Domenica, 10 Luglio 2022 06:58

Siccità: Emergenza vera o speculazione In evidenza

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 Di Andrea Caldart Cagliari, 10 luglio 2022 - Arriva l’estate, arriva il caldo, l’afa, manca l’acqua e subito non si perde tempo a implorare e a dichiarare una nuova emergenza, anzi questa era già nel cassetto di Palazzo Chigi da tempo.

Stranamente però quest’anno di questa calamità, è da marzo che se ne parla e, anzi per essere più precisi, è da gennaio perché, il bravo “Messia tecnico” che vuole privatizzare un bene essenziale per la vita, ha inserito nelle pieghe del PNRR, proprio un emendamento specifico, il 22.6.

In questo emendamento, come lo sapessero in anticipo che avremmo avuto quest’emergenza, c’è la coincidenza della data di luglio 2022 in quanto al punto 22.6 viene proprio descritto che: “Entro luglio 2022 dovrà essere valutata la capacità degli enti locali di gestire il patrimonio idrico e in caso di valutazione negativa dovranno essere coinvolti i privati.

Forse questo governo in stile nordcoreano, non ricorda che poco più di dieci anni fa, ci fu un referendum popolare nel quale, gli italiani hanno scelto di tenere l’acqua come bene pubblico, ovvero di farla rimanere in mano pubblica.

Mentre assistiamo alla creazione dell’ennesimo Commissario e al solito rimpallo di responsabilità, colpisce che un burocrate come lui “il migliore” e non uno scienziato, si sia scaraventato subito in Marmolada preoccupandosi, dopo il cordoglio per l’immane tragedia, di sottolineare che il problema è il cambiamento climatico.

Sembra un’occasione da non perdere per mettere le mani nella “marmellata ambientalista” cercando consensi visto il suo flop nei sondaggi recenti, un italiano su due lo ha “scaricato”, ma usare le parole di altri senza conoscere le tesi di tutti, potrebbe anche stavolta, rivelarsi un effetto boomerang.

Infatti, le conclusioni di un’indagine pubblicata su “Research in Astronomy and Astrophysics”, basata su 500 studi scientifici, sottolinea che, dare tutte le colpe all’uomo di questo cambiamento, sia un pochino affrettato e non troppo veritiero.

Lo evidenzia anche il noto fisico e divulgatore scientifico Prof. Antonino Zichichi il quale rileva due cause precise, ma differenti tra loro e che vanno perseguite con modalità differenti.

Infatti, dichiara: “È bene precisare che cambiamento climatico e inquinamento sono due cose completamente diverse. Legarli vuol dire rimandare la soluzione. E infatti l’inquinamento si può combattere subito senza problemi, proibendo di immettere veleni nell’aria. Il riscaldamento globale è tutt’altra cosa”.

Tornando al tema, siamo un paese, forse in questo caso, il più fortunato d’Europa perché abbiamo, fiumi, laghi, falde acquifere sotterrane, possibile che la causa oggi sia tutta da imputare alla siccità?

Vero è che non ha piovuto per molto tempo, ma ci sono invasi e bacini idrici controllati dall’uomo che contengono acqua e, in questi giorni sta piovendo in una buona parte del nord Italia.

Nessuno dei baldi giornalisti del mainstream ha mai provato a chiedersi se la nostra rete idrica sia efficiente, perfetta, oppure presenti le caratteristiche di un malato terminale al quale vengono negate le cure primordiali, ovvero tappare i buchi?

Di questo passo per la regola delle piccole dosi, cari “schiavi del XXI secolo”, stanno cercando di abituarvi che i beni di prima necessità come, acqua, pasta, olio, carne, verdure, gas, elettricità, per citarne alcuni, passeranno dallo stato di diritto allo stato di privilegio.

Ma tutto questo sarà proprio colpa di Madre Natura?  

Proprio no, un secco no, anzi un deciso no; siamo noi i colpevoli, è colpa nostra che ci disinteressiamo dei problemi veri reali e demandiamo ad una accozzaglia di “scappati di casa” di rappresentarci in un governo Colonia degli Usa e della Ue, il quale agisce in difetto verso la nostra sovranità e verso le libertà rappresentate nella Carta costituzionale.

La prospettiva che si sta paventando è molto pericolosa perché con la scusante dell’emergenza e, il commissariamento, vedremo costruire opere faraoniche, la maggior parte delle quali si sa, in Italia siamo abituati, saranno solo sprechi immensi e incompiute.

Si comincerà con circa 16 desalinizzatori opere che hanno costi stimati in circa 2,5-3 miliardi di euro che, sulla leva della creazione di nuovi posti di lavoro, circa 10.000 unità, nessuno invece pensa a sistemare quel colabrodo che è la rete idrica italiana che perde circa 42% d’acqua (fonte Istat).

Un’altra preoccupazione su questa “mancanza d’acqua” e forse è quella più pericolosa, viene data dalla “competenza” che genera la speculazione che si fa sull’acqua.

I periodi siccitosi esistono da sempre; infatti, ne abbiamo avuto uno circa vent’anni fa, tra il 2001 e 2002 che ci ha lasciato in eredità con, Lazio, Sicilia e Basilicata, il Commissariato dell’emergenza idrica nazionale.

Dalla competenza arrivare alla speculazione è un attimo perché, è proprio quella degli invasi che si vogliono creare, con soldi pubblici, per darli in mano private e non pubbliche per, in futuro, strizzare il cittadino.

Se si avvererà questo, prepariamoci ad un amento dei costi che potrebbero passare da circa gli attuali 1 euro fino a 3 euro a metro cubo e, con tutto l’ambaradan del “portafoglio digitale” del ministro Colao, a questi privati che su un cloud si troveranno i nostri dati e tracciamenti, sarà un gioco da ragazzi, bloccarci il bene primario necessario ed indispensabile per la nostra vita: l’acqua.

Anche questo obiettivo dell’agenda globalista di Davos sembra proseguire indisturbato; la deformazione della massa materiale umana dei cittadini italiani (non tutti), che, apprezzando la spersonalizzazione, si “risvegliano abituati” al loro cambiamento costruito da altri, incuranti della loro dignità di persone e del ricordo di chi erano, ma ben presto arriverà il giorno del “si salvi chi può” e lì, saranno dolori. 

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