Domenica, 30 Aprile 2023 05:15

Si accende il dibattito sulla partecipazione dei transgender alle gare sportive femminili In evidenza

Scritto da

La «biologia ha la meglio sul genere» e «l’equità per le donne viene prima di ogni inclusione». Lo comunica il presidente della World Athletics Sebastian Coe nella conferenza stampa della BBC: le donne transgender (nate di sesso maschile) non potranno più partecipare alle gare internazionali di atletica nelle categorie femminili.

Di Mita Valerio Roma, 28 aprile 2023 (Quotidianoweb.it) - Il Cio, Comitato Olimpico Internazionale, già mesi fa aveva invitato le diverse federazioni ad attivarsi in modo da definire le linee guida riguardanti la partecipazione delle atlete transgender alle varie gare sportive femminili.

Non si è fatta attendere la risposta di World Athletics, una decisione netta in base alla quale le atlete trans che hanno passato la pubertà sviluppando un corpo maschile non potranno più gareggiare con le donne.

Una decisione che certamente divide il mondo dello sport ma che era necessaria perché riguardante un tema davvero molto delicato ed urgente.

I dettagli di questa presa di posizione dovranno essere meglio definiti, ma certamente possiamo affermare che si tratti di una presa di posizione intransigente.

Lo stesso Sebastian Coe, presidente della World Athletics commenta in questo modo: la decisione è stata presa “nel migliore interesse dello sport” perché “la biologia ha la meglio sul genere” e l’equità per le donne viene prima di ogni inclusione.

La nota tennista Martina Navratilova è stata certamente l’atleta che più di tutti si è battuta in difesa dei principi di lealtà sportiva, non lo ha fatto da sola ma insieme a reti globali femministe come Save Women’s Sports.

Se guardiamo verso gli Stati Uniti, la situazione è decisamente diversa, visto che l’amministrazione Biden sta pensando ad una proposta di legge che tuteli gli atleti transgender, oggetto di attacchi ripetuti in particolare negli stati repubblicani. La proposta limiterebbe il potere delle scuole di vietare ai suddetti atleti l’ingresso nelle squadre sportive del genere in cui si riconoscono, invece di quello biologico.

A diffondere la notizia è stato il dipartimento dell’Istruzione, specificando che in tutte le scuole che vengono finanziate dal governo federale sarà vietata la discriminazione sessuale.

A dire il vero una legge esiste già da 50 anni, firmata da Richard Nixon nel giugno del 1972, nota come Titolo IX, legge che tutela le donne dalle discriminazioni.

Ai tempi fu portata avanti dalla deputata Patsy Mink, prima donna di colore eletta alla Camera degli Stati Uniti.

L’intenzione attuale è di estendere questa legge agli atleti e alle atlete transgender e ciò rappresenterebbe un vero punto di partenza per l’intera comunità transgender che attualmente non è ben tollerata soprattutto in 20 stati Usa.

In Europa invece sta prendendo il via un’iniziativa che intenderebbe bloccare la legge anti lgbt portata avanti dal premier ungherese Viktor Orban.  Oltre Bruxelles, almeno metà degli stati membri dell’Ue sarebbero contrari alla presa di posizione ungherese, ma l’Italia non intende parteciparvi.

Da quando la Meloni è al potere, il governo italiano si sta mostrando non proprio a favore delle famiglie arcobaleno, cambiando decisamente la rotta rispetto a quella che era stata la decisione del precedente governo guidato da Mario Draghi.

MICROPENSIERO:

SECONDO LA WORLD ATHLETICS LE DONNE TRANSGENDER NON POTRANNO PIU’ PARTECIPARE ALLE GARE INTERNAZIONALI DI ATLETICA NELLE CATEGORIE FEMMINILI.