Casa Circondariale di Ferrara: Poliziotto Penitenziario morso da un recluso. Il comunicato del Sinappe.
Ennesimo "Bollettino" dagli Istituti Penitenziari di Parma da parte del SiNAPPe. "Ancora in fiamme una cella, stavolta ad opera di due detenuti di origine magrebina, presso l’inferno dantesco costituito dai reparti della media sicurezza del penitenziario ducale, ove i detenuti sembrano essere fuori controllo.
Non sono trascorse 48 ore e ecco che la cronaca deve registrare una nuova gravissima aggressione ai poliziotti penitenziari avvenuta all'interno degli Istituti di Pena di Parma. A denunciare i fatti è ancora una volta è il sindacato Sinappe attraverso il comunicato che segue.
Nuova aggressione a poliziotti nel carcere di Parma. La segnalazione da parte della Segreteria Regionale Si.N.A.P.Pe Emilia Romagna che di seguito pubblichiamo integralmente.
Le sigle sindacali SAPPE, OSAPP e SINAPPE comunicano che, come avevano già preannunciato, è stato depositato, presso il tribunale civile di Parma, il ricorso ex articolo 28 per l’accertamento della condotta antisindacale da parte della Direzione degli Istituti Penitenziari di Parma e del Provveditorato Regionale dell’Emilia Romagna e Marche, avverso l'illecita apertura del nuovo padiglione detentivo.
A seguire Il comunicato congiunto delle sigle sindacali della Polizia Penitenziaria che chiedono l'allontanamento del Provveditore Regionale dell'Amministrazione Penitenziaria per il suo modus operandi, in contrapposizione costante con le norme contrattuali.
Documento congiunto segreterie regionali 12/20 SR del 12.06.2020. Estensione stato di agitazione e astensione dalla Mensa Ordinaria di Servizio.
di Matteo Impagnatiello Parma 11 giugno 2020 - Se il mondo della Giustizia è destabilizzato al suo interno dallo scandalo delle toghe, presentando al Paese un quadro sconcertante che ha minato l’autorevolezza della magistratura, continuano a giungerci cattive notizie anche dalle nostre patrie galere.
Dopo le Torri Gemelle, dopo la crisi Lehman Brothers e dopo il referendum Brexit ecco la nuova nefasta data da ricordare: 9 marzo 2020 ovvero crisi da Coronavirus.
Di LGC Parma 10 marzo 2020 - La Borsa ormai funge da termometro della situazione socio economica di un Paese e con il 12% di crollo registrato ieri, il 9 marzo 2020 entra di diritto nel novero delle date nefaste di questo millennio. L'11 settembre 2001 la borsa crollò del 7,47% mentre il 6 ottobre 2008, all'indomani del crack della Lehman Brothers, l'indice statunitense scese del 8,24% , Il 24 giugno 2016 a seguito del referendum a favore della Brexit, la borsa invece crollò del 12,46%.
E' invece storia di ieri il crollo del 12% della borsa milanese a seguito del "Coronavirus". Dall'Australia all'Europa il domino delle borse renderà indelebile la data del 9 marzo 2020.
In Italia al crollo della borsa del 9 marzo 2020 vanno anche attribuiti altri episodi nefasti; dai 7 morti registrati al carcere di Modena, risultato delle 27 insurrezioni in altrettanti carceri del Paese, alla diffusione della notizia ben poco rassicurante dei 20.000 marines americani sbarcati in Europa, tra Olanda, Belgio, Lettonia e Estonia per l'Operazione (esercitazione?) "Defender Europe 20" e infine a sera tarda, il premier Giuseppe Conte che, a reti unificate, annuncia l'allargamento della zona arancione (ex rossa) a tutta la penisola, a seguito di una escalation rapidissima del contagio che ha visto oltre 1.000 nuovi infettato e circa un centinaio di nuovi decessi nelle 24 ore precedenti, portando l'Italia a secondo posto della speciale classifica da Coronavirus, preceduta dalla sola Cina.
Alle 18,00 del 9 marzo la situazione nazionale registrava 9172 i casi totali, delle quali positive sono 7985, 463 deceduti e 724 guariti.
Non c'è che dire, il 2020 è iniziato rimarcando la leggenda che vorrebbe gli anni bisesti funesti. Avanti a noi ci sarebbero ancora 9 mesi per smentire le tradizioni.
(PH. Francesca Bocchia)
Coronavirus, rivolta nei carceri: Bertoglio (AVRI) serve un intervento immediato e non indulti e amnistie come chiesto dai Radicali
L’intervento di Angelo Bertoglio, Presidente dell’Associazione Vittime Riunite d’Italia: “Mi auguro che il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, possa intervenire velocemente in questa ennesima assurda vicenda, che si sta creando nelle carceri Italiane con atti di violenza e ribellione al sistema carcerario. Va immediatamente data una tutela per l’incolumità degli agenti di Polizia Penitenziaria che già normalmente lavorano in situazione di grande disagio a causa di un sistema carcerario vecchio e ormai al collasso.
La rivolta nelle carceri, nasce da una protesta dei detenuti che rivendicano garanzie sanitarie per la paura dei contagi del Coronavirus.
I Ministeri della Giustizia e della Salute, spero che possano predisporre una serie di immediate misure specifiche di prevenzione del rischio di diffusione del coronavirus e che possa garantire la salute degli operatori carcerari e degli stessi detenuti.
La sospensione dei colloqui tra i detenuti e i parenti è una restrizione per i contagi e non provvedimento disciplinare.
Proprio nei giorni scorsi, il Partito radicale per voce di Rita Bernardini, chiedeva al governo, per paura dei contagi nelle carceri e con il numero di sovraffollamento carcerario, chiedeva un indulto/amnistia oppure con pene alternative e domiciliari per circa 8mila detenuti che devono scontare meno di 12 mesi di pena e per altri 8mila circa che devono scontare pene tra i 12 e i 24 per un totale di circa 16mila detenuti.
Le rivolte che stanno accadendo nelle carceri con il comportamento violento dei carcerati, sono la chiara ed evidente dimostrazione che le pene vanno scontare dietro le sbarre, senza dare ulteriori aiuti può o meno nascosti”.