Nella foto sopra, in alto, potete scorgere il presidente sogghignante, poco dopo l’opera d’arte del coiffeur, il fidentino Guido Tedeschi – Guido äl barbèr, come tutti lo chiamano nel Borgo – tinteggiata sulla testa del vostro umarèll.
Non si è trattato di un privilegio riservato al solo direttore di StadioTardini.it: ieri, infatti, tutti gli avventori del casino prospiciente l’Ennio, sono stati segnati in capo coi colori sociali – giallo e blu – al termine del pranzo non di magro riservato ai fedeli che han scelto di stare vicini alla squadra del cuore, anziché farsi prendere dalla tentazione della classica gita fuori porta, facendosi pelare in un qualche ristorante lontano con porzioni scarse e fintamente di qualità, tanto da rovinarsi l’umore e neppure potersi sfogare colpendo con l’ombrello ignari viaggiatori su un treno…
Donne e uomini, grandi e piccini, capelloni o pelati, consiglieri del sodalizio o semplici frequentatori, si sono sottoposti volentieri – chi più e chi meno – alla verve creativa dell’artista del capello, armato di bombolette coi colori giallo e blu, sapientemente dosati e non sovrapposti, col rischio che diventassero verdi: quello, magari, solo a fine partita per la rabbia pel risultato…
Un simpatico inaspettato fuoriprogramma programmato dal presidente Marchinet, che a propria volta si è sottoposto, con fiducia, al rito propiziatorio, che però nulla ha valso su quella che si sarebbe rivelata la giornata no dei nostri portacolori, lasciando che a portarli, quei colori, più o meno degnamente, fossimo solo noi…
Debbo anche ammettere che inizialmente avevo opposto un po’ di resistenza, prima di cedere al tocco magico di Guido äl barbèr, memore della lavata di capo (è proprio il caso di dirlo) che, temporibus illis, mi fece il compianto Gino Bacci, firma di Tuttosport (del quale ero corrispondente), nonché volto del Processo del Lunedì, che mi redarguì per aver profanato la sacralità della tribuna stampa, essendomi presentato sulle scrivanie con una capigliatura rasata vicino alle tempie con qualche incisione/decorazione suggerita da una mia avvenente collaboratrice dell’epoca, Serena Marsicano 24. I costumi, però, si sono evoluti (o involuti) e negli anni 2000 abbondanti quello che negli anni 80-90 era considerato troppo avanti, oggi è la normalità.
L’unico che avrebbe potuto avere qualcosa da eccepire era Mirco Mazza, mio compagno di classe alle elementari, nonché attuale curatore del mio look: se sono così irresistibile per tutta la popolazione femminile è grazie a lui che sa come al meglio conciare la mia chioma, ma, evidentemente per rispetto nei confronti del più anziano collega, non ha osato proferir parola in merito, una volta che dal suo settore, la Tribuna Laterale Ovest Petitot, mi aveva raggiunto in postazione per salutarmi. Però, nel gioco di sguardi (foto sopra), si può forse intuire qualche cosa…
Del resto la sacralità della tribuna stampa, capelli pitturati a parte, è sovente violata da tutta una serie di (insospettabili) cronisti tifosi: lasciando perdere quelli che poi in sala stampa ti tirano fuori sempre l’arbitro (cosa che dovrebbe esser esclusiva del nostro Gallo di Castione…) anche quando, come ieri, non è decisivo ai fini del risultato (mi si potrà eccepire che alle volte basta la condotta, al di là degli episodi e qualcuno ha sindacato sulla eccessiva permissività del Sig. Baroni, dopo che questi, in una precedente gara contro un’altra calabrese, aveva mostrato il rosso ad Hainaut nei primi minuti di gara, finendo per condizionarla), mi riferisco a chi, come Andrea Belletti siede alla mia sinistra (pur non essendo io il Padre) salta come un grillo al gol dei Crociati, o si lascia andare a dei noooo quando, come ieri, han le polveri bagnate, o alla new entry Vincenzo Bellini, alla destra, il cui tiraaaa mi dicono si senta pure in campo…
Ancor più resistenze di me le aveva poste il consigliere cuciniere di cui sopra, salvo, infine, cedere a propria volta al fascino del gialloblù in testa, dopo aver portato in tavola quanto saputo sapientemente preparare dallo chef Gallo: MVP di giornata i cappelletti reggiani alla puttanesca, laddove il meretricio era stato solo tirato fuori come sfottò ai cugini (che dovremmo ringraziare per come ci stanno facilitando la promozione, specie quando siamo in difficoltà, battendo le dirette concorrenti, magari in memorabile rimonta come ieri), giacché il condimento asciutto dei simil-anolini (4 kg!) era un classico ragout alla bolognese preparato dai coniugi Mori…
Durante il pranzo, Giuseppe Mori, che vanta esperienze amministrative, cercava di tranquillizzarmi a proposito dell’allarme lanciato da Marco Osio venerdì santo, circa i forti ritardi che potrebbero gravare sul rifacimento del Tardini se, come pare (pare alla Lista Vignali, di cui il Sindaco è consigliere comunale) sarà necessaria una variante urbanistica: secondo lui (Mori), l’intoppo farebbe perder poco tempo, personalmente sono meno ottimista, ma, almeno in questa sede, cercherò di non tediar troppo il lettore, già tartassato sul tema stadio durante l’ultima parte della Quaresima, anche se la tregua durerà fino a domani, dal momento che il tema, oltre a starmi particolarmente a cuore, è di stretta attualità.
Secondo me no, perché stando alle mie fonti, non ci dovrebbero essere verbali, in queste ore, sull’esito della Conferenza dei Servizi, ma solo a fine maggio, allorquando il consesso riesaminerà le tavole del Parma Calcio, al momento non sufficientemente convincenti per un sì pieno senza riserve; secondo altre fonti, più prossime al deus ex machina, invece, non ci sarebbero ritardi e si arriverebbe a fine maggio, all’esame politico, con in mano la certificazione positiva dei tecnici. Bosi, a Parma Europa, aveva detto che ad inizio aprile si sarebbe saputo qualcosa, ecco perché chi gli crede attende una notula ufficiale nelle prossime ore…
Comunque sia, il Tardini si conferma un luogo identitario che il parmigiano raggiunge a piedi o in bicicletta e – come osserva l’architetto Paolo Giandebbiaggi nel suo “Il Tardini di Parma, uno stadio, una città” – “le architetture, e quindi le città, nel loro trasformarsi, sono sempre fatte dalla società insediata e rispondono ai suoi bisogni, alle sue necessità, ai costumi, alle abitudini, ai vizi e alle virtù collettive delle persone che le realizzano, che ne usufruiscono, che le amano, che le abbandonano, che le demoliscono”. Ragion per cui il nuovo Tardini dovrebbe considerare le esigenze dei possibili fruitori, assieme a quelle del costruttore. Gabriele Majo
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Gabriele Majo
Gabriele Majo, 60 anni (giornalista pubblicista dal 1988 e giornalista professionista dal 2002), nel 1975, bambino prodigio di soli 11 anni, inizia a collaborare con Radio Parma, la prima emittente libera italiana, occupandosi dei notiziari e della parte tecnica dei collegamenti esterni. Poi passa a Radio Emilia e quindi a Onda Emilia. Fonda Radio Pilotta Eco Radio. Nel 1990, dopo la promozione del Parma in serie A, è il responsabile dei servizi sportivi di Radio Elle-Lattemiele, seguendo l'epopea della squadra gialloblù in Italia e in Europa, raccontandone in diretta agli ascoltatori i successi. Contemporaneamente è corrispondente da Parma per Tuttosport, Repubblica, Il Messaggero, L'Indipendente, Paese Sera ed altri quotidiani. Dal 1999, per Radio Capital è inviato sui principali campi della serie A, per la trasmissione "Capital Gol" condotta da Mario Giobbe. Quindi diviene corrispondente e radiocronista per Radio Bruno. Nelle estati dal 2000 al 2002 è redattore, in sostituzione estiva, di Sport Mediaset, confezionando servizi per TG 5, TG 4 e Studio Sport. Nel 2004 viene chiamato al Parma F.C. quale "coordinatore della comunicazione" e direttore responsabile del sito ufficiale www.fcparma.com. Nel 2009, in disaccordo con la proprietà Ghirardi, lascia il club ducale. Nel 2010 fonda il blog StadioTardini.com di cui nel 2011 registra in Tribunale la testata giornalistica (StadioTardini.it) divenendone il direttore responsabile. Il rifondato Parma Calcio 1913, nel 2015, gli restituisce l'incarico di responsabile dell'ufficio stampa e comunicazione. Da Luglio 2017 a Dicembre 2023 si occupa dello sviluppo della comunicazione e di progetti di visibilità a favore di Settore Giovanile e Femminile della società. Dal 2010, a conferma di una indiscussa poliedricità, ha iniziato un percorso come attore/figurazione speciale di film e cortometraggi: l'apice l'ha raggiunto con il cammeo (parte parlata) all'interno del pluripremiato film di Giorgio Diritti "Volevo Nascondermi" (con presenza nel trailer ufficiale) e partecipazioni in "Baciato dalla Fortuna", "La Certosa di Parma", "Fai bei sogni" (del regista Marco Bellocchio), "Il Treno dei bambini" di Cristina Comencini, "Postcard from Earth" del regista Darren Aronofsky, "Ferrari" del regista Michael Mann. Apparizioni anche nei cortometraggi nazionali "Tracce", "Variazioni", "L'Assassinio di Davide Menguzzi", "Pausa pranzo di lavoro"; tra i protagonisti (Ispettore Majo) della produzione locale della Mezzani Film "La Spétnèda", e poi nei successivi lavori "ColPo di Genio" e "Franciao".