Al via la collaborazione tra la società reggiana e il Gruppo bancario. Obiettivo: supportare le Start Up nei percorsi di innovazione e nello sviluppo di prodotti e progetti.
Reggio Emilia, 22 aprile 2014 –
Reggio Emilia Innovazione e UniCredit uniscono le forze per supportare le nuove idee imprenditoriali del territorio.
La sinergia avviata tra il Gruppo bancario e la società nata nel 2003 su iniziativa dell’Università di Modena e Reggio Emilia, della Provincia, del Comune e della Camera di Commercio di Reggio, punta a sostenere lo sviluppo di percorsi, prodotti e progetti innovativi, favorendo il supporto in termini di consulenza e l’accesso alla liquidità per la crescita del business.
L’accordo prevede, infatti, la possibilità per i giovani e le imprese del territorio di accedere, attraverso l’azione di Reggio Emilia Innovazione (REI), alla fornitura di servizi per sviluppare piani imprenditoriali che potranno quindi contare sulla disponibilità e sulla professionalità dei consulenti UniCredit dell’area reggiana (un team composto da 44 persone, al lavoro presso 65 agenzie) per valutarne la fattibilità e procedere al finanziamento, potendo contare su prodotti mirati e condizioni riservate.
"UniCredit crede e investe risorse nello sviluppo di soluzioni all’avanguardia che consentano di ideare nuovi prodotti e servizi – dice Massimo Morselli, Responsabile Area Commerciale Reggio Emilia UniCredit -. Ciò perché puntiamo sul futuro del nostro territorio, sulle idee che valgono e che hanno bisogno di un partner esperto e specializzato affinché si crei un nuovo concetto di economia e nuova occupazione”
“A REI è stato affidato il cruciale incarico – dichiara Arturo Tornaboni, Direttore Generale di REI - di svolgere la funzione di intermediazione tra ricerca, imprese e territorio, ponendosi come obiettivi primari l’ampliamento delle capacità di innovazione, l’incentivazione di tutte le azioni che possono favorire l’aumento delle competenze presenti nelle aziende, la contribuzione attiva all’aumento del valore delle produzioni, l’attivazione di reti di imprese e da ultimo, ma non certamente per importanza, l’assistenza alle PMI e al mondo delle professioni nell’attività di fund raising. Il conseguimento di tali obiettivi rappresenta inoltre l’imprescindibile presupposto per favorire la nascita di imprese innovative, spin off e start up. In questo l’accordo con UniCredit si dimostra essere uno strumento fondamentale e strategico.”
(Fonte: ufficio stampa Unicredit)
L'Associazione: “Bene l'estensione a tutto il 2014 dei contributi per l'affitto dei locali o a chi apre ex-novo; ma occorrono anche altre misure d'incentivazione" -
Modena, 22 aprile 2014 -
Piccoli segnali, ma significativi nel cuore storico di San Felice. Due nuovi esercizi commerciali prossimi all'apertura. Una quarantina circa – la metà rispetto al passato – invece quelli che con coraggio resistono e cercano di lavorare in una zona che porta ancora i drammatici segni del terremoto. “La situazione rimane grave – afferma Confesercenti Area Nord – il terribile combinarsi degli effetti del sisma con quelli della crisi ha completamente modificato la rete commerciale, del centro e non solo e molti tra i commercianti sono stati costretti a soluzioni alternative. Nonostante questo c’è chi non si arrende continuando a credere nel centro storico pur esercitando in condizioni precarie, tra zone delimitate e cantieri di vario genere. A tutti, il nostro sostegno”.
Nel ribadire la ferma convinzione dell’importanza del recupero delle funzioni del centro storico, come pure di quelle di fulcro della vita sociale, e soprattutto economica del paese, base di qualsiasi prospettiva di rilancio per l’intera comunità, Confesercenti rivolgendosi all’Amministrazione comunale, ma già anche a quella futura che guiderà il paese, invita “A definire progetti e risorse mirate a: sostenere chi vive e lavora in centro; ad agevolare il rientro di chi ha dovuto temporaneamente spostarsi; ad attrarre quanti intendano aprire nuove attività. Un primo risultato – sottolinea Roberto Bernaroli, presidente dell’Associazione imprenditoriale per l’area nord della provincia – raggiunto in accordo con l'Amministrazione comunale è stata la riconferma anche per il 2014 del contributo di mille euro per le imprese che stipulano un contratto d'affitto per locali ubicati in centro storico e di contributi in conto interessi per chi apre ex-novo, acquista o riqualifica la propria attività”.
A fianco di questi utili interventi, secondo Confesercenti occorre progettare e mettere a punto ulteriori modalità di sostegno alle imprese, quali: “L'esenzione per le attività imprenditoriali situate nel centro storico di San Felice, dal pagamento per tutto l'anno in corso della tassa d'occupazione di suolo pubblico; una riduzione – continua Bernaroli – delle aliquote IMU per i proprietari che affittano locali commerciali in centro; attività di promozione del centro in sinergia con gli esercizi presenti. È ovvio che queste soluzioni, che riteniamo comunque importanti, non sono destinate a risolve i problemi cui sono costrette ad affrontare le imprese. Rappresentano però una forma di sostegno temporaneo nei confronti di chi ci ha creduto e continua a crederci nel centro cittadino, scommettendo sul proprio lavoro, malgrado la situazione. Oltre al fatto che i segnali d'interesse a volersi insediare nel cuore storico del paese non mancano, come per altro dimostrano le ormai imminenti aperture di un paio di nuovi esercizi commerciali”, conclude Bernaroli.
(Fonte: ufficio stampa Confesercenti Modena)
Decine di aziende reggiane ultracentenarie già presenti. Un archivio che raccoglie le imprese centenarie del nostro Paese ed è stato pensato per valorizzare le aziende che con la loro ininterrotta attività hanno contribuito a scrivere la storia economica d'Italia.
Reggio Emilia, 18 aprile 2014 -
La Camera di Commercio ha aperto i termini per consentire alle imprese reggiane di iscriversi al Registro delle imprese storiche - anno 2014.
Il Registro Nazionale delle Imprese Storiche, voluto dall’Unioncamere nazionale e reso disponibile sul sito www.unioncamere.gov.it, è un archivio che raccoglie le imprese centenarie del nostro Paese ed è stato pensato per valorizzare le aziende che con la loro ininterrotta attività hanno contribuito a scrivere la storia economica d’Italia.
Il Registro è dunque dedicato alle imprese con almeno 100 anni di storia e tutt’ora in attività, operanti in qualsiasi settore merceologico, e vuole essere uno strumento di conoscenza e promozione per quelle realtà imprenditoriali che, nel tempo, hanno saputo coniugare innovazione e tradizione, apertura al mondo e appartenenza alla comunità.
L'iscrizione al Registro è volontaria e gratuita, e alle imprese che faranno domanda e che avranno i requisiti per essere iscritte al Registro delle imprese storiche verrà concesso da Unioncamere anche l’utilizzo del logo "Impresa storica d'Italia" che celebra la longevità e la continuità dell'attività delle imprese inserite nel Registro imprese storiche.
Il regolamento per l'iscrizione al Registro delle imprese storiche e la relativa modulistica sono disponibili sul sito web camerale www.re.camcom.gov.it alla sezione dedicata al Registro delle imprese storiche.
Sempre in tale sezione sono elencate le imprese reggiane attualmente inserite nel Registro, ad ognuna delle quali è dedicata una pagina con un breve profilo storico ed un video.
I termini per la presentazione delle domande di iscrizione si chiuderanno il 30 giugno.
(Fonte: Dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia)
Tutti i settori economici hanno accusato un’ulteriore contrazione degli indicatori congiunturali, ma la frenata sembra allentarsi. I dati del Rapporto sul quarto trimestre 2013, elaborati dalla Camera di Commercio di Parma, descrivono una certa crescita soltanto nelle attività con l’estero, dove aumentano anche i risultati delle piccole imprese -
Parma, 18 aprile 2014 -
Il sistema Parma conclude il 2013 in una situazione di recessione, con alcuni timidi segnali positivi che passano dai rapporti con l’estero. E’ questo, in estrema sintesi, il quadro tracciato dal Rapporto congiunturale sul quarto trimestre 2014, elaborato dalla Camera di Commercio con Unioncamere Emilia-Romagna e nazionale.
Nell’industria produzione, fatturato e ordini segnano andamenti ancora negativi, mentre sono incoraggianti i dati su export e ordini dall’estero, con la buona notizia di una dinamica che riguarda anche le imprese di piccole dimensioni piccole (tra i 10 e i 49 dipendenti). Le imprese artigiane registrano una contrazione anche del fatturato estero (-1,2 per cento), mentre gli ordini da oltre confine appaiono in leggera crescita (circa 1 per cento). L’edilizia riduce il volume di affari del 5%, una diminuzione più lieve rispetto agli ultimi 12 mesi, ma comunque pesante. Il commercio al dettaglio, come avviene in modo continuativo dal 2008, riduce gli incassi anche nell’ultima fase del 2013. Calano in modo considerevole anche i consumi alimentari (circa -6 per cento).
INDUSTRIA
La situazione è ancora recessiva: la produzione, nel quarto trimestre 2013, è diminuita tendenzialmente del 2 per cento, che pure è un miglioramento rispetto al trend negativo del 3,9 per cento dei dodici mesi precedenti. Il risultato ottenuto dalla nostra industria è stato peggiore di quello dell’industria regionale (-1,5 per cento).
La produzione cala in tutti i settori industriali ad eccezione delle industrie meccaniche elettriche e mezzi di trasporto che realizzano un risultato positivo superiore all’1 per cento. L'andamento congiunturale del quarto trimestre è stato particolarmente pesante per le imprese di piccola dimensione, fino a 9 dipendenti e da 10 a 49 dipendenti (-3,0 per cento ciascuno), mentre nelle imprese di media dimensione (da 50 a 499 dipendenti) si è fermato al –0,7 per cento.
In calo nel quarto trimestre anche il fatturato, -1,9 per cento, ma è una diminuzione meno ampia rispetto al trend dei dodici mesi precedenti (-3,5 per cento). Soffrono soprattutto le industrie della fabbricazione e lavorazione dei minerali non metalliferi, che hanno accusato una flessione del 12 per cento peggiorando il trend dei dodici mesi precedenti (-5,2 per cento) ma in generale tutti i settori hanno evidenziato variazioni negative ad eccezione del settore del legno e mobile (+0,5 per cento). Sono le imprese minori, fino a 9 dipendenti e da 10 a 49 dipendenti, ad accusare le flessioni più sostenute, rispettivamente -3,2 e -2,9 per cento.
Bene, ancora una volta, le esportazioni insieme alla domanda estera: nel periodo da ottobre a dicembre 2013 l’incremento tendenziale del fatturato estero provinciale è stato del 1,5 per cento, in leggero miglioramento rispetto al trend dei dodici mesi precedenti (+1,3 per cento). Il comparto della moda e le “altre industrie manifatturiere” (tra queste chimica, ceramica, carta-stampa-editoria) hanno realizzato ottimi risultati segnando una crescita del fatturato estero rispettivamente del 7,9 e del 2,9 per cento. Un incremento significativo, anche se inferiore alla media provinciale, è stato registrato dalle industrie alimentari (+1,3 per cento). Solo le industrie del trattamento dei metalli accusano un calo delle vendite all’estero (-3,1 per cento). Risultati positivi per ogni classe dimensionale. Da segnalare l'incremento dell’1,9 per cento delle esportazioni messo a segno dalle piccole imprese (da 10 a 49 dipendenti).
Nel quarto trimestre calano anche gli ordini totali, -1,6 per cento, ma va meglio rispetto al trend negativo dei dodici mesi precedenti (-3,1 per cento). Solo nel settore delle industrie meccaniche, elettriche e mezzi di trasporto la crescita è dell’1,2 per cento, tutti gli altri settori segnano variazioni tendenziali negative. Da sottolineare il pesante calo (-9,7 per cento) delle industrie della fabbricazione e lavorazione minerali non metalliferi, e delle industrie del trattamento dei metalli (-3,4 per cento). I cali della domanda riguardano tutte le classi dimensionali: nelle imprese minori, fino a 9 dipendenti, la diminuzione si è attestata al -2,2 per cento, mentre nelle imprese maggiori, da 50 a 499 dipendenti, il decremento è stato solo dello 0,3 per cento.
Un'indicazione positiva giunge invece dalla crescita degli ordini esteri (+2,3 per cento) che contribuisce a migliorare l'andamento complessivo della domanda, segnato da una flessione di 1,6 punti percentuali. Tra i settori di attività si sono distinte le industrie meccaniche, elettriche e mezzi di trasporto (+3,1 per cento), le altre industrie manifatturiere (+3,4 per cento) e le industrie alimentari (+2,2 per cento). Al contrario, è apparso particolarmente critico l'andamento della domanda estera delle industrie del trattamento dei metalli, che accusano un calo del 3 per cento.
ARTIGIANATO MANIFATTURIERO
Il quarto trimestre del 2013 si è chiuso con un bilancio nuovamente negativo: tutti gli indicatori congiunturali hanno il segno meno ad eccezione degli ordini verso l’estero e, in generale, sono peggiori rispetto ai dati della totalità delle imprese manifatturiere.
La produzione è diminuita del 4,1 per cento rispetto al quarto trimestre 2013, in misura leggermente inferiore al trend negativo dei dodici mesi precedenti (-4,8 per cento), e anche il fatturato ha replicato il medesimo, negativo risultato: - 4,1%. Battuta d'arresto per le esportazioni, con un calo tendenziale dell'1,2 per cento, dopo l’ultimo trimestre che aveva evidenziato un andamento ampiamente positivo (+5,3 per cento). A livello regionale sono apparse in decisa crescita (+6,0 per cento).
A calare di meno sono gli ordini complessivi che hanno accusato un calo tendenziale del 2,7 per cento. Il dato, migliore rispetto all'andamento del fatturato, sembrerebbe prospettare una evoluzione positiva per il prossimo trimestre. La domanda estera è apparsa in lieve crescita (+0,9 per cento) e conferma il trend positivo iniziato a fine estate.
COSTRUZIONI
Nel quarto trimestre l’industria delle costruzioni ha registrato una diminuzione tendenziale del volume d'affari del 4,8 per cento, meno pesante rispetto al trend negativo dei dodici mesi precedenti (-9,1 per cento). Dato analogo per la regione (-5,1 per cento), mentre in Italia il calo tendenziale è stato del 10 per cento.
COMMERCIO AL DETTAGLIO
E’ ancora recessione, dopo 6 anni di contrazione delle vendite: gli incassi sono diminuiti tendenzialmente del 5,7 per cento. E’ il commercio al dettaglio dei prodotti non alimentari a registrare la flessione più pesante (-6,6 per cento). In particolare le vendite di abbigliamento e accessori si riducono di quasi l’8 per cento mentre per i prodotti per la casa ed elettrodomestici la riduzione risulta meno pesante (-4,3 per cento). Il commercio alimentare segna una diminuzione tendenziale pari al 6,1 per cento. Anche le vendite al dettaglio degli ipermercati, supermercati e grandi magazzini mostrano ancora una variazione tendenziale negativa (-0,4 per cento).
Tutte le classi dimensionali registrano andamenti negativi ma particolarmente gli esercizi di piccola dimensione, fino a 5 dipendenti, con una flessione delle vendite del 7,8 per cento.
(Fonte: ufficio stampa Camera di Commercio)
Gli esperti di Prefina assistono le imprese nelle relazioni con gli istituti di credito -
Reggio Emilia, 17 aprile 2014 -
Alcuni giorni fa si è aperto il bando relativo al fondo StartEr destinato alle neo imprese costituite dopo il 01/01/2011 con sede operativa in Emilia Romagna che potranno ottenere finanziamenti agevolati finalizzati a progetti di investimento, grazie alle risorse messe a disposizione dalla Regione Emilia Romagna pari a 8,7 milioni di Euro (80% Regione, 20% banche convenzionate) e gestito dal sistema dei Confidi. CNA con gli esperti di Prefina Srl assisterà le imprese nella fase di relazione con gli istituti di credito e nella gestione delle domande.
Gli investimenti ammissibili riguarderanno l’acquisto di immobili strumentali, l’ampliamento o la ristrutturazione degli stessi, l’acquisto di terreni (nel limite del 10% dell’intero investimento), l’acquisto di macchinari, impianti e attrezzature, brevetti, licenze, marchi, avviamento, consulenze, personale (nel limite del 30% del progetto), spese per la presentazione della domanda. I giustificativi di spesa dovranno avere data successiva al 1 gennaio 2013 e gli interventi dovranno essere realizzati entro un anno dalla concessione del finanziamento.
Secondo Manuel Villa, Presidente CNA Giovani Imprenditori: “Si tratta di un’opportunità da cogliere in modo tempestivo. Le neo imprese e i giovani imprenditori in particolare, sono infatti i più esposti alla stretta creditizia causata dalla crisi economica. Nelle relazioni con gli Istituti bancari, si aggiungono per i giovani le difficoltà legate alla mancanza di garanzie, oltre alle delicata fase di avviamento e start up di impresa. Importante quindi dare una consulenza su questi strumenti mirati, per rilanciare gli investimenti nel breve e medio periodo”.
Le domande possono essere presentate esclusivamente online con firma digitale a partire dal 4 aprile e fino ad esaurimento risorse, reperendo la modulistica sul sito www.fondostarter.eu.
Le imprese interessate potranno avvalersi dell’assistenza di PREFINA contattando i seguenti recapiti: 0522-356389; 0522-356251; 0522-356336 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
(Fonte: ufficio stampa CNA RE)
La presidente Palma Costi ha incontrato la delegazione della Provincia vietnamita di Bing Dhoung che ha creato un distretto industriale di 300 ettari, 3 chilometri quadrati, pensato appositamente per le imprese emiliano-romagnole intenzionate ad aprire una sede nel Paese asiatico.
Parma, 17 aprile 2014 -
'Destinazione Vietnam' ha ora una prima meta ben precisa: grazie anche agli accordi sottoscritti lo scorso anno con la Regione Emilia-Romagna e Unioncamere regionale, la Provincia vietnamita di Bing Dhoung ha infatti creato un distretto industriale di 300 ettari, 3 chilometri quadrati, pensato appositamente per le imprese emiliano-romagnole intenzionate ad aprire una sede nel Paese asiatico. Ad annunciarlo è Le Thanh Cung, presidente del Comitato del popolo della Provincia di Binh Duong, durante l'incontro di ieri mattina in Assemblea legislativa regionale con la presidente Palma Costi, primo appuntamento di una visita di tre giorni che ricambia il viaggio del novembre 2013 della presidente Costi in Vietnam, dove firmò per la Regione intese economiche e di collaborazione.
“Siamo qui in Emilia-Romagna non solo per l’amicizia che ci lega a questa Regione ma anche per sviluppare concretamente un piano d’azione per il programma lanciato lo scorso anno- spiega Thanh Cung-, la nostra Provincia da anni è impegnata non solo per garantirsi un proprio sviluppo industriale ma anche per aumentare l’attrattività nei confronti degli investitori stranieri, lo stiamo facendo con il massimo impegno garantendo agevolazioni per gli imprenditori stranieri, e vogliamo che l’Emilia-Romagna sia il primo dei nostri partner”.
D’altra parte, assicura Costi, “anche la Regione ha lavorato molto per accrescere l’interesse delle proprie imprese nei confronti del Vietnam, sia per quanto riguarda gli scambi commerciali che per integrare le due economie, con risultati positivi tanto per il Vietnam quanto per la Provincia di Bing Dhoung. Quando pochi mesi fa mi sono recata in missione in Vietnam ho potuto conoscere un Paese ricco di opportunità, lavoreremo per stringere ancora di più i rapporti tra le nostre imprese”.
Alberto Zambianchi, presidente della Camera di Commercio di Forlì-Cesena e delegato di Unioncamere regionale, ricorda come “l’interscambio tra Emilia-Romagna e Vietnam, seppur ancora limitato nel valore assoluto, è in costante crescita; nel 2013 l’export emiliano-romagnolo in Vietnam è stato pari a 120 milioni di euro, il 27% in più rispetto all’anno precedente, e il 40% delle operazioni ha riguardato la meccanica”.
E proprio una azienda di meccanica è stata la prima tappa del tour nelle imprese della delegazione vietnamita: si tratta della Bonfiglioli Riduttori di Calderara di Reno, alle porte di Bologna, società fondata nel 1956 che occupa più di 3.300 persone in tutto il mondo e che dal 2008 è presente, prima in Emilia-Romagna, anche in Vietnam. “Abbiamo scelto proprio il Vietnam perché è un Paese dove la situazione politica è stabile e c’è molta apertura nei confronti degli investimenti stranieri- spiega Sonia Bonfiglioli, presidente del gruppo-, i costi della manodopera sono contenuti e stabili ma non mancano le risorse umane qualificate, e non è da sottovalutare nemmeno la posizione baricentrica in un mercato fondamentale come quello dell’Asia”. Il presidente del Comitato del Popolo di Binh Duong ha rassicurato a tal proposito Bonfiglioli, garantendo di “accompagnare il percorso di Bonfiglioli in Vietnam: farò personalmente da tramite con il Governo per soddisfare le richieste degli imprenditori italiani”.
Nella delegazione vietnamita, che rimarrà in Emilia-Romagna fino a sabato, figurano diversi tra imprenditori e politici: fra gli altri, Nguyen Van Hung, presidente del gruppo Becamex Idc, Mai Hung Dung, direttore del locale Dipartimento per gli investimenti, Nguyen Thanh Toan, del Dipartimento degli affari esteri, e Nguyen Phu Thinh, direttore del gruppo industriale Park Jv. Nel pomeriggio di ieri, gli ospiti hanno partecipato alla tavola rotonda “Vietnam: un mondo di opportunità”, promosso da Unioncamere nella sua sede regionale a Bologna Ad aprire i lavori è stata la stessa Palma Costi, che ha colto l’occasione per ricordare ancora una volta come “le relazioni che la Regione intende portare avanti con il Vietnam la vedono coinvolta a 360 gradi per la collaborazione in modo particolare nel campo istituzionale e delle relazioni internazionali, dell’imprenditoria, della cultura, della formazione, dell’Università, della ricerca. L’Emilia-Romagna è pronta a proseguire sulla strada del dialogo e dell’interscambio con il Vietnam in un ottica di medio-lungo periodo e quindi auspico che anche il governo del Vietnam possa identificarci come piattaforma in Europa per le sue imprese e per i suoi studenti, in modo particolare- ha chiuso la presidente dell’Assemblea legislativa- su alcune filiere produttive di grande interesse per entrambi i territori, ossia meccanica, alimentare e meccanica applicata all’alimentare”.
(Nella prima foto in allegato, Le Thanh Cung, Palma Costi e Alberto Zambianchi durante l'incontro in Assemblea legislativa regionale. Nella seconda, Le Thanh Cung, Costi e Zambianchi con la presidente del Gruppo Bonfiglioli Riduttori, Sonia Bonfiglioli, all'interno dello stabilimento Bonfiglioli Riduttori di Calderara di Reno, Bo)
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
Edizione 2014 del bando fUNDER35, iniziativa promossa da 10 fondazioni di origine bancaria, tra cui Fondazione Cariparma con l'obiettivo di sostenere l'impresa culturale giovanile: 1 milione di euro per le imprese culturali giovanili -
Parma, 16 aprile 2014 -
1 milione di euro per la crescita di imprese non profit, operanti da almeno due anni nell’ambito della produzione artistica e creativa e dei servizi di supporto alla valorizzazione, tutela, protezione e circolazione dei beni culturali, il cui l’organo di amministrazione sia costituito in maggioranza da membri di età inferiore ai 35 anni. Lo mettono a disposizione, attraverso l’edizione 2014 del bando fUnder35, 10 Fondazioni di origine bancaria: Fondazione Cariplo, capofila del progetto, e Fondazioni Banco di Sardegna, Cariparma, Cassa di Risparmio della Spezia, Cassa di Risparmio di Lucca, Cassa di Risparmio di Modena, Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Cassa di Risparmio di Torino, Livorno, Monte di Bologna e Ravenna.
L’obiettivo di fUNDER35 è far decollare le migliori imprese culturali giovanili, che si distinguano per la qualità dell’offerta, nonché per una corretta politica del lavoro, e si prefiggano chiari obiettivi di sostenibilità economica tramite specifici progetti di miglioramento tanto in campo progettuale che gestionale. Il bando scade il 16 giugno 2014 ed è disponibile all’indirizzo (http://www.fondazionecariplo.it/it/progetti/arte/fUNDER35/index.html).
Con il bando fUnder35 le Fondazioni hanno deciso di dare un forte sostegno a imprese già attive, privilegiando le migliori in termini di qualità dell’offerta e corretta politica del lavoro; ovvero di concedere un contributo economico e formativo a quelle imprese che intendono sviluppare progetti di miglioramento tanto in campo progettuale che gestionale. Le principali tematiche sostenute nelle edizioni precedenti sono, infatti, l’avviamento professionale di artisti neo-diplomati e di nuovi talenti, l’avvicinamento del pubblico giovane alla cultura e la promozione di eventi teatrali dedicati ai giovanissimi, il miglioramento organizzativo finalizzato a una gestione sostenibile nel tempo, il consolidamento di posizioni lavorative strutturalmente precarie ma temporalmente stabili e l’assunzione di figure professionali under 35, lo svolgimento di un percorso formativo in campo manageriale destinato al personale interno e l’ampliamento/potenziamento dell’offerta culturale.
Il progetto fUnder35 prevede la pubblicazione di un bando rivolto a imprese non profit di natura privata aventi sede e operanti, da almeno due anni, nei territori di riferimento delle Fondazioni. Le imprese selezionate sono destinatarie di iniziative di monitoraggio periodico e di supporto connesse alle tematiche organizzative, gestionali e di innovazione tecnologica, con l’obiettivo di accompagnare il processo di miglioramento. Sono inoltre sviluppate attività di orientamento su tematiche fiscali, amministrative, di raccolta fondi a livello nazionale e internazionale da offrire agli enti finanziati come ottimizzazione delle risorse.
(Fonte: ufficio stampa ACRI)
L’iniziativa, organizzata da UniCredit con l’Unione Parmense degli Industriali ha coinvolto un centinaio di aziende emiliane con l’obiettivo di illustrare agli imprenditori le opportunità di business che offre il Paese verde-oro. Un nuovo appuntamento volto a sostenere le imprese nel processo di internazionalizzazione -
Parma, 15 aprile 2014 –
E’ il quinto Paese più popoloso al mondo, ha un PIL in crescita e un trend di sviluppo che continua a interessare le economie avanzate. E’ il Brasile e può costituire un’opportunità per le imprese del territorio. E’ per questo che UniCredit e l’Unione Parmense degli Industriali hanno organizzato il “Forum Brasile – Le opportunità di business per le Pmi” che si è svolto questa mattina presso Palazzo Soragna. L’iniziativa, che ha coinvolto un centinaio di aziende provenienti da diverse province emiliane, in maggior parte dell’area parmense, è servita ad illustrare le opportunità che offre il Paese verde-oro agli imprenditori interessati a sviluppare la propria attività oltre confine, oltre a facilitare l’ingresso delle aziende locali nel mercato brasiliano.
Nel corso della giornata, dopo i saluti e l’introduzione di Cesare Azzali, Direttore Unione Parmense Industriali e di Fabrizio Simonini, Responsabile Area Commerciale Parma UniCredit; Luciano Mario Bencivinni, Political Risk & Country Analysis UniCredit, ha presentato lo scenario politico e economico del Paese sudamericano. Ha preso quindi la parola, per un approfondimento sul tema “Il Mercato Brasile: il contesto operativo per le imprese”, Renzo Regini, Responsabile dell’UniCredit Office San Paolo del Brasile. Giacomo Guarnera, dello Studio legale Guarnera Advogados, ha presentato quindi la sua relazione sul tema “L’impatto fiscale sul business e accorgimenti legali nelle strategie di internazionalizzazione. In chiusura Federico Canuti, Partner Pop Consulting, ha parlato di “opportunità in Brasile per l’industria alimentare”.
Nel corso della giornata dunque è stato evidenziato il quadro di un Paese che ha beneficiato di un prolungato periodo di crescita e che risulta costituire un’opportunità per le imprese italiane: tra il 2004 e il 2008, infatti, il PIL brasiliano è cresciuto ad un tasso del 5% medio annuo ed il tasso di disoccupazione è diminuito dal 13% al 6,8%. Le famiglie brasiliane ad oggi contribuiscono nella misura del 60% al PIL (in Cina lo stesso dato è al 35%) e il continuo ampliamento della classe media costituisce un potenziale bacino di clientela notevole per le nostre PMI che desiderano affacciarsi al mercato brasiliano. L’Italia è il nono Stato fornitore del Brasile e oltre 760 aziende nostrane sono già in affari con il Paese sudamericano che, per la sua importante espansione economica, costituisce un bacino fortemente attrattivo per le imprese che vogliono diversificare il proprio business sui mercati esteri. L’interscambio tra Italia e Brasile nel periodo 2011/2012 ha visto il nostro Paese riportare un “saldo positivo”, con oltre 4 miliardi e 900milioni di euro di prodotti esportati (soprattutto inerenti il settore della meccanica strumentale) e circa 3 miliardi e 400milioni di euro di spesa per importazione, per lo più di semi-lavorati come soia e caffè (fonte Istat 2013).
“L’Unione Parmense degli Industriali è da sempre attenta a dare spazio ad iniziative che danno sostegno ad azioni, realizzate nei diversi Paesi, da soggetti qualificati come è Unicredit – ha detto Cesare Azzali - abbiamo quindi ritenuto interessante informare compiutamente le aziende sulle opportunità che offre il contributo di presenza e collaborazione che le diverse strutture di questo importante gruppo bancario sono in grado di assicurare”.
“Favorire l’internazionalizzazione – ha detto Fabrizio Simonini – rappresenta uno degli obiettivi strategici che UniCredit propone alle imprese per estendere il proprio business verso mercati nuovi dalle prospettive interessanti. Uno di questi è il Brasile, Paese caratterizzato da notevoli potenzialità di crescita e nel quale, nel corso di questi ultimi anni, sono stati realizzati importanti investimenti in progetti infrastrutturali oltre all’inserimento di agevolazioni fiscali e incentivi per gli investitori esteri. Il Brasile quindi rappresenta un Paese fortemente attrattivo per le aziende che intendono espandere il proprio business sui mercati oltre confine e può costituire un trampolino di lancio ideale per lo sviluppo internazionale delle aziende della Regione. Con questo Forum – conclude Simonini - intendiamo offrire agli imprenditori locali un corredo di informazioni ampie, oggettive e qualificate, così da arricchire il loro bagaglio di conoscenze, con la finalità di promuovere la conoscenza del “Made in Italy” all’estero e di favorire il loro processo di internazionalizzazione nel Paese verde-oro dove UniCredit è presente con una specifica Unit che permette al Gruppo di proporsi come partner privilegiato nel supporto allo sviluppo del business delle imprese italiane”.
Brasile-Parma, qualche numero sui rapporti economici in essere
La provincia di Parma è esportatrice netta verso il Brasile, con un avanzo di bilancia commerciale superiore ai 74 milioni di euro nel 2013, in aumento rispetto al 2012 (+10,5%). Le esportazioni delle imprese della provincia in Brasile superano i 78 milioni di euro nel 2013, con una crescita rispetto all’anno precedente del 10,3%, decisamente superiore all’aumento delle esportazioni totali di Parma (+2,6%). Anche per le importazioni dal Brasile si segnala un incremento nel 2013 su base annua (+8%), mentre complessivamente gli acquisti dall’estero sono lievemente calati (-0,5%). I principali settori di interscambio tra la provincia di Parma e il Paese sudamericano, con flussi rilevanti sia in entrata che in uscita, sono la meccanica (nello specifico, le altre macchine di impiego generale) e l’industria farmaceutica (in particolare, medicinali e preparati farmaceutici). Inoltre, le imprese della provincia esportano verso il Brasile macchine di impiego generale e altre macchine per impieghi speciali (meccanica) e prodotti da forno e farinacei (industria alimentare). Tra i beni e i servizi importati spiccano anche il cuoio conciato e lavorato (articoli da viaggio, borse, pelletteria e selleria) e le pellicce preparate e tinte, nonché alcuni prodotti agricoli (prodotti di colture agricole non permanenti e permanenti). Per il 2014 si stima per la provincia di Parma una lieve diminuzione delle esportazioni (-1%) e un aumento delle importazioni (+4,7%), con un calo del surplus di bilancia commerciale. (Fonte. Elaborazioni Territorial & Sectorial Intelligence UniCredit su dati ISTAT e Prometeia).
UniCredit sostiene da tempo l’internazionalizzazione delle aziende italiane in Brasile. Ha infatti attivato nel Paese sudamericano la sua ”Italian Company Business Development Unit” presso l’ufficio di Rappresentanza di San Paolo, guidata da Renzo Regini, italiano residente da oltre venti anni in Brasile e con una lunga esperienza bancaria. L’obiettivo della struttura - la più importante iniziativa del genere di un Istituto bancario italiano nel Paese - è quello di supportare le aziende italiane che sono attive, attraverso sussidiarie o presenze dirette, nello Stato sudamericano, ma anche quello di accompagnare gli imprenditori che vogliano investire in questo Paese in grande sviluppo.
Con la Unit, UniCredit è in grado di offrire ai propri clienti un servizio puntuale ed efficiente. E’ in sostanza il punto di coordinamento fra la CBBM - Cross Border Business Management, struttura di UniCredit dedicata al sostegno della clientela italiana operante nei mercati internazionali, il network Corporate nazionale e quello che si occupa di PMI sempre in Italia. Un lavoro di squadra volto ad offrire una “piattaforma completa di supporto” alle attività economiche, già attive o da attivare, delle aziende italiane in Brasile.
(Fonte: Ufficio stampa UPI)
Intervento CNA sullo stato della semplificazione burocratica emerso dalla Relazione annuale al Parlamento. Nunzio Dallari, CNA: “Imprese e cittadini non possono più aspettare. Occorre individuare subito strumenti di semplificazione per la pubblica amministrazione”
Reggio Emilia, 15 aprile 2014 -
La Relazione annuale al Parlamento sullo stato di attuazione delle disposizioni in materia di riduzione e trasparenza degli adempimenti amministrativi a carico di imprese e cittadini, prevista dallo Statuto delle Imprese, scatta una fotografia la cui lettura non si presta ad equivoci e conferma l’allarme più volte lanciato dalla CNA: sulla semplificazione siamo ancora ai principi, mancano i fatti. Su un totale di 89 provvedimenti monitorati dal Dipartimento della Funzione Pubblica, con la collaborazione delle associazioni imprenditoriali, fra cui la CNA, sono ben 47 quelli che hanno introdotto nuovi oneri per le imprese e soltanto in pochissimi casi le amministrazioni promotrici ne avevano segnalato la presenza.
“È inquietante la diffusa inadempienza, da parte delle pubbliche amministrazioni, a redigere, allegare e pubblicare l’elenco degli oneri informativi riferiti ai provvedimenti adottati. Ciò - sottolinea Nunzio Dallari, Presidente provinciale CNA - se, da una parte, denota la presenza di un grave ritardo culturale nelle amministrazioni rispetto alla “normalità” di molti altri Paesi, dall’altra, testimonia le resistenze delle stesse amministrazioni alle politiche per il miglioramento della qualità della regolazione. Per questo motivo, non basta più fare appello alla responsabilità politica, ma occorre individuare meccanismi e strumenti che possano realmente richiamare le pubbliche amministrazioni a comportamenti più virtuosi. Le imprese e i cittadini non possono più aspettare!”
Sostanzialmente dello stesso tenore anche la seconda relazione presentata dal Dipartimento della Funzione Pubblica sul cosiddetto budget regolatorio, cioè sul bilancio complessivo degli oneri amministrativi introdotti ed eliminati nel corso del 2013. Anche in questo caso, l’attività di monitoraggio, svolta con il contributo della CNA, evidenzia che la maggioranza delle amministrazioni non ha rispettato le indicazioni di “rendicontazione” previste nello Statuto delle Imprese e in un solo caso su 20 sono stati quantificati gli oneri introdotti e quelli eliminati.
“Insomma – conclude Dallari - il quadro generale mostra che è necessaria una rigorosa responsabilizzazione delle amministrazioni nell’utilizzo degli strumenti idonei a prevenire l’introduzione di nuovi oneri. Trasparenza, responsabilità e coinvolgimento diretto dei vertici politici ed amministrativi devono diventare le parole d’ordine per sgonfiare la burocrazia.”
(Fonte: ufficio stampa CNA RE)
Le Associazioni dell’artigianato e del commercio hanno convocato una conferenza stampa presso la Camera di Commercio di Parma per sollecitare le Amministrazioni comunali a una maggiore attenzione alle imprese nel ridefinire tariffe e regolamenti applicativi relativi ai tributi locali.
Parma, 14 aprile 2014 -
La Legge di stabilità 2014 ha istituito la IUC (Imposta Unica Comunale) che si divide in tre voci Tari (Tassa sui rifiuti), Tasi (Tributo per i servizi indivisibili) e Imu (Imposta municipale propria a carattere patrimoniale). Questi nuovi tributi stanno creando nelle imprese una seria preoccupazione, perché il rischio reale è quello di vedersi aumentare in modo esponenziale i costi.
Tenuto conto che è notorio il grave stato di difficoltà in cui il sistema economico italiano sta dibattendosi, che come è bene ricordare è costituito per il 97% da imprese con meno di 20 addetti, le Associazioni in rappresentanza di artigianato e commercio, riunite sotto la sigla di RETE IMPRESE ITALIA, hanno condiviso in un documento unitario da sottoporre agli amministratori locali alcune riflessioni e richieste delle quali tenere conto nel ridefinire tariffe e regolamenti applicativi dei tributi predetti.
Il nostro sistema produttivo non può sostenere ulteriori oneri così come accaduto in precedenza in modo generalizzato e diffuso in gran parte dei Comuni della provincia. Senza impresa non c’è lavoro e non ci può essere crescita economica.
Per questa ragione le Associazioni chiedono che le scelte che si stanno per deliberare non vadano a penalizzare ulteriormente la componente produttiva e invitano le Amministrazioni a rivedere i contratti con le Multiutility fornitrici dei servizi, che continuano a macinare utili mentre le imprese chiudono, che le risorse finanziarie di cui i comuni hanno bisogno vengano reperite attraverso una distribuzione, tra i vari soggetti passivi dei suddetti tributi, con criteri di equità, evitando la tentazione di ricorrere a modalità e metodi che invece hanno, visto anche il periodo, l’unico obiettivo di cercare un consenso elettorale.
Per questo motivo alle Amministrazioni comunali del territorio, oltre che ad un confronto nel merito per condividere le scelte, le Associazioni sollecitano un maggiore coraggio su alcuni punti che ritengono fondamentali per le imprese: TARI, IMU, TASI e COSAP.
Hanno illustrato questi temi in conferenza stampa:
Michele Pignacca (Presidente provinciale Confartigianato-GIA), Gualtiero Ghirardi (Presidente provinciale CNA), Leonardo Cassinelli (Presidente provinciale Confartigianato-Apla), Ugo Margini (Presidente provinciale Ascom-Confcommercio), Corrado Testa (Presidente provinciale Confesercenti).
DOCUMENTO INVIATO A TUTTI I SINDACI DEI COMUNI DELLA PROVINCIA DI PARMA
A tutti i Sindaci dei comuni della provincia di Parma
Oggetto: Riduzione della tassazione locale
Illustrissimo Sindaco,
Senza impresa non c’è lavoro e non ci può essere crescita economica e se le imprese continueranno a chiudere non ci sarà più neppure la base imponibile per tassarle.
La Legge di stabilità 2014 ha istituito la IUC (Imposta Unica Comunale) che si divide in tre voci Tari (Tassa sui rifiuti), Tasi (Tributo per i servizi indivisibili) e Imu (Imposta municipale propria a carattere patrimoniale).
Questi nuovi tributi stanno creando nelle imprese che rappresentiamo una seria preoccupazione, perché il rischio reale è quello di vedersi aumentare in modo esponenziale i costi.
Tenuto conto che è notorio il grave stato di difficoltà in cui il sistema economico italiano sta dibattendosi, che come è bene ricordare è costituito per il 97% da imprese con meno di 20 addetti, le scriventi Associazioni in rappresentanza di artigianato e commercio, riunite sotto la sigla di RETE IMPRESE ITALIA, attraverso questo documento, sottopongono agli amministratori locali alcune riflessioni e richieste delle quali auspichiamo vorranno tenere conto nel ridefinire tariffe e regolamenti applicativi dei tributi predetti.
Chiediamo in via generale che le imprese non vengano gravate di ulteriori oneri così come è accaduto in precedenza in modo generalizzato e diffuso nella gran parte delle municipalità del territorio provinciale.
Per questa ragione chiediamo che le scelte che si stanno per deliberare, salvo proroghe, non vadano a penalizzare ulteriormente la componente produttiva. È necessario rivedere i contratti con le Multiutility fornitrici dei servizi, che continuano a macinare utili mentre le imprese chiudono, che le risorse finanziarie di cui i comuni hanno bisogno vengano reperite attraverso una distribuzione, tra i vari soggetti passivi dei suddetti tributi, con criteri di equità, evitando la tentazione di ricorrere a modalità e metodi che invece hanno, visto anche il periodo, l’unico obiettivo di cercare un consenso elettorale.
Per questo motivo alle Amministrazioni comunali del territorio, oltre che ad un confronto nel merito per condividere le scelte, chiediamo maggiore coraggio su alcuni punti che riteniamo fondamentali per le imprese che rappresentiamo e che di seguito elenchiamo.
TARI
Revisione contratti tra i Comuni ed enti gestori del servizio rifiuti.
Affinché si possa predisporre un piano pluriennale di raccolta dei rifiuti è necessario che da subito gli amministratori chiedano con forza agli enti gestori del servizio una modifica al ribasso dei contratti di fornitura, anche con l’appoggio delle nostre Associazioni. Inoltre è opportuno che il comune dimostri che il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti sia stato affidato a parità di qualità alle migliori condizioni economiche.
Ogni comune dovrebbe arrivare alla raccolta puntuale.
La legge di stabilità 2014 offre la possibilità ai comuni di adottare una tariffazione o determinata dai criteri del DPR 158/99 (Legge Ronchi), oppure nel rispetto di chi “inquina paga”. Nel secondo caso che è certamente più significativo, il comune può commisurare la tariffa alla quantità e qualità medie ordinarie dei rifiuti prodotti per unità di superficie, in relazione agli usi e ad alla tipologia delle attività svolte, nonché al costo del servizio sui rifiuti. Questo porterebbe alla raccolta puntuale dei rifiuti, che andrebbe a risolvere molte problematiche relative ai costi: l’impresa paga in base a quanti rifiuti produce. In quest’ottica rileviamo la necessità che per la tariffazione puntuale venga considerato l’effettivo peso dei rifiuti prodotti e non il numero degli svuotamenti effettuati dal servizio di raccolta e vengano detassati i rifiuti speciali, assimilabili agli urbani ed i sottoprodotti che lo stesso produttore dimostri di avere avviato al recupero o in subordine individuare effettive agevolazioni proporzionali alla quota di rifiuti smaltiti autonomamente.
Ridefinire la ripartizione tra utenze domestiche e non domestiche in base ai mq nella parte variabile della tassa.
Come più volte sottolineato, per le aziende che rappresentiamo, la tassazione dei rifiuti è un a delle voci che incide maggiormente sui costi dell’impresa, pertanto è auspicabile che i comuni ridefiniscano, sulla parte variabile del tributo, in accordo con le Associazioni di categoria, una diversa ripartizione tra le utenze domestiche e quelle non domestiche in base ai metri quadrati di superficie atti a produrre rifiuto.
Agevolazioni per le attività economiche site nelle frazioni dei comuni.
È necessario inserire agevolazioni sulla tassa dei rifiuti per le attività commerciali e produttive site in frazioni con non più di 500 abitanti che esercitano un ruolo di presidio e servizio per la collettività.
Circoli privati e simili per la parte di somministrazione equiparati ai Pubblici Esercizi.
È necessaria una parità di trattamento per quanto riguarda la tassa dei rifiuti tra circoli privati o similari e aziende del settore dei Pubblici Esercizi (Bar, Ristoranti, ecc.).
Il termovalorizzatore come risorsa per diminuire la tassazione dei rifiuti.
Il termovalorizzatore, esistente e in funzione sul nostro territorio, deve portare ad un vantaggio economico reale in termini di riduzione delle tariffe dei rifiuti per il mondo delle imprese e sulla collettività. Sono noti infatti i benefici economici derivanti dalla produzione di energia elettrica e calore dalla combustione dei rifiuti. Inoltre, rispetto alla situazione preesistente, tale impianto ha favorito l’autosufficienza del territorio provinciale in tema di rifiuti facendo diminuire i costi di trasporto e smaltimento.
Regolamento uniforme a livello provinciale
Da anni si parla di semplificazioni mentre ci sono 47 regolamenti comunali, uno per ogni comune e tutti diversi tra di loro, per ogni tributo. Si auspica l’adozione di un modello uniforme di regolamento da parte di tutti i comuni del territorio provinciale.
IMU
L'immobile strumentale all'azienda non deve essere tassato.
L’Imu è l’imposta municipale propria di natura patrimoniale. Come ribadito a livello nazionale da Rete Imprese Italia riteniamo che questa imposta non debba assolutamente essere applicata a tutti quegli immobili che sono strumentali all’azienda. In alternativa richiediamo comunque l’applicazione della tassazione minima consentita.
TASI
Azzeramento dell'aliquota.
La Tasi è il tributo per i servizi indivisibili a carico sia del possessore che dell’utilizzatore dell’immobile. Nella Legge di stabilità 2014 viene evidenziato che l’aliquota base è pari all’1 per mille. È facoltà del comune, tramite delibera del Consiglio comunale, ridurre l’aliquota sino all’azzeramento oppure determinarla in modo tale che la somma tra l’aliquota Tasi e quella Imu non sia superiore all’aliquota massima statale del 31/12/2013, che per il 2014 non può superare il 2,5 per mille. Pertanto è importante che le amministrazioni tendano all’azzeramento dell’aliquota o al massimo rimangano su quella di base come prescrive la normativa.
COSAP
Incentivazione
Al fine di incentivare l’utilizzo di aree pubbliche al servizio delle attività e renderlo concorrenziale nei confronti dei comuni delle provincie limitrofe, si chiede la riduzione del 20% della tariffa giornaliera.
(Fonte: ufficio stampa Rete Imprese Italia)
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