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Aumentano anche i prezzi medi, mentre la pressione promozionale rimane invariata – Le prime anticipazioni dell'IRI per Vinitaly 2016 – Tra i vini più venduti d'Italia crescono Nero d'Avola, Vermentino e Trebbiano – Tra i vini emergenti spuntano Passerina, Valpolicella Ripasso e Nebbiolo – Bene gli spumanti ed il vino biologico

Verona, 9 marzo 2016 – Dopo anni di stasi, si registra una crescita più decisa delle vendite di vino italiano sugli scaffali della grande distribuzione (Gdo), sia in volume che a valore. In attesa della 50° edizione di Vinitaly (a Verona dal 10 al 13 aprile), l'istituto di ricerca IRI ha elaborato, in esclusiva per Veronafiere, i dati sull'andamento di mercato nel 2015.

Le vendite delle bottiglie da 75cl aumentano del 2,8% a volume rispetto al 2014, e le bottiglie da 75cl a denominazione d'origine (Doc, Docg, Igt) del 1,9%. Rispettivamente le vendite a valore crescono del 4,0% e del 3,8%.

"Una crescita doppiamente positiva – ha commentato Virgilio Romano, Client Solutions Director di IRI – perché non è stata stimolata né dalla crescita promozionale né da prezzi in calo. La pressione promozionale, infatti, rimane su livelli alti ma inalterati rispetto all'anno precedente, mentre i prezzi sono in aumento: i vini a denominazione di origine, ad esempio, hanno prezzi medi in crescita dell'1,9%. Dopo un lustro di assenza, la crescita contemporanea di volumi e valori ci lascia ben sperare per gli anni futuri".

Risultati positivi anche per gli spumanti venduti in Gdo: + 7,8% a volume e +7,5% a valore, anche se il prezzo medio è leggermente ridimensionato rispetto al 2014. I vini biologici crescono a volume del 13,2% (a valore del 23%), ma i litri venduti sono ancora limitati: un milione e 630 mila.

"A poco più di un mese dal via del 50° Vinitaly, si tratta di anticipazioni che fanno ben sperare in una crescita più strutturale del mercato interno del vino – spiega Giovanni Mantovani, Direttore generale di Veronafiere –. Da sottolineare il continuo aumento delle vendite a valore, segno che il consumatore è più maturo: ricerca e sceglie la qualità. Si tratta di una strada che con Vinitaly abbiamo sempre sostenuto e promosso a livello commerciale e culturale, nelle nostre iniziative e negli incontri b2b tra Gdo, aziende e buyer".

Il vino più venduto in assoluto nei supermercati italiani rimane il Lambrusco con 12 milioni e 771 mila litri venduti, sempre tallonato dal Chianti, che vince però la classifica a valore.
Al terzo posto sale lo Chardonnay, un bianco di vitigno internazionale, che cresce del 9% a volume. Si fanno notare le performance del Nero d'Avola (+4,6%), del Vermentino che cresce dell'8,5% e del Trebbiano (+5,6%).

Tra i vini "emergenti", cioè quelli che hanno fatto registrare nel 2015 un maggior tasso di crescita, il primo posto va alla Passerina marchigiana, con una progressione del 34,2% che va a bissare il successo registrato negli anni scorsi dal Pecorino (Marche e Abruzzo), classificatosi stavolta 3°. Due bianchi con prezzi medi a bottiglia di circa 4 euro.

Da notare la seconda posizione del veneto Valpolicella Ripasso e la quarta posizione del piemontese, che costano mediamente 7,69 euro il primo e 5,91 euro il secondo, a conferma che le crescite si leggono anche su vini importanti in termini di prezzo e di complessità.

(Tabella CLASSIFICA VINI in galleria immagini)

Nuovo appuntamento domani con il mercato dei prodotti agricoli locali, sostenibili e di qualità. Alla ventina di produttori si aggiungono 3 nuove realtà locali con prodotti da forno, frutta e verdura e prodotti caseari. Tutto rigorosamente biologico e sostenibile.

Parma, 4 febbraio 2016

Nuovo appuntamento per Mercatiamo domani, 5 febbraio, nell'area del WorOut Pasubio di via Palermo (via Catania).
L'orario di apertura di questa iniziativa, che propone prodotti agricoli locali, sostenibili e di qualità, è dalle 16 alle 19.
Domani ci saranno una ventina di produttori, tra i quali 3 nuove aziende.
La Genzianella di Corniglio parteciperà con i suoi prodotti da forno: Spongata di Corniglio, Torte, Biscotti, Pizza, Focaccia, Pane, utilizzando solo ed esclusivamente farine di Origine Biologica dell'Azienda Agricola Buono & Bio.
L'azienda agricola Lucia Ferraroni di Reggio Emilia porterà verdura e frutta di stagione, zafferano in stimmi, farina di grano tenero macinata a pietra, farina di castagne locali, pane di pasta madre e di farine bio macinate a pietra, con semi di lino, girasole, zucca e sesamo.
La Fattoria Amelia di Diolo di Soragna sarà presente a Mercatiamo con i suoi prodotti caseari: yogurt naturali o alla frutta, formaggi freschi spalmabili o da insalata, tutte bontà fatte nel proprio laboratorio.
Mercatiamo è una manifestazione temporanea che ha ottenuto il patrocinio del Comune di Parma.
I produttori aderiscono al protocollo di garanzia partecipata PGS del Distretto di Economia Solidale di Parma ed è sostenuta dai gruppi di acquisto solidali del territorio.

MERCATIAMO locandina rid

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Domenica, 27 Dicembre 2015 08:39

Agromercati, Natale senza scossoni

Nelle battute prenatalizie i mercati agricoli confermano una prevalente tendenza alla stabilità delle quotazioni, salvo sporadiche correzioni al rialzo fisiologiche del periodo.

Roma 21 dicembre 2015 - A rilevarlo è l'Ismea nell'Overview sui mercati agroalimentari di questa settimana, segnalando un quadro di calma piatta per il bestiame bovino e per tutti i relativi tagli, ad eccezione delle carni di vitello, in lieve apprezzamento. Le condizioni attuali - spiega l'Ismea - riflettono una situazione di equilibrio tra domanda e offerta che dovrebbe caratterizzare gli scambi anche nelle primissime contrattazioni del 2016. I dati relativi a tre trimestri del 2015 rivelano, nel frattempo, una crescita del numero dei bovini macellati rispetto al gennaio-settembre 2014, dinamica che riflette in particolare un maggiore afflusso di capi provenienti dalla linea latte.

Da un'analisi Ismea sui costi/partita riferiti all'intero ciclo di ingrasso emerge una redditività negativa per gli allevamenti bovini da carne, associata principalmente agli alti prezzi dei ristalli, seppure in un contesto di minori costi a carico degli allevatori per l'approvvigionamento dei mangimi.

Situazione piuttosto pesante sul mercato dei suini, con prospettive ancora al ribasso per questa settimana sia per i capi d'allevamento che per i grassi. Relativamente al solo bestiame da macello la situazione potrebbe tendere gradualmente a stabilizzarsi, mentre sul circuito delle carni le attese, in un mercato ancora debole per i tagli industriali, sono orientate a una ulteriore flessione delle cosce fresche; mantengono invece un andamento sostenuto i lombi favoriti da una maggiore domanda al consumo.
Gli sviluppi positivi sul fronte delle richieste finali stanno sostenendo invece i prezzi degli avicoli, con i polli rincarati in tutte le principali piazze nazionali e in buona evidenza anche nella previsione di questa settimana. In lento recupero anche le uova da consumo, in un mercato invece ancora stagnante per i calibri minori, destinati al circuito industriale. Stazionari faraone e tacchini, mentre restano orientati al ribasso i prezzi dei conigli, pressati da un'offerta eccedentaria.

Per i lattiero-caseari in linea con le attese le quotazioni dei formaggi grana hanno mantenuto un trend positivo, più accentuato per il Parmigiano reggiano rispetto al Grana padano, grazie soprattutto alla spinta della domanda interna in concomitanza con le festività di fine anno e i bassi livelli dei prezzi attuali. Nel contempo si è arrestata la fase calante per i prezzi del latte alla stalla, anche se la situazione permane su livelli di criticità; mercato ancora stazionario, per burro e altre materie grasse, anche nella prospettiva di breve termine.
Ovicaprini ancora a due velocità, con piccoli ma diffusi progressi al Centro Italia e ulteriori riduzioni dei prezzi nel Mezzogiorno e in Sardegna, nonostante il periodo favorevole ai consumi. In Puglia, ma anche in altre piazze del Meridione, l'offerta di agnelli locali sta subendo in questi giorni le crescenti pressioni del prodotto d'importazione, prevalentemente di provenienza greca, venduto a prezzi fortemente competitivi.

Relativamente agli ortaggi, le condizioni climatiche generalmente favorevoli hanno mantenuto l'offerta su livelli elevati, determinando ancora ribassi per alcune produzioni, cavolfiori e lattughe in particolare. In aumento solo i prezzi di talune coltivazioni sotto serra, pomodori in particolare, in un mercato invece stazionario per la frutta di stagione. Prosegue speditamente l'export di mele, sostenuto in questa fase da una maggiore richiesta soprattutto dai paesi del Nord Africa e del Medio Oriente.

Nel comparto cerealicolo a pochi giorni dalla sospensione delle lavorazioni industriali non si registrano ordinativi da parte dei molini. Il mercato ha reagito con un'ulteriore correzione al ribasso per il grano duro, debole anche nella previsione di questa settimana. Stazionari riso e frumento tenero, mentre frenano ancora i prezzi di mais e orzo.

In lieve flessione gli oli di oliva extravergini, seppure in un contesto di scambi più equilibrato. Al contrario rincarano lampanti e raffinati, in scia agli aumenti riscontrati sui mercati spagnoli, attesi anche questa settimana. Nessuna novità infine sui mercati vinicoli, con previsioni di calma piatta e scambi limitati anche nei prossimi giorni.

Circa i fiori, gli scambi sono in generale stabili sul mercato di Sanremo. Gli anemoni, invece, segnano il passo, mentre le quantità commercializzate di ranuncoli registrano un sensibile aumento. Nel bilancio del 2015, la produzione complessiva della Toscana risulta in flessione del 12%, su base annua, sia in quantità che in valore. Nel ranking delle principali produzioni, tra i primi posti si confermano il crisantemo spray, il lilium, il dianthus e l'aspidistra.

Domenica, 06 Dicembre 2015 08:38

Mercati: segnali di recupero nel settore bovino.

Segnali di riequilibrio nel mercato dei bovini dopo lo shock causato dal crollo dei consumi. In recupero anche i formaggi grana mentre il settore cerealicolo non manifesta novità rilevanti. Oli extravergine ancora orientati al ribasso.

Roma, novembre 2015

Il graduale ritorno alla normalità, dopo lo shock causato dal crollo dei consumi delle scorse settimane, sta riportando in equilibrio il mercato nazionale dei bovini, che in alcuni casi, specificamente per i vitelloni delle razze autoctone, ha fatto anche segnare un leggero recupero delle quotazioni.

Lo rileva l'Ismea nell'Overview sui mercati agroalimentari di questa settimana, aggiungendo che di "new normal" si può sicuramente parlare nel circuito del ristallo che, dopo l'emergenza Blue tongue in Francia, sta registrando adesso volumi di scambio più regolari e prezzi in graduale assestamento. Per i broutard le quotazioni mostrano una progressiva riduzione rispetto ai livelli delle scorse settimane. Mentre il calo del bestiame da macello e dei principali tagli, associato all'allarme Oms, sembra ormai rientrato, in un mercato che sconta nelle aspettative degli operatori un miglioramento da qui a fine anno. Resta al contrario piuttosto debole il comparto suino, con prezzi che mostrano una direzione ancora ribassista sia per i suinetti da ristallo che per i capi da macello, influenzati anche da un'offerta estera pressante. La previsione di una flessione dei prezzi per alcuni tagli industriali sta influenzando le aspettative anche sul circuito del vivo, riducendo le possibilità di una ripresa delle quotazioni, mentre il quadro congiunturale resta fortemente sbilanciato dal lato dell'offerta per gli avicoli, che continuano ad accusare diffusi ribassi sia per il vivo che per le carni, anche nella prospettiva di breve termine.

Negativo il mercato delle uova, con qualche accenno di ripresa (ma sotto le aspettative) solo per i piccoli calibri destinati al circuito industriale. Anche i prezzi dei conigli registrano diffusi cedimenti sulle principali piazze nazionali determinati in questo caso da una domanda più debole dopo gli alti prezzi raggiunti le scorse settimane.
Appare in netto ritardo la campagna di commercializzazione degli ovicaprini, in un mercato ancora debole ma in progressivo miglioramento nella previsione a breve.

Per quanto riguarda i lattiero-caseari, i formaggi grana stanno recuperando alcune posizioni ed è prevedibile che l'intonazione positiva del mercato prosegua fino al termine dell'anno. I consumi interni confermano un andamento stagnante e l'unica leva resta quella dell'export, soprattutto verso gli Usa.

Circa i prodotti ortofrutticoli, il repentino abbassamento delle temperature ha impresso una spinta al rialzo ai prezzi degli ortaggi in serra (principalmente zucchine, pomodori e melanzane). Per quanto concerne le principali ortive di stagione (cavolfiori, finocchi, broccoli ed ortaggi a foglia) il clima freddo non ha determinato significative variazioni dei listini in quanto il mercato sta riassorbendo l'eccesso di offerta che si era verificato nelle scorse settimane. Per i prossimi giorni sono attese variazioni positive dei prezzi anche degli ortaggi di pieno campo.

Nel comparto frutticolo non si registrano movimenti di rilievo sui prezzi di mele e pere, mentre l'eccesso d'offerta, con una discreta interferenza anche del prodotto cileno, sta influenzando negativamente la campagna di commercializzazione del kiwi, in un mercato piuttosto critico anche per i loti.
Per le ultime partite di uva da tavola i prezzi rimangono stabili sulle quotazioni dell'ottava precedente, soprattutto per le provenienze metapontine. E' probabile che si arrivi a fine anno con volumi più contenuti rispetto alla media stagionale, una prospettiva che potrebbe alzare il livello dei prezzi in coincidenza con le festività di fine anno.

Tra i cereali, non emergono novità di rilievo sul circuito dei frumenti, mentre mais e semi di soia riflettono, nei ribassi di questi giorni, le dinamiche in atto sui mercati internazionali.

Nel comparto vinicolo non migliorano le aspettative per i vini comuni, quanto meno nell'ottica di un recupero del terreno perso nella scorsa campagna.
Restano chiaramente orientati al ribasso i prezzi degli oli di oliva sia extravergini che raffinati, mentre nel comparto floricolo gli operatori si mostrano fiduciosi per il ponte dell'Immacolata, in un mercato che resta al momento stazionario.

(Fonte ismeaservizi Roma, 30 novembre 2015)

"Un passo verso un'economia diversa". Tutti i venerdì dalle 16.30 alle 19.30 all'ex Manzini in Via Palermo, presso lo spazio Wopa del Pasubio, via Palermo 6, via Catania, arriva "Mercatiamo", il mercato di produttori locali biologici e di produzione sostenibile. Una ventina di produttori a km zero con le loro specialità ad un prezzo equo e trasparente  -

Parma, 23 ottobre 2015 -

Si tratta di un mercato di produttori locali biologici e di produzione sostenibile che ha come scopo e finalità quello di avvicinare le piccole aziende del territorio e farle conoscere ai consumatori di Parma.
Un mercato per il momento sperimentale organizzato da Intergas, la rete dei gruppi di acquisto solidali e dal Des, il distretto di economia solidale di Parma, che ha il patrocinio del Comune di Parma.
Dalle 16,30 alle 19,30 di ogni venerdì nello spazio a fianco del bar dell'ex Pasubio oltre una ventina di produttori a km zero proporranno le loro specialità ad un prezzo equo e trasparente.
Frutta, verdura, cereali, pane, uova, pasta, riso, formaggi, mozzarelle, castagne, testaroli cotti con il metodo tradizione sui testi con forno a legna, the e infusi, prodotti del commercio equo solidale.
Mercatiamo intende diventare un punto di riferimento per il quartiere San Leonardo e per tutta la città, proponendo merci coltivate sulle terre del nostro territorio, prodotte e proposte direttamente da chi le fa coltiva.
Una occasione anche per fare la conoscenza di tutte le esperienze di agricoltura sana e rispettosa dell'ambiente e del lavoro.

Tutte le info al sito www.desparma.org 

mercatiamo rid

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Domenica, 18 Ottobre 2015 08:38

Ismea, Olio +60% ma prezzi in discesa

L'Overview sui mercati agroalimentari. Olio di oliva, produzioni in crescita del 60%. Lievemente più dinamico il settore lattiero-caseario sia nazionale che europeo anche se sul fronte interno il mercato dei formaggi è ancora fiacco.

Roma, 12 ottobre 2015

Il mercato degli oli di oliva mantiene sia in Italia che all'estero un profilo negativo. La previsione di un aumento della produzione nazionale del 60% circa, che farebbe recuperare almeno in parte le perdite della scorsa campagna, così come l'attesa di recuperi altrettanto significati, seppure parziali, per la produzione spagnola, spiegano le attuali tendenze dei mercati e le aspettative che restano orientate, nel breve, a ulteriori correzioni al ribasso dei valori.

Lo rileva l'Ismea nell'Overview sui mercati agroalimentari di questa settimana, da cui emerge una situazione invece di stasi totale sui mercati vinicoli nazionali, in un contesto di scambi ancora frenati. In Francia le previsioni sulla vendemmia 2015 sono state riviste leggermente al rialzo, mentre in Spagna si stima adesso una contrazione della produzione vinicola rispetto al 2014 dell'8%. A novembre si avranno indicazioni più chiare sull'orientamento dei mercati che sembrano nel frattempo scontare un peggioramento degli umori da parte degli operatori per il protrarsi di una situazione di stagnazione.

Nel comparto zootecnico mantengono un andamento leggermente negativo le quotazioni dei suini da macello, pur in assenza di particolari pressioni dal lato dell'offerta. La prospettiva resta orientata a una stabilità o a una ulteriore correzione al ribasso dei prezzi nel corso della settimana, mentre i tagli freschi dovrebbero mantenere un andamento complessivamente stazionario.
Scambi regolari con una domanda ancora vivace per gli avicoli, in presenza di una buona movimentazione di carni sui circuiti all'ingrosso. Gli alti prezzi e gli ulteriori rincari dei conigli, motivati da una carenza di offerta, stanno iniziando invece a condizionare i consumi finali, in graduale rallentamento.
Le attese di una maggiore vitalità nel comparto delle uova non trovano per il momento riscontro in un mercato che resta piuttosto piatto e privo di slanci.
Con riferimento ai bovini, in attesa di un eventuale sblocco delle importazioni dalla Francia, non prima però di metà novembre, i condizionamenti determinati dall'emergenza Blue tongue appaiono piuttosto evidenti. Al momento gli approvvigionamenti del ristallo avvengono o da allevamenti nazionali o dall'estero, in prevalenza dall'Irlanda. In questo contesto i prezzi dei vitelloni nazionali, data la scarsa affluenza di capi nei centri di macellazione, hanno potuto ancora beneficiare di aumenti, al pari delle carni, anche se i consumi mantengono un andamento fortemente critico. In ribasso i tagli di bovino adulto, pressati dalla concorrenza delle carni soprattutto polacche, mentre restano stazionarie le quotazioni del vitello.

Circa i lattiero-caseari, il mercato europeo e internazionale si mostra lievemente più dinamico, con i rincari del latte scremato in polvere e del burro che, per quanto contenuti, potrebbero proseguire anche nei prossimi giorni. Gli ultimi dati disponibili sul commercio internazionale attestano che, nello scorso mese di luglio, la dinamica negativa delle importazioni cinesi si è, se non altro, attenuata, mentre la domanda statunitense di burro ha fatto segnare un'inattesa impennata con incrementi a tre cifre soprattutto a vantaggio degli esportatori europei.
Va comunque considerato che l'offerta oceanica, già abbondante, potrebbe a breve ulteriormente aumentare, con l'avvicinarsi dei picchi di produzione, sostenuta dalla buona evoluzione climatica che sta interessando l'emisfero Sud.
Il mercato nazionale, al contrario, denota fiacchezza: in un contesto di generale stazionarietà degli scambi, i prezzi dei formaggi grana dovrebbero rimanere stabili anche nei prossimi giorni, come anche le quotazioni delle materie grasse, dopo i lievi recuperi della scorsa settimana. Prosegue invece positivamente l'andamento nel comparto ovino: il prezzo del latte di pecora, nell'esordio di campagna in Toscana e Lazio, si colloca su livelli più alti di quelli dello scorso anno (rispettivamente, del 7,2% e dell'8,7%). Prezzi ancora sostenuti per il Pecorino Romano, con valori ben oltre i 9 euro/chilo, in aumento su base annua di quasi il 20% nella media dei primi nove mesi del 2015.

Sui mercati ortofrutticoli, l'andamento climatico di questi giorni ha di fatto determinato la conclusione della campagna di commercializzazione per gran parte delle ortive estive di pieno campo. Quanto alle specie autunnali, si registra l'esordio positivo per i cavolfiori sulla piazza di Salerno, in lieve anticipo e con prezzi decisamente migliori rispetto allo scorso anno. Primi scambi per i finocchi in Emilia Romagna, anche in questo caso sulla base di quotazioni più sostenute. Da rilevare l'impennata dei sedani, con i prezzi balzati su livelli eccezionalmente elevati a causa degli scarsi raccolti, pesantemente compromessi dalla siccità estiva. Nelle prossime settimane con il graduale ampliamento dell'offerta di ortaggi di stagione (cavoli, finocchi, radicchi, scarole) si prevede un fisiologico posizionamento al ribasso delle quotazioni.
Nel comparto frutticolo il mercato prosegue all'insegna della stabilità per mele e pere. Scendono ancora le quotazioni delle uve da tavola, con la varietà Italia ormai su livelli inferiori allo scorso anno. In controtendenza la varietà Red globe, la cui offerta si fortemente ridotta a causa dei fenomeni di cracking (spaccatura degli acini) che hanno danneggiato diverse partite. Buono l'inizio della campagna dei loti che confermano quotazioni superiori rispetto allo scorso anno, grazie a una domanda interessata e una qualità complessivamente soddisfacente.

I mercati cerealicoli nazionali confermano l'andamento negativo del frumento duro, con scambi al momento molto contenuti. In aumento, al contrario, i listini di frumento tenero, mais, orzo, soia e girasole, grazie anche alla positiva evoluzione riscontrata sui mercati internazionali nella settimana del "riscatto delle commodity". I prodotti della macinazione seguono l'andamento delle materie prime, con quotazioni in ulteriore flessione solo per le semole.

cereali orzo
(Fonte Ismea 12 ottobre 2015)

Domenica, 04 Ottobre 2015 08:39

Ismea, l'incertezza frena gli scambi

E' ancora stasi sui mercati vinicoli nazionali. I pochi scambi sono avvenuti sulla base di prezzi stazionari e per volumi scarsamente significativi, in un clima di attesa che potrebbe protrarsi anche nella prima decade di ottobre.

Roma - E' quanto emerge dalla consueta analisi Ismea contenuta nell'Overview sui mercati agroalimentari. Il principale freno sul mercato - spiega l'Istituto - resta l'incertezza, un fattore che sta ancora condizionando le trattative in tutti i centri di scambio nazionali, limitando la compravendita anche sul circuito delle uve da vino.
Analoga la situazione sul mercato degli oli di oliva, con i prezzi dei lampanti che restano orientati al ribasso e che potrebbero subire ulteriori cedimenti nel corso della settimana, influenzando anche il listino nazionale degli oli rettificati.

Nel comparto ortofrutticolo si attendono le prime contrattazioni sulle ortive di stagione (cavoli e finocchi saranno le prime specie autunnali a entrare sul mercato), mentre le varietà estive, disponibili ormai in quantità limitate, registrano alcuni scadimenti qualitativi che potrebbero penalizzarne il collocamento.
Prezzi ancora sostenuti, ma in ulteriore contrazione, per le insalate, con maggiori afflussi dal Veneto e dai centri di raccolta siciliani. La tendenza al ribasso proseguirà anche questa settimana, prevede l'Ismea, in un mercato che sta andando gradualmente normalizzandosi dopo una fase di eccezionale carenza d'offerta e di quotazioni particolarmente elevate.
Per la frutta si registra una tenuta dei valori sul mercato di mele e pere, con prezzi per entrambe le pomacee superiori ai livelli dell'anno scorso. Procedono a buon ritmo le operazioni di raccolta e stoccaggio, mentre è alle battute finali la campagna di commercializzazione di pesche, nettarine e susine con acquisti solo per le partite di migliore qualità.
Resta sotto tono il mercato delle uve da tavola, con penalizzazioni soprattutto per la varietà Italia. Più stabili le quotazioni della Red Globe, ma è prevedibile un proseguimento dell'attuale fase di debolezza conseguente anche a uno scadimento qualitativo del prodotto pugliese, danneggiato dalla grandine.
La campagna delle nocciole è partita con prezzi in flessione rispetto alla scorsa stagione, che era stata però caratterizzata da una produzione eccezionalmente scarsa. E' prevedibile nelle prossime settimane un assestamento al rialzo dei valori, in previsione di un'offerta non particolarmente pressante dalla Turchia, principale produttore mondiale, dove le scorte risultano quasi azzerate e i raccolti, seppure più abbondanti rispetto allo scorso anno, sono stimati al di sotto della media storica.

In una fase di equilibrio tra domanda e offerta, le quotazioni dei suini da macello e quelle dei suinetti da ingrasso non registrano variazioni sostanziali. E anche nel circuito dei tagli, sia i listini delle cosce sia quelli dei lombi e delle altre carni destinate al consumo fresco confermano i livelli della settimana precedente.
Qualche rialzo potrebbe invece verificarsi per i ristalli bovini, a seguito della sospensione delle importazioni dei capi francesi dopo l'emergenza blue tongue. Lo spostamento degli approvvigionamenti nazionali su altri mercati sta già determinando rincari diffusi, in particolare per i capi irlandesi, con ripercussioni a valle della filiera. In Italia, anche a fronte di una minore disponibilità, si registrano tensioni sui listini dei capi da macello e dei tagli, sia per la linea del vitellone che per quella del vitello.
Ancora positivo il mercato degli avicoli, anche se la domanda, rispetto ai giorni scorsi, appare meno tonica e più attenta al fattore prezzo. Il mercato dei conigli, dopo i recenti rincari, potrebbe adesso entrare in una fase di graduale assestamento, anche in considerazione della maggiore pressione di prodotto d'importazione, soprattutto francese, e del rallentamento dei consumi interni. Infine, riguardo alle uova, in assenza di fattori che potrebbero alterare l'equilibrio di mercato attuale, non è prevista nessuna variazione di prezzo nel corso di questa settimana.

Relativamente ai lattiero-caseari, nei prossimi giorni potrebbero verificarsi ulteriori lievi rialzi dei prezzi per le materie grasse, burro in particolare, a fronte di un andamento comunque regolare degli scambi. Per quanto riguarda i formaggi, i listini non dovrebbero invece registrare scossoni, in un contesto di vendite ancora stagnati sul mercato interno, ma positive sul fronte estero. Ancora in calo il prezzo del latte: i dati Ismea a consuntivo relativi al mese di agosto attestano una flessione dello 0,8% su base mensile, con il valore medio che da 35,45 euro/100 litri di luglio si è portato a 35,18 euro.

Pressoché stabili anche i prezzi dei cereali, con qualche probabile ulteriore ribasso solo nel caso del frumento duro, per l'affluenza sul mercato nazionale di prodotto canadese. Le quotazioni di frumento tenero, mais e orzo, invece, in ragione di una dinamica degli scambi piuttosto contenuta, dovrebbero confermare i livelli della scorsa settimana. Sul mercato della soia i listini potrebbero subire un'ulteriore lieve flessione, sulla scia degli andamenti internazionali e del progressivo ampliamento dell'offerta interna con il procedere delle operazioni di raccolta.
(Fonte Ismea - 28 settembre 2015)

Domenica, 27 Settembre 2015 08:37

Ismea, prezzi agricoli rialzano la testa ad agosto

Crescita del 4% su luglio e del 3,3% su base annua per spinte ortofrutticoli. Speculare e deflativa la tendenza di fondo: indice "core" al -3,3% annuo.

Roma, settembre 2015

Dopo l'andamento decrescente dei precedenti tre mesi ad agosto la dinamica dei prezzi agricoli torna positiva. Con un valore pari a 112,5 l'Indice dei prezzi agricoli alla produzione elaborato dall'Ismea (base 2010=100) registra un aumento sia rispetto a luglio (+4%) sia su agosto del 2014 (+3,3%).

I prezzi al consumo dei beni alimentari e delle bevande, alcolici inclusi, risultano - dalle indicazioni dell'Istat sempre riferite ad agosto - pressoché stabili su base mensile (+0,1% rispetto al livello di luglio), mentre nel confronto annuo confermano una tendenza inflativa (+0,9%).

L'Indice "core" dell'Ismea - che coglie la tendenza di fondo dei prezzi agricoli, scorporando dal calcolo dell'indicatore i prodotti ortofrutticoli, più volatili e maggiormente influenzati da fattori stagionali - si posiziona ad agosto a 115,7 (2010=100) e conferma una dinamica mensile in ascesa (+0,8% rispetto a luglio 2015). La comparazione col dato corrispondente di agosto 2014 rimane invece negativa, segnalando un meno 3,3%.

Nel comparto dei prodotti vegetali l'incremento mensile dei prezzi (+6,8%, dopo il -1,8% registrato a luglio), riflette principalmente il forte aumento delle quotazioni degli ortaggi di stagione (+23%). Positiva, nel mese di analisi, anche la dinamica dei prezzi degli oli di oliva (+2,9% su luglio), della frutta (+1,2%), dei cereali (+0,4%) e dei vini (+0,4%). Invariati i listini delle colture industriali, mentre segnano una variazione negativa i prezzi della soia (-0,5%).

Per i prodotti zootecnici, l'avanzata dei prezzi si conferma decisamente più contenuta (+0,8% sempre su base mensile), sintesi dei rialzi che hanno interessato i capi suini (+7,6%) e gli ovi-caprini (+1,4%) e della contrazione dei prezzi di conigli, avicoli e bovini (rispettivamente, -1,9%, -0,6% e -0,3%). In ulteriore flessione le quotazioni dei lattiero-caseari (-0,6%).

Su base annua, come evidenziato, la tendenza complessiva si conferma al rialzo (+3,3%), per l'effetto combinato dell'ascesa dei listini del comparto vegetali (+14,5% rispetto ad agosto 2014) e del deprezzamento dei prodotti zootecnici (-7,4% rispetto ad agosto 2014). I forti rincari degli oli d'oliva (+52,5%), degli ortaggi (+32,4%) e della frutta (+12,2%) spiegano, ancora una volta, l'inflazione dell'intero aggregato delle coltivazioni, nell'ambito del quale, di converso, viene confermata la tendenza negativa dei listini di vini, semi oleosi e colture industriali.

Nel comparto zootecnico, invece, la tendenza al ribasso dei prezzi è ascrivibile sia al bestiame vivo (-4,4%) che ai lattiero-caseari (-9,7%).

Ad agosto - conclude l'Ismea - la variazione acquisita dei prezzi agricoli per l'intera annata 2015 è pari al +0,4% e inverte la tendenza rilevata fino al mese scorso (quando era risultata pari al -1,3%). La variazione calcolata a partire dall'Indice core passa invece dal meno 3,5% di luglio al meno 3,1% di agosto.

(Fonte Ismeaservizi Roma, 17 settembre 2015)

Mercoledì, 23 Settembre 2015 08:37

Lattiero Caseario. Lieve recupero del burro

Parmigiano Reggiano e Grana Padano sono ancora inchiodati al prezzo di inizio agosto. Il consorzio del "Grana Padano" invita i gli associati alla prudenza produttiva. Standby per il latte spot dopo le due settimane precedenti segnate dalla crescita.

Di Virgilio 23 settembre 2015

LATTE SPOT Dopo l'impennata della scorsa settimana il latte spot ha confermato i listini. Nello specifico, alla borsa di Verona, il latte crudo spot nazionale è quotato tra 36,09 - 37,12€/100 litri mentre l'estero tra 34,02 e 34,54€/100 litri di latte.

BURRO E PANNA E' la volta del burro recuperare. 5 centesimi guadagnati dai listini per tutte le referenze quotate a Milano. Rimane inalterato il prezzo del Burro zangolato registrato alla borsa merci di Parma mentre già si è adeguata la borsa reggiana registrando un +4,35% equivalente a 5 centesimi (1,20-1,20 €/kg) anticipando, molto probabilmente, la prossima quotazione di Parma (venerdì 25 settembre). Continua la risalita della crema e della panna a uso alimentare nelle rispettive piazze borsistiche di Milano e Verona.

Borsa di Milano 21 settembre:
BURRO CEE: 2,60€/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 2,80€/Kg.
BURRO PASTORIZZATO: 1,80€/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 1,60€/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE: 1,52€/Kg.

Borsa Verona 21 settembre:
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,47-1,52 €/Kg.

Borsa di Parma 18 settembre:
BURRO ZANGOLATO: 1,15€/kg.

Borsa di Reggio Emilia 22 settembre
BURRO ZANGOLATO: 1,20 1,20€/kg.

GRANA PADANO Nessuna nuova per il Grana Padano. Prezzi costantemente stabilia esclusione della leggera flessione registrata il 3 agosto scorso (-0,78%). Il rallentamento dei consumi interni sono parzialmente compensati dai dati dell'export nonostante, scrive il Consorzio del Grana Padano, "pur se molto positivo, sta riassestandosi su percentuali di crescita meno vistose dei primissimi mesi del 2015, riavvicinandosi quindi ai, pur buoni, trend di crescita degli anni scorsi." Nella circolare dello scorso 25 agosto il Consorzio invita i propri consorziati alla prudenza produttiva. Nello specifico i listini milanesi hanno confermato la forbice compresa tra 6,30 e 6,40 €/kg per la quotazione del 9 mesi e tra 7,05 e 7,70 è l'intervallo di prezzo per il 15 mesi d'invecchiamento.

PARMIGIANO REGGIANO Analogamente al cugino "padano" rimangono congelati anche i prezzi del Parmigiano Reggiano. Confermati quindi i prezzi alla piazza di Parma che lo scorso 18 settembre ha registrato tra 7,40-7,75€/kg relativamente al 12 mesi di stagionatura e tra 8,45 e 8,80€/kg per il 24 mesi d'invecchiamento.

(scorrere la pagina per i grafici. Galleria immagini)

Latte 39 set15

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

Lattiero caseari. Difficile ipotizzare una ripresa dei prezzi in autunno e anche il 2016 partirà in salita. E' quanto emerge da Ismea nell'Overview sui mercati agroalimentari.

Roma, 14 settembre 2015
Tante conferme e qualche ulteriore correzione al rialzo dei prezzi per le carni avicole e per alcuni tagli bovini. Sono le tendenze che nel corso della settimana potranno caratterizzare in Italia gli scambi sui mercati zootecnici.

Per i lattiero-caseari, in particolare, la situazione resta pesante su tutti i fronti.
È difficile - spiega l'Ismea nell'Overview sui mercati agroalimentari di questa settimana - ipotizzare, alle condizioni attuali, una ripresa dei prezzi in autunno, considerando che i mesi di settembre e ottobre coincidono tra l'altro con i picchi produttivi nella regione oceanica.
Anche il 2016 partirà probabilmente in sordina. Solo l'impatto di eventuali shock climatici nell'estate australe potrebbe determinare un riposizionamento dei prezzi, altrimenti destinati a mantenere, almeno a inizio anno, i bassi livelli attuali.

In ambito nazionale si prevede nel corso della settimana un andamento piatto sia per i formaggi che per le materie grasse. In alcuni paesi del Nord Europa burro e latte in polvere scremato hanno invece beneficiato di lievi aumenti di prezzo, per effetto dei ritiri realizzati nell'ambito delle misure di intervento.
Al contrario dei lattiero-caseari, la tendenza di fondo resta positiva per il bovino da carne, in un mercato che potrebbe confermare i lievi aumenti di prezzo sia per il bestiame vivo che per le carni. L'attività di macellazione sta registrando in questi giorni un andamento più regolare, mentre si segnala qualche difficoltà nell'approvvigionamento di capi da ristallo, a seguito dell'emergenza blue tongue scoppiata in Francia nel dipartimento dell'Allier, che rappresenta il principale bacino di produzione delle razze da carne francesi. Il blocco della movimentazione di capi è già operativo in un raggio di 150 chilometri dal focolaio, mentre si attendono le ulteriori decisioni che le autorità francesi potranno prendere per prevenire i contagi.

Nel comparto suino, migliorano le prospettive per i capi da macello e i tagli destinati alle lavorazioni industriali. Resta debole invece il listino dell'allevamento, con le taglie intermedie che sembrano accusare i maggiori contraccolpi dell'attuale pesantezza degli ordini da parte degli allevatori.
Sui mercati degli avicoli le indicazioni restano orientate positivamente, soprattutto per la fesa di tacchino, in un mercato che si preannuncia altrettanto dinamico per i conigli e stazionario per le uova, con possibili piccole correzioni al rialzo per i calibri medi.

In relazione ai cereali, il quadro mercantile in Italia ha assunto un andamento più stazionario, mostrando qualche accenno di debolezza solo per il grano duro. Non si esclude un rafforzamento delle quotazioni per il mais, in previsione di una riduzione delle rese fino al 10% e di un'alta percentuale di prodotto contaminato da aflatossine.

Sui mercati ortofrutticoli le contrattazioni, ancora alle prime battute, dovrebbero proseguire sulla base di prezzi grosso modo stazionari per le mele. I danni da grandine riscontrati in alcune zone dell'Emilia-Romagna, prevalentemente a carico delle varietà Abate e Kaiser, potrebbero invece peggiorare il quadro produttivo delle pere, in attesa che la commercializzazione entri nel vivo.
Per pesche e nettarine l'attività di compravendita dovrebbe proseguire speditamente e sulla base di prezzi stazionari o in marginale miglioramento. Idem per le susine, mentre le piogge hanno determinato, in Puglia, un peggioramento qualitativo dell'uva da tavola, che sui mercati nazionali ha già accusato alcuni cedimenti, probabili anche questa settimana. Più stabile il prodotto siciliano, mentre all'estero le uve apirene italiane iniziano a subire le pressioni concorrenziali del prodotto turco e spagnolo.
Poche le novità per gli ortaggi, con prezzi ancoro molto elevati per le insalate, a causa dell'eccezionale vuoto d'offerta abruzzese. La situazione potrebbe gradualmente normalizzarsi già nei prossimi giorni con i primi conferimenti di prodotti siciliani. Mentre si registra l'uscita di scena, ormai quasi definitiva, sia di angurie che di meloni. Restano in tensione, anche nella prospettiva settimanale, i prezzi dei pomodori date la scarsa produzione e le ridotte disponibilità sul mercato.

La previsione di una buona vendemmia (Ismea e Uiv stimano un più 12% rispetto all'anno scorso) sta rallentando nel frattempo le contrattazioni sul circuito delle uve da vino, limitando al momento gli acquisti dei vinificatori.
Stessa situazione sul mercato vinicolo, con poche richieste da parte degli imbottigliatori. Nel breve, il mercato dovrebbe mantenere lo stesso profilo attuale, in attesa che si definisca un quadro più esaustivo sulla produzione europea, che già in Spagna sembra subire una leggera flessione.

Riguardo agli oli di oliva, il mercato è ormai orientato a un graduale deprezzamento sia dei lampanti che degli extravergini, con scambi ridotti al minimo. Da evidenziare che le previsioni per novembre confermano il ritorno a livelli produttivi normali, anche in Spagna, dopo il risultato particolarmente negativo della scorsa campagna.
(fonte ismeaservizi 14 settembre 2015)

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