Posto che, alla fine, archistars e progettisti di Kyle, per i quali ha spesso diversi Denari, non le hanno toccate e manco sfiorate, sicché, sia pure un po’ fatiscenti, resterebbero lì, orgogliose, di fianco alla faraonica cattedrale in fieri, deturpandone la grande bellezza, mi permetto, avendo da umarèll, mio malgrado, diverso tempo da perdere, di buttare lì una pazza idea, mai considerata prima, forse proprio per la sua pazzia, ma che, invece, potrebbe avere tanti risvolti positivi (quelli negativi, ovviamente, li nascondiamo sotto il tappeto)…
E se, finalmente – come sotto sotto vorrebbe lo stesso Comune, che si rende conto dell’impellenza di dare nuova vita ai plessi, tanto che ai precedenti investitori avrebbe per primo proposto di eliminare il problema alla radice – chiedessimo a Danilo Coppe di abbatterle, a fronte della solenne promessa, di ricavare, all’interno del nuovo Tardini – che senza questi scomodi vicini potrebbe ampliarsi ancora un po’, ottimizzando al meglio gli spazi – aule, palestre ed uffici per ospitare i circa mille alunni (47 classi, media 22), corpo docente e personale di segreteria?
Dicevo che avrei nascosto sotto il tappeto gli aspetti negativi della follia, ma, per onestà intellettuale, debbo ammettere che una complicanza non la posso tacere: dove li manderemmo tutti quanti durante i lunghi lavori (fossero solo anche i due anni molto ottimisticamente conteggiati)? Li esodiamo temporaneamente a Piacenza, come i tifosi, anche se al fianco del Garilli non ci sono scuole altrettanto fatiscenti da non farle rimpiangere? O troviamo loro una sistemazione provvisoria a Sorbolo, Fidenza, Monticelli Terme, Noceto o Medesano? Ah no, forse sarebbe meglio in città, nello stesso quartiere… Ma che ginepraio… Meglio riabbassare il tappeto, va là…
Ma vuoi mettere la figata di avere il primo stadio al mondo (tra l’altro una struttura moderna, dotata di pannelli in alluminio riciclato e che diventerà una comunità energetica per l’intero quartiere, arrecando benefici – al contrario di quello che pensano gli arnocchi… – e di cui si è già vantato il sindaco Michele Guerra in un contesto internazionale) che al proprio interno ospiti ben due scuole, con la vitalità degli alunni che lo farebbero vivere tutta la settimana, e non solo ogni due weekend? Altro che centri commerciali, ristoranti e palestre, così come fan tutti…
Unire stadio e scuola andrebbe incontro alla mentalità americana dell’investitore (privato, perché il pubblico questi sogni mica li può realizzare…) abituato alla realtà dei collage dove lezioni e sport vanno a braccetto per una corretta crescita dei virgulti. Per il club, al di là dell’immagine, potrebbe essere un concreto investimento importante sul tifo del futuro, da far crescere in casa, tra le mura amiche…
…perché al di là del globale fan engagement – che ti fa erroneamente credere di essere una grande potenza calcistica mondiale, solo perché ti dà il mi piace un povero schiavizzato digitale indonesiano – lo stadio te lo popolano gli indigeni, quelli che sono alimentati dalla passione genuina, quelli radicati nel territorio che si riconoscono – come insegna il Prof. Zannoni – nel nome, nei colori sociali, nella maglia, nello stadio e nell’inno, elementi fondamentali consolidatisi in 100 anni di storia, che vorremmo continuare a tenerci stretti…
Ricordo che per anni, col Parma Calcio, siamo entrati nelle scuole con il progetto Folletto pensa pulito – poi riconvertito, con altro sponsor, in “Parma Lands” ed allargato alle comunità: in quei contesti cercavamo (uso la prima persona plurale, dal momento che venni identificato quale presentatore/conduttore di quei momenti) di instillare l’imprinting del tifo sano per la squadra del territorio, da preferire a quello delle strisciate che fanno il pieno di consensi, tra i più piccoli, solo perché vincono di più.
1V https://youtu.be/bY7sjpoVh0E
Se la scuola fosse proprio dentro lo stadio, la fidelizzazione verrebbe ancora più semplice e naturale. Sarebbe come passare dalla vicinanza all’inclusione. In tema di vicinanza, in Italia esiste una lodevole iniziativa lanciata vent’anni fa dall’Atalanta, “La Scuola allo Stadio”, progetto socio-educativo rivolto prevalentemente agli studenti delle scuole primarie e secondarie di 1° grado, ma aperto anche alle classi del biennio delle scuole secondarie di 2° grado, la cui valenza formativa è da anni riconosciuta dall’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive del Ministero dell’Interno, che in attesa della 21^ edizione, ha coinvolto, finora, complessivamente 27mila studenti (il Parma Calcio, grazie a I Nostri Borghi, è stato invece premiato dalla FIGC nel 2019 per “Natale in Vetrina Crociata”).
L’Atalanta porta allo stadio la scuola, mentre il Parma potrebbe portare la scuola dentro lo stadio, trasformandolo – davvero! – in un luogo di incontro e non di scontro. Un ulteriore passo avanti nell’obiettivo di utilizzare il calcio come strumento educativo e culturale anche di prevenzione per piaghe come bullismo e cyberbullismo, insegnando ai ragazzi a fruire civilmente degli eventi sportivi, svolti nello stesso luogo in cui loro stanno crescendo e maturando…
2V https://youtu.be/lNnaqaUwuBo
…prevenendo, così, anche quei nocivi episodi di razzismo (anche più del sostegno al Black Lives Matter, tematica in Italia sicuramente meno sentita che in USA) ed educando alla convivenza civile e al fair play, facendo imparare, assieme a storia-geografia-matematica etc. etc. anche l’etica nello sport con il rispetto delle regole, gli stili di vita degli atleti.
3V https://youtu.be/VCkHyN_E668
Tornando sulla terra, debbo anche rimarcare come se da un lato sia piacevole ascoltare le voci bianche, che l’Academy porta al Tardini per popolarlo, intonare l’antico motto dei loro trisavoli “Parma, Parma, Parma”, (come nella parte finale del video sopra) dall’altro, viceversa, vien da biasimare quando li si sente prodursi in improperi contro avversari ed arbitri: la scuola di tifo dovrebbe educare solo al tifo pro e non a quello contro, che già lo possono imparare da soli, emulando i tanti cattivi maestri…
Chiudo l’odierna farneticazione con un’ultima provocazione: se il lato A del Tardini sarebbe valorizzato, stando agli archistars, con la prospettiva a cannocchiale dalla Monumentale che con le Palazzine ai lati abbraccia il neonato spazio vuoto prima dell’accesso in Duomo (con finalmente sparite quelle due orrende scalinate frontali, presenti nel primo randering, che sarebbero andate bene, forse, per l’ascesa del rag. Fantozzi all’ufficio del Megadirettore Galattico, noto anche come Duca Conte Maria Rita Vittorio Balabam)…
…perché non fare altrettanto sul lato B, appunto demolendo i preistorici ecomostri scolastici, aprendo così l’imponente struttura ad una ideale – e non solo – green visual che valorizzi davvero anche il viciniore Parco Ferrari, cui una ritoccatina non farebbe male?
Purtroppo, però, mi rendo conto di esser andato accanto a due tematiche ideologiche piuttosto scottanti, dal momento che il complesso scolastico Puccini e il polmone verde dedicato ad Arta, sono sovente stati usati non solo come scudo protettivo, ma anche come arma d’offesa avverso ogni idea, anche moderata, di riqualificazione del centenario Ennio, che come sappiamo bene essere ormai indispensabile, motivo per cui gli amanti della golden shower (ma sì, la pioggia dorata) di KK (timorosi come Paolo Conti che ci pianti in asso, per colpa dei grilli parlanti rompiballe, così come qualche tempo fa la paura degli stessi era che lo facesse Ghirardi...), proni, si fanno andar bene tutto, mentre altri, quorum ego, preferiscono arginare il conquistatore, indicandogli confini precisi da non travalicare.
Circa il Parco Ferrari, ad esempio, ad agosto 2023, si registrarono le smentite congiunte di Comune e Club: “Non c’è alcuna intenzione dell’Amministrazione di mettere a disposizione aree pubbliche di proprietà comunale diverse da quella dell’attuale stadio. Il Parco Ferrari è un’area fondamentale per la città in termini urbanistici, sociali e ambientali e, per questo motivo, non è mai stata in discussione e mai la sarà”, la nota dell’ente pubblico, cui seguì quella nemmeno tanto soft del privato…
…”Si ritiene inquietante che soggetti terzi, estranei al progetto del nuovo stadio di Parma, continuino a costruire un’attività mediatica volta alla mistificazione della realtà esistente. Parma Calcio opera con la massima trasparenza, in accordo con le istituzioni e sempre nel quadro normativo italiano, e nel totale rispetto della città di Parma e dei suoi cittadini. Tali atteggiamenti, privi di ogni fondamento, saranno contrastati dal Parma Calcio”.
Cosa ci sia di irrispettoso a provare a ripensare una riqualificazione ragionata della intera zona, grazie al mecenate dal generoso idrante, lo sa, forse, solo l’estensore della belligerante velina di cui sopra, più propenso ad indossare l’elmetto, che non ad aprirsi al dialogo; ma anche sulle scuole vicine di casa dell’Ennio non mancano le notule, tipo quella di novembre 2023 di Chiara Vernizzi, assessore alla Rigenerazione urbana con delega a Urbanistica, Attività economiche, Pianificazione per il commercio, Edilizia Privata:
“In relazione al progetto stadio Tardini e scuole adiacenti, si precisa che, come più volte detto pubblicamente e votato in Consiglio comunale, sulla scuola Puccini Pezzani non peserà alcuna delocalizzazione”, anzi, “non solo resterà dov’è ma vedrà interventi di riqualificazione ed efficientamento”. Cioè, appunto, una anticipazione della nostra pazza idea…
Come avevo già avuto modo di scrivere non molto tempo fa, io stesso ero molto affezionato alla scuola Michele Vitali, dove frequentai le elementari, e non ci rimasi bene quando, al posto dello storico edificio, sorse una piccola moderna elegante residenza (all’interno della quale sarei pure entrato, finendo per conoscere l’autore del misfatto), ma poi me ne feci una ragione, consolandomi con la nuova collocazione del busto dedicato al sottotenente medaglia d’oro al valor militare del 16º Reggimento Bersaglieri, dinnanzi la restaurata Palazzina San Giorgio, sul Bastione Sant’Alessandro in Cittadella. Questo per dire che i futuri nostalgici della Puccini-Pezzani potrebbero consolarsi se sapessero che i loro figli/nipoti/amici vanno a scuola dentro il nuovo Tardini Glow Up... Gabriele Majo
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Gabriele Majo
Gabriele Majo, 60 anni (giornalista pubblicista dal 1988 e giornalista professionista dal 2002), nel 1975, bambino prodigio di soli 11 anni, inizia a collaborare con Radio Parma, la prima emittente libera italiana, occupandosi dei notiziari e della parte tecnica dei collegamenti esterni. Poi passa a Radio Emilia e quindi a Onda Emilia. Fonda Radio Pilotta Eco Radio. Nel 1990, dopo la promozione del Parma in serie A, è il responsabile dei servizi sportivi di Radio Elle-Lattemiele, seguendo l'epopea della squadra gialloblù in Italia e in Europa, raccontandone in diretta agli ascoltatori i successi. Contemporaneamente è corrispondente da Parma per Tuttosport, Repubblica, Il Messaggero, L'Indipendente, Paese Sera ed altri quotidiani. Dal 1999, per Radio Capital è inviato sui principali campi della serie A, per la trasmissione "Capital Gol" condotta da Mario Giobbe. Quindi diviene corrispondente e radiocronista per Radio Bruno. Nelle estati dal 2000 al 2002 è redattore, in sostituzione estiva, di Sport Mediaset, confezionando servizi per TG 5, TG 4 e Studio Sport. Nel 2004 viene chiamato al Parma F.C. quale "coordinatore della comunicazione" e direttore responsabile del sito ufficiale www.fcparma.com. Nel 2009, in disaccordo con la proprietà Ghirardi, lascia il club ducale. Nel 2010 fonda il blog StadioTardini.com di cui nel 2011 registra in Tribunale la testata giornalistica (StadioTardini.it) divenendone il direttore responsabile. Il rifondato Parma Calcio 1913, nel 2015, gli restituisce l'incarico di responsabile dell'ufficio stampa e comunicazione. Da Luglio 2017 a Dicembre 2023 si occupa dello sviluppo della comunicazione e di progetti di visibilità a favore di Settore Giovanile e Femminile della società. Dal 2010, a conferma di una indiscussa poliedricità, ha iniziato un percorso come attore/figurazione speciale di film e cortometraggi: l'apice l'ha raggiunto con il cammeo (parte parlata) all'interno del pluripremiato film di Giorgio Diritti "Volevo Nascondermi" (con presenza nel trailer ufficiale) e partecipazioni in "Baciato dalla Fortuna", "La Certosa di Parma", "Fai bei sogni" (del regista Marco Bellocchio), "Il Treno dei bambini" di Cristina Comencini, "Postcard from Earth" del regista Darren Aronofsky, "Ferrari" del regista Michael Mann. Apparizioni anche nei cortometraggi nazionali "Tracce", "Variazioni", "L'Assassinio di Davide Menguzzi", "Pausa pranzo di lavoro"; tra i protagonisti (Ispettore Majo) della produzione locale della Mezzani Film "La Spétnèda", e poi nei successivi lavori "ColPo di Genio" e "Franciao".