Da inizio 2024 sono più di 700 i professionisti della sanità emiliano-romagnola che hanno ricevuto minacce verbali ed aggressioni fisiche, sia da cittadini che da pazienti. I più colpiti sono infermieri e medici, seguiti a ruota da operatori socio sanitari e autisti soccorritori.
Le aggressioni non sono circoscritte al solo personale di pronto soccorso, ma anche agli
operatori delle degenze, dei servizi psichiatrici e della sanità privata, a cui si aggiungono quelle a danno dei medici di famiglia e dei pediatri di libera scelta.
La Regione Emilia-Romagna e le Aziende in indirizzo, più volte sollecitati sul tema aggressioni al personale sanitario, non hanno intrapreso nessuna iniziativa concreta volta alla salvaguardia del personale sanitario, minimizzando un flagello che incombe sul personale sanitario e che si riflette negativamente sulla stabilità del sistema sanitario regionale.
Motivazioni che hanno indotto la FIALS dell'Emilia-Romagna a proclamare lo stato di agitazione sindacale di tutto il personale del comparto e della dirigenza medica in servizio presso le Aziende del sistema sanitario regionale.
É stata inviata una richiesta alle prefetture di tutta l'Emilia-Romagna per richiedere, con urgenza, l'attivazione delle procedure di raffreddamento e conciliazione in conformità con quanto disposto in applicazione della legge 146/90, così come modificato dalla legge 83/2000, art.2, comma 2.
Se ai tavoli di prefettura non ci saranno risposte ed azioni concrete volte alla risoluzione della problematica relativa alle aggressioni, si rischia uno sciopero regionale di 24 ore che potrebbe paralizzare tutte le aziende sanitarie dell'Emilia-Romagna.