INTERVENTO DI PIETRO VIGNALI A TGCOM24
WELFARE: QUOZIENTE PARMA PER CONTRASTARE EFFETTI DELLA CRISI
“Solo un Welfare a misura di famiglia è in grado di mitigare gli effetti della crisi dovuti al post pandemia, funestato anche dalla guerra in Ucraina: inflazione, caro energia mettono in crisi i nuclei familiari a Parma come nel resto d’Italia. Il Quoziente Parma oggi sarebbe uno strumento molto efficace per le città e per il Paese intero”. Lo ha detto Pietro Vignali, candidato sindaco di Parma, ospite questa mattina della trasmissione TGCom24 di Mediaset .
“Una delle prime iniziative della giunta Pizzarotti nel 2012 fu proprio quella di abolire il Quoziente Parma che rimodulava tasse, tariffe, accesso ai nidi, alle scuole d’infanzia, ai servizi socioassistenziali e ai sistemi contributivi di sostegno comunali sulla base dei carichi familiari: figli, anziani, disabili a carico, condizione lavorativa dei genitori. Un grande errore – aggiunge Vignali – perché oggi come ieri è necessario riconoscere alla famiglia il lavoro che quotidianamente svolge in campo educativo, di cura, di dialogo tra le generazioni e di coesione sociale. Da anni Parma è una città che invecchia: le nascite sono calate del 15 per cento in dieci anni. Sono in aumento le fragilità e crescono le nuove povertà, 35mila casi nella nostra città cresciuti di 3mila negli ultimi 3 anni, che toccano fasce del ceto medio, “poveri che lavorano” e soprattutto famiglie numerose, monogenitoriali e giovani coppie. Ripartirò dal Quoziente Parma che consentirà di ridurre l'impatto delle tasse, delle tariffe e facilitare l'accesso ai servizi del Comune. Il mio obiettivo è farlo diventare uno dei pilastri del welfare della nostra città e anche del sistema educativo. In questi anni la famiglia non è stata valorizzata e vediamo oggi le conseguenze di queste scelte: il disagio giovanile dilaga in forme che prima non conoscevamo e mancano politiche per le famiglie, per le donne e di contrasto alle povertà”
“Se guardiamo il livello nazionale – conclude Vignali – nei Paesi come la Francia, in cui il Quoziente familiare è legge dello Stato, si dimostra utile dal punto di vista economico e sociale, del contrasto alla denatalità, ma anche del protagonismo femminile nella società e nel mondo del lavoro”.
Incontro di Pietro Vignali con associazioni familiari e l’associazione “Parma è Donna”
Il quoziente familiare e la visione di una città a misura di donna e famiglia: questi i principali temi affrontati nell'incontro di sabato 9 aprile al ristorante Rosa Croce. Protagonisti Pietro Vignali, l’associazione "Parma E’ donna" e alcune associazioni familiari della città.
In un periodo storico in cui l'ombra della crisi è sempre più pressante su cittadini e famiglie, l'effetto combinato della pandemia, dell’inflazione e delle problematiche nel settore energetico rischia di diventare la tempesta perfetta che travolgerà i nuclei familiari della nostra città. Chi vuole governare Parma deve avere già pronto un piano d’azione per aiutare concretamente i cittadini e proteggerli dalle conseguenze dei rincari.
Ma non c’è solo la crisi. Da anni Parma, come quasi tutte le realtà italiane, è una città che invecchia (gli over 75 sono il 12% della popolazione) e fa pochi figli (nascite calate del 15% in dieci anni). Sono in aumento le fragilità e i rischi di solitudine. Crescono i cosiddetti poveri che lavorano, cioè le persone sotto la soglia di povertà pur avendo un’occupazione. Secondo quanto emerge dall'ultimo rapporto della Caritas, a Parma le persone in condizione di povertà relativa, che quindi non hanno a disposizione le risorse per una vita dignitosa, sono circa 35.000. Tremila in più rispetto al 2018.
”Le famiglie dovrebbero rappresentare, ha dichiarato Vignali, la cellula primaria della società, l’ambiente in cui i figli vengono educati, il luogo in cui le persone trovano protezione e sostegno ai propri progetti di vita. Ma se la famiglia entra in crisi, entra in crisi la società”
“Ripartire dal Quoziente Parma, continua Vignali, uno strumento efficace e immediato per fronteggiare la crisi delle famiglie. Il Quoziente Parma è stato da me sperimentato, come primo ed unico Sindaco in Italia, tra il 2009 e il 2011. È stato poi preso a modello nel Paese da tanti altri comuni. Faccio solo notare che tra i primi atti della Giunta Pizzarotti, nel 2012, ci fu proprio l’abolizione di quella misura. Quando sarò sindaco, il mio primo atto sarà il suo ripristino. Il Quoziente familiare (o Quoziente Parma) consentirà di ridurre per le famiglie l’impatto delle tasse e delle tariffe, facilitare l’accesso ai servizi comunali (nidi, scuole dell’infanzia, servizi per anziani e disabili) tenendo conto dei carichi familiari (figli, persone anziane, disabilità, condizione lavorativa genitori e donne, condizioni di monogenitorialità). Il Quoziente Parma verrà gradualmente esteso a tutte le tasse, le tariffe e i contributi comunali".
”Sempre più alto è il numero di famiglie in cui lavorano entrambi i partner adulti. E spesso all’impegno lavorativo si aggiungono responsabilità di cura dei figli, di persone anziane o di disabili. Per questo oggi gli amministratori pubblici devono riflettere sul tema della conciliazione tra tempi di vita e di lavoro. Ciò diventa un fattore fondamentale per restituire alle famiglie la propria funzione”.
Pietro Vignali conclude con un'indicazione estremamente utile: "Anche le aziende potranno fare la loro parte, adottando misure (senza oneri) che permettano ai lavoratori di conciliare al meglio gli impegni familiari e il lavoro. La mia Amministrazione si farà promotrice di un patto con le aziende per l’adozione di soluzioni family friendly quali la realizzazione di asili aziendali, di laboratori gioco/compiti per bambini, di lavanderie aziendali".
Allarmante la posizione di Parma - 60° posto - nella classifica sulla qualità della vita delle donne. Nella classifica sulla sicurezza scende al 61°
STAFF: la badante di condominio in onda su LA7 a "Dimartedì"
La badante di condominio di STAFF in servizio a Sala Baganza, Laura Solinas, balzerà nuovamente agli onori delle cronache nazionali. Dopo Rai 3, Corriere della Sera, Tv 2000, Avvenire e diverse altre testate, ieri sono arrivate a Sala Baganza le telecamere della prestigiosa trasmissione "Dimartedì" in onda su LA7 e condotta da Giovanni Floris, per un reportage sull'innovativo servizio che rientra nel più ampio progetto STAFF, lo Sportello Territoriale Assistenti Familiari e Formazione di Azienda Pedemontana Sociale attivato nell'aprile 2017 grazie anche a un contributo di Fondazione Cariparma in tutti i comuni del Distretto Sud Est. Un progetto finanziato da Unione Pedemontana Parmense e Unione Montana Appennino Parma Est, affidato per mezzo di una gara d'appalto ad ABS Assistenza alla Famiglia Srl.
Ad intervistare Laura e alcuni inquilini di "Case Gombi", il complesso di Edilizia Residenziale Pubblica per anziani, è stata la giornalista Nicole Di Giulio, volto noto del tubo catodico. Il servizio andrà in onda durante la puntata del 16 aprile (ore 21.15).
Il progetto STAFF
Lo "Sportello badanti" di STAFF è nato per far incontrare la "domanda", vale a dire le famiglie che necessitano di assistenza, con "l'offerta" di personale qualificato iscritto in un apposito data base. Per entrare nell'elenco di STAFF, però, le assistenti devono soddisfare alcuni requisiti minimi: essere in possesso della cittadinanza italiana (se straniere del permesso di soggiorno), conoscere la lingua italiana ed essere qualificate, anche attraverso corsi di formazione gratuiti organizzati dal servizio che prevedono un rigido test finale.
Ad oggi STAFF conta circa 200 assistenti familiari iscritte, di cui 58 hanno frequentato e superato i corsi di formazione gratuiti. Tante, ben 176, sono state le famiglie che si sono rivolte allo sportello. STAFF, però, è anche prevenzione. Il progetto prevede infatti la mappatura sul territorio dei soggetti fragili, con specifico riferimento a persone anziane o disabili, parzialmente o non autosufficienti.
STAFF è attivo a Collecchio, Felino, Montechiarugolo, Sala Baganza, Traversetolo, Langhirano, Lesignano de' Bagni, Corniglio, Calestano, Monchio delle Corti, Neviano, Palanzano e Tizzano. Nei primi sette comuni sono stati aperti degli sportelli fisici (Clicca QUI, per vedere dove e in che orari), mentre negli altri comuni montani viene garantito un servizio da "remoto", via email o a chiamata.
Per informazioni si può telefonare al numero 329 3023360 o inviare una email all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Maggiori investimenti, consolidamento e sviluppo dei servizi per un welfare sempre più di qualità e attento alle esigenze dei cittadini.
Consolidamento e sviluppo dei servizi, rafforzamento del personale amministrativo e più risorse per fronteggiare il costante aumento dell'utenza, raddoppiata rispetto a 10 anni fa.
Il direttore generale di Pedemontana Sociale, Adriano Temporini, ha tracciato di fronte al Consiglio dell'Unione la rotta dell'Azienda del welfare, messa nero su bianco nel Piano programmatico triennale 2019-2021 che, dopo aver incassato l'approvazione all'unanimità del Cda formato dai sindaci dei comuni dell'Unione (Collecchio, Felino, Montechiarugolo, Sala Baganza e Traversetolo), al termine della seduta di martedì 30 ottobre ha ricevuto il via libera anche dal parlamentino pedemontano.
Il direttore dell'Azienda che proprio quest'anno spegne le sue dieci candeline, ha messo in fila gli obiettivi prioritari, partendo dal Centro diurno per anziani di Traversetolo che vedrà la luce nella primavera del 2019 e dalla mappatura delle fragilità, con la geolocalizzazione degli anziani soli, utile per affrontare le situazioni di emergenza.
Altri obiettivi saranno la riorganizzazione del personale dei centri diurni, l'accreditamento dei centri socio-occupazionali e l'implementazione di quanto previsto dalla legge 112/2016, cosiddetta sul "Dopo di noi". «Un'ottima legge – ha osservato Temporini –, con cui abbiamo potuto acquisire risorse per ulteriori interventi di domiciliarità e convivenze tra le persone con disabilità che hanno "frequentato" la Scuola di autonomia. E dal prossimo anno apriremo altri due appartamenti dedicati a questi progetti».
Prioritario anche il consolidamento di affidamenti e affiancamenti familiari: «Siamo partiti con quattro nuclei coinvolti – ha sottolineato il direttore – e oggi siamo a 31. È stato svolto un lavoro importante che ci ha consentito di prevenire o risolvere delle criticità rilevanti».
Dal punto di vista numerico, la popolazione dell'Unione negli ultimi 10 anni è passata da 44.531 a 49.534 abitanti, mentre gli utenti in carico all'Azienda sono quasi raddoppiati, passando da 1.400 a 2.700. Di questi, il 17 per cento sono minori, dieci punti in più rispetto alla media regionale. «Un dato significativo e positivo per quel che riguarda l'efficacia delle "sentinelle" sul territorio e la prevenzione», ha commentato Temporini. Il 61 per cento, sono giovani adulti e il 21 per cento anziani, due dati in crescita, mentre l'11 per cento, stabile, sono immigrati.
Tra gli interventi è previsto il rafforzamento della qualità dei centri diurni, l'aumento delle ore di presenza dell'infermiera professionale, la formazione degli operatori e delle famiglie. Il Piano prevede inoltre un'ottimizzazione dei servizi di prima accoglienza, ad esempio delle "Case donne", l'attuazione delle azioni previste dall'Accordo integrato socio-sanitario con il Distretto Sud Est dell'Ausl e il potenziamento dei servizi e progetti per minorenni e famiglie, dalle misure di sostegno alle capacità genitoriali, passando per gli affidi e affiancamenti, in sinergia con le comunità familiari ed educative che operano sul territorio.
Obiettivi che per essere centrati, hanno tuttavia bisogno di maggiori investimenti, anche in considerazione dell'aumento degli utenti. «La spesa per le risorse umane aumenterà di 154 mila euro su totale di circa 2,3 milioni – ha precisato Temporini – mentre quella per l'area disabili aumenterà di 70 mila euro. L'aumento più importante, pari a 404 mila euro su 2,1 milioni complessivi, riguarda l'area minori».
Al termine della presentazione, il consigliere di minoranza Tiziana Azzolini (Lega Nord-Forza Italia) ha osservato come nel piano non ci siano i reclami e le valutazioni dei cittadini sui servizi. Il direttore ha replicato che si tratta di dati che vengono inseriti nel Bilancio consuntivo. «Detto questo, i reclami sono stati tre – ha aggiunto –,mentre le indagini di customer satisfaction mostrano un alto gradimento dei servizi». Un esempio? Il voto di 9,4 su 10 registrato dai Centri diurni.
Il presidente dell'Azienda e sindaco di Montechiarugolo, Luigi Buriola, ha sottolineato la capacità dimostrata dall'azienda di far fronte «all'aumento dell'utenza e alle evoluzioni sociali, anche durante il periodo di grande crisi economica», mentre il presidente dell'Unione Pedemontana e sindaco di Collecchio Paolo Bianchi, ha evidenziato come, a fronte di trasferimenti stabili da parte dei Comuni, i servizi siano aumentati: «Questo significa che l'Azienda ha operato una buona ottimizzazione delle spese». Un plauso al piano è arrivato anche da Aldo Spina, assessore unionale ai Servizi alla Persona e sindaco di Sala Baganza: «Un punto di forza di queto documento risiede nell'impegno dell'azienda nel valorizzare le reti sociali per far sì che certe situazioni vengano consolidate prima che diventino critiche».
Il Piano è stato approvato a larghissima maggioranza. Unico voto contrario quello di Azzolini, mentre le sue colleghe di opposizione Ilaria Montagna ed Elena Conti si sono astenute.
Quest'ultima ha precisato, in sede di dichiarazione di voto, di aver scelto l'astensione come «forma di avvicinamento. Sarebbe stato semplice votare no per partito preso, ma ho voglia di sperare che questo piano possa funzionare. Sono stata scettica sull'Unione e su alcune scelte, ma credo che i Servizi sociali, così come sono stati strutturati, possano essere una forza».
Busseto, 1 agosto 2018 | In queste giornate di caldo torrido l'Amministrazione Comunale desidera ringraziare tutti i volontari che si prodigano per il benessere delle persone e per la valorizzazione di Busseto. "Un grande ringraziamento - commentano Sindaco e assessori - a tutti i volontari che con grande generosità si dedicano agli altri; il volontariato, infatti, è un asse portante del civismo di una comunità".
L'attività dei volontari, dai militi della Pubblica alla Protezione Civile e dall'Avis all'Auser e a tutti i volontari che operano sul territorio, è preziosa e indispensabile per lo svolgimento di molte attività e per l'aiuto concreto che viene dato ai cittadini di Busseto, specialmente in questi giorni dove il caldo si sta facendo sentire nella Bassa parmense.
"Siete un magnifico esempio - proseguono - per nulla scontato, di altruismo. Nel periodo estivo il settore del welfare a livello locale funziona anche grazie all'apporto fondamentale dei volontari: ne è un esempio lampante, tra i tanti, il servizio di taxi sociale particolarmente efficiente nel nostro Comune".
Durante l'estate si registra, purtroppo, anche un calo fisiologico di volontari: "Desidero rivolgere un appello - concludono - a tutti coloro che potrebbero dare un apporto concreto alla nostra comunità attraverso le adesioni alle diverse associazioni presenti sul territorio, certa del fatto che l'attività di volontariato arricchisce in primis chi la promuove".
Welfare. Inaugurato a Podenzano, nel piacentino, un nuovo centro diurno per disabili. Dalla Regione un contributo di oltre 230mila euro. La struttura si aggiunge ai 168 centri socio-riabilitativi diurni accreditati già esistenti in Emilia-Romagna. Potrà impegnare in attività educative e ricreative 15 persone.
Piacenza -
Dalla rieducazione motoria allo svolgimento di attività ricreative, manuali, culturali per migliorare l'autonomia delle persone disabili e consentire loro di sentirsi parte attiva della comunità. Sono alcuni dei servizi offerti dal nuovo centro diurno per disabili realizzato a Podenzano, nel piacentino, inaugurato ieri pomeriggio dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini.
L'edificio, costruito dove prima sorgevano i vecchi ambulatori dell'Azienda sanitaria, in via Cesare Battisti, potrà accogliere durante il giorno e in presenza di educatori e tutor fino a 15 persone, in età adulta e affette da diversi gradi e tipologie di disabilità (motorie, psichiche o relazionali). Per realizzare la struttura sono stati investiti quasi 463 mila euro: poco meno di 233.000 dalla Regione, e l'importo rimanente (230.000 euro) dalla cooperativa sociale AuroraDomus,che gestiràil Centro.
"Una nuova e bella struttura, che amplia la rete regionale di assistenza socio-sanitaria della nostra regione e che questa Giunta, anno dopo anno, intervento dopo intervento, ha contribuito significativamente a rafforzare- ha sottolineato Bonaccini al taglio del nastro-. Il tema della disabilità e la conquista di autonomia e inclusione sociale delle persone che ne sono affette richiedono grande attenzione e sensibilità, innanzitutto da parte delle istituzioni, chiamate a dare risposte concrete ai bisogni delle persone più fragili. Noi cerchiamo di farlo da anni- ha aggiunto il presidente- attraverso il Fondo per la non autosufficienza, che tra tutte le Regioni in Italia finanziamo con maggiori risorse; ma anche con i contributi sul 'Dopo di noi', fino all'impegno con cui a livello nazionale abbiamo chiesto e ottenuto, assieme a tanti amministratori del nostro territorio, il primo Fondo sui Caregiver. Continueremo a investire- ha concluso Bonaccini- nella dimensione culturale ed educativa dell'accoglienza e dell'inclusione delle persone diversamente abili in tutti gli ambiti della nostra società, perché nessuno ne resti ai margini".
All'inaugurazione erano presenti anche il presidente della Provincia di Piacenza, Francesco Rolleri, il sindaco di Podenzano, Alessandro Piva, il direttore del distretto di levante dell'Ausl di Piacenza, Rossana Ferrante e Daniela Chinosi, presidente della Cooperativa sociale Aurora Domus.
L'impegno della Regione per i disabili
Sono 168 i centri socio-riabilitativi diurni presenti in Emilia-Romagna, che offrono una disponibilità di 2.561 posti. Si tratta di servizi di piccole dimensioni, fortemente radicati sul territorio, che rispondono agli standard di qualità fissati delle norme regionali sull'accreditamento. Queste strutture hanno consentito la chiusura dei grandi istituiti di ricovero ancora presenti in molte altre regioni.
Sul piano dell'assistenza a disabili e anziani, l'Emilia-Romagna è la Regione con il Fondo regionale per la non autosufficienza - istituito nel 2004 - più alto in Italia: nel solo 2017 sono stati investiti oltre 478 milioni di euro, in aumento rispetto al 2016 (466 milioni), per lo sviluppo della rete dei servizi socio-sanitari, residenziali e semiresidenziali e la realizzazione di interventi di natura assistenziale ed economica. Ogni anno un terzo delle risorse del Fondo, più di 160 milioni, viene destinato a finanziare i servizi socio-sanitari per persone con disabilità. L'Emilia-Romagna, inoltre, è stata la prima Regione ad avere adottatouna legge specifica per i caregiver, coloro che assistono familiari o amici disabili e non autosufficienti, offrendone un riconoscimento giuridico sull'esempio di altri Paesi europei.
Garantire assistenza, indipendenza e autonomia ai familiari disabili rimasti privi di sostegno, perché orfani o con genitori ormai anziani è ciò che si prefigge la Regione con il programma di attuazione della legge nazionale sul 'Dopo di noi'. Per il triennio 2016-2018, all'Emilia-Romagna sono stati assegnati dallo Stato 13 milioni di euro; di questi, oltre 9 sono già stati destinati dalla Regione ai Comuni per l'acquisto o la ristrutturazione di appartamenti per disabili soli, oppure per l'avvio di nuove forme di coabitazione come case per piccoli gruppi(massimo 5 persone) o soluzioni di co-housing (un modo di abitare in comunità, che coniuga gli spazi privati con aree e servizi a uso comune). /Ti.Ga
Fonte: Regione ER
Il presidente della Regione oggi a Pavullo, nel modenese, al convegno 'Comunità e benessere dei cittadini fragili: un difficile equilibrio tra complessità e sostenibilità'. "Solo per la non autosufficienza, nel 2016 abbiamo investito oltre 470 milioni di euro".
22 settembre 2017
Qualità della vita delle persone, intesa come benessere fisico, sociale e ambientale, con particolare riguardo alle persone anziane e fragili. L'impegno di istituzioni e associazioni per sostenerlo e favorirlo. Di questo e delle politiche di assistenza, prevenzione e promozione della salute si è discusso oggi al convegno "Comunità e benessere dei cittadini fragili: un difficile equilibrio tra complessità e sostenibilità" che si è svolto a Pavullo nel Frignano, in provincia di Modena, al Centro servizi per la terza età "Francesco e Chiara". A parlare degli strumenti messi in campo dalla Regione Emilia-Romagna a favore delle persone più deboli, anziane in particolare, è stato, in apertura dei lavori, il presidente Stefano Bonaccini.
"In una regione come la nostra, con una forte presenza di anziani, il cui numero, secondo le previsioni demografiche, aumenterà nei prossimi vent'anni di oltre il 22%, credo sia compito della politica investire in un welfare in grado da una parte di coinvolgere e valorizzare le capacità e le aspirazioni che le persone non più giovani hanno in grande quantità, e dall'altra di garantire un invecchiamento attivo, buone condizioni di salute e servizi di cura e assistenza all'altezza dei bisogni. A questo obiettivo- ha aggiunto Bonaccini- guarda il nuovo Piano socio-sanitario, con cui abbiamo ridisegnato alcuni dei principali servizi rivolti agli anziani: in primo luogo l'assistenza domiciliare, la prevenzione dei rischi per la salute, il sostegno alle persone non autosufficienti e alle loro famiglie. In quest'ultimo ambito, solo considerando il 2016, abbiamo investito oltre 471 milioni di euro".
Il progressivo invecchiamento della popolazione rappresenta il trend demografico con cui deve misurarsi sempre più anche l'Emilia-Romagna, così come l'Italia e i Paesi occidentali. Allo stesso tempo, sempre in Emilia-Romagna si stima che i cittadini over 65 possano contare su un'aspettativa di vita in buona salute di circa 10 anni.
L'impegno della Regione
In Emilia-Romagna sono oltre 1 milione gli anziani residenti (23,4% della popolazione), di cui più di 565 mila gli ultra 75enni (12,7%); questi ultimi, secondo le previsioni attuali, nel 2035 supereranno i 625 mila. È il quadro demografico in cui si collocano le politiche della Regione, finalizzate a sostenere la partecipazione attiva di questi cittadini alla vita della comunità, favorire le opportunità di aggregazione e di scambi intergenerazionali, promuovere stili di vita sani e ricchi di relazioni nel corso di tutta la vita.
Sul piano dell'assistenza, tra gli strumenti più significativi c'è il Fondo regionale per la non autosufficienza, attraverso il quale la Regione, con oltre 471 milioni di euro investiti nel 2016, sostiene lo sviluppo della rete di servizi socio-sanitari, residenziali e semiresidenziali e la realizzazione di interventi di natura assistenziale ed economica per il mantenimento al domicilio degli anziani non autosufficienti. L'Emilia-Romagna, inoltre, è anche una delle pochissime Regioni ad avere avviato, già dal 1999, un Progetto demenze - al quale partecipano Ausl, Aziende ospedaliere, Comuni, associazioni dei familiari e di volontariato - che garantisce ai malati, non solo di Alzheimer, assistenza sanitaria, sociale e socio-sanitara.
Con il Piano regionale della prevenzione e Programmazione locale per il benessere sociale e la salute, la Regione sostiene da anni programmi e interventi specifici che vedono impegnate in modo diretto le comunità locali, non solo istituzionali, come le Case della Salute. Esse rappresentano per i cittadini un unico punto di riferimento per l'accesso alle cure primarie, gestione delle patologie croniche e percorsi diagnostici che non necessitano di ricorso all'ospedale. Proprio dalle equipe presenti nelle Case della salute - composte dal medico di medicina generale, infermiere dell'ambulatorio per la gestione integrata della cronicità, assistente sociale e, a seconda del bisogno emergente, dallo specialista - vengono elaborati i Profili di rischio di fragilità (Risk-ER) che consentono di identificare precocemente i cittadini in condizioni di salute più a rischio e quindi di intervenire in modo appropriato.
Infine, tra gli strumenti più innovativi messi in campo dalla Regione c'è il Progetto di telemedicina, che consente di offrire assistenza sanitaria e costante monitoraggio di parametri vitali, prevalentemente in caso di patologie a rischio, ai cittadini anziani o vulnerabili residenti in aree della regione particolarmente disagiate e difficili da raggiungere. /Ti. Ga.
(Fonte: Regione Emilia Romagna)
Nuova sede dell'Ente nazionale per l'assistenza e per la protezione dei sordi. La sezione provinciale di Modena sorgerà nello storico edificio dell'Educatorio per sordomuti intitolato a monsignor Tommaso Pellegrini.
Modena, 19 settembre 2016
E' stata inaugurata sabato, alla presenza del presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, la nuova sede dell'Ente nazionale per l'assistenza e per la protezione dei sordi diffusa in Emilia-Romagna con numerose sedi provinciali. Presenti il presidente dell'ente, Christian Marini e il consigliere regionale Giuseppe Boschini, particolarmente impegnato proprio sul tema dei miglioramento delle condizioni di vita delle persone sorde.
La struttura andrà a occupare parte dello storico edificio dell'Educatorio per sordi "Tommaso Pellegrini" di Strada Contrada, 12 a Saliceta San Giuliano (Mo), che per anni ha ospitato un'attività educativa e scolastica per bambini affetti da questo tipo di disabilità e oggi utilizzato come centro di ritrovo per attività culturali e ricreative.
"La realizzazione anche a Modena di una sede provinciale di questa associazione- ha sottolineato Bonaccini- dà una risposta importante alle persone sorde e alle loro famiglie. La Regione Emilia-Romagna è impegnata da sempre per l'integrazione delle persone con disabilità in tutti i principali settori di intervento come la salute, le politiche sociali e quelle socio-sanitarie, la mobilità e l'accessibilità." - si legge nella nota della Regione.
L'Ente nazionale per la protezione e l'assistenza dei sordi aderisce alla Federazione delle associazioni nazionali disabili, Fand, con la quale la Regione ha rapporti consolidati e anche un protocollo, approvato nel 2015, che prevede la collaborazione con entrambe le grandi Federazioni delle associazioni, Fish e Fand. Attualmente è in atto un confronto con Ens e le altre associazioni del settore per garantire una sempre maggiore accessibilità (anche attraverso progetti di adeguamento tecnologico della sede dell'Assemblea legislativa per favorire l'accesso dei sordi ai lavori), per un'intensificazione delle attività del tavolo previsto dalla delibera di Giunta del 2011 sui percorsi clinici e sociali e per giungere al riconoscimento formale della Lis, la lingua dei segni italiana.
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