Mercoledì, 16 Ottobre 2024 06:32

Quella tumultuosa nottata a Napoli tra KK e Pecchia (per via di Cyprien) In evidenza

Scritto da Gabriele Majo

(Gmajo) – Quando Melli ed Osio ricordano gli episodi un po’ fuori le righe di Asprilla (ma anche loro…), amano ripetere che ormai sono caduti in prescrizione. Ed in effetti, dopo qualche lustro, è così anche per il… codice penale. Non possiamo, invece, parlare di prescrizione per un episodio finora rimasto inedito, datato venerdì 30 agosto 2024 che, se tiriamo a mano ora, è per unire qualche puntino su una serie di accadimenti successivi e tentare di capirci qualcosa con una sorta di verità putativa.

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In sostanza quella sera, vigilia di Napoli-Parma, l’allenatore del Parma, avrebbe (condizionale eccessivamente prudente) ricevuto in ritiro, nel lussuoso hotel sul lungomare di Castel dell’Ovo, una lunga call intercontinentalepiuttosto fumante da parte del capitano d’industria americano, inalberatosi poiché, tra i calciatori convocati e a disposizione c’era quel Wilan Cyprien che poi si sarebbe accomodato in panchina, prima del definitivo taglio dalla rosa inviata il giorno successivo in Lega contenente cognomi e nomi di chi può partecipare alle gare della Serie A italiana. In sostanza il presidente avrebbe voluto che Cyprien venisse mandato in tribuna al Maradona, ma, dopo una lunga mediazione anche con il direttore sportivo Mauro Pederzoli, avrebbe, obtorto collo, accettato il discorso dell’allenatore, per cui non avrebbe potuto mandarlo in tribuna, una volta che lo aveva convocato.

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Cosa possa aver fatto il povero Cyprien, peraltro recidivo (prima di essere reintegrato, con profitto, anche nella passata stagione aveva vissuto un analogo calvario), per cadere in disgrazia col patron non ci è dato a sapere con precisione (si narra di futili quisquilie contrattuali, con destinazioni non accettate, a fronte di un ricco contratto in scadenza), ma, indubbiamente, la decisione di metterlo ai margini come un reprobo, è antipatica (specie per chi ha nel proprio manifesto l’inclusione e il benessere dei propri dipendenti) e controproducente, specie se la mettiamo in correlazione con infortuni (quello di Estévez, prima di tutti) che, nelle prime giornate, sono andati a minare il reparto mediano, già numericamente ritenuto insufficiente da diversi specialisti.

1 video https://youtu.be/t88iK28ysiY

Il caso Cyprien sarebbe pubblicamente deflagrato solo il giorno dopo Napoli-Parma, una volta che le liste vennero ufficializzate: Forza Parma, titolò giusto: Cyprien fuori lista per volere di Krause; l’allenatore, che umanamente è sempre rimasto vicino al giocatore, consolandolo nei momenti più bui, alla vigilia di Parma-Udinese, alla domanda a tema di Guglielmo Trupo (video sopra, dal minuto 14), un po’ imbarazzato (“dulcis in fundo…”), rispose così: “Che dire su Willy? E’ stata una risorsa straordinaria nella passata stagione; bisogna solo che dirgli grazie e ora la sua posizione è solo figlia di dinamiche societarie”.

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La settimana antecedente, sulla Gazzetta di Parma, il ds Pederzoli, invece, l’aveva spiegata così: «Perché è un giocatore che è stato al centro di molte trattative di mercato e lo è tuttora. Ci sono ancora tanti mercati aperti, anche in paesi molto importanti come quelli del Golfo, Qatar piuttosto che Emirati. Questa è la ragione della nostra scelta. Poi vedremo». Era sabato 7 settembre 2024, ma Cyprien, ancora, continua ad esser pagato per non far niente, quando, invece, forse sarebbe più funzionale se fosse a disposizione dell’allenatore…

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Ora: se al povero Pecchia, che già aveva indicato per il calcio mercato uno specifico nome da avere in organico, ossia Gaetano, senza essere accontentato, vai anche a togliere una preziosa risorsa (visto anche che, malgrado certe ottimistiche previsioni di un noto influencer, Mandela Keità, non è proprio apparso pronto in quel quarto d’ora in cui è stato utilizzato, prima del rosso, e le successive esclusioni tecniche e non disciplinari, che si possono anche leggere come un preciso messaggio dell’allenatore che pure, pur avendone bisogno dopo il crac Circati, non fa debuttare neppure Leoni…) come il francese, ci sta che possa anche non esser del tutto soddisfatto, al di là dei sorrisi e delle frasi di circostanza, perché tutti teniamo famiglia, dal momento che, ideologia a parte, sa bene che la sua vera mission primaria è quella di salvare la categoria, e questo, con buon senso, dovrebbe essere capito anche da chi pedissequamente, e senza alcun spirito critico, va (solo) dietro al credo presidenziale, dimenticandosi che, senza la Serie A, il castello di carte potrebbe finire a 48…

2 video https://youtu.be/4EzVj3dtFoE

E qui non hai due stagioni di tempo, bensì una sola, quella che, dopo sette giornate, ci vede con un bottino di appena 6 punti (pur meritandone 9, solo nelle prime tre, ed infatti lo dicevo che i conti non tornavano…), uno, appena, in più della zona rossa, ed ex aequo con quel Cagliari, rilanciatosi proprio al Tardini dopo averlo espugnato, ma che fino a quel punto era solitario fanalino di coda del Campionato.

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In questi giorni, la gran cassa, con grande pompa, ci riferisce che tutti i nostri supposti campioni sarebbero appetiti dai maggiori club internazionali (ma sì, diamoli via, prima che il player trading non ci consenta più facili guadagni, dopo l’abolizione dell’articolo 17 del Regolamento FIFA da parte della Corte di Giustizia Europea), però, oggettivamente, non mi pare che la rosa abbondi, e tagliarsi da soli gli zebedei per non far godere la moglie, non è mai consigliabile…

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Dunque, tornando alla infuocata discussione su Cyprien, di presidente ed allenatore, mi potrebbe, ragionevolmente, venire da pensare che anche quella possa aver contribuito a far tardare quel qualcosa che gli embeddati ci danno da tempo per fatta e conclusa (anche se nessuno mette la mano sul fuoco sulle firme).

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E dunque, congetture per congetture, subito, senza indugio, qualche sera fa avevo bollato come una bufalaquella sull’esonero di Pecchia – lanciata da tale Matteo Moretto dell’ispanico Relevo ed immediatamente virale sul mainstream (incluso il portale di Sport Mediaset), anche se poi, grazie alla certosina opera di Fabrizio Cometti, responsabile ufficio stampa Crociato, che ha gettato l’antidoto, il contagio è stato contenuto ed assai limitato e le news incriminate rimosse (con relativa figuretta degli incauti che manco avevano considerato che in quel mentre il tecnico aveva appena ricevuto, nel salone d’onore del Coni, l’ambito premio Scopigno) – e, se invece ci fosse un minimo di vero sotto?

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In Italia c’è chi si starebbe prodigando affinché il tanto annunziato prolungamento del contratto del Mister venga finalmente ratificato: alla faccia, però, di chi sostiene che sia tutto predisposto, ci sarebbe, viceversa, una certa forbice, che magari potrebbe proprio esser uscita ad arte, per fornire un’exit strategy, dal momento che non è un segreto che, in cima ai desiderata del tycoon, ci sarebbe per la panchina, guarda un po’, un qualche profilo internazionale. A questo proposito, nelle segrete stanze, narrano il gran daffare al riguardo del grand commis Martin Semmens, in missione per identificarne qualcuno da presentare al vaglio del decisore: e quindi, magari,qualche osservatore estero tipo Relevo, appreso di certi movimenti, potrebbe averli giudicati in un modo un po’ sommario, facendo detonare la bomba esonero.

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C’è da dire che, saltato il tappo Vaeyens (ingenerosa definizione alla parmigiana, di chi, appena uno è ai saluti, non si esita a denigrarlo) non sembrerebbe esserci più un punto di contatto tra struttura (Parma Calcio 1913) e sovrastruttura (Gruppo Krause) che, danno la sensazione di procedere su binari paralleli, quando, invece, il tanto vituperato belga svolgeva questa ingrata e non semplice funzione di equilibratore.

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In ogni caso, benché la mentalità americana sia lontana anni luce da quella della pedata italiota, per cui avere un allenatore in scadenza di contratto sia un’anomalia, a distanza di qualche settimana, torno a ribadire come, in presenza di una situazione non proprio idilliaca e di tranquillità come l’attuale, sia fondamentale, da parte del proprietario, un concreto segnale di fiducia nei confronti dell’allenatore, che, stando alla propaganda e alle fole de l’oca del mainstream, sarebbe confermato fino al 2027 già dalla fine dello scorso torneo, ma, curiosamente, la cosa non è mai stata ufficializzata, e anche questa è una evidente anomalia, poiché, da che mondo è mondo, appena si sigla un contratto, nel calcio, che non è propriamente un’azienda privata, se ne dà comunicazione.

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L’attuale sosta, credo possa essere, in questo senso l’ultima chiamata, anche perché si fa sempre molto prosopopea sul tutti uniti, tutti assieme, tutti dentro, salvo, però, non accontentandosi della superficie, intravvedere crepe ed incongruenze. Chiudo ricordando che, dopo la notte del Maradona, uscito rocambolescamente sconfitto, il Parma Calcio 1913 ha collezionato appena due punti, senza più vincere e perdendo due volte (tra cui il già citato scontro diretto interno col Cagliari e, se vogliamo, anche quello precedente con l’Udinese). Magari, rinsaldando l’allenatore, la tendenza potrebbe invertirsi… Gabriele Majo

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gabriele-majo-per-slide.jpegGabriele Majo

Gabriele Majo, 60 anni (giornalista pubblicista dal 1988 e giornalista professionista dal 2002), nel 1975, bambino prodigio di soli 11 anni, inizia a collaborare con Radio Parma, la prima emittente libera italiana, occupandosi dei notiziari e della parte tecnica dei collegamenti esterni . Poi passa a Radio Emilia e quindi a Onda Emilia. Fonda Radio Pilotta Eco Radio. Nel 1990, dopo la promozione del Parma in serie A, è il responsabile dei servizi sportivi di Radio Elle-Lattemiele, seguendo l'epopea della squadra gialloblù in Italia e in Europa, raccontandone in diretta agli ascoltatori i successi. Contemporaneamente è corrispondente da Parma per Tuttosport, Repubblica, Il Messaggero, L'Indipendente, Paese Sera ed altri quotidiani. Dal 1999, per Radio Capital è inviato sui principali campi della serie A, per la trasmissione "Capital Gol" condotta da Mario Giobbe. Quindi diviene corrispondente e radiocronista per Radio Bruno. Nelle estati dal 2000 al 2002 è redattore, in sostituzione estiva, di Sport Mediaset, confezionando servizi per TG 5, TG 4 e Studio Sport. Nel 2004 viene chiamato al Parma FC quale "coordinatore della comunicazione" e direttore responsabile del sito ufficiale www.fcparma.com. Nel 2009, in disaccordo con la proprietà Ghirardi, lascia il club ducale. Nel 2010 fonda il blog StadioTardini.com di cui nel 2011 registra in Tribunale la testata giornalistica (StadioTardini.it) divenendone il direttore responsabile. Il rifondato Parma Calcio 1913, nel 2015, gli restituisce l'incarico di responsabile dell'ufficio stampa e comunicazione. Da Luglio 2017 a Dicembre 2023 si occupa dello sviluppo della comunicazione e di progetti di visibilità a favore di Settore Giovanile e Femminile della società. Dal 2010, a conferma di una indiscussa poliedricità, ha iniziato un percorso come attore/figurazione speciale di film e cortometraggi: l'apice l'ha raggiunto con il cammeo (parte parlata) all'interno del pluripremiato film di Giorgio Diritti "Volevo Nascondermi" " (con presenza nel trailer ufficiale) e partecipazioni in "Baciato dalla Fortuna", "La Certosa di Parma", "Fai bei sogni" (del regista Marco Bellocchio), "Il Treno dei bambini" di Cristina Comencini, "Postcard from Earth " del regista Darren Aronofsky, "Ferrari" del regista Michael Mann. Apparizioni anche nei cortometraggi nazionali "Tracce", "Variazioni", "L'Assassinio di Davide Menguzzi", "Pausa pranzo di lavoro"; tra i protagonisti (Ispettore Majo) della produzione locale della Mezzani Film "La Spétnèda", e poi nei successivi lavori "ColPo di Genio" e "Franciao".

 

 

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