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E come testimonial della storica marca italiana che quest'anno festeggia 160 anni è stato scelto Antonio Carluccio, celebrity chef di origine italiana, fondatore della omonima catena di ristoranti italiani, molto apprezzato dal pubblico inglese.

San Lazzaro di Savena (BO), 9 febbraio 2016 – Quella tra gli inglesi e la passata Cirio è ormai una vera e propria passione. La storica marca di pomodori italiani di proprietà del consorzio cooperativo Conserve Italia e che proprio quest'anno compie 160 anni di vita, è sempre più consumata ed apprezzata dagli anglosassoni. Lo dimostrano in primo luogo i numeri della crescita delle vendite Cirio nella distribuzione moderna che, confermando il boom dello scorso anno, hanno registrato a fine anno una crescita dell'8.2% (dati Iri, confronto dicembre 2015-dicembre 2014). "Il valore censito al consumo - sottolineano i due Managing Directors della sede inglese di Conserve Italia, Cesare Concilio e Diego Pariotti – è superiore ai 13 milioni di euro. E se lo scorso anno la quota di mercato di Cirio nella distribuzione inglese era pari al 5,7% (dati Iri), quest'anno ha toccato quota 9,2% con punte oltre il 10% su alcuni segmenti specifici come le passate. Insieme alla grande distribuzione – evidenziano ancora Concilio e Pariotti – portiamo avanti da anni la penetrazione nel comparto del foodservice e un lavoro capillare di distribuzione nel canale dettaglio o etnico, che portano ad un risultato complessivo aziendale che quest'anno è schizzato al +20%".

Il pomodoro Cirio inoltre è ormai conosciuto e recensito anche da blogger e chef molto seguiti nel Regno Unito: è molto frequente vederlo in programmi TV nelle mani di Jamie Oliver, o Nigella Lawson, o Marry Perry, celebrity chefs ben noti anche in Italia. In particolare, in un'indagine indipendente apparsa in questi giorni sul sito del The Guardian, eseguita da Kerstin Rodgers in collaborazione con lo chef Joe Hurd e lo scrittore Dino Joannides, Cirio è risultato il prodotto più apprezzato tra quelli a distribuzione nazionale, superando anche la leader di mercato Napolina.

Il successo e la notorietà crescente acquisita da Cirio è riconducibile, oltre a politiche commerciali mirate, anche alle azioni di marketing avviate da cinque anni nel Regno Unito. Sandra Sangiuolo, Responsabile Marketing Export del gruppo conserviero, spiega: "Ha premiato la consistenza nel tempo delle attività e un marketing mix che ben combina mezzi off e on line: da campagne stampa sui maggiori magazine e newspapers (Times, The Guardian, Daily mail), a campagne web su siti ad alto traffico, associate ad accattivanti concorsi. Molto seguite sono state anche le attività sui social e operazioni di visibilità con note bloggers locali".

"Da non sottovalutare poi – spiega Sangiuolo - il contributo alla notorietà di massa conseguita da Cirio grazie all'accordo con Antonio Carluccio, un celebrity chef di origine italiana, fondatore della omonima catena di ristoranti italiani (oltre 100 in tutta la Gran Bretagna), assai benvoluto e rispettato dal pubblico inglese, anche dai più giovani, che è stato felice di fornire il suo prezioso endorsement al nostro storico brand. Con lui sono in atto una serie di iniziative creative e di forte notiziabilità: da campagne web, radio e stampa, a concorsi e ricettari, sino ad eventi speciali, che nel 2016 troveranno massima espressione in coincidenza delle celebrazioni per l'anniversario del 160° del brand".

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

Strategia del terrore, allarme Zika? L'eredità di Expo, l'Emilia Romagna programma il sistema del futuro prossimo. Mais e soia, le previsioni 2016. La forestale entra nella Benemerita. Nuovo calo dei mercati agricoli secondo i dati Ismea. "Falde acquifere completamente all'asciutto. Situazione grave.

SOMMARIO Anno 15 - n° 04 31 gennaio 2016
1.1 editoriale Strategia del terrore. Allarme Zika?
3.1 cereali Cereali, piccole oscillazioni ma nessuna variazione di rilievo
4.1 Lattiero Caseario Cresce ancora il "Parmigiano"
5.1 L'eredità di Expo L'eredità di Expo. Tracciato il futuro dell'agroalimentare emiliano romagnolo
6.1 export agroalimentare Germania: Il Parmigiano Reggiano punta sulla ristorazione di qualità con gli Chef di JRE
6.2 UE e Lambrusco Vino. A Scandiano si parla di Lambrusco
8.1 imprese Mulino Alimentare di Parma testimone di eccellenza internazionale
9.1 mais e soia Previsioni in riduzione in Sud Africa e USA.
10.1 ambiente e sicurezza Nasce il comando per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare.
10.2 ecoreati La "Forestale" entra nella Benemerita.
11.1 siccita' ANBI Emilia Romagna: "Falde acquifere completamente all'asciutto. Situazione grave
12.1 agromercati Ismea, nuovo calo dei prezzi agricoli a dicembre.
13.1 promozioni "vino" e partners

 

Anche una società di Parma invitata dalla Regione a raccontare la sua esperienza di internazionalizzazione.

Di redazione Parma 26 gennaio 2016 - Un riconoscimento di pregio quello riservato a Mulino Alimentare di Parma, società dedita al confezionamento e commercializzazione di Parmigiano Reggiano, invitata dalla Regione a relazionare sulla sua esperienza di internazionalizzazione. Un percorso avviato da diversi anni che, sotto la guida attenta del CEO Claudio Guidetti, l'ha portata a consolidare oltre confine ben il 70% del fatturato.

L'occasione è stata il maxi convegno, organizzato dalla Regione Emilia Romagna lo scorso lunedi, incentrato sul tema "L'eredita di Expo per l'agricoltura dell'Emilia Romagna" e come poter capitalizzare gli investimenti e le esperienze della sei mesi milanese.
Un evento dove sono stati chiamati a raccolta alcune imprese e associazioni no-profit che si sono distinte nel processo di esportazione di prodotti e competenze.

Nel mondo il made in Emilia-Romagna è sinonimo di qualità dei prodotti, attenzione all'ambiente, sicurezza alimentare, distintività. Con una filiera agroalimentare che da sola vale circa il 20% del totale nazionale, l'Emilia-Romagna è prima in Europa per prodotti Dop e Igp (42 ).

Un ruolo importante per fare conoscere il re dei formaggi in Canada e nord-america l'ha avuto, senza ombra di dubbio, anche il Mulino Alimentare grazie a un programma di marketing promozionale che ha raggiunto l'apice con la conquista, nel 2014, del Guinness World Record di taglio contemporaneo di ben 1.300 forme di Parmigiano grazie alla collaborazione instaurata con l'assoluto leader della distribuzione canadese.

"Per esportare non è sufficiente conoscere la lingua, ha sottolineato Claudio Guidetti, ma occorre conoscere pienamente la mentalità del luogo ed è perciò che il lavoro ha preso corpo incontrando preliminarmente una grande catena distributiva confrontandoci con loro cercando quelle occasioni di incontro che consentissero un reciproco beneficio." Mulino Alimentare era approdato in Canada dopo una consolidata esperienza nel vecchio continente riversando perciò oltre oceano già un buon fardello di competenze internazionali.

"Il nostro obiettivo, ha proseguito Guidetti, è di accorciare la filiera eliminando tutte quelle fasi di intermediazione che non hanno più ragion d'essere ma al contempo intensificando dei processi di parternariato esclusivo con i caseifici del territorio con i quali condividere i vantaggi economici acquisiti. Forse però non tutti sanno che, per relazionarsi con le GDO, occorre possedere particolari certificazioni difficilmente riscontrabili nei caseifici e che queste devono essere mantenute e rinnovate attraverso un approccio sistematico alla qualità. E' un attimo essere esclusi dal circuito a causa di una semplice ma indispensabile formalità".

Al Presidente della Regione Stefano Bonaccini il compito di fare gli onori di casa e introdurre gli elementi che tracceranno le prossime politiche agroalimentari mentre l'Assessore all'Agricoltura Simona Caselli e la collega alle Attività Produttive Palma Costi l'onere di entrare nel dettaglio delle politiche di sviluppo dell'agroalimentare per rafforzare il "Modello" operativo così ben collaudato e con riconosciuto successo durante l'Expo2015.

Caselli simona relaziona

Al convegno hanno dato il loro contributo anche il presidente Unioncamere dell'Emilia Romagna Maurizio Torregiani, l'europarlamentare Paolo De Castro anticipando la tavola rotonda, moderata dal direttore di Ervet Roberto Righetti, che ha visto alternarsi sul palco alcune rappresentanze delle eccellenze emiliano romagnole:
- Giovanni Beccari, Cefa
- Gianpiero Calzolari, Granarolo
- Lucio Cavazzoni, Alce Nero
- Maurizio Gardini, Conserve Italia
- Claudio Guidetti, Mulino Alimentare
- Stanislao G. Fabbrino, Romagna Coop Food
- Sara Roversi, Future Food Intitute
- Luigi Scordamiglia, Inalca

Al segretario generale del Padiglione Italia, Fabrizio Grillo, il compito di trarre le conclusioni del convegno.

 

Pubblico rid RER

(Galleria immagini in fondo pagine)

 

Pubblicato in Agroalimentare Parma

Risparmio privato sotto attacco. Cereali resistono alla tempesta finanziaria. Inarrestabile Parmigiano Reggiano. A Bologna si parla del dopo EXPO. Bonifiche, Tonello non ci sta... Minori produzioni di mais. NAS, nel 2015 risultati irregolari quasi 1 su 3 dei prodotti oggetto di ispezione.

SOMMARIO Anno 15 - n° 03 24 gennaio 2016 (Allegato il file in pdf da scaricare)
1.1 editoriale Risparmio privato sotto attacco.
3.1 cereali Cereali, le commodities resistono alla tempesta
4.1 cereali Cereali, stabili nonostante la tempesta finanziaria.
5.1 Lattiero Caseario Inarrestabile Parmigiano Reggiano
6.1 eventi L'eredità di Expo per il futuro dell'agricoltura regionale
6.2 eventi Lambrusco nel mondo
7.1 Bonifiche Bonifiche, Tonello: "La lista guidata da Franceschini è la vera danneggiata"
7.2 export agroalimentare Agroalimentare motore dell'export
8.1 nomine Emilia Romagna. I nuovi direttori generali
9.1 imprese Conserve Italia Food Service in primo piano al RHEX 2016
10.1 MAIS e Soia Minori produzioni di Mais e Soia previste in Sud Africa e USA.
11.1 sicurezza consumatori NAS, nel 2015 risultati irregolari quasi 1 su 3 dei prodotti oggetto di ispezione.
12.1 promozioni "vino" e partners

Cibus3 24gen2016

Domenica, 17 Gennaio 2016 09:24

Nuovo record di vino italiano negli USA

Vinitaly International a San Francisco, New York e Miami. Con 1,3 miliardi di dollari di vini esportati nel 2015 (oltre 1,4 miliardi di euro), l'Italia rafforza la sua leadership sul mercato americano. Da questo risultato riparte l'attività di Vininitaly International negli Stati Uniti, nell'ambito del Piano speciale Usa finanziato da Mise e Ice per la promozione dei vini e dei prodotti agroalimentari all'estero. Fitto il programma di Executive Wine Seminars della Vintaly International Academy – VIA, per approfondire la conoscenza del vino italiano nel mercato Usa.

Verona, 13 gennaio 2016 – Trainata da un export che nel 2015 ha visto l'enologia italiana mettere a segno un nuovo record con 5,4 miliardi di euro stimati dei quali 1,4 negli Usa, riparte il 17 gennaio l'attività all'estero di Vinitaly International ( www.vinitalyinternational.com ), con tappe a San Francisco (17-19 gennaio) al Winter Fancy Food, a New York (7-9 febbraio) e a Miami (10 febbraio). Si tornerà a New York a maggio, dopo Canada e Cina a febbraio e marzo, e poi a giugno sarà la volta di Chicago al Fmi Connect (20-23 giugno) e di nuovo di New York con la partecipazione al Summer Fancy Food (26-28 giugno).

La focalizzazione sul mercato statunitense è frutto di una scelta strategica di lungo periodo impostata da Veronafiere, che ha portato Vinitaly International a diventare braccio operativo del Mise – Ministero dello sviluppo economico e Ice – Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane nel Piano Speciale Usa per la promozione dei beni di consumo e dei prodotti enoagroalimentari, lanciato nel 2015.

«Il consumo di vino negli Usa continua a crescere - afferma il direttore generale di Veronafiere Giovanni Mantovani -, ma si tratta di un mercato con due facce, come emerso durante i numerosi workshop che gli abbiamo dedicato durante wine2wine, il forum del vino svoltosi nel dicembre scorso: per certi versi è maturo e questo lo vediamo dalla curiosità espressa dai consumatori per vini meno famosi espressione di territori ancora sconosciuti; d'altro canto, però, ci sono Stati dove solo ora si inizia a consumare vino. Con Vinitaly International siamo negli Stati Uniti dal 2002 e continuiamo a potenziare la nostra attività di anno in anno, proprio per aprire sempre nuovi spazi commerciali per le cantine italiane e per attrarre buyer americani a Vinitaly, dove già rappresentano il 15% delle presenze estere».

La prossima attività di Vinitaly International negli Usa prevede la realizzazione di Executive Wine Seminar della Vinitaly International Academy – VIA, tenuti dal direttore scientifico Ian D'Agata.

A San Francisco tre saranno i seminari avanzati su Grignolino, le subzone del Chianti e l'Etna, mentre uno base realizzato in collaborazione con Fivi (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti) sarà dedicato ai vini artigianali. Questi vini saranno disponibili in un wine bar appositamente allestito per la degustazione da parte dei buyer e pubblico.

A New York sarà ancora la volta del Grignolino e dei vini artigianali, ma si parlerà anche di tendenze di consumo di vino nei ristoranti italiani e di come queste potrebbero riproporsi negli Usa.
A Miami, oltre che di Grignolino e di vini artigianali, un terzo Executive Wine Seminar VIA sarà dedicato al Carmignano.

Su www.vinitalyinternational.com/calendar il programma dettagliato delle tappe di Vinitaly International.

"Food Factory" progetto Destinazione Vietnam II. Ultimi giorni per le iscrizioni alla missione di febbraio-marzo. Le imprese interessate a partecipare dovranno inviare la scheda di adesione e il profilo aziendale ai riferimenti indicati entro venerdì 15 gennaio 2016.

Reggio Emilia 30 dicembre 2015 - Il Vietnam, mercato di 90 milioni di abitanti in rapida crescita anche grazie ai redditi in aumento di una emergente classe media, ha fame di prodotti agroalimentari stranieri, in particolare italiani di qualità.
Da parte sua è un esportatore di prodotti agricoli e della pesca, ma la sua filiera agroalimentare ha bisogno di tecnologie e investimenti in macchinari, catena del freddo, impianti di packaging che le aziende italiane sono in grado di fornire.

Nasce su queste basi il progetto "Destinazione Vietnam II per le imprese emiliano-romagnole: Foodfactory". L'iniziativa è dedicata alle regionali del settore agroindustriale, in particolare produttori di macchinari e attrezzature per l'agricoltura; macchine per confezionamento, lavorazione e conservazione delle bevande e degli alimenti; prodotti agroalimentari a qualità certificata, DOP, IGP, Bio e vini con priorità da vitigni autoctoni.

Nell'ambito del progetto, è in programma una missione outgoing imprenditoriale a Ho Chi Minh City e Hanoi dal 29 febbraio al 4 marzo 2016 rivolta alle imprese emiliano-romagnole operanti nel settore agroindustria e packaging (macchinari ed attrezzature per l'agricoltura, macchine per il confezionamento, la lavorazione e la conservazione degli alimenti) interessate a sviluppare nuove partnership commerciali e produttive sul mercato vietnamita.

La missione prevede l'organizzazione di un'agenda personalizzata di incontri B2B e visite d'affari con operatori vietnamiti selezionati sulla base delle esigenze delle imprese partecipanti.
Oltre agli incontri è prevista la visita alla fiera dedicata al settore del confezionamento e imballaggio "ProPak Vietnam" www.propakvietnam.com, dove ICE organizza una collettiva italiana.

Le imprese interessate a partecipare dovranno inviare la scheda di adesione e il profilo aziendale ai riferimenti indicati entro venerdì 15 gennaio 2016.

La quota di partecipazione è di 200,00 € + IVA per ciascuna tappa (400,00 € + IVA per entrambe le tappe). Per saperne di più, consultare i siti www.promecmodena.it - www.expomo.com e www.ucer.camcom.it

Per informazioni: Barbara Bisi Promec Promozione Internazionale tel. 059 208269 e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

(immagine Roof tile detail, Hue di AJ Oswald)

700.000 euro dalla CCIAA per favorire la partecipazione delle imprese reggiane a manifestazioni fieristiche internazionali. Negli USA esportati prodotti reggiani per 525,4 milioni di euro.

Reggio Emilia 15 dicembre 2015 - Ha sfiorato i 7 miliardi di euro - con un incremento del 3% - il valore dell'export reggiano dei primi nove mesi del 2015. Anche nel terzo trimestre, infatti, è continuato il trend positivo già registrato nei mesi precedenti, con un autentico boom dei flussi verso gli Stati Uniti.
Al buon andamento delle esportazioni in Europa - con un +1,6% che ha portato il valore delle esportazioni provinciali nel vecchio continente a quasi 5 miliardi – si è infatti associato un deciso aumento sul continente americano che, con un +14,1% e 832 milioni di prodotti "made in Reggio Emilia" acquistati, ha superato il continente asiatico.

Gli Stati Uniti, secondo l'analisi dell'Ufficio Studi della Camera di Commercio sui dati diffusi dall'Istat, in nove mesi hanno importato prodotti reggiani per 525,4 milioni, registrando un incremento del 15,2% e confermandosi il nostro terzo maggior acquirente dopo la Germania - verso la quale sono destinate merci per 971,4 milioni (+3,4% da gennaio a settembre 2015) - e la Francia. Il valore delle esportazioni verso quest'ultima, pur rimanendo superiore ai 900 milioni, è però in flessione del 3,7%.
Rimanendo in Europa, ma fissando l'attenzione sui Paesi extra UE, si osserva la continua diminuzione dell'export verso la Russia, che nel periodo gennaio-settembre di quest'anno ha registrato una flessione del 33,2% rispetto allo stesso periodo del 2014, portando il valore a 174,6 milioni. In crescita del 18,9%, invece, le vendite dirette in Turchia che hanno raggiunto i 121,8 milioni.

Ritornando al continente americano, l'export reggiano segna un picco di crescita dell'85,4% in Messico, dove i valori dei primi nove mesi 2015 (81,3 milioni) sono pressoché raddoppiati rispetto al 2014 (43,8 milioni). Andamento positivo anche per le vendite verso il Canada, che raggiungono i 69,8 milioni (+0,9%), mentre è in flessione il mercato brasiliano (58,2 milioni; -5,6%).

In ambito extraeuropeo, le analisi della Camera di Commercio registrano un ulteriore miglioramento delle vendite verso il continente asiatico, che dall'inizio di quest'anno a settembre ha acquistato prodotti per 812,6 milioni di euro (+3,6%). La crescita è da imputare solo in parte alla Cina, che ha incrementato solo dello 0,5% le importazioni di manufatti reggiani; altri Paesi, infatti, hanno registrato incrementi a doppia cifra. Tra questi, nell'Asia occidentale spicca l'Arabia Saudita (+14,9%), a oriente primeggia Hong Kong (+11%) e nell'area meridionale del continente brilla l'India (+10,2%). In flessione del 5,5%, invece, le vendite verso il Giappone, che sono passate da quasi 87 a 82,2 milioni.
Andamenti positivi si rilevano per tutti i prodotti che caratterizzano l'economia provinciale, anche se quelli metalmeccanici, che rappresentano circa la metà delle vendite reggiane all'estero, in nove mesi sono aumentati solo dello 0,6% a causa di una flessione dell'1,3% relativa ai mezzi di trasporto. Si è così assistito ad un rallentamento rispetto al ritmo di crescita dei primi sei mesi dell'anno, attestato all'1,9%.

Fra i comparti segnati dai più rilevanti incrementi delle esportazioni spicca il tessile-abbigliamento, che con un +6,3% ha raggiunto il valore di 1,2 miliardi. Bene anche la ceramica, che da 744,9 milioni di euro è passata a 781,4 (+4,9%), i prodotti elettrici ed elettronici (+16,4%, per un valore salito a 620,8 milioni di euro), gli alimentari e le bevande (+1,1%, con un valore passato da 455,2 a 460,2 milioni) e gli articoli del settore gomma-plastica (97 milioni di euro con un +6,9%).
I segnali positivi che continuano a giungere dai mercati esteri confermano il percorso che la Camera di Commercio di Reggio Emilia sta compiendo a favore dell'internazionalizzazione delle imprese reggiane e della loro promozione nel mondo. Saranno infatti pari a 700mila euro, nel 2016, le risorse messe a disposizione del sistema economico locale per favorire la partecipazione delle imprese della provincia di Reggio Emilia a manifestazioni fieristiche internazionali.
Il bando sarà consultabile nei prossimi giorni sul sito dell'Ente: www.re.camcom.gov.it

(Fonte CCIAA Reggio Emilia)

Martedì, 08 Dicembre 2015 07:30

Dopo 9 anni, in ripresa anche i consumi interni

Per l'export di food made in Italy record storico nel 2015: 29,6 miliardi, Parma fa registrare un +3%, Emilia-Romagna al quinto posto per crescita. I dolci natalizi italiani "volano" all'estero: + 10,2% in 1 anno

Nella classifica delle regioni con il maggiore aumento di export alimentare nei primi sei mesi del 2015, l'Emilia-Romagna si piazza al quinto posto con un più 4,7%, prima è la Toscana con +18,4%, seguono Campania, con +14,8%, Veneto (+11,9%) e Piemonte (+5,1%). Questi dati emergano da un'analisi dell'Ufficio studi di Confartigianato che ha analizzato anche la dinamica dell'export del settore alimentare nelle 30 principali province italiane. Il record di crescita è per Napoli (+36,1%) e Bergamo (+26,1%). Sono quattro le città emiliano-romagnole che fanno registrare un segno positivo: Bologna al sesto posto con un +13,7%, Modena con +7,7%, Parma con +3% e Reggio Emilia con +0,8%. In negativo invece Ravenna con -8,1%.

«Queste sono certamente buone notizie per la nostra città e complessivamente per la regione, ma i risultati potrebbero essere migliori se ci fosse una maggior tutela del 'Made in Italy'. Basta pensare a quanto vale il giro d'affari degli alimenti che pur essendo non prodotti in Italia ingannano i consumatori con vari stratagemmi – afferma Leonardo Cassinelli, presidente di Confartigianato Imprese Apla Parma. In ogni caso sono ripartiti i consumi interni e questo non può che far ben sperare per la ripresa».

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Secondo l'Ufficio studi di Confartigianato a far crescere la passione degli stranieri per i nostri prodotti della buona tavola è anche il numero di specialità alimentari italiane riconosciute e tutelate dall'Unione Europea con i marchi Dop, Igp e Stg. L'Italia è leader nell'Ue per quantità di prodotti difesi da questi marchi di qualità: ben 277, vale a dire un quinto (21,5%) del totale dei prodotti di qualità europei.

In ripresa, dopo 9 anni, anche i consumi interni: le vendite di alimentari nei primi 9 mesi del 2015 registrano una crescita dello 0,5%, per la prima volta dal 2006. Le festività natalizie, stimolano gli acquisti: i consumi di alimenti, a dicembre, mostrano un valore di 15,2 miliardi, vale a dire 2,6 miliardi in più (+21,2%) rispetto alla media dei consumi mensili di tutto l'anno.

E se la qualità non si discute, i prezzi rimangono sotto controllo: Confartigianato fa rilevare che a ottobre 2015, a fronte di una crescita dei prezzi dei prodotti alimentari del 2%, i prezzi dei prodotti di pasticceria fresca crescono dell'1%, con una riduzione rispetto all'1,2% di ottobre 2014.

All'estero piacciono sempre di più i dolci natalizi della tradizione artigiana italiana. Nell'ultimo anno, tra panettoni, pandoro, cioccolato e prelibatezze made in Italy, sono volati nel mondo prodotti per un valore di 309,1 milioni di euro, con un aumento del 10,2% rispetto all'anno precedente.

Confartigianato ha stilato una classifica dei Paesi più 'golosi' di prodotti italiani: in testa c'è la Francia, seguita da Germania e Regno Unito. Ma l'exploit di crescita nel 2015 si registra negli Stati Uniti che hanno comprato il 45,5% di dolci in più rispetto al 2014. Secondo il rapporto di Confartigianato l'aumento dell'export di specialità natalizie è in linea con il record storico di vendite all'estero di food made in Italy registrato nel 2015: ben 29,6 miliardi.

(Ufficio stampa Confartigianato Imprese Apla Parma - 7 dicembre 2015)

Cereali in pausa. Scende ancora il latte spot. 3 milioni dall'UE per la promozione di parmigiano, Gorgonzola e Asiago. Alleanza Cooperative, intervengono Martina e Calenda. Sono cambiate le proiezioni del Mais dopo i dati diffusi di USDA. La Guerra è Guerra.
(in allegato il formato pdf scaricabile)
SOMMARIO Anno 14 - n° 47 22 novembre 2015
1.1 editoriale La guerra è guerra.
3.1 cereali Cereali, poche le novità sui mercati id base
4.1 Lattiero caseario Il Latte spot torna a scendere
5.1 Latte e leadership Martina. Sul latte la cooperazione può assumere la leadership
5.2 promozione estera Calenda, eventi internazionali di promozione totale sono sperpero di denaro pubblico
6.1 vino e export cina Vinitaly 2016: Vinitaly e la Cina, un presidio lungo vent'anni. Nuove iniziative per la 50^ edizione
6.2 latte Oceania: scendono i prezzi delle commodity lattiero-casearie
7.1 export formaggi Parmigiano, Asiago e Gorgonzola. Dall'UE 3 milioni per la promozione
7.2 latte oceania UE: export in continuo aumento ma a prezzi bassi
8.1 agromercati Ismea, Overview sui mercati.
9.1 mais e soia Mais e Soia dati previsionali novembre 2015
10.1 promozioni "vino" e partners

Cibus 47 nov15 COP

Il Vice ministro allo sviluppo economico, Carlo Calenda, con delega al commercio estero invita, con decisione e fermezza, alla collaborazione tra le 3 principali fiere dell'agroalimentare Tuttofood, Cibus e Vinitaly nella promozione all'estero altrimenti...

Roma, novembre 2015. "Gli eventi internazionali di promozione del nostro agroalimentare, che si traducono in nulla di più che in wine and food tasting rappresentano un totale sperpero di denaro pubblico". Lo ha detto oggi, nel corso della IV conferenza annuale dell'Alleanza Cooperative Italiane – settore Agroalimentare, il vice ministro allo Sviluppo Economico con delega al commercio estero, Carlo Calenda. "La promozione internazionale – ha proseguito Calenda - non si fa così e neanche con le piccole fiere, quella roba non ha niente a che vedere con la promozione ed è il simbolo di ciò che non ha funzionato sino a ora. È una sorta di tour operator personale per gli assessori regionali. Promozione significa far arrivare il prodotto sullo scaffale della grande distribuzione, partecipare agli eventi fieristici nel mondo e organizzare piani media. Noi abbiamo 3 fiere dell'agroalimentare – ha aggiunto - che possono competere per la nostra internazionalizzazione, e sono Tuttofood, Cibus, Vinitaly: queste 3 fiere o lavorano insieme all'estero altrimenti non avranno un euro dal governo italiano; è stato così l'anno scorso e così sarà nei prossimi anni".

Per Calenda, in merito al Ttip: "Siamo nel pieno di una battaglia molto importante, ed è quella che stiamo conducendo sugli accordi di libero scambio con gli Stati Uniti che per l'agricoltura è fondamentale. Perché noi abbiamo bisogno di quel mercato avendo chiaro che l'Europa non cambierà il suo criterio di valutazione del rischio sanitario. Il principio di precauzione – ha concluso - non verrà modificato in alcun modo ed è la condizione del mandato negoziale".

(Fonte Alleanza Cooperative Italiane 18 novembre 2015)

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