Di Daniele Trabucco (*) Belluno, 5 dicembre 2021 - La morte procurata o autoprocuratasi sarebbe, per molti, un «bene» in quanto manifestazione e risultato di un altro «bene»: del «diritto» all’assoluta autodeterminazione della volontà soggettiva, vale a dire della sovranità del soggetto. Tratta, infatti, di riconoscere il «diritto» a disporre di sé assolutamente, senza interferenze di volontà «altre».
Il che postula la non esistenza dell’ordine naturale.
Meglio: postula l’esistenza di un ordine naturale come sua inesistenza. Il ribaltamento dell’ordine naturale, legato alla creazione (o, comunque, semplicemente «dato»), della morale tradizionale (ove «tradizionale» significa ebraico-cristiana, ma anche classico-pagana), del diritto come esercizio di doveri, è evidente e radicale.
Si tratta del tentativo di affermare il primato della libertà (propriamente parlando, della «libertà negativa») sulla stessa vita: la libertà sarebbe il valore supremo che va formalmente riconosciuto sul piano giuridico positivo.
Dunque, le leggi devono rispondere alle richieste sociali. Non nel senso che sono chiamate a regolamentare secondo diritto le nuove questioni, bensì nel senso che tutto ciò che la società chiede (talvolta, perché prima praticato) deve trovare riconoscimento nell’ordinamento e da parte dell’ordinamento giuridico positivo.
La legge, dunque, non sarebbe norma che disciplina le condotte, prescrivendo e vietando, ma regola che «rispecchia» (passivamente e avalutativamente) le condotte impostesi nel costume.
È, questa, una tesi di matrice schmittiana, secondo la quale la società è regola per l’ordinamento (persino per la Costituzione), non l’ordinamento (e la Costituzione) regola per la società. È il trionfo della modernità giuridica per cui è la promozione della «libertà negativa» del soggetto il valore supremo dalla cultura di origine lato sensu protestante.
(*) prof. Daniele Trabucco. Associato di Diritto Costituzionale italiano e comparato presso la Libera Accademia degli Studi di Bellinzona (Svizzera)/UNIB – Centro Studi Superiore INDEF (Istituto di Neuroscienze Dinamiche «Erich Fromm»). Dottore di Ricerca in Istituzioni di Diritto Pubblico. Professore a contratto in Diritto Internazionale presso la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici/Istituto ad Ordinamento universitario «Prospero Moisè Loria» di Milano.