Il Lambrusco di Chiarli è il miglior vino frizzante premiato in occasione di Vinitaly "5 Star Wines 2016". L'Emilia Romagna è arrivata al Vinitaly sulla scia di un importante risultato ottenuto al Premio Enologico Internazionale del Vinitaly "5 Star Wines", la cui premiazione si è svolta nei giorni scorsi.
Nato 23 anni fa, con lo scopo di premiare e stimolare lo sforzo delle Aziende vinicole che investono nel continuo miglioramento qualitativo dei propri prodotti, il Premio è diventato nel tempo un eccellente strumento di promozione dei prodotti verso tutti i mercati internazionali, una garanzia per i buyers sulla qualità dei nuovi vini immessi sul mercato ma ancora non conosciuti.
Qualità che la giuria, formata da esperti di fama internazionale e capitanata da Ian D'Agata e Stevie Kim, ha riscontrato in molti vini dell'Emilia Romagna.
Fra i 24 vini premiati della nostra Regione, uno in particolare ha ricevuto un riconoscimento speciale.
Il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro DOC Frizzante Secco "Villa Cialdini" del 2015 di Chiarli PR.I.V.I (Modena) si è aggiudicato, infatti, il Trofeo per l'anno 2016 come miglior vino frizzante con un punteggio totale di 92 centesimi ed è l'unico vino emiliano-romagnolo presente sul podio.
«Questo premio sottolinea l'importanza della crescita enologica della regione, Enoteca Regionale si congratula con l'Azienda Chiarli in quanto espressione di una viticultura sempre più volta all'internazionalizzazione e alla valorizzazione delle eccellenze presenti nel territorio – sottolineano Pierluigi Sciolette e Ambrogio Manzi, rispettivamente Presidente e Direttore di Enoteca Regionale Emilia Romagna.
(fonte enoteca regionale 15 aprile 2016)
La cooperativa è il primo produttore modenese di vino a ottenere il certificato Viva. La cooperativa vitivinicola aderente a Confcooperative Modena è il primo produttore modenese di vino a ottenere questa certificazione, nata nel 2011 dal ministero dell'Ambiente come progetto nazionale pilota allo scopo di misurare e migliorare le performances di sostenibilità della filiera vite-vino.
Parma, 13 aprile 2016
La Cantina Settecani di Castelvetro ha ricevuto ieri al Vinitaly la certificazione Viva Sustainable Wine, che valuta l'impatto della vitivinicoltura sull'ambiente.
La cooperativa vitivinicola aderente a Confcooperative Modena è il primo produttore modenese di vino a ottenere questa certificazione, nata nel 2011 dal ministero dell'Ambiente come progetto nazionale pilota allo scopo di misurare e migliorare le performances di sostenibilità della filiera vite-vino.
Sono 23 finora i produttori italiani che hanno sottoposto il loro processo produttivo a una valutazione dell'impronta ambientale dal campo al consumo.
Grazie all'individuazione di quattro indicatori (aria, acqua, territorio e vigneto) e accompagnati dai relativi disciplinari, la Cantina Settecani – secondo produttore di Lambrusco ad aderire al progetto - ha potuto misurare l'impatto della sua produzione in termini di sostenibilità e intraprendere, su base volontaria, un percorso di miglioramento.
«Siamo molto soddisfatti per aver raggiunto questo risultato, frutto del lavoro iniziato due anni fa – dichiara il presidente della Cantina Settecani Paolo Martinelli – In questo periodo sei aziende socie, e la stessa nostra cantina, hanno privilegiato l'acquisto di materie prime locali, la coltivazione di uve di collina, l'utilizzo di acqua piovana e l'adozione di buone pratiche agricole per proporre un nuovo prodotto, che si chiamerà "7bolle" e sarà un Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Dop spumantizzato che esalterà il legame sempre più stretto con il territorio.
Aderendo al progetto Viva - continua Martinelli - pensiamo di ottenere vantaggi economici e di immagine. I valori ambientali associati a un prodotto, infatti, aiutano la competitività nel mercato nazionale e, soprattutto, internazionale. Inoltre le misure per la riduzione di gas serra e dei consumi idrici prevedono interventi di efficienza energetica e rinnovamento tecnologico in grado di attenuare non solo l'impatto dell'azienda vitivinicola sull'ambiente, ma anche di abbassare i costi di produzione e lo spreco di risorse. Il lavoro svolto, verificato da un ente terzo indipendente, viene riconosciuto dalla distribuzione e dai consumatori a livello internazionale, permettendo, oltre all'accesso a incentivi e bandi, di concorrere su mercati esteri molto attenti alle questioni ambientali.
Infine – conclude il presidente della Cantina Settecani - la divulgazione dei dati contribuisce a sensibilizzare il consumatore e orientare le sue scelte in modo consapevole».
I dati ottenuti sono accessibili grazie all'etichetta del ministero che rimanda con il suo Qr code a una pagina web dedicata, contenente la descrizione approfondita del prodotto, valori numerici e grafici. L'etichetta rappresenta, dunque, uno strumento trasparente sulla performance ambientale dell'azienda produttrice del vino e dà conto sia dei risultati attuali che del percorso compiuto dall'azienda nel tempo.
(Fonte: ufficio stampa Confcooperative MO)
"Quanto poco fa preannunciato da Paolo De Castro in merito alla proposta di ritiro da parte del direttore generale Joost Korte dell'atto delegato sul vino, è una notizia di importanza straordinaria per i produttori di vini fondamentali per la nostra identità e per il nostro export".
Ad affermarlo sono i senatori Pd Leana Pignedoli, Stefano Vaccari e Giorgio Pagliari che proseguono "distretti come quello del Lambrusco hanno un impatto socio economico dirompente, non solo nelle province di Reggio Emilia, Modena e Parma ma anche a livello nazionale. Il Lambrusco ha fatto una strada ineguagliabile, si è conquistato un posizionamento importante attraverso un processo di miglioramento di qualità, di organizzazione sia per la valorizzazione di un fattore di competizione dell'Europa vitivinicola nel mondo".
"Nell'incontro che si è tenuto poche settimane fa ad Arceto di Scandiano - proseguono i parlamentari emiliani - abbiamo proposto un'azione comune a vari livelli al Ministro Maurizio Martina e a Paolo De Castro, coordinatore per il Gruppo dei Socialisti e Democratici della Commissione Agricoltura e sviluppo rurale dell'Europarlamento, per sostenere i produttori in questa importante battaglia. Questo primo successo, se confermato, sarebbe un importante volano per dare il via a nuovi progetti per il comparto. Per tutelare e affermare nostro Made in Italy ci servono sempre più garanzia di alta qualità, organizzazione, sistemi".
(uff. stampa Gruppo PD Senato Repubblica - 23 febbraio 2016)
A Reggio Emilia summit tra tutti i livelli istituzionali e i produttori per azione comune a tutela Lambrusco. L'incontro è stato promosso alla luce della richiesta di alcuni paesi comunitari di liberalizzare il nome del vitigno.
Reggio Emilia - Si è tenuto questa mattina presso la cantina Emilia Wine di Arceto di Scandiano (RE) alla presenza di oltre 450 persone l'incontro "Lambrusco nel mondo. Una distintività da difendere, un distretto da valorizzare" L'iniziativa, promossa dalla vicepresidente della Commissione Agricoltura del Senato Leana Pignedoli, in collaborazione con il Consorzio di tutela dei vini dell'Emilia e dal Comune di Scandiano ha visto la presenza del Ministro Maurizio Martina, dell'assessore regionale Simona Caselli e dell'eurodeputato Paolo De Castro. Sono intervenuti inoltre al dibattito il Presidente del Consorzio tutela vini Emilia Davide Frascari, il sindaco di Bomporto (Mo) Alberto Borghi, il sindaco di Scandiano Alessio Mammi e la senatrice Leana Pignedoli, vicepresidente della commissione Agricoltura del Senato.
L'incontro è stato promosso alla luce della richiesta di alcuni paesi comunitari di liberalizzare il nome del vitigno. Come ha affermato in apertura il sindaco Alessio Mammi "parlare di Lambrusco è parlare di Emilia, di questo territorio. Parliamo di una realtà che ha saputo fare squadra, conquistare fette significative di mercato ed essere non solo passato, ma soprattutto presente e futuro dell'agroalimentare italiano" un futuro che come ha spiegato il presidente Frascari "faremo di tutto per impedire che venga cancellato. I numeri, d'altra parte, parlano più di qualsiasi parola: il distretto del Lambrusco ha un impatto socio economico dirompente, solo nelle province di Reggio Emilia e Modena coinvolge oltre 8000 famiglie di produttori, con un valore complessivo della produzione di 570 milioni di euro con proiezione all'aumento in termini superiori all'1% l'anno".
Ma non è solo questione di numeri, spiega Leana Pignedoli "Il Lambrusco ha fatto una strada ineguagliabile, si è conquistato un posizionamento importante attraverso un processo di conquista di qualità, di organizzazione. ... Avere qui tutti i livelli istituzionali dai comuni all'Europa insieme ai produttori è una occasione unica per riflettere e affermare con forza che la distintività è un valore enorme in un mondo sempre più omologato. Per questo, il nostro, non è un atteggiamento chiuso da "difesa del campanile a prescindere", Ma la valorizzazione di un fattore di competizione dell'Europa vitivinicola nel mondo".
Un mondo cui si arriverà sempre di più se è solo se, illustra il sindaco di Bomporto Borghi "l'Emilia Romagna si attiverà per lavorare tutti insieme. Ci serve un elemento di trazione forte e io ritengo possa essere un distretto regionale del Lambrusco di alta qualità".
"La regione è pronta a raccogliere ancora una volta la sfida Lambrusco - ha incalzato l'assessore regionale Simona Caselli - abbiamo una norma che sino ad oggi ha lavorato bene e va difesa. La regione ci si è messa con forza. E la prossima settimana l'assemblea legislativa voterà un documento in questa direzione che spero abbia il più largo consenso politico, anche delle opposizioni, perché stiamo difendendo la nostra cultura, la nostra identità".
A concludere l'incontro gli interlocutori italiani con l'Europa: il ministro Maurizio Martina e l'eurodeputato Paolo De Castro.
"Siamo di fronte - spiega Martina - a un tentativo di modifica di un norma che sono ad oggi ci ha dato la possibilità di valorizzare le nostre qualità. Ora non basta tutelare, dobbiamo rilanciare con il lavoro di squadra, quel lavoro di squadra che i produttori di Lambrusco dimostrano sempre più di saper fare. Sono un vero e proprio modello in Italia. Io credo ci siano tutte le condizioni perché battaglia si vinca. Non siamo soli in questo. Francia, Germania e Austria la pensano come noi. Non ci basta però una rassicurazione di Hogan, ora vogliamo i fatti".
Dello stesso avviso De Castro "è importantissimo dimostrarci ora più che mai uniti davanti all'Europa: i temi come questo toccano solo 5/6 Stati su 28. Le Tutele europee che abbiamo costruito è rafforzato per noi importantissime vanno mantenute, ma non basta, nel frattempo dobbiamo innovarci: esse valgono nell'Unione europea e basta. Per tutelare e affermare nostro Made in Italy ci serve sempre più garanzia di alta qualità e logistica. È su questi temi che dobbiamo lavorare parallelamente alla non liberalizzazione dei vitigni. Lambrusco è identità, cultura, storia... Ma anche export, vendite, posti di lavoro. Per questo, organizziamoci".
Hanno partecipato all'incontro, tra gli altri, il Prefetto di Reggio Emilia Raffaele Ruberto, l'eurodeputata Cecile Kyenge, i senatori Stefano Vaccari (Pd) e Maria Mussini (ex M5S oggi gruppo Misto), il deputato Giuseppe Romanini (Pd), il vicepresidente dell'assemblea regionale Andrea Rossi, i presidenti dei consorzi del Lambrusco di province attigue, associazioni di categoria e produttori.
(Scorrere - galleria immagini)
"Lambrusco nel mondo. Una distintività da difendere, un distretto da valorizzare": Sabato 30 gennaio alla cantina Emilia Wine di Arceto di Scandiano. La liberalizzazione del nome del vitigno sarebbe un grave errore, ne parliamo con il Ministro Martina, l'assessore Caselli, l'eurodeputato De Castro e la senatrice Pignedoli.
Reggio Emilia, 28 gennaio 2016
- in allegato in fondo al testo l'invito scaricabile -
Sabato 30 gennaio alle ore 9.30 si terrà alla cantina Emilia Wine di Arceto di Scandiano (RE) l'iniziativa "Lambrusco nel mondo. Una distintività da difendere, un distretto da valorizzare". L'iniziativa, promossa dalla vicepresidente della Commissione Agricoltura del Senato Leana Pignedoli, in collaborazione con il Consorzio di tutela dei vini dell'Emilia e dal Comune di Scandiano vedrà la presenza del Ministro Maurizio Martina, dell'assessore regionale Simona Caselli e dell'eurodeputato Paolo De Castro. Interverranno inoltre al dibattito il Presidente del Consorzio tutela vini Emilia Davide Frascari, il sindaco di Bomporto (Mo) Alberto Borghi, il sindaco di Scandiano Alessio Mammi e la senatrice Leana Pignedoli, vicepresidente della commissione Agricoltura del Senato.
L'incontro è stato promosso alla luce della richiesta di alcuni paesi comunitari di liberalizzare il nome del vitigno. Come afferma il sindaco Alessio Mammi "il Lambrusco è un prodotto da secoli legato indissolubilmente al nostro territorio e il vino italiano più esportato nel mondo, con 400 milioni di bottiglie all'anno e un ricavo di 500 milioni di euro. Mi auguro che l'Ue faccia un passo indietro. Parlarne direttamente con tutti i livelli istituzionali che si occupano della questione è un'occasione per noi irripetibile".
"Questi Vini - continua Leana Pignedoli -sono strettamente legati alla terra Emilia, non è una mera difesa, è una battaglia perché l'Europa scelga le distintività come fattore competitivo dell'agroalimentare valorizzando le peculiarità. Pensare di lanciare sfide sulla genericità e l'omologazione sarebbe miope e perdente. Lunedì il Ministro Martina ha incontrato il commissario europeo all'Agricoltura Phil Hogan proprio su questi temi, e quella di sabato ad Arceto sarà un'ottima occasione per avere un resoconto in diretta dell'incontro e delle azioni che seguiranno".
"A favore della tutela del nostro prodotto - conclude Davide Frascari - si sono schierate con noi Francia e Germania che sono paesi che dal punto di vista enologico hanno un peso che ci fa ben sperare. Voglio ricordare che il distretto del Lambrusco ha un impatto socio economico dirompente: solo nelle province di Reggio Emilia e Modena coinvolge oltre 8000 famiglie di produttori. Avere accanto tutti i livelli istituzionali impegnati sul tema è per noi importantissimo e confrontarci con il ministro Martina, De Castro, Caselli e Pignedoli lo sarà ancor più".
(Fonte: ufficio stampa Comune di Scandiano)
Si chiama proprio così, Unico, ed è prodotto dalla Cantina Divinja di Sorbara il lambrusco che per il secondo anno consecutivo, ha vinto il Premio Matilde di Canossa Terre del Lambrusco ed è stato premiato anche al Merano Wine Festival. - Di Manuela Fiorini – foto di Claudio Vincenzi -
Modena, 23 novembre 2015 -
Doppia soddisfazione per la Cantina Divinja di Sorbara che, quest'anno, si è vista attribuire due importanti riconoscimenti in ambito nazionale: il premio al Concorso Enologico Matilde di Canossa -Terre del Lambrusco, conquistato per il secondo anno consecutivo, e il premio nella categoria lambruschi al recente Merano Wine Festival.
A fare incetta di premi è stato Unico, un Lambrusco di Sorbara DOC rosso frizzante secco, ritenuto dai più esigenti il più raffinato dei lambruschi. L'azienda gestita da Denis Barbanti e dal padre Fabio lo ottiene da uve raccolte a mano e vinificate con macerazione a freddo e fermentazione da mosto. Al colore rosso rubino tenue si accompagna un profumo fruttato, con sfumature che ricordano quelle della viola e un gusto gradevolmente acido, equilibrato, sapido ed elegante.
Una soddisfazione e una conferma per l'azienda agricola, che ha come mission il recupero e la salvaguardia il patrimonio vitivinicolo della zona di produzione del Sorbara. La Cantina Divinja ha una produzione annuale di 70 mila bottiglie, di cui 30 mila di Unico. Tra le altre produzioni di qualità ci sono lo spumante Orocolato, i novelli Primi Profumi, il Merlot dell'Emilia, il Pignoletto Sant'Amalia e i liquori Nocino e Nocino Riserva.
Info: www.cantinadivinja.com
Domani sera in centro storico due originali percorsi tra locali e degustazioni. La prima edizione ufficiale della manifestazione coinvolge 14 locali e vede come protagonista assoluto il Lambrusco. Biglietti acquistabili in prevendita a prezzo scontato sino a domani mattina. -
Modena, 29 ottobre 2015 -
Fino a domani mattina sono in vendita i biglietti per la LAMBRUSCOLONGA EDIZIONE AUTUNNALE che si terrà venerdì sera dalle 19 alle 23 tra 14 locali del centro storico di Modena.
In collaborazione con MODENAMOREMIO E SKIPASS, col patrocinio del Comune di Modena, la LAMBRUSCHERIA di Calle di Luca 16 organizza questo grande evento con 500 biglietti disponibili a 18€ l'uno in prevendita online su www.modenamoremio.it o presso la Lambruscheria stessa.
Già tantissimi biglietti acquistati, non solo da modenesi ma anche dai tanti appassionati provenienti da Reggio e Bologna, che evidenziano l'interesse che la manifestazione (e il lambrusco) hanno su un vasto pubblico.
Peculiarità di questa edizione, oltre la partecipazione di Skipass, anche l'elevato numero di locali partecipanti con stuzzichini originalissimi e l'altissima qualità dei Lambruschi scelti, tra cui biologici e senza solfiti.
Tutte le informazioni sulla pagina FB della Lambruscheria-Modena o sul sito di ModenAmoreMio.
Gli organizzatori di "Lambruscolonga" Alessio Bardelli e Francesco Donini
(Fonte: ufficio stampa Modenamoremio)
Venerdì 30 ottobre, in centro storico, si svolge un'originale maratona del gusto con due percorsi che si snodano tra locali e degustazioni. La prima edizione ufficiale della manifestazione coinvolge 14 locali del centro e vede come protagonista assoluto il Lambrusco. Biglietti acquistabili in prevendita a prezzo scontato sino al 30 ottobre. -
Modena, 24 ottobre 2015 - di Manuela Fiorini – Foto di Claudio Vincenzi -
Che cosa non si farebbe per un bicchiere di Lambrusco, soprattutto se è di quello buono? Probabilmente si inforcherebbe la bicicletta, oppure i roller o lo skateboard, oppure, si comincerebbe a correre. Di sicuro, non ci si può perdere la Lambruscolonga, l'originale tour enogastronomico che, venerdì 30 ottobre, dalle 19, animerà il centro storico di Modena.
Dopo il successo dell'edizione pilota, lo scorso giugno, si replica con la prima edizione ufficiale della manifestazione, che coinvolge 14 locali del centro, ma che vede come protagonista assoluto il Lambrusco, vino simbolo della città e del territorio.
Sono previsti due percorsi, entrambi da percorrere "con qualsiasi mezzo", ovviamente senza motore. Il Percorso Blu, si snoda attraverso la Caffetteria dei Musei, l'Osteria Al Re Gras dello chef Marchini, il Cantuccio, la Pasticceria Remondini, la Trattoria Il Giardinetto, Saporiamo e il Caffè Concerto.
Il Percorso Giallo, invece, prevede soste alla Taverna dei Servi, all'Infame, ai Picari, a Lo Stallo del Pomodoro, Ai Sorrisi, alla Dispensa Pallet Store e a La Lambruscheria, il wine shop e locale di street food che ha ideato e organizzato l'evento. Proprio qui si potranno ritirare i ticket, comprensivi di bicchieri e porta bicchieri, grazie ai quali iniziare le degustazioni.
I biglietti si possono acquistare in prevendita dal 23 al 30 ottobre al prezzo scontato di 18 euro, o direttamente il giorno della manifestazione a 22 euro. Sono incluse 7 degustazioni di vini e stuzzichini abbinati al percorso prescelto, un buono sconto dal valore di 10 euro sull'acquisto di vino delle Cantine Lombardini, un porta bicchieri omaggio offerto dalle Cantine Gavioli e la partecipazione a concorso fotografico "Conosci Modena".
Si può partecipare anche alla sfida fotografica sui social network "Un selfie col Lambrusco". I partecipanti potranno pubblicare i propri scatti sulla pagina Facebook de La Lambruscheria e ConosciModena. La più cliccata vincerà un voucher per una notte e una colazione in chalet a Sestola offerto da ConosciModena.
Infine, per tutta la durata della manifestazione, a tutti coloro che passeranno dalla Lambruscheria verrà offerto uno shot di Lambrusco degustazione in omaggio.
INFO: www.modenamoremio.it
I ticket per la Lambruscolonga si possono acquistare a 18 euro dal 23 al 30 ottobre presso:
Aceto Balsamico Tradizionale di Modena, Lambrusco e Parmigiano Reggiano sono stati protagonisti di un evento organizzato nell'ambito della 49 esima Fiera del Riso a Isola della Scala (Verona). -
Modena, 15 ottobre 2015 -
Grazie a tre cooperative modenesi, Aceto Balsamico Tradizionale di Modena, Lambrusco e Parmigiano Reggiano sono stati protagonisti di un evento organizzato nell'ambito della 49 esima Fiera del Riso che si è conclusa nei giorni scorsi a Isola della Scala (Verona). La cooperativa La Tradizione di Modena, la Cantina Settecani di Castelvetro e il caseificio S. Lucio di Montardone di Serramazzoni hanno infatti partecipato con i loro prodotti a "Sua Maestà l'Aceto Balsamico", una cena, con cucina a vista, nella quale sono stati serviti piatti di riso vialone nano conditi con "l'oro nero" modenese. Alla Fiera del Riso erano presenti sessanta ristoratori, cuochi e maestri risottari da otto regioni italiane, 800 persone al lavoro tra stand, espositori e organizzazione, dieci riserie; durante i 26 giorni della manifestazione sono stati serviti oltre 380 mila piatti di riso.
(Fonte: ufficio stampa Confcooperative MO)
Un po' di storia e qualche curiosità per scoprire un vino vivace e semplice ma che non è solo 'frizzantino'. E' molto di più, soprattutto se lo si fa sposare con le pietanze emiliane. -
Parma, 17 ottobre 2015 - di Alexa Kuhne -
Mogli e buoi dei paesi tuoi. Detto antico che vale anche per uno dei connubi più equilibrati che ci possa essere: quello fra il Lambrusco e i prodotti delle terre emiliane.
Il Lambrusco è divino con tanti piatti della tradizione dell'Emilia per caratteristiche che non ne fanno solo un comune frizzantino. Gioca le sue carte vincenti su colori intensi, profumi fragranti, grande freschezza. Ricco di sorprese per gusto e olfatto ha la capacità di esaltare cibi lontanissimi fra loro.
Cogliere il carattere di un Lambrusco significa entrare in contatto con radici profonde di una terra ubertosa e ricca di tradizioni.
La sua storia si perde in tempi lontanissimi perché è davvero uno dei vini più antichi. Proviene dalla linea genealogica delle viti antiche. I romani chiamavano questa vite labrum - margine - e ruscum, selvatica. I primi vini della storia sono stati fatti con queste uve e con quelle che oggi definiamo uve non addomesticate.
Reperti archeologici ci informano che l'arte del vino era già nota ai sumeri e agli egizi e che i romani bevevano l'antenato del Lambrusco persino in versione frizzante. Lo facevano attraverso una rifermentazione in anfora. Dopo aver riempito e ben tappato questi contenitori, li ponevano sotto terra o immersi per metà in acqua gelata, in modo da tenere bassa la temperatura del vino in esse contenuto. Quando volevano fare il 'frizzantino' lo mettevano in una condizione termica di maggiore temperatura e dopo qualche giorno bevevano il vino mosso.
A proposito di ritrovamenti archeologici, nella zona di Modena sono stati rinvenuti molti di questi semi, a testimonianza di una importante produzione di vino. Nel Modenese la vite labrusca trovò una perfetta adattabilità.
Matilde di Canossa, regina di quelle terre ed eroina dell'epoca, sui territori conquistati dava sempre impulso alla coltura della vite perché consapevole dei vantaggi economici. Carteggi commerciali testimoniano come da Modena partissero partite di vino che raggiungevano anche la Francia. Il cuore pulsante era Carpi e una sua frazione oggi attribuisce il nome a una delle denominazioni più famose, il 'Santacroce'. Questa zona era considerata una delle più famose per qualità. Qui si usava allevare la vite sui pali quando ancora nei paesi vicini la 'maritavano' agli alberi. Il Lambrusco salamino è il più coltivato. E' di un rubino intenso, con note di more, lamponi, mirtilli, fragoline di bosco e ciliegie, fresco e sapido. Il Lambrusco marani, reggiano, ha un colore intenso, con spiccate note fruttare, fresco e di buona struttura, così come il lambrusco maestri, presente anche nel Parmense.
Nel '900 si dava una bottiglia di vino ai braccianti per dar loro un nutrimento pari a quello del pane.
Quando si vinificava, si divideva la prima spremitura, il mosto fiore, dalla seconda. Quest'ultima, detta torchiato, era conosciuta come sottile e puntalone che, allungato con acqua, veniva dato ai braccianti.
Questo rosso con le bolle non è solo patrocinio di Reggio o di Modena, perché esiste il Lambrusco di Parma, Cremona, Mantova, Bologna e del Trentino.
Il Lambrusco si presta agli abbinamenti più disparati. Dissetante e perfetto come aperitivo, è anche 'sgrassante': si sposa divinamente con salumi, bolliti e insalate elaborate, paste al forno, formaggi freschi e leggeri o stagionati, ma anche a pesce alla griglia e zuppe. In due parole la sua è capacità di adattamento.
Ad esempio, un Grasparossa è più adatto ai piatti di carne, formaggi invecchiati e paste elaborate per via della sua naturale forza tannica. Mentre un Sorbara è l'ideale per piatti di pesce, salumi e formaggi freschi.
*Fonte: AIS, Associazione italiana sommelier
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Redazione