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Lo studio dell'Osservatorio Nutrizionale Grana Padano sull'alimentazione degli italiani in occasione della Giornata Europea dell'Obesità del 21 maggio

Milano, 26 aprile 2016 – Nel mondo sono 641 milioni le persone obese o in sovrappeso, come riferisce il recente studio dell'Imperial College di Londra, pubblicato nel numero di aprile dalla rivista The Lancet, che ha coinvolto l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e oltre 700 ricercatori nel mondo. Nel 1975 le persone obese nel mondo erano 105 milioni, mentre nel 2014 la cifra è arrivata a 641 milioni. Un aumento vertiginoso che fa parlare i ricercatori di "epidemia di obesità": è interessato il 13% della popolazione mondiale adulta, ed occorre intervenire, prima di tutto raccomandando una corretta alimentazione.

In occasione della Giornata mondiale dell'obesità del 21 maggio 2016, gli esperti dell'Osservatorio nutrizionale Grana Padano (Ogp) hanno realizzato uno studio sul rapporto tra tipo di alimentazione e peso corporeo, analizzando 5mila interviste di italiani adulti.
Le abitudini alimentari emerse evidenziano uno scarso apporto di verdura, il 38.7 del campione non mangia due porzioni di verdura al giorno e la cattiva abitudine è prevalente nel maschio (45% rispetto 32%), per la frutta emerge che il 27% degli intervistati non mangiano due frutti al giorno e il 45% non mangia due volte a settimana il pesce, i cereali integrali non sono utilizzati dal 65% degli intervistati e il 56% di questi sono in sovrappeso o obesi. I dolci sono utilizzati da entrambi i sessi senza particolari differenze in quantità.

Le cattive abitudini sono per il 10% degli intervistati di non fare la prima colazione, il 20% mangia davanti alla televisione o al computer, il 25 % degli intervistati ha l'abitudine all'aperitivo che è quasi sempre accompagnato dal buffet. Il pasto completo ed equilibrato (primo e secondo con le verdure e la frutta) è fatto solo dal 16% degli intervistati a cena e il 10% a pranzo, la maggior parte delle persone fa pasti veloci e dissociati (o primo o secondo piatto), più della metà delle persone, il 60% non guarda le etichette nutrizionali e non si informa sulle caratteristiche dei prodotti nutrizionali. Il 40% utilizza alcolici, prevalentemente vino.

Analizzando i nutrienti, la quota proteica è di circa 1-1.2 grammi di proteine per Kg di peso, abbiamo quindi un'alimentazione normoproteica con una percentuale di fibra, vicina a quella raccomandata 29g invece che 30g. Analizzando i dati emerge una bassa introduzione di Vitamina D e bassa introduzione di minerali, prevalentemente ferro nelle donne, le persone bevono poco e difficilmente raggiungono 1.5 litri di acqua al giorno.

Il dato più evidente dall'indagine è che il 43% del campione passa quotidianamente 3 o più di 4 ore davanti alla televisione o ai giochi elettronici, l'attività quotidiana in casa è minima, meno di 1 ora al giorno nel 50% degli intervistati (nel 66% degli uomini). Se si considera l'attività lavorativa emerge chiaramente che chi ha un lavoro sedentario (50% degli intervistati) ha un BMI più elevato, infatti il 50% dei sedentari ha un BMI maggiore di 25. La tendenza al sovrappeso e obesità aumenta per chi è disoccupato o senza lavoro, oppure in pensione.
"La sedentarietà è molto diffusa nella nostra popolazione e l'attività fisica regolare è scarsa – spiega Maria Letizia Petroni, Presidente di ADI Associazione Italiana di dietetica della Lombardia e coordinatrice dell'Ogp - E' quindi fondamentale promuovere una sana alimentazione e un corretto stile di vita, promuovendo la Dieta Mediterranea abbinata ad una attività fisica regolare: per gli adulti è di almeno 150 minuti a settimana di attività fisica aerobica d'intensità moderata, praticata per almeno 10 minuti consecutivi, secondo le linee guida della SIO (Società Italiana Obesità) e ADI".

"Aggiungo che durante Expo2015 è stata lanciata la dieta del Grana Padano – sottolinea Petroni – con piatti basati su Grana Padano Dop che contiene la leucina, con l'effetto di contrastare la perdita di massa magra metabolicamente attiva durante il calo di peso ed aumentare il senso di sazietà, fattore assai importante per chi tende a mangiare troppo".

I CONSIGLI DEGLI ESPERTI DELL'OSSERVATORIO NUTRIZIONALE GRANA PADANO:
1) Raggiungere i 10.000 passi al giorno (utilizzando anche il contapassi)
2) Bere più di 1.5 litri acqua al giorno (almeno 8 bicchieri)
3) Cinque porzioni di frutta e verdura al giorno
4) Introdurre alimenti integrali
5) Limitare i grassi animali e preferire l'olio di oliva
6) Assumere almeno tre volte il pesce alla settimana
7) Una o due porzioni di latticini al giorno (latte\ yogurt)
8) Utilizzare almeno due volte alla settimana i legumi come fonte proteica
9) Limitare il sale aggiunto
10) Pesarsi regolarmente

Metodologia dello studio Ogp
La valutazione delle abitudini alimentari e dell'apporto di energia, di macro e micronutrienti è stata effettuata mediante l'utilizzo di un avanzato software, OGP versione 3.0, sviluppato appositamente e gratuitamente per i professionisti nell'ambito nutrizionale. Di ogni soggetto sono stati raccolti i dati anagrafici, utili a classificarli per: sesso, età, area geografica, livello d'istruzione e grado di occupazione.
La prima parte dell'intervista riguarda la raccolta di dati antropometrici. Peso (kg) e altezza (cm) e calcolo del BMI (KG\m2). Le successive 6 domande valutano lo stile di vita dei soggetti, più precisamente: L'abitudine al fumo; Il lavoro dal punto di vista della fatica fisica, quindi classificato come sedentario, manuale o pesante; Il tempo dedicato all'attività domestica, il tempo libero speso per hobby sedentari, il tempo dedicato ad un attività fisica moderata. Le abitudini alimentari vengono indagate con 28 domande riguardanti il consumo giornaliero di alimenti, bevande, e alcolici.
I restanti quesiti sulle abitudini alimentari riguardano le modalità di consumo dei pasti principali (domestico o fuori casa, in solitudine o in compagnia) e il tempo ad essi dedicato (es. pranzo consumato in 10 minuti o in più di 20), i comportamenti nei confronti del cibo, in particolare, se il soggetto è abituato a spiluccare, a mangiare spesso fuori pasto o se consuma solo i pasti principali.
Il campione esaminato, tra la popolazione adulta ha un età media di 53 anni, un BMI medio di 26.6, una circonferenza vita di 91 cm. (media di 87cm per le donne e 95,5 cm per gli uomini). I dati emersi riconfermano l'importanza dell'istruzione, il campione più istruito ha un BMI medio più basso rispetto a chi ha un livello scolastico più basso.
(Ufficio stampa Osservatorio Nutrizionale Grana Padano sito web: http://www.educazionenutrizionale.granapadano.it)

SCHEDA INFORMATIVA SULL' OSSERVATORIO NUTRIZIONALE GRANA PADANO
Indagine sugli errori nutrizionali e gli stili di vita
L'Osservatorio nasce nel 2004 grazie all'impegno del Consorzio Tutela Grana Padano in collaborazione con FIMP (Federazione Italiana Medici Pediatri) e SIMG (Società Italiana di Medicina Generale). Dall'inizio del 2005 sta fotografando gli stili alimentari della popolazione italiana con appositi questionari somministrati dai Medici e Pediatri di libera scelta ai loro assistiti, ai quali nel 2007 si sono aggiunti Dietisti e altri Medici Specialisti. L'indagine non è svolta da intervistatori ma da professionisti della salute che svolgono sui loro assistiti delle anamnesi alimentari a favore della loro salute e a scopo educativo. I dati raccolti con le anamnesi vengono elaborati per dare informazioni di carattere osservazionale-epidemiologico che periodicamente sono diffusi alla società civile.

AD OGGI.
Ha coinvolto 1.451 Medici di Medicina Generale, 673 Pediatri, 372 Dietisti che hanno somministrato 27.271 anamnesi alimentari (interviste) di cui 7.251 in età pediatrica e 20.020 adulti.

GLI OBIETTIVI.
Educare l'intervistato ad una corretta alimentazione e suggerire uno stile di vita quale prevenzione primaria, secondo quanto identificato dal programma "Guadagnare Salute" del Ministero della Salute.
Ottenere una stima qualitativa dell'assunzione di nutrienti e delle abitudini quali fumo e attività fisica.
Fornire al medico un pratico strumento operativo per somministrare l'anamnesi nutrizionale.
Identificare i principali errori nutrizionali degli italiani e diffondere la cultura della corretta alimentazione.

METODOLOGIA.
Ogni medico, pediatra, dietista e operatore sanitario, effettua l'anamnesi in un'area riservata online dove risiede il software. L'anamnesi è somministrata solo a soggetti che non soffrono di importanti patologie ed è effettuata come una ricerca osservazionale (il medico intervista il suo assistito, o il genitore nel caso di minori) l'intervista è guidata da un questionario elettronico che raccoglie: età, sesso, peso e altezza per calcolare il BMI, la circonferenza addominale, lo svolgimento di attività fisica, il tempo trascorso in attività sedentarie (guardare la TV, utilizzare il PC, fare giochi elettronici) e l'abitudine al fumo.
La parte alimentare valuta la frequenza di assunzione settimanale o mensile dei più importanti e diffusi alimenti consumati in Italia, i dati dichiarati vengono elaborati dal software che calcola il contenuto in macronutrienti e micronutrienti e di conseguenza quanti se ne sono assunti con la dieta abituale. Il software elabora e somma i nutrienti assunti e li paragona al fabbisogno giornaliero di ogni individuo, distinto per età e sesso, per valutarne lo scostamento rispetto ai valori standard. Le eccedenze e deficienze di nutrienti significative vengono evidenziate per correggere l'errore nutrizionale emerso dall'anamnesi. Gli scostamenti dei nutrienti vengono poi riclassificati in cibi da assumere più o meno frequentemente. Oltre a ciò il software permette, solo al medico, di suggerire comportamenti personalizzati a seconda del quadro clinico dell'intervistato. I risultati e i suggerimenti vengono consegnati all'intervistato.

COMITATO SCIENTIFICO OGP:
Prof.ssa Maria Letizia Petroni: coordinatrice del board, Medico specializzato in medicina interna ed esperto di alimentazione, nutrizione clinica ed obesità, coordinatore di ricerche finalizzate per il Ministero della Salute e Docente incaricato di dietetica e nutrizione presso diverse Università italiane. Responsabile scientifico del centro obesità dell'ospedale Villa Igea di Forlì.
Dott.ssa Michela Barichella: Medico specializzato in scienza dell'alimentazione, Responsabile medico del Servizio dietetico ICP dell'Ospedale di Milano, Presidente di Brain and Malnutrition Association.
Prof. Claudio Maffeis: Medico Pediatra, esperto di nutrizione e obesità infantile, Docente di metabolismo e nutrizione in età evolutiva dell'Università di Verona, Direttore della UOS nutrizione clinica e obesità dell'Ospedale Borgo Roma, Verona.
Prof. Sergio Coccheri: Medico specializzato in cardiologia e angiologia Ordinario di Malattie cardiovascolari dell'Università di Bologna.
Prof. Davide Festi: Medico specializzato in gastroenterologia, Ordinario di Gastroenterologia, Direttore della Scuola di specializzazione e Preside del corso di laurea in dietetica dell'Università di Bologna.
Prof. Alessandro Lubisco: statistico, Docente di scienze statistiche dell'Università di Bologna).

Problema obesità e sovrappeso: ecco i dati dello studio effettuato dall’Osservatorio Nutrizionale Grana Padano sull’alimentazione degli italiani in occasione della Giornata Europea dell’Obesità del 21 maggio.

Sabato 30 Aprile 2016 -

Quello dell'obesità o del sovrappeso è un problema che ne mondo tocca circa 641 milioni di persone, come riferisce il recente studio dell’Imperial College di Londra, pubblicato nel numero di aprile dalla rivista The Lancet, che ha coinvolto l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e oltre 700 ricercatori nel mondo.

 Nel 1975 le persone obese nel mondo erano 105 milioni, mentre nel 2014 la cifra è arrivata a 641 milioni. Un aumento vertiginoso che fa parlare i ricercatori di “epidemia di obesità”: è interessato il 13% della popolazione mondiale adulta, ed occorre intervenire, prima di tutto raccomandando una corretta alimentazione.

In occasione della Giornata mondiale dell’obesità del 21 maggio 2016, gli esperti dell’Osservatorio nutrizionale Grana Padano (Ogp) hanno realizzato uno studio sul rapporto tra tipo di alimentazione e peso corporeo, analizzando 5mila interviste di italiani adulti.Le abitudini alimentari emerse evidenziano uno scarso apporto di verdura, il 38.7 del campione non mangia due porzioni di verdura al giorno e la cattiva abitudine è prevalente nel maschio (45% rispetto 32%), per la frutta emerge che il 27% degli intervistati non mangiano due frutti al giorno e il 45% non mangia due volte a settimana il pesce, i cereali integrali non sono utilizzati dal 65% degli intervistati e il 56% di questi  sono in sovrappeso o obesi. I dolci sono utilizzati da entrambi i sessi senza particolari differenze in quantità.Tra le cattive abitudini anche quella di non fare colazione, con un 10% degli intervistati di non fare la prima colazione, di mangiare davanti alla televisione (il 20%) o al computer (il 25 %).

Insomma, il pasto completo ed equilibrato (primo e secondo con le verdure e la frutta) è fatto solo dal 16% degli intervistati a cena e il 10% a pranzo. La maggior parte delle persone fa pasti veloci e dissociati (o primo o secondo piatto), più della metà delle persone, il 60% non guarda le etichette nutrizionali e non si informa sulle caratteristiche dei prodotti nutrizionali. Il 40% utilizza alcolici, prevalentemente vino.Il dato più evidente dall’indagine è che il 43% del campione passa quotidianamente 3 o più di 4 ore davanti alla televisione o ai giochi elettronici, l’attività quotidiana in casa è minima, meno di 1 ora al giorno nel 50% degli intervistati (nel 66% degli uomini). Se si considera l’attività lavorativa emerge chiaramente che chi ha un lavoro sedentario (50% degli intervistati) ha un BMI più elevato, infatti il 50% dei sedentari ha un BMI maggiore di 25. La tendenza al sovrappeso e obesità aumenta per chi è disoccupato o senza lavoro, oppure in pensione.“La sedentarietà è molto diffusa nella nostra popolazione e l’attività fisica regolare è scarsa – spiega Maria Letizia Petroni, Presidente di ADI Associazione Italiana di dietetica della Lombardia e coordinatrice dell’Ogp - E’ quindi fondamentale promuovere una sana alimentazione e un corretto stile di vita, promuovendo la Dieta Mediterranea abbinata ad una attività fisica regolare: per gli adulti è di almeno 150 minuti a settimana di attività fisica aerobica d’intensità moderata, praticata per almeno 10 minuti consecutivi, secondo le linee guida della SIO (Società Italiana Obesità) e ADI”.“Aggiungo che durante Expo2015 è stata lanciata la dieta del Grana Padano – sottolinea Petroni – con piatti basati su Grana Padano Dop che contiene la leucina, con l’effetto di contrastare la perdita di massa magra metabolicamente attiva durante il calo di peso ed aumentare il senso di sazietà, fattore assai importante per chi tende a mangiare troppo”.

Ed ora i consigli degli esperti dell'Osservatorio Nutrizionale Grana Padano:

1) Raggiungere i 10.000 passi al giorno (utilizzando anche il contapassi)
2) Bere più di 1.5 litri acqua al giorno (almeno 8 bicchieri)
3) Cinque porzioni di frutta e verdura al giorno
4) Introdurre alimenti integrali
5) Limitare i grassi animali e preferire l’olio di oliva
6) Assumere almeno tre volte il pesce alla settimana
7) Una o due porzioni di latticini al giorno (latte\ yogurt)
8) Utilizzare almeno due volte alla settimana i legumi come fonte proteica
9) Limitare il sale aggiunto
10)Pesarsi regolarmente

 

 

Andos Parma ha il piacere di invitarvi alla Lectio Magistralis del Dr. Mark Skolnick, che avrà luogo Venerdì 27 Maggio 2016 – ore 17,00 presso Auditorium Palazzo del Governatore (P.zza Garibaldi a Parma).

Parma, 23 aprile 2016

L'evento che ha ottenuto il patrocinio di Comune di Parma, Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, Azienda Unità Sanitaria Locale di Parma, Europa Donna ed AVIS, è particolarmente significativo non solo per l'argomento trattato ovvero "MEDICINA PERSONALIZZATA: LA NUOVA FRONTIERA DELLA GENETICA" ma anche per il relatore che, per la prima volta tratterà questo argomento in Italia e proprio nella nostra città.

Questo argomento porterà il Dr. Skolnick a trattare il tema della rivoluzione genetica e di come la stessa abbia modificato la nostra comprensione dell'oncologia e della trasformazione di una cellula sana in una cancerogena. Partendo da questo esempio, si arriverà a spiegare come la genetica, sta cominciando a ridefinire la diagnostica, la pratica clinica e la terapica di tutte le malattie, basandosi sulla completa sequenza genomica del singolo paziente.

Molto significativo l'evento che ANDOS PARMA propone, anche perché, dal 2012 in Emilia Romagna (unica regione in Italia) è attivo un progetto per "identificare precocemente le donne a rischio eredo-familiare per tumore della mammella (e dell'ovaio) e monitorarne l'andamento". Lo scopo è di identificare le donne portatrici di mutazione BRCA1 e BRCA2 attraverso una griglia di valutazione anamnestica dei familiari con carcinoma della mammella e dell'ovaio sottoposta alla paziente durante la mammografia di screening o di clinica o attraverso il medico di base o lo specialista. Coloro che presentano un sospetto di rischio sono inviate al centro Spoke dove si provvederà ad eseguire le valutazioni per accertare il grado di rischio individuale. In caso di rischio elevato le pazienti vengono inviate al centro di genetica di riferimento (Hub) per l'eventuale esecuzione del test genetico ed attuare un protocollo di sorveglianza personalizzato. Dal 2015 il progetto per il rischio eredo-familiare è entrato a far parte del Piano Regionale della Prevenzione.

Il Dr. Skolnick è lo scopritore dei geni mutati in questione e colui che ha brevettato il test per l'identificazione della mutazione genetica.

convegno andos 27 maggio 2016

Pubblicato in Dove andiamo? Parma
Mercoledì, 13 Aprile 2016 09:15

Etichette. Il semaforo inglese non piace all'UE

Vittoria della dieta mediterranea. L'Europarlamento con 402 voti a favore, 285 contrari e 22 astensioni invita la Commissione europea a "riesaminare la base scientifica" del sistema "a semaforo".

di Virgilio Parma, 13 aprile 2016 – Il Parlamento Europeo ha respinto il sistema inglese dell'etichetta a 'semaforo' sugli alimenti e chiede di rimettere in discussione il fondamento scientifico dei cosiddetti 'profili nutrizionali'.

La richiesta è stata respinta con 402 voti a favore, 285 contrari e 22 astensioni.

"Siamo soddisfatti per il voto del Parlamento europeo che boccia un sistema di etichettatura troppo semplicistica e fuorviante. Siamo favorevoli alla corretta informazione del consumatore ma questa deve essere oggettiva e basata su evidenze scientifiche. No, quindi, ad un sistema che penalizza le produzioni di qualità, in particolare olio, formaggi e salumi". Commenta così Giorgio Mercuri, presidente dell'Alleanza delle Cooperative agroalimentari il voto dell'assemblea di Strasburgo in favore dell'eliminazione dei profili nutrizionali in etichetta, sul genere del "semaforo inglese".
"Ringraziamo - prosegue Mercuri - il lavoro condotto dall'Italia e dai nostri parlamentari europei, in particolare da Paolo De Castro, per il raggiungimento di questo primo significativo risultato. E' importante riflettere in ambito europeo su come favorire un consumo più consapevole, purché si utilizzino criteri oggettivi, senza danneggiare produzioni simbolo dell'agroalimentare italiano promosse dalla Dieta mediterranea".

Cos'è il semaforo.
Si tratta di un sistema introdotto nel Regno Unito, e fortemente voluto dal ministero della Salute britannico per contrastare l'obesità. Sulle etichette dei prodotti alimentari distribuiti in Uk c'è dunque un piccolo semaforo che fornisce al consumatore le informazioni nutrizionali essenziali. Da molti Paesi, produttori di qualità, il sistema informativo a "semaforo" è giudicato grossolano.

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

Bologna, 6, 7 e 8 maggio: una città e tre giornate per sconfiggere il tumore ovarico, che in Italia colpisce oltre 5.000 donne l'anno e ne uccide circa 3.200. Si comincia venerdì 6 maggio con un convegno scientifico internazionale con oncologi da tutta Europa; si prosegue sabato 7 maggio con un appuntamento per tutte le donne: al centro gli stili di vita corretti e le terapie non convenzionali come supporto alle cure, dall'alimentazione allo sport, dalla meditazione all'agopuntura. Domenica 8 maggio la consegna al Policlinico di Sant'Orsola di un ecografo all'avanguardia per aiutare la diagnosi precoce e la premiazione di un concorso fotografico aperto a tutti. La tre giorni è a cura di Loto Onlus.

Bologna, 12 aprile 2016

Ogni anno, in tutto il mondo, colpisce 250 mila donne e ne uccide 140 mila. E' il tumore delle ovaie, un killer silenzioso di cui si parla troppo poco e di cui si sa ancora meno ma che interessa nello stesso modo sia i paesi sviluppati sia le nazioni emergenti. L'8 maggio si celebra in tutto il mondo la quarta Giornata Mondiale sul Tumore Ovarico, voluta da Barack Obama: informazione e diagnosi tempestiva sono le parole d'ordine per combattere il più pericoloso e meno conosciuto dei tumori femminili.
A Bologna Loto Onlus - l'associazione no profit nata con l'intento di colmare un vuoto informativo e di consapevolezza sul carcinoma dell'ovaio - organizza "Io Loto, noi lottiamo", la prima rassegna nazionale dedicata a questa patologia: il 6, 7 e 8 maggio la città ospita tre giornate di approfondimento, confronto e sensibilizzazione che coinvolgono la comunità scientifica, le pazienti, le loro famiglie e tutte le donne.
Per capire l'aggressività del tumore ovarico è sufficiente sapere che solo il 45% delle donne colpite sopravvive nei primi 5 anni dalla diagnosi. Le ragioni di questo basso tasso di sopravvivenza sono sostanzialmente due. Innanzitutto il tumore ovarico nel 75% dei casi viene diagnosticato quando è già in stadio avanzato, perché la malattia inizialmente si accompagna a sintomi così aspecifici da essere confusi con malesseri meno gravi. In secondo luogo, ad oggi per il tumore ovarico non esistono strumenti di prevenzione, come il pap test per il tumore dell'utero, né esistono test di screening per la diagnosi precoce, come la mammografia per il tumore al seno. Tuttavia, una maggiore attenzione ai primi segnali può portare a una diagnosi tempestiva che aiuta a individuare e a curare il tumore a uno stadio iniziale, con buone prospettive di guarigione.

"Io Loto, noi lottiamo": tre giornate, 20 esperti, un concorso e un ecografo all'avanguardia

La rassegna si apre venerdì 6 maggio con il convegno scientifico internazionale "Il tumore ovarico e l'oncologia che verrà": importanti oncologi italiani ed europei si riuniscono al MAST, prestigioso centro polifunzionale e spazio espositivo, con l'obiettivo di fare il punto sulle nuove prospettive di cura e gli strumenti di diagnosi precoce dei tumori ovarici. Introduce Claudio Zamagni, Responsabile dell'Oncologia Medica Addarii del Policlinico di Sant'Orsola a Bologna e Direttore del Comitato Scientifico di Loto Onlus.

Dalla comunità scientifica al grande pubblico: sabato 7 maggio tutte le donne sono invitate all'Oratorio San Filippo Neri dove si parla de "Il ruolo del corretto stile di vita nella prevenzione e nella cura oncologica". Una giornata di confronto guidata da medici esperti sui corretti stili di vita e le terapie non convenzionali come supporto alle cure tradizionali: dall'alimentazione allo sport, dalla meditazione all'agopuntura. La psiche, in particolare, ha una grande importanza nel percorso di cura e queste terapie contribuiscono ad allontanare ansia e stress e a ritrovare un equilibrio con il proprio corpo che la medicina classica tende a dimenticare. Chiude l'incontro una tavola rotonda tutta al femminile: prendono la parola le associazioni che di occupano delle patologie dell'apparato femminile: oltre a Loto Onlus ci sono Komen, Seno di Poi, Dipetto, Go for Life, LILL. L'appuntamento è introdotto da Gioacchino Pagliaro, Direttore Psicologia Ospedaliera, Dipartimento Oncologico, AUSL di Bologna.

La mattina di domenica 8 maggio, presso il padiglione 26 del Policlinico di Sant'Orsola vengono premiati i vincitori del concorso fotografico "Scatta un'emozione": il concorso, aperto a tutti, vuole interpretare attraverso immagini sentimenti ed emozioni che accompagnano la malattia; chiunque può partecipare, basta scegliere una parola tra paura, speranza, coraggio e immortalarla in una fotografia (regolamento su lotonlus.org).

Loto Onlus, inoltre, consegna alla città un regalo prezioso: l'ecografo di altissima gamma, acquistato con il contributo della Fondazione Corrado e Bruno Maria Zaini, di UniCredit, in seguito alla partecipazione di Loto Onlus al Bando promosso da UniCredit - Region Centro Nord - reso possibile grazie ai fondi derivanti da UniCreditCard Flexia Classic E (la carta di credito "etica" che senza alcun costo aggiuntivo per il cliente permette di contribuire a iniziative solidali ad ogni utilizzo); e di tante persone che hanno fornito numerosi aiuti concreti con la loro partecipazione a questa importante raccolta fondi. Si tratta di uno strumento di ultima generazione in grado di aiutare la diagnosi precoce dei tumori dell'ovaio: secondo uno studio inglese, infatti, abbinare l'ecografia pelvica transvaginale e il dosaggio di marcatori tumorali circolanti (CA 125) secondo un algoritmo predefinito consentirebbe di diagnosticare con buona accuratezza i tumori dell'ovaio in stadio precoce.

Per info: www.lotonlus.org 

Loto è un'associazione no profit basata sul volontariato che opera contro il tumore ovarico. Uno degli obiettivi di Loto Onlus è quello di divulgare informazioni e rendere consapevoli le donne su una patologia come il carcinoma dell'ovaio, uno tra i tumori femminili a prognosi più severa e che colpisce ogni anno quasi 5.000 donne in Italia e 250.000 donne nel mondo. Nasce nel 2013 grazie all'iniziativa di un gruppo di pazienti ed amici certi di dover attivare un percorso "pionieristico" per affrontare una patologia di cui non sono note le cause e per la quale non sono ancora disponibili strumenti validi per la diagnosi precoce.
L'associazione è composta da un Consiglio Direttivo ed un Comitato Tecnico-Scientifico, i quali si affiancano per contribuire, ciascuno per la propria area di competenza, alla diffusione dell'informazione , al supporto alle donne colpite da carcinoma ovarico e al sostegno della ricerca scientifica. Eventi dedicati, workshop, convegni, il sito internet e le newsletter sono i principali strumenti attraverso i quali si realizza l'attività informativa, di supporto e di sensibilizzazione.
 Il Comitato Tecnico-Scientifico oltre a organizzare incontri scientifici e di divulgazione, seleziona e propone i progetti di ricerca da sostenere.

Ufficio stampa LOTO Onlus

Spudorati incapaci. Crisi del latte. Piani produttivi per il Parmigiano Reggiano. Confcooperative migliora i ricavi e mantiene l'occupazione. Allerta sicurezza alimentare, ma è una bufala. Cereali, la Cina fa paura.

SOMMARIO Anno 15 - n° 13 03 aprile 2016 - (In allegato il file scaricabile - pdf)

1.1 editoriale
Spudorati incapaci.
3.1 cereali
Cereali. La Cina spaventa i mercati.
4.1 Lattiero Caseario
Latte, il momento più difficile del comparto.
5.1 crisi latte Crisi lattiero caseario: la proposta di Cooperative Italiane.
5.2 emil banca 2015 Emil Banca: positivo il bilancio d'esercizio 2015
6.1 export parmigiano Export Parmigiano Reggiano: +13,2% e boom in USA (+34%) nel 2015
6.2 piani produttivi Parmigiano Reggiano. Cia di Reggio: sui piani produttivi si poteva fare di più
7.2 confcooperative ER Confcooperative Emilia Romagna: aumenta il fatturato, stabili i soci e gli occupati
8.1 allerta sicurezza alimentare
Allarme Escherichia Coli in Europa. Una bufala!
9.1 promozioni "vino" e partners

 

Domenica, 03 Aprile 2016 10:03

Allarme Escherichia Coli in Europa. Una bufala!

Allerta in Europa per nuova epidemia di E coli in Francia. Nonostante la notizia sia stata rilanciata da decine di testate giornalistiche l'allerta è risultata una "Bufala".

Di Virgilio - Parma 31 marzo 2016 - Non che il fatto non sia realmente accaduto peccato che risalga al 2011, il 16 giugno più precisamente e non il 29 marzo 2016.

L'autorevole agenzia che aveva erroneamente diffuso la notizia e poi rilanciata da altrettanto autorevoli divulgatori mediatici, lo scorso 29 marzo scriveva che "Le autorità sanitarie francesi hanno ordinato un richiamo di hamburger venduti dalla catena dei supermercato Lidl dopo che sette bambini sono stati ricoverati in ospedale. A lanciare l'allarme è anche la Food Safety News USA. La paura del batterio killer che provoca la diarrea mortale arriva in Francia nel peggiore dei modi. Sette bambini finiscono in ospedale a Lille (tre sono in dialisi) dopo aver mangiato hamburger contaminati da un tipo di batterio dell'E.coli. Lo hanno riferito le autorità sanitarie, precisando che i sospetti si concentrano su un tipo di carne venduto nei supermercati Lidl."

Ma girovagando in WEB ecco che nel 2011 le testate riportavano: E.coli negli hamburger Paura per sette bimbi francesi.
PARIGI - Sette bambini sono stati ricoverati, in condizioni preoccupanti, in ospedale a Lille, nel nord della Francia, dopo aver mangiato hamburger contaminati da un tipo di batterio dell'E.coli. Lo hanno riferito le autorità sanitarie, precisando che i sospetti si concentrano su un tipo di carne venduto nei supermercati Lidl.
L'epidemia legata al cosiddetto batterio-killer, potrebbe quindi registrare un nuovo, inquietante capitolo.Anche se il batterio di Escherichia Colinon non è dello stesso ceppo del batterio killer che ha colpito in Germania. Come ha riferito un portavoce della Commissione Ue, precisando che «per ora non è stato lanciato un allarme europeo» e che Bruxelles attende chiarimenti sulle cause della contaminazione. Il ceppo che ha colpito in Francia è «il più comune (0157), rispetto al ceppo 0104 che ha colpito in Germania».

Troppo simili i testi per pensare che, a 5 anni di distanza, si possa essere verificato il medesimo episodio colpendo il medesimo numero di vittime e la responsabilità in carico alla medesima azienda, distribuita dalla medesima insegna.

Dispiace constatare che solo una testata abbia fatto ammenda e si sia scusata con il pubblico. Tutti gli altri, col loro silenzio, hanno perduto una occasione per dimostrare onestà professionale e intellettuale.

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

Gli ultimi dati usciti dalla Oxford University raccontano di uno studio eseguito sulla dieta mondiale e dicono che sarebbero 8 milioni i morti in meno entro il 2050 se solo si modificassero le abitudini alimentari diminuendo il consumo di carne

Di Chiara Marando -

Sabato 26 marzo 2016 -

Gli ultimi dati usciti dalla Oxford University raccontano di uno studio eseguito sulla dieta mondiale e dicono che sarebbero 8 milioni i morti in meno entro il 2050 se solo si modificassero le abitudini alimentari.

Più in dettaglio, una dieta strettamente vegana eviterebbe 8,1 milioni di decessi prematuri ma, anche senza arrivare ad un completo stravolgimento della nostra alimentazione, basterebbe limitare il consumo di carni rosse a 300 grammi la settimana per raggiungere quota meno 5 milioni di morti.

Questi sono solo due dei quattro scenari tracciati dagli esperti della Oxford University e pubblicati su Pnas, una tra le più note pubblicazioni di carattere scientifico.
Strade diverse con altrettanti scenari futuri: c'è quello in cui nulla cambia e vengono mantenute le attuali tendenze in termini di dieta, oppure quello in cui si limita la carne a 300 grammi a settimana aumentando l'apporto di frutta e verdura, per arrivare a quello strettamente vegetariano ed, infine, vegano.

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Che si sia d'accordo oppure no, pare che i maggiori vantaggi arrivino dalla scelta vegana, seguita a ruota da quella vegetariana. I benefici sarebbero riscontrabili soprattutto in relazione alle malattie cardiovascolari minori, nonché tumori e problemi correlati all'obesità.

Ma sarebbe anche l'ambiente a beneficiarne, perché questi due regimi alimentari permetterebbero anche una maggiore riduzione delle emissioni (63% per la dieta vegetariana e 70% per la vegana, mentre quella carnivora ma con moderazione le ridurrebbe solo del 30%.)

Vantaggi in termini di salute, ma vantaggi anche per il portafogli con un risparmio notevole per quanto riguarda le spese sostenute dai sistemi sanitari.

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Alla luce di quanto emerge, non è sempre corretto continuare a mettere la carne sotto accusa ma, certamente, l'eccesso ed il consumo senza freno che se ne fa, anche solo per soddisfare il palato, non solo la risposta più adeguata per il benessere del corpo e dell'ecosistema. Come in tutte le cose sarebbe un grande successo riuscire a raggiungere una sorta di equilibrio che permetta di mangiare quello che più ci piace senza danneggiare la nostra salute ed il pianeta in cui viviamo.

L'assessore all'Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, convocherà a Mantova il Tavolo latte per affrontare tre temi: il ritiro del prodotto alla stalla, la gestione dell'emergenza aflatossine e le misure del Programma di sviluppo rurale (Psr) destinate all'agroindustria.

Milano 18 marzo 2016 (Lnews - Milano)
"Ho invitato a partecipare le organizzazioni sindacali di rappresentanza, il mondo cooperativo, Assolatte e l'Aop Latte Italia per affrontare tre questioni che ritengo essere molto urgenti - ha annunciato Fava -. Non affronterò, però, il tema del prezzo, che è su un tavolo nazionale al ministero delle Politiche agricole, con i risultati che tutti abbiamo sotto gli occhi".

Ad impensierire l'assessore lombardo è l'incognita del ritiro del latte nelle stalle. "Una preoccupazione - afferma Fava - condivisa col collega del Veneto, Giuseppe Pan, perché è molto forte il timore che nei prossimi giorni a molti allevatori venga sospeso il ritiro di latte; per questo ho deciso di riunire tutti gli operatori per capire se ci sono rischi concreti in questo senso e come si possono affrontare".

Altro tema che sarà affrontato è quello delle aflatossine."Regione Lombardia ha predisposto un piano di controllo straordinario, per garantire la stragrande maggioranza dei produttori corretti e allo stesso tempo i consumatori. Al Tavolo illustrerò agli addetti ai lavori tutte le azioni che verranno messe in campo". In agenda anche le misure per l'agroindustria nell'ambito del Psr. "Ricevo da più parti sollecitazioni per l'apertura dei bandi relativi alle misure per l'agroindustria nel comparto lattiero caseario - ricorda Fava - e al Tavolo ripeterò quanto già affermato in passato e cioè che non intendo, durante la mia gestione, concedere soldi pubblici a soggetti che poi lavorano latte straniero".

Al tavolo l'assessore Fava spiegherà con quali modalità intenderà aprire le misure e la tempistica, "che potrebbe essere molto rapida come potrebbe non esserlo altrettanto, a seconda delle risposte che avrò dal mondo dell'industria".
(Lombardia Notizie)

L'agenzia italiana del farmaco dispone il ritiro di alcuni lotti di prodotti omeopatici in quanto durante il sopralluogo ispettivo è emerso che è stata usata acqua depurata in luogo di acqua per preparazioni iniettabili nelle preparazione dei suddetti lotti.

di Virgilio - Parma 9 marzo 2016 - Con la frase che l'omeopatia è "acqua fresca" il noto conduttore televisivo Piero Angela si prese una sonora denuncia per diffamazione, da cui fu assolto alcuni anni dopo, e che ancora oggi scatena polemiche e discussioni scientifiche.

Non sarà acqua fresca ma pur sempre è l'acqua utilizzata nei processi a indurre l'AIFA a disporre il ritiro di due prodotti.

L'Agenzia Italiana del farmaco ha infatti disposto il ritiro, da parte della ditta, dei seguenti prodotti omeopatici della ditta Linda's Lab. omeopatici: - PROCALIN 12 FIALE – cod. 801812013 – lotti nn. 10822B scad. 8/2016, 21205A scad 12/2017, 30716A scad. 7/2018 e 50409A scad. 5/2020 - MUCOSALIN 12FIALE 2ML – cod. 801844388 – lotto n. 10822A scad. 8/2016. Il provvedimento si è reso necessario, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", in quanto durante il sopralluogo ispettivo e del successivo follow up effettuati dall'Aifa, è emerso che è stata usata acqua depurata in luogo di acqua per preparazioni iniettabili nelle preparazione dei suddetti lotti. I lotti in questione non sono pertanto esitabili e la ditta Linda's Lab. Omeopatici dovrà assicurarne l'avvenuto ritiro entro 48 ore dalla ricezione del provvedimento.

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