A sinistra è in essere una sottile 'operazione maquillage' attraverso la creazione di un grande listone stile Ulivo che fu , per celare i simboli dei partiti tradizionali e forse pure gli esponenti politici, nel tentativo di indurre in confusione l'elettorato confidando in una probabile memoria corta del popolo italiano.
La sinistra che appena qualche giorno fa si prodigava in endorcement nei confronti del primo ministro, dipinto come l'uomo della provvidenza, ora adombra in modo del tutto ingiustificato come un pericolo l'arrivo di una donna di destra alla guida del paese; per inciso sarebbe quanto mai auspicabile che il prossimo Presidente del Consiglio, a prescindere dallo schieramento, fosse una donna.
A destra litigano già su chi sarà il primo ministro quando il risultato delle elezioni e' tutt'altro che scontato.
Tutti a destra e sinistra fanno a gara a definirsi atlantisti, democratici ed europeisti dimenticando che:
a) la democrazia non si esporta con le armi e tanto meno con il trattato nord atlantico;
b) il termine europeisti è ampiamente abusato, dimenticando che l'Europa che e' stata costruita e' solo monetaria e meramente burocratica ma non è un'Europa dei popoli e delle Nazioni. Valga il pensiero della grande statista inglese Margaret Thatcher "Il mio primo principio guida è questo: la cooperazione attiva e volontaria tra stati sovrani indipendenti è il modo migliore per costruire una Comunità europea di successo.
Cercare di sopprimere le nazionalità e concentrare il potere al centro di un conglomerato europeo sarebbe altamente dannoso e comprometterebbe gli obiettivi che cerchiamo di raggiungere. *L’Europa sarà più forte proprio perché ha la Francia in quanto Francia, la Spagna in quanto Spagna, la Gran Bretagna in quanto Gran Bretagna, ciascuno con i propri costumi, tradizioni e identità. Sarebbe follia cercare di costringerli in una sorta di personalità europea tipica.....Lavorare a più stretto contatto non richiede che il potere sia centralizzato a Bruxelles o le decisioni siano prese da una burocrazia designata. (…) Certamente vogliamo vedere l’Europa più unita e con un maggiore senso di uno scopo comune. Ma deve essere in un modo che preserva le diverse tradizioni, i poteri parlamentari e il senso di orgoglio nazionale nel proprio paese; perché queste sono state la fonte di vitalità dell’Europa attraverso i secoli" (Discorso tenuto il 20 settembre 1988 al Collegio d’Europa di Bruges).
Intanto non si parla di programmi proprio in un paese come l'Italia dove e' totalmente assente ad ogni livello la programmazione ma prevale la politica dell'ultimo minuto, dell'emergenza che da eccezione diviene regola, dell'improvvisazione.
E poi ogni giorno si assiste al l'insopportabile attacco al 'nemico' a chi la pensa diversamente contrariamente al pensiero davvero liberale per cui nel confronto , e non nello scontro, le idee si rafforzano.Il tutto in un continuo adattamento e trasformismo di idee e principi a seconda della pancia dell'elettorato, ma per i principi non vale il motto uno vale uno.
Cerchiamo di non avere la memoria corta, di ricordarci quando avremo la matita in mano volti, frasi e sofferenze di questi due anni. Leggiamo, informiamoci e soprattutto pensiamo ricordando che "Non c’è cancello, nessuna serratura, nessun bullone che potete regolare sulla libertà della mia mente”(Virginia Wolffsaggio “Una stanza tutta per sé”).
Andiamo a votare e nei limiti di ciò che sarà possibile cerchiamo la competenza perché uno non vale uno e riprendiamoci la nostra Italia.
(*) Autori
Filippo Borelli
Daniele Trabucco