C'è da dire che attualmente il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) si trova in un momento complicato, e il punto fondamentale è quello di riuscire a garantire cure e prestazioni a tutti i cittadini, ma senza gravare economicamente sulle famiglie.
Il Ministro Schillaci ha deciso di puntare su una riforma strutturata su due pilastri chiave:
- Prevenzione, per ridurre l'incidenza delle malattie croniche e ottimizzare l'uso delle risorse sanitarie.
- Medicina del territorio, con un potenziamento delle Case della Comunità e degli Ospedali di Comunità, per migliorare l’accesso alle cure primarie.
Vediamo allora nel dettaglio le principali novità introdotte dalla riforma e cosa comporteranno per i cittadini:
- Prevenzione: pilastro portante del SSN italiano, la prevenzione è un punto centrale nel nuovo documento. "Se vogliamo mantenere un servizio sanitario universalistico, dobbiamo ridurre il numero di pazienti con patologie croniche", ha dichiarato Schillaci durante un convegno della Società Italiana di Radiologia (SIRM). Questo obiettivo si traduce in una maggiore attenzione alla prevenzione primaria e secondaria, con programmi di screening, educazione sanitaria e diagnosi precoce.
- Medici di base: La riforma prevede il passaggio dei medici di base da liberi professionisti a dipendenti pubblici del Servizio Sanitario Nazionale. Gli orari di lavoro saranno dalle 8 alle 20 con impegni settimanali di 38 ore - attualmente il minimo garantito varia tra le 5 e le 15 ore, a seconda del numero di pazienti. Inoltre, verranno introdotti servizi diagnostici avanzati nelle nuove strutture, tra cui elettrocardiogramma ed ecografia.
- Case della Comunità: la riforma prevede un potenziamento dell'assistenza territoriale, con il coinvolgimento diretto dei Medici di Medicina Generale (MMG) nelle nuove Case della Comunità. L'obiettivo è garantire un servizio dettagliato e accessibile, evitando il sovraccarico degli ospedali. Si parla di oltre 1300 strutture sanitarie, finanziate con i soldi del PNRR, distribuite capillarmente sul territorio per migliorare l'accesso alle cure e offrire assistenza integrata.
- Liste d'attesa: si prevede l'istituzione di un sistema nazionale di monitoraggio delle liste d'attesa. I medici saranno obbligati a indicare la priorità e il tempo massimo di attesa possibile nelle prescrizioni (in alcuni casi questo già avviene). Grazie all'ampliamento dei servizi diagnostici si punta a ridurre i tempi di attesa per esami e visite specialistiche.
- Formazione specialistica: la formazione dei futuri medici di famiglia sarà riorganizzata, con l’introduzione di un corso di laurea specialistica della durata di quattro anni (ora si diventa MMG tramite un corso triennale di specializzazione post-laurea).
Il percorso di questa riforma non sarà probabilmente in discesa, e si prevedono molte discussioni nei vari ambiti toccati dal documento. Ad esempio, il sindacato FIMMG (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale) si oppone al provvedimento, contestando il fatto che potrebbe limitare l’autonomia dei medici e ridurre la qualità dell’assistenza. Inoltre, c’è il rischio di un aumento del carico di lavoro e di una diminuzione della retribuzione.
Vediamo quindi che il dibattito sullo status dei medici di base rimane per ora aperto e l'ipotesi di trasformarli in dipendenti del SSN non attira le simpatie dei diretti interessati, che temono una eccessiva burocratizzazione del proprio lavoro, anche se Schillaci assicura che il rapporto fiduciario con i pazienti sarà preservato.
Al momento la riforma è ancora in fase di discussione e, in generale, questi provvedimenti sono teoricamente volti a migliorare l'accessibilità e l'efficienza del sistema sanitario italiano, affrontando sfide importanti e non facili, come l'invecchiamento della popolazione e l'aumento dei malati cronici. Si punta anche a ridurre gli accessi inutili al pronto soccorso, che sappiamo tutti essere fortemente intasati, con ore e ore di attesa per gli utenti, e a garantire esami di primo livello - quelli cioè che rappresentano il primo passo per capire la patologia del paziente - per cercare di ottenere una diagnosi il più possibile tempestiva e accurata.
Il Ministro ci tiene poi a sottolineare come questa riforma non sia diretta alla privatizzazione del SSN. "Ogni volta che si prova a cambiare qualcosa si parla di privatizzazione, ma il nostro obiettivo è rafforzare la sanità pubblica", ha dichiarato in merito Orazio Schillaci.
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