L’occasione ci è fornita dal doppio lenzuolo issato ieri, venerdì 8 marzo 2024, in Curva Nord al Tardini in occasione dell’anticipo Parma-Brescia, durante il secondo tempo, con, appunto, le sacre scritture. Lì per lì, per un certo senso di autoreferenzialità, pensavo di esser stato io, inconsapevolmente, ad aver ispirato gli autori, appunto considerate le frequenti citazioni del Manifesto del Prof – e che non passino inosservate è una gran bella cosa – poi, però dando un’occhiata alla Fanzine dei Boys, ho capito che la ragione del memento risiede con la coincidenza con il quarto anniversario dalla prematura scomparsa di Massimo Zannoni, all’epoca 72enne, occorsa nella notte tra venerdì 6 e sabato 7 marzo 2020.
Altri smemorati della infausta data, magari l’avranno scambiato per una sorta di avvertimento, da parte dei clienti verso il fornitore dello spettacolo che, si sa mai (anzi sia mai!) abbia in testa di andare a ritoccare uno (o più) degli elementi ritenuti fondamentali dal Prof. per garantire il radicamento di una squadra nel territorio e fra la tifoseria: il nome, i colori sociali, la maglia e talvolta anche lo stadio e l’inno. Eh sì, perché “Visto che a Parma li abbiamo tutti quanti, teniamoceli stretti”.
Qui sopra l’Inno, di cui già avevamo parlato in occasione del Diario Crociato post Parma-Pisa, che rinominai in un significativo Diario Blu, per via della discutibile scelta non solo di scendere in campo con la terza divisa, ma anche per aver favorito l’utilizzo di una casacca coi secondi colori del Parma Calcio (e prima della città), ossia i gialloblù, alla squadra ospitata. L’Inno è “Forza Parma” dei Cadetti di Stok, diffuso ininterrottamente dagli Anni 70, quelli del Bulova Accutron e della Ass Mond, dagli altoparlanti dell’Ennio (dicono i maligni che anche quelli siano gli stessi…), a parte una parentesi con il remake di Antonio Benassi (qui sotto eseguito in occasione del Derby dell’Emilia col Bologna del 19 dicembre 2010).
C’è chi erroneamente – anche tra i tifosi, non solo tra gli appassionati di calcio forestieri e perfino i TG nazionali (tipo il TG5) – scambia la Marcia Trionfale dell’Aida, scritta da Giuseppe Verdi (al quale taluni dicono stia iniziando a somigliare per via di quel barbone bianco, fintamente incolto, che mi ritrovo, consigliandomi di presentarmi al Tardini con bombetta e bastone…) per l’Inno del Parma, quando, invece, è la sola musica per l’ingresso in campo, trionfale, dei nostri eroi e degli ospiti, preceduti dalla terna arbitrale ed accompagnati da giovani frugoletti a casacche inverse, ma non l’Inno, che appunto è, fin che lo lasciano, Forza Parma.
Fin che lo lasciano, certo, perché gli specialisti del brand, dopo aver legato l’asino dove voleva il padrone, facendo sparire Crozè (la mascotte, che tanto piaceva ad ostetriche ed infermiere del nostro nosocomio e che incoraggiava i piccoli pazienti dell’hub vaccinale prima di farsi inoculare il portentoso siero anti Covid, nei difficili anni della pandemia, pare sia oggetto del prossimo Chi l’ha visto?), per preferirgli chissà un animaletto qualsiasi, tipo un orso (prima almeno avevamo l’ape) magari brigheranno anche per togliere quella vecchia canzone per seguire il cattivo esempio di altri club a propria volta autori di damnatio memoriae…
Dalla mascotte alla maschera il passo è breve: da queste colonne ci eravamo sommessamente permessi di suggerire di invitare, per un saluto ai tifosi, la neo maschera ufficiale di Parma Al Dsèvod, che ora, dal Consiglio Comunale all’unanimità ha ricevuto tutti i crismi di rappresentatività e che tra l’altro veste i colori gialloblù della città nel suo tipico costume (tinte che piacciono tanto anche al patròn, peraltro). L’opportunità di un omaggio alla parmigianità che rappresenta non è stata colta da chi di dovere che ha glissato: peccato, perché al di là del fan engagement in Indonesia, forse sarebbe bene curare il bacino d’utenza di chi il nuovo stadio – se mai ci sarà – lo dovrà riempire. E si tratterebbe anche di non badare alla sola upper class degli Sky Box, che più che sostenere la squadra sostengono la società, ma anche ai cosiddetti popolari cui la poltrona riscaldata magari non interessa neanche più di tanto preferendo restare in piedi, anche se al coperto…
Lo stadio per il momento ce l’abbiamo e – salvo variabili impazzite – ci potremo seguire la nostra squadra in Serie A la prossima stagione, grazie a quel provvidenziale ritardo nel fornire i documenti alla Conferenza dei Servizi (il cui Sì tutti danno per scontato, ma per rispetto degli organismi che la compongono sarebbe meglio evitare, aspettandone, appunto il verdetto), motivo per cui i lavori di rifacimento del centenario impianto di Piazzale Risorgimento sarebbero slittati dalla fine della presente stagione a quella successiva (2024-25). Durante questi ulteriori dodici mesi di attesa, grazie alle risorse elargite dal sempre generoso Kyle, si potrà anche cercare di far sorgere uno stadio temporaneo sul territorio (in città non è contemplato, poiché ci sarebbe incompatibilità ambientale).
Mentre noi di StadioTardini.it, in nome della par condicio, in mattinata abbiamo ascoltato il presidente della provincia Andrea Massari, che è pure sindaco di uno dei comuni in lizza, ossia Fidenza, in serata, tramite gli amati social, quello di Sorbolo-Mezzani, Nicola Cesari, ha fatto sapere a tutti di essere stato al Tardini, dove non sarebbe andato solo per vedere all’opera i Crociati in quella che il decano Ceci, definirebbe una partita dai due volti, (brutto il primo, bello il secondo), ma anche per incontrare quei dirigenti che inizialmente non lo avevano annoverato tra i candidati, proprio per via di quel suo vezzo di comunicare h24 a loro poco gradito…
Proprio per non compromettere il delicato equilibrio che si sta costruendo, un primo post del primo cittadino di Sorbolo, live dall’Ennio, ha riportato solo quella che Frengo e stop della prima Gialappa’s avrebbe definito la fredda cronaca, ossia uno scarno “promessa mantenuta” e una sola concessione ad un emoticon che strizza l’occhiolino, con la foto delle due squadre schierate a centrocampo per il Cerimoniale d’inizio. Ma a fine partita, il nostro si è un po’ fatto prendere la mano aggiungendo un secondo video post, in cui nel testo si auto-celebrava: “La zona Cesari-ni, colpisce ancora!” preceduto da un “Entusiasmo contagioso!”
Peccato però che, secondo indiscrezioni raccolte da StadioTardini.it, l’atteso abboccamento tecnico previsto per fine partita, magari con consegna di un elaborato dossier, sia alla fine saltato in quanto gli incaricati erano in tutt’altre faccende affaccendati: come in tanti hanno potuto riscontrare, infatti, il fine partita è stato sì entusiasmante per i supporters ducali, ma decisamente meno per la dirigenza delle rondinelle che, non solo c’è rimasta male per il risultato che, nelle loro ottiche, potrebbe apparire una beffa, ma si è proprio inalberata per la esultanza smodata e in zona proibita di Adrian Bernabè, entrato… in scivolata sulla panchina avversaria, con grave scorso del direttore sportivo ospite. Quel bacchettone di Piovani ha punito addirittura con una insufficienza in pagella (per motivi di condotta, of course) il ragazzaccio, per il quale anche Mister Pecchia, in sala stampa, ha dovuto pubblicamente scusarsi, per interposta persona, con il collega Maran…
Dov’eravamo rimasti con gli elementi fondanti del prof. Zannoni? Analizzati stadio ed inno (noi abbiamo aggiunto anche la mascotte e la marcia d’ingresso), ora dovremmo deliziarvi con nome, colori sociali e maglia… Come al solito, però, mi sono oltremodo dilungato e la si farebbe troppo lunga e quindi giocherò al risparmio, tranquillizzando tutti che il nome non lo tocca nessuno: Parma Calcio è perfetto… I colori sociali dite? Ecco lì mi sento di profondere meno sicurezze… La maglia? Altrettanto… E prima ancora che gli addetti sfornino il nuovo logo, ieri ci ha pensato un sito di scommesse ad affibbiarcene uno che mi sembra di aver già visto da qualche parte… Peccato non rispettasse i colori sociali…
Narrava la leggenda che le celebrazioni pre-partita portassero un po’ sfiga, ma questo deve essere davvero l’anno buono: non solo il Parma non ha perso o pareggiato, ma addirittura fa vinto una partita che nell’immaginario di tutti, perfino di quello scaramantico fino al midollo di Fabrizio Pallini, vale (già) la promozione nella massima serie, ma lo ha fatto proprio con i due centenari, ossia Dennis Man e Capitan Enrico Delprato, che han posato con la Crociata 100 assieme al managing director sport Roel Vaeyens (qualcuno lo addita come talismano) e al direttore sportivo Mauro Pederzoli.
A proposito di commemorazioni: toccante quella riservata in ricordo del primo presidente di Parma Partecipazioni Calcistiche, l’azionariato diffuso del Parma Calcio, Corrado Cavazzini: prima della partita, infatti, è stato deposto un omaggio floreale nel posto abitualmente occupato dallo scomparso in tribuna al Tardini. Erano presenti la figlia Maria Angela e la nipote Leda, Gibo Gerali, il managing director corporate del Parma Calcio Luca Martines, l’A.D. di PPC Paolo Benecchi, il consigliere Maurizio Braghiroli.
Dopo l’epopea delle gesta dello scrivente e di Gianni Barone a Terni, due cocoon atterrati con l’astronave di Ceci al Libero Liberati, in tanti si potrebbero domandare come siano andate, sotto il profilo prettamente dei trasporti, le cose in questa occasione: ebbene, all’andata, ancora una volta, mi sono servito delle ferrovie, malgrado lo sciopero di 24 ore in atto nella giornata di ieri, ma il Salsino, è sempre una garanzia; per quanto concerne il ritorno, invece, ho potuto fruire dell’ottimo servizio di un nuovo sostenitore di StadioTardini.it, ossia l’autonoleggio, con conducente, Falduto, che mi ha riportato a Fidenza, lasciandomi tutto il tempo di raccogliere con calma le interviste post gara di Mister Fabio Pecchia e di Capitan Enrico Delprato, per poi riportarmi a Fidenza, ove ha la sede, con un Van Mercedes Classe V da 8 posti di ultimissima generazione, forse un po’ esagerato per me solo, ma una volta tanto ho potuto godermi un viaggio in pieno comfort.
Nel prepartita, invece, ho usufruito dell’apericena al Casino Petitot, dove Il Gallo di Castione, al secolo Maurizio Marchinetti, ha pre-sfamato i tifosi di acclarata fede Crociata, con salumi di pregevole qualità (fiocchetto, cicciolata, pancetta), polenta e pasta. All’uscita abbiamo immortalato, col calice in mano, un tifoso che sfoggiava la cerata gialla di cui spesso ci scrive, nello spazio commenti, il nostro lettore Davide. Del resto si è trattato ancora di una serata piovosa, e, pur senza punta, nella pre-Curva Nord, erano in tanti a proteggersi con ombrelli variopinti. Gabriele Majo
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Gabriele Majo
Gabriele Majo, 60 anni (giornalista pubblicista dal 1988 e giornalista professionista dal 2002), nel 1975, bambino prodigio di soli 11 anni, inizia a collaborare con Radio Parma, la prima emittente libera italiana, occupandosi dei notiziari e della parte tecnica dei collegamenti esterni. Poi passa a Radio Emilia e quindi a Onda Emilia. Fonda Radio Pilotta Eco Radio. Nel 1990, dopo la promozione del Parma in serie A, è il responsabile dei servizi sportivi di Radio Elle-Lattemiele, seguendo l'epopea della squadra gialloblù in Italia e in Europa, raccontandone in diretta agli ascoltatori i successi. Contemporaneamente è corrispondente da Parma per Tuttosport, Repubblica, Il Messaggero, L'Indipendente, Paese Sera ed altri quotidiani. Dal 1999, per Radio Capital è inviato sui principali campi della serie A, per la trasmissione "Capital Gol" condotta da Mario Giobbe. Quindi diviene corrispondente e radiocronista per Radio Bruno. Nelle estati dal 2000 al 2002 è redattore, in sostituzione estiva, di Sport Mediaset, confezionando servizi per TG 5, TG 4 e Studio Sport. Nel 2004 viene chiamato al Parma F.C. quale "coordinatore della comunicazione" e direttore responsabile del sito ufficiale www.fcparma.com. Nel 2009, in disaccordo con la proprietà Ghirardi, lascia il club ducale. Nel 2010 fonda il blog StadioTardini.com di cui nel 2011 registra in Tribunale la testata giornalistica (StadioTardini.it) divenendone il direttore responsabile. Il rifondato Parma Calcio 1913, nel 2015, gli restituisce l'incarico di responsabile dell'ufficio stampa e comunicazione. Da Luglio 2017 a Dicembre 2023 si occupa dello sviluppo della comunicazione e di progetti di visibilità a favore di Settore Giovanile e Femminile della società. Dal 2010, a conferma di una indiscussa poliedricità, ha iniziato un percorso come attore/figurazione speciale di film e cortometraggi: l'apice l'ha raggiunto con il cammeo (parte parlata) all'interno del pluripremiato film di Giorgio Diritti "Volevo Nascondermi" (con presenza nel trailer ufficiale) e partecipazioni in "Baciato dalla Fortuna", "La Certosa di Parma", "Fai bei sogni" (del regista Marco Bellocchio), "Il Treno dei bambini" di Cristina Comencini, "Postcard from Earth" del regista Darren Aronofsky, "Ferrari" del regista Michael Mann. Apparizioni anche nei cortometraggi nazionali "Tracce", "Variazioni", "L'Assassinio di Davide Menguzzi", "Pausa pranzo di lavoro"; tra i protagonisti (Ispettore Majo) della produzione locale della Mezzani Film "La Spétnèda", e poi nei successivi lavori "ColPo di Genio" e "Franciao".