Di Andrea Caldart Cagliari, 2 gennaio 204 (Quotidianoweb.it) - A parte i soliti poli che costituiscono le varie sigle politiche storiche, i prossimi appuntamenti elettorali sarebbero interessanti e utili per cercare di ricompattare quell’area del dissenso, che si era tanto battuta durante la psico-pandemia.
Tanto battuta quanto combattuta dentro la sua anima, nelle gossipare chat dei vari canali social che portano al decadimento completo di ogni istanza, e che purtroppo testimonia solo l’impossibilità di interrelazioni umane e di una nuova politica.
Conflitti e discordie, specialmente all'interno di questo mondo che dovrebbe rappresentare verità e giustizia, minano la fiducia del pubblico e ostacolano il perseguimento degli obiettivi dichiarati.
Una ad una cadono le maschere dei tanti condottieri del dissenso che, incarnando il tema della discriminazione sociale, hanno finito con il dividere ancora di più la speranza e l’alternativa in quel popolo, rendendolo avversario di sé stesso, grazie al proprio interesse personalistico ed egocentrico.
Il primo vero test lo si avrà in Sardegna dove, il 25 febbraio, si gioca la partita per la presidenza della Regione.
In casa centro destra non c’è ancora un accordo perché la Lega vuole ricandidare l’uscente Christian Solinas sul quale gravano alcune pendenze, in uno dei quali la Procura cagliaritana ha ipotizzato il reato di corruzione.
Nella altra parte della maggioranza, FdI vorrebbe candidare l’attuale Sindaco di Cagliari Paolo Truzzu che, tra cantieri e un flop da quasi un milione di euro per il capodanno appena passato, non è tra i preferiti nei sondaggi.
Il centro sinistra invece ha già scelto da tempo la pentastellata Alessandra Todde, sostenitrice di rigassificatori, ma soprattutto al fianco di un Giuseppe Conte che con i suoi lockdown e politiche psico-pandemiche, ha ammazzato questo Paese, asservendosi ai diktat di Bruxelles, seguendo l’agenda 2030.
Ma torna in campo anche Renato Soru con la sua “Rivoluzione Gentile”; imprenditore e politico, fondatore di Tiscali, del PD e già con un passato da presidente della Regione Sardegna dal 2004 al 2009.
Sarà probabilmente lui il vero ago della bilancia e forse anche la vera sorpresa della prossima tornata elettorale sarda, anche perché è riuscito a far convogliare 30 dirigenti della Schlein nel suo nuovo progetto politico per la Sardegna.
Ma c’è fermento anche nel campo alternativo dove abbiamo il coraggioso impegno della ex eurodeputata 5 stelle Giulia Moi, che sta costruendo con la sua “progressosostenibile”, una lista che convoglia anime diverse anche del popolo del dissenso, ma a vederla da fuori, troppo radicata nel contesto ideologico che contraddistingue il carattere “sardo”.
Una battaglia quella del campo alternativo che vedrà in campo anche “Forza del Popolo” creatura dell’avvocato siciliano Lillo Massimiliano Musso che ripropone il tema della “Zona Franca” come punto focale della campagna elettorale, scegliendo come rappresentante principale la dottoressa Maria Rosaria Randaccio, la quale da 25 anni porta avanti quest’istanza in terra sarda.
La Sardegna si prepara a queste elezioni avvilita, delusa e tradita, mortificata per il mero tornaconto degli interessi affaristici che ha visto perseguire da fuori regione e che probabilmente vedrà aumentare il popolo del “non voto”.
Sconforto e rassegnazione sono molto evidenti girando la Sardegna, ma l’ignavia dei sardi non fermerà il declino in cui questo paradiso terrestre è precipitato, perché non c’è un salvatore predestinato, ma solo avere il coraggio di scegliere un futuro diverso.