Di Lamberto Colla Parma, 14 febbraio 2021 342esimo giorno dell'anno 1 dell'era COVID-19 - domenica-
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella lo scorso anno affermò perentoriamente che la dittatura comunista: “Scatenò, in quelle regioni di confine, una persecuzione contro gli italiani, mascherata talvolta da rappresaglia per le angherie fasciste, ma che si risolse in vera e propria pulizia etnica, che colpì in modo feroce e generalizzato una popolazione inerme e incolpevole”.
Un discorso che individuava precise responsabilità: il comunismo e i partigiani comunisti titini superando, una volta per tutte, la tesi secondo cui ad essere uccisi furono solo i fascisti ma, al contrario, migliaia di persone con la sola colpa di essere italiane.
Ma il richiamo del Presidente della Repubblica è ancora stato disatteso. E allora anche quest'anno abbiamo assistito, a pochi giorni di distanza, al gap d'intensità celebrativa tra le vittime naziste, la cui giornata della memoria ricorre il 27 gennaio, e il 10 febbraio che richiama il "Ricordo" delle FOIBE.
Alla prima si arriva con almeno 15 giorni di richiami all'evento commemorativo. In ogni TG viene rammentato ogni iniziativa, spettacolo o il docufilm di rito che testimonia la SHOAH e che sarà presentato in prima serata il prossimo 27 gennaio e poi ancora per qualche giorno a seguire per raccontare il successo che ebbe quel film e tornare a intervistare gli ultimi testimoni, o i loro familiari o comunque i rappresentanti della comunità ebraica.
E' così che si mantiene viva la memoria. Andando nelle scuole, tranne quest'anno a causa della pandemia, a raccontare delle atrocità nazi-fasciste, a raccontare quanto abbiano inciso nella vita di milioni di persone e quanto sia importante non dimenticare affinché la storia futura non debba raccontare ancora di analoghe sofferenze.
Così dovrebbe essere per le vittime di tutte le atrocità commesse durante e negli imminenti anni che seguirono i conflitti.
A solo 13 giorni di distanza il calendario richiama l'eccidio delle Foibe, celebrazione istituita solo 17 anni fa, che rischia di tornare nell'oblio perché ancora mal tollerata.
E allora assistiamo a "penosi eventi" celebrati sotto al cartello stradale che indica la via dedicata, alla estrema periferia della città, piuttosto che dare spazio a "storici" partigiani come Eric Gobetti che a Parma, su invito della Amministrazione ha parlato alle scolaresche. Una pubblicazione, la sua, offensiva già a partire dal titolo “E allora le foibe?”, ma anche dannosa perché dietro a una presunta terzietà e oggettività storica, vengono promosse tesi e argomentazioni faziose e di parte.
"D’altro canto, - commenta Nicola Porro - da un autore che qualche anno fa si fece fotografare con il pugno chiuso di fianco a un ritratto di Marx, con il fazzoletto rosso al collo e alle spalle la bandiera dei partigiani titini, gli stessi che trucidarono migliaia di italiani, non c’è da aspettarsi altro.”
Associazioni culturali che, alla vigilia della Giornata del Ricordo trasmettono un accorato comunicato tutto incentrato sull’olocausto dimenticando completamente ogni minimo richiamo alle vittime delle FOIBE.
Ma c'è addirittura di peggio!
Alcuni dirigenti del PD di Reggio Emilia, attraverso i loro profili social, hanno pubblicato vergognose affermazioni che avrebbero dovuto far innalzare le barriere del disappunto dagli stessi compagni di partito.
"Sempre detto che sulle colline carsiche c'era ancora un sacco di posto",oppure "vedi cosa succede a lasciare i lavori a meta'?", sono le frasi incriminate e portate alla luce da Maura Catellani (LEGA) secondo la quale "è quindi necessario dissociarsi ufficialmente dall'attività di promulgazione di messaggi di istigazione all'odio, inneggianti a violenza e pulizia etnica contro cittadini inermi, esercitata - accusa la leghista Catellani - dall'amministratore pubblico Andrea Capelli e , già capogruppo Pd in consiglio comunale a Reggio Emilia, e ora presidente delle Farmacie Comunali Riunite, e dal consigliere comunale Pd Dario De Lucia, tramite ospitalità e divulgazione attraverso propri canali social". La Catellani chiede anche alla giunta regionale di dissociarsi da frasi di quel contenuto.
Ecco quindi che se non si trova una convergenza su fatti a atrocità del genere sarà ben difficile immaginare una società civile, inclusiva, solidale e equa.
Una società con la "memoria a intermittenza" è una società incivile mentre invece dovrebbe, tutta insieme, raccogliersi attorno alle memorie, dalla SHOAH alle FOIBE per arrivare alle "Marocchinate", le atrocità commesse dal Contingente Francese di liberazione durante la risalita degli alleati dalla Sicilia all'estremo Nord. Episodi ancora chiusi nelle segrete degli archivi e che, a differenza di quanto si credeva, non sono, per quanto atroci, limitate alla "ciociaria" ma estese a tutto il territorio nazionale e pure in quello germanico.
In conclusione, una società dove non alberga il sano patriottismo è una società che verrà prima conquistata e poi annientata.
Tenere vivi i ricordi, anche i più dolorosi, è segno di maturità e rappresenta un grande passo per l'umanità.
E' ora di dire basta al negazionismo, di qualsiasi parte, ed alla becera demagogia.
LINK:
http://www.marcelloveneziani.com/il-giornalista/mi-ritorni-in-mente/le-foibe-in-italia-vince-solo-l-oblio/
https://www.gazzettadellemilia.it/cultura/item/30999-%20“marocchinate”,-la-verità-documentata-di-silvano-olmi.html
https://www.nicolaporro.it/foibe-diamoci-un-taglio-con-i-negazionisti/
https://www.gazzettadellemilia.it/politica/item/31147-catellani-giornata-del-ricordo-la-regione-si-dissoci-dagli-atti-di-incitazione-all-odio-razziale-di-alcuni-esponenti-pd.html
https://www.gazzettadellemilia.it/cultura/item/31145-rubrica-sul-sociale,-l-angolo-d-intesa-l-importanza-della-memoria.html
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