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Domenica, 26 Gennaio 2014 10:08

La crisi si legge nel mattone.

 

Più che flessione si tratta di  vero e proprio crollo dell’edilizia residenziale: -37,2%

 

 - Roma  gennaio 2014 -- 

Nel primo semestre del 2013 l'edilizia residenziale presenta una rilevante flessione rispetto allo stesso periodo del 2012 (-37,2% le abitazioni e -35,5% la superficie utile abitabile). A comunicarlo è l’ISTAT nella   periodica rilevazione. Anche l'edilizia non residenziale - prosegue il comunicato dell’istituto statistico - ha una consistente diminuzione con quasi un terzo di superficie in meno rispetto al primo semestre del 2012 (-31,6%).

Il numero di abitazioni dei nuovi fabbricati residenziali risulta in forte calo, presentando, nel primo trimestre, una variazione tendenziale del -38,2% e nel secondo del -36,2%. Significative sono anche le diminuzioni della superficie utile nel confronto con gli analoghi trimestri del precedente anno: -36,6% per il primo trimestre 2013 e -34,3% per il secondo.

Nel primo trimestre del 2013, l'edilizia non residenziale presenta una superficie in netta contrazione rispetto allo stesso periodo del 2012 (-37,3%). Meno accentuata è la flessione nel secondo trimestre 2013, con un calo della superficie non residenziale pari al 25,6% rispetto allo stesso periodo del 2012.

abitazioni IItrim2013 gde

 

(Fonte ISTAT)

Pubblicato in Economia Emilia

 

Cresce la spesa low cost nel 2013.

 

-  gennaio 2014 - 

 Le famiglie italiane inseguono sempre di più risparmi e promozioni: 3 su 5 hanno provato almeno una volta i discount nel 2013. La recessione ha ormai radicalmente alterato le abitudini al supermercato: gli italiani fanno economia e così lo scorso anno sono cresciuti dell’72% rispetto al 2012 gli acquisti di offerte speciali. Aumentano le persone che fanno shopping “per mangiare” nei negozi “a basso costo”. Dagli alimenti alle bevande, ma anche prodotti per la casa e abbigliamento, gli sconti fanno gola a tutti e sono la risposta fai-da-te delle persone alla crisi. Questo il risultato di un rapporto del Centro studi Unimpresa, che ha condotto un’analisi a campione tra i 18mila esercizi commerciali associati.
Nel carrello della spesa degli italiani, secondo quanto emerge dalla ricerca di Unimpresa, finiscono con sempre maggiore frequenza rispetto al passato prodotti offerti sugli scaffali con sconti, specie quelli con ribassi dei prezzi superiori anche oltre il 30% rispetto al listino ufficiale. Lo studio conferma e mette in luce una tendenza in atto da tempo, peraltro già rilevata negli ultimi due anni dall’associazione. Confermato il dato più rilevante, secondo cui l’attenzione alle offerte speciali porta i consumatori a fare una vera e propria “incetta” di beni a basso costo: i cittadini sono diventati super esperti dei volantini, puntano le promozioni e nelle buste della spesa finisce solo quanto è proposto in offerta, mentre restano sugli scaffali dei supermercati e dei piccoli negozi su strada tutti gli altri prodotti. Obiettivo che si raggiunge soprattutto con la lettura ormai quotidiana di volantini: gli italiani li leggono sempre di più alla ricerca di sconti e prezzi bassi.
Tutto ciò, però, ha inevitabili conseguenze negative sui ricavi degli esercenti: secondo prime stime l’impatto sui conti potrebbe arrivare ad avere un’incidenza negativa del 55-60%. Elemento che aggraverebbe un quadro già profondamente depresso: del resto, nel 2012 i consumi sono scesi del 4,3%. E nel 2013 (dato di ottobre) sono risultati in calo dell’1,6% su base annua precipitando al livello degli anni ’90. I dati indicano che i piccoli negozi sono sempre meno frequentati (-3,2%) e il trend è negativo anche per i supermercati (-1,6%). Solo i discount segnano una tendenza positiva (+2,9%)
“Lanciamo l’allarme rosso: l’inasprimento tributario sta facendo chiudere a catena i piccoli negozi e anche la grande distribuzione organizzata, già colpita dalla bufera economica, potrebbe accusare un colpo tremendo” dice il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi. “Serve una cura da cavallo – aggiunge Longobardi – per far ripartire l’economia. Giù le tasse, subito. Senza indugi o tentennamenti di sorta. Il Governo di Enrico Letta non può perdere altro tempo”.

 

Ufficio Stampa Unimpresa

All’inaugurazione hanno presenziato Giuseppe Schena,  sindaco di Soliera e presidente dell’Unione Terre d’Argine, Maria Cecilia Guerra, viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Federico Tusberti, presidente della Cooperativa sociale Eortè, capofila e coordinatrice delle associazioni e dei volontari coinvolti e Angelo Morselli, presidente provinciale dell’Auser. 

Soliera 11 Gennaio 2014 -- - -

Di Manuela Fiorini - 

Si chiama “Il Pane e le Rose” (www.ilpaneelerosesoliera.it) il nuovo social market inaugurato questa mattina in via Serrasina 93 a Soliera, in provincia di Modena. Si tratta del primo market solidale presente in un comune che non è capoluogo di provincia e si propone di rispondere ai bisogni delle persone in difficoltà a causa della crisi economica attraverso la filosofia del welfare di comunità. Il nuovo social market sarà aperto due volte a settimana: il mercoledì pomeriggio dalle 15 alle 18 e il sabato mattina dalle 9 alle 12. I prodotti sugli scaffali, generi alimentari di prima necessità o per l’igiene della persona e della casa, sono donati dalla grande distribuzione o attraverso collette alimentari, secondo una logica che mette in rete gli esercizi commerciali, la distribuzione organizzata, i laboratori artigianali, le attività industriali e agricole, l’associazionismo e i privati cittadini. Potranno essere ritirati dalle famiglie residenti nel territorio comunale che ne avranno i requisiti, secondo un regolamento elaborato dai Servizi Sociali dell’Unione Terre d’Argine e condiviso con gli altri soggetti promotori. A ogni famiglia sarà conferita una tessera punti a scalare, che consentirà di scegliere i prodotti a seconda dei gusti, della composizione del nucleo familiare e delle necessità. Accanto a ogni prodotto, infatti, non compare il prezzo in denaro, ma il suo valore in punti. 

All’inaugurazione hanno presenziato Giuseppe Schena,  sindaco di Soliera e presidente dell’Unione Terre d’Argine, Maria Cecilia Guerra, viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Federico Tusberti, presidente della Cooperativa sociale Eortè, capofila e coordinatrice delle associazioni e dei volontari coinvolti e Angelo Morselli, presidente provinciale dell’Auser. 

Nel suo intervento, il viceministro Guerra ha sottolineato come, in seguito alla crisi economica, siano raddoppiate le famiglie in difficoltà, in particolare i nuclei in cui sono presenti minori. 

“Entro la seconda metà del 2014 – ha preannunciato il viceministro – sarà varata una misura nazionale di contrasto alla povertà. L’intervento, per il quale saranno messi a disposizione 500 milioni di euro e prevede l’utilizzo del Fondo Europeo per gli indigenti, sarà gestito direttamente dai Comuni, attraverso la rete dei Servizi locali, delle scuole e dei Centri per l’Impiego e sarà rivolto alle famiglia con minori in cui gli adulti hanno perso il lavoro o ne hanno uno precario”. 

 

Il nuovo social market è ospitato in un capannone condiviso con la Croce Blu e altre associazioni di volontariato solieresi. Gli allestimenti sono stati forniti da Coop Estense, mentre i lavori di ristrutturazione sono stati realizzati senza alcuna spesa grazie al contributo di Auser e dell’architetto Cristiano Rinaldi. La gestione del market, poi, è affidata a volontari che, attualmente, sono circa una ventina e si occupano della gestione del magazzino, della sistemazione dei prodotti sugli scaffali, della pulizia dei locali e del carico e scarico delle merci. 

 

Si può sostenere il progetto offrendo un po’ del proprio tempo come volontario, oppure promuovendo una colletta alimentare. Si può anche donare una sporta della spesa con 15 euro, un carrello con 30 euro o effettuare una donazione con bonifico presso Banca Popolare Etica (IBAN IT 14 R 05018 02400 000000166403) con la causale “Progetto Il Pane e le Rose”. 

 

Un danno al mercato interno che il presidente di 'Sistema Moda Italia' Claudio Marenzi stima in tre anni potrebbe arrivare a "120mila posti di lavoro a livello europeo, 40mila dei quali in Italia" -

Modena, 9 gennaio 2014 -

Un'iniziativa nata per ragioni umanitarie offre lo spunto per una riflessione economica più vasta su certe iniquità dell'economia globale. In particolare si parla dei rapporti commerciali tra il Pakistan e l'Unione Europea, riferiti a un settore strategico soprattutto per l'Italia e già fiaccato dalla crisi come quello tessile.
Che cosa è successo: nel recente passato l'UE ha inserito il Pakistan nel cosiddetto 'sistema generalizzato delle preferenze' per consentire alle fabbriche del Paese – nelle quali le condizioni di lavoro sono ancora disumane – di vendere prodotti sul mercato europeo senza pagare dazi doganali, o pagandoli in misura molto ridotta. Il provvedimento, in scadenza lo scorso 31 dicembre, è stato prorogato al 31/12/2017 per voto unanime dell'Europarlamento: 75 prodotti provenienti dal Pakistan continueranno a entrare in Europa attraverso una corsia preferenziale, il 70% con un dazio doganale molto basso e un 20% senza alcun dazio. Peccato che, nel frattempo, il dazio pagato dalle aziende europee in Pakistan rimarrà lo stesso: il 25%.
Non sono le tanto barriere all'ingresso nel mercato pakistano a preoccupare le imprese italiane del tessile: preoccupa, semmai, la persistente concorrenza di un Paese che proprio attraverso lo scarso rispetto delle norme di tutela dei lavoratori pratica già prezzi estremamente competitivi.
Questo trattamento di favore produrrà un danno al mercato interno che il presidente di 'Sistema Moda Italia' Claudio Marenzi stima in "120mila posti di lavoro a livello europeo, 40mila dei quali in Italia". Il Pakistan è il quindicesimo fornitore dell'Italia nell'industria tessile e moda, e quindi un competitor già forte per il mercato interno. Inoltre l'UE premia con dazi minimi anche altri Paesi, quali Armenia, Bolivia, Capo Verde, Costa Rica, Ecuador, Georgia, Mongolia, Paraguay e Perù.
"Tra queste 40.000 posti a rischio, ovviamente ce ne sono anche sul nostro territorio – osserva Tamara Gualandi, presidente di CNA Federmoda Modena – Non sfuggiamo certo alla responsabilità di contribuire all'emancipazione di Paesi economicamente meno fortunati, ma viene da chiedersi perché l'Europa decida di farlo con una norma che penalizza la libera concorrenza tra le aziende e, in ultima analisi, le aziende stesse. Le imprese italiane del settore tessile-abbigliamento, che proprio dall'Europa attendono da tempo segnali sulla tutela di un marchio di qualità assoluta come il 'Made in Italy', si trovano invece a fronteggiare un nuovo ostacolo a una più equa concorrenza".


(Fonte: L'Ufficio Stampa CNA Modena)

Sabato, 28 Dicembre 2013 16:43

Trasporti, grafici a confronto

 

Costi di esercizio di impresa - Ministero dei Trasporti Novembre 2013  costo acquisto autocarro 75.000€ - percorrenza oltre 500 km - massa complessiva superiore a 26 tonnellate. 

Costi minimi

 

 

Andamento ORO in confronto con il Petrolio WTI

WTI ORO

 

 

Confronto tra i prezzi del Petrolio (WTI) e della media del gasolio nazionale scorporato tra costo industriale, accise e IVA. (Ministero Sviluppo Economico - Dipartimento per l’Impresa)

 

 

WTI Costi

 

 

Pubblicato in Trucks Emilia
Sabato, 28 Dicembre 2013 16:32

pensieri...in coda...

 

Finalmente siamo giunti al capolinea di questo 2013, quinto anno di crisi. La seconda recessione di questo ciclo sta volgendo a termine e 16.000 padroncini sono rimasti sul campo. 

Altri, tanti altri cadranno sotto i “bombardamenti” di questa crisi che ci ha riportati rapidamente indietro di quasi trent’anni in termini di produzione industriale (1986), di 16 anni in ricavi pro-capite e al 2007 in PIL nazionale.

 Numeri e valori che descrivono una “nuova Italia”. Dobbiamo abituarci a vivere  diversamente che non vuol dire solo in modo più sobrio ma cambiare radicalmente gli stili di vita. Siamo in una nuova dimensione.

Ma di questa nuova  situazione sembrano immuni i nostri politici e i privilegiati dei loro staff. 

L’ultima viene dalla Regione Liguria che è riuscita a quantificare il “costo dello stress” dei suoi dirigenti in 13,02€ al giorno che all’anno diventano oltre 4.000€ 

Buone Feste a tutti e che il 2014 porti “buoni consigli” ai nostri “poco amati” amministratori. Altrimenti ... altro che “forconi”.

di  Carlo Alberto Sala

 

(Allegato pdf di "Truck News 12/2013")

truck 12 2013COP

Pubblicato in Trucks Emilia
Sabato, 28 Dicembre 2013 12:16

In ginocchio!

 

 

 

 

 

-16.000 padroncini dall’inizio della crisi

 

di redazione - 

Secondo i dati presentati dalla CGIA, tra il primo trimestre 2009 e il terzo trimestre 2013 hanno chiuso quasi 16.000 imprese (-14,7%) del settore dell’autotrasporto merci su strada.

perdite per regione

 Le ragioni dello stato di agonia in cui versa l’autotrasporto sono molteplici. Secondo uno studio presentato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti nel 2011, l’Italia presenta il costo di esercizio per chilometro più alto d’Europa: se da noi è pari a 1,542 euro, in Austria è di 1,466 euro, in Germania 1,346 euro, in Francia 1,321 euro. Ma in Slovenia è di 1,232 euro, in Ungheria di 1,089 euro, in Polonia di 1,054 euro e in Romania è addirittura di 0,887 euro.

aumenti dal 2009

“Abbiamo i costi di esercizio più alti d’Europa – sottolinea il segretario della CGIA, Giuseppe Bortolussi – per colpa di un deficit infrastrutturale spaventoso. Senza contare che il settore è costretto a sostenere delle spese vertiginose per la copertura assicurativa degli automezzi, per l’acquisto del gasolio e per i pedaggi autostradali. Il che si traduce in un dumping sempre più pericoloso, soprattutto per le aziende ubicate nelle aree di confine che sono sottoposte alla concorrenza proveniente dai vettori dell’Est Europa. Questi ultimi hanno imposto una guerra dei prezzi che sta strangolando molti piccoli padroncini. Pur di lavorare – conclude Bortolussi – si viaggia anche a 1,10-1,20 euro al chilometro, mentre i trasportatori dell’Est, spesso in violazione delle norme sui tempi di guida e del rispetto delle disposizioni in materia di cabotaggio stradale, possono permettersi tariffe attorno agli 80-90 centesimi al chilometro. Con queste differenze non c’è partita. Nonostante il legislatore abbia imposto i costi minimi a beneficio dei piccoli trasportatori, l’apertura del mercato italiano ai vettori e agli autisti provenienti dall’Est sta mettendo in seria difficoltà il nostro settore”.

 

 

Pubblicato in Trucks Emilia
Sabato, 28 Dicembre 2013 11:05

ACI, a novembre male il mercato auto

 

 

 

A novembre molto male il mercato auto sia per quanto riguarda i passaggi di proprietà che le radiazioni.
I passaggi di proprietà delle autovetture, depurati delle minivolture (i trasferimenti temporanei a nome del concessionario in attesa della rivendita al cliente finale), a novembre registrano -10,3% rispetto allo stesso mese del 2012; i motocicli -7,6%. Ogni 100 autovetture nuove ne sono state vendute 199 usate a novembre e 190 nei primi undici mesi dell’anno.
Da gennaio il mercato dell’usato ha registrato una lieve crescita dello 0,2% per le autovetture ed una diminuzione del 4,3% per i motocicli.
I dati sono riportati nell’ultimo bollettino mensile “Auto-Trend”, l’analisi statistica dell’Automobile Club d’Italia sui dati del PRA, consultabile sul sito http://www.aci.it
Negative anche le radiazioni: -15,5% per le auto e -18,9% per le due ruote. Le auto eliminate dalla circolazione sono state 98.231 contro le 116.194 del 2012. Ogni 100 autovetture nuove ne sono state radiate 96 a novembre e 107 nei primi undici mesi del 2013.
Le radiazioni da gennaio ad oggi sono diminuite dell’1,3% per le autovetture ed aumentate del 5,9% per i motocicli. 

ACI Trend veicoli nuovi 2011 2013

 

Pubblicato in Motori Emilia

Il presidente Vasco Errani in Assemblea legislativa: "Una situazione critica per l'economia e la crisi colpirà anche nel 2014". Fondi strutturali, riforme, sostegno alle aziende e per l'occupazione, investimenti per la sicurezza del territorio e azioni per la ricostruzione post sisma: "Così la Regione Emilia-Romagna ha agito per contrastare le difficoltà e io continuo a lavorare senza fare mai un passo indietro" -

Bologna, 17 dicembre 2013 -

Un 2013 complesso e un 2014 che si prospetta difficile. Ma un'Emilia-Romagna che pur non essendo fuori "dalla crisi più grave della nostra storia per occupazione e lavoro", tuttavia "ha i conti a posto" e registra "significativi risultati nell'utilizzo delle risorse a disposizione" e nel "contrasto alle difficoltà dettate dall'economia". Ecco come la Regione Emilia-Romagna "ha agito per contrastare la crisi e io continuerò a lavorare senza fare un passo indietro".

Così, il presidente della Regione Emilia-Romagna, Vasco Errani, ha questa mattina tracciato un bilancio dell'anno appena trascorso davanti all'Assemblea legislativa, chiamata a discutere una relazione sullo stato di attuazione del programma di legislatura.

Ha dato rilievo alla difficile congiuntura, il presidente Errani, partendo dal dato dei "9 punti di Pil persi dal 2008" e al 8,9 per cento di disoccupazione in Emilia Romagna, "un dato elevatissimo per la nostra regione, pur a fronte di un 12,2 per cento di media nazionale". Dunque "calo della produzione, difficoltà per una parte significativa delle imprese, crisi del credito, aumento delle diseguaglianze e fenomeni di precarizzazione sociale, non solo lavorativa". Dati "preoccupanti" cui nella propria relazione il presidente ha sommato la crisi delle istituzioni, a indicare "la necessità di riforme profonde a partire dall'Unione europea".

In questo quadro l'Emilia Romagna "ha cercato di lavorare per attraversare la crisi mettendo allo stesso tempo in campo strategie di una crescita intelligente fondata su economia verde e qualità sociale".
"Il lavoro che abbiamo fatto – ha affermato Errani - è di assoluta qualità. Abbiamo gestito, insieme alle forse sociali e datoriali, migliaia di crisi. Strumento fondamentale insieme al sostegno al credito sono stati gli ammortizzatori in deroga: questa Regione ha usato per la mobilità solo il 3% dei fondi, meno di chiunque in Italia". L'altra leva "è stata quella del sostegno al credito: sono convinto che le scelte da noi fatte con i consorzi fidi e di garanzia abbia consentito a centinaia di imprese di non chiudere. Ma alcune norme europee e nazionali vanno riviste, come anche nel campo degli ammortizzatori in deroga".

Altri risultati, ha aggiunto Errani, sono stati registrati nel campo dell'export (+2% nel manifatturiero negli ultimi 3 anni, pur non recuperando il Pil) e dell'agricoltura, con una produzione lorda vendibile significativamente cresciuta tra il 2007 e il 2012.
Un passo importante della propria relazione il presidente della Regione lo ha dedicato alla chiusura della programmazione dei Fondi strutturali europei 2007/2013: "Questa Regione, come sempre, non lascerà nemmeno un euro nell'utilizzo di questi fondi, e siamo più che soddisfatti di questo risultato. Ora – ha aggiunto - si decida dove investire e come sulla base di chi ha saputo dimostrare di essere efficiente e di qualità per una nuova programmazione, anche integrata con i fondi regionali, perché si tratta delle risorse più importanti di cui disporrà questo Paese dal 2014 al 2020, bisogna che non perdiamo questa opportunità". In questo senso, ha specificato Errani, "le Regioni hanno già fatto un primo accordo col ministro Trigilia".

Infine, il presidente della Regione si è soffermato sulle politiche socio-sanitarie ("la nostra sanità ha i conti in regola, continueremo a investire su un nuovo welfare") e sulla ricostruzione post terremoto. In relazione a quest'ultimo aspetto, il presidente e commissario per ricostruzione ha sottolineato come il processo di rinascita nell'area "non è certo compiuto ma è in corso", e dopo aver ricordato "il raggiunto obiettivo non semplice dell'utilizzo al 100% dei fondi europei per l'emergenza, per cui c'era uno scetticismo di molti", ha annunciato che "entro il 23 dicembre saranno varate una serie di linee guida per rendere omogenei i percorsi per i professionisti".
Quindi il nuovo piano rifiuti (che sarà presentato entro gennaio) e gli investimenti per la sicurezza del territorio, 1 miliardo negli ultimi 6 anni ("vogliamo diventare la prima Regione ad avere un piano di gestione dei rischi").

"Questa Regione è ciò che fa e io – ha concluso Vasco Errani rivendicando con orgoglio il proprio ruolo e operato – continuerò a lavorare discutendo, confrontandomi, affrontando eventuali polemiche senza mai fare un passo indietro rispetto alle mie responsabilità".

(fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

 

Tra record negativi, caos fiscale e una Legge di Stabilità poco incisiva secondo la CNA provinciale bisogna agire subito per evitare tristi bilanci anche nel 2014 -

Reggio Emilia, 12 dicembre 2013. Agire con rapidità in termini di radicale abbassamento della pressione fiscale, di incentivi ai consumi prontamente utilizzabili e di politiche del lavoro, oltre, naturalmente, ai tagli della spesa pubblica che devono essere la priorità di una politica non autoreferenziale che si preoccupa del bene comune”.Nunzio Dallari, Presidente provinciale CNA, sintetizza in questi tre semplici passi le azioni immediate da compiere per far ripartire l’economia.

Secondo gli ultimi dati Istat – continua il Presidente CNA - il Prodotto interno lordo, nel terzo trimestre 2013, segna una variazione congiunturale nulla, interrompendo la caduta iniziata nel terzo trimestre 2011. Un dato che può essere letto come un debole segnale positivo ma che di certo non basta per poter dichiarare la fine della recessione”.

Come si può parlare di ripresa – incalza Dallari - quando assistiamo ancora a record assoluti per il tasso di disoccupazione giovanile, che a ottobre è balzato al 41,2%, a record negativi per i prestiti alle imprese registrati sempre a ottobre da Banca d’Italia, con un -4,9% su base annua, e alla continua crescita della pressione fiscale che in un anno è passata dal 42,5 al 44% facendo salire l’Italia al quarto posto in Europa tra i Paesi più tartassati?”

La CNA ha sostenuto con forza a diverse riprese le esigenze primarie delle piccole e medie imprese per avere una boccata d’ossigeno e rilanciare i consumi. Non sono sufficienti le misure poco incisive contenute nella Legge di Stabilità proposta dal Governo. Occorre un sostegno più convinto al Fondo di Garanzia per il credito alle imprese.

Sappiamo bene – tiene a precisare il presidente Dallari – che le esigenze di rilancio dei consumi e degli investimenti vanno coniugate con gli obiettivi di finanza pubblica.  Ma in materia fiscale, non sono più rinviabili i tagli all’imposizione sugli immobili strumentali, vale a dire i capannoni, i laboratori, i negozi e gli alberghi, dove si lavora e si crea occupazione e la pressione fiscale va alleggerita. Bisogna, poi, assolutamente uscire dal caos fiscale in cui versano imprese e famiglie in queste ultime settimane dell’anno: è inaccettabile non sapere per mesi se una tassa va pagata o meno (la vicenda IMU insegna ma anche la tassazione sui rifiuti va assolutamente riordinata e riparametrata). Per la prima volta anche chi, come CNA, s’impegna ogni giorno al fianco delle imprese dando loro consulenze e soluzioni, rischia di essere in forte difficoltà per la mancanza di indicazioni chiare da fornire ai propri soci/clienti”.

Nemmeno sul costo del lavoro chiediamo la luna – conclude Nunzio Dallari  - ma semplicemente che venga subito ristabilito il sacrosanto principio di equilibrio tra contributo e prestazione. Occorrono misure strutturali in questo senso, per dare una speranza per il futuro ai tanti giovani reggiani che, mai come in questi mesi, non riescono a trovare un lavoro dignitoso.

C’è poi il tema della politica che deve darsi una mossa se vuole recuperare quel valore sociale che ha sempre avuto sino a un decennio fa. Il momento per agire è ora se non vogliamo che la triste eredità del 2013 con 93 aziende chiuse al giorno (e con la conseguente perdita di posti di lavoro) si ripeta anche nel 2014”.

(Fonte:ufficio stampa CNA RE)

 

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