di redazione -
La scorsa primavera avevamo anticipato la notizia della imminente erogazione di 24 milioni destinati dal Ministero delle infrastrutture e trasporti a favore delle imprese di autotrasporto. Un segnale positivo, senza ombra di dubbio, dai contorni ben poco chiari e con rischi seri per le imprese aderenti.
I motivi sono presto detti.
Innanzitutto il testo del decreto interministeriale 92/2013 fa riferimento a investimenti già realizzati dalle imprese le quali, volendo partecipare al finanziamento, hanno l'obbligo di predisporre la domanda secondo la modulistica ministeriale. A questo punto c'è da augurarsi che tutte le condizioni richieste dal decreto siano onorabili. Diversamente l'investimento non sarà finanziabile.
Poco male per coloro i quali non avessero fatto troppo conto sul finanziamento ma grave se invece altri avessero invece sperato nella iniezione di sopravvivenza governativa. Di questi tempi, ancor più per il settore trasporti, è difficile immaginare imprese con le doti disponibili a autofinanziare investimenti, tanto utili quanto onerosi.
In conclusione risulta difficile non farsi sopraffare dal sospetto che qualcuno possa essere stato avvantaggiato da questa anomala tipologia di finanziamento. Grave sarebbe se fosse stato creato ad hoc per favorire qualche impresa "amica di qualcuno" e solo poco meno grave se il provvedimento fosse stato realizzato con la sufficienza che spesso alberga nelle menti italiche.
C'è da augurarsi che nel prossimo futuro si applichi il principio: prima ti informo poi ti valuto e infine ti finanzio.
BOX
"Si precisa che, ai sensi dell'art. 1, comma 3, del D.M. 118/2013, la presentazione di dette domande di ammissione, formalmente prevista fino a tutto il 31 gennaio 2014, rimane tuttavia subordinata al mancato esaurimento dei fondi.
Inoltre, al fine di facilitare la redazione delle domande medesime, è possibile consultare l'allegata Circolare esplicativa.”