Merano, 7 novembre 2017 – Si attendono 10 mila persone al 26° Merano WineFestival (10-14 novembre 2017). Alla conferenza stampa di oggi, tenutasi all'Hotel Terme Merano, il patron Helmuth Köcher ha presentato il programma della kermesse enogastronomica più attesa dell'anno nella splendida località meranese.
La manifestazione ha generato l'anno scorso un indotto turistico di circa 8 milioni di euro tra Merano e provincia, come conferma il vice presidente dell'azienda di soggiorno Vincenzo Coco presente alla conferenza.
All'edizione del 2017 del Merano WineFestival partecipano oltre 450 case vitivinicole tra le migliori in Italia e nel mondo, quasi 200 artigiani del gusto e 15 cuochi di spicco.
Questa edizione durerà un giorno in più; l'evento è di cinque giornate da venerdì 10 a martedì 14 novembre, ma già il 9 come giornata prologo ai Giardini di Castel Trauttmansdorff si terrà un convegno "Naturae&Purae" che annuncerà le nuove tendenze del vino. Esperti e interpreti del mondo del vino si confronteranno sui temi della sostenibilità, della naturalezza e della purezza, cercando di rispondere al quesito: "Quo Vadis? Food & Wine, the future is natural?".
Al convegno curato e ideato da Helmuth Köcher e Angelo Carrillo interverranno: Attilio Scienza (Cisgenetica), Luca D'Attoma (vini bio e biodinamici), Franz Josef Loacker (vini biodinamici), Werner Morandell (Piwi), Angiolino Maule (vini naturali). Sul tema delle fermentazioni alimentari interverrà l'esperto Carlo Nesler. Presente al convegno anche Giorgio Grai, un'altra figura di prestigio del mondo vino, esperto di viticoltura ed enologia, oltre che collaboratore di importanti riviste enogastronomiche.
Tra gli eventi più attesi di venerdì 10 novembre c'è Architecture&Wine alle ore 19,00 in piazza della Rena, una conferenza sull'Architettura sostenibile con la ditta Progress di Bressanone, in collaborazione con Fondazione Architettura Alto Adige e dove saranno presenti circa 150 architetti altoatesini, ma anche svizzeri, austriaci, tedeschi ecc. durante il quale saranno premiate tre cantine che hanno fatto della sostenibilità le loro fondamenta. Cooking Farm sarà il fulcro della Chef Arena; dal 10 al 14 novembre importanti chef di livello internazionale si confronteranno con le contadine altoatesine, depositarie della cultura culinaria locale.
Immancabili le Masterclasses, degustazioni guidate di eccellenze enologiche nazionali e internazionali all'Hotel Terme Merano, il cui ricavato andrà in beneficenza. Infine, il 14 novembre, Catwalk Champagne, una "sfilata" nella Kursaal Merano di alcune fra le migliori Maisons de Champagne.
Dall'11 al 13 novembre al Kurhaus si tiene Wine Italia con oltre 800 vini italiani protagonisti, un percorso fra le varie aree ed i differenti territori vinicoli da nord a sud. La sala Czerny (nome dell'architetto che progettò Kurhaus, nel 1874), ospiterà Wine International con oltre 250 vini dalla Spagna all'Argentina, dal Libano al Sud Africa, dall'Austria alla Crimea. In contemporanea, dal 10 al 14 novembre, lungo la "Passer Promenade", la famosa passeggiata a fianco del fiume Passirio e amata dalla principessa Sissi, avrà luogo GourmetArena con l'accurata selezione di prodotti tipici nazionali ed internazionali.
"Istria" focus con degustazione di vini e prodotti tipici di 30 aziende di questo territorio. Poi il Concorso emergenti di sala. 20 emergenti di sala terranno un esame teorico venerdì 10 novembre all'Hotel Terme Merano, un esame pratico durante la cena di gala della manifestazione e sabato pomeriggio al Teatro Puccini l'esame teorico con giuria apposita.
Film NOMA. Il Merano WineFestival film focus, sabato sera alle ore 20:00 al Cinema Ariston di Merano sarà proiettato un documentario dedicato al NOMA, il ristorante di Copenhagen nominato per quattro anni il migliore del mondo, il precursore del "vino naturale" e dei cibi fermentati. Il primo che già nel 2010 li presentava sulla carta dei vini e nel menu. Assieme ad Andrea Abolis (presidente del Film Festival Bolzano) sarà presentato il miglior vino del Merano WineFestival. Il migliore tra i migliori dei 25 premiati Paltinum selezionati dal "cacciatore dei vini" Helmuth Köcher, The Wine Hunter award.winehunter.it.
Alle ore 17 di sabato 11 all'Hotel Terme Merano Domenica Gullì, Soprintendenza Beni Culturali Agrigento, racconterà dei reperti trovati a Sciacca (Agrigento) che dimostrerebbero che il la storia del vino in Italia risalirebbe già a 6.000 anni fa.
Programma MWF2017:
www.meranowinefestival.com/merano-winefestival/programma/
Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 16 - n° 44 05 novembre 2017 -
Editoriale: Strategia o codardia - Il latte spot torna a scendere - Arachidi o Noccioline americane, ottimi anche per i bimbi. - Quote latte. L'UE impone di recuperare gli aiuti - Vendemmia. Calo in Regione del 24% dell'uva cooperativa - Altro...
SOMMARIO Anno 16 - n° 44 5 novembre 2017
1.1 editoriale
Strategia o codardia?
2.1 lattiero caseario Il latte spot torna a scendere
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercati sempre stabili e ai minimi.
4.1 alimentazione e salute Arachidi e Noccioline americane, ottimi anche per i bimbi.
4.2 dissesto idrogeologico Dissesto idrogeologico. Video dichiarazioni.
5.1 quote latte Quote latte. L'UE impone di recuperare gli aiuti
5.2 management L'ultimo granello di sabbia della clessidra aziendale
6.1 Pomodoro Bilancio campagna 2017 del pomodoro da industria nel Nord Italia
7.1 Siccità su La7 Siccità: "PiazzaPulita" (programma televisivo di LA7) nel piacentino
8.1 vendemmia i numeri Vendemmia. Calo in Regione del 24% dell'uva cooperativa
9.1 Codacons un nuovo amico dei consumatori Premio Amico del Consumatore a Luigi Lucchi, Sindaco di Berceto
10.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Leggero sussulto in chiusura di settimana.
11.1 Fiera cremona A Cremona si è respirata "Aria Nuova". Segnali di ripresa del settore zootecnico.
12.1promozioni "vino" e partners
13.1 promozioni "birra" e partners
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Danni per gelate e siccità soprattutto in collina. I dati delle cooperative vitivinicole di Confcooperative e Legacoop in Emilia-Romagna. Il 25 e 26 novembre il debutto di Vi.Vite a Milano, il più grande evento del vino cooperativo.
Bologna, 27 ottobre 2017 – Quasi 1,8 milioni di quintali di uva venuti a mancare in un anno, pari a circa 1 milione 350mila ettolitri di vino.
E' un calo produttivo importante quello registrato nella vendemmia 2017 dalle 29 cantine cooperative dell'Emilia-Romagna aderenti a Fedagri/Confcooperative e Legacoop Agroalimentare, che tutte insieme con 5,669 milioni di quintali, rappresentano oltre il 77% della produzione vitivinicola regionale.
In termini percentuali, si parla di una riduzione del -24,16% di quintali di uva raccolti rispetto al 2016, un trend in linea con le stime regionali (-25%) mentre a livello europeo la Commissione Ue ha evidenziato una frenata più attenuata (-14,4%).
"Le province più interessate dalla minore raccolta di uva da vino sono quelle emiliane – commenta Davide Frascari, responsabile settore vitivinicolo Fedagri/Confcooperative Emilia Romagna -. Si va infatti dal -28,8% del territorio piacentino, che si è attestato sui 96.000 quintali, al -28% di quello reggiano (1,2 milioni di quintali), fino al -26,8% della provincia di Bologna (239.000) e al -25,1% di quella di Modena (997.000). In Romagna è andata un po' meglio: -23% nel Ravennate con un dato finale di 2,7 milioni di quintali, e -20,8% in provincia di Forlì-Cesena (466.000)".
Se poi si raffrontano i risultati della vendemmia 2017 con la media dei quattro anni precedenti (2013-2016), l'arretramento produttivo si attesta attorno al -21,44%.
"Osservando i report delle cantine sociali dell'Emilia Romagna – aggiunge Ruenza Santandrea, coordinatrice settore vitivinicolo Alleanza Cooperative Agroalimentari -, è evidente come i vigneti abbiano risentito delle gelate e brinate primaverili, verificatesi nella seconda metà di aprile. Inoltre in collina la siccità estiva ha causato più danni che altrove a causa della minore presenza di sistemi di irrigazione. In particolare, nelle colline emiliane e romagnole si sono registrati cali produttivi superiori al -30%, con punte fin oltre il -40%".
Alla riduzione hanno anche contribuito alcune grandinate che si sono verificate a macchia di leopardo. La minore produzione non ha comunque intaccato la qualità delle uve, rivelatasi addirittura migliore degli anni scorsi in certe zone.
Sul piano commerciale, l'annata si rivela con numerose incognite.
"In questa prospettiva comunque – aggiungono Frascari e Santandrea - la cooperazione vitivinicola emiliano-romagnola, che rappresenta oltre l'11% della produzione nazionale, è pronta a giocare un ruolo sempre più attivo nella comunicazione e nella promozione sui mercati per valorizzare sia in Italia che all'estero i propri prodotti di qualità, frutto di una filiera che dal vigneto è in grado di proporre il vino al consumatore finale ".
Proprio in questa direzione va infatti un evento del calibro di Vi.vite, la più importante manifestazione del vino cooperativo organizzata dall'Alleanza delle Cooperative Agroalimentari e in programma sabato 25 e domenica 26 novembre al Museo della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci" di Milano.
"Al di là dei numeri di quel che il vino cooperativo rappresenta – conclude Ruenza Santandrea – ciò che è sempre mancato finora è un racconto del vino cooperativo e del valore aggiunto che le cantine cooperative rappresentano in termini di tutela del territorio e di salvaguardia della bellezza dei tanti paesaggi agricoli del nostro Paese. Questo racconto vorremmo iniziare a trasmetterlo all'esterno, parlando di vino non ad un pubblico selezionato di esperti, ma a tutti i consumatori, in una maniera semplice e diretta".
VI.VITE
Vi.vite, Vino di vite cooperative ( www.vivite.it ) è un format di evento inedito ed innovativo che mira ad un ampio coinvolgimento del pubblico attraverso un vero e proprio percorso esperienziale che si snoderà nella splendida cornice delle ex scuderie Le Cavallerizze, recentemente sottoposte ad un importante intervento di recupero architettonico e di riqualificazione urbanistica. Il percorso, che prevede anche momenti di animazione e di spettacolo, mira a far trascorrere ai visitatori un tempo di qualità, che va oltre la semplice degustazioni. Saranno presenti 70 delle 498 cantine dell'Alleanza Cooperative Agroalimentari con 350 vini in degustazione.
I NUMERI DELLA COOPERAZIONE VITIVINICOLA IN EMILIA ROMAGNA
29 cooperative vitivinicole
19.923 soci viticoltori
11% del vino italiano
77% del vino in Emilia Romagna
848 milioni di euro di giro d'affari
1554 addetti
Attività a tutela del mercato vinicolo da parte della Guardia di Finanza di Bologna e dell'Ispettorato Repressione Frodi del MIPAAF. Sequestrati più di 600 ettolitri di prodotti vinosi ed eseguito il declassamento di vino pregiato DOCG, DOC e IGT in comune vino da tavola, per 4700 ettolitri.
Bologna 4 novembre 2017 - I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bologna e i locali funzionari dell'Ispettorato Repressione Frodi del Ministero delle Politiche Agricole, nel corso di un'attività di verifica congiunta condotta presso lo stabilimento di un'importante casa vinicola operante in Imola, hanno sottoposto a sequestro amministrativo più di 600 ettolitri di prodotti vinosi, già pronti per essere imbottigliati e destinati alla vendita al dettaglio, la cui presenza in cantina non trovava giustificazione nella contabilità aziendale superando le eccedenze consentite.
Oltre al sequestro del vino, il cui valore commerciale ammonta a circa un milione di euro, è stata applicata una sanzione amministrativa di oltre 50.000 euro prevista per le violazioni di questa specie dalla specifica normativa di settore
A seguito delle discrasie riscontrate nel corso del confronto tra la qualità delle giacenze fisiche e quelle delle giacenze contabili, il personale dell'Ispettorato Repressione Frodi, con l'ausilio delle fiamme gialle del Nucleo di Polizia Tributaria, ha proceduto altresì al declassamento/riclassificazione di ulteriori 4700 ettolitri di prodotti vinosi, da una categoria superiore ad una di livello inferiore, fino ad arrivare al comune vino da tavola.
I controlli svolti sono stati indirizzati a verificare la corretta applicazione dell'unica legge di riferimento in materia, il Testo Unico del Vino, entrato in vigore alla fine dello scorso anno, che consta di 90 articoli e consente, attraverso delle disposizioni normative precise, di salvaguardare un settore ad altissimo rischio di frodi, anche per gli aiuti che la Comunità Europea elargisce ai produttori nazionali e di monitorare un mercato che oggi vale più di 14 miliardi di euro, con un export che supera i 5,5 miliardi.
Editoriale: Verdini di rabbia - Crolla il burro. - Cereali e dintorni. Mercati in tiepida flessione. - Auchan richiama un lotto di salame felino per presenza di Salmonella SPP - Intervista a Helmuth Köcher, WineHunter e patron di Merano WineFestival. - Caporalato, l'inchiesta della procura di Lecce finisce anche sul "The Guardian".-
SOMMARIO Anno 16 - n° 43 29 ottobre 2017
1.1 editoriale
Verdini di rabbia
2.1 lattiero caseario Crolla il burro.
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercati in tiepida flessione.
4.1 sicurezza alimentare Auchan richiama un lotto di salame felino per presenza di Salmonella SPP
4.2 vino intervista Intervista a Helmuth Köcher, WineHunter e patron di Merano WineFestival.
5.1 caporalato Pomodoro Caporalato, l'inchiesta della procura di Lecce finisce anche sul "The Guardian".
5.2 etichettatura pomodoro L'etichettatura obbligatoria per il pomodoro è legge
6.1 aziende Mulino Alimentare SpA. Il nuovo stabilimento super tecnologico, adeguato alle normative UE 2030.
6.2 ceta e emilia romagna CETA, crescono gli affari dopo l'accordo. Mulino Alimentare leader del comparto.
7.1 Po viabilità economia Ponte sul Po di Casalmaggiore – Colorno: concluse le analisi
8.1 pomodoro e batteriosi Batteriosi del pomodoro. Oi approva il fondo di emergenza
9.1 Fiera cremona Bovino da latte: innovazione e capitale umano strumenti anticrisi
11.2 mela verde Pomì a Mela Verde
12.1promozioni "vino" e partners
13.1 promozioni "birra" e partners
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E' iniziato il conto alla rovescia per il Merano Wine Festival che aprirà i battenti il 10 novembre. Cinque giorni intensi per celebrare la 26esima edizione.
Giornate piene di emozioni, contenuti e idee da scoprire. Oltre 450 case vitivinicole, tra le migliori in Italia e nel mondo, quasi 200 artigiani del gusto, 15 chef di spicco, insomma l'espressione del meglio che il nostro paese ha da offrire, firmato "the Wine Hunter Award" di cui proponiamo l'intervista al Patron Helmuth Köcher
- I visitatori presenti al Merano WineFestival hanno la possibilità di degustare prodotti di nicchia accuratamente selezionati, ci spiega secondo quali criteri queste etichette vengono valutate dalle commissioni WineHunter?
Ormai da 26 anni la commissione WineHunter invita tutte le aziende che fanno parte della nostra banca dati a inviare la loro campionatura. Si tratta di aziende i cui vini sono già stati degustati oppure altre che sono state segnalate dai membri delle commissioni d'assaggio. Una volta ricevuta la campionatura ci sono otto commissioni d'assaggio che valutano i vini in base al criterio dei 100 punti e, fatta una selezione finale, al Merano WineFestival vengono invitate le aziende i cui vini hanno ricevuto almeno un punteggio di 88 punti su 100, ovviamente dando la precedenza a quelli che hanno ottenuto punteggi superiori. Si cerca anche di mantenere un equilibrio tra le varie aree vitivinicole e di avere ben rappresentata tutta Italia.
- Uscendo dai confini dell'Italia, quale il territorio straniero su cui si concentra questa edizione del Merano WineFestival e perché lo ha scelto?
Quest'anno il focus è sull'Istria che vedo come un territorio emergente. Sto seguendo la sua viticoltura da ormai 15 anni, venendo a conoscenza di tante realtà. Progressivamente ho avuto modo di osservare un'innalzamento del livello qualitativo e, anche quest'anno, ho visitato il territorio in due occasioni conoscendo molti produttori. Si tratta di una area famosa più come zona turistica che come realtà vinicola, alla quale il Merano WineFestival vuole offrire la possibilità di mettere in risalto i propri prodotti.
- Dopo oltre trent'anni di esperienza nel mondo del vino, quale secondo lei il fil rouge che dovrebbe unire passato, presente e futuro di questo affascinante mondo?
Sicuramente il fil rouge è la storia del vino, che ci racconta e ci dà la possibilità di assaggiare il DNA di un prodotto che è l'uva e di conseguenza la caratteristica di un territorio che diventa inconfondibile. Troviamo quindi rappresentato il passato, con i suoi 9000 anni di storia, ma anche il presente della viticoltura che è in continua evoluzione sia per quanto riguarda la cura dei vigneti che le varie fasi di produzione in cantina. Infine il futuro, che vuole coniugare storia, tradizione e cultura del territorio includendo il percorso di un'azienda che poi diventa una garanzia di fiducia per il consumatore che va ad acquistare il prodotto finale.
- Qualità ed eccellenza dei prodotti sono sicuramente tratti distintivi del Merano WineFestival, ma cosa sono per lei veramente "qualità" ed "eccellenza" oggi?
Quando ho iniziato con il Merano WineFestival nel 1992 si iniziava a parlare di qualità, mentre la parola eccellenza era allo stato embrionale, perché non c'era la ricercatezza che c'è oggi. Il mercato della viticoltura non aveva a disposizione la tecnologia attuale e dopo 25 anni c'è stato un tale avanzamento, che produrre un prodotto di qualità non è più così difficile. La parola qualità diventa però difficile da interpretare e da usare nella comunicazione, così come la parola eccellenza: basta vedere quante volte questi termini vengono sfruttati, comparendo nelle pubblicità dei vari prodotti. Va fatta quindi una distinzione perché per me qualità, soprattutto nel segmento che riguarda il vino, è comunque da considerare a livello di emozione. Quando assaggio un vino o un prodotto deve esserci il valore emotivo e oltre a questo l'approccio con un'eccellenza deve darmi l'impressione di immergermi nel prodotto sia che si tratti di un vino, di un panettone o di un cioccolato. Quando la gente mi chiede come faccio a sapere se una determinata cosa è un prodotto qualitativamente buono o meno, io sono del parere che anche il fattore personale sia molto influente e che ognuno di noi sappia cosa piace o non piace perché possiede il valore emotivo che naturalmente anche i degustatori hanno.
- L'Italia è una terra estremamente variegata in cui tradizione e innovazione si incontrano continuamente con risultati unici e spesso divenuti famosi in tutto il mondo. Quale invece secondo lei un prodotto meno conosciuto ma dalle grandi potenzialità che ha scoperto in quest'ultimo anno? E quale la regione d'Italia con più potenzialità ancora nascoste?
Per quanto riguarda i prodotti vitivinicoli, l'Italia negli ultimi dieci anni ha riscoperto il territorio e le sue varietà autoctone; si parla di oltre 1000 varietà all'interno delle quali ogni regione ha una sua chicca e qualcosa di particolare. Ultimamente hanno richiamato la mia attenzione i vitigni resistenti alle malattie fungine, i cosiddetti PIWI, come il Solaris o il Souvigner Gris che non sono particolarmente conosciuti ma il cui prodotto è notevole anche se ha bisogno ancora di un po' di tempo per essere comunicato. Per quanto riguarda la regione d'Italia che ha più potenzialità nascoste ma che sta emergendo, questa è sicuramente la Puglia. Oltre alla sua storia, questa regione ha dei vitigni particolari come il Primitivo e il Negroamaro che fino a pochi anni fa erano utilizzati come vino per le grosse quantità e ora invece hanno visto il loro potenziale fortemente rivalutato e promettono bene per il futuro.
- Quest'anno il festival dà spazio per la prima volta agli "orange wine", cosa l'ha colpita in particolare di questo nuovo trend di prodotto?
La parola orange wine è già di per sé una parola che richiama l'attenzione di chi la sente. Anche qui interviene la storia: si tratta di una lunga macerazione sulle bucce del vino bianco che riprende soprattutto la cultura vitivinicola georgiana della vinificazione in anfora. Il risultato è un prodotto molto più complesso, molto più ampio per quanto riguarda la struttura e di conseguenza più diversificato rispetto ad un vino bianco di pronta beva, fresco e con una bella acidità. È un settore che secondo me ha bisogno di essere comunicato e in cui c'è molto da fare e per quanto riguarda la qualità dei vini. Alla base, come dicevo prima, c'è sempre un discorso di valore qualitativo emotivo.
- Ogni calice di vino e ogni prodotto gastronomico proposto in degustazione durante il Merano WineFestival racchiude in sé una storia di eccellenza. Quanto è importante per lei la condivisione di queste storie con i visitatori?
Lo ritengo molto importante perché il vino ci racconta non solo la storia di un territorio, ma anche di un produttore. L'etichetta di un vino racconta il percorso che il produttore stesso ha fatto e con questa si vuole comunicare da una parte la filosofia che c'è dietro e dall'altra un'eventuale storia di famiglia. Quando si afferma che nel calice di vino troviamo anche l'anima del produttore, lo ritengo in parte vero. Ogni produttore cerca di dare la sua impronta al vino oltre a quella che viene conferita dal territorio, per cercare di trasferire il vissuto, il passato e la storia della famiglia stessa, soprattutto nel caso di aziende che sono alla ottava o decima generazione di viticoltori e vogliono valorizzare il lavoro dei proprio padri e nonni. A questo punto la comunicazione è ampia perché racchiude la storia di un territorio, di una famiglia e di un vitigno. Faccio l'esempio del Pinot Nero in Alto Adige: il tutto risale al 1835 quando un arciduca portò la vite in questo terreno; ecco che dobbiamo partire da lì per arrivare ai giorni d'oggi in cui il Pinot Nero è considerato il miglior vino rosso dell'Alto Adige per eccellenza.
- Anche quest'anno uno spazio importante della rassegna è dedicato ai vini biologici, biodinamici, naturali e PIWI. Quanto questi prodotti continuano ad influenzare il mondo del vino? E quanto è importante la sostenibilità per il futuro di un settore come quello vitivinicolo?
Questi prodotti si inseriscono perfettamente nell'evoluzione che il mercato sta avendo: il consumatore è sempre più attento a quello che compra e che mangia, l'attenzione all'alimentazione è generale e questo fa sì che anche il prodotto vitivinicolo sia sottoposto alla selezione del consumatore. C'è una maggiore volontà di informarsi su tutta quella che è la fase di produzione; nel caso del vino si parte dalla vite stessa, dal suo periodo di fioritura fino alla vendemmia, con particolare interesse al territorio e ai prodotti utilizzati per salvaguardare le viti dalle malattie. Nel caso dell'agricoltura biodinamica i trattamenti annuali si restringono a due, eseguiti con prodotti interamente biologici, mentre nel caso dell'agricoltura convenzionale i trattamenti sono di più e senza l'utilizzo di prodotti biologici. La differenza notevole tra le due diventerà man mano chiara anche per il consumatore, che riuscirà ad attribuire il giusto valore ai vini biologici con un giusto compromesso tra sostenibilità e qualità, perché il vino biologico deve essere comunque piacevole da bere e senza particolari difetti dal momento in cui chiunque vuole bere e mangiare bene.
- Lei è per vocazione un instancabile cacciatore di vini, possiamo quindi immaginare che la sua mente sia già rivolta al futuro. Qualche idea per il 2018 che ci vuole svelare in anteprima?
La mia mente è sempre rivolta al futuro e il mio motto è: "Think outside the box". Trovo secondario lo sviluppo del mercato dal punto di vista commerciale, mentre mi soffermo di più ad osservare territori in crescita, vitigni emergenti e tutto questo mi fa avere una mia visione del mondo vitivinicolo tra passato, presente e futuro. La parte più importante in questo contesto è quella di valorizzare territori sconosciuti come quest'anno al Merano WineFestival faremo con l'Istria e come abbiamo fatto in passato con la Georgia e la Romania, mostrando varie tecniche e culture legate alla viticoltura. Interessanti da scoprire potrebbero essere ad esempio le vinificazioni fatte sotto il livello del mare come anche le vinificazioni in alta montagna oltre i 2500 metri e altrettanto i vigneti riscoperti in altitudine come quelli a 3150 metri di Mendoza in Argentina. Insomma, è un mondo che richiede continua attenzione e curiosità per cercare di capire non solo le cose nuove che si stanno evolvendo, ma anche in che direzione il mercato deve effettivamente andare. Per i produttori sono infatti importanti i mercati di esportazione come la Cina, la Russia o altri mercati emergenti e vorrei stringere dei rapporti con questi stati in modo da poter fungere da garante e da anello di congiunzione tra produttore e mercato. Ovviamente il mezzo sarebbe quello di entrare in scena come protagonisti organizzando appuntamenti che abbiano una certa risonanza in questi luoghi. La mia visione adesso è rivolta soprattutto al marchio The WineHunter ed è quello che per me deve crescere e deve diventare sempre più ciò che è già oggi, ovvero una garanzia e una referenza di fiducia per il consumatore che può affidarsi a dei prodotti "approvati". Di conseguenza, ai prodotti assaggiati e valutati dalla commissione WineHunter deve essere attribuito un valore.
Troppo rame nel vino: Ministero della salute richiama un lotto di vino Barbera del Monferrato Ca' Fornara. Scatta il ritiro nei supermercati
Scatta di nuovo un'allerta alimentare per eccesso di rame nel vino.
Il Ministero della Salute il 16 ottobre ha comunicato il richiamo di un lotto di vino Barbera del Monferrato Ca' Fornara per la presenza di livelli di rame al di sopra dei limite legale. Il lotto in questione è prodotto da Laronchi Vini Srl nello stabilimento di via San Rocco, 3, a Boca in provincia di Novara. Il prodotto richiamato appartiene al lotto L18817B ed è venduto in bottiglie da 75 cl.
Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", consiglia di non consumare il lotto di vino in questione e di restituirlo al punto vendita d'acquisto. Il rame è un elemento utile per l'organismo in piccole quantità. Un'assunzione eccessiva di rame per via alimentare può causare sintomi come nausea, vomito, diarrea e febbre.
(17 ottobre 2017)
Anche Alessandro Scorsone, maestro cerimoniere della Presidenza del Consiglio dei Ministri, giornalista, consulente e grande conoscitore del vino, presente al Forum di Modena.
da L'Equilibrista Modena 8 Ottobre 2017 – Forum Guido Monzani - Ed ecco che l'argenteria di Francia entra nella tradizione emiliana andando a solleticare le papille di esperti, enogastronauti e grandi illustri tecnici del Mondo del vino italiano. L'appuntamento è stato seguitissimo ed ha fatto emergere quanto mai il Pubblico si stia stratificando ed elevando a proposito di vino.
Il mio pomeriggio si apre fortunatamente senza intoppi e data la grande affluenza all'ingresso devo dire che è stata una bella fortuna arrivare per tempo. Tutto sembra svolgersi come da copione, le brigate di Sommelier di Associazione Italiana Sommelier fanno il loro consueto briefing prima di prendere posizione, agenti e distributori parlano al telefono e ricercano freneticamente colleghi o amici che si fanno largo fra la gente, mentre i produttori appena tornati da un pranzo tradizionale modenese vogliono tuffarsi nella kermesse il prima possibile per narrare zone, terroirs, passioni, esperienze di vita e testimonianze di famiglia.
Saluto colleghi o dirigo un accenno a chi sta telefonando perché sono certo che li ritroverò dopo con più calma, quando mi sento chiamare e del tutto stupito incrocio un vero gentlemen del vino internazionale, un' icona conosciuta al grande pubblico che ho avuto la fortuna di incontrare spesso nelle mie tappe e con il quale ho potuto condividere un momento di formazione che per me è stato davvero fondamentale. Parliamo di Alessandro Scorsone, maestro cerimoniere della Presidenza del Consiglio dei Ministri, giornalista, consulente e grande conoscitore dell'anima del vino nel Mondo.
Inizia quindi un piacevolissimo scambio di idee e di pareri su quanto vedremo, l'emozione è grande e ne capisco l'importanza quando entrando, vediamo l'organizzazione e la disposizione delle cantine e dei vignaioli che incrociano i nostri sguardi con sorrisi di stima e grande voglia di esprimere al meglio il loro lavoro fatto di passione e arte.
Non ci servono particolari programmi, ognuno di Noi oggi ha le sue passioni e prima di ritrovarci per commentarle, viene naturale prendere il largo e andarle a degustare autonomamente. Credo infatti che ogni buon degustatore debba portare la sua personale esperienza ed interpretazione distaccandosi da colleghi per poi ritrovarsi per commentare insieme le sensazioni e condividere punti in comune per una continua crescita.
Mi giro un attimo e senza pensarci mi ritrovo al secondo piano dove è stata allestita la Cote de Blancs e quindi senza esitazione, vado da una Maison che stimo davvero molto e che mi ha rapito anche recentemente per il suo taglio e perché no, il suo packaging davvero interessante. Nonostante i primi minuti di apertura, Agrapart, rigoroso"récoltant-manipulant" è già popolato ma non c'è ancora assembramento e decido quindi di patire da qualcosa che conosco bene per apprezzarne la sicura conferma.
Il 7Cru rappresenta l'eccellenza prodotta nei suoi vigneti allocati presso Bergeres Les Vertus, Cramant, Oiry, Oger, Oiry e Avenay Val d'Or e Mardeuil che da poco sente l'influenza anche di un tocco di personalità in più regalata dal pinot nero che non ne muta assolutamente l'eleganza. La personalità agrumata e gentile unita alla grande pulizia di bocca, sottendono una lieve ed apprezzata nota di croccantezza di mela verde e polpa di cedro che ritornano a dare coerenza al naso ed al palato insieme, per regalare una apprezzata mineralità e misurata struttura dimostrando grande sostanza del frutto. Vibrante e agile è sicuramente all'altezza delle mie aspettative. Noto con estremo piacere poi Mineral nella versione Magnum, vera chicca enologica che Pascal Agrapart ha certamente allevato ottimamente in vigna. Lo approccio preparato ad una decisa esplosione di gusto che infatti invade il palato con ricchezza, fierezza ed imponenza. I suoi cinque anni sui lieviti hanno portato massa setosa senza togliere nulla alla sua giovane progressione tanto che le note di frutto evoluto e di ritorno minerale prodigioso hanno solo esaltato.
Mentre tutti i protagonisti della cote de blanc si stanno ancora finendo di sistemare nell'angolo in fondo della sala, approfitto dell'attimo di calma per visitare un altro grande produttore che stimo molto, si tratta di Erick De Sousa con il quale mi intrattengo e cerco di cogliere segreti e studiarne le movenze. Parlo di stile vero perché utilizzare ancora nella "moderna agricoltura" il cavallo da tiro e comportarsi come un biodinamico a tutto tondo, ottenendo tali qualità, significa essere davvero motivati e bravi. Erick mi coinvolge e sento tutta la sua gamma, ma certamente oggi MYCORHIZE mi colpisce particolarmente perché ne comprendo la struttura vigorosa e il grande ventaglio di profumi che spaziano dal fieno tagliato fresco, la mela matura e soprattutto la nota iodata di terreno calcareo che inebria e riequilibra la straordinaria lunghezza che questo prodotto sa dare. L'intuizione è stata geniale e del tutto naturale, perché si è trattato di sfruttare la capacità della miccoriza di creare nutrimento per la pianta, grazie al dissolvimento della roccia madre regalando rinnovato nerbo fra suolo e vite.
Distolgo lo sguardo e incrocio quello di Alessandro che mi introduce verso qualcosa che non conoscevo perché onestamente solo per quel famoso: "sentito dire", ed è qui che mi imbatto in Enrico Baldin e la sua Encry. Mentre sono rapito dalle parole di Scorsone che mi decanta alcuni particolari intimi dell'amico e produttore, sentiamo una serie di prodotti e devo dire che sono stupito dalla sua gran cuvee zero dosage, perché è davvero diretto, centrale al palato e per niente sgarbato ma del tutto equilibrato, direi lineare fino al retrogusto tanto da chiudere educato, mantenendo comunque una personalità da gran cru in effetti, davvero una bella interpretazione, complimenti.
Ho nuovamente smarrito, strada facendo, il buon Alessandro; ma mi rifaccio dalla perdita subita seguendo la scia di altri cinque calici che con il mio nel frattempo sono diventati sei. Sono a fianco ad altri colleghi ma visto dove sono e da quello che vedo alla sommità del mio bevante, esito solo per poco ed alla cieca potrei giurare di trovarmi davanti a lui, Piper-Heidsieck reserve 2008. L'olfatto regala tostature di nocciola, tutte ben calibrate devo ammettere, tanto da mantenere al contempo acidità e grande persistenza che ritrovo in bocca e permettermi di poterlo definire tranquillamente ampio e stratificato sia per profondità che ventaglio gustativo. Manca forse di persistenza sul finale ma l'olfattivo e la tessitura di palato hanno ampiamente equilibrato questa lieve mancanza.
Cambio decisamente zona e mi tuffo in quello che è uno dei vitigni che prediligo, ne ammiro il ruvido carattere che spesso riconosco all'interno di apprezzatissime cuvee per struttura e grande duttilità. Non posso quindi che sentire Mary Sessile ed il suo Rubis, pinot meunier in purezza che si presenta all'olfattivo con una stuzzicante rosa canina, fragolina di sottobosco e ribes appena accennato. Alla beva è sincero, esaltato da un finale che ricorda quello della anguria fresca con perlage comunque fine concorde con quanto esaminato al visivo.
Dopo questa degustazione sui generis, continuo la mia galleria di produttori e di grandi vignaioli, soprattutto ne apprezzo lo spirito di unione e la capacità di fare sistema, qualità che li propone come regione unita che sa come fare la differenza sempre e dovunque.
C'è da imparare in questo.
La giornata volge al termine ma manca ancora qualcosa, la sorpresa più bella non tarderà ad arrivare e sarà l'ennesimo regalo del mio incontro del primo pomeriggio a rivelarlo. E' Alessandro Scorsone che ancora, grazie alla sua infinita passione, mi introduce all'interno della degustazione di giornata al cospetto del padrone di casa, il dott. Massimo Sagna, Presidente di Club Excellence. Persona veramente ospitale e di grande classe che con la sua semplicità ha reso una fugace degustazione il vero asso di giornata. Con competenza e grande professionalità mi ha presentato Cristal Brut Millesime - Louis Roederer 2009.
La sua introduzione è impeccabile e nonostante la grande ed entusiasta folla che ci circonda, riusciamo a scambiare due parole sul progetto e sull'iniziativa che sicuramente lo ha inorgoglito ed ha portato grande merito a lui e a tutta l'organizzazione. Questo grande vino si presenta cremoso e certamente brillante, con riflessi che virano al paglierino intenso ma sempre vivo. La nota finissima di gesso accompagna il palato dall'entrata al finale di bocca e si alterna sistematicamente con un frutto elegante di buccia d'agrume. La cosa che impressione è la chiusura, così persistente, piacevolmente lunga tanto da portare il frutto ad amalgamarsi perfettamente con un finale che termina asciutto e adatto ad abbinamenti di alto spessore gastronomico.
Giornata di grande spessore alla quale sarebbe bene abituarsi perché il vino è una cosa seria, è fatto di impegno e lavorato da persone straordinarie che mettono del loro meglio per realizzare un'opera d'arte ogni stagione rischiando e andando contro ad eventi che possono vanificare tutto. L'alta percentuale di fallimento rende questo mestiere uno dei più complicati che ci siano ma fortuna loro, uno dei più belli da sempre.
Editoriale: Ma come pensano? - Lattiero caseario. Segnali di cedimento per il Grana Padano. - Cereali e dintorni. All'improvviso tutto si alza. - Salta la trattativa per protocollo sul prezzo del latte a Parma - Italian Sounding. Ritirati prodotti falsi "made in Italy" - Ministero Salute: presenza di Listeria nel tacchino al forno di Casa Modena - Gelato Ben & Jerry contaminato da erbicida, riunione UE -
SOMMARIO Anno 16 - n° 41 15 ottobre 2017
1.1 editoriale
Ma come pensano?
2.1 lattiero caseario Lattiero caseario. Segnali di cedimento per il Grana Padano.
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. All'improvviso tutto si alza.
4.1 Latte & Formaggio Salta la trattativa per protocollo sul prezzo del latte a Parma
4.2 made in italy Mulino Alimentare a Colonia.
5.1 made in italy Italian Sounding. Ritirati prodotti falsi "made in Italy"
6.1 sicurezza alimentare Ministero Salute: presenza di Listeria nel tacchino al forno di Casa Modena
6.2 sicurezza alimentare Gli "Spinaci Millefoglie Bonduelle" surgelati sono sicuri.
7.1 Culatello e "Verdi" Sua maestà il Culatello di Zibello Dop celebra il compleanno del Maestro Giuseppe Verdi
7.2 gelato con glifosato Gelato Ben & Jerry contaminato da erbicida, riunione UE
8.1 Rischio idraulico 13 ottobre: Giornata Internazionale per la Riduzione del rischio di disastri naturali
9.1 carne Bovini da carne, la ripresa dei prezzi.
10.1promozioni "vino" e partners
11.1 promozioni "birra" e partners
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Editoriale: il rigurgito delle autonomie - Precipita il latte spot - Minori stock di corn rispetto alle previsioni - Scandiano, la "Spergola" ricomincia da qui - Si è insediato il nuovo direttore del Consorzio di Bonifica Parmense - Bottiglie di Prosecco italiano esplodono sugli scaffali - Ismea: import e export in crescita
SOMMARIO
Anno 16 - n° 40 8 ottobre 2017
1.1 editoriale
Il rigurgito delle autonomie.
2.1 lattiero caseario Lattiero caseario. Precipita il latte spot
3.1 cereali e dintorni Minori stock di corn rispetto alle previsioni
4.1 vino e biodiversità Scandiano, la "Spergola" ricomincia da qui.
6.1 bonifica / nomine Si è insediato il nuovo direttore del Consorzio di Bonifica Parmense
7.1 sicurezza alimentare Taleggio Contaminato. Tre casi in un mese per la valsassinese Carozzi
7.2 sicurezza alimentare Erba velenosa negli spinaci surgelati, scatta il richiamo del Ministero della Salute.
8.1 allarme prosecco belgio Bottiglie di Prosecco italiano esplodono sugli scaffali
8.2 eventi -ANUGA Mulino Alimentare Spa, presente all'ANUGA dal 7 all'11 ottobre.
9.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Il cambio mantiene alti i prezzi.
10.1 import export Ismea: import e export in crescita
11.1 promozioni "vino" e partners
12.1 promozioni "birra" e partners
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