Un nuovo Centro prelievi per il Maggiore. Da lunedì 28 ottobre l’attività ritorna nel padiglione Poliambulatori. Locali totalmente riqualificati e nuovi arredi. Oltre 200 mq dui spazio in più. Costo dell’intervento: 450.000 euro.
Parma
Oltre 1000 mq di spazi e sala d’attesa da 100 posti. Un mega schermo con chiamata vocale per facilitare la presa in carico dell’utente. Porte automatiche, nuovi locali per gli operatori e wi-fi aperto al pubblico in tutta l’area. Ecco come si presenta il Centro prelievi dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Parma che da lunedì 28 ottobre ritorna nella storica sede del padiglione Poliambulatori, completamente rimesso a nuovo negli spazi interni e negli arredi.
L’intervento, dal costo di circa 450.000 euro, ha consentito di creare locali più accoglienti e funzionali per personale e utenza con una migliore organizzazione aziendale dei servizi. Con la ristrutturazione il nuovo Centro prelievi ha infatti guadagnato più 200 mq passando da 800 a 1000mq.
Soddisfazione per l’intervento di riqualificazione è stata espressa da Rosalia Aloe direttore facente funzione della Diagnostica ematochimica, e da Raffaella Cadossi coordinatrice infermieristica del reparto. “L’ampliamento – spiega Aloe – ci ha consentito una riorganizzazione del servizio di presa in carico degli utenti e di esecuzione delle prestazioni. Possiamo offrire un’accoglienza di qualità che si associa a servizi di qualità. Infine, nei nuovi locali abbiamo anche esposto otto dipinti di Patriza Bonelli, che oltre ad essere dirigente biologa della struttura è una bravissima pittirice e ha deciso di fare un bel gesto di solidarietà, donandoci alcuni dei suoi lavori. I suoi quadri sono la nostra ciliegina sulla torta”. “Migliore accoglienza per tutti - prosegue Cadossi – Grazie alla riqualificazione, infatti, abbiamo anche nuovi locali per il personale, garantendo quindi un miglior benessere organizzativo”.
La nuova sala d’attesa del Centro prelievi è dotata di moderni sistemi informatici per regolare gli accessi, con una distribuzione più funzionale dei percorsi. Nei nuovi locali, connessione ad internet disponibile per tutti, grazie al progetto regionale “EmiliaRomagnaWiFi”. La connessione è immediata, senza necessità di autenticazione o registrazione.
Gli spazi così rinnovati faciliteranno anche il lavoro degli operatori che potranno disporre di locali di back office vicino ai nuovi sportelli, oltre a nuovi spogliatoi e spazi di supporto. Migliorato anche l’entrata al centro prelievi con ampliamento dell’area d’ingresso, porte automatiche e zona riservata per il pagamento ticket.
“Siamo nella capitale della food valley emiliano romagnola: a Parma, a Cibus Tec, è stato unito il meglio dell’agroalimentare, dell’enogastronomia e del cibo mondiale con il meglio dell’innovazione tecnologica e digitale, fondamentale per competere in futuro con i territori più avanzati d’Europa e del mondo. Quattro giorni straordinari che segnano anche la grande capacità di questo territorio di sapersi proporre al mondo come terra di innovazione”. E' con queste parole che Stefano Bonaccini, presidente della regione Emilia Romagna, ha commentato, a margine della sua vista in fiera, Cibus Tec, l'appuntamento internazionale di Koeln Parma Exhibitions - JV Koelnmesse GmbH e Fiere di Parma SpA - dedicato alle tecnologie Food & Beverage in programma fino al 25 ottobre.
Il presidente ha quindi concluso il suo tour con un coffee break curioso: offerto da un robot, anzi no, un co-robot, uno degli esempi di robot collaborativi presenti in fiera. ‘’Si tratta di una nuova generazione di robot – commenta Andrea Bellini, amministratore dell’azienda Comega con sede a Cesena – in grado di sentire il peso e quindi in grado di fare un lavoro di precisione come porgere una tazzina di caffè”. E’ già al lavoro nelle ditte di cioccolato per movimentare e confezionare praline.
Non solo automazione e robotica - come pure quella di Homberger, un braccio mobile che solleva e sposta pesi evitando all'uomo i lavori più usuranti - ma anche sicurezza alimentare, focus centrale della seconda giornata di Cibus Tec. A partire dalla normativa sui MOCA, termine per intendere tutti gli oggetti e i materiali destinati a venire a contatto con gli alimenti (che in quanto tali sono regolamentati da normative specifiche).
Il focus è stato spiegato dal tecnologo alimentare, Serena Pironi. Il tema: le alternative all’uso della plastica come contenitore di alimenti e bevande: “Oggi - commenta Pironi - è richiesto materiale 100% riciclabile o materiale compostabile. Siamo in una fase di completa evoluzione. Sul mercato ora ci sono biopolimeri da fonti naturali, polimeri derivati da sintesi o biopolimeri che derivano da microorganismi anche ogm. Ma la strada è ancora lunga”.
Il tema della plastica e del suo riciclo è tornato nell’incontro organizzato dall’International Fruit and Vegetable Juice Association (IFU) dal titolo “The Future Of Juice” dove David Berryman, CEO di David Berryman Ltd, ha lanciato un monito: “Nel Regno Unito vengono vendute 15.000 bottiglie di plastica al minuto. I rifiuti dell’Europa e degli Stati Uniti vengono portati in Cina, la più grande discarica del mondo. La scienza ha causato questi problemi, la scienza deve essere in grado di risolverli”.
Ed è proprio in questa direzione che sta lavorando l’industria del succo con una serie di offerte di packaging alternative. Non è tutto. Altro trend dell'industria emerso in occasione del convegno riguarda l'affermarsi di nuove tendenze che sfruttano sinergie con prodotti a base di frutta secca e latte vegetale, oggi non più ad uso esclusivo di persone con intolleranze alimentari. Un mercato - un tempo considerato di nicchia - oggi in grande fermento e in grande crescita anche grazie all’ingresso sul mercato delle grandi multinazionali (come Coca Cola).
Un comparto strategico, questo, per il quale l'Università di Parma e IFU si stanno già muovendo con un corso di formazione estivo che partirà nel 2020 (29 giugno - 2 luglio) destinato ai neolaureati.
La giornata si è quindi conclusa con l'evento “DIU design for intended use for food packaging showcases”. In un periodo storico in cui sta cambiando il modo di portare il cibo sulle nostre tavole, anche il packaging si deve adeguare. Materiali, design e logistica inclusa e con un occhio rigorosamente al green.
“Non c’è futuro senza fratellanza e solidarietà”: è il titolo dell’appello emanato per la XVIII Giornata del dialogo cristiano-islamico, iniziativa ecumenica nata dal basso dopo l’11 settembre 2001 per evitare che da una catastrofe come quella di New York nascessero altre catastrofi.
Attraverso reti di amicizia e di prossimità con il passare del tempo l’iniziativa si è sviluppata e allargata, ogni anno alla luce di un nuovo appello rivolto agli uomini e alle donne di buona volontà sui temi della pace, della giustizia, della condivisione e dell’interazione. Anche quest’anno attorno al 27 ottobre, data canonica della Giornata, sono centinaia gli eventi organizzati in tutta la penisola con diverse modalità: conferenze, tavole rotonde, camminate, incontri in carcere, cene, concerti. Una spirale di guerra senza fine, la criminalizzazione della solidarietà ai migranti che rischiano la morte, un razzismo sempre più violento, il disprezzo dei diritti sanciti dalla nostra Costituzione e dalla dichiarazione dei diritti umani. Su questi fenomeni fa luce l’appello che invita le amiche egli amici della pace, le comunità cristiane e musulmane in Italia e le istituzioni a mobilitarsi per costruire occasioni di dialogo.
A Parma, per iniziativa della Comunità islamica di Parma e provincia e del Consiglio delle Chiese cristiane (Chiese cristiana avventista del settimo giorno, cattolica, metodista, ortodossa di San Nectario, ortodossa romena), si celebrerà la Giornata venerdì 25 ottobre alle 20.30 presso il Centro islamico di via Campanini 6 (zona artigianale di via Mantova). Interverranno sul tema “Non c’è futuro senza fratellanza e solidarietà” Mohamed Amin Attarki, referente del Centro islamico di Parma, e Antonio Cuciniello, arabista e islamologo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Dopo gli interventi seguirà un dibattito che terminerà con un momento conviviale offerto dalle due organizzazioni promotrici.
Aderiscono all’iniziativa il gruppo Sae (Segretariato attività ecumeniche) di Parma e l’associazione Viandanti.
In attesa della piena del Po, il cui passaggio è previsto nel territorio parmense questa notte, i tecnici del Consorzio della Bonifica Parmense sono al lavoro per chiudere le paratoie degli impianti idrovori sull’asta del fiume Po: un’azione a tutela e protezione di tutti i territori sottesi della Bassa parmense attraverso il controllo del livello dei canali. Grazie a questo intervento delle squadre consortili – una trentina di tecnici che opereranno full-time h24 – quando la piena transiterà nella Bassa il rigurgito del Grande Fiume non si estenderà ai canali, evitando il potenziale allagamento dei comprensori nel territorio da Polesine Parmense a Colorno.
Entro la giornata di domani è prevista la chiusura di cinquanta paratoie: quelle che si trovano ad un livello più basso sono già state chiuse. Le altre verranno chiuse, man mano che il livello del Po aumenterà. Il primo sensore di livello è quello di Ongina è a quota 32 metri s.l.m., in aumento. A causa delle forti precipitazioni registrate in questi giorni sull’Italia nord-occidentale la Protezione Civile dell’Emilia-Romagna, in stretto raccordo con Arpa Emilia-Romagna ed AIPo infatti ha diramato un’allerta meteo Gialla per Rischio idraulico sulla macroarea, corrispondente alla Pianura e bassa collina emiliana occidentale tra le province di Parma e di Piacenza. Nel corso della giornata di domani, mercoledì 23 ottobre, il transito della piena nel Piacentino potrà arrivare a lambire la soglia 2, corrispondente al Codice colore Arancione.
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Con provvedimento adottato ai sensi dell’art. 100 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza, il Questore di Parma ha disposto, su proposta del Comando Stazione Carabinieri di Parma Oltretorrente nell’ambito di una operazione di polizia giudiziaria inerente lo spaccio di sostanze stupefacenti, la sospensione della licenza della sala giochi ad insegna “ROYAL SLOT CAFE’”, di via Bocchi 2, per un periodo di 15 giorni.
Nei giorni scorsi il proprietario della sala giochi ed un avventore della stessa sono stati denunciati per reati in materia di stupefacenti, avendo, tra l’altro, rinvenuto all’interno della sala vari quantitativi di sostanza stupefacente.
La vicenda, anche in considerazione del fatto che la sala giochi ospita non solo una sezione dedicata alle cosiddette “VLT”, riservata ai maggiorenni, ma anche altre tipologie di giochi che possono essere utilizzati da minori ed un bar, è stata considerata di particolare gravità per l’accertata attività di spaccio all’interno dei locali, anche di eroina e la presenza di arnesi utilizzati per il taglio.
La chiusura si è resa necessaria anche per la tutela dei minori potenziali avventori e fruitori della sala giochi attesa la presenza, oltre che del bar, di giochi senza vincita in danaro.
Ieri a Parma è stata condotta un’altra attività di controllo straordinario del territorio volto al contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti e all’immigrazione clandestina. Sono state messe in campo diverse pattuglie in più sul territorio rispetto all’ordinario: 6 della Polizia di Stato e 1 della Polizia Municipale. Il Dipartimento della Polizia di Stato ha messo altresì a disposizione una squadra del Reparto Mobile di Bologna.
Gli attenti e mirati controlli si sono svolti nel Quartiere San Leonardo, predisponendo chiusure all’interno del Parco del Naviglio Alto, così come in Via Venezia, dove i cittadini segnalano la presenza di attività di spaccio. Parallelamente, grazie ai continui servizi massivi di controllo, l’Ufficio Immigrazione, nelle ultime due settimane ha provveduto all’espulsione di 12 cittadini stranieri irregolari e particolarmente pericolosi.
La Polizia di Abbiategrasso e quella di Modena hanno lavorato in sinergia per garantire il trasporto in tempi rapidi dalla Lombardia al Policlinico di Modena di alcuni organi, che sono poi stati trapiantati in un paziente che è già stato dimesso.
Modena –
Può essere definito un “traporto eccezionale”, talmente prezioso da essere “scortato” dagli agenti di Polizia locale da Abbiategrasso a Modena. Oggetto della “staffetta” un organo, nello specifico fegato e tessuti, che doveva essere trapiantato a un paziente in attesa al Policlinico di Modena e che doveva quindi arrivare in tempi rapidi all’equipe medica in attesa di eseguire il delicato intervento salvavita.
Alcuni giorni fa, attorno alle 18, una pattuglia della Polizia di Abbiategrasso proveniente dal presidio ospedaliero meneghino, in supporto all’Agenzia Regionale Lombarda di Emergenza e Urgenza Areu -118, ha avvisato i colleghi del Comando di Modena che in un’ora sarebbero arrivati per un trasporto di organi destinati al Policlinico di via del Pozzo.
Alle 19, è avvenuto il “passaggio di testimone” al casello di Modena Nord, da dove la squadra modenese è partita a sirene spiegate per scortare la pattuglia lombarda fino al Pronto Soccorso del Policlinico. Da qui, gli organi sono stati finalmente consegnati nelle mani dell’equipe medica, già pronta in sala operatoria per eseguire l’intervento chirurgico, perfettamente riuscito. Per la cronaca, il paziente che ha ricevuto l’organo sta bene ed è stato già dimesso dall’ospedale. Missione compiuta!
L’auto completamente distrutta dalle fiamme è stata trovata in via Caruso, la strada che conduce alla discarica di Hera. Sul posto Vigili del Fuoco e Carabinieri che cercheranno ora di dare un’identità alla vittima. Le sue condizioni sono tali da non riuscire nemmeno a stabilire se si tratta di un uomo o di una donna.
Modena –
Un cadavere carbonizzato è stato trovato questa notte, attorno alle 3, in via Caruso, la laterale di via Nonantolana, nella periferia Nord di Modena, che conduce alla discarica di Hera. La segnalazione di un’auto in fiamme ai Vigili del Fuoco è arrivata nel cuore della notte.
Giunti sul posto, i pompieri hanno spento subito le fiamme che avevano già completamente distrutto una Fiat Panda. Al suo interno, la macabra scoperta: il corpo completamente carbonizzato di una persona, non si sa ancora se di un uomo o di una donna, date le condizioni in cui versava.
Sono quindi stati informati i Carabinieri, che si sono recati sul posto per i primi rilievi e accertamenti, alla ricerca di un particolare, un indizio, anche sulla vettura, che possano fare risalire all’identità della vittima e stabilire le cause della morte. Nessuna ipotesi, infatti, è esclusa, dall’omicidio al suicidio. Al vaglio anche le immagini delle telecamere di videosorveglianza. L’auto, nel frattempo, è stata rimossa dalla sede stradale.
A rendere ancora più inquietante il giallo è la zona in cui il corpo carbonizzato è stato ritrovato: sempre nei dintorni della discarica Hera, dove, lo scorso mese di febbraio, è stato ritrovato il corpo di Ghizlan El Hadraoui, la giovane mamma di 37 anni, uccisa a coltellate dal marito, che poi ha dato fuoco all’auto con dentro il cadavere.
In attesa dell’autopsia, la Procura ha iscritto nel registro degli indagati dodici medici dell’Ospedale di Sassuolo che hanno operato a giovane per una sospetta peritonite. L’accusa è di omicidio colposo. La morte forse causata dalla rottura di un vaso sanguigno che avrebbe provocato uno choc emorragico.
Modena –
Sono dodici i medici dell’Ospedale di Sassuolo iscritti nel registro degli indagati per la morte di Maura di Puoti, la 22 enne originaria di Caserta, ma da tempo residente a Ca’ di Sola, morta tra nella notte tra il 17 e il 18 febbraio all’ospedale di Baggiovara, dopo essere stata operata dieci giorni prima nel nosocomio sassolese.
L’ipotesi di reato è di omicidio colposo, un atto dovuto per dare inizio alle indagini e consentire la nomina di legali e periti. È prevista per domani, intanto, la Procura della Repubblica conferirà l’incarico per lo svolgimento dell’autopsia sul corpo della ragazza per ricostruire le cause esatte del decesso e indirizzare l’inchiesta dei pm su eventuali responsabilità del personale medico e sanitario che ha seguito la giovane dal primo ricovero fino alle tragiche conseguenze.
Maura di Puoti si era presentata al pronto soccorso dell’ospedale di Vignola lo scorso 7 ottobre lamentando forti dolori addominali. I medici hanno capito subito che si trattava di un attacco di appendicite ormai degenerato in peritonite e ha trasferito la 22 enne all’ospedale di Sassuolo, dove è stata operata d’urgenza.
Il decorso post operatorio si è svolto in maniera regolare, ma il 17 ottobre la giovane ha cominciato a lamentare un dolore alla spalla. È stata così trasferita all’ospedale di Baggiovara per essere sottoposta a un angio TAC. A parte quel dolore per il quale era stato predisposto l’accertamento diagnostico, Maura di Puoti stava bene, scherzava e rideva con i familiari, ma subito dopo l’esame le cose sono improvvisamente precipitate e dopo un breve ricovero in Rianimazione, la ragazza è deceduta. Una morte improvvisa e inaspettata, forse provocata dalla rottura di un vaso sanguigno che ha causato uno choc emorragico fatale e sulle cui responsabilità si sta indagando.