Mercoledì, 19 Dicembre 2018 15:14

Estorsore per conto dei Casalesi arrestato a Soliera In evidenza

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Si tratta di Luciano Cardone, 37 anni, di professione muratore e pregiudicato. Avrebbe messo in atto estorsioni tramite minacce e intimidazioni ai danni di imprenditori e professionisti per tutelare il clan da eventuali azioni dei creditori.

SOLIERA (MO) –

C’è anche un 37 enne di origine napoletana, ma residente a Soliera, tra le sette persone arrestate ieri mattina dalla Compagnia dei Carabinieri di Carpi, con l’ausilio della DIA di Bologna, su disposizione della Procura distrettuale antimafia di Trieste. Si tratta di Luciano Cardone, ufficialmente di professione muratore, pregiudicato, di fatto estorsore per conto del clan dei Casalesi

A lui si è arrivati dopo una complessa indagine, che ha portato a indagare 12 persone, che ha origine in Croazia e ruota attorno alla figura di Fabio Gaiatto, sedicente intermediario finanziario di Portogruaro, tutt’ora in carcere, che avrebbe investito circa 12 milioni di euro, appartenenti al clan dei Casalesi, in società croate. In seguito al mancato pagamento di debiti contratti con imprenditori locali, le autorità croate gli hanno di fatto pignorato le aziende all’inizio del 2018, impedendo, di fatto, al clan di rientrare in possesso delle somme investite. 

A questo punto, il Gaiatto si è trovato impossibilitato a restituire ai Casalesi i loro soldi. Le richieste del clan si sono fatte sempre più pressanti. Ed è a questo punto che, in una sorta di tutela contro le ritorsioni nei suoi confronti, Gaiatto mette in atto una serie di estorsioni ai danni di imprenditori e professionisti, alcuni dei quali italiani operanti nella città di Pola. Attraverso minacce e intimidazioni, le vittime venivano costrette e rinunciare ai loro ingenti crediti e spesso anche a cedere allo stesso Gaiatto, prestiti, beni mobili e immobili senza alcun corrispettivo in cambio, per un giro d’affari di decine di migliaia di euro. 

Il Cardone sarebbe stato uno degli esecutori delle estorsioni. Nell’ambito dell’operazione sono state eseguite a Modena ulteriori perquisizioni. 

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