Hamilton approfitta delle sbavature del compagno Rosberg per vincere su uno degli ultimi circuiti storici del mondiale davanti ad un pubblico in festa, nonostante le disgrazie Ferrari.
Parma, 8 settembre 2014 - di Matteo Landi -
C'era una volta una macchina rossa che sfrecciava per prima sotto la bandiera a scacchi ed una folla dello stesso colore in festa sotto al podio. Quella folla c'è ancora, l'auto rossa anche, ma solo nona al traguardo dopo essere sembrata per tutta la gara solo di impiccio ai più veloci avversari. La Scuderia Ferrari sembra una scatola, bella e rossa, ormai svuotata da tutti quegli elementi che la rendevano un composto chimico esplosivo. Questo 2014 passerà probabilmente alla storia come il ritorno della squadra di Maranello ad un campionato senza vittorie: l'ultimo campionato avaro di soddisfazioni per il cavallino fu quello del 1993. I due cavalieri Alonso e Raikkonen, ormai senza spada ed armatura, sono stati costretti, il primo al ritiro per un problema alla power unit, il secondo ad una galoppata quasi in solitaria lontano dalle posizioni che contano. In tutta questa situazione sono da ammirare i tifosi ferraristi accorsi numerosi sotto il podio pronti ad applaudire i vincenti di giornata, anche se senza una casacca rossa. Oltre a render loro merito c'è anche da capirli, in quanto si è trattato, vicende Ferrari a parte, di un Gran Premio d'Italia particolarmente avvincente ed emozionante sin dalle prime battute.
Hamilton, scattato male dalla pole position, dopo essersi ritrovato addirittura quarto riesce con dei sorpassi decisi a portarsi alle spalle del compagno di squadra, e rivale per il titolo, Rosberg. Dopo una lotta fra i due a suon di giri veloci è stato il tedesco a compiere l'errore decisivo: arrivato lungo alla prima curva non ha potuto far altro che vedersi sfilare da Hamilton. Per il box Mercedes è stato quasi un sollievo: un'altra lotta estrema fra compagni di squadra sarebbe stata troppo per i tedeschi e l'errore di Rosberg, identico a quello compiuto dallo stesso alcuni giri prima, è sembrato il modo (fin troppo) perfetto per rendere indietro al compagno di squadra quello che il tedesco figlio d'arte gli aveva portato via due settimane fa. Da lì in avanti per l'inglese è stata una cavalcata trionfale fino alla bandiera a scacchi.
In un mondiale in cui la Ferrari, probabilmente il marchio automobilistico più conosciuto al mondo, non riesce a giocare un ruolo di primo piano, la rivalità fra i due compagni di squadra Mercedes e le mille sfaccettature che la rappresentano costituiscono sicuramente l'anticrisi di questa Formula 1. La gara ha portato sotto la luce dei riflettori anche altri piloti. Uno su tutti l'ex-ferrarista Felipe Massa: al volante di Williams velocissima sui lunghi rettilinei monzesi è riuscito ad arrivare sul podio raggiungendo quindi un obiettivo che quest'anno non aveva ancora centrato. A fine gara il brasiliano è parso commosso di fronte a quella folla rossa che una volta guardava dall'alto vestito dei colori Ferrari, allora molto più brillanti di adesso.
Ha beneficiato di un analogo mezzo veloce ed affidabile anche il suo compagno di squadra Bottas che dopo una partenza disastrosa, con sorpassi sul filo dei 360 km/h, è riuscito a tagliare il traguardo in quarta posizione. Alle sue spalle è giunto Daniel Ricciardo: su un tracciato non congeniale alla sua Red Bull ha guadagnato nel finale la quinta posizione con un bellissimo sorpasso ai danni del quattro volte campione del mondo Vettel, apparso visibilmente deluso al termine della corsa. Ma mai quanto i due ferraristi Raikkonen ed Alonso ed i festosi, nonostante tutto, spettatori accorsi sul circuito: grazie Monza!