La deriva a destra della Polonia potrebbe costare cara al popolo di Karol Woytila. Intanto la Grecia sembra sparita sin dalla cartina geografica. Se non fosse stato per l'Expo anche l'Italia sarebbe caduta nel totale oblio mass-mediatico.
di Lamberto Colla - Parma, 1 novembre 2015 -
La Grecia, da origine di tutti i mali (finanziari) del mondo a ameno luogo d'attrazione turistica come è sempre stato nell'era moderna.
Se provate a digitare la parola "Grecia" all'interno della finestrella di ricerca di Google otterrete solo informazioni "turistiche".
Del fallimento e delle preoccupazioni per il rischio di insolvenza che quotidianamente hanno riempito le pagine dei giornali di tutto il mondo, facendo perdere il sonno obbligando i capi di Stato in interminabili summit, non v'è più nulla. Bisogna avere la pazienza di scorrere la terza o quarta pagina del famoso motore di ricerca per trovare qualcosa che ricordi quei tragici momenti trascorsi dai cittadini figli di Enea.
Tranne appunto le tante informazioni turistiche e, purtroppo, gli aggiornamenti sulle miserie dei migranti che vanno ad arenarsi sulle coste, della bomba finanziaria greca non v'è più traccia.
Ottenuto l'obiettivo di domare i ribelli non esiste più alcun interesse mediatico.
E' successo così per l'Italia di Berlusconi , massacrata per anni da infamanti attacchi mediatici e da declassamenti del rating. Il silenzio è calato solo dopo la deposizione del Berlusca. Ora tutto è a posto e ogni intervento del premier di turno non scuote più le anime sagge di Bruxelles, anche quando Renzi ripropone le misure che già furono contestate al re del biscione. Meglio così, per carità, piuttosto che lo sputtanamento internazionale al quale ci avevano esposti con tutta la deriva finanziaria che ne è seguita.
Così, finalmente sistemati gli italiani prima e i greci dopo, la UE avrebbe potuto dormire sonni tranquilli e invece ci si sono messi di mezzo anche i miti polacchi.
Con la vittoria della destra, di chiaro stampo nazionalista e antieuropeista, i piani dei potenti lobbisti, quelli che fan ballare le marionette di Bruxelles, Strasburgo e Francoforte, potrebbero venire intaccati e perciò la Polonia potrebbe entrare nel mirino della sottomissione.
E' pur vero che la resistenza degli euroburocrati sta scemando oppressi come sono dal carico di lavoro al quale, anche loro, non sembrano troppo abituati.
Ingolfati dai migranti che sbucano da ogni pertugio, schiacciati dalla pressione dell'accordo di libero scambio con gli USA (TTIP) che non si sblocca, l'isis che minaccia da sud e da est, Putin che interviene senza chiedere permesso in Ucraina e in Siria, insomma l'Europa disunita non sa che pesci pigliare.
Ci mancava più che la nazione leader si andasse a ingabolare con un programmino elementare e dormiente adeguatamente collocato sotto i cofani delle auto.
E adesso chi pensa?
La Merkel per un po' starà zitta nel timore che, dopo la Vokswagen, le portino in bella evidenza le problematiche delle sue banche locali e della sua DB (Deutsche Bank), tanto bella fuori, quanto brutta dentro. "Si vede dalla Luna, spiega Paolo Barnard, il buco della Deutsche Bank, la banca più fallita del mondo: 70.000 miliardi di debiti".
Se non fosse stato per l'interesse statunitense a fare esplodere il diesel-gate Volkswagen la Germania sarebbe ancora lì a dettar legge, a predicare bene e razzolare male.
Invece, la disobbedienza agli Stati Uniti nella gestione Greca e lo scampato rischio di un'alleanza Russa è stato uno dei motivi per alzare il sipario sul problemino tedesco, utile peraltro a fare ancora più pressione sull'accordo TTIP (Trattato di Libero Scambio Usa / Europa) che tanto a cuore sta ad Obama e che sogna di apporre la firma prima della scadenza del suo mandato presidenziale.
Intanto Ogm, cicale e insetti sono riusciti a farceli mangiare, per cui i prossimi rospi che faranno ingoiare non saranno più così indigesti. Diverso invece il trattamento che potrebbe essere riservato agli amici polacchi; gli educatori di Bruxelles e del FMI potrebbero riaccendere la "pataccatrice" che così bene ha funzionato per gli italiani e i greci.
Mentre si scatena l'allarme sulla pericolosità della carne rossa e si preannuncia il pericolo derivante dal caffè prodotto con la Moka, ecco che i 28 dell'UE, in risposta al "diesel-gate" alzano i limiti dei controlli sulle emissioni con buona pace della salute dei cittadini.
di Virgilio, Parma 29 ottobre 2015
Cala il sipario su Expo 2015 e si alza sui soliti tormentoni, sui cibi spazzatura o presunti tali. Almeno un tempo, questo tipo di notizie erano circoscritte, per coprire gli spazi vuoti dei giornali, al solo seppure lungo periodo estivo. E così tra amori segreti e inconfessabili dei "VIP" di turno si alternavano le scoperte di nuove diete miracolose e rivoluzionarie scoperte per ridurre il gonfiore e trasformarsi nella "più bella del reame". Improbabili centri di ricerca privati, trovavano l'occasione per far parlare di sé ma soprattutto del prodotto che sostenevano.
Oggi invece a fare il giochetto sporco è addirittura la OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, l'organo supremo di tutela della sicurezza, quello al quale occorrerebbe fare appello in caso di incertezze e che, con la prudenza necessaria, dovrebbe dissipare ogni dubbio.
E invece, é proprio dall'IARC (International Agency Research on Cancer) che tuona l'ennesima maledizione, amplificata a dovere dai media, sul tasso cancerogeno della carne e, in particolare, di quella lavorata.
Tutti a dire la loro e pochi a centrare il succo della questione:
Il consumo medio degli italiani è la metà della soglia limite di pericolosità. (si legga nota di assocarni del 26 ottobre) dai prodotti "pericolosi" sono di fatto esclusi i principali prodotti nostrani (prosciutti ad esempio).
Infine, come sottolinea prontamente Assocarni, i risultati della ricerca non sono recenti e per di più noti da molto tempo.
"La monografia IARC si riferisce insomma a dati provenienti da studi epidemiologici non recenti, peraltro noti da tempo, che tengono in poco conto le peculiarità della produzione nazionale di carne rossa e salumi. È noto, infatti, che i fattori che rappresenterebbero un rischio per la salute (presenza di grasso e abbondanza di additivi nei prodotti trasformati) non sono certo propri della produzione italiana di carni bovine e suine e dei prodotti di salumeria.
Confidiamo non si crei un ingiustificato allarmismo che rischia di colpire uno dei settori chiave dell'agroalimentare italiano. Il settore agroalimentare in Italia contribuisce a circa il 10-15% del prodotto interno lordo annuo, con un valore complessivo pari a circa 180 miliardi di euro. Di questi, circa 30 miliardi derivano dal settore delle carni e dei salumi, includendo sia la parte agricola che quella industriale. I settori considerati danno lavoro a circa 125.000 persone a cui va aggiunto l'indotto."
Sorge perciò sempre più il sospetto che la notizia sia rielaborata per essere fatta esplodere, come una bomba a orologeria, al primo momento utile per favorire o, ancor peggio, creare danno a temibili avversari.
Quale miglior occasione se non nel momento in cui il sipario di EXPO2015 si abbassa all'insegna, di un successo (almeno numerico con 21 milioni di persone che l'hanno visitato), per dare forza e sostegno alla pressione lobbistica per fare approvare il TTIP (Trattato Transatlantico sul Commercio e gli Investimenti), che tanto sta a cuore a Obama, attraverso il quale l'Europa sarebbe obbligata a "bersi" condizioni assai peggiorative proprio sulla questione alimentare e non solo.
Quindi, se dovessimo dare retta alle mostruosità che ogni giorno i vari centri occulti di potere e influenzamento riescono a fare veicolare dovremmo con sicurezza mangiare prodotti OGM, non bere caffè dalla Moka, non mangiare la carne, e ultima in ordine di tempo gustarci succulenti insetti per arricchirci di proteine (posto che non dobbiamo più mangiare carne!).
Già questa è l'ultima ridicola preoccupazione della UE che, spinta non si sa bene da chi, ha approvato con 327 voti a favore, 202 contrari e 127 astenuti l'accordo sul "Novel Food" che come riporta l'Ansa "Insetti, alghe, nanomateriali, cibi costruiti in laboratorio, nuovi coloranti potranno finire sulle tavole degli europei, se avranno il via libera della agenzia europea sicurezza alimentare. La plenaria del Parlamento europeo ha approvato in prima lettura l'accordo con il Consiglio sul cosiddetto 'novel food'".
Tanto sta a cuore la salute dei cittadini che, è proprio di pochi giorni fa la notizia, i 28 dell'UE (opposizione solo da parte dell'Olanda) hanno approvato soglie di tolleranza più alti e tempi allungati per i controlli sulle emissioni delle auto, come riportato dal Sole 24 Ore.
In conclusione, occorre dire basta alla carne e gustiamoci un buon piatto di insetti con un contorno di verdura agli OGM e invece di andare alle terme attacchiamoci al gas di scarico di una buona marmitta catalitica.
William Toni, presidente Lapam Confartigianato Alimentazione e presidente nazionale dello stesso comparto, e Maria Luisa Falchi, vice presidente provinciale e nazionale di Cna Alimentare, intervengono sulla ricerca statunitense che mette in guardia dal consumo di questo genere di carni, ritenute tra le cause di un possibile sviluppo del cancro. -
Modena, 27 ottobre 2015 -
"Non avremo più carni rosse trattate e insaccati sulle nostre tavole? Non credo proprio. Come sempre, quando si parla di alimentazione, la cosa più importante è guardare alla qualità dei prodotti e scegliere in modo corretto utilizzando tutte le informazioni disponibili anche grazie alle nuove etichette". William Toni, presidente Lapam Confartigianato Alimentazione e presidente nazionale dello stesso comparto, e Maria Luisa Falchi, vice presidente provinciale e nazionale di Cna Alimentare, intervengono sulla ricerca statunitense che mette in guardia dal consumo di questo genere di carni, ritenute tra le cause di un possibile sviluppo del cancro.
"Intanto bisogna dire che negli Stati Uniti il consumo e la lavorazione delle carni è molto differente rispetto a noi e che l'uso di additivi è sicuramente più massiccio. Ma la cosa più importante – ribadiscono Lapam e Cna– è scegliere bene cosa si mangia. Le nuove norme sull'etichettatura, ad esempio, forniscono ampie garanzie al consumatore ed è possibile acquistare in sicurezza insaccati, salumi e carne rossa trattata, a patto che questa carne sia lavorata in modo corretto. Nel nostro territorio vi è un importantissimo distretto delle carni e mi sento di dire che le imprese di casa nostra sono all'avanguardia anche sotto questo profilo, abbiamo prodotti IGP e DOP che hanno disciplinari di tutela della lavorazione e provenienza delle materie prime.
Del resto già molti oncologi si sono affrettati a gettare acqua sul fuoco e a spiegare che questi prodotti non sono così pericolosi come apparirebbe ascoltando i risultati di questo studio".
"E' però determinante ribadire – conclude Toni – che saper leggere l'etichetta e scegliere i prodotti qualitativamente migliori vale per tutti gli alimenti e non solo per quelli che, magari ciclicamente a seguito di ricerche o di scandali di varia natura, finiscono sotto i riflettori dell'opinione pubblica".
(Fonte: ufficio stampa Lapam Confartitigianato Modena-Reggio Emilia)
Istruzioni per l'uso del sale. La dottoressa Elisabetta Dall'Aglio, specialista in Endocrinologia e in Scienze dell'alimentazione, spiega perché è indispensabile e quanto è il giusto. Se il sale più comune e diffuso è quello da cucina, che viene ricavato dalle acque del mare o dalle miniere di salgemma, è anche vero che sta diventando un' abitudine in cucina utilizzare il composto proveniente da altre fonti... -
Parma, 24 ottobre 2015 - di Alexa Kuhne -
Oro bianco del mare. Secoli fa era chiamato così.
Fin dall'antichita', grazie alle sue proprieta' batteriostatiche, veniva utilizzato per conservare gli alimenti.
In realta' il sale svolge anche importanti funzioni per il benessere dell'organismo.
Proprio a livello nutritivo può dare il meglio di sé, oltre che essere un prodotto comune di poco prezzo che serve a insaporire le pietanze.
La presa di sale corretta nella nostra dieta quotidiana
"L'equilibrio idrico del corpo dipende dalle quantità assunte – spiega la dottoressa Elisabetta Dall'Aglio, specialista in Endocrinologia e Scienza dell'alimentazione -: se non se ne consuma a sufficienza si rischia la disidratazione, la perdita di peso o problemi gravi nello sviluppo fisico e mentale del bambino o il 'gozzo' (ingrossamento della tiroide) nell'adulto".
Tutte le varietà del sale
Se il sale più comune e diffuso è quello da cucina, che viene ricavato dalle acque del mare o dalle miniere di salgemma, è anche vero che sta diventando un' abitudine in cucina utilizzare il composto proveniente da altre fonti.
In realtà il sale non è tutto uguale. "Le caratteristiche non sono pertanto quantificabili con certezza e variabili – chiarisce l'Esperta -. Ne esistono di molti tipi, di diversa provenienza, con colori e proprietà diverse tra loro: ogni parte della Terra ha il suo tipo di sale".
Quello che noi tutti conosciamo è bianco ed estratto dal mare: l'acqua marina viene raccolta nelle saline e fatta evaporare, facendo affiorare così il sale, che successivamente viene trasportato in raffineria, lavato, depurato e spesso "condito" con antiagglomeranti chimici per evitare che assorba umidità e formi fastidiosi grumi. Le miniere si sono rivelate fonte inesauribile di questo prezioso prodotto della terra: milioni di anni fa, con l'ascesa di numerose catene montuose, ampi specchi di mare sono rimasti intrappolati sulla terraferma. Un po' alla volta l'acqua è evaporata, lasciando depositati il sale e tutti gli elementi nutritivi che essa conteneva. Perciò questo tipo di sale è più puro, oggi viene estratto dal suolo quindi è incontaminato come al momento del suo deposito. Uno dei piu' presenti è il sale rosa dell'Himalaya che prende il suo colore dall'accentuata presenza di ferro. Non è sottoposto ad alcuna raffinazione è ricco di zinco, rame e ferro ed è l'unico che contiene tutti gli oligoelementi di cui abbiamo bisogno.
Con il nome di "caviale del sale" si indica, invece, il Sale della Camargue o Fior di sale (Fleur de sel). Grezzo, dal colore bianco opaco, prodotto nel sud della Francia, raro, pregiato e iposodico, caratteristiche lo rendono un ingrediente richiesto dagli chef di tutto il mondo. Un suo equivalente italiano è il sale di Cervia e quello di Trapani. Per il carattere scenografico i cuochi amano anche il sale rosso delle Hawaii. Il colore deriva sempre dalla quantità di ferro (oltre cinque volte quella del comune sale da cucina) ed è utilizzato per accompagnare carne e pesce grigliati, nonché per decorare i piatti. Ideale per condire pesce bianco, uova e zuppe è invece il sale nero di Cipro. Raccolto dalle acque dell'isola, è arricchito con carbone vegetale ottenuto dalla combustione delle cortecce di legno dolce, quali tiglio, betulla e salice che gli conferiscono il colore. Noto per il suo colore simile agli zaffiri è il sale blu di Persia. Il blu è dovuto alla silvinite, un minerale estratto dalle miniere di sale dell'Iran. Caratterizzato da un gusto speziato, lo si utilizza come comune sale da tavola per condire i piatti o, in grani, per decorarli. Questo sale è ricco di magnesio e calcio e potassio. Ultimo e non meno importante, il sale affumicato. La sua storia risale al tempo dei vichinghi, i primi che con un particolare procedimento trattarono il sale marino appunto affumicandolo, attraverso la combustione del legno. Dall'albero utilizzato dipende il colore e l'aroma.
"Come si puo' comprendere - dice la dottoressa Dall'Aglio - ognuno di questi sali si presenta con proprieta' e caratteristiche organolettiche differenti che dipendono dalla presenza dei vari oligoelementi naturalmente presenti nelle zone di provenienza e di raccolta. Gli oligoelementi in essi contenuti non sono pertanto certi e possono variare.
A fronte di tale difetto i diversi tipi di sale descritti hanno invece il pregio di essere molto piu' naturali e meno contaminati", chiarisce la dottoressa dall'Aglio.
Attenzione all'ipertensione e alle malattie renali
Se assunto in eccesso, il sale interferisce sulla pressione arteriosa aumentandola. "Per tutti gli adulti sani un consumo di sodio giornaliero equivalente a un cucchiaino da the' colmo, corrispondente a cinque grammi, è stato raccomandato da importanti organizzazioni scientifiche e sanitarie. Agli ipertesi, ai "pre ipertesi" e a chi ha una malattia renale o cardiaca, si raccomanda di ridurre l'assunzione di sodio a 3,8 g di sale, cioe' 1/2-3/4 di un cucchiaino da thè ".
I pregi del sale iodato
Il sale iodato, invece, si vende poco. Eppure ha proprietà preziose. "In Italia il 12% della popolazione è affetta da gozzo – sottolinea l'Endocrinologa -. La campagna di iodoprofilassi per la prevenzione dei disturbi da carenza alimentare di iodio consiste nell'integrazione di iodio nell'alimentazione per assicurarne la giusta quantità giornaliera".
E' un sale da cucina, che viene ricavato dalle acque del mare o dalle miniere di salgemma. Ad esso si aggiunge lo iodio in modo artificiale. Questo tipo di sale aiuta la tiroide a sintetizzare gli ormoni tiroidei. Inoltre fa molto bene ai bambini e alle donne in gravidanza e allattamento, per combattere la carenza iodica ed evitare i possibili deficit che ne possono derivare.
Tutti i punti vendita devono esporre sugli scaffali con sale iodato la locandina informativa del Ministero della Salute.
Lo slogan deve essere 'poco sale ma iodato' (e possibilmente a crudo).
"L'assunzione giornaliera di iodio consigliata è di 150 microgrammi per gli adulti, 175 microgrammi per le donne incinte e 200 microgrammi per le donne che allattano. Sono indicazioni precise che non espongono a insorgenza di ipertensione ma forniscono la quota necessaria di iodio necessaria per la iodio-profilassi".
Esperti a disposizione della popolazione per parlare di prevenzione e di percorsi di diagnosi e terapia presso la Casa della Salute di Parma in via Pintor. Incontro gratuito e aperto a tutti. -
Parma, 17 ottobre 2015 - in allegato scaricabile la locandina dell'iniziativa -
La prevenzione è fondamentale. E da questo assunto si parte per promuovere una serie di incontri di informazione sanitaria rivolti alla popolazione.
La Casa della Salute di via Pintor, su indirizzo della ASL di Parma, ospiterà, venerdì 23 ottobre alle ore 16 presso la sede del gruppo Galeno in via Pintor 2, le dottoresse Elisabetta Dall'Aglio e Claudia Guareschi, specialiste endocrinologhe, che interverranno sul tema della tiroide.
Di volta in volta saranno disponibili professionisti aziendali per trattare e discutere di specifici argomenti di interesse per la cittadinanza.
Sara' presente, in veste di coordinatore, il dottor Giorgio Fiorini, referente dei medici di medicina generale del Gruppo Galeno.
Si trattera' di una conversazione prevalentemente divulgativa su particolari argomenti come la iodoprofilassi, la prevenzione,le condizioni di alterata funzione e la patologia nodulare.
Verranno affrontati inoltre aspetti logistico-organizzativi, come le modalita' degli accessi, particolari percorsi diagnostico-terapeutici in atto, le modalita' di integrazione attuate con i MMG.
L'invito è, naturalmente, aperto a tutti.
Trovati anche fusti metallici da 200 litri ciascuno contenenti un amalgama densa, che sarà oggetto di successive analisi. L'area oggetto di accertamenti è quella denominata "Campetto" e ricade planimetrie del Sito Interesse Nazionale.
Roma - Il personale Forestale del Comando Provinciale della Spezia, su delega dell'Autorità Giudiziaria ha proceduto ad effettuare degli scavi in un area limitrofa alla nota discarica di Ruffino-Pitelli. L'area oggetto di accertamenti è quella denominata "Campetto" e ricade planimetrie del Sito Interesse Nazionale.
Le indagini del CFS nell'area Campetto sono iniziate nel giugno 2014 con una delega di indagine da parte della Procura della Repubblica della Spezia emessa a seguito di una lunga attività investigativa. Durante gli scavi effettuati con un escavatore nell'area indicata, è stato individuato un consistente abbancamento di rifiuti costituito da ceneri, scorie di fonderia, materiali sciolti intrisi di idrocarburi e oli esausti.
L'area in questione ha un estensione di circa 1200 metri quadri. In base alla profondità raggiunta dagli scavi si può stimare che la cubatura dei rifiuti presenti sia di svariate migliaia di metri cubi e durante gli scavi, a una profondità di circa 3 metri sono stati individuati anche 30 fusti metallici da 200 litri ciascuno contenenti un amalgama densa, che sarà oggetto di successive analisi.
(Fonte CFS Corpo Forestale dello Stato)
Visite ed esami gratuiti nelle Aziende sanitarie di Parma. Le iniziative di LILT. Illuminati in rosa i principali monumenti ed edifici di Parma e provincia. -
Parma, 7 ottobre 2015 -
Torna la campagna "Nastro rosa", organizzata da LILT sezione provinciale di Parma con la collaborazione delle due Aziende sanitarie – AUSL e Azienda Ospedaliero-Universitaria. Un mese, ottobre, dedicato alla prevenzione e diagnosi precoce dei tumori alla mammella, con iniziative di sensibilizzazione e informazione, visite ed esami gratuiti.
GLI APPUNTAMENTI DI SENSIBILIZZAZIONE
A partire da giovedì 8 ottobre al Teatro Verdi di Busseto, nell'ambito del Festival Verdi, è dedicata alla campagna "Nastro rosa" l'anteprima dell'opera "Rigoletto"; sabato 10 "Nastro Rosa al bar": dalle 17 alle 19 a Varano de Melegari, un aperitivo in rosa in alcuni bar del paese; sabato 17 nella sala parrocchiale Virtus di Sorbolo lo spettacolo "Trio Lescano"; venerdì 23 la cena "in rosa" organizzata dalle volontarie LILT a Salsomaggiore Terme all'Hotel Valentini, per prenotazione 388.7713426 oppure 349.1370558.
MAMMOGRAFIE
Le donne tra i 45 e i 74 anni che non hanno fatto la mammografia negli ultimi due anni, possono effettuarla gratuitamente, in Azienda Ospedaliero-Universitaria il 10 e 17 ottobre, chiamando il numero 0521/704308 dal lunedì al venerdì dalle 12 alle 14, negli ambulatori di Parma dell'AUSL il 24 ottobre, telefonando al numero 0521/988886 dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 18, all'Ospedale Santa Maria di Borgo Val di Taro dell'AUSL il 30 ottobre chiamando il numero 0525/970202 dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 15.
VISITE SENOLOGICHE
Gratuite per le donne di ogni età, negli ambulatori LILT di Parma e provincia, chiamando la segreteria al numero 0521/988886 dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 18. Ancora, organizzate dall'Azienda USL: chiamando il numero 0524/515407 dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 17, visite gratuite alla Casa della Salute di San Secondo, Piazza Martiri della Libertà 24 (2° piano) il 14 ottobre e a Vaio, in Via Don Tincati 5 (ingresso distretto - corpo "O" 1° piano) martedì 20. Inoltre, domenica 25, in occasione di Cioccolandia, a Medesano visite senologiche gratuite nelle sede della LILT in Piazza Rastelli.
ILLUMINAZIONE IN ROSA
Come d'abitudine, monumenti e edifici pubblici si tingono di rosa per tutto il mese. A Parma: il casino Petitot, il padiglione della Direzione dell'Ospedale Maggiore ed il polo di viale Basetti, struttura sanitaria del Distretto di Parma dell'Ausl; in provincia: il monumento dedicato alla stilista Clara Centinaro a Bedonia, il monumento a Elisabetta Farnese a Borgo Val di Taro, il monumento a Giuseppe Verdi ed il Municipio a Busseto, la Casa del Popolo a Calestano, il municipio di Fidenza, la Rocca di Fontanellato, il Municipio di Mezzani, il monumento di Papa Giovanni Paolo II e la colomba della Pace a Noceto, il monumento collocato sulla rotatoria di Pontetaro ed il Municipio di Varano Melegari.
I DATI DELL'ATTIVITA' DI SCREENING
Per la diagnosi precoce dei tumori della mammella. Nel 2014, sono state invitate 52.358 donne (di età compresa tra i 45 e i 74 anni) a sottoporsi a mammografia: 29.596 hanno accettato. Grazie allo screening, sono stati individuati 224 tumori, 144 di questi avevano dimensioni inferiori ai 2 cm e in oltre il 90% dei casi è stato possibile intervenire con la chirurgia conservativa.
NASTRO ROSA
E' un'iniziativa di LILT realizzata in collaborazione con Azienda USL e Azienda Ospedaliero-Universitaria, con il patrocinio e co-organizzazione del Comune di Parma, con il patrocinio di Provincia di Parma, Università degli Studi, Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri di Parma.
(fonte: Uffici stampa Usl Parma)
Ricordate l'Ebola? Quella malattia altamente contagiosa e mortale che ha imperversato per il centro d'Africa dalla primavera del 2014 sino alla primavera 2015? D'incanto le cronache di tutto il mondo l'hanno accantonata. Probabilmente è stata sconfitta. O no?
di Lamberto Colla - Parma, 4 ottobre 2015 - Di colpo si sono interrotti i bollettini sullo stato d'avanzamento della malattia nei corpi dei singoli e nella diffusione territoriale. L'estate anticipata ha preso il sopravvento e il bollettino "meteo mondiale" di colpo si è aggiornato con le temperature atmosferiche abbandonando le temperature virali.
Abbiamo tutti tirato un sospiro di sollievo quando il medico italiano Fabrizio Pulvirenti, contagiato dall'Ebola in Sierra Leone e ricoverato il 25 novembre 2014, fu dimesso alla vigilia dell'epifania.
Da lì in poi le notizie hanno cominciato a scemare sino a annullarsi definitivamente all'equinozio di primavera.
Più nulla. Si è passati da bollettini medici orari sullo stato d'avanzamento della malattia nei territori africani al numero di contagi che crescevano in modo esponenziale alle temperature degli infettati occidentali al silenzio totale.
O la malattia è scomparsa o non c'è più interesse a parlarne.
Un qualche dubbio che interessi ci fossero, più economici che umanitari, già mi era venuto nell'ottobre scorso ancora prima che il povero Pulvirenti si ammalasse e venisse condotto in Italia per essere sottoposto a quelle cure sperimentali e fuori protocollo ma autorizzate, proprio in forza dell'emergenza sanitaria, dall'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità).
Un battage mediatico insistente, continuo e accompagnato da immagini raccapriccianti di donne e bambini stesi a terra in attesa di poter essere visitati ci ha accompagnati per quasi un anno. E finalmente l'OMS ha accolto l'offerta di alcune case farmaceutiche di testare i loro vaccini piuttosto che le loro cure.
L'emotività mondiale era così elevata che nessuno avrebbe mai potuto e voluto opporre resistenza a questi tentativi e così è stato.
I primi risultati si sono conseguiti (almeno dalle cronache riportate dalle grandi agenzie) e i medici colpiti sono diventati, senza la loro volontà, perfetti testimonial del successo farmaceutico, non certo a buon mercato.
Già, perché per guarire il solo Pulvirenti, sarebbe stato necessario l'utilizzo di ben quattro diversi farmaci sperimentali. Secondo le stime, il costo complessivo sostenuto dal nostro sistema sanitario per salvare il medico dovrebbe essere stato di circa un milione di euro.
Avete letto bene, oltre un milione di euro! Da questa tragedia che ha colpito milioni di persone, contagiato circa 28.000 persone e contato quasi 12.000 morti dei quali 500 erano operatori sanitari, qualcuno ha sistemato bilanci, realizzato ricerche sostenute da altri e riempito i cassetti.
"L'epidemia di Ebola è stata spesso descritta come una tempesta perfetta: un'epidemia transfrontaliera in paesi con sistemi sanitari deboli, che non avevano mai conosciuto l'Ebola prima", dice Christopher Stokes, direttore generale di MSF (Medici Senza Frontiere). "Ma questa è una spiegazione di comodo. Perché l'epidemia di Ebola andasse a tal punto fuori controllo, molte istituzioni dovevano sbagliare. E così è stato, con conseguenze tragiche ed evitabili."
Tanto di comodo che quando chi doveva incassare che cosa e quanto (lo sanno solo gli interessati) ecco che l'emergenza sfuma, i media voltano pagina e i morti rimangono.
Per quanto nessuno ne parli più siamo ancora ben lungi dall'avere risolto il problema umanitario, come dimostra il rapporto di Medici Senza Frontiere dello scorso 23 marzo. "Per dichiarare la fine dell'epidemia, scrive l'MSF, è necessario identificare ogni singola persona che sia stata in contatto con un malato di Ebola. Non c'è spazio per errori e leggerezze.
Il numero di nuovi casi a settimana è ancora più alto che in qualsiasi precedente epidemia e i casi complessivi non sono diminuiti in modo significativo dalla fine di gennaio.
In Guinea, il numero di pazienti è di nuovo in aumento. In Sierra Leone, presentano il virus molte persone che non erano nelle liste di contatti Ebola conosciuti.
In Liberia si è registrato in questi giorni un nuovo caso, il primo dopo le dimissioni dell'ultimo paziente a inizio mese.
"Il trauma dell'Ebola ha lasciato persone diffidenti nei confronti delle strutture mediche, operatori sanitari demoralizzati e timorosi di riprendere servizio, comunità in lutto, impoverite e sospettose", si legge sul rapporto. Nei tre paesi più colpiti, quasi 500 operatori sanitari hanno perso la vita lo scorso anno, un duro colpo per la già grave carenza di personale prima dell'Ebola.
Ebola non è sconfitta, anzi l'ultima vittima è del 16 settembre scorso come riportato da BLOGO e altre 700 sono in quarantena: "Una ragazza di 16 anni è morta in Sierra Leone a causa del virus Ebola. Fonti sanitarie locali hanno riferito che la ragazza è deceduta presso in centro dell'International Medical Corps della città di Makeni, nella provincia di Bombali che si trova al Nord del Paese, al confine con la Guinea ed è una zona in cui da almeno sei mesi non si verificavano casi di contagio, come ha specificato il Centro nazionale di lotta all'Ebola che ha espresso la sua delusione per la notizia di questa morte ma ha anche assicurato la predisposizione di tutte le misure necessarie per affrontare il caso di contagio."
Forse si sono risolti i problemi economici di alcune aziende, non certo degli africani.
A pensare male si fa peccato, ma spesso ci si prende! ... diceva qualcuno...
Cavallaro invitato dalla Provincia a illustrare all'Assemblea il Ciar: "Oggi è possibile utilizzare anche i droni nel monitoraggio". Manghi: "Strumento importante, mi auguro venga adottato da altri Comuni". -
Reggio Emilia, 30 settembre 2015 -
Il progetto-pilota del Comune di Rubiera - che dal 2009 ha avviato un programma di "verifica a tappeto" delle coperture degli immobili per far rimuovere o mettere in sicurezza quelli contenenti amianto - potrebbe diventare buona prassi per tutte le amministrazioni reggiane. Con questo obiettivo il presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giammaria Manghi, ha invitato nei giorni scorsi il sindaco Emanuele Cavallaro a illustrare all'Assemblea dei sindaci il Catasto Immobili Amianto Rubiera (Ciar). Nato sulla base della drammatica esperienza maturata con la vicenda Eternit, il Ciar ha permesso di censire ben 227.175 metri quadri di coperture contenenti amianto in edifici privati (quelli pubblici, a Rubiera, sono tutti da tempo a norma), 108.825 dei quali già bonificati, 43.000 messi in sicurezza ed altri 75.350 attualmente oggetto di procedure aperte.
Confermando l'impegno preso lo scorso aprile proprio a Rubiera al convegno promosso da Comune, Cgil e Associazione dei familiari in occasione della Giornata mondiale delle vittime del lavoro e dell'amianto, il presidente Giammaria Manghi ha quindi invitato il sindaco Cavallaro a illustrare agli altri primi cittadini il funzionamento, e gli importanti risultati ottenuti, del Ciar, perché possa essere adottato anche dagli altri Comuni: "Uno dei "nuovi" ruoli della Provincia è proprio quello di coordinare e supportare amministrativamente i Comuni, valorizzando e cercando di condividere le tante buone pratiche che le pubbliche amministrazioni reggiane hanno messo in campo nel tempo – spiega il presidente della Provincia di Reggio Emilia – Il Catasto Immobili Amianto Rubiera è certamente uno strumento importante per superare gli attuali limiti gestionali nella eliminazione dell'amianto dal nostro territorio, ha prodotto risultati preziosi e mi auguro possa essere esteso anche ad altre realtà".
Il sindaco Emanuele Cavallaro ha illustrato agli altri primi cittadini il funzionamento del Ciar, mettendo a loro disposizione un vero e proprio kit, completo di allegati con le "lettere-tipo" da inviare ai proprietari per avviare il procedimento amministrativo finalizzato alla bonifica. "La sensibilità della comunità su questi temi è comunque fondamentale e a Rubiera la collaborazione dei cittadini è stata preziosa, basti dire che su 258 procedimenti avviati, non abbiamo riportato nessun ricorso ed abbiamo dovuto procedere a solo 5 segnalazioni alla Procura per inadempienza", ha sottolineato Cavallaro. Realizzato "senza incaricare tecnici o consulenti esterni, grazie ad uno straordinario lavoro anche dei nostri funzionari e del nostro dirigente, e senza attendere nuove leggi o finanziamenti", il Catasto ha comportato nella prima fase una attenta ricognizione del territorio per individuare le coperture realizzate in cemento amianto: "Abbiamo utilizzato le foto satellitari o l'aerofotogrammetria – ha spiegato il sindaco di Rubiera – ma oggi la tecnologia consente di ridurre sensibilmente i tempi del monitoraggio attraverso i droni ed in particolare grazie a un progetto che si basa sull'applicazione di un algoritmo sull'analisi di immagini multi spettrali, originalmente sviluppato dall'Università di Chieti e perfezionato da AeroDron".
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(fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)
Recitare per crescere, imparare a conoscere se stessi, prevenire il bullismo e la violenza di genere, ma anche per superare il disagio e acquisire fiducia in se stessi. Ne parliamo con Roberta Spaventa, psicologa clinica, drammaturga e regista della compagnia Peso Specifico Teatro di Modena. -
Modena, 26 settembre 2015 - di Manuela Fiorini – foto Peso Specifico Teatro, Dante Farricella, Valeria Pi. -
Può il teatro aiutare a superare ansie, disagi e paure? Si possono "toccare con mano" e sperimentare esperienze, anche forti, come la violenza sulle donne, il bullismo o la discriminazione di genere, attraverso il filtro rassicurante della recitazione? E, ancora, può il teatro aiutarci a crescere, contribuendo alla nostra formazione personale, rinsaldare l'autostima e la sicurezza di sé?
Ne abbiamo parlato con Roberta Spaventa, psicologa clinica, drammaturga e regista della compagnia Peso Specifico Teatro di Modena, che, dal 2009, porta avanti un lavoro di ricerca prevalentemente basato sulla messa in scena di drammaturgie originali. Gli elementi chiave del lavoro sono la formulazione di una scrittura scenica sempre nuova, l'utilizzo di segni metaforici o archetipici per riferirsi indirettamente alla contemporaneità, il dialogo tra diversi linguaggi, il confronto con elementi provenienti da altre forme artistiche, intesi come fonte di ispirazione e possibilità di indagine tecnica. Tra le attività della compagnia, ci sono anche i laboratori teatrali dedicati ai ragazzi e incontri di Teatro Terapia.
In che modo la recitazione, il teatro, possono contribuire alla formazione o a superare per esempio, ansie, paure, e altri disagi?
"Gli interventi psicopedagogici a mediazione teatrale sono molto utili con bambini e ragazzi per affrontare tematiche quali il bullismo, la differenza di genere o le dinamiche di gruppo. Inoltre, il laboratorio teatrale può essere un'occasione importante per esplorare il proprio Sè e il rapporto con il gruppo, inteso come fonte di supporto e confronto costante. Il processo creativo è l'elemento fondamentale e costituente del laboratorio, mentre la messa in scena finale, quando è prevista, non è che il corollario del percorso stesso. La scelta di affrontare un tema d'indagine dal quale partire per scrivere i propri testi o proporre le improvvisazioni, diviene essenziale per affrontare il proprio mondo interno nel rapporto con la realtà sociale. Attraverso la drammatizzazione, non solo vengono esternati vissuti e disagi interni, ma si ha la grande opportunità di vedere punti di vista differenti e modalità nuove di interpretazione e reazione. La creatività, così stimolata, diviene l'elemento essenziale per trascendere la vita quotidiana, nella quale l'azione è spesso ripetitiva e automatica. L'Eros, come forza vitale, erompe nella propria vita per fornire soluzioni e ipotesi nuove e contribuire allo sviluppo dell'essere umano, qualunque età anagrafica egli abbia".
Come si svolge la teatro terapia? A chi e per quali disagi è indicata?
"La teatro terapia è un metodo che affianca tecniche psicologiche con elementi teatrali, attraverso un lavoro pre-espressivo, sul personaggio e sull'azione scenica. Si portano "in scena" i propri vissuti per rielaborarli mediante un percorso volto all'armonizzazione di corpo, voce e psiche. Questa metodologia può essere affrontata attraverso sedute individuali o di gruppo ed è uno strumento molto adatto per coloro che desiderano approfondire la conoscenza di parti di Sé e rafforzare il proprio Io, agendo su stress, angosce e blocchi emotivi. Viene integrato spesso a percorsi di psicoterapia ma senza sostituirsi ad essi".
Tu sei psicologa clinica e drammaturga/regista, come si conciliano queste tue "anime"?
"Devo dire che il tempo mi ha permesso di comprendere in profondità i punti di convergenza di queste due aree. Il Teatro si offre come strumento prezioso sia nell'ambito della prevenzione che in quello della terapia, utilizzando la scrittura e la messa in scena come occasione di crescita ed esplorazione delle diverse parti di Sé, in relazione con l'Altro e il proprio contesto sociale. Per questo motivo, oltre a produrre e distribuire gli spettacoli della mia compagnia, lavoro nella formazione, in progetti psicopedagogici a mediazione artistica e nell'ambito della teatro terapia".
Uno dei temi più "sentiti"è quello della violenza, contro le donne, ma anche contro chi è più debole, o diverso, senza contare forme meno eclatanti, come quella psicologica o verbale. A riguardo, ti sei occupata della sceneggiatura originale di Barbablù. Qual è il tema e come l'archetipo della favola si inserisce nella modernità?
"Barbablu è uno spettacolo che attraversa le dinamiche della violenza trasversalmente per aprire a quella parte del Sé a contatto con la ferita e permettere una riflessione prima di tutto emotiva, ma anche cognitiva, delle dinamiche di dipendenza e violenza. Nel finale ho rappresentato un ipotetico tribunale dove il popolo gioca a turno il ruolo di accusato e accusatore, in un eterno ciclo che pare esistenziale. In realtà ho voluto parlare del dolore, dello svilimento e della sfiducia che spesso l'essere umano vive su di sé in prima persona, senza avere strumenti per compensare e trasformare questa mancanza. Così il circolo della violenza si instaura nel rapporto con se stessi e con gli altri, creando dinamiche di difficile scioglimento. Importante è stata per me l'interpretazione di Clarissa Pinkola Estés in "Donne che corrono coi lupi", dove si parla di Barbablu prima di tutto come persecutore interno. Lo spettacolo fa parte di un progetto molto più ampio, composto da diverse azioni volte ad approfondire l'indagine sulle dinamiche della violenza. Abbiamo attivato già da quattro anni un percorso di Educazione alle emozioni a mediazione teatrale per le scuole primarie, sostenuto dall'Assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Modena. Prossimamente condurrò un Percorso terapeutico-formativo con donne che hanno subito violenza".
Gli spettacoli della compagnia sono stati rappresentati e accolti con favore in Francia. Pensi che all'estero ci sia più apertura e favore verso forme di teatro e sceneggiature originali rispetto all'Italia?
"Abbiamo avuto la fortuna di partecipare due volte al Festival "Avignon off", una vetrina internazionale importante. Con "Barbablu" credo di aver toccato un archetipo universale che riguarda la ferita e il bisogno d'amore. Il modo in cui abbiamo utilizzato il linguaggio del corpo, l'uso della voce fatta di versi e suoni che pescano nell'infanzia, sono elementi che hanno permesso un riscontro emotivo molto diretto da parte degli spettatori e questo si è tradotto in un successo di pubblico e critica. Avignone ci ha dato la possibilità di verificare il lavoro davanti a persone provenienti da paesi e culture molto diversi tra loro, aiutandoci a comprenderne l'efficacia. Inoltre, il festival può essere una grande occasione di visibilità, se si riesce a suscitare interesse negli operatori che programmano in tutto il mondo. In Italia il sistema è chiuso e involuto su se stesso, spesso i direttori artistici non rispondono neppure agli inviti. Non è facile far vedere il proprio lavoro se non si ha una grossa produzione o dei canali preferenziali".
Progetti per il futuro?
Dopo aver gestito per quattro anni il TeTe - Teatro Tempio di Modena, siamo in attesa di trovare una nuova sede dove continuare il nostro lavoro di produzione e formazione. Per quanto riguarda i nostri spettacoli, siamo impegnati nella distribuzione di "Barbablu" e di "Alice a quel Paese", il nostro lavoro per bambini. In cantiere c'è poi il proseguimento de "Il meritato riposo" presentato l'anno scorso, durante la nostra rassegna "Margini, sotto forma di studio". Si tratta di un mio testo, finalista al premio di drammaturgia "Avamposti d'autore", dedicato alla figura della matematica e filosofa Ipazia. Ci sarà prossimamente anche una nuova produzione per la regia di Santo Marino sul tema del naufragio. Naturalmente, proseguiamo le collaborazioni con scuole, enti pubblici e altre realtà sociali".
INFO
Peso Specifico Teatro
www.pesospecificoteatro.org
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