato.
I concorrenti, che devono essere in possesso di un account di posta elettronica certificata (P.E.C.), dopo aver effettuato la registrazione al portale, potranno accedere, tramite la propria area riservata, al form di compilazione della domanda di partecipazione.
Sul predetto sito internet è possibile acquisire ulteriori e più complete informazioni di dettaglio sul concorso e prendere visione del bando.
Comando Generale della Guardia di Finanza
V Reparto – Comunicazione e Relazioni Esterne Ufficio Stampa
00162 Roma, Viale XXI Aprile 55
Telefono +39 06.4422.35821 – 3534
e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Nella mattinata di ieri, militari del Gruppo della Guardia di Finanza di Parma hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Parma in parziale accoglimento della richiesta avanzata dalla locale Procura della Repubblica (PM dott. A. Bianchi), nei confronti di sette soggetti per il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
L’operazione, denominata “Pay e Stay”, è scattata all’alba di questa mattina e vede impegnati oltre 100 militari, tuttora impiegati in operazioni di arresto, perquisizione e sequestro.
Su disposizione del GIP di Parma, cinque soggetti sono stati associati in carcere mentre due sono stati posti agli arresti domiciliari.
Complessivamente, sono undici gli indagati nel procedimento penale avviato dalla Procura della Repubblica di Parma.
La complessa attività di indagine, durata oltre un anno e mezzo e sviluppata mediante tecniche di investigazione pura (intercettazioni telefoniche ed ambientali audio/video, pedinamenti e appostamenti, acquisizione di documentazione), è scaturita dal monitoraggio delle prestazioni erogate da un centro elaborazione dati con sede a Parma.
Dalle banche dati, è infatti emerso come il centro elaborazione abbia fornito, nell’ultimo biennio, assistenza fiscale (apertura di partita iva, assunzioni di lavoro con contratto a tempo sia determinato che indeterminato, presentazione di dichiarazione dei redditi) a centinaia di persone extracomunitarie, molte delle quali con precedenti penali, che necessitavano di rinnovare e/o convertire il permesso di soggiorno.
In tale ambito, l’attività investigativa ha riguardato tre distinti ambiti operativi, ciascuno dei quali caratterizzato dall’impegno degli indagati a favorire la permanenza sul territorio dello Stato di soggetti privi dei requisiti previsti dalla legge.
Nel primo filone investigativo, l’attività di indagine si è focalizzata sul profilo della predisposizione e della presentazione di documentazione fiscale ritenuta fittizia, finalizzata a garantire, a numerosi soggetti extracomunitari, il rilascio e/o il rinnovo del permesso di soggiorno. In tale contesto sono emersi indizi (allo stato ritenuti dal GIP non gravi, ma comunque sufficienti, per l’Ufficio di Procura, a disporre le operazioni di perquisizione a carico di quattro indagati onde acquisire ulteriori elementi e comunque ricostruire compiutamente la vicenda) relativi al pagamento (da parte dei soggetti stranieri interessati soprattutto ad ottenere un permesso di soggiorno per lavoro autonomo che ha una durata più lunga -due anni- rispetto a quello per motivi familiari, umanitari o per lavoro stagionale) di somme di denaro, oscillanti tra i 100 ed i 300 euro.
Nel secondo filone investigativo (nell’ambito del quale il GIP ha disposto due misure agli arresti domiciliari) è emerso che un indagato, con la collaborazione di un intermediario di nazionalità nigeriana, si avvaleva della sua ditta individuale, di fatto inattiva, per consegnare, dietro pagamento di un compenso (600 euro per un contratto di lavoro), buste paga fittizie (25 euro ognuna) attestanti la falsa attività lavorativa ad extracomunitari che avevano necessità di convertire e/o rinnovare il permesso di soggiorno. Agli extracomunitari venivano consegnati un contratto di lavoro a tempo indeterminato, un foglio ore precompilato e delle buste paga, completamente false, atte a far risultare l’esercizio di attività lavorativa. Tutta la documentazione prodotta dagli indagati veniva presentata dai soggetti extracomunitari presso le rispettive Questure di competenza, a corredo delle richieste dei permessi di soggiorno.
Nel terzo filone d’indagine (nell’ambito del quale il GIP ha disposto cinque misure cautelari in carcere) è emerso che i cinque indagati (quattro dei quali residenti nel territorio parmense e uno nella provincia di Reggio Emilia), nel mese di aprile 2019, avevano organizzato ed attuato il trasporto di ventisette cittadini extracomunitari (pakistani e indiani) dal territorio dello Stato Italiano verso altri Paesi dell’Unione Europea. L’episodio in rassegna è avvenuto nell’aprile 2019, quando una pattuglia della Polizia Stradale è stata avvertita, da un’automobilista in transito, della presenza di un furgone in sosta sulle corsie del casello autostradale di Bruere (TO). All’apertura del vano del furgone venivano rinvenute ventisette persone di diverse nazionalità (indiani e pakistani) mentre l’autista del convoglio faceva perdere le sue tracce dandosi alla fuga. Le risultanze delle indagini eseguite dai militari della Guardia di Finanza di Parma, mediante le intercettazioni telefoniche delle utenze in uso agli indagati, hanno consentito di verificare come le cinque persone abbiano promosso, organizzato e attuato il trasporto, verso altri paesi europei, di persone extra-comunitarie prive dei requisiti richiesti.
Sono ancora in corso indagini per identificare e quantificare in dettaglio tutti i soggetti extracomunitari, privi dei requisiti, che si sono rivolti allo studio per l’elaborazione delle dichiarazioni false utilizzate per l’ottenimento dei permessi di soggiorno.
Se il Natale è la festività per eccellenza per trascorrere del tempo con i propri cari, quale occasione migliore poteva trovare anche la Guardia di Finanza di Parma per riunire idealmente la propria “famiglia”?
Nella mattinata di ieri, infatti, il Comandante Provinciale, Col. t.ST Gianluca De Benedictis, accompagnato dal militare più giovane della provincia, ha fatto visita al finanziere in congedo più anziano residente a Parma ed ai suoi familiari, per uno scambio di auguri per le festività incipienti.
L’Appuntato Osvaldo Maggiali, arruolamento 1948, ha riunito tutti intorno alla sua tavola, proprio come una grande famiglia, ed ha ripercorso, con la sobrietà e la pacatezza che lo hanno sempre contraddistinto, le tappe della sua carriera, iniziata nella Scuola Alpina di Predazzo e durata ben 38 anni. Nato a Palanzano nel 1927, Maggiali ha intrapreso il suo percorso pattugliando le vie dei contrabbandieri lungo i confini italiani a nord-est, prima a Tarvisio (UD), poi a Gemona (UD).
Ma il legame con la sua Regione non si è mai rescisso e, appena gli è stato possibile, è tornato, seguendo varie attività di Polizia Tributaria, prima a Modena, poi a Reggio Emilia, ed infine a Parma, dove si è infine congedato nel 1986. Da allora è rimasto sempre vicino al Corpo, partecipando alle sue cerimonie quale membro della Sezione di Parma dell’Associazione Nazionale Finanzieri d’Italia, che lo ha insignito proprio lo scorso anno con una Medaglia al Merito per celebrare la sua lunga permanenza tra gli iscritti in congedo.
L’incontro con il finanziere più giovane della provincia, il Maresciallo Antonio Lemme, da poco assegnato al Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Parma, al termine del corso di formazione a L’Aquila, durato tre anni, è stato fortemente voluto per la sua carica ideale. Infatti, proprio come in una famiglia, in cui il membro più anziano trasmette il suo bagaglio di esperienze al membro più giovane, insieme alla sua fede ed ai suoi valori, affinché quest’ultimo possa crescere e guardare più lontano del suo avo, sempre sorretto dal suo esempio, così il militare più giovane può rivolgere lo sguardo verso chi ha improntato la sua vita, sia durante la carriera che dopo, al perseguimento dei valori di legalità e di giustizia promossi dal Corpo e lì trovare un esempio da cui trarre ispirazione.
Guardia di Finanza. Parma: un chilo di droga nello stomaco. Arrestato “ovulatore”.
Nell’ambito del potenziamento dei controlli di polizia economico-finanziaria, svolti sulle principali vie di comunicazione della provincia parmense, le Fiamme Gialle di Parma hanno sequestrato oltre un chilo di sostanze stupefacenti, tra eroina e cocaina, e tratto in arresto G.U. di 19 anni – cittadino nigeriano – che fungeva da corriere ovulatore.
Durante uno dei controlli antidroga, svolto nei pressi della stazione ferroviaria del capoluogo, l’attenzione dei finanzieri in servizio veniva attirata dal giovane nigeriano, appena sceso da un treno proveniente da La Spezia. Il diciannovenne, infatti, appariva particolarmente nervoso e guardingo per cui i militari decidevano di effettuare un controllo, richiedendo i documenti identificativi e la motivazione della sua presenza a Parma.
Le risposte evasive del giovane alle domande di routine inducevano i finanzieri ad approfondire il controllo presso la caserma di Via Torelli, sede del Gruppo delle Fiamme Gialle di Parma. Successivamente, l’atteggiamento del diciannovenne, sempre più agitato e sofferente, convinceva i finanzieri ad accompagnare il giovane all’Ospedale Maggiore di Parma, per eseguire una radiografia allo stomaco e verificare la presenza di eventuali ovuli ingeriti. All’esito dei controlli sanitari, il nigeriano risultava essere un “ovulatore”, ossia quel tipo di “narco-corriere” che carica all’interno del corpo, ingerendoli, ovuli termosaldati contenenti sostanze stupefacenti.
L’utilizzo dei corrieri ovulatori nelle rotte del traffico di stupefacenti risulta sempre più frequente a motivo del bassissimo costo del trasporto, cui si aggiunge la facilità di reperimento di persone in difficoltà disposte ad assumersi il rischio di fungere da corriere.
Al termine dell’operazione, sono stati sequestrati 95 ovuli, per un totale di 1,1 chili tra eroina e cocaina, il cui valore complessivo sul mercato illecito è pari a oltre centomila euro.
Il giovane extracomunitario è stato quindi tratto in arresto in flagranza di reato e posto a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
L’operazione si inquadra in una più diffusa azione di controllo economico del territorio che coinvolge quotidianamente i Reparti del Corpo, anche attraverso il servizio di Pubblica utilità “117”, con finalità preventive e repressive e mediante piani di intervento dinamico in tutta la provincia, in modo particolare nelle zone più a rischio, come le principali rotabili e le stazioni ferroviarie.
Castel San Giovanni (PC), 29 ottobre 2019 - “Giacomo in questi anni è divenuto vero e proprio amico e i castellani continueranno a vedere in lui un punto di riferimento importante”. Il sindaco Lucia Fontana ha voluto salutare Giacomo Forteleoni che dopo quasi nove anni lascia la tenenza della Guardia di Finanza di Castel San Giovanni: andrà a ricoprire infatti l’incarico di comandante della Sezione operativa volante nel Gruppo di Piacenza. Al suo posto subentra Stefano Addabbo, 51 anni, sposato, con due figli. Al ricevimento in Municipio ha partecipato una delegazione della giunta comunale e i vertici delle Fiamme gialle piacentine.
“Nella vita di ciascuno di noi arriva il momento in cui è necessario tracciare un bilancio. E il bilancio di questi nove anni è assolutamente positivo – commenta Fontana - Giacomo è cresciuto insieme a noi e la sua vicinanza è sempre stata una certezza. D’altra parte il rapporto tra Guardia di Finanza e amministrazione di Castel San Giovanni è sempre stato connotato da forte collaborazione e stima reciproca. E siamo sicuri che continueremo a lavorare in modo così proficuo anche in futuro”, conclude il primo cittadino.
Sia Forteleoni sia il nuovo comandante Addabbo si possono considerare piacentini d’adozione, essendo approdati nella nostra provincia insieme, trent’anni fa, nell’agosto del 1989. In passato Addabbo ha ricoperto il ruolo di comandante della tenenza di Fiorenzuola d’Arda per poi essere trasferito alla sezione Verifiche complesse del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Piacenza.
“Ogni avvicendamento rappresenta un momento di crisi – commenta Daniele Sanapo, comandante provinciale della Guardia di finanza – ma in questo caso sono tranquillo perché conosco bene l’esperienza maturata negli anni da Giacomo e Stefano. Si tratta più che altro di un momento di svolta che avrà senza dubbio risvolti positivi”.
L’amministrazione ha omaggiato Forteleoni con una targa in cui l’amministrazione e l’intera comunità esprimono gratitudine e apprezzamento per l’encomiabile dedizione: “Non sono parole formali, ma è davvero ciò che tutti noi sentiamo”, assicura Fontana.
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