Domenica, 27 Novembre 2022 07:13

“Dentro la Costituzione” - Che cosa sta accadendo nella repubblica islamica dell'Iran? In evidenza

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Di Daniele Trabucco Belluno, 27 novembre 2022 - Le proteste di questi mesi in Iran, a seguito della morte di Masha Amini di anni 22, arrestata dalla polizia morale iraniana per il solo fatto di aver indossato il velo in maniera inappropriata, hanno condotto ad un aumento della tensione sociale: le donne, in particolare, sfidano le norme vigenti tagliandosi i capelli e bruciando i loro hijab (foulard) in nome del diritto di autodeterminazione e del superamento della disparità di status.

L'intento è duplice: o rovesciare la teocrazia islamica al potere dal 1979 dopo la cacciata dello scià, oppure quantomeno attenuare gli aspetti repressivi dell'ordinamento. Malgrado le richieste e il cambiamento sociale, considerando che l’Iran è un paese con una popolazione giovane e un’età media di 32 anni, con quasi il 75% della popolazione che vive nell’area metropolitana, considerando anche il raddoppio della popolazione e le quattro generazioni che sono nate e cresciute dopo la Rivoluzione (che non hanno partecipato al referendum del 1979 con il 98% dei sì alla Repubblica Islamica), ancora oggi le autorità iraniane non prendono in considerazione una riforma fondamentale e necessaria alla situazione attuale dell’Iran.

È indubbio che, nel tessuto sociale iraniano, le donne siano state quelle che maggiormente hanno subito la sofferenza: sebbene, a livello lavorativo, il loro contributo sia fondamentale e occupino più del 50% dei posti nelle università, nonostante il regolamento discriminatorio delle "Quote Azzurre" applicato dal tempo di Ahmadinejad, e possano partecipare attivamente alla politica, mancano di diversi diritti primari e fondamentali e hanno difficoltà ad essere elette in posizioni di decision-maker.

Il boicottaggio delle elezioni presidenziali del 2021 con la vittoria dell'ultra-conservatore Ra'isi, le sanzioni economiche, l'aumento della criminalità, la disoccupazione certamente non aiutano a rasserenare il clima ed a porre le premesse per serie riforme di sistema.

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(*) prof. Daniele Trabucco.
Prof. Daniele Trabucco
Associato di Diritto Costituzionale italiano e comparato presso la Libera Accademia degli Studi di Bellinzona (Svizzera)/UNIB – Centro Studi Superiore INDEF (Istituto di Neuroscienze Dinamiche «Erich Fromm»). Professore universitario a contratto in Diritto Internazionale e Diritto Pubblico Comparato e Diritti Umani presso la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici/Istituto ad Ordinamento Universitario «Prospero Moisè Loria» di Milano. Dottore di Ricerca in Istituzioni di Diritto Pubblico e titolare di Master universitario di I livello in Integrazione europea: politiche e progettazione comunitaria. Già docente nel Master Executive di II livello in «Diritto, Deontologia e Politiche sanitarie» organizzato dal Dipartimento di Economia e Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale. Socio ordinario ARDEF (Associazione per la ricerca e lo sviluppo dei diritti fondamentali nazionali ed europei) e socio SISI (Società italiana di Storia Internazionale). Vice-Referente di UNIDOLOMITI (settore Università ed Alta Formazione) del Centro Consorzi di Belluno.