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di Cinzia Bocci - Sono stati circa 28 mila i giovani laureati a lasciare l'Italia in cerca di nuove possibilità, secondo le ultime rilevazioni Istat per l'anno 2017, registrando un significativo incremento rispetto agli anni precedenti.

Che si inizi con lo zaino in spalla e un biglietto di sola andata o affidandosi a progetti internazionali come Erasmus e Au Pair, non fa differenza: l'estero sembra essere sempre più allettante, sia per migliorare la conoscenza delle lingue, sia dal punto di vista professionale e lavorativo. È proprio a questi temi caldi che si è dato ampio spazio nell'incontro Eppur bisogna andar, tenutosi lo scorso martedì al Centro Culturale di Langhirano, organizzato dalla sezione ANPI locale insieme alla Consulta Giovani. "Istruzione e lavoro sono parole della nostra Costituzione – ha spiegato Michela Schiaretti della segreteria ANPI introducendo l'incontro – le quali diventano importanti spunti di riflessione, se si tengono in considerazione le attuali condizioni del nostro Paese e le ormai significative percentuali di emigrazione italiana". Dare voce, dunque,ai giovani langhiranesi che hanno fatto, o stanno facendo, esperienza all'estero è sembrata una vera e propria necessità, non solo per tranquillizzare le numerose nonne e mamme presenti, ma anche per riflettere sui principi e i valori dell'Unione Europea, in visione della Festa dell'Europa celebrata il 9 maggio.

Daniel, Elena, Federica, Sara, Francesco, Graziella e Livio sono partiti per motivi diversi verso paesi diversi, ma tutti concordano con le parole di Elena: "Uscire dalla confort zone è difficile certo, ma cambia la vita".

L'iniziale e naturale disorientamento, dovuto non solo alla perdita dei propri punti di riferimento, ma anche da questioni burocratiche più o meno difficili, ha lasciato quasi subito il posto all'entusiasmo e alla voglia di conoscere e sperimentare nuove culture, trasformandosi così, come spiega Graziella, in "un'importante esperienza formativa, che ti mette davanti alle tue paure, e soprattutto ti fa tornare con un bagaglio carico di nuove consapevolezze". Arrivare in un paese straniero permette inoltre di guardare le cose da un altro punto di vista, quello dell'immigrato: "Ho lavorato in diverse fabbriche, facendo i lavori più umili – racconta Elena – mi sono immedesimata moltissimo nelle persone che arrivano qui in Italia e cercano i lavori più accessibili. Soprattutto nelle zone più rurali dell'Australia, poi, dove la mentalità è piuttosto chiusa, spesso mi sono trovata in situazioni poco piacevoli, in cui per il fatto di essere donna e straniera mi hanno fatta sentire inferiore". In generale tutti i ragazzi concordano nel dire che: "Quando si va fuori dall'Italia, paradossalmente, si conosce meglio la propria cultura, si impara a non dare per scontate le cose, ad apprezzare ciò che si ha e, soprattutto, si diventa consapevoli della propria forza". Non sono stati però soltanto i ragazzi i protagonisti dell'incontro, interessanti infatti sono stati i video consigli che alcuni senior langhiranesi da anni residenti all'estero hanno voluto dare ai compaesani più giovani: "Bisogna provare almeno una volta a vivere da straniero in un altro paese", raccomanda Tania, alla quale si unisce Piero affermando come "I giovani debbano imparare ad essere competitivi a livello internazionale".

In un'Europa in cui i confini tra gli stati sono ancora aperti e valicabili, i giovani devono sentirsi cittadini europei a tutti gli effetti, liberi di sperimentare, di viaggiare e di arricchirsi. Le possibilità oggi sono davvero infinite, bisogna dunque semplicemente imparare a coglierle, ascoltando le parole di chi, avendo qualche anno in più, avverte: "La fortuna è la preparazione che incontra l'occasione. Siate preparati in attesa di incontrare la vostra occasione".

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