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Alce e Valentina, le due startupper di Parma uniche italiane arrivate in finale  al Premio Europeo “Women Innovators”

Pubblicato in Nuove Tecnologie Emilia

Una nuova frontiera nell'integrazione di macchine di ultima generazione nel trattamento oncologico.

Oltre 1000 trattamenti in 24 mesi. Questo il bilancio dei due nuovi acceleratori lineari, installati nell'agosto del 2017 e nel giugno 2019 nella Radioterapia dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena, diretta dal prof. Frank Lohr. Dati che mostrano l’importanza di questo upgrade tecnologico, finanziato in parte grazie alla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, alla Regione Emilia-Romagna e all’AOU di Modena.

Pubblicato in Nuove Tecnologie Modena

L’azienda di Corte Tegge riceverà un contributo a fondo perduto di 120mila euro per aver sviluppato con Unimore un sistema di sanificazione industriale autonoma.

La Bioecology Srl di Corte Tegge, di Daniele Annunziata, associata a CNA Reggio Emilia, leader nei servizi di pest control e disinfestazione, ha ampliato il proprio settore dei servizi di sanificazione di ambienti e strumenti di lavoro per contrastare la diffusione del contagio da Covid19, e proprio in quest’ ambito, si è appena aggiudicata il “Bando Regionale in Progetti di ricerca e innovazione industriale per soluzioni di contrasto alla diffusione del COVID”, nella prima finestra del 27 aprile 2020 del bando approvato con Dgr.342/2020.

Premiate le idee di 47 imprese su Big Data & Additive Manufacturing, per dare impulso alla trasformazione tecnologica e digitale. Aziende vincitrici, per metà PMI, provenienti da 7 regioni e 9 filiere industriali.

Un bando da 3,2 milioni di Euro, assegnato a 47 aziende di 9 filiere produttive diverse, provenienti da 7 regioni d'Italia per sviluppare 18 idee innovative di Industria 4.0, coinvolgendo 10 università: sono questi i numeri della prima call per la selezione di progetti di innovazione tecnologica delle imprese, realizzata dal consorzio Big Data Innovation & research Excellence (Bi-Rex) di Bologna per favorire la trasformazione digitale, supportando programmi di ricerca e sviluppo basati su Big data e Additive manufacturing.

Le idee ritenute ammissibili riguardano sette aree: Big data per la sostenibilità; Big data per il manufacturing; ICT per macchine e linee di produzione; Sistemi avanzati per la gestione dei processi di produzione; Security e Blockchain; Additive & Advanced Manufacturing; Robotica collaborativa, warehousing e Automated guided vehicle.

La cifra destinata da Bi-Rex nell’ambito di questo primo bando cofinanziato con il Ministero dello Sviluppo Economico è stata la più alta messa a disposizione da tutta la rete degli 8 Competence Center italiani. “Investire nella capacità di innovazione delle imprese e nella ricerca, per avviare e innescare il prima possibile i processi di ripresa: è questo il segnale che intendiamo dare all'intero tessuto industriale italiano, in un momento critico come quello che stiamo attraversando”. Così Stefano Cattorini, direttore generale di Bi-Rex, spiega l'obiettivo dell'iniziativa, rivolta a imprimere la massima accelerazione possibile all'innovazione e alla digitalizzazione delle imprese.

La necessità di adeguarsi ai cambiamenti economici e tecnologici in atto, nonché di innovare i modelli di business verso l'Industria 4.0 è stata avvertita in modo trasversale e diffuso dalle imprese che hanno risposto al bando Bi-Rex. In primo luogo a livello nazionale, le aziende vincitrici provengono da sette diverse regioni italiane: Emilia-Romagna, Lombardia, Lazio, Marche, Sicilia, Toscana e Trentino Alto-Adige. Secondo, la diversità delle nove filiere di appartenenza, a conferma di una vasta richiesta di big data e digitalizzazione: Ict, Meccatronica, servizi Finanza & Logistica, Biomedicale, Energia & Ambiente, Agrifood, Automotive & Aerospace, IT e Chimica. Infine, le dimensioni dei soggetti partecipanti: quasi la metà (circa il 45%), delle beneficiarie sono Pmi, a riprova di un interesse per lo sviluppo digitale non circoscritto solo alle grandi aziende e alle multinazionali.

Le scelte di Bi-Rex sono state assunte in linea con i principi fondanti del consorzio. Oltre all'innovatività, alla qualità e alle ricadute economiche del progetto, un aspetto fondamentale ha riguardato la valorizzazione dei progetti collaborativi tra pubblico e privato: sono stati premiati i progetti che prevedono la presenza in partnership di più imprese e la collaborazione con organismi di ricerca e università. Configurarsi come aggregatore di eccellenze pubbliche e private, in grado di rafforzare il network tra tutti i player coinvolti nei progetti di digitalizzazione, innovazione in ottica Industria 4.0, rappresenta infatti un elemento chiave delle attività di Bi-Rex

La crisi legata alla pandemia Covid-19 testimonia come big data, innovazione e digitalizzazione diventino sempre più imprescindibili nel contesto socio-economico odierno, a maggior ragione in un contesto come quello di domani che sarà da ridefinire sulla base di quanto accaduto – osserva Cattorini -. Proprio in questo periodo è emersa la portata rivoluzionaria costituita dall’utilizzo dei Big data: investire nella capacità di innovazione diventa perciò una condizione essenziale, non solo in ottica di supporto alle imprese per l’ottimizzazione dei processi produttivi e l'ampliamento dei business, ma anche per una comprensione chiara e definita delle enormi sfide che la nostra società globale è costretta ad affrontare. Il segnale che abbiamo voluto lanciare va proprio in questa direzione”.

Pubblicato in Economia Emilia
Mercoledì, 18 Dicembre 2019 05:49

Sinergie UniCredit e CNA Emilia-Romagna

Sinergie UniCredit e CNA Emilia-Romagna. Accordo per l’innovazione digitale e la crescita dimensionale delle Pmi

Dopo la firma dell’Accordo Quadro nazionale tra Cna e UniCredit, avvenuta lo scorso ottobre a Milano, è stata siglata oggi a Bologna la prima convenzione operativa a valere sull’Emilia-Romagna. Firmatari Andrea Burchi, Regional Manager Centro Nord UniCredit; e Fabio Bezzi, Direttore regionale CNA e Presidente di Fondartigianato.

L’iniziativa, che dopo una prima fase pilota verrà estesa ad altre regioni, è volta a sostenere l’innovazione digitale e la crescita dimensionale delle PMI fornendo consulenza e supporto finanziario agli investimenti in innovazione produttiva e organizzativa, in digitalizzazione e, in generale, alle attività messe in campo dai “Digital Innovation Hub” di CNA, la rete - parte del Network Nazionale promosso dal Ministero dello Sviluppo Economico - nata con l’obiettivo di accompagnare le imprese nel passaggio al nuovo modello produttivo Impresa 4.0.

Nello specifico le sedi territoriali di CNA Emilia-Romagna selezioneranno un ampio numero di imprese associate, ne misureranno il livello di maturità tecnologica, tramite un accurato check-up svolto in azienda, e consegneranno un Report con l’analisi dei dati raccolti e delle strategie dell’impresa rispetto all’innovazione tecnologica e al mercato.

La collaborazione tra CNA ed i Business Center di UniCredit consentirà quindi di individuare le migliori modalità per il reperimento delle risorse necessarie alla realizzazione dei piani di digital innovation delle imprese e a supportare le successive fasi di crescita aziendale e ricerca di nuovi mercati.

La sinergia tra UniCredit e Cna punta dunque a supportare i processi di trasformazione legati ai temi dell’innovazione digitale. Ciò anche in termini di evoluzione culturale: in tal senso UniCredit e CNA hanno avviato ad ottobre un articolato programma nazionale di workshop divulgativi, i Pmi Digital Lab, nati dalla collaborazione con Talent Garden e che hanno visto il recente svolgimento anche di una tappa a Rimini.

“Impresa 4.0” - ha commentato Andrea Burchi, Regional Manager Centro Nord UniCredit - rappresenta un importante volano di innovazione di processo per le PMI. Un’occasione di crescita da non perdere. Dobbiamo evitare, facendo Sistema, il rischio di un digital divide che può marginalizzare una parte importante del nostro sistema produttivo. Il nostro Gruppo vuole essere attento alle esigenze del territorio non solo per fornire il supporto finanziario necessario alla crescita dimensionale, ma anche per favorire i processi di innovazione tecnologica delle imprese e la realizzazione di iniziative di formazione sui temi della digitalizzazione. In tal senso la sinergia sviluppata con Cna conferma il nostro impegno nel sostenere, su più fronti e in concreto, la competitività delle imprese dell’Emilia Romagna”.

“Le imprese della nostra regione - ha commentato Fabio Bezzi, Direttore regionale CNA - sono particolarmente ricettive verso i temi dell’innovazione e di Impresa 4.0. CNA Emilia Romagna è parte attiva di questi processi e supporta le imprese associate nei percorsi di innovazione e di trasformazione digitale attraverso l’attività dei dieci CNA Hub 4.0 presenti sul territorio. Gli strumenti di misurazione del livello di maturità tecnologica delle imprese che abbiamo sviluppato, e che stiamo sperimentando con i nostri Hub, ci saranno particolarmente utili per rilevare, in tempo reale, lo stato di innovazione tecnologica delle imprese e la loro propensione ad investire”.

 

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Regione Emilia-Romagna e ART-ER promuovono Matcher (Bologna, Palazzo Magnani, 13-14 novembre), primo programma internazionale di Open Innovation per connettere grandi aziende della regione con startup innovative di diversi Paesi del mondo.

Favorire lo sviluppo di soluzioni innovative nell’ambito dei settori “packaging”, “salute e benessere” e “mobilità intelligente” tramite il confronto e la collaborazione tra startup internazionali e 40 imprese del territorio anche multinazionali. È la finalità principale di MATCHER, programma di Open innovation promosso da Regione Emilia-Romagna tramite ART-ER, nuova società regionale per la crescita e l’innovazione.

Il percorso
ART-ER in collaborazione con Deloitte Officine Innovazione e con il supporto di Confindustria Emilia, Confcooperative, UniCredit, Legacoop, Unioncamere Emilia-Romagna, CNA e dei Cluster regionali, ha coinvolto 40 aziende corporate del territorio in un percorso partecipato per individuare le sfide nei tre ambiti tematici. È stato promosso poi un bando internazionale che ha portato alle selezione delle startup in grado di rispondere a questi bisogni. Su 120 startup partecipanti, ne sono state selezionate 43 che hanno avuto accesso alla fase finale, più della metà delle quali provenienti da paesi europei ma anche da Stati Uniti, Asia e Australia.

Nel settore del “packaging” sono state coinvolte 16 aziende, tra cui Barilla, CIRFOOD, Tetrapack, Bonfiglioli, che hanno individuato l’esigenza di utilizzare materiali alternativi alla plastica per realizzare le confezioni, che devono essere “intelligenti”, “interattive”, “sostenibili” e “prodotte in modo ottimale”. Tra le richieste delle aziende intervistate packaging sostenibili e tracciabili o che siano in grado di monitorare lo stato dei prodotti con sistemi di intelligenza artificiale e big data che ne migliorino stoccaggio e movimentazione.

Per il tavolo di lavoro su “salute e benessere” sono state coinvolte 19 imprese, tra cui Chiesi, Sanofi, Alfasigma, UnipolSai, Amadori, ecc., che hanno messo in evidenza l’importanza di avere strumenti di analisi “indossabili” dal paziente per avere informazioni su pressione, battito cardiaco, consumo di ossigeno, ecc. Nell’ambito della medicina di precisione è emersa l’urgenza di creare, tramite l’immunotherapy, cellule ‘ingegnerizzate’ che riconoscano per tempo i tumori. Nel campo della ‘digital reality’, l’utilizzo della realtà aumentata permette di pianificare in modo più efficiente gli interventi chirurgici così come l’utilizzo della realtà virtuale, tramite appositi visori, può aiutare i pazienti nelle terapie di elusione della realtà. Non meno importante, in campo alimentare, la somministrazione di supplementi personalizzati per chi soffre di mancanze alimentari specifiche e la modifica dei geni delle piante per migliorarne le caratteristiche.

I bisogni di innovazione nell’ambito della mobilità intelligente sono emersi dal coinvolgimento di 16 imprese, tra cui CAMST, Aeroporti di Bologna, POGGIPOLINI, che hanno manifestato esigenze soprattutto nell’ambito dei veicoli connessi, auto a guida autonoma, veicoli elettrici, micromobilità e trasporto intermodale. Nello specifico le necessità evidenziate riguardano lo sviluppo di veicoli solari, l’efficientamento della batteria dei veicoli elettrici, la creazione di stazioni di ricarica elettrica ‘domestiche’, rendere più efficienti le consegne delle merci, lo sviluppo di tecnologie per la guida di automezzi da remoto o per la guida autonoma (lidar e radar).

L’evento

Il 13 e 14 novembre a Palazzo Magnani, sede di UniCredit, si terrà l’evento finale con oltre 400 incontri one-to-one già fissati tra le startup e le imprese dell’Emilia-Romagna.

Il pomeriggio del 14 novembre MATCHER sarà aperto al pubblico, con una panel di approfondimento sui temi dell’Open innovation moderato da Massimo Cerofolini, giornalista e conduttore, la presenza di Stefano Bonaccini, Presidente della Regione Emilia-Romagna e la partecipazione di esperti e imprenditori tra cui un keynote speech di Rosana Ardila, Senior Open Innovation manager di Mozilla.

Durante la giornata UniCredit StartLab consegnerà un proprio premio speciale ad alcune startup selezionate tra le partecipanti a MATCHER, per l’accesso al programma di accelerazione di StartLab.

www.match-er.com 

Le imprese partecipanti: Aeroporto di Bologna, Alfasigma, Amadori, Barilla Group, BBraun, Bonfiglioli riduttori, Bormioli Pharma, Borgwarner, Bucci Industries, Caab, Gruppo Camst, Cardioline, Chiesi Farmaceutici, Cirfood, Coopselios, Coopservice, Elcam Medical Italy, Elettric 80, Eurosets, Fondazione ITL, Gruppo Fabbri, Gruppo Five, Gvmnet - Gruppo Villa Maria, HNP Group, Landi Renzo Group, Marchesini Group, M.M.B Software, Pelliconi, Poggipollini, Polgroup, Quix, Robopac, Sacmi, Sanofi Genzyme, Sealed Air, Schneider Electrict SE, Tetrapack, Tozzi Green, Unipol Sai.

ART-ER Attrattività Ricerca Territorio, è la nuova Società Consortile dell'Emilia-Romagna, con l’obiettivo di favorire la crescita sostenibile della regione attraverso lo sviluppo dell'innovazione e della conoscenza, l'attrattività e l'internazionalizzazione del sistema territoriale.

Insieme per una regione sempre più attrattiva e internazionale. www.art-er.it 

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Editoriale:  -Tra diritto alla privacy e buongusto. Quando sbattere il mostro in “prima pagina”? - Lattiero caseario. Leggero calo del latte spot, burro crema e panna ancora giù - Cereali e dintorni. Attenzione alla criticità logistica di agosto.- Energia da scarti agricoli, la Regione Emilia Romagna investe 6,8 milioni -

SOMMARIO Anno 18 - n° 31 04 agosto 2019
1.1 editorialecibus-31-4ago19-COP.jpg
Tra diritto alla privacy e buongusto. Quando sbattere il mostro in “prima pagina”?
2.1 lattiero caseario Lattiero caseario. Leggero calo del latte spot, burro crema e panna ancora giù.
2.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. tendenza
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Attenzione alla criticità logistica di agosto.
4.1 cereali e dintorni tendenze.
6.1 energia verde Energia da scarti agricoli, la Regione Emilia Romagna investe 6,8 milioni
6.2 ambiente e eventi Anche la diga del Molato nel programma di Confluenze Festival
7.1 acqua e caldo L’acqua c’è, per ora.
8.1promozioni “vino” e partners
9.1 promozioni “birra” e partners
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Di Mario Vacca 4 agosto 2019 - Il piano nazionale Impresa 4.0 prevede una serie di agevolazioni che generano l’individuazione di una figura così detta “Innovation Manager”, manager e società di consulenza abilitati allo svolgimento degli incarichi manageriali oggetto dell’omonima agevolazione.


Il Ministero dello Sviluppo Economico (MiSe) ha voluto disciplinare questa figura e con il decreto del 29 luglio 2019 ha comunicato le modalità ed i termini per la presentazione delle domande di iscrizione all’elenco degli innovation manager. Le iscrizioni – ammesse soltanto tramite procedura informatica - saranno aperte dalle ore 10.00 del 27 settembre 2019 alle ore 17.00 del 25 ottobre 2019.


L’iscrizione all’elenco comporta la verifica dei requisiti stabiliti in capo ai consulenti dall’articolo 5, comma 2 e comma 3 del decreto attuativo del 07 maggio 2019 ed è condizione necessaria affinché siano agevolabili in capo alle imprese committenti i costi per consulenze specialistiche manageriali in materia di:
• tecnologie abilitanti previste dal Piano Nazionale Impresa 4.0;
• processi di ammodernamento degli assetti gestionali e organizzativi dell’impresa, ivi intendendo l’applicazione di nuovi metodi di significativa innovazione organizzativa dell’impresa nelle pratiche commerciali, nelle strategie di gestione aziendale, nell’organizzazione del luogo di lavoro;
• processi di ammodernamento degli assetti gestionali e organizzativi dell’impresa, ivi intendendo l’accesso ai mercati finanziari e dei capitali.


L’incentivo alle imprese consiste in un contributo a fondo perduto sottoforma di voucher concedibile in regime “de minimis” ai sensi del Regolamento (UE) n. 1407/2013, introdotto dall’articolo 1, commi 228, 230, 231, L. 145/2018 (c.d. Legge di Bilancio 2019) con l’obiettivo di sostenere i processi di trasformazione tecnologica e digitale delle Pmi e delle reti d’impresa.


Per L’iscrizione all’elenco occorre rispettare i seguenti requisiti:


1. Persone fisiche accreditate negli albi o elenchi dei manager dell’innovazione istituiti presso:
• Unioncamere
• Associazioni di rappresentanza dei manager ed organizzazioni partecipate pariteticamente da esse e da associazioni di rappresentanza datoriali
• Le Regioni, ai fini dell’erogazione di contributi regionali o comunitari con finalità a analoghe


2. Persone fisiche in possesso di almeno uno dei seguenti requisiti:
• Dottorato di ricerca nelle seguenti aree:
- Scienze matematiche ed Informatiche;
- Scienze Fisiche;
- Scienze Chimiche;
- Scienze Biologiche;
- Ingegneria Industriale e dell’informazione;
- Scienze Economiche e statistiche;
• Master universitario di II livello nelle aree suddette + svolgimento documentabile per almeno 1 anno di incarichi presso imprese nelle materie oggetto di consulenza agevolabile
• Laurea magistrale nelle aree suddette + svolgimento documentabile per almeno 3 anni di incarichi presso imprese nelle materie oggetto di consulenza agevolabile
• Svolgimento documentabile per almeno 7 anni di incarichi presso imprese nelle materie oggetto di consulenza agevolabile;


3. Società operanti nel settore delle attività di consulenza:
• con sede legale o un’unità locale attiva in Italia, iscritte nel Registro Imprese della CCIAA territorialmente competente;
• società di capitali;
• non sottoposte a procedura concorsuale, non in stato di fallimento, di liquidazione anche volontaria, di amministrazione controllata, di concordato preventivo o in qualsiasi altra situazione equivalente secondo la normativa vigente;
• non soggette a condanne penali con sentenza definitiva;
• che abbiano eseguito progetti di consulenza o formazione nelle materie oggetto di consulenza agevolabile e costituite da almeno 24 mesi


4. Società accreditate presso gli elenchi dei manager dell’innovazione istituiti presso le associazioni di rappresentanza dei manager od organizzazioni partecipate pariteticamente da esse e da associazioni di rappresentanza datoriali oppure presso le Regioni o Province autonome, ai fini dell’erogazione di contributi regionali o comunitari con finalità a analoghe.
In sede di presentazione della domanda la società dovrà indicare l’elenco nominativo (non più di 10) di manager in possesso dei requisiti previsti per le persone fisiche


5. i centri di trasferimento tecnologico in abito Industria 4.0


6. gli incubatori certificati di start-up innovative.

Nell’apposita sezione del sito istituzionale del Ministero dello sviluppo economico all’indirizzo https://www.mise.gov.it/index.php/it/incentivi/impresa/voucher-consulenza-innovazione verrà pubblicato l’elenco completo.
Intanto si attende la pubblicazione del secondo provvedimento previsto dal decreto attuativo del 07 maggio 2019, che dovrebbe disciplinare termini e modalità di presentazione delle domande di ammissione al contributo ed anche i criteri di valutazione delle domande e di assegnazione prioritaria delle risorse disponibili.

 

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Imprese iperconnesse e dedicate allo sviluppo del servizio come elemento integrato alla produzione: questo il futuro delle imprese nel mondo della digitalizzazione, dei big data e di Industria 4.0.

E' l'immagine che emerge dall'Osservatorio Innovazione dell'Emilia Romagna edizione 2018 che è stato presentato a Bologna a R2B Research to business. Alcuni dati confermano la trasformazione digitale in Emilia-Romagna: le imprese della manifattura che integrano già prodotti e servizi in soluzioni avanzate sono il 39%; ben il 28% adotta soluzioni che coinvolgono Internet delle cose (IoT), il livello più alto nel Nordest; il 20% adotta soluzioni avanzate di economia circolare, improntate al ripensamento dell'intero ciclo di vita del prodotto, ecodesign, sharing platform.

L'Osservatorio InnoER, con una indagine realizzata su un campione di 2.047 imprese (pari al 10% del totale di quelle potenzialmente coinvolte con un fatturato superiore a 500 mila euro) e l'integrazione di diverse banche dati, offre il primo strumento conoscitivo sistematico per leggere l'evoluzione digitale delle imprese dell'Emilia-Romagna.

Secondo l'indagine, le aziende emiliano-romagnole presentano quattro profili innovativi: leader (27% del campione e 48% degli addetti) con una capacità elevata di governare il nuovo paradigma della prossimità all'interno dell'ecosistema di relazioni con fornitori e clienti, anche con capacità di utilizzare reti internazionali e tecnologie avanzate; proattive (23% e 21% rispettivamente) che non detengono una leadership tecnologica di settore, ma lavorano sullo sviluppo innovativo di prodotti e adattive (15% e 8%) che hanno un profilo di "inseguimento" dell'innovazione in relazione ai cambiamenti nel proprio settore e nel mercato; tardive (33% e 21%) che mostrano un ritardo di "sintonizzazione" con il fenomeno innovativo che interessa le filiere globali e le altre imprese regionali, e denotano una vulnerabilità più probabile.

Claudio Pasini, segretario generale di Unioncamere Emilia-Romagna ha ricordato che:
"L'Osservatorio 2018 offre elementi conoscitivi utili a stimolare riflessioni sulle politiche regionali. Il valore di questo lavoro sta nel far capire come le imprese sviluppano e gestiscono i processi di innovazione. Metà delle imprese di questa regione si autovaluta come leader o proattive e questo significa che è un territorio attento ai processi innovativi. Sistema delle Camere di commercio, Regione, Rete Alta Tecnologia, Centri di ricerca possono aiutare a crescere ulteriormente. Impresa 4.0 è un obiettivo verso il quale occorre far convergere gli sforzi".

L'Osservatorio è risultato della collaborazione tra Unioncamere Emilia-Romagna, Camera di Commercio della Romagna Forlì-Cesena e Rimini con la sua azienda speciale CISE, ASTER e Intesa Sanpaolo, con il supporto scientifico del Centro Studi Antares, ed è stato reso possibile dal supporto economico della Regione.
A SMAU R2B 2018 sono state presentate le frontiere dell'innovazione in Emilia-Romagna attraverso la testimonianza di tre aziende leader di settore: VEM sistemi SpA, leader nelle piattaforme IoT, Pieri Srl specializzata in sistemi di avvolgimento, Publione Srl impresa di comunicazione digitale, web marketing e soluzioni di e-commerce.

Davide Stefanelli di VEM Sistemi, ha sottolineato come "l'internet delle cose non è innovazione, bensì la più grande rivoluzione abilitante della nostra era che permetterà di ripensare al modo di produrre e progettare servizi".

Fabrizio Benini di Pieri Srl, ha spiegato che "la nuova spinta verso l'economia dei servizi sta conducendo anche imprese manifatturiere a lavorare su frontiere dell'interoperabilità e della digitalizzazione del rapporto fornitore e cliente".

Infine, Loriz Zanelli di Publione, ha evidenziato che "i servizi di comunicazione stiano diventando sempre più cruciali per la co-progettazione nell'era digitale al fine di generare valore".

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Presentati i risultati dell'indagine su oltre 2.000 imprese dell'Osservatorio promosso dal sistema delle Camere di commercio e finanziato dalla Regione Emilia-Romagna

Bologna 3 maggio 2018 - Una sfida complessa, l'innovazione, che le imprese dell'Emilia-Romagna stanno però affrontando in modo dinamico.
E' questa l'immagine dell'Osservatorio Innovazione Emilia-Romagna 2018 presentato a Bologna, che offre una analisi strategica del posizionamento delle imprese emiliano-romagnole in una fase cruciale di ri-definizione delle modalità con cui il mercato e la società, nell'era digitale e circolare, spingono a progettare, produrre e distribuire prodotti e servizi, secondo nuovi parametri di efficienza, rapidità, condivisione, complessità tecnologica e ricchezza delle informazioni coinvolte.
L'Osservatorio InnoER, risultato della collaborazione tra Unioncamere Emilia-Romagna, Camera di Commercio della Romagna – Forlì-Cesena e Rimini, ASTER e Intesa Sanpaolo, è stato curato dal CISE, azienda speciale della Camera di Commercio della Romagna –, con il supporto scientifico del Centro Studi Antares, ed è stato reso possibile dal supporto economico della Regione Emilia-Romagna.

Secondo l'indagine realizzata su un campione di 2.047 imprese (pari al 10% del totale di quelle potenzialmente coinvolte con un fatturato superiore a 500 mila euro) e l'integrazione di diverse banche dati, le aziende emiliano-romagnole presentano quattro profili innovativi: leader (27% del campione e 48% degli addetti) con una capacità elevata di governare il nuovo paradigma della prossimità all'interno dell'ecosistema di relazioni con fornitori e clienti, anche con capacità di utilizzare reti internazionali e tecnologie avanzate; proattive (23% e 21% rispettivamente) che non detengono una leadership tecnologica di settore ma lavorano costantemente sullo sviluppo innovativo di prodotti e adattive (15% e 8%) che hanno un profilo di "inseguimento" dell'innovazione in relazione ai cambiamenti che avvengono nel proprio settore e nel mercato; tardive (33% e 21%) che mostrano un ritardo di "sintonizzazione" con il fenomeno innovativo che interessa le filiere globali e le altre imprese regionali, e denotano una vulnerabilità più probabile anche nella perdita di valore.

I profili si differenziano soprattutto su tre dimensioni chiave: la cultura innovativa all'interno dell'azienda, il ruolo della prossimità e del territorio per i processi di innovazione, l'adozione di nuove tecnologie per il governo della complessità interna all'azienda e di filiera.
Il profilo delle leader e delle proattive è fortemente correlato con la capacità di essere competitivi nell'economia dei servizi, dove digitalizzazione, prossimità con il cliente e cultura innovativa si fondono.
Lo studio evidenzia come ciò che misura la distanza tra una impresa tardiva e una leader è la capacità di questa di adeguare la propria cultura organizzativa a un cambio di paradigma di "costante e continua innovazione" per ridurre la distanza con il cliente/utente, in chiave di co-progettazione, digitalizzazione della supply-chain e rapidità degli scambi.

Inno ER 2018 indica come prevalga la dimensione in house: il 27% delle attività di innovazione interna riguarda i prodotti, mentre il 26% delle attività di innovazione esterna riguarda i servizi di marketing.

Il rapporto individua i "tempi" dell'innovazione, individuando tre categorie di imprese in relazione alla velocità di rendimento dei nuovi prodotti nell'arco di tre anni in relazione al fatturato.
Ci sono così le imprese Fast Trackers, pari al 16% i cui prodotti e servizi generano il 40% del fatturato; le Climbers, che sono il 34% he sviluppano tra il 10% e il 40% e infine le Long distance runners, percentuale del 50% che producono fatturato fino al 10%.
La lettura dei profili dell'innovazione aiuta a leggere anche le possibili traiettorie di evoluzione della "specializzazione intelligente" regionale, ovvero la prospettiva di nuove possibili vie di scoperta e applicazione di idee innovative, coinvolgendo più imprese e più settori.
Il 21% delle imprese adotta soluzione avanzate di "eco efficacia".

Nella meccatronica ed agroalimentare, le strategie di riduzione dei consumi accompagnano strategie di riciclo e utilizzo degli scarti sopra la media.
L'indagine si focalizza anche sugli elementi che secondo le imprese favoriscono l'innovazione, indicando soprattutto clienti e fornitori, quindi addetti ricerca e sviluppo interni e consulenti, quindi attività legata a fiere convegni, stampa specializzati, sstudi di mercato, appartenenza a gruppi aziendali e reti di impresa, quindi collaborazioni con Università e centri di ricerca.

Una percentuale pari all'11% delle imprese ha una elevata integrazione di prodotti finiti e servizi.
Tra i fattori che producono attitudine a innovare, emergono soprattutto tre elementi: cliente leader, clima aziendale interno come fucina di idee, presenza di fornitori locali e quindi il ruolo del territorio, a questo riguardo, il comportamento delle imprese è diventato selettivo nella scelta e la prossimità geografica è importante a condizione di una presenza di specializzazione tecnologica che garantisca risposte.
Esiste una forte correlazione tra leadership tecnologica e la capacità di accompagnare i processi produttivi con una forte propensione ai servizi in chiave di interoperabilità tra le fasi interne e della value chain.

Il ruolo strategico del sistema economico emiliano-romagnolo, storicamente forte di proprie vocazioni manifatturiere resta elevato anche all'interno della nuova "economia digitale dei servizi".

In sintesi, poco più della metà del sistema produttivo emiliano-romagnolo è oggi ben sintonizzato con le sfide di innovazione lanciate dal mercato e dalla società. Un terzo risulta in ritardo, ma ha le basi su cui poter innestare azioni correttive di carattere organizzativo e per essere ricettivo rispetto al supporto ai processi innovativi che possono essere alimentati a livello regionale e nazionale.
La sfida del prossimo decennio è quella di aumentare, da una parte, la leadership tecnologica del sistema regionale e, dall'altra, la partecipazione all'innovazione anche di imprese oggi in ritardo.

Non esiste, nel campo delle politiche per l'innovazione, una "ricetta unica": occorrono strategie differenziate che permettano di costruire percorsi di innovazione per e con i diversi profili di impresa.

In una fase di rafforzamento delle politiche regionali dell'innovazione, grazie all'azione di supporto attraverso il ciclo di programmazione europea POR-FESR e al coordinamento della rete Alta Tecnologia con gli strumenti associativi dei Clust-ER e della Value chains[1], è importante considerare gli elementi conoscitivi per un'azione di sistema.

Il rapporto indica alcuni fattori chiave che emergono dall'indagine e considerati utili per un rafforzamento delle politiche regionali: transizione tecnologica e digitalizzazione; circolarità come efficacia e trasformazione del prodotto/servizio; territorio, Research and Technology Organisations (RTOs) e offerta di R&D; politiche regionali.

Hanno detto
Per Alberto Zambianchi, presidente di Unioncamere Emilia-Romagna
"L'Osservatorio Innovazione Emilia-Romagna 2018 offre un'analisi strategica del posizionamento delle imprese emiliano-romagnole di fronte alla complessità del "fenomeno innovazione", in una fase cruciale di ridefinizione delle modalità con cui il mercato e la società, nell'era dell'economia digitale e circolare, spingono a progettare, produrre e distribuire prodotti e servizi. L' indagine, condotta con particolare riferimento a temi di grande attualità quali Impresa 4.0 ed Economia Circolare fornisce una fotografia assolutamente aggiornata e in divenire del fenomeno complesso innovazione sviscerato in tutte le sue componenti. Le imprese devono familiarizzare di più e meglio con il mondo della ricerca per far sì che i prodotti e processi siano innovativi e le aziende siano sempre più competitive"

Claudio Pasini, segretario generale di Unioncamere Emilia-Romagna
"L'Osservatorio 2018 offre elementi conoscitivi utili a stimolare riflessioni sulle politiche regionali. Il valore di questo lavoro sta nel far capire come le imprese sviluppano e gestiscono i processi di innovazione. Metà delle imprese di questa regione si autovaluta come leader o proattive sotto questo profilo e questo significa circa un 60 per cento di addetti. Questo indica il livello di evoluzione regione attenta ai processi innovativi tra l'altro incentivati da arrivo di imprese straniere che introducono innovazione produttive e organizzative. C'è molto da fare e, sotto questo profilo, Sistema delle Camere di commercio, Regione, Rete Alta Tecnologia, Centri di ricerca possono aiutare a crescere ulteriormente. Impresa 4.0 è un obiettivo verso il quale occorre far convergere gli sforzi anche sulla base di elementi come interoperabilità e integrazione, parole chiave per il tema delle circolarità come efficacia e trasformazione del prodotto-servizio".

Silvano Bertini, responsabile servizio Ricerca e Innovazione della Regione Emilia-Romagna
"Dal rapporto emerge un territorio che vive di imprese innovative e di imprese che vivono di innovazione, che ha grande capacità di rigenerarsi dalle crisi. Imprese che investono su rinnovamento prodotti, diversificazione e miglioramento della competitività. C'è impegno quindi della Regione a creare ecosistema che faciliti il rapporto con gli attori della ricerca e innovazione e crei maggiori opportunità. Con i vari Por Fesr attraverso le politiche regionali abbiamo creato la Rete dei Tecnopoli, punti di incontro tra ricercatori e imprese e stiamo creando aggregazioni tematiche sulla strategia di specializzazione intelligente sulle nostre maggiori specializzazioni, in modo che imprenditori e ricercatori possano condividere una agenda delle priorità tecnologiche per un salto in avanti del sistema produttivo".

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Pubblicato in Economia Emilia
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