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Bologna, 2 settembre 2013 -

Il maestro Claudio Abbado senatore a vita, le congratulazioni del presidente Errani che sottolinea il suo impegno per le popolazioni terremotate: "Una magnifica notizia per tutti noi" -

"Una magnifica notizia per tutti noi, il giusto riconoscimento per una personalità che all'Italia e all'Emilia-Romagna ha dato tanto, con generosità". Così il presidente della Regione Emilia-Romagna, Vasco Errani, ha commentato la nomina a senatore a vita di Claudio Abbado. "Invio le più fervide congratulazioni al maestro Abbado che recentemente, col suo pronto impegno a favore delle nostre popolazioni colpite dal terremoto, ha dimostrato di avere un grande cuore anche emiliano. Ringraziamo il presidente Napolitano per questa e per le altre eccellenti nomine".
 Alle congratulazioni di Errani si aggiungono quelle dell'assessore regionale alla Cultura, Massimo Mezzetti, per cui "la costante attività e presenza del maestro Abbado in regione ha in questi anni avuto un'importanza strategica per la crescita di giovani talenti nel nostro territorio, intorno a un alto pensiero musicale".

 

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)


TERREMOTO. IN PIAZZA A CARPI RACCOLTA FONDI MACELLAI 'BFC' PER REPARTO PEDIATRICO OSPEDALE 'RAMAZZINI'. COSTI: "NOSTRI TERRITORI PIU' SICURI E COMPETITIVI"


Carpi, 01 Settembre 2013 --
C'è davvero tanta carne al fuoco in piazza dei Martiri, oggi a Carpi (Mo), dove 200 macellai provenienti dall'estero e da diverse regioni italiane danno vita al Festival mondiale di 'Butchers for Children', fiera culinaria solidale con assaggi e degustazioni illimitate per il pubblico, il quale, con una offerta minima di 10 euro, contribuisce alla raccolta fondi destinati interamente al reparto pediatrico dell'Ospedale Ramazzini di Carpi, una delle strutture sanitarie più danneggiate dal terremoto del maggio 2012.
Al taglio del nastro della rassegna, aperta dalle 11 alle 17, partecipa anche la presidente dell'Assemblea legislativa regionale, Palma Costi, che sottolinea come "a oltre un anno dal sisma continuiamo a registrare iniziative di incredibile solidarietà, che dimostrano la volontà sì della nostra gente, ma anche delle persone, delle aziende e degli artigiani di tante altre regioni italiane per contribuire alla ricostruzione e alla ripresa dei nostri territori. Oggi è il turno dei macellai di Butchers for Children, che qui a Carpi danno prova della loro perizia e arte culinaria a beneficio del reparto pediatrico dell'Ospedale Ramazzini".
Butchers for children è un gruppo di macellai provenienti da tutta Italia che organizza manifestazioni enogastronomiche a scopo benefico ed è nato da un'idea di Dario Cecchini, il macellaio più famoso d'Italia. Iniziative analoghe vengono realizzate anche all'estero. Immediatamente dopo il sisma, si è creata una catena di solidarietà che ha coinvolto tutti i macellai aderenti al gruppo BfC, i quali si sono resi disponibili ad organizzare iniziative di raccolta fondi in favore delle zone terremotate. Per rispondere a tale esigenza di solidarietà, dal gruppo Butchers for Children è nato il progetto "Insieme per Ricostruire", finalizzato all'organizzazione di eventi di carattere enogastronomico con raccolta fondi in favore delle zone terremotate. Capofila del progetto il macellaio Roberto Papotti, storico membro del gruppo BfC, con bottega a Fossoli di Carpi, frazione particolarmente colpita dal terremoto. Da luglio 2012 sono state organizzate 8 iniziative fra cene comunitarie, pranzi di solidarietà e feste benefiche in Toscana, Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto. Ora il nuovo appuntamento organizzato da BfC in piazza dei Martiri a Carpi: 200 macellerie in rappresentanza di diverse regioni italiane ed estere disposte in 60 stand-box.
"L'impegno delle istituzioni, dei cittadini e di tanti volontari nei giorni successivi al sisma- sottolinea la presidente dell'Assemblea-, il lavoro della Regione per la ricostruzione, quello dei sindaci e di tutti gli amministratori locali, la forza di ripartire subito dimostrata dalle imprese, il sacrificio e la tenacia dei lavoratori e delle maestranze, a tutto ciò si aggiunge appunto la solidarietà arrivata da tante regioni italiane, a dimostrazione che questo nostro Paese può e deve ripartire, magari prendendo esempio anche da ciò che si è fatto e che si sta facendo in Emilia-Romagna, dove- chiude Costi- la ricostruzione sta diventando l'occasione per crescere innovando, aumentando la sicurezza, la sostenibilità e la competitività dei nostri territori".
(Regione Emilia Romagna)


MOZIONE BARBATI (IDV): REGIONE PRESIDI DIVIETO COLTIVAZIONE


La Giunta dovrà adottare ogni misura necessaria a presidiare, sull'intero territorio regionale, il "divieto di coltivazione del mais di qualità Mon 810 introdotto dal decreto del ministero della Salute del 12 luglio 2013".
Lo chiede una mozione presentata dalla consigliera Liana Barbati (Idv), in cui si specifica che queste "misure cautelari provvisorie" sono state assunte dal ministero a fronte "dell'inerzia della Commissione europea", a cui lo stesso ministero, unitamente a quello delle Politiche agricole, aveva richiesto "l'adozione di misure urgenti di prevenzione e contenimento dei rischi connessi alla coltivazione" di questo mais geneticamente modificato, che, secondo l'Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) produrrebbe una "tossina in grado di incidere negativamente sulla salute, sull'ambiente e sull'agrobiodiversità", "rischi tali da giustificare un rafforzamento delle misure di gestione e di sorveglianza" per "ridurre le possibili conseguenze" negative. 
Barbati sollecita quindi la Regione a "proseguire nell'attività di vigilanza e controllo" circa la "diffusione delle colture geneticamente modificate e alla presenza di Ogm nell'alimentazione umana e animale", sul territorio dell'Emilia-Romagna, "al fine di tutelare i consumatori, l'agricoltura, l'ambiente e la biodiversità".
 Nel documento, si invita infine Il Governo ad attivarsi in sede europea, e in particolare nei confronti del Consiglio della UE, perché sia "tempestivamente perfezionata la procedura legislativa ordinaria di approvazione della proposta di regolamento" "che modifica la direttiva 2001/18/CE per quanto concerne la possibilità degli Stati membri di limitare o vietare la coltivazione di Ogm sul loro territorio".
 Proposta della Commissione europea - si legge nella mozione - già approvata dal Parlamento di Strasburgo nella seduta del 5 luglio 2011, che, tuttavia, non è stata ancora approvata dal Consiglio dell'Unione, fatto che preclude il perfezionamento del procedimento legislativo e quindi l'approvazione del relativo regolamento.

Sabato, 31 Agosto 2013 11:07

La bontà si fa in sei...

Di Chiara Marando - Sabato 31 Agosto 2013

Ormai si sa, la mamma è sempre la mamma. Dea del focolare, confidente fidata e regina incontrastata della casa. Tutti noi, chi più chi meno, ne abbiamo assorbito gli insegnamenti facendone tesoro. Consigli di vita, educazione o più semplicemente piccole tecniche per affrontare la quotidianità… anche in cucina.

Quante volte, ad esempio, abbiamo sentito dire “ Buoni, ma quelli di mia mamma sono insuperabili”? Il segreto di questa bontà risiede nei nostri ricordi, nella sicurezza che ci infondono e nelle ricette che si trasmettono di madre in figlia. Pochi ingredienti a volte possono fare la differenza.

Ma se a collaborare sono addirittura 6 mamme?

Il risultato è “Happy Mama” una realtà nata per caso, dall’amicizia e dalla voglia di condividere la comune passione per la cucina. Un progetto  capace di trasmettere energia, serenità e tranquillità, un omaggio a questa figura che rappresenta  il perno della famiglia.

L’idea è quella di recuperare le ricette tramandate di generazione in generazione, legate al territorio, unirle e sperimentare sempre nuove combinazioni  anche osando con gli accostamenti. Quello che si può assaggiare sono piccole delizie racchiuse in semplici barattoli di vetro, dove il dolce ed il salato spesso si incontrano in un piacevole abbraccio, dove le spezie arrotondano i sapori e dove i profumi delicati fanno da padroni.

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Le creazioni di Happy Mama non sono mai ripetitive, si alternano seguendo la stagionalità delle materie prime, rigorosamente biologiche e provenienti dalle varie Aziende Agricole ormai fidate. Il laboratorio, ovvero la fucina dove queste 6 mamme lavorano senza risparmiarsi, si trova a Barco di Bibbiano, in provincia di Reggio Emilia.

Confetture e Marmellate come Miss Fragola, a base di fragole e mela, La Sottobosco, un’unione tra fragole, more e lamponi, oppure la Zenzy, una confettura dove il dolce del kiwi è stemperato dallo zenzero. Poi la Pina Melada composta di ananas e mele. Il cavallo di battaglia però, presente in  ogni stagione, è l’intramontabile marmellata di Pere e cioccolato.

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Nei Chutney, invece, frutta, verdura e spezie si incontrano per diventare saporite salse, ottime con la carne, i formaggi ed il pesce. Possono essere il salvagente perfetto per presentare piatti originali in tavola, un successo garantito.

 Quindi ecco che si può scegliere tra il Chutney di Zucca gialla con zenzero e cipolla, e ancora il particolare Chutney di Pesche che riserva un mix di sapori stravagante, oppure quello più piccante al Peperone.

Non possono mancare le Salse e le Mostarde: Cipolla e Arance, l’alternativa Zucca Dry aromatizzata al Martini oppure la Salsa di Tropea dove la cipolla rossa è arricchita e cotta con l’aceto balsamico.

Come ogni mamma insegna, la vita va presa anche con dolcezza e qualche sfizio goloso fa bene all’umore ed al cuore. Quindi concediamoci un po’ di coccole come le Chicche di fichi caramellati ed il Sweet milk, una deliziosa crema al mou da spalmare sul pane.

 C’è chi, invece, si premia con un bicchiere di liquore a fine giornata: Happy Ovo che regala il meglio di sé abbinato a gelati e semifreddi, Happy Cioko, Crema Lemon, Rosso di Sera a base di melograno e la raffinata Crema di Farro, leggera e molto gradevole.

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Tante piccole soluzioni per rendere la vita di tutti i giorni più piacevole, per condividere la serenità data dalle cose buone, per vedere, come dicono le Happy Mama, Il “bicchiere mezzo pieno”.

 

Per informazioni sui prodotti o per preventivi gratuiti cliccare su www.happymama.it o scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.inf

Pubblicato in Dove andiamo? Emilia
Mercoledì, 28 Agosto 2013 16:54

Quarto caso di aviaria a Mordano

 

La vicepresidente Saliera chiede al Governo l'abrogazione dei vincoli restrittivi di spostamento e commercializzazione di carni e uova e provvedimenti a tutela dei lavoratori degli allevamenti colpiti dal virus.

 

Bologna, 28 agosto 2013 --

La vicepresidente della Regione Emilia-Romagna Simonetta Saliera ha inviato una lettera al presidente del Consiglio Enrico Letta e ai ministri Lorenzin, De Girolamo, Zanonato e Giovannini, in cui esprime soddisfazione per la conferma da parte della Commissione europea delle misure adottate dall'Italia e dalla Regione Emilia-Romagna per controllare i focolai di aviaria e in cui si augura una revisione dei provvedimenti ministeriali in allineamento a quanto contenuto nella direttiva comunitaria.
Pertanto, si chiede l'abrogazione dei vincoli restrittivi (che allargavano a tutta l'Emilia-Romagna i vincoli di spostamento degli animali e di commercializzazione con la sola eccezione delle carni e delle uova già imballate per il consumatore finale) sulle zone non interessate dai provvedimenti comunitari. Questo anche in considerazione del fatto che dal momento della conferma del primo focolaio è entrato in vigore un piano straordinario di controllo sugli allevamenti avicoli di tutto il territorio regionale in cui sono previste misure suppletive rispetto a quanto riportato dal piano di nazionale di controllo dell'influenza aviaria.
"Se sul fronte sanitario la prospettiva di diffusione della malattia al di fuori della filiera produttiva della specifica impresa coinvolta si può sperare sia contenuta se non arginata - aggiunge Saliera - l'impatto sull'economia regionale, determinato dalle drastiche e corrette misure restrittive sanitarie adottate in fase di emergenza, si sta rivelando sempre più preoccupante". Da qui la richiesta al Governo di un provvedimento straordinario a tutela degli occupati del settore avicolo regionale gravemente danneggiato dai casi di influenza aviaria . "La gravità della situazione, conclude Saliera - richiede un intervento urgente a tutela del lavoro così come avvenuto anche a fronte dell'emergenza sisma dell'anno scorso, per assicurare a questi lavoratori agricoli una copertura delle giornate non lavorate a causa dell'aviaria". (Un provvedimento analogo al decreto era già stato realizzato nel 2006 dal Ministero del Lavoro per l'allarme aviaria proprio per salvaguardare gli occupati del settore).
Saliera scrive infine che la Regione Emilia-Romagna resta a disposizione per continuare la proficua collaborazione sino ad oggi instaurata con le strutture ministeriali e il Centro di referenza nazionale e per valutare eventuali misure di controllo suppletive ritenute utili a fornire garanzie all'intero sistema produttivo nazionale.

Nel mentre è stato rilevato il quarto focolaio Mordano per il quale si prevede l'abbattimento di circa 150 mila capi e un abbattimento preventivo per un allevamento di tacchini a Portomaggiore.
Il Nuovo focolaio di influenza aviaria a Mordano, sul confine tra le province di Bologna e Ravenna, è stato individuato a seguito dell'attuazione del Piano di controllo straordinario previsto dalla Regione in un allevamento di galline ovaiole, di proprietà Eurovo, gruppo titolare del primo focolaio di Ostellato (Fe) e dell'altro sito a Mordano. L'accertamento del nuovo focolaio è avvenuto - precisa una nota della regione emilia romagna - grazie alla stretta rete di sorveglianza sanitaria messa in campo dalla Regione e alla collaborazione delle imprese di settore, proprio per garantire il contenimento dell'infezione all'indomani della scoperta dell'arrivo del virus in regione.
Dall'assessorato Politiche per la salute regionale riferiscono che " Il diffondersi della malattia era prevedibile perché avvenuto nell'ambito della stessa azienda di produzione e a pochi chilometri dall'altro focolaio". Le operazioni di abbattimento dei circa 150 mila capi inizieranno in giornata.
La Regione, per fronteggiare il nuovo caso di aviaria, ha già emanato un'ordinanza per l'attuazione delle misure straordinarie previste dalla normativa sanitaria europea e nazionale.
Nel frattempo è giunta anche l'autorizzazione dal Ministero per procedere all'abbattimento preventivo di un allevamento di tacchini situato nelle vicinanze del focolaio di Portomaggiore e Ostellato. Gli animali (65 mila circa) risultano negativi al virus ma l'abbattimento preventivo ha lo scopo di diradare la popolazione avicola sensibile alla malattia, per fare terra bruciata attorno al virus.
Prosegue intanto, in ottemperanza alle direttive assunte già la scorsa settimana, il monitoraggio degli allevamenti sotto il controllo dell'assessorato alle Politiche per la salute e il coordinamento di tutte le iniziative con gli assessorati all'Agricoltura e la Vicepresidenza per un'emergenza che, oltre ad essere sanitaria, ha risvolti economici importanti per questa regione. (Fonte Regione Emilia Romagna)

Bologna, 28 agosto 2013 -


In seguito alla conversione in Legge del D.L. 78/2013, contenente una serie di misure in materia di esecuzione della pena, volte a fronteggiare il sovraffollamento carcerario, Desi Bruno, Garante delle persone sottoposte a misure restrittive o limitative della libertà personale della Regione Emilia-Romagna, esprime le seguenti valutazioni.


"La nuova legge manda indubbiamente dei segnali positivi. Tuttavia custodia cautelare, tossicodipendenza, immigrazione e carenza di risorse restano i nodi ineludibili della questione carceraria. Servono amnistia, indulto e riforme strutturali. L'innalzamento da 4 a 5 anni del limite edittale poter emettere ordinanza di custodia cautelare rappresenta certamente un buon segnale, ma non risolverà l'anomalia tutta italiana di una percentuale di detenuti non definitivi che supera il 40% della popolazione detenuta. Troppo spesso l'utilizzo della custodia cautelare continua ad essere una vera e propria anticipazione di pena, con buona pace della presunzione di non colpevolezza". Secondo la Garante regionale, "occorre un diverso approccio al tema della custodia cautelare".
Per quanto riguarda la presenza massiccia di persone tossicodipendenti in carcere (circa il 25% della popolazione carceraria), la normativa introdotta in materia di lavori socialmente utili rappresenta una novità solo relativa. Il tema della tossicodipendenza richiede un piano straordinario, certo normativo ma anche di predisposizione di risorse. "Salvo in casi di assoluta eccezionalità, persone che comprovatamente presentano problemi di tossicodipendenza non devono entrare in carcere: o, quantomeno, devono essere collocate altrove il prima possibile".
Un altro punto critico, aggiunge Desi Bruno, è rappresentato dall'immigrazione, acuito in queste settimane dall'esodo doloroso da Egitto e Siria: "Serve, da tempo, una riforma della legge Bossi-Fini che impedisca ab initio la criminalizzazione della persona che entra irregolarmente nel nostro Paese, al fine di evitarne l'ingresso in un circuito penale "segnato". In un'ottica di riduzione del danno si potrebbe ampliare l'istituto dell'espulsione, eliminando incomprensibili preclusioni giuridiche e accompagnando con forme di "rimpatrio assistito" gli stranieri nel loro Paese, laddove possibile: ovvero stringendo accordi con altri Stati che spesso non vogliono riaccogliere i propri concittadini.
Dunque, conclude la Garante, "in attesa che la Corte Costituzionale si pronunci sulla questione sollevata meritoriamente dal Tribunale di Sorveglianza di Venezia - relativa alla possibilità di non eseguire pene detentive in Istituti che non garantiscono i parametri minimi di umanità del trattamento e delle condizioni di vita – il numero delle presenze in carcere andrebbe ridimensionato tramite provvedimenti di clemenza che dovrebbero prendere la forma dell'indulto, oltre che dell'amnistia (che non riduce direttamente le presenze in carcere)".
(rg)

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)


L'assessore regionale Muzzarelli scrive ai Ministri Zanonato e Bonino: "Iniziativa discutibile nel metodo e nel merito, apriamo un tavolo di confronto in sede di Governo"

di LGC --
Emilia 28 agosto 2013 - -
Se non ci fosse di mezzo il futuro di un centinaio di famiglie si potrebbe pensare alla trama di una commedia all'italiana con protagonista una fascinosa svedese.
Invece le due aziende, l'una di proprietà italiana e l'altra, la Dometic, di proprietà svedese sono, purtroppo, accomunate da un incredibile quanto drammatico comportamento. Un vero e proprio tentativo di fuga all'estero con tutti gli armi e i bagagli. Destinazione Cina per Dometic e Polonia per Firem. Comportamenti padronali ingiustificabili e sui quali ci sarebbe non solo da commentare ma da analizzare. La punta di un icberg, molto probabilmente, che dovrebbe segnalare un pericoloso substrato di difficoltà reali ed estese ben oltre l'immaginabile per il tessuto delle piccole e media imprese nazionali. Ed i dati diffusi oggi dall'istat confermano un crollo dei consumi che intacca pesantemente anche gli acquisti presso i discount. Un -3% su base annua che la dice lunga sulla pesantezza della crisi.
Bene ha fatto l'assessore regionale Muzzarelli a richiede un tavolo di confronto governativo.


Il Comunicato stampa della Regione Emilia Romagna sul caso DOMETIC.
Delocalizzazione della ditta Dometic di Forlì: l'assessore regionale Muzzarelli scrive ai Ministri Zanonato e Bonino: "Iniziativa discutibile nel metodo e nel merito, apriamo un tavolo di confronto in sede di Governo".
Bologna - L'iniziativa della multinazionale svedese EQT di dislocare in Cina la produzione di generatori elettrici (in prevalenza per camper) svolta negli stabilimenti Dometic di Forlì "appare discutibile nel metodo e nel merito". Lo scrive l'assessore regionale alle attività produttive Gian Carlo Muzzarelli in una lettera inviata oggi ai ministri allo Sviluppo economico Flavio Zanonato e agli Affari esteri Emma Bonino. Muzzarelli precisa che le intenzioni della multinazionale svedese non sono state illustrate alle istituzioni e alla controparte sindacale, ma si sono tradotte in un tentativo (fallito per l'intervento dei lavoratori) di mettere tutti di fronte la fatto compiuto, smobilitando e trasferendo le attrezzature e i materiali durante il periodo di chiusura dell'azienda.
EQT ha giustificato le proprie decisioni adducendo l'alto costo del lavoro e l'insostenibilità della tassazione in Italia, ma secondo le informazioni pervenute all'Assessore risulta che l'azienda presenta un conto economico positivo, dispone di un mercato solido e non ha dato segnali di crisi.
"Siamo consapevoli- precisa l'Assessore - che la penetrazione nel mercato cinese possa richiedere processi di internazionalizzazione e investimenti in loco, ma riteniamo che, come dimostrano altri esempi di imprese regionali, tali processi siano compatibili con il mantenimento delle attività produttive nel nostro territorio, con la loro diversificazione e innovazione". "Peraltro – ha aggiunto - ci pare inaccettabile la prassi dei colpi di mano, che aggiunge ai già gravi pericoli per la produzione e l'occupazione il rischio di distruggere un sistema di relazioni industriali e di alimentare crescenti tensioni sociali".
L'assessore propone quindi di aprire, con la multinazionale EQT, un tavolo di confronto in sede di Governo, dove affrontare la situazione in tutti i suoi aspetti (comprese le prospettive degli stabilimenti di Bologna e Torino di proprietà della medesima) e di segnalare al massimo livello anche del Governo Svedese, l'intenzione del "sistema Italia" di non subire passivamente i processi di delocalizzazione e internazionalizzazione.


Il Comunicato di CGIL Emilia Romagna
Dopo la Firem di Formigine anche la Dometic Italy di Forlì cerca di "scappare" dall'Italia, smontando di nascosto i macchinari, lasciando per strada 80 lavoratori.


Non è possibile che nella nostra Regione e nel nostro paese i lavoratori e le lavoratrici finiscano la loro giornata di lavoro, o inizino il loro periodo di ferie, con il rischio che la mattina dopo, o alla ripresa, non ci sia più la fabbrica.
Questo è quanto è accaduto alla Firem e quanto stava accadendo alla Dometic di Forlì, azienda di 80 dipendenti dei quali la maggior parte operanti nella sede di Forlì (7 lavorano in Piemonte e 10 in provincia di Bologna).
La Dometic è un'azienda che produce condizionatori per camper, economicamente stabile, il cui Amministratore delegato ha pensato bene, insieme ad una decina di soggetti non dipendenti, di tentare di smontare gli impianti nella notte di Venerdì scorso per trasferirli in Cina.
Solo il presidio dei lavoratori ha impedito che il tentativo della Dometic andasse a buon fine.
E' indecente, inaccettabile, che il lavoro continui ad essere trattato in questo modo e che queste azioni possano restare impunite.
Per qualcuno forse questo rappresenta il nuovo modello di sviluppo (scappo,guadagno, metto in ginocchio centinaia di famiglie e faccio quello che voglio senza assumermi nessuna responsabilità etica e sociale), ma il resto del territorio, del paese, non può stare alla finestra a guardare: dalle associazioni d'impresa alle istituzioni.
La Dometic deve restare a produrre a Forlì, garantire i livelli occupazionali, spiegare al territorio le ragioni di questo atto irresponsabile
Quanto sta accadendo mette a rischio, soprattutto in questa situazione di crisi, la tenuta sociale, alimentando una tensione i cui effetti sono imprevedibili.
Per queste ragioni vanno isolati, da tutta la rappresentanza sociale e istituzionale, questi soggetti e vanno immediatamente prese iniziative atte ad impedire il saccheggio del nostro territorio.
Il lavoro merita rispetto e dignità!



Antonio Mattioli
 Responsabile Politiche contrattuali
 Segreteria Cgil Emilia Romagna

Pubblicato in Lavoro Emilia


Bologna, 28 agosto 2013 -

Un evento di musica e solidarietà il 1 settembre alle ore 20.30 nella cornice del Museo Casa Enzo Ferrari a Modena, e un disco per tutti i cittadini di Finale Emilia: è “La musica costruisce”, per le città dell’Emilia e per L’Aquila un momento di incontro con tutti i protagonisti di un’operazione nata per creare un forte legame, una testimonianza di amicizia che va al di là della musica stessa tra chi ha vissuto direttamente il dramma del terremoto. L’Istituzione Sinfonica Abruzzese, attraverso la propria orchestra, ha elaborato il progetto “La musica costruisce” subito dopo il terremoto del maggio 2012.
Un progetto musicale che prevede la distribuzione a tutti gli abitanti di Finale di un cd realizzato in 8 mila pezzi, contenente un programma interamente mozartiano inciso all’Aquila lo scorso mese di Maggio nell’Auditorium del Parco del Castello disegnato da Renzo Piano. Attraverso la collaborazione con il presidente del Museo Casa Enzo Ferrari, Mauro Tedeschini, è stato possibile realizzare questo evento in una location d’eccezione come il Mef, in cui si esibirà l’Orchestra d’Archi dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese, Ettore Pellegrino konzertmeister, che eseguirà le “Quattro Stagioni” di Antonio Vivaldi dopo la cerimonia di presentazione del progetto.
Il progetto è stato realizzato con la partecipazione attiva di persone e sponsor che hanno compreso l’alto senso etico di un prodotto che potesse portare una tangibile testimonianza nella comunità di Finale Emilia: primo fra tutti il sindaco della città, Fernando Ferioli. Fattivo poi l’intervento della società Vittadello Intercantieri che ha sede a Pordenone ma che già da diversi anni è attiva nella ricostruzione sul territorio dell’Aquila e della Gammarad Italia, azienda che opera a Minerbio (Bo) nel territorio colpito dal sisma del 2012 e che conserva origini aquilane. Attenzione ha dimostrato il brand Piacere Modena, società che riunisce i principali consorzi di tutela e di promozione di Modena, che offrirà ai presenti un buffet di prodotti tipici ai presenti dopo il concerto. E poi ancora La Fondazione Carispaq della Provincia dell’Aquila, la Banca Popolare dell’Emilia Romagna (Bper) e il Banco San Geminiano e San Prospero.
Alla realizzazione del disco hanno partecipato gratuitamente Ettore Pellegrino, violinista e direttore artistico dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese, Danilo Rossi, prima viola dell’Orchestra della Scala di Milano, il direttore d’orchestra Giancarlo De Lorenzo e tutti i professori dell’Orchestra Sinfonica Abruzzese.

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

Bologna, 28 agosto 2013 -

Il paese natale di Giuseppe Verdi farà da cornice all' incontro tra i giovani musicisti e la musica immortale del Maestro -

Il 31 agosto nel Teatro Giuseppe Verdi Di Busseto, nella piazza antistante il Teatro e nelle strade della cittàsi esibiranno i giovani musicisti delle scuole italiane di musica, istituite e sostenute dalle amministrazioni pubbliche e dalle associazioni bandistiche, un vero e proprio punto di riferimento per l'educazione musicale. Grazie a questo meeting nazionale, ideato e organizzato da Comune di Busseto centinaia di giovani avranno l'opportunità di cimentarsi con le celebri pagine di Giuseppe Verdi e di conoscere meglio la sua vita e le sue opere, in un clima di festa e nella terra e nei luoghi che gli diedero i natali. Si tratta di un vero e proprio teatro en plein air in concomitanza con una cena sotto i portici della città e l'apertura straordinaria delle attività commerciali di Busseto per la sua "Notte bianca".
 Dalle 21,00 alle 24,00 la città sarà animata dalle esibizioni di questi giovani talenti. Il clou del programma è alle 24,00 in piazza Verdi: sul palco la banda giovanile "John Lennon", diretta dal Maestro Mirco Besutti.
L'evento, con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna e della Provincia di Parma, è stato realizzato grazie alla stretta collaborazione tra Comune di Busseto, Assonanza - Associazione Scuole di Musica dell'Emilia Romagna, AIdSM - Associazione italiana delle scuole di musica) e Circolo Culturale Alberto Pasini. L'evento si svolge a un anno di distanza dalla straordinaria manifestazione Allegromosso, il festival europeo delle scuole di musica, che ha portato nella nostra regione migliaia di giovani musicisti provenienti da tutta Europa.
/CL

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)


Bologna, 26 agosto 2013 –

Nei giorni scorsi, sulla stampa, sono usciti diversi pezzi che hanno riguardato lo svolgimento saltuario di attività mediche – in un ambulatorio privato non convenzionato con il Servizio sanitario pubblico – da parte del dottor Carlo Lusenti, assessore regionale alle politiche per la salute.

In merito a questo, l'Assessore Lusenti ha rilasciato la seguente dichiarazione.
"Ricoprendo un ruolo istituzionale rilevante in seno all'Amministrazione regionale dell'Emilia-Romagna, desidero chiarire pubblicamente alcuni aspetti della vicenda che è stata riportata nei giorni scorsi sulla stampa. Vicenda che riguarda il rapporto tra il ruolo di assessore e lo svolgimento della mia professione di medico. Lo faccio con molta serenità, perché non c'è nessun mistero da svelare né, tantomeno, vi sono "questioni morali" da affrontare.
Partiamo dai fatti. Primo, sono in aspettativa senza assegni dal Servizio sanitario nazionale dal giorno della mia nomina ad assessore. Questo vuol dire mettermi nelle condizioni di svolgere il mio incarico di assessore nella massima autonomia per quanto riguarda la sfera di competenza della Regione, che riguarda – è importante dirlo – il sistema della sanità pubblica e di quella accreditata. Sono escluse, quindi, quei presidi sanitari che, per semplificare, non hanno rapporti di tipo economico con il sistema sanitario pubblico.
Secondo fatto: è vero, non c'è alcun mistero: alcuni sabati al mese, al mattino, ho avuto modo di seguire, come urologo, alcuni miei vecchi pazienti, nella mia città. Pazienti che, per rapporti consolidati nel tempo, hanno desiderato essere da me seguiti. E' una attività prevista da specifiche ed esplicite norme di legge, e l'ho fatta in una struttura privata, una struttura che non ha alcun rapporto con il servizio sanitario regionale, cioè che nulla chiede e nulla riceve dalla Regione Emilia-Romagna.
Mettendo quindi da parte l'aspetto della incompatibilità, che non c'è e su questo mi pare vi siano pareri concordi, cosa resta?
Resta, dicono alcuni, il tema della opportunità. Ma cosa vuol dire opportunità? Va spiegato. C'è forse una "opportunità" universalmente riconosciuta? O, piuttosto, vi sono delle valutazioni che possono essere fatte, invece, tenendo conto della realtà delle cose, tenendo conto del fatto che si stia, o meno, operando – mi viene da dire, da medico – in scienza e coscienza?
C'è una diminutio nel mio ruolo di assessore se, nel mio tempo libero, continuo a mantenere vivo quel rapporto, che è importante, tra medico e paziente? Io credo di no, io credo che ciascuno di noi sappia cosa vuol dire mettere la propria fiducia nelle mani della persona che crediamo abbia la professionalità per occuparsi della propria salute. E questo è biunivoco, nel senso che si è medici, non si fa i medici. Anche se si è assessori, senza che questo interferisca nel ruolo pro tempore di amministratore, come hanno dimostrato anche nel recente passato medici che hanno ricoperto ruoli di governo nella sanità nazionale.
Si dirà: resta il dato economico, che non sottovaluto. Cioè il ricavato da questa attività, seppure saltuaria. In tutta onestà, ma davvero senza alcuna spocchia, non si può certo pensare che sia stata questa la molla che mi ha spinto a mantenere il rapporto con quei pochi pazienti cui accennavo sopra. Rinunciare all'aspetto economico non sarà certo un problema: quello che non mi si può chiedere è rinunciare ad essere medico. E continuerò, collaborando gratuitamente con chi, associazioni, enti o altro (occorre ribadirlo: fuori dalla rete regionale pubblica), mi consentirà di farlo.
Chiudo queste considerazioni con la ferma convinzione che il mio ruolo pro tempore di assessore regionale alla sanità non sia in alcun modo in conflitto con quella che è stata, è e sarà la professione che ho scelto.
Da oggi, da domani, per me non cambierà nulla: continuerò a svolgere il mio ruolo con lo stesso spirito di servizio e la stessa caparbietà che occorre per garantire, anche in questi momenti così difficili, la qualità del Servizio sanitario di questa regione, cui tutti abbiamo diritto".

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

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