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E' stato conferito il titolo di “Presidio Culturale Italiano" al Comune di Parma in occasione di "S.E.M.I. Storie di Eccellenza, Merito e Innovazione" organizzato da Cultura Italiae. Il premio è stato consegnato dal presidente di Cultura Italiae Angelo Argento e dal Direttore Generale Fondazione Matera-Basilicata 2019 Paolo Verri al sindaco Federico Pizzarotti e all'assessore alla Cultura Michele Guerra

"Ringrazio per questo importante riconoscimento. Diventare Capitale della Cultura è stato ed è un percorso di tutta la nostra città. Abbiamo superato grandi sfide, abbiamo avuto una città che ha saputo crederci e non si è mai arresa. Parma ha sfruttato ciò che aveva mettendolo a sistema, unendo realtà del territorio e risorse. La più grande sfida che vorremmo vincere non quella di far venire tante persone nella nostra città ma far riscoprire ai parmigiani l'orgoglio di essere parmigiani. Se sapremo fare tesoro del percorso fatto saremo un esempio. Il vostro riconoscimento conferma che stiamo percorrendo la strada giusta e che qualche 'seme' lo abbiamo gettato" ha commentato il sindaco Federico Pizzarotti.

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Cultura Italiae, nata il 14 dicembre 2016 presso la Fondazione G. Feltrinelli a Milano, è una Associazione indipendente che connette esponenti della società civile con lo scopo di incanalare il capitale immateriale di competenza, eccellenza e merito costruito dalla relazione di queste persone verso un costruttivo cambiamento sociale. Il Presidente di Cultura Italiae, Angelo Argento, è coadiuvato da quattro Vice Presidenti, Franca Coin, Simonetta Giordani, Alberto Improda e Alberto Luna e dal segretario generale, Veronica Pamio. L’Associazione opera nei vari settori culturali e creativi dove l’Italia è conosciuta come un esempio di eccellenza, merito e innovazione e ha come obiettivo concreto di raccogliere lo sforzo congiunto di donne e uomini del mondo della cultura, dello sport, dell’innovazione, delle arti, dell’impresa e delle professioni per realizzare specifici progetti concreti finalizzati a valorizzare l’Italia del merito e dell’eccellenza e a incentivare le nuove generazioni a investire tempo e idee per la crescita e lo sviluppo del Paese.

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Fonte: Comune di Parma

La tragedia ieri attorno alle 13, quando la piccola si è allontanata dalla mamma ed è finita in strada, proprio nel momento in cui una Fiat Multipla usciva da un parcheggio. Inutili i soccorsi, la piccola è morta sul colpo.

MODENA –

Una domenica come tante, con la partecipazione alla messa presso la Chiesa Evangelica di via Bembo, una laterale di Via Nazionale per Carpi, nella zona di San Cataldo, si è trasformata in tragedia per una famiglia di origini ghanesi, da tempo residente a Camposanto. 

Erano circa le 13 quando, all’uscita dalla funzione, la piccola Rebecca Amadu, 5 anni, si è allontanata dalla mamma, forse per raggiungere uno zio o un amichetto. Il destino, però, era in agguato, la bimba, infatti, è finita in strada proprio quando dal parcheggio stava uscendo una Fiat Multipla, condotta da una 46 enne di Nonantola. L’auto ha travolto in pieno Rebecca, che è morta sul colpo, sotto gli occhi della mamma e di una sorella. Inutile l’intervento del 118, che ha solo potuto constatare il decesso della bimba. La mamma e la conducente della Multipla, che si è regolarmente fermata per prestare soccorso, hanno avuto un malore.

Rebecca, che era nata a Modena, lascia la mamma, il papà, che lavora alla New Holland, e quattro fratellini. La famiglia risiede a Camposanto, nella Bassa modenese. Sono in corso ulteriori indagini per stabilire l’esatta dinamica dei fatti. 

 

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Quattro minorenni, tutti residenti nel Frignano, erano dediti ai furti di automezzi e spaccio di droga. Sono stati fermati dai Carabinieri durante una notte di inseguimenti, durante la quale i ragazzi hanno anche speronato una gazzella ferendo un militare.

PAVULLO –

Spesso li si definisce “ragazzi terribili” o si giustificano le loro azioni come “bravate”, ma i quattro minorenni, tre diciassettenni e un quindicenne, fermati tra sabato e domenica a Pavullo, dopo una nottata decisamente movimentata, avevano messo in piedi una vera e propria baby gang dedita al furto di automezzipur non avendo la patente, e di spaccio di sostanze stupefacenti

Dopo le numerose denunce di furti di auto e furgoni, avvenuti in diversi luoghi del Frignano, nella notte tra sabato e domenica i Carabinieri hanno organizzato diversi posti di blocco per tentare di intercettare i ladri. 

Proprio a uno di questi è stato fermato un mezzo con a bordo uno dei diciassettenni, mentre un altro, anch’esso rubato, è riuscito a fuggire. Attorno alle tre del mattino, i carabinieri hanno intercettato il furgone e lo hanno “stretto” davanti e dietro per costringerlo a fermarsi. Il giovane conducente, tuttavia, non si è perso d’animo e, forse credendosi in un film o in un videogioco, ha fatto retromarcia nel tentativo di darsi alla fuga. Nel compiere la manovra, però, ha speronato la gazzella dei Carabinieri, ferendo uno dei militari.

Insieme al compare fermato in precedenza, è stato quindi portato in caserma, ma anche qui, i due “ragazzini” non si sono mostrati collaborativi, mantenendo il più assoluto silenzio sui dettagli dei loro furti e sul nome dei complici. Le indagini, tuttavia, sono proseguite anche senza la loro collaborazione, consentendo di identificare anche il resto della banda, composta da altri due minorenni. 

I quattro, tutti residenti sull’Appennino modenese e regolarmente iscritti a scuole locali, sono stati denunciati per furto, ricettazione, resistenza a pubblico ufficiale e pure per detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio, poiché durante le perquisizioni sono stati trovati in possesso di 45 grammi di hashish, un bilancino di precisione e un’ampolla.

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Nell'ambito del piano di Controllo Integrato del Territorio, gli agenti del Commissariato di P.S. di Carpi, unitamente a personale della Polizia Locale, hanno svolto un servizio straordinario finalizzato a prevenire e contrastare il fenomeno dell'immigrazione clandestina e dei reati predatori in genere.

Particolare attenzione è stata rivolta al controllo di 4 sale scommesse, all'interno delle quali sono state identificate 22 persone.
Alcune irregolarità sono state riscontrate in uno dei locali sottoposto a verifiche. In particolare, nel giugno scorso, al titolare dell'esercizio era stata rigettata l'istanza di licenza ed inoltre il Questore della Provincia di Modena aveva emesso un provvedimento con cui ordinava l'immediata cessazione dell'attività. Nonostante ciò, il gestore ha allestito 24 postazioni dedicate alla raccolta di scommesse su eventi sportivi, continuando ad esercitare l'attività.
Per le violazioni riscontrate, il titolare sarà deferito all'A.G. per accettazione di scommesse in assenza della prescritta concessione amministrativa nonché per inosservanza dei provvedimenti dell'Autorità.

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Nella giornata di ieri, personale della Squadra Mobile di Modena, nel corso di un servizio straordinario volto alla prevenzione e al contrasto del fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti e dei reati predatori in genere, ha sequestrato 5,20 kg di Marijuana.

Gli agenti hanno effettuato alcuni controlli nella zona San Pancrazio, anche a seguito di segnalazioni di alcuni residenti, rinvenendo l'ingente quantitativo di sostanza stupefacente all'interno di un'area giochi per bambini.

Gli operatori di Polizia hanno recuperato, all'interno di uno scatolone occultato fra i cespugli, le infiorescenze di Marijuana che erano contenute in sacchetti di plastica sigillati ermeticamente e suddivisi in diverse pezzature di circa 1000, 500 e 250 grammi.

Nel corso dei controlli nel territorio modenese sono state identificate complessivamente 269 persone e controllati 133 automezzi. Inoltre, sono stati rinvenuti tre veicoli rubati: un Audi A4, asportata nel bolognese e localizzata in zona Sacca, ed una Ford Focus con all'interno del bagagliaio uno scooter Honda HS, individuati invece nei pressi di via Attiraglio.

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Influenza: “SÌ VAX anche per te”. Questo lo slogan del flash mob che gli operatori dell’Ausl Irccs di Reggio Emilia hanno organizzato oggi pomeriggio per ribadire l’importanza della vaccinazione.

Reggio Emilia -

Oggi, in coincidenza con l’avvio della Campagna di vaccinazione antinfluenzale promossa dalla Regione Emilia-Romagna, gli operatori dell’Azienda Usl Irccs di Reggio Emilia hanno organizzato un flash mob con finalità di sensibilizzazione di chi lavora negli ambiti sanitari.

L’iniziativa s’è svolta in tutti e sei gli stabilimenti del Presidio Ospedaliero Provinciale Santa Maria Nuova, alla Casa della Salute di Novellara e al San Lazzaro presso il padiglione Ziccardi sotto la grande quercia. Hanno partecipato medici, infermieri, tecnici e amministrativi oltre alla Direzione dell’Azienda.

Il messaggio che si è inteso trasmettere con lo slogan: “SÌ VAX anche per te” riguarda l’importanza della vaccinazione sia per la parte di popolazione più soggetta ad andare incontro a complicanze in caso d’influenza stagionale, che per il personale sanitario. La prevenzione dell’influenza rappresenta infatti un importante intervento di sanità pubblica per il rilevante impatto dell’epidemia stagionale sulla popolazione, con elevata contagiosità e mortalità, in particolare per gli anziani e le persone con patologie croniche.

E’ stata l’occasione per riaffermare l’importanza della vaccinazione e per confermare, attraverso questo semplice gesto, il rispetto nei confronti di coloro che si affidano agli ospedali per la tutela della loro salute. Al termine del flash mob gli operatori si sono sottoposti alla vaccinazione antinfluenzale.

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Fonte: Ausl RE

 

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Sono ore di paura per quattro persone ancora in ostaggio presso le Poste di Pieve Modolena, frazione di Reggio Emilia. Verso le nove di questa mattina, Francesco Amato, uno dei condannati del processo Aemilia, dopo aver fatto uscire i clienti, si è barricato all'interno dell'ufficio postale tenendo in ostaggio cinque dipendenti. Le Forze dell'Ordine che hanno bloccato le via Emilia e svuotato tutti i negozi adiacenti.

Amato, condannato a 19 anni e irreperibile dal giorno della sentenza, è in possesso di un coltello e ha minacciato di usarlo.

Verso le 11 uno degli ostaggi, una dipendente delle Poste, è stata lasciata libera. Appena fuori ha avuto un mancamento ed è stata soccorsa dal 118.

Sono attualmente in corso le trattative, grazie alla direttrice che sta facendo da intermediaria fra Amato e i Carabinieri. Fra le richieste, quella di poter parlare con Salvini.

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Mafie. Oggi a Reggio Emilia la sentenza e le condanne del processo "Aemilia". La Regione: "Grazie agli inquirenti e a tutta la comunità regionale che si è schierata con le istituzioni dalla parte della legalità". La Regione ha sostenuto il procedimento stanziando oltre 1,1 milioni per lo svolgimento delle udienze e si è costituita parte civile. Il sottosegretario alla Presidenza della Giunta, Manghi, presente alla lettura del dispositivo.

Bologna -

“Se in passato ci sono state sottovalutazioni o superficialità di analisi rispetto alla penetrazione delle mafie nel nostro territorio, adesso in Emilia-Romagna nessuno si volta più dall’altra parte, negandone il pericolo. Chi lo dovesse fare si renderebbe complice di una realtà che non è più negabile. Questo lo si deve anche al grande impegno che la Regione ha profuso in questi anni fino al sostegno concreto allo svolgimento dei processi sul nostro territorio, alla nostra costituzione come parte civile e con la testimonianza, altrettanto importante, di una comunità regionale che si è schierata senza se e senza ma con gli inquirenti, la Magistratura e gli agenti delle forze dell’ordine impegnati nella battaglia per la legalità, a cui va il grazie di tutti noi. Un fronte unito che va dalle istituzioni ai cittadini che oggi, con la sentenza di primo grado, qui in Emilia-Romagna ha dimostrato tutta la sua grande forza, per un impegno che prosegue in nome dei valori, dei diritti e del civismo che contraddistinguono la nostra comunità”.

È questo il commento dell’assessore alle Politiche per la legalità, Massimo Mezzetti, alla sentenza di primo grado del processo “Aemilia”, celebrato a Reggio Emilia contro la 'ndrangheta da quasi tre anni. La Corte, riunita dal 16 ottobre nei locali della Questura reggiana, ha deliberato per i 148 imputati, la condanna per 125, 19 assoluzioni e quattro prescrizioni. Presente in aula alla lettura del dispositivo, in rappresentanza della Regione, il sottosegretario alla Presidenza della Giunta regionale, Giammaria Manghi.

“Un plauso particolare- aggiunge Mezzetti- va al Presidente del Tribunale e ai Pm , per la mole di lavoro svolto e per i tempi relativamente rapidi con cui si è arrivati a questa sentenza di primo grado”.

Il processo si è svolto nel capoluogo emiliano anche grazie allo stanziamento di 450mila euro da parte della Giunta regionale, che si sono sommati ad altri 748 mila euro precedentemente stanziati per sostenere la prima fase del dibattimento a Bologna.
La Regione, che si è costituita parte civile in coerenza con l’impegno messo in campo per combattere la criminalità organizzata, durante il dibattimento del processo, ha articolato la propria deposizione su tre filoni: l’impegno, appunto, contro la criminalità organizzata, il danno subito, civile e patrimoniale, e le attività di prevenzione all’infiltrazione delle mafie nell’ambito della ricostruzione successiva al sisma del 2012.

“L’impegno della Regione- ha aggiunto Mezzetti- risale agli anni 90, quando si avviò un’attività di ricerca e analisi nei territori, con numerose pubblicazioni, a partire dal progetto ‘Città sicure’, che puntavano al monitoraggio e alla denuncia della presenza della criminalità organizzata nei territori. L’impegno è proseguito sul fronte della diffusione della cultura della legalità e dell’antimafia con i tantissimi progetti svolti nelle scuole basati sulla partecipazione dei più giovani e nel recupero dei beni immobili confiscati ai boss per riconsegnarli alle comunità locali, progetti sui quali la Regione ha investito negli ultimi anni 3 milioni di euro. E poi ricordiamo l’attività di prevenzione e controllo sulla ricostruzione post sisma in stretta collaborazione con le Prefetture, con l’avvio del meccanismo delle white list, fino al Testo unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell'economia responsabile che abbiamo approvato due anni fa. E proprio in linea con tutto questo, abbiamo voluto che il processo Aemilia si svolgesse qui, nella nostra terra, stanziando 1 milione e 150 mila euro direttamente dal bilancio regionale perché si potessero tenere le udienze prima a Bologna e poi a Reggio Emilia”.

 

L’IMPEGNO DELLA REGIONE CONTRO LE MAFIE

In collaborazione con l’Università di Bologna, la Regione ha finanziato, unica in Italia, una dettagliata mappatura on-line dei beni immobili confiscati alle mafie. Un impegno riconosciuto anche a livello internazionale, per esempio dallo United Nations Office on Drugs and Crime, che include l’esperienza della Regione Emilia-Romagna come una delle buone pratiche promosse dalle Nazioni unite. Inoltre, l’impegno si è concretizzato nel finanziamento di numerosi progetti prima attraverso la legge regionale n. 3 del 2011, dedicata al contrasto alle infiltrazioni della criminalità organizzata e al sostegno e promozione della lotta alle mafie e della cultura della legalità, progetti per il recupero di beni confiscati, percorsi formativi nelle scuole, interventi a favore delle vittime e poi del Testo Unico sulla legalità del 2016: dal 2011 al 2018 210 quelli finanziati con un contributo di oltre 4.3 milioni di euro per interventi capillari prevalentemente rivolti a giovani e studenti.

In relazione ai fenomeni di infiltrazione mafiosa che in vari settori delle attività economico-istituzionali si sono manifestati nel corso del tempo in Emilia-Romagna, la Regione ha dunque predisposto norme di contrasto culminate nel Testo unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell'economia responsabili, la legge regionale numero 18 del 28 ottobre 2016.

Importante anche il “Protocollo d'Intesa sulla gestione dei beni sequestrati e confiscati” alla criminalità organizzata ed economica, siglato nel 2017, su proposta del presidente del Tribunale di Bologna, Francesco Caruso, dalla Regione Emilia-Romagna e dai diversi attori sociali e istituzionali del territorio emiliano romagnolo. Fra gli obiettivi, quello di rimettere in circolo il più rapidamente i beni sequestrati alla criminalità e, soprattutto, modalità più ampie di gestione di quelle aziende che vengono sequestrate e poi confiscate, in modo tale da salvaguardare il lavoro e i lavoratori. Si tratta di strumento di soft law (produzione di norme prive di efficacia vincolante diretta) che mira a consentire una rapida, seppur temporanea, assegnazione dei beni immobili e dall’altro, sul versante aziendale, a realizzare progetti industriali in grado di assicurare la continuità dell’attività delle imprese e la tutela dei livelli occupazionali.

 

BENI CONFISCATI ALLA MAFIA IN EMILIA ROMAGNA

A oggi il totale dei beni immobili confiscati in Emilia-Romagna risultano 119: di questi 77 sono ancora in gestione dall’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati alle criminalità organizzata e solo 26 sono già destinati: su 16 di questi sono in corso progetti di riutilizzo per fini sociali su cui la Regione interviene direttamente. Dal 2011 ad oggi sono stati sottoscritti dalla Regione Emilia-Romagna 25 Accordi di Programma su 15 beni immobili confiscati cofinanziati con un contributo regionale di oltre 1.5 milioni di euro.

E ancora: un Protocollo sottoscritto nella primavera di quest’anno tra la Regione e le Prefetture emiliano-romagnole punta rafforzare l’azione di prevenzione e contrasto delle infiltrazioni criminali e mafiose in Emilia- Romagna. L’accordo migliora lo scambio di informazioni e dati, aumenta i controlli rispetto ad appalti e concessioni di lavori pubblici, servizi e forniture, estendendoli all'attività urbanistica e all’edilizia privata, dove si punterò anche al rispetto della sicurezza nei cantieri e alla tutela del lavoro.

Capitolo importante è quello della prevenzione delle infiltrazioni mafiose nella ricostruzione post sisma. L’amministrazione regionale tra le altre misure ha applicato il protocollo sulla legalità sottoscritto con il Governo e le Prefetture, già in vigore all’epoca del terremoto; istituito l’elenco dei fornitori, prestatori di servizi ed esecutori lavori (White list) individuando le attività maggiormente esposte a rischio di infiltrazione mafiosa; realizzato l’anagrafe degli esecutori regionale; esteso le categorie di lavori a maggiore esposizione; sottoposto tutti i lavori pubblici alle Linee guida per il monitoraggio finanziario delle grandi opere (Ccasgo); fornito alle Prefetture e al Gruppo interforze ricostruzione Emilia-Romagna (Girer) sia l’elenco dettagliato di tutte le aree che sono state acquisite per la realizzazione delle strutture temporanee sia l’elenco delle imprese affidatarie per poter esercitare controlli in corso d’opera. / Gia.Bos.

Regione ER 

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Gli allievi del Conservatorio Peri Merulo di Reggio Emilia all'Ospedale dei bambini Pietro Barilla di Parma. Una performance musicale speciale dedicata ai loro coetanei ricoverati.


Il suono degli strumenti, le scale musicali e le favole di Gianni Rodari hanno accompagnato i pazienti in un divertente viaggio nella musica.
L'ironia della tromba, il cinguettio dei flauti, la voce dell'oboe o la profondità del contrabbasso e poi la dolcezza del violino e le scale giocose di arpa e viola: così gli allievi del Conservatorio Peri Merulo di Reggio Emilia, diretti da Eleonora Incerti e accompagnati dalla voce narrante di Laura Pazzaglia, hanno voluto presentare gli strumenti al pubblico che martedì mattina ha affollato il cavedio dell'Ospedale dei bambini "Pietro Barilla".

Una performance musicale dedicata ai loro coetanei seduti a pochi passi da loro, appena dietro la vetrata, coinvolgendoli in un ascolto, prima curioso e poi divertito. Il racconto, un po' fantastico e un po' fiabesco, inseguiva un Giovannino Perdigiorno intento ad esplorare nuovi mondi e così i ragazzi venivano accompagnati a salire e scendere scale musicali, a riconoscere timbri e giochi sonori. E partecipavano, sorridendo.

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"Che bello vederli ridere, fa solo bene prima di tutto a loro ma anche a noi" ha commentato Maria Rosaria Pieri Nerli, coordinatrice infermieristica del Day hospital pediatrico che volentieri trasforma quella che solitamente è una sala d'attesa in una sala da concerti.

Portare la musica nei reparti pediatrici è una prerogativa della Scuola in ospedale attraverso l'insegnate di educazione musicale Marzia Fusi che crede nella forza positiva delle note soprattutto per chi sta affrontando una lunga malattia. "I concerti sono momenti che creano complicità tra pazienti, insegnanti, personale sanitario e volontari perché tutti diventano spettatori allo stesso modo ed inoltre è un'occasione per fare cultura in Ospedale tant'è che l'insegnante di arpa dell'istituto Peri Merulo si è reso disponibile per lezioni propedeutiche dedicate ai giovani ricoverati".
E l'esperienza ha lasciato un segno anche nei giovani musicisti se una ragazza di undici anni ha commentato con la mamma "Ti prometto che non mi lamenterò più per i troppi compiti, ho capito che i problemi seri sono altri".

 

Fonte: Azienda ospedaliero-universitaria di Parma

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Giovane, sportiva e parmigiana, Elisa Adorni è stata tra le cinque italiane selezionate per il "Donna Moderna Negev Adventure". Il progetto, in collaborazione con l'Ufficio Nazionale israeliano del Turismo, ha coinvolto le lettrici di Donna Moderna, primo magazine femminile in Italia del Gruppo Mondadori, portandole a correre nel deserto del Negev, in Israele.

Quattro tappe, in cui seguite dal coach Federico Bertone, stanno prendendo parte ad una ultratrail di 80 km. Un viaggio all'insegna dello sport in cui poter alternare momenti di relax e di scoperta del territorio in luoghi ricchi di storia come Tel Aviv e Gerusalemme.

Avevamo avuto il piacere di incontrare Elisa prima della partenza (guarda il video) e queste sono alcune foto inviateci ieri, della prima tappa.

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