Mercoledì, 28 Agosto 2024 15:51

Europa 2024: “incaprettata” dai bisogni sospesi In evidenza

Scritto da Andrea Caldart

Di Andrea Caldart Cagliari, 27 agosto 2024 - In pieno stato confusionale e con un olimpionico responso negativo pervenuto dalle urne di giugno, ci apprestiamo a vedere la ripartenza dello stesso governo autocratico europeo precedente, che nessuno ha scelto, ma che pretenderà ancora di avere il diritto di imporre cure per i danni da esso creati.

Gli interessi della maggioranza degli elettori europei sono stati espressi in modo chiaro, e hanno determinato che l’Europa della Von der Leyen, non è ciò che vogliono.

Lo stesso è stato sancito anche dal grande popolo dell’astensionismo, che ha giudicato questa politica di autoritarismi sanitari e imposizioni green, incapace di comprendere le vere sfide sul futuro del continente dei 27 Paesi.

L’Europa che ci apprestiamo a veder riprendere il suo cammino, ha davanti a sé numerose nuove prove di sopravvivenza, con variabili politiche non facilmente individuabili, che sono preludio di future scelte tutte in divenire.

Una di queste è data dal voto americano di novembre prossimo, dove la fazione Biden-Harris di Bruxelles, si augura di poter continuare con quell’influenza dell’americanismo economicamente guerrafondaio, ma dovranno comunque aspettare l’esito delle urne.

Quello che è certo è che, sia che vinca la Harris o Trump in un modo o nell’altro, l’America ha sempre spinto sugli eventi e sulle decisioni europee.

Dobbiamo anche ricordare che due grandi Paesi come Francia e Germania, a giugno, hanno subito veri e propri ribaltamenti e azzeramenti politici.

In Germania ora come ora, vacilla la leadership di Olaf Scholz con scossoni anche all’interno dei tre partiti che sostenevano la sua coalizione chiamata “semaforo”.

E vedremo poi nel prossimo mese di settembre cosa accadrà nelle votazioni previste nei Länder di Turingia e Sassonia, considerate regioni chiave per oltrepassare la Porta di Brandeburgo e sedersi nel Bundestag.

Nello stesso periodo in Francia invece il moderno Napoleone Emanuel Macron, ha ricevuto un autentico stop alla sua politica, che lo ha costretto a sciogliere l’Assemblea National ed indire nuove elezioni.

Ma alla fine tutto è rientrato, come da schema.

Quello che invece sta emergendo è che c’è una consapevolezza diversa nei cittadini europei dove è evidente un malcontento riferito ai grandi temi quali, sanità, immigrazione, elettrico, green new deal, frutto di evidenti derive autoritaristiche personali di attacco alle sovranità delle nazioni.

Ma c’è stato anche un altro grande contrasto nella consultazione dell’8 e 9 giugno scorso, ed è quello del perché questo voto europeo non sia stato il voto contro le guerre, altrimenti non si spiega come mai tutti quei movimenti che si sono presentati con il simbolo della pace, non siano riusciti ad entrare, e nemmeno tutti assieme, siano riusciti a superare la metà della soglia minima di sbarramento.

In fondo è stata solo una battaglia tra leader, concentrati nel difendere le proprie scelte governative, in una prova di forza per il mantenimento del consenso di una parte della popolazione, anziché proporre e pensare liberamente se c’è un futuro europeo.

Come indubbiamente poco ha importato capire quell’oltre 50% di aventi diritto che non si sono presentati al voto, sancendo così il vero e purtroppo attuale triste partito di maggioranza.

La politica europea come quella italiana, ma in realtà un po' tutta la politica, è rimasta “incaprettata” dai bisogni sospesi che ha sbandierato per troppo tempo.

Ancora una volta il camaleontismo politico s’è vestito e rivestito con l’abito più conveniente, dimostrando che il vero interesse è solo quello del mantenimento dello status quo, anziché lavorare ad una politica del futuro.

E chi invece questa realtà non l’ha ancora ben compresa, sono proprio quelli che hanno perso nella consultazione del 8 e 9 giugno, come Macron e Scholz, i quali continuano imperterriti a non considerare le scelte degli elettori, cercando una convergenza con altri Paesi come Olanda e Polonia, per mantenere la maggioranza Ursula 2.0 che gli elettori hanno sonoramente bastonato.

Sembra quasi che l’Europa abbia un pilota automatico che segue una rotta di collisione, avvolta in una sorta di Titanic politico che non vuole cambiare direzione, qualunque sia l’ostacolo che ha davanti, anche togliendo il transponder, non considera minimamente il cambiamento chiesto dall’urna.

Forse dovremmo ritrovare quello spirito che animava i parlamentari italiani dei governi repubblicani degli anni Cinquanta i quali, provenendo per quasi il 50% di essi dal mondo agropastorale, hanno permesso al nostro Paese alla fine degli anni ’80, di essere la quinta potenza economica del mondo.

Dobbiamo ritrovare quel senso di responsabilità verso la democrazia, per far sì che possa continuare la sua marcia in difesa della sovranità dei Popoli, contro un’Europa matrigna che agisce quale ente regolatorio oppressivo delle libertà individuali dei cittadini, e che prova a scavalcare le Carte costituzionali dei singoli Paesi.

Ma tranquilli ora che è ripreso il campionato di calcio, ci pensa lui a tenerci distante da tutti i problemi.

 

È GRATIS! Clicca qui sotto e compila il form per ricevere via e-mail la nostra rassegna quotidiana.



"Gazzetta dell'Emilia & Dintorni non riceve finanziamenti pubblici, aiutaci a migliorare il nostro servizio e a conservare la nostra indipendenza, con una piccola donazione. GRAZIE"