Sta per prendere il via il convegno, promosso da CGIL, CISL e UIL di Parma, per discutere sulle priorità del Paese e conseguentemente sulla sulla legge di Bilancio 2019. In allegato il "Volantone" scaricabile in pdf.
Nell'imminenza dell'approvazione della Legge di bilancio 2019, anche CGIL, CISL e UIL di Parma si danno appuntamento per un Attivo provinciale dei delegati e attivisti pensionati per discutere le priorità per il paese in materia di investimenti, strumenti di protezione del lavoro (ammortizzatori sociali e politiche attive), fisco, pensioni, sanità, istruzione e pubblica amministrazione.
Le linee di indirizzo definite unitariamente dalle tre sigle nel documento presentato a Roma il 22 ottobre scorso, saranno illustrate nell'incontro in agenda per il 26 novembre, alle ore 9.00 presso l'Hotel Parma & Congressi di Via Emilia Ovest 281/A a San Pancrazio, il cui programma dei lavori prevede di lasciare ampio spazio agli interventi dalla platea dopo la relazione introduttiva di Marina Molinari, segretaria generale CISL Parma e Piacenza. Il dibattito sarà moderato da Mario Miano, segretario generale UIL Parma e Piacenza, mentre le conclusioni, previste intorno alle ore 12.00, saranno a cura di Marina Balestrieri, della segreteria CGIL Emilia Romagna.
Nel merito, tra i principali temi all'ordine del giorno secondo i sindacati confederali vi sono: la necessità di programmare un graduale incremento degli investimenti pubblici fino al 6% del Pil e contestualmente aprire una seria discussione in Europa per lo scomputo degli investimenti pubblici dal deficit; apportare modifiche alla legge sul pareggio di bilancio degli enti locali; sviluppare le infrastrutture che devono rappresentare la priorità degli investimenti pubblici, anche per aumentare la produttività del sistema paese e diffondere la crescita in tutto il territorio; sviluppare reti pubbliche per la salute, l'istruzione e l'assistenza; sviluppare le infrastrutture materiali con il completamento e la programmazione strategica delle grandi opere, che connettono il paese e lo collegano al resto dell'Europa; investire in un piano straordinario per la manutenzione delle infrastrutture esistenti; sviluppare le infrastrutture energetiche e digitali, che dalle reti alle produzioni costituiscono un pilastro della politica industriale; sbloccare le risorse dei fondi destinati allo sviluppo locale previsti dal "Piano periferie"; confermare, nell'eventuale revisione del codice degli appalti, la tutela del lavoro e la lotta per la legalità.
"Su questa base, intendiamo aprire il confronto con il governo sostenendo le nostre proposte, anche con le forme e gli strumenti propri dell'esperienza sindacale –, si legge nella presentazione del documento unitario nazionale –. Queste proposte delineano un modello di sviluppo del Paese fondato sulla sostenibilità sociale e ambientale, sulla solidarietà nazionale, anche in netto contrasto con scelte autonomiste che la potrebbero compromettere".
Rispetto, poi, al confronto con l'Europa, i sindacati unitariamente scrivono che "dovrebbe essere caratterizzato più che da atteggiamenti strumentali spesso reciproci e da tensioni antieuropeiste, da una grande e seria battaglia per cambiare lo statuto economico e le politiche economiche" dell'Unione Europea "attraverso lo scomputo delle spese per investimenti materiali e sociali dal deficit, l'aumento delle risorse europee per gli investimenti, per la sostenibilità ambientale e per le politiche di coesione".
(Foto di Nicola Comparato) - In allegato il VOLANTONE scaricabile in pdf
La stagione del terrorismo, cosiddetto politico, è alle spalle da poco tempo, molte ferite sono ancora da rimarginare e piena luce ancora non si è fatta su molte vicende che hanno drammaticamente caratterizzato quegli anni di piombo.
di LGC 18 maggio 2018 - E' ricorso proprio nei giorni scorsi, era il 9 maggio del 1978, il quarantesimo anniversario della morte di Aldo Moro e su quella stessa vicenda ma come in tante altre, da Piazza della Loggia (Brescia 28 maggio 1974) alla strage di Bologna (2 agosto 1982) per citarne alcune, ancora non si è fatta piena luce.
Il tema della visibilità concessa ai protagonisti della stagione brigatista si trascina da tempo, alimentato dall'assenza a tutt'oggi tra i membri della direzione strategica delle Br di casi di pentimento. E a alimentare ancor più il clima sono state alcune dichiarazioni di una irriducibile, quella Barbara Balzerani che a Matrix, in una puntata del marzo scorso, dichiarò che "Fare la vittima è un mestiere". per contrappasso, il capo della Polizia Franco Gabrielli, in un recente incontro pubblico dichiarò che pontificano un po' troppo: «Questi signori erano delinquenti due volte, perché non solo uccidevano, non solo rapinavano, non solo privavano dei loro affetti figli, padri e madri, ma cercavano in una logica di morte di sovvertire le istituzioni democratiche del Paese».
Oggi siamo testimoni di un altro evento, "Vivere e non sopravvivere: quando i figli delle vittime scelgono di incontrare gli ex terroristi". Un dibattito pubblico, organizzato dalla CGIL di Parma, che raccoglie al medesimo tavolo dei "relatori" Giovanni Ricci, figlio di Domenico appuntato dei carabinieri ucciso in via Fani durante il sequestro di Aldo Moro, Giorgo Bazzega, figlio del poliziotto Sergio, colpito a morte nel 1976 da Walter Alasia e appunto Adriana Faranda, ex brigatista della colonna romana e parte attiva durante il sequestro Moro.
Gli organizzatori sostengono, e c'è veramente da augurarselo, che Adriana Faranda stia seguendo, anche attraverso questa serie di incontri, un reale percorso critico e di condanna alla violenza tramite la giustizia riparativa.
(galleria foto di Francesca Bocchia)
Cgil e Uil, adesione superiore al 60%, oltre 1,5 milioni in piazza. Oltre 2.000 persone in corteo a Piacenza.
Emilia, 12 Gennaio 2014 ----
"Buongiorno e buon sciopero a tutte e tutti #CosiNonVa".
Così in un tweet Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, ha dato 'ufficialmente' il via alla giornata di sciopero generale, proclamata per oggi venerdì 12 dicembre da Cgil e Uil, per chiedere "a Governo e Parlamento di cambiare in meglio la legge sul lavoro e la legge di stabilità, rimettendo al centro il lavoro, le politiche industriali e dei settori produttivi fortemente in crisi, la difesa e il rilancio dei settori pubblici e e la creazione di nuova e buona occupazione".
"Un'adesione media allo sciopero generale Cgil e Uil superiore al 60%, con una partecipazione nelle cinquantaquattro piazze di oltre 1,5 milioni di persone". In una nota Cgil e Uil esprimono "forte soddisfazione per la piena riuscita dello sciopero generale promosso per oggi con le parole d'ordine 'Così Non va!',che da Nord a Sud, attraversando tutti i settori, pubblici e privati, ha registrato un'adesione altissima, con una media superiore al 60%. Un andamento positivo ovunque, non solo quindi nei grandi complessi industriali, nei diversi settori della Pubblica amministrazione e nel segmento dei trasporti, ma anche laddove il lavoro è frammentato e precario, come nei servizi e nel commercio, dove la media si assesta anche qui intorno al 60%".
Uno sciopero che "pur cadendo in un periodo di forte disagio sociale, e di una perdurante grave crisi economica, ha segnato nelle piazze una grandissima partecipazione, segno di una volontà di cambiamento, vera e positiva. Nelle cinquantaquattro piazze più di un milione e mezzo tra lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati, giovani, precari e tantissimi studenti, hanno oggi manifestato per chiedere al Governo e al Parlamento di cambiare in meglio la legge sul lavoro nel varo dei decreti attuativi e di intervenire nella legge di stabilità, rimettendo al centro il lavoro, le politiche industriali e dei settori produttivi fortemente in crisi, la difesa e il rilancio dei settori pubblici e la creazione di nuova e buona occupazione. Una giornata straordinaria, di protagonismo assoluto del mondo del lavoro che, riprendendosi la scena, segna un passaggio cruciale della mobilitazione contro le scelte sbagliate del governo, per un cambiamento vero".
Cgil, ferma condanna episodi di violenza che nulla hanno a che vedere con manifestazioni sindacali
La Cgil condanna con estrema fermezza gli episodi di violenza che si sono registrati oggi a Torino e Milano, specificando che quanto avvenuto non è in alcun modo associabile alle pacifiche manifestazioni che si sono svolte in tutta Italia in occasione dello sciopero generale di Cgil e Uil.
La Cgil invita, quindi, a distinguere bene quanto accaduto, per evitare che alla protesta dei tanti che sono scesi in piazza possa essere associata la violenza di pochi, che nulla hanno a che vedere con le lavoratrici e i lavoratori di Cgil e Uil che hanno pacificamente manifestato per esprimere la loro legittima protesta nei confronti delle scelte sbagliate di questo governo.
LO SCIOPERO A PIACENZA
Oltre duemila persone in corteo a Piacenza per lo sciopero generale indetto da Cgil e Uil a Piacenza. Manifestazione che ha avuto il suo apice con un un "silenzio assordante" quando, prima del suo intervento conclusivo in piazza Sant'Antonino, il segretario Cgil Piacenza, Gianluca Zilocchi, ha chiesto ai manifestanti un minuto di silenzio per i 45 anni della strage di Piazza Fontana. Il corteo è andato formandosi davanti alla sede di Confindustria Piacenza, cinque i pullman dalla provincia arrivati al concentramento. Il lungo serpentone ha percorso Corso Vittorio Emanuele e si è concluso, per la prima volta nella storia delle manifestazioni di questo genere a Piacenza, in piazza Sant'Antonino.
Sul palco – un semplice furgone con le sponde abbassate - Zilocchi è stato preceduto dal segretario aggiunto Uil Emilia, Massimiliano Borotti. Prima di loro parola a Luca Villaggi, studente, Katia Tomacchio, insegnante, Chiara Casella del comitato Restiamo umani per Gaza, Andrea Cignatta, operaio della Tectubi, Raffaella Boselli, dipendente della Provincia, Mauro Bobbi dell'Ivri e John Gioba del magazzino della logistica GLS.
"Oggi è una giornata bellissima per Piacenza. Siamo noi – ha detto Zilocchi - quelli che questo Paese lo vogliono cambiare davvero. Altro che conservatori, smettetela di prendere in giro gli italiani con slogan e proclami, noi oggi vi sfidiamo sul tema delle riforme, a partire da quella fiscale".
CONFINDUSTRIA
"Siamo partiti dalla sede di Confindustria perché non possono pensare di continuare a dormire beatamente, di sognare, come hanno detto, grazie alle pseudoriforme del Governo mentre noi perdiamo diritti e tutele senza che questo risolva in alcun modo i problemi economici del paese. Ma che imprenditori siete? - ha chiesto Zilocchi dal palco - che prospettive avete se lasciate morire a Piacenza un marchio come RDB, è mai possibile che in tutti questi mesi nessuno dei tanti imprenditori piacentini si sia fatto avanti per salvare questo patrimonio del territorio?".
Con la legge di stabilità il Governo ha "regalato alle imprese un taglio dell'Irap di 6,5 miliardi che andranno a pesare sui conti delle Regioni, della Sanità pubblica, con la messa in discussione del fondo sanitario nazionale, a discapito dei lavoratori e dei pensionati che fra l'altro, continueranno ad essere esclusi dagli 80 euro e non vedranno nemmeno stavolta rivalutare le loro pensioni. Mentre ai lavoratori avete consegnato un bellissimo regalo di Natale, aumentando il prelievo fiscale sulle pensioni integrative e sul TFR"
IREN e COMUNE DI PIACENZA
"Manager di aziende a maggioranza pubblica come Iren che si permettono il lusso di incassare una buonuscita di 900mila euro dopo 18 mesi di lavoro, più un nuovo incarico per altri 400mila euro. Cosa ne pensa il Comune di Piacenza, che fa parte della proprietà, di questa vicenda? Siamo curiosi di saperlo, visto che non passa giorno senza che ci venga ricordata la difficoltà a chiudere il bilancio per il 2015 perché mancano le risorse. Lo diciamo chiaro: non pensateci neanche a vendere le quote pubbliche di Iren, non accetteremo mai una privatizzazione strisciante dell'azienda".
TAGLI ALLA PROVINCIA – CENTRI PER L'IMPIEGO
"Con i tagli che state facendo state uccidendo di fatto le Province e non sapete nemmeno cosa fare delle funzioni che vengono a sparire. Che fine faranno i centri per l'impiego? Chi li finanzierà? Chi e come gestirà le politiche del lavoro nei territori?
Che ne sarà di tutto il lavoro fatto in questi anni nella gestione delle crisi aziendali? Perdiamo competenze, professionalita', esperienze. Di sicuro, il sottosegretario Delrio quando e' venuto a rispondere ai sindaci piacentini non e' stato in grado di farlo, se non dicendo che con i tagli al personale i conti torneranno. State sfasciando gli enti locali e le persone perdono il lavoro. Gran bella riforma!"
NUOVA LEGGE APPALTI – FALSO IN BILANCIO
"Noi proponiamo da subito una nuova legge sugli appalti, contro le gare al massimo ribasso, per la tutela dei posti di lavoro. Rimettiamo il reato di falso in bilancio, è una vergogna che nella situazione in cui siamo sì possano truccare i conti delle imprese senza conseguenze. Non stiamo giocando a "monopoli", stiamo giocando sulla pelle di milioni di italiani. Alziamo le sanzioni per gli evasori e andiamo a cercare le risorse dove ci sono: mettiamo un'imposta patrimoniale, redistribuiamo la ricchezza e abbassiamo il prelievo fiscale al lavoro dipendente e ai pensionati. Introduciamo subito la flessibilita' dell'uscita in pensione, per creare veramente posti di lavoro. Vogliamo i contratti, vogliamo le riforme vere, serie, condivise, quelle che servono davvero al paese, ai lavoratori e ai pensionati".
TERRITORIO
"Questo è un territorio devastato dalla crisi, irriconoscibile se confrontato a pochi anni fa, con aziende importanti che hanno chiuso i battenti o che si sono fortemente ridimensionate. I numeri delle ore di cassa e i dati sulle mobilita' sono impressionanti e non accennano a calare. Dov'e' la fine del precariato tanto annunciata? Ci avevano promesso di superare le differenze tra i giovani e i lavoratori più anziani, di dare diritti e tutele a chi oggi non le ha, di estendere a tutti le garanzie sociali per chi perde il lavoro, ma non c'e' niente di tutto questo nelle scelte che sono state fatte, al di là dei proclami e degli annunci.
SINDACATO
"Spetta ancora una volta a noi, come sempre è stato nella nostra storia, dimostrare com'è possibile tenere insieme il tutto, i diritti e le tutele esistenti con la necessità di includere chi oggi non è rappresentato, chi oggi vive la sua esperienza di lavoro o da precario in solitudine. In questa piazza ci sono i giovani e i pensionati, i precari e gli operai, gli impiegati, ci sono gli studenti, i dipendenti pubblici, ci siamo tutti.
In questi anni c'eravamo, eravamo nelle aziende in crisi, a salvarle, a salvare centinaia di migliaia di posti di lavoro, ed oggi abbiamo le idee chiare su cosa serve al nostro paese. Siamo sicuri che su questi punti saremo in grado di costruire un fronte sindacale unitario e compatto, anche con chi oggi non e' in piazza con noi ma siamo certi e' pronto a condividere queste battaglie. stiamo finendo i gettoni per usare i nostri telefoni ma un modo per organizzarci e venirvi a disturbare lo troveremo comunque, state sereni.
CORRUZIONE
"Guardiamo ai vergognosi fatti di Roma di questi giorni, un mix di razzismo, opportunismo, cinismo, di affari e di quattrini guadagnati alla faccia dei più deboli, uno spaccato reale di quella che è la nostra societa' di oggi, se guardiamo a questi fatti ce la teniamo ben stretta la nostra storia, la questione morale, l'austerita', l'etica e l'idea della politica come servizio agli altri".
(Fonti Cgil nazionale e Piacenza)
Continuano anche nella nostra provincia le fermate spontanee e le manifestazioni di protesta contro il Jobs Act, approvato questa notte al Senato. La discussione del testo passa ora alla Camera, ma le iniziative organizzate dalla Cgil non si fermano: per giovedì 16 è stato proclamato lo sciopero generale in tutta la regione.
Reggio Emilia, 9 ottobre 2014 – di Ivan Rocchi
"Non si può accettare in silenzio una così profonda manomissione dei nostri diritti: questa è una partita che si gioca oggi, non domani. Domani potrebbe essere tardi". Quello di Flavio, delegato sindacale dell'azienda ceramica Arag di Rubiera, potrebbe essere lo sfogo di tanti lavoratori che temono di veder sfumare diritti acquisiti dai loro nonni e padri con sacrificio e anni di lotta. Insieme a Flavio questa mattina c'erano più di 400 dipendenti di alcune delle principali realtà produttive del comprensorio di Rubiera e Scandiano, scesi in strada sotto le insegne della Cgil per protestare contro il Jobs Act e l'intervento del governo Renzi sull'articolo 18, che per ora però sembra rinviato.
Dopo le assemblee e gli scioperi di 1 o 2 ore che si sono svolti ieri in tutta la provincia reggiana, oggi le mobilitazioni sono proseguite nel distretto ceramico, uno dei più importanti per l'economia del territorio. Partendo dalla rotonda di Rubiera, davanti al cinema Emiro, i lavoratori si sono mossi in corteo, bloccando il traffico cittadino lungo la via Emilia, per arrivare in centro città dove si è tenuto un breve comizio.
C'erano i dipendenti delle ceramiche Majorca, Arag, Serenissima, Frigorbox e AssoGroup; delle metalmeccaniche Terim, IP Cleaning, Caprari, Ruggerini, Omar e Udor. Ma anche quelli dell'azienda cartotecnica Tetrapack e del punto vendita Mercatone Uno.
Il segnale è chiaro: nonostante il sì del Senato arrivato in tarda notte, il Jobs Act non avrà vita facile. E non solo perché adesso la palla passa alla Camera, ma per le mobilitazioni che seguiranno nei prossimi giorni. Il percorso è già tracciato. Infatti per il 16 ottobre la Cgil ha proclamato uno sciopero generale di 8 ore in tutta la regione, con manifestazione a Bologna.
Questa mattina diversi scioperi, assemblee e manifestazioni hanno coinvolto numerose aziende di tutto il territorio reggiano. I lavoratori protestano contro l'approvazione al Senato della legge delega sul Jobs Act e temono manomissioni del loro Statuto. Le mobilitazioni continueranno anche domani, mentre stasera i lavoratori del Tpl si troveranno all'ex caserma Zucchi.
Reggio Emilia, 8 ottobre 2014 – di Ivan Rocchi
Negli ultimi giorni si sono fatte durissime le tensioni tra il tandem Cgil-Fiom e il governo Renzi. Le questioni della legge delega sul Jobs Act e dell'Articolo 18 rischiano di trasformare il futuro dell'esecutivo in un vero e proprio campo minato, mentre i rapporti tra il primo ministro e la segretaria Cgil Susanna Camusso sono ormai ai ferri corti. E anche nella nostra provincia si iniziano a sentire i primi segnali di quello che si annuncia come un autunno caldo per tutti i lavoratori. Oggi infatti sono state diverse le fermate spontanee e le iniziative di protesta in tante aziende grandi e piccole della nostra provincia, e nella sede centrale della Cna.
In contemporanea con il voto di fiducia al Senato, i lavoratori hanno incrociato le braccia e indetto assemblee sotto lo slogan "Renzi tu imponi la fiducia, noi ti togliamo la fiducia". Ha iniziato questa mattina alle 9.00 il settore Trasporti, con un volantinaggio davanti alla stazione centrale di Reggio Emilia organizzato dai delegati di F.e.r.-Ma.fer.-Tper.
Al termine dell'assemblea, oltre 100 lavoratori del CNA di Reggio Emilia sono usciti nel piazzale davanti alla sede di via Maiella. Qui sono stati raggiunti da delegate e delegati della FLC-Scuola, che stavano partecipando a un incontro provinciale. Insieme hanno approvato un ordine del giorno contro il Jobs Act.
Sciopero di mezz'ora ora alle Cantine Riunite e Civ nel settore alimentare, mentre i lavoratori dei magazzini di Centrale Adriatica (settore commercio) hanno effettuato un'ora di assemblea in sciopero.
Tante e importanti le aziende metalmeccaniche della zona di Reggio interessate da scioperi, di 1 o 2 ore: Emak, Lombardini, Brevini Power Transmission, Bucher, Moreali, Meta System, Ognibene, Rcf, Omso, Fontani e Lasagni, Omig, Danfos, Minizeta, Bosch oleodinamica. Ma anche nel resto della provincia i lavoratori si sono fatti sentire: Gruppo Argo Tractors, Gruppo Corghi, Tetrapack, Terex, Immergas, Smeg, sono solo alcune delle decine di aziende coinvolte nel nostro territorio.
Questa sera alle 21, presso l'ex caserma Zucchi, si fermeranno per protesta anche i lavoratori del trasporto pubblico locale (Seta e Til), con i loro autobus. "Questo - spiega la Cgil - avverrà fuori dall'orario di lavoro, a causa della legge sui servizi minimi essenziali e per non creare disservizi ai cittadini e all'azienda".
Infine, domani giovedì 9 ottobre sono previsti scioperi di 2 ore nelle aziende della zona di Rubiera, con una manifestazione in via Emilia che prenderà il via alle ore 9.00 (partenza davanti al cinema Emiro).
FLAI CGIL – FAI CISL – UILA UIL SU CAMPAGNA ORTOFRUTTICOLA "Senza procedura emergenza UE a rischio 6.000 posti di lavoro".
Bologna, 28 luglio 2014 –
"In Emilia Romagna più di un milione di giornate di lavoro, vale a dire quasi 6000 posti di lavoro "stagionali", rischiano di saltare se la Commissione Europea non darà subito il proprio assenso ad attivare la procedura di emergenza per la crisi della frutta estiva. Procedura che garantirebbe al "settore ortofrutticolo estivo", di cui quello emiliano-romagnolo è leader indiscusso, un prezzo minimo di ritiro del prodotto".
A lanciare l'allarme sono le tre categorie del settore di Cgil, Cisl e Uil dell'Emilia Romagna, dopo che nei giorni scorsi i dati dei prezzi delle vendite hanno fatto registrare un calo vertiginoso, con il rischio concreto che le ripercussioni più gravi potrebbero abbattersi sull'occupazione.
"La nostra regione – continuano le tre organizzazioni sindacali - e in particolare la zona della Romagna e le provincie di Ferrara e Modena, sono i territori più vocati a queste tipologie di produzioni, e quindi i più a rischio. Difatti, gli attuali prezzi al produttore della frutta estiva, in media pari a circa 20 centesimi al chilo, specie per pesche, albicocche e susine, non rendono economicamente conveniente sia la raccolta del prodotto sia, in prospettiva, gli investimenti sulla futura coltivazione".
"Una situazione – concludono i sindacati – che potrebbe diventare irreversibile, e non più congiunturale, nel caso in cui i frutticoltori decidessero di estirpare i frutteti.
Per queste ragioni chiediamo al Governo, e al premier Renzi in particolare, un impegno straordinario per indurre la Commissione Europea ad attivare la procedura di emergenza per la crisi della frutta estiva.
Un passo preliminare e indispensabile per far sì che istituzioni, politica e sindacati costituiscano un fronte comune in grado di muovere i primi passi verso la messa in sicurezza del settore che argini la piaga, purtroppo presente anche nel nostro territorio ,del sotto salario, del lavoro nero e dell'illegalità.La drammaticità della situazione non la si affronta con soluzioni territoriali di basso profilo, ricercando, ancora una volta, sul costo del lavoro la soluzione dei problemi di competitività.
Se è vero che la fase ha le caratteristiche di drammaticità, che s'inseriscono in una crisi congiunturale che il paese sta attraversando, risulterebbe miope e bizzarro ritenere che, abbassando il salario dei lavoratori addetti alla raccolta e non solo quelli (salario già basso ora), possa risultare l'arma vincente.
Il periodo di transizione prodotto dalla riforma delle Province ha steso una coltre di incertezza sui lavoratori di quella reggiana. Non si conoscono ancora le funzioni di quello che sarà il nuovo ente di area vasta. Tra problemi e criticità, il sindacato chiede con forza chiarimenti agli organi competenti.
Reggio Emilia, 10 luglio 2014 - di Ivan Rocchi
Straordinari ancora da pagare per il servizio neve svolto dal personale di montagna nello scorso inverno, selezioni interne e graduatorie che svaniscono nel nulla, delocalizzazioni di uffici importanti e alcune assunzioni all'oscuro dei sindacati. Sarebbe questa la situazione dei lavoratori della Provincia di Reggio Emilia, secondo Salvatore Coda, funzionario cittadino della Cgil. "E' prima di tutto una questione di trasparenza – spiega Coda -, e non si capisce perché nessuno degli organi competenti dell'ente abbia risposto finora alle nostre domande. Neanche il commissario Sonia Masini, che fino a poche settimane ne era la presidente".
Un destino pieno di luci e ombre quello della Provincia, che adesso si trova nel pieno di una transizione istituzionale. Secondo il funzionario della Cgil, "l'approvazione della legge Delrio sulla presunta abolizione delle Province in realtà sostituisce ai vecchi organi dei nuovi, ma non eletti direttamente dai cittadini". Adesso si era in attesa di un provvedimento da parte del Governo, che rendesse chiare le materie delegabili dalle Regioni ai nuovi Enti di area vasta. "Ma ieri – continua Salvatore Coda - è decorso il termine, fissato proprio dalla legge Delrio. E del provvedimento nessuna traccia. Evidentemente il Governo è talmente veloce da averlo superato senza accorgersene e l'ha lasciato indietro".
Tante le questioni ancora in ballo tra lavoratori e sindacati da una parte e Provincia dall'altra. "E' stata fatta una selezione interna e una graduatoria per il servizio in montagna – ricorda Coda - ma alla fine ai lavoratori non è stato detto più nulla. Questo passaggio di qualifica non implica neanche un aumento di costi per l'Ente. Per quanto riguarda le delocalizzazioni, sembra che alcuni uffici del Provveditorato in via Crispi dovranno essere lasciati, e anche alcuni in via Guido da Castello. Inoltre, ci è giunta voce dall'interno dell'Ente di quattro assunzioni a tempo determinato, senza che nessuno si sia preso il disturbo di informare le rappresentanze sindacali".
Da diverse settimane, e su alcuni di questi temi anche da mesi, il sindacato sta chiedendo risposte alla Provincia. "Siamo di fronte ad un vero e proprio muro di gomma, che denota con tutta evidenza, un disprezzo per i lavoratori e le lavoratrici della Provincia, che anche in queste ore continuano a svolgere le loro attività quotidiane, ma vengono lasciati all'oscuro di decisioni che avranno un riflesso nella loro vita personale".
Mercoledì 7 maggio (ore 18.30) a parrocchia BVA incontro su “nuovi schiavi” -
Modena, 5 maggio 2014 -
Fa tappa anche a Modena la Carovana internazionale antimafie, l’iniziativa promossa da Arci, Libera e Avviso Pubblico in collaborazione con la Ligue de l’Enseignement e Cgil-Cisl-Uil.
Dopodomani – mercoledì 7 maggio - alle 18.30 nella parrocchia cittadina della Beata Vergine Addolorata (via Guido Rangoni) si svolge un incontro sul tema “Dietro al lavoro: nuove schiavitù e diritti”. Partecipano il parroco della BVA don Paolo Boschini, Giorgio Bonini (Porta Aperta), Silvia Rompianesi (cooperativa sociale Oltremare), Ciro Spagnulo (Cgil-Cls), Roberto Gardiello (Cisl) e Gerardo Bisaccia (Arci); coordina la giornalista Mariapia Cavani. «La Carovana quest’anno ha come filo rosso la lotta alla tratta degli esseri umani – spiegano i promotori - Complice un progetto europeo, denominato CARTT, che corre parallelamente alla Carovana italiana, nelle oltre settanta tappe si parla dei ‘nuovi schiavi’, con un occhio a coloro che non hanno diritti, lacerati dalle logiche per cui il profitto conta più dell’essere umano. Ogni tappa è occasione per condividere idee, informazioni, approfondimenti sui temi affrontati, saldare le esigenze e le proposte dei territori con quelle elaborate a livello nazionale, organizzare momenti pubblici di confronto, dare evidenza alle buone pratiche diffuse in tante parti di Italia». Partita da Roma il 7 aprile, la Carovana internazionale antimafie si concluderà in Francia e Spagna nel prossimo novembre.
(fonte: ufficio stampa Cgil Modena)
Lunedì 5 Maggio dalle ore 9,30 in sala Nelson Mandela c/o Camera del Lavoro di Piacenza (via XXIV Maggio, 18) verranno resi noti e discussi due documenti importanti.
Piacenza, 3 maggio 2014 -
Il dott. Valerio Vanelli dell'Università di Bologna presenterà i dati del Quinto osservatorio sull'economia e sul lavoro a Piacenza a cura dell'Istituto di Ricerche Economiche e Sociali IRES Emilia-Romagna.
Subito dopo, si confronteranno sul documento programmatico PER UN NUOVO SVILUPPO DEL TERRITORIO PIACENTINO costruito nelle sue proposte dalla Cgil piacentina nei mesi scorsi, il sindaco Paolo Dosi, l'onorevole Paola De Micheli, il vicepresidente di Confindustria Marco Livelli, l'assessore regionale Gian Carlo Muzzarelli e il segretario generale Cgil Emilia-Romagna Vincenzo Colla.
sul sito www.cgilpiacenza.it è possibile scaricare il documento PER UN NUOVO SVILUPPO DEL TERRITORIO PIACENTINO;
Programma dei lavori
ore 9,30
Introduce Gianluca Zilocchi, segretario generale Cgil Piacenza
ore 10,00
Dott. Valerio Vanelli, Università Bologna
Presentazione dei dati del Quinto Osservatorio sull’economia e sul lavoro a Piacenza, a cura dell’istituto di ricerche economiche e sociali IRES Emilia-Romagna
ore 11,00 TAVOLA ROTONDA "UNO SVILUPPO POSSIBILE PER PIACENZA"
Ne discutono:
Paolo Dosi, sindaco Piacenza;
on. Paola De Micheli
Gian Carlo Muzzarelli, assessore Attività Produttive Emilia-romagna
Marco Livelli, vicepresidente Confindustria Piacenza
Vincenzo Colla, segretario generale Cgil Emilia Romagna
(Fonte: ufficio Stampa CGIL Piacenza)
Corteo ore 9,30 da barriera Genova fino piazza Cavalli. In piazza testimonianze di lavoratori e lavoratrici colpiti dalla crisi e comizio di Gianluca Zilocchi -
Piacenza, 28 aprile 2014 -
“Sono dati terrificanti quelli della crisi a Piacenza nel 2014”. Parte da questa considerazione il Primo Maggio piacentino, presentato da Gianluca Zilocchi (Cgil), Massimiliano Borotti (Uil), Ivan Bersani (Cisl).
Il mattino del Primo Maggio è previsto il tradizionale corteo con partenza alle ore 9,30 da barriera Genova, accompagnato dalla Banda Ponchielli, che arriverà in piazza Cavalli dove dal palco allestito si sentiranno 4-5 testimonianze di lavoratori e lavoratrici impiegati nei settori più colpiti dalla crisi. Dalla Sandvik ad Rdb, passando pre precari e disoccupati ultracinquantenni.
Il comizio ufficiale sarà affidato a Gianluca Zilocchi, neo segretario della Cgil piacentina che parlerà a nome dei sindacati confederali. Prima della partenza del corteo, intorno alle 8,30, i rappresentanti dei lavoratori porteranno un omaggio al monumento dedicato ai caduti sul lavoro nell'omonima strada alla Farnesiana.
“A livello occupazionale siamo nella situazione peggiore che ha mai toccato Piacenza – hanno premesso i sindacati ieri - i Dati dell'osservatorio provinciale sul mercato del Lavoro sono terrificanti. Gli ingressi in disoccupazione nel 2014 sono stati 8.300, con un incremento del 4% dall'anno precedente, così come del 29% è aumentata la cassa integrazione straordinaria, che è l'ultimo strumento prima di un salto nel buio. Finito questo strumento non c'è altro tipo di ammortizzazione sociale per gestire gli stati di crisi”.
Anche per la Cassa integrazione in deroga, strumento utilizzato per le piccole e medie aziende, “abbiamo visto un aumento del 42%”. Su questo i sindacati hanno sottolineato ancora le “forti preoccupazioni denunciate anche al prefetto in una recente manifestazione: il Governo non ha emanato i decreti per finanziare la cassa in deroga, rischiamo di arrivare a giugno con migliaia di lavoratori piacentini senza un reddito. Se il Governo non emana i decreti si rischia il tracollo definitivo della nostra economia”.
Sul futuro Borotti, Zilocchi e Bersani parlano del bisogno “di svolta profonda, dobbiamo creare lavoro. Basta politiche industriali che guardano al giorno dopo senza darsi un progetto industriale di lungo respiro. Il lavoro – hanno detto i confederali - si crea con l'accesso al credito delle imprese, non puntando sempre e solo sui temi del costo lavoro e della precarietà”.
Come da tradizione, il “Primo Maggio” vivrà la sua appendice non meno importante a Monticelli d'Ongina, dove è previsto il comizio di Marina Molinari, segretaria Cisl.
(Fonte: Uff.stampa CGIL www.cgilpiacenza.it)
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