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Dopo cinque giorni dalla valanga che ha travolto l'hotel Rigopiano proseguono le ricerche. Ancora 23 i dispersi. Christian Labanti, Agostino Zini, AlessandroTedeschi e Daniele Nasci il team partito dalla stazione del Soccorso alpino di Rocca di Badolo, nel bolognese, e tra i primi a raggiungere il luogo del disastro. Mobilitati assieme a una squadra di Parma impegnata nell'Alto Abruzzo.

Bologna, 23 gennaio 2017

Non si fermano le ricerche dei dispersi, dopo cinque giorni dalla tragica valanga che ha travolto il 18 gennaio l'Hotel Rigopiano di Farondola, sul versante pescarese del Gran Sasso. Ad oggi, il bilancio attuale è di 11 sopravvissuti, 6 morti e 23 dispersi, e le operazioni di soccorso continuano incessantemente nella spera ancora di trovare in vita qualcuno tra neve, detriti e strutture dell'albergo.

Christian Labanti, Agostino Zini, Alessandro Tedeschi e Daniele Nasci: sono quattro dei volontari arrivati da Bologna che sabato hanno salvato la vita di bambini e altri ospiti dell'hotel. La squadra era stata allertata, insieme ad un'altra di Parma inviata nell'Alto Abruzzo con compiti socio-sanitari, dal coordinamento nazionale della Protezione civile. I quattro, che appartengono alla stazione bolognese di Rocca di Badolo del Soccorso alpino regionale, guidato da Danilo Righi, sono stati tra i primi a raggiungere, in condizioni estremamente difficili, il luogo dove sorgeva l'hotel: sono arrivati la notte, sugli sci, mentre ogni mezzo di soccorso non riusciva ad avanzare, traendo in salvo le due persone che avevano trovato rifugio in auto dal pomeriggio, subito dopo la slavina, e svolgendo i primi rilievi sulla struttura, dove sono riusciti a entrare per pochi metri, dando il là di fatto all'operazione che sta portando al recupero di alcuni fra gli ospiti dell'albergo, fra cui quattro bambini.

"Quando abbiamo estratto la prima bimba di sei anni, non ci potevamo credere- ricorda Christian Labanti, capo della Stazione alpina bolognese-. E' stata un vera linfa vitale. Siamo estremamente orgogliosi dell'impresa fatta e siamo anche preparati mentalmente e fisicamente al peggio, ma ho negli occhi Ludovica che mi chiede i biscotti, l'acqua, e la sua mamma, e questo basta per andare avanti". "Ci siamo subito resi conto che non avremmo potuto utilizzare i mezzi- spiega Labanti, ricordando l'arrivo sul luogo della tragedia-. Con gli sci abbiamo percorso gli 11 chilometri che ci separavano da Rigopiano. Quando siamo arrivati, dopo circa tre ore, ci siamo aggiunti alle squadre locali della stazione di Penne e della Guardia di finanza di Roccaraso".

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"Le immagini erano impressionanti- continua Labanti- i quattro piani dell'hotel erano rasi al suolo e spostati di 50 metri, anche la hall era ruotata di 40 gradi: impossibile orientarsi con le mappe catastali che ci avevano fornito. Molti reperti (materassi, divani, macchina del caffè) sono stati trovati a circa 400 metri dall'albergo. Abbiamo iniziato a scavare, c'erano 4/5 metri di neve che coprivano tutto, senza fermarci perché sapevamo che sotto c'erano anche dei bambini e che bisognava agire in fretta anche se nessuno di noi poteva immaginare, in quelle condizioni e dopo 52 ore, un esito così positivo. E ne voglio approfittare per ringraziare tutti per il sostegno che abbiamo avuto".

I quattro fanno parte di una delle sette stazioni dell'Emilia-Romagna con 30 volontari operativi che ha sede a Marzabotto. L'altra squadra di Parma è composta da Stefano Guerra, Sandro Zanardi, Alberto Ebri ed Elia Monica ed è occupata nel portare aiuto alle famiglie isolate nell'alto Abruzzo. Ha contribuito all'evacuazione di 5 nuclei famigliari che sono stati trasportati, anche grazie alle barelle toboga, ai centri di assistenza.

Decine di volontari e operatori della Protezione civile regionale sono al lavoro in tante parti delle aree colpite dal sisma per rimuovere la neve da strade e centri abitati. Le operazioni di soccorso proseguono senza sosta, nonostante la pioggia che da ieri continua a cadere sulla zona.

 

Pubblicato in Cronaca Emilia

Arrestati due ladri, rumeni, pluripregiudicati sorpresi mentre tentavano il furto di rame alla Centrale Elettrica di Vigheffio. Gli stessi avevano compiuto un furto pochi giorni fa presso la sede IREN S.p.a. di Castelguelfo.

Parma, 21 gennaio 2017

E' accaduto mercoledì sera, alle ore 21,30 quando due pattuglie della Polizia di Stato, in forza alla "Squadra Volante" della Questura di Parma, sono intervenute in strada Tronchi, nella frazione di Vigheffio, a seguito di una chiamata al 113 relativa alla presenza di numero quattro persone sospette. Prontamente sul posto gli Agenti hanno trovato due uomini all'interno della centrale termica della società "TERNA S.p.a." ed altri due all'esterno dell'area.

I quattro, scoperti si sono dati immediatamente alla fuga prendendo direzioni diverse: i due all'interno dell'area, grazie ad un foro eseguito nella recinzione, si sono dileguati a piedi nei campi circostanti, mentre gli altri due sono stati inseguiti e bloccati dai poliziotti.

Dalle immediate indagini gli Agenti hanno scoperto che i quattro si erano prima introdotti in un casolare per rubare, dirigendosi poi alla centrale elettrica ubicata nella stessa via. Sottoposti a perquisizione veniva rinvenuto e sequestrato diverso materiale rubato all'interno dell'abitazione, stipato in alcune borse e sacchi, oltre a provento di furto, in danno della società "IREN S.p.a." dalla sede di Castelguelfo risalente al 9 e 12 gennaio per cui era stata fatta denuncia presso la Stazione Carabinieri di Reggio Emilia, dal responsabile sicurezza.

Oltre al materiale sottratto e ricettato sono stati rinvenuti oggetti per perpetrare furti in abitazioni e nei cantieri, il tutto debitamente sottoposto a sequestro penale, unitamente all'auto utilizzata. Al termine dell'attività d'indagine, di investigazione e di assicurazione delle fonti di prova, i due soggetti rumeni, sono stati tratti in arresto in flagranza di reato per i reati di furto in abitazione pluriaggravato in concorso e tentato furto pluriaggravato in concorso. Venivano contestualmente indagati in stato di libertà per ricettazione aggravata in concorso e porto di armi od oggetti atti ad offendere in concorso.

L'arresto è stato convalidato ieri dal Giudice del Tribunale di Parma ed i due ladri, rumeni, pluripregiudicati trasferiti presso la locale C.C. di via Burla in attesa del processo che si celebrerà il 30 gennaio prossimo.

Pubblicato in Cronaca Parma

E' stato arrestato il ladro che rubava in negozi e su auto in sosta nei viali Fratti e Mentana. E' un moldavo di 26 anni ed è uno scassinatore seriale, pluripregiudicato e tossicodipendente.

di Alexa Kuhne

Parma, 20 gennaio 2017 

Da tempo lo cercavano. Erano in troppi a denunciare furti con scasso e rottura di finestrini nella zona dei viali Fratti e Mentana, vicino al centro.
Non potevano essere azioni di singoli. Doveva essere sempre lo stesso uomo, che si muoveva di notte con destrezza, in silenzio, portando sempre a segno qualche piccolo colpo, a danno di automobili o di negozi.
Perché le dinamiche si ripetevano: stessa ora, stesso modo.
Cosi, la Squadra mobile, sezione antirapine, ha ritenuto si trattasse di un ladro seriale, che ormai agiva indisturbato, sicuro di portare sempre a casa qualcosa e ha iniziato un pattugliamento mirato.
Gli uomini della Mobile hanno raccolto i frutti di un lungo appostamento ieri mattina.
Ad essere caduto nella trappola degli agenti in borghese che si sono serviti di una auto civetta è stato Eduard Ciobanu, moldavo clandestino di 26 anni, risultato poi pluripregiudicato e tossicodipendente.
L'uomo, all'alba di ieri, è comparso, a bordo di una bicicletta nera da donna, con il viso completamente travisato. Ha parcheggiato il suo mezzo accanto alla vetrina della pizzeria 'Pomodoro e basilico' e si è avvicinato all'auto civetta della polizia, cercando all'interno, ma non trovando niente da rubare. E' tornato verso la bicicletta e l'ha usata come scala, ha raggiunto il finestrone del ristorante, forzandolo e poi, per il rumore causato, decidendo di aspettare, appostandosi, per poi ritornare e provare ad intrufolarsi nel locale. Così ha fatto, entrando dalla finestra rotta, nella pizzeria, riuscendo a rubare prodotti e 50 euro dal registratore di cassa. All'uscita c'erano gli uomini della Mobile ad aspettarlo.
Il moldavo aveva effettivamente immagazzinato nel suo domicilio grandi quantitativi di oggetti sottratti nell'ultimo mese su auto in sosta e nei negozi attorno a viale Fratti e viale Mentana.
Dagli accertamenti fatti nella sua abitazione si è risaliti a tre proprietari di parte della merce posta sotto sequestro.

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Rapine in villa. Identikit dei rapinatori che sanno dove e come agire in sicurezza. Arrestati gli altri due componenti della banda di albanesi che aveva svaligiato una villa a Porporano mentre il figlio dei proprietari era in casa.

di Alexa Kuhne

Porporano (Parma) 19 gennaio 2017

Era stato il figlio dei proprietari di casa ad accorgersi della presenza dei rapinatori.
Grazie al ragazzo di 17 anni è stato possibile per la Squadra mobile di Parma ricostruire i fatti ed arrestare anche gli altri due componenti della banda, Ermal Karaj e Arben Reci, albanesi, 24 anni.
La villa, in località Porporano, era stata presa di mira dai tre, professionisti delle rapine, secondo l'identikit che ne ha fatto la polizia. Gente esperta, che sa dove e come colpire, che agisce in sicurezza, quando i proprietari di casa non sono presenti e quando fa buio, ma che è pronta a qualsiasi emergenza e che sa reagire con freddezza e senza scrupoli.
Senza incertezze e timori hanno agito i tre malviventi, il 20 ottobre, quando si sono accorti che qualcuno era in casa al momento della rapina.
La vittima era in bagno, posto al piano superiore della villa, quando, udendo dei rumori provenire dalla cucina, non aveva esitato ad affacciarsi sulla scala.
A quel punto uno dei tre, puntando un coltello contro il minorenne, lo ha obbligato a scendere e a sedersi sui gradini, mentre un complice era andato al primo piano per aprire la cassaforte, tagliandola con un flessibile. Ci sono voluti solo 5 minuti per asportare gioielli per un valore di 5mila euro e per fuggire.
E' stato anche grazie alle telecamere, installate in un'abitazione vicina alla villa, che la Scientifica ha potuto ritrovare la Volkswagen Golf nera utilizzata dalla banda, nella quale sono stati rinvenuti effettivamente gli attrezzi da scasso, la borsa di tela descritta dalla vittima e usata per trasportare il flessibile, anch'esso sequestrato.
Prima Artan Goci e poi, ieri, Ermal Karaj, Arben Reci, sono stati posti in stato di fermo per il reato di ricettazione. Dei tre solo Artan Goci aveva ammesso una sua partecipazione alla rapina. Nella giornata di ieri, invece, grazie all'individuazione fotografica, la vittima ha confermato di riconoscere i tre rapinatori, nonché l'attrezzatura utilizzata.
Per Ermal Karaj e Arben Reci e Artan Goci è stata emessa un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per rapina aggravata in concorso.

Pubblicato in Cronaca Parma

Controlli a tappeto effettuati dal personale del Commissariato di P.S. di Carpi con l'ausilio del Reparto Prevenzione Crimine di Reggio Emilia. Denunciato in stato di libertà, per i reati di ricettazione e porto ingiustificato di armi un 41enne con numerosi precedenti.

Modena, 19 gennaio 2017

Nei giorni scorsi personale del Commissariato di P.S. di Carpi con l'ausilio del Reparto Prevenzione Crimine di Reggio Emilia ha effettuato controlli a tappeto nel comune di competenza con particolare attenzione ai quartieri residenziali. Sono state identificate complessivamente 51 persone, molte delle quali con precedenti di Polizia, e controllati 26 veicoli in transito.

Nella serata di ieri, è stato denunciato in stato di libertà, per i reati di ricettazione e porto ingiustificato di armi, un cittadino italiano residente a Genova di anni 41 con numerosi precedenti di Polizia. L'uomo, che probabilmente si trovava a Carpi in trasferta con l'intento di commettere reati, è stato bloccato dagli agenti, a bordo di una utilitaria, nelle vicinanze di Piazza Costituente, dopo aver tentato di eludere i controlli.

All'interno della autovettura, risultata rubata, sono stati rinvenuti un tubo di ferro di grandi dimensioni, utilizzato presumibilmente quale strumento di effrazione, e un paio di macchine fotografiche di ingente valore commerciale, anch'esse probabile oggetto di furto.
Nei confronti dell'uomo è stato avviato il procedimento amministrativo del Foglio di Via Obbligatorio dal Comune di Carpi.

Nell'ambito dei controlli straordinari, sono state effettuate verifiche anche all'interno dei campi nomadi, procedendo all'identificazione di 15 persone e al controllo di 8 veicoli.

controlli polizia municipale modena

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Fermato durante un controllo della Municipale nel Quartiere Roma gli agenti hanno trovato nascosto nell'auto un coltello a scatto: denunciato per porto abusivo di armi.

Piacenza, 19 gennaio 2017

E' stato fermato per un normale controllo da una pattuglia della Sezione servizi specifici della Polizia Municipale, nel Quartiere Roma, martedì pomeriggio poco dopo le 17. Il conducente del veicolo, una Mazda con targa tedesca, alla vista degli agenti ha cercato con una manovra repentina e pericolosa per la circolazione, di sfuggire agli agenti, svoltando nel parcheggio adiacente alla stazione ferroviaria ma è stato costretto a fermarsi.

La pattuglia, dopo aver intimato l'alt, ha verificato l'identità dell'uomo al volante e del passeggero, entrambi trentenni di nazionalità rumena, residenti in Germania. Durante la fase della richiesta dei documenti, aprendo il vano portaoggetti, gli agenti hanno però notato la presenza di un coltello a scatto, da qui la perquisizione personale del guidatore e dell'auto.
I due uomini sono stati accompagnati al Comando della Polizia Municipale per completare ulteriori controlli e l'atto di denuncia del conducente all'Autorità Giudiziaria, per porto abusivo di armi.

Pubblicato in Cronaca Piacenza
Mercoledì, 18 Gennaio 2017 17:53

Studenti restano chiusi dentro il cimitero di Modena

Dentro il cimitero oltre l'orario di chiusura: liberati dalle telecamere. Il sistema di videosorveglianza con portineria elettronica ha consentito di aprire a studenti di architettura che si erano trattenuti a fotografare il cimitero di Aldo Rossi.

Modena, 18 gennaio 2017

Una bella disavventura, quella capita ad un gruppo di giovani rimasti chiusi all'interno del cimitero di Modena. Sei studenti appassionati di architettura tra cui anche studenti orientali, si sono trattenuti nei giorni scorsi oltre l'orario di chiusura per fotografare il cimitero di Aldo Rossi.

Grazie al sistema interattivo di videosorveglianza di San Cataldo, collegato con le portinerie, sono stati contattati ed è stato loro aperto il cancello. In precedenza due persone si erano introdotte nel cimitero già chiuso per gli ingressi, ma in una fase di mezz'ora che consente l'uscita. Sono stati ripresi dalle telecamere e immediatamente contattati da un operatore della portineria, a cui hanno spiegato di essere giunti in ritardo e di voler comunque portare un saluto a un loro caro. Il sospetto dell'operatore era che cercassero di introdursi, forse per individuare o sottrarre a cimitero chiuso qualcosa da un luogo che conserva anche pregevoli testimonianze d'arte legate al culto dei defunti. Azioni rese più difficili dal nuovo sistema di portineria elettronica e sorveglianza interattivo e multimediale attivato da inizio novembre. Un apparato tecnologico - istallato in accordo con il Comune dalla ditta Dugoni, nuova concessionaria dei servizi cimiteriali - che consta in totale di 36 telecamere che consentono di monitorare l'intera area interna del cimitero, 23 delle quali nelle gallerie pluripiano del cimitero nuovo di Aldo Rossi, in grado di controllare dalla portineria qualsiasi parte dei porticati, e nelle aree esterne, oltre che negli ingressi.

Gli ingressi sono ora dotati di sistemi di portineria virtuale con sbarre automatiche e di quattro videocitofoni (due per gli ingressi al cimitero nuovo di Aldo Rossi, uno per l'ingresso centrale del Cimitero storico del Costa e uno per l'accesso sul lato dei fiorai) che consentono con sistemi touchscreen di attivare una videochiamata all'ufficio cimiteriale collegato. Il sistema funziona 24 ore su 24, 365 giorni su 365 all'anno.

Gli orari di apertura per accesso al pubblico a San Cataldo nel periodo invernale, da ottobre a marzo, sono al mattino dalle 8 alle 12 e al pomeriggio dalle 14 alle 16. La chiusura del cimitero avviene 30 minuti dopo (alle 12.30 e alle 16.30); dopo le 12 e dopo le 16 si può solo uscire.

Pubblicato in Cronaca Modena

Sigaretta elettronica gli esplode in bocca: americano gravemente ferito perde sette denti e resta sfigurato. La denuncia del ragazzo sulla pagina Facebook. 

18 gennaio 2017

E' rimasto gravemente ferito per colpa di una sigaretta elettronica esplosagli in bocca. Questa la terribile esperienza capitata ad Andrew Hall, americano, che a causa dello scoppio della batteria ha riportato dolorose ustioni di secondo grado e la perdita di sette denti. Lo scoppio si è verificato mentre l'uomo si preparava per andare a lavoro: 'Ieri mattina, ha scritto, mi stavo preparando per andare a lavoro quando è accaduto questo. Fumo la sigaretta elettronica da oltre un anno e vi assicuro che non ho mai fatto qualcosa che non dovevo, eppure mi è esplosa in faccia" - si legge sulla pagina Facebook.

esplosione sigarettaelettroncia

E' stata aperta un'inchiesta per determinare se l'esplosione dello strumento è dovuto a una batteria difettosa o ad un uso improprio. Anche se è pur vero che un tale incidente è raro è anche vero che è sempre più diffusa tra gli utenti, soprattutto più giovani, l'aumento volontario della potenza della batteria, finalizzata ad aumentare il volume di inalazione del vapore.

esplosione sigarettaelettroncia inbocca

 

Per Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", si tratta dell'ennesimo caso segnalato e rimbalzato alle cronache circa i rischi connessi all'uso della sigaretta elettronica che è diventata una valida alleata per i fumatori incalliti. Il Tirreno riporta di un altro caso, questa volta italiano, avvenuto ieri a Prato di un ragazzo a cui la sigaretta elettronica è esplosa in tasca

 

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L'ultimo caso a Parma. I femminicidi aumentano di anno in anno e in Emilia Romagna sono arrivati a 11, quasi il doppio rispetto al 2015. Anche se si ha paura, denunciare senza esitazione pare essere l'unico modo per evitare il peggio...

di Alexa Kuhne

Parma, 16 gennaio 2017 -

L'ultimo duplice omicidio è accaduto lo scorso 27 dicembre.
Vengono ritrovati, in un casolare adibito a locale notturno, i corpi di Gabriela Altamirano, 45 anni, e della trans Kelly, 47 anni, entrambe uccise, stando alle ultime indagini, dall'ex compagno di Gabriela, Samuele Turco, di 42 anni, che pare si sia fatto aiutare da suo figlio.
Si ipotizza che la trans Kelly si sia trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato, divenendo così una vittima collaterale del femminicidio.
Fatti di cronaca in cui le vittime sono donne, perseguitate e poi uccise da uomini che erano spesso compagni di vita.
La violenza maschile ha continuato a mietere vittime fino alla fine dell'anno ma la scia di femminicidi non si è arrestata con l'inizio dell'anno. Anzi. Altri casi di cronaca con al centro donne ferite e assassinate hanno insanguinato la settimana appena passata.
Solo in Emilia Romagna, nel 2016, sono state 11 le donne uccise, a cui si aggiungono 4 tentativi falliti; nel 2015, a pagare con la vita per la follia degli uomini, erano state 6 donne.
Un bilancio che fa riflettere perché vede quasi raddoppiare i femminicidi nel 2016 rispetto all'anno precedente.
Un dato allarmante ma che, comunque, non fornisce il quadro reale della situazione, visto che si basa solo sui casi che ottengono attenzione mediatica.
Il Coordinamento dei centri antiviolenza dell'Emilia-Romagna sottolinea l'importanza di sensibilizzare sul tema del femminicidio e la necessità di un lavoro congiunto con le istituzioni per fermare la violenza maschile contro le donne. Ma soprattutto la volontà di denunciare. Il primo passo, spesso, purtroppo, non tempestivo e non sufficiente ad evitare il peggio.
Violenza e stalking, cioè atti persecutori nei confronti della vittima, sono all'ordine del giorno. Solo che per molte donne rimane difficile farsi aiutare, per timore di rimanere isolate o per paura di mettere a repentaglio la propria vita e quella dei figli.
Anche Gabriela Altamirano si era rivolta al centro antiviolenza di Parma per raccontare la condotta persecutoria del suo ex compagno, che, come molti uomini violenti, non aveva accettato l'intenzione di quest'ultima di troncare la relazione.
Gabriela aveva sporto querela ed aveva già chiesto aiuto ma, come purtroppo accade in molti, troppi casi, questo non è bastato a proteggerla dalla violenza dell'uomo che aveva deciso di punirla per averlo lasciato.
Come lei c'è un numero di donne che si sono rivolte a un centro antiviolenza in Emilia-Romagna che fa riflettere: dal 1 gennaio al 31/10/2016 sono state in totale 2930. Fra di esse, le donne che hanno subito violenza sono 2739, il 93,5%.
Soprattutto italiane: 1305 (pari al 63,2%), contro 751 provenienti da altri paesi.
Le donne straniere costituiscono più di un terzo di tutte coloro che chiedono aiuto ai centri antiviolenza della regione.
La grande maggioranza di esse subisce violenza da partner o ex partner, nel contesto quindi di una relazione di intimità: si tratta infatti per lo più di donne sposate o conviventi con figli. Altro dato allarmante è che la brutalità si estende ai figli e alle figlie delle donne che la ricevono: sono 1440, pari al 55,2%, bambini e ragazzi che chiedono aiuto.
Anche la violenza si manifesta in molteplici forme: la più diffusa è quella psicologica (92,6%), seguita dalla fisica (65,2%), economica (43,2%) e sessuale (13,9%). I numeri dei centri antiviolenza sono solo la punta dell'iceberg: molte vittime non hanno il coraggio di denunciare e subiscono, fino a quando non succede il peggio.
Il nostro codice penale prevede il reato di stalking (dal termine inglese "to stalk" = fare la posta, braccare la preda). Con esso si intendono tutte le condotte persecutorie - quali comportamenti invadenti, di intromissione, con pretesa di controllo, minacciando costantemente la vittima con telefonate, messaggi, appostamenti, ossessivi pedinamenti - verso una persona e che interferiscono nella vita privata della stessa.
Questi atti si manifestano in persecuzioni e provocano uno stato d'ansia e paura compromettendo anche il normale svolgimento della vita quotidiana.
La pressione psicologica legata al comportamento dello stalker crea nella vittima uno stato di allerta, emergenza e stress psicologico, stati d'animo che possono essere sia percepiti come intrusivi, sgradevoli e fastidiosi, sia legati a sentimenti quali l'angoscia, la preoccupazione e la paura per la propria incolumità.
La prima parte, la più subdola, che generalmente sfocia in altre forme di violenza.
La legge si è inasprita nei confronti del reato di stalking, ma è fondamentale chiedere aiuto ai centri che possono guidare e sostenere le vittime di violenze psicologiche e fisiche.
Perché non si arrivi a sentire, ancora una volta, un intervistato che dica di un carnefice, insospettabile, fino al momento dell'ennesimo femminicidio: "Il mio vicino era una brava persona, tranquilla, chi lo avrebbe mai detto"...

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Numerose cadute a piedi e richiesta straordinaria di visite al Pronto Soccorso: 506 accessi nella giornata di venerdì. Messe in atto misure di rinforzo per rispondere ai cittadini ma non sono mancate lunghissime attese.

Parma, 16 gennaio 2017

La pioggia, a contatto con il suolo molto freddo o con qualsiasi altra superficie, congela formando un insidioso strato di ghiaccio. In questo consiste il fenomeno del gelicidio che ha interessato l'Emilia da giovedì notte creando non poche difficoltà alla viabilità con incidenti e auto uscite di strada, oltre a picchi di visite a al Pronto soccorso per cadute a piedi.
A Parma, nella giornata di venerdì, sono stati ricoverati per frattura in Ortopedia 21 pazienti e sono state 506 le persone che nel corso della giornata si sono recate agli ambulatori urgenze dell'Ospedale per chiedere una visita medica, segnando ben il 63% in più rispetto alla media del 2016 che è stata di 311 accessi al giorno. 416 considerando il Pronto Soccorso generale e l'ambulatorio ortopedico. E in quest'ultimo caso la percentuale di accessi fa registrare un + 70% rispetto sempre alla media giornaliera dell'anno scorso.
Di questi accessi il 66% è stato per causa traumatica, ovvero caduta accidentale, soprattutto in mattinata, tra le ore 8 e le 12 registrando il flusso più alto di pazienti (circa 40 all'ora).

Ovviamente dato il caso eccezionale, nonostante le misure di rinforzo messe in atto dalla Direzione Sanitaria non sono mancate lunghe attese di ore.

Pubblicato in Cronaca Parma
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