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Domenica, 28 Gennaio 2018 11:59

-35 giorni e già minacciano di “spread”

Ancora interferenze e pressioni sugli elettori dal gotha della finanza mondiale e dai loro paggetti travestiti da Uemanoidi.

di Lamberto Colla Parma 28 gennaio 2018 -

A paventare i primi rischi è stato il commissario europeo Affari Economici Pierre Moscovici, molto preoccupato per l'Italia e la sua deriva "populista" che, con le prossime elezioni, potrebbe tracimare nel mancato rispetto dei parametri di Maastricht. "L'Italia è tra i rischi del 2018 per l'Unione europea" sottolineava il 16 gennaio scorso l'Uemanoide di turno. Una preoccupazione che lo logora oggi da commissario europeo ma molto meno da ministro delle finanze francese quando del 3% se ne faceva un baffo.

Silenziato il Francese di origine ebraica romena, che al coro di proteste, ha dovuto infine replicare con "Sono gli italiani che scelgono liberamente, non c'è nessuna interferenza e non ho mai pensato che delle elezioni possano essere un pericolo" ecco che "nuove" frecciate cominciano a arrivare dal mondo della finanza internazionale.

In un modo o nell'altro, i vari economisti di grido chi dal palcoscenico di Davos (World Economic Forum) chi dalle stanze della agenzia di rating lanciano ipotesi di scenari tragici per la nostra economia e le tasche degli italiani.

Insomma la minaccia è reale e l'"invito" a porre attenzione alle elezioni del 4 marzo è più che esplicito. Se dalle urne non dovesse uscire una maggioranza in grado di replicare un governo come quello imposto da Napolitano & C,. il rischio di uno spread che torni a raggiungere vette stellari è assai probabile.

spread-BTP-Bund-10anni-Spread elevato, tassi che si innalzano all'inverosimile e debito pubblico che sfora i parametri e imposizione di nuovi sacrifici.

Questo è quello che ci prospettano i portavoce dei governatori mondiali. Di quei pochi burattinai che, senza mostrare il proprio volto, gestiscono le sorti del pianeta.
Quegli stessi che sono riusciti a modificare la meravigliosa idea di una Europa Unita in un coacervo di tecnocrati incapaci ma molto ubbidienti e dal potere di sovrastare o condizionare le decisioni dei vari governi nazionali.

Nei giorni scorsi da Goldman Sachs l'ultima pesante invettiva: "il mercato non ignorerà il rischio elezioni ancora a lungo". "Crediamo - scrivono dall'agenzia di rating che il mercato sia compiacente - (ancora lo spread è basso intorno a 134 - ndr) - rispetto al rischio potenziale che dalle urna emerga un nuovo governo anti-europeista (ipotesi giudicata altamente improbabile da noi) o di una vittoria del centrodestra (abbastanza probabile, ma non ancora il nostro caso modello). Se comunque l'esito delle elezioni sarà la formazione di una grande coalizione volta a formare un governo (il nostro caso base), i prezzi degli asset italiani dopo il voto potrebbero tornare ai livelli attuali".
E poteva mancare dal coro la voce tedesca? Certo che no! Infatti è il Die Welt a lanciare la sua invettiva "L'Italia è l'assoluto fanalino di coda dell'eurozona, messo anche peggio della Grecia".

Troppi benevoli "Consigliori" cercano di indurci alla miglior scelta (per loro!) altrimenti nuovi dolori e catastrofi ci colpiranno.

Un motivo in più per andare a votare, in massa, e scegliere liberamente in barba a quelli che pretendono di soggiogarci.

(per restare informati - editoriali )

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Di Lamberto Colla 26 gennaio 2018 - Troppo impegnata, sin da fine settembre, a cercare di negoziare un governo di larghe intese che non ha tempo per lanciare le solite frecciate contro l'Italia. Così, in prossimità delle elezioni, non potendo mancare all'appuntamento, la "Portinaia del condominio Europa" lascia che sia un suo "ufficio stampa", l'autorevole DIE WELT a pronunciarsi sulla questione italiana e la prossima chiamata alle urne.

"L'Italia è l'assoluto fanalino di coda dell'eurozona, messo anche peggio della Grecia" è la leggera sottolineatura espressa dal quotidiano tedesco Die Welt sulle pagine finanziarie in un articolo dall'eloquente titolo: "Se i greci lasciano indietro gli italiani". Un duro affondo che è acuito dal fatto che alcuni economisti delle banche d'affari ritengono che anche con le imminenti elezioni italiane, indipendentemente da chi vincerà, "non c'è da aspettarsi riforme di base", come sottolineato da Timo Schwietering, analista della banca Metzler. In pratica, per il quotidiano della teutonico "Solo riforme radicali, come in Grecia, potrebbero cambiare qualcosa".

Per Die Welt è una consuetudine "sparlare" dell'Italia. Un anno e mezzo fa titolava ''L'Italia è il Paese più malato d'Europa? " mentre nel 2014 titolava "L'Italia non si salverà" e nel 2013 metteva già i lavori avanti e commentava "Archiviata la pratica Cipro, ora per l'Eurozona il pericolo maggiore arriva dall'Italia".

Insomma la nostra politica pare sia molto stimolante al punto che molti dei nostri partner e alleati si sentono autorizzati a calare consigli piuttosto che minacce.

Dopo Pierre Moscovici, che il 16 gennaio commentava da buon Uemanoide , "L'Italia è tra i rischi del 2018 per l'Unione europea", dopo Goldman Sachs che il 25 gennaio scriveva che "il mercato non ignorerà il rischio elezioni ancora a lungo" e dopo alcuni economisti intervenuti a Davos ecco che anche Die Welt entra a gamba tesa sulla campagna elettorale italiana.

Per fortuna il popolo italiano è meno influenzabile di quanto questi "soloni" internazionali pensino e il 4 marzo andranno a votare con giudizio e, speriamo, in gran numero.

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Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 17 - n° 23 21 gennaio 2018 -

Editoriale: -Nuovo sgambetto UE al tricolore alimentare - Lattiero caseari. Il mercato lattiero comincia a dare segnali contrastanti. - LACTALIS. Il latte per l'infanzia contaminato approda finalmente anche in TV - More dal Messico - Allerta alimentare da Norovirus - Consorzio di Bonifica Centrale: rinvio delle elezioni - Cereali e dintorni. La reazione ai dati USDA -

SOMMARIO Anno 17 - n° 03 21 gennaio 2018
1.1 editoriale
Nuovo sgambetto UE al tricolore alimentare
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Il mercato lattiero comincia a dare segnali contrastanti.
3.1 imprese e competenze l'azienda presenta il proprio curriculum: la Conoscenza Condivisa entra in azienda e le persone sono felici
3.2 Allerta alimentare LACTALIS. Il latte per l'infanzia contaminato approda finalmente anche in TV
4.1 Sicurezza Alimentare More dal Messico - Allerta alimentare da Norovirus
4.2 Eventi Assemblea elettiva provinciale di CIA Agricoltori Italiani di Reggio Emilia
5.1 Eventi formaggi Il Parmigiano Reggiano eletto miglior formaggio al mondo a latte crudo
5.2 Bonifica Emilia centrale Consorzio di Bonifica Centrale: rinvio delle elezioni
6.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. La reazione ai dati USDA
7.1 pomodoro OI Pomodoro da Industria del Nord Italia: deliberato il programma triennale
7.2 MIPAAF Siccità in Italia, avviato un piano d'azione da parte del MIPAAF.
8.1 salute e benessere Bere vino prima di dormire aiuta a perdere peso.
10.1promozioni "vino" e partners
11.1 promozioni "birra" e partners

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Domenica, 21 Gennaio 2018 10:50

Nuovo sgambetto UE al tricolore alimentare

La Ue agevola i prodotti Italian Sounding e vanifica il lavoro del Ministro Martina. L'origine dei prodotti primari non si dovrà applicare ia prodotti DOP e IGP ma nemmeno per i "Marchi".

di Lamberto Colla Parma 21 gennaio 2018 -

Povero Ministro Maurizio Martina, quasi un intero mandato per fare approvare le norme che regolano l'etichettatura dei prodotti con l'introduzione dell'obbligo di indicarne l'origine (pasta, riso, latte, formaggi e pomodoro) che già dal 2019 di questi decreti si potranno fare i coriandoli.

Non che il Ministro ignorasse il fatto che a Bruxelles si stesse lavorando a una misura comunitaria, tant'è che i decreti nazionali in questione  integrano la data di scadenza proprio in ragione dell'entrata in vigore del regolamento comunitario.

IMG 0657Ma quello che Martina probabilmente ignorava erano le poche ma sostanziali modifiche che sarebbero state introdotte dai soliti UEmanoidi-.

Il testo della proposta di regolamento è attualmente sottoposto a una consultazione pubblica (rigorosamente solo in inglese!) che si chiuderà il prossimo primo febbraio, nel quale si evince che l'origine dell'ingrediente primario sarà obbligatorio indicarla se diversa da quella del prodotto finito. Ad esempio: un pacco di pasta lavorata in Italia dovrà indicare anche l'origine del grano, se questo proviene dal Canada o dalla Turchia. Stessa cosa per un prosciutto fatto in Italia con cosce suine tedesche. Così per tutti gli altri alimenti.

Apparentemente sembrerebbe che il testo sia molto ben imparentato con quelli emanati lo scorso anno dal dicastero dell'"Agricoltura" e invece la bozza di Bruxelles, che è in discussione, potrebbe risultare un ulteriore mezzo "facilitatore" per le imprese esperte in "Italian Sounding" .

L'obbligo, infatti, non varrà per le Dop e Igp ma soprattutto non si applicherà ai marchi registrati che, a parole o con segnali grafici, indicano già di per sé la provenienza del prodotto.
Sarà quindi sufficiente avere un marchio registrato con una bandiera tricolore o un richiamo al nostro Paese per essere esentati dall'obbligo di indicare l'origine dell'ingrediente principale.

A essere precisi, laddove il marchio suggerisca una origine dell'alimento che non coincide con il Paese di sua ultima trasformazione sostanziale, essa deve venire precisata.

Ma precisata come? Dalla genericità più estrema fino al dettaglio locale:

– 'UE', 'non-UE' o 'UE e non-UE',
– macro-regione, che può abbracciare più Paesi, purché riconosciuta dal diritto pubblico internazionale',
- Stato membro o Paese extra-UE,
– Regione o altro territorio, all'interno di uno Stato membro o Paese extra-UE, purché intesi con facilità dal consumatore medio.
In alternativa, sarà possibile dichiarare in etichetta che 'l'origine dell'ingrediente (...) non coincide con l'origine del prodotto', o altra dicitura di pari significato.

Cosa decideranno di scrivere in etichetta, dal 1 aprile 2019, i Big Food internazionali come ad esempio i titolari dei marchi "Prego" di Campbell's, 'Miracoli' di Kraft Foods e 'Dolmio' di Mars?

Fatta la legge, trovato l'inganno!

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Editoriale: - Il diritto a essere sedotte - Lattiero caseari. Prosegue il crollo del latte e del burro - Quando le competenze scompaiono nell'azienda liquida - Fonterra rivede le proiezioni della produzione di latte - Cereali e dintorni. Sorpresa seme di soia. -

SOMMARIO Anno 17 - n° 02 14 gennaio 2018
1.1 editoriale
Il diritto a essere sedotte
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Prosegue il crollo del latte e del burro.
3.1 imprese e competenze Quando le competenze scompaiono nell'azienda liquida
3.2 allerta alimentare Candeggina in un omogeneizzato per neonati prodotto in Italia
4.1 maltempo Maltempo. Dalla Giunta sì ai 350 mila euro per i negozi, i ristoratori e piccoli artigiani colpiti da alluvione
5.1 mercato latte Fonterra rivede le proiezioni della produzione di latte
5.2 mercati e consumi Italiani sempre più Bio in GDO
6.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Persiste la fase di stabilità. Domani i dati USDA.
7.1 bonifica Consorzio dell'Emilia Centrale: per il 2018 oltre 10 milioni di euro per la difesa o lo sviluppo del territorio
8.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Sorpresa seme di soia.
9.1 scenario macroeconomico 2018 Scenario macroeconomico. Uno scenario 2018 di tranquillità quasi irreale
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Domenica, 14 Gennaio 2018 14:27

Il diritto a essere sedotte

"Stop alla caccia alle streghe, provarci è un diritto dell'uomo". Il "manifesto" della Deneuve & C. infiamma le femministe.

di Lamberto Colla Parma 14 gennaio 2018 -

La seduzione è un gioco delle parti. Il maschio che rincorre e la femmina che fugge. Un gioco che ha delle regole e una sintassi tutta particolare e specifica. Non sempre il "no" di parte femminile è perentorio piuttosto il desiderio di allungare il periodo del gioco seduttivo, del corteggiamento. Altrettanto è vero che non tutti i maschi hanno la sensibilità di allentare la "presa" quando il rifiuto è più che palese e altri assumono comportamenti maldestri o ambigui.

Un gioco e un comportamento ancestrale che si fondono creando un'atmosfera isolata dal resto del mondo all'interno del quale i due contendenti si confrontano e, frequentemente, uno dei due soccombe al NO verbale e non verbale dell'altro sesso.

Nel periodo della mia gioventù erano molto più gli uomini che ricevevano "il due di picche", come si diceva all'epoca.

Tanti i NO ricevuti (tantissimi anche dal sottoscritto) e tanti sogni spezzati.

Ma poi passava e via si ricominciava la ricerca della nuova possibile conquista, quella che ti faceva svolazzare le farfalle nello stomaco.

E' comunque molto difficile accettare un NO ma lo è altrettanto affermarlo; un po' per il rischio di essere classificata negativa, un po' per il timore di fare soffrire l'altra persona.

Ricordo anche dei "predatori seriali", gli appassionati di statistica, che nell'arena della mega discoteca "la chiedevano a tutte" perché prima o poi, "una su mille cascava nella rete".

Niente di strano e niente di violento, solo un gioco di ruolo.

E' questo, in sintesi, quello che Catherine Deneuve e le altre cento intellettuali francesi hanno voluto sottolineare con il "manifesto" pubblicato su "Le Monde" schierandosi apertamente contro questa violenta ondata di "puritanesimo".

«Lo stupro è un crimine, ma tentare di sedurre qualcuno, anche ostinatamente o in maniera maldestra, non lo è, come la galanteria non è un'aggressione machista», si legge sul manifesto.

Per le firmatarie, pur lodando «una legittima presa di coscienza delle violenze sessuali esercitate sulle donne, in particolare in ambito professionale», «questa liberazione della parola è diventata oggi il suo contrario: intimidiamo le persone affinché parlino "correttamente", mettiamo a tacere chi non si allinea e quelle donne che rifiutano di conformarsi sono considerate traditrici e complici». «Gli uomini - aggiungono - sono stati puniti sommariamente, costretti alle dimissioni quando tutto quello che hanno fatto è stato toccare il ginocchio di qualcuna o cercare di rubare un bacio, parlato di argomenti intimi durante cene di lavoro o aver inviato messaggi a connotazione sessuale a donne per la quale l'attrazione non era reciproca».

Parole che hanno fatto infuriare le "femministe" dure e pure.

A capeggiare la replica femminista, - come riportato dall'ANSA nel pezzo firmato da Paolo Levi da Parigi - è stata la militante Caroline De Haas, che ha raccolto una trentina di firme per denunciare l'iniziativa di Deneuve & C.. La De Haas, intervistata da France Info, ha detto fra l'altro: "Le firmatarie della tribuna su Le Monde sono per la maggior parte delle recidive in materia di difesa di pedo-criminali o di apologia dello stupro". "Questa tribuna - si legge nella dura replica ripresa da tutti i media - sembra un po' quel collega fastidioso, quello zio noioso che non capisce quello che sta accadendo. Appena si fa un passo avanti nell'eguaglianza, anche se di mezzo millimetro, delle anime pure ci mettono subito in guardia sul fatto che rischiamo di cadere nell'eccesso. Ma nell'eccesso ci siamo in pieno, in Francia ogni giorno centinaia di migliaia di donne sono vittime di molestie, decine di migliaia di violenze, centinaia di stupri. Ogni giorno. La caricatura è questa".
Insomma, "i maiali e i loro alleati/e si preoccupano - concludono le femministe - e fanno bene. Il loro vecchio mondo sta per scomparire. Lentamente, troppo lentamente, ma inesorabilmente. Qualche reminiscenza polverosa non cambierà niente, anche se pubblicata su Le Monde".

In conclusione, ognuno giudichi liberamente da che parte stanno gli eccessi. Personalmente rivendico di essere persona seria e a posto, che nel gioco della seduzione ha sempre trovato il piacere anche nelle innumerevoli delusioni.

Il NO è un diritto ma il fatto di "provarci" non deve mettere a rischio l'onorabilità e soprattutto di essere tacciato per "maiale" o ancor peggio di "pedo-criminalità".

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Editoriale: - Regali di Natale - Castelfrigo - Verso una soluzione. - Universo Latte - terza edizione -Nuovo obbligo di comunicazione infortuni sul lavoro - Cereali e dintorni. Il 2018 si apre nel segno della stabilità. - Piombo nella Farina BIO di grano duro Senatore Cappelli -

SOMMARIO
Anno 17 - n° 1 7 gennaio 2018
1.1 editoriale
Regali di Natale.
3.1 lavoro e occupazione Castelfrigo - Verso una soluzione.
3.2 eventi latte Universo Latte - terza edizione
4.1 lavoro Nuovo obbligo di comunicazione infortuni sul lavoro
4.2 sicurezza alimentare Piombo nella Farina BIO di grano duro Senatore Cappelli.
5.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Il 2018 si apre nel segno della stabilità.
6.1 cooperazione Dalle cooperative 1/4 dell'agroalimentare made in Italy
7.1 promozioni "vino" e partners
8.1 promozioni "birra" e partner

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Domenica, 07 Gennaio 2018 07:14

Regali di Natale.

I regali d'opportunità, quelli dimenticati e l'inutile polemica sulla più grande azienda produttrice di bioplastiche e la sua leader.

di Lamberto Colla Parma 7 gennaio 2018 -

Non c'è che dire, la campagna elettorale è iniziata nel peggiore dei modi, all'insegna del politicamente scorretto come da tradizione italica.

Sui "social" si è scatenata l'inutile campagna vessatoria contro la Novamont, azienda leader nella produzione di bioplastiche, per il presunto "favore" ricevuto dal Governo che avrebbe disposto l'obbligo di fare pagare i sacchetti monouso della verdura. 2 centesimi, per un totale stimato annuale pari a circa 15-20 euro di maggiori costi per i consumatori.

Un putiferio mediatico condito da una intollerante acrimonia indirizzata contro Catia Bastioli, amministratore delegato di Novamont, rea di avere partecipato alla seconda Leopolda renziana.

20180107-Arance-etichette e sacchetti-bio copiaUn favore, non favore, posto che la leadership nel settore la Novamont e la sua capace manager, se la è meritata grazie al coraggio di investire, in tempi non sospetti, in nuove tecnologie in un mercato che ancora "acerbo", l'obbligo di utilizzo dei sacchetti, usa e getta, per i prodotti freschi è una norma di igiene e sicurezza indiscutibile.

Falsità. Non è vero che ci sarà un maggior costo ma questo sarà solo messo in evidenza sullo scontrino. Qualcuno forse credeva che in precedenza le borsine e i sacchetti fosse un costo a carico dei supermercati?

Infine il ridicolo. Ecco quindi che l'indignazione popolare, scatenata sui social, arriva alla protesta estrema: etichettare una per una le arance, le banane o gli altri prodotti acquistati al supermercato.
Un piatto ghiotto per gli hater che accolgono l'invito e diventano così paladini stupidi di una protesta inutile che offusca e nasconde i veri problemi e i veri regali di Natale di questa legislatura imposta.

Il popolo degli Hater però, stranamente, non si indigna per i rincari delle autostrade e degli altri balzelli programmati che porteranno a un incremento di costi di quasi 1.000€ a famiglia.

Vogliamo parlare, ad esempio, del rinnovo del contratto del pubblico impiego? Un sacrosanto provvedimento, peraltro tardivo, che poteva essere attuato già da almeno mezzo lustro.

Non è che per caso il contratto sia stato rinnovato strategicamente all'ultimo giorno della legislatura per farlo rendere efficace a fine febbraio (a solo 4 giorni dalle elezioni) per ricordare all'elettorato interessato di mettere una "crocetta" di riconoscimento sul simbolo del PD il 4 marzo?.

A una mossa così politicamente scorretta non voglio proprio credere.

Sulla questione del politicamente corretto, una frecciatina se la merita anche il Presidente Mattarella e il suo discorso di fine anno. Breve, privo di contenuti politici forti e con una dimenticanza che, da emiliano, mi ha ferito.

Nell'elenco delle popolazioni colpite da eventi catastrofici ha dimenticato di ricordare le zone emiliane alluvionate solo 15 giorni prima, ricordando invece il terremoto di Ischia dove la gran parte dei danni è stato accertato fosse a causa di abusi edilizi. La stessa dimora che ospitava l'eroico Ciro (11 anni) e i fratellini Mattia (8 anni) e Pasquale (7 mesi), solo per un la caparbia determinazione e professionalità degli uomini del soccorso e il sangue freddo del giovanissimo Ciro, aveva due piani abusivi.

Così, tra regalie, vere o presunte, haters, scorrettezze varie e dimenticanze più o meno strategiche anche questa, per fortuna breve, campagna elettorale è entrata nel vivo.

Che il 4 marzo vinca il meno peggio o che un miracolo ci assista.

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Editoriale: - Buon Anno! - Sciolte le Camere e anche lo Ius soli - Epidemia di salmonella tra neonati collegata a lotti di latte artificiale contaminati della "Lactalis Group" in Francia. - Parmigiano Reggiano - il Piano di Bertinelli - La bilancia agroalimentare nazionale -

SOMMARIO Anno 16 - n° 52 31 dicembre 2017
1.1 editoriale
Sciolte le Camere e anche lo Ius soli.
2.1 sicurezza alimentare Epidemia di salmonella tra neonati collegata a lotti di latte artificiale contaminati della "Lactalis Group" in Francia.
3.1 parmigiano reggiano Parmigiano Reggiano - il Piano di Bertinelli
4.1 bilancia agroalimentare La bilancia agroalimentare nazionale nel periodo gennaio-settembre 2017
5.1promozioni "vino" e partners
6.1 promozioni "birra" e partnerss

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Domenica, 31 Dicembre 2017 07:22

Sciolte le Camere e anche lo Ius soli.

Coscienze a posto e elettorato intonso. Molto meno "pericoloso" approvare la legge sul testamento biologico che dare soddisfazione allo Ius Soli.

di Lamberto Colla Parma 31 dicembre 2017 - La diciassettesima legislatura è finita. Come previsto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha sciolto le Camere il 28 dicembre. Alle urne, quindi, si tornerà il 4 marzo del 2018, mentre la prima seduta del nuovo Parlamento sarà il 23 marzo per eleggere i nuovi presidenti, come deciso dal consiglio dei ministri.

E con lo scioglimento delle Camere si è dissolto anche lo Ius Soli al quale è stato preferito il "Testamento Biologico".

L'opportunismo elettorale ha avuto la meglio.

Molto meno "pericoloso" approvare la legge sul testamento biologico, che aprirà la strada al percorso che condurrà all'eutanasia, piuttosto che "scontentare" quella parte consistente di elettorato che ancora non è pronta per "digerire" il riconoscimento della cittadinanza ai figli nati in Italia da coppie immigrate.

E pensare che, solo a ottobre, tre leader del PD (Renzi, Gentiloni e Veltroni), nella iper-mediatica occasione della ricorrenza del l decennale del partito (2007 - fusione tra DS Margherita), avevano dichiarato che era "centrale il Sì allo Ius Soli".

Alla fine, invece, lo scorso 23 dicembre, nell'ultima seduta pre-natalizia, anche 29 senatori (su 89) del PD e 3 su 16 del MPD si sono assentati dalle votazioni facendo così definitivamente franare l'ultima speranza di vedere approvato un provvedimento di cui quasi per un anno si è discusso e spesso ventilata la promessa d'approvazione o meno, pur di agevolare i lavori parlamentari e assegnare le numerosissime occasioni di fiducia al Governo.

20171228 8031 1Le coscienze, sempre che ancora ne esistano, sono state accontentate con un provvedimento etico dell'ultim'ora, seppure il meno influente in termini di voti.

Priorità quindi alla "campagna elettorale" vera e propria.
Già perché da oltre due anni abbiamo dovuto subire, una intensa quanto demagogica, inutile e banale, conflittualità dialettica tra i rappresentanti dei maggiori partiti e le frattaglie del Pd, prevalentemente incentrate a autocelebrarsi o a insultare gli avversari, piuttosto che a risolvere questioni riguardanti gli interessi dei cittadini.

Finito il "renzismo", almeno quello di governo palese, è stata la volta di Paolo Gentiloni che, molto meno incline del suo predecessore a fare annunci e promesse, ha saputo magistralmente tessere una tela di consensi raccogliendo così i favori sia all'interno del suo partito, il PD, sia di quella parte di sinistra che non si rispecchia nel nuovo percorso imposto da Matteo Renzi e forse anche da altra quota di moderati, qua e là sparpagliati nei vari schieramenti.

In silenzio e con l'aplomb da navigato politico della prima repubblica, Gentiloni è riuscito a cavalcare l'onda e a portare a termine i lavoretti di Renzi, lasciando a quest'ultimo lo spazio per raccontare le sue "favolette" in qualità di segretario del partito di riferimento governativo, ma riuscendo a tenergli testa nelle questioni più importanti come ad esempio la nomina del Governatore della Banca d'Italia.

Ma quello che maggiormente l'elettorato, da questa legislatura, pretendeva non si è concretizzato.
Alla tanto auspicata e peraltro più volte promessa di annullare o quantomeno ridurre i vitalizi dei parlamentari non si è avuto notizia. In compenso il 2018 porterà in dote un incremento di spesa di circa 952€ annui per famiglia.
Dalle bollette della luce ai pedaggi autostradali, passando per assicurazioni, servizi bancari, prodotti per la casa e spese scolastiche il portafoglio degli italiani, già abbondantemente alleggerito, verrà ancora una volta sfrondato.

Buon Anno e... che il 4 marzo ce lo mandi buono!

(Immagini dalla conferenza stampa di Paolo Gentiloni prima dello scioglimento delle Camere)

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