Brutta avventura per un ventenne, che sabato sera si è recato in via Mar Jonio per la consegna. Ma al civico indicato gli è stato detto che non era stato effettuato nessun ordine. Poco dopo è stato avvicinato da due individui con il volto travisato che lo hanno minacciato con una pistola e lo hanno derubato del fondo cassa.
MODENA –
Dura la vita del fattorino, un mestiere spesso svolto da giovani per guadagnare qualche soldo in attesa di un’occupazione migliore. E, soprattutto, non priva di pericoli, e non solo quelli dovuti al traffico. Lo sa bene un ventenne che sabato sera, attorno alle 23, è stato vittima di una rapina a mano armata, studiata a tavolino da due rapinatori.
I malviventi hanno prima telefonato alla pizzeria Spiga d’Oro di via Valdrighi e hanno ordinato una pizza rotonda e un mezzo metro, fornendo un indirizzo e un nominativo. Durante la telefonata, inoltre, hanno specificato di avere solo una banconota da 100 euro, chiedendo quindi di portare il resto.
Il giovane fattorino è quindi partito con il fondo cassa, ma arrivato in via Mar Jonio, e dopo aver suonato al citofono del nominativo indicato all’atto della prenotazione, si è sentito rispondere che nessuno aveva ordinato delle pizze.
È a questo punto che è scattata la trappola. Mentre il giovane stava risalendo in auto, i malviventi, due uomini dal volto travisato, sono sbucati dal buio brandendo una pistola, non si sa se giocattolo oppure no, e hanno minacciato e spintonato il ragazzo per poi derubarlo del borsello con circa 120 euro e del cellulare, per impedirgli di chiedere aiuto.
Sempre per guadagnarsi la fuga, hanno anche tolto le chiavi dal cruscotto dell’auto di servizio e le hanno lanciate lontano. Fortuna ha voluto che pochi minuti dopo passasse una pattuglia della vigilanza che, raccolta la testimonianza del giovane, sotto choc, ma incolume, ha allertato i Carabinieri. Il ragazzo ha quindi formalizzato la denuncia. Gli uomini dell’Arma ora tenteranno di fare luce sulla vicenda, visionando anche i filmati delle telecamere di sorveglianza della zona.
In occasione del suo primo compleanno, la Casa della Salute per il Bambino e l’Adolescente apre le porte per “festeggiare” questo traguardo con bimbi, ragazzi, familiari, insegnanti e operatori della scuola, volontari e Istituzioni.
Obiettivo della giornata è far conoscere i professionisti della struttura, dove sono offerti numerosi servizi e prestazioni di assistenza e cura.
Sono tante le iniziative in programma: ambulatori aperti e visite guidate per gli insegnanti delle scuole di Parma e due incontri dal titolo “Rime rimedio che curano sul serio?” con Bruno Tognolini scrittore e autore di famosi programmi televisivi per bambini e ragazzi, come L’Albero Azzurro e la Melevisione, dedicati ai bambini di alcune scuole primarie della città.
La giornata è anche occasione per fare un primo bilancio delle attività realizzate nella Casa della Salute per il Bambino e l’Adolescente, da quando ha aperto, nel giugno scorso, con uno sguardo ai progetti futuri.
Questa Casa della Salute non è semplicemente un luogo dove trovano sistemazione i servizi dedicati ai più giovani, ma un progetto che vuole ripensare i percorsi assistenziali, dagli interventi preventivi, proattivi, di prossimità, di accesso e accoglienza fino alla valutazione, diagnosi, cura e riabilitazione. Una Casa della Salute non isolata ma stabilmente connessa con altri professionisti, a partire dai Medici di famiglia e dai Pediatri di libera scelta, con Centri qualificati - come l’Ospedale del Bambino dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, la residenza per minori di San Polo di Torrile, i Centri di riferimento regionali – e ancora, con le scuole, i servizi sociali, le Associazioni di volontariato, per creare i percorsi specialistici anche di più elevata complessità.
Questi i servizi attivi della struttura che è aperta dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 18.30: al piano terra, vi è la Pediatria di Comunità, con gli ambulatori vaccinali. Al primo piano, si trovano lo Spazio Giovani, il Programma Disturbi del Comportamento Alimentare e l’Associazione Sulle Ali delle Menti con cui collabora, il Centro di terapia della famiglia e l’équipe funzionale dei percorsi di cura degli adolescenti composta dai professionisti della neuropsichiatria infantile, dei centri di salute mentale e del servizio dipendenze patologiche. Al secondo piano ci sono gli ambulatori di psicologi, psicoterapeuti, neuropsichiatri infantili, logopedisti, psicomotricisti, infermieri ed educatori dell’U.O. Psichiatria e Psicologia clinica Infanzia e adolescenza con anche il Programma Adolescenza. Al terzo piano, ci sono gli ambulatori di psicologi, psicoterapeuti, neuropsichiatri infantili, logopedisti, psicomotricisti, fisioterapisti e le palestre dell’U.O. Neurologia funzionale e Riabilitazione. Al quarto piano, c’è la Medicina riabilitativa area età evolutiva, con ambulatori di fisiatri, fisioterapisti e palestre. Nella struttura si tengono anche le sedute della Commissione per il riconoscimento dell’invalidità civile dei minori.
Il servizio di accoglienza e orientamento è garantito dal personale dipendente in collaborazione con l’Associazione Itaca. Periodicamente vengono organizzate anche iniziative di accoglienza e informazione ai singoli piani, dove sono presenti giochi per bambini e dove opera anche l’Associazione Gioco Amico.
UN ANNO D’ATTIVITA’ IN CIFRE
Pediatria di comunità
L’Area Vaccinazioni dal 1° luglio 2018 al 30 giugno 2019 ha registrato 37.707 somministrazioni di dosi di vaccino, per un totale di 23.973 accessi di utenti. Sono stati 107 gli interventi di sorveglianze per contrastare la diffusione di malattie infettive nelle scuole. Sono state rilasciate 114 certificazioni per la somministrazione di farmaci a scuola, dove sul tema sono stati formati 75 insegnanti con 14 incontri. L’ambulatorio malattie infettive pediatriche ha eseguito 101 visite.
Spazio Giovani
Gli utenti seguiti dallo Spazio Giovani sono 1.238, per un totale di 3.066 prestazioni garantite nel primo anno di attività nella nuova sede alla Casa della Salute per il Bambino e l’Adolescente. Sono stati 3.460 i ragazzi coinvolti in totale nei vari progetti realizzati durante l’anno.
Neuropsichiatria Infanzia e Adolescenza
I pazienti in carico ai servizi di Psichiatria e psicologia Clinica – Centro adolescenti e giovane età sono stati 1.165 per un totale di 14.968 prestazioni erogate, mentre per l’ambito Funzionale e Riabilitazione gli utenti in carico sono pari a 1.270, ai quali sono state assicurate 13.265 prestazioni.
Programma Disturbi del comportamento alimentare
Nel corso del 2018 gli utenti in carico al P-DCA di età compresa fra i 12 e i 17 anni sono stati 58.
Centro di terapia famigliare
Sono state complessivamente 40 le consulenze di coppia e familiari con 25 terapie totali, mentre 18 sono stati i trattamenti clinico psicologici o psicoterapici. Le consulenze specialistiche richieste dai Servizi Sociali sono state 15, mentre sono 22 le valutazioni cognitive e consulenze specialistiche richieste da Servizio psichiatrico di diagnosi e cura e Clinica Psichiatrica.
Medicina riabilitativa Area età evolutiva
Attività |
Numero |
Visita fisiatrica infantile |
581 |
Visita fisiatrica infantile controllo |
639 |
Valutazione funzionale complessa disabilità neuro-motoria infantile |
31 |
Valutazione funzionale complessa disabilità neuro-motoria infantile successiva |
192 |
Prescrizione ortesi ausili ed attività di collaudo |
346 |
Utenti con disabilità complessa in carico al servizio |
180 |
Utenti seguiti anche con modalità domiciliare |
41 |
Accessi domiciliari per attività fisioterapiche |
179 |
Prestazioni fisioterapiche ambulatoriali |
1.255 |
Rapporti con il volontariato
Attualmente le Associazioni che collaborano con i vari servizi della Casa della Salute sono: Sulle Ali delle Menti, Polisportiva Gioco, Gioco Amico, Galleria dei Pensieri, Cibo e Gioia, Progetto Itaca, Comitato Paralimpico.
I PROGETTI FUTURI
Nella Casa della Salute per il Bambino e l’Adolescente verranno realizzati diversi programmi tutti riuniti nel “Percorso Crescita”, inteso come crescita del bambino ma anche delle capacità genitoriali e delle competenze della comunità. Questi programmi saranno declinati in interventi di promozione della salute su corretti stili di vita (igiene del sonno, alimentazione a partire dall’allattamento, relazioni e sessualità, l’utilizzo delle nuove tecnologie e dipendenze), su sport e salute (gioco, sport e socialità), su malattie infettive e vaccinazioni (prevenzione delle malattie infettive). Verranno inoltre rivisti altri percorsi e protocolli, come quello per le patologie neuromotorie riabilitazione e NPIA. Verrà riaperto l’ambulatorio del Progetto “Bambino obeso”. Continuano i progetti già consolidati come il Meeting giovani e la rassegna “La Salute della Salute Mentale”.
Nella struttura verranno proposti gruppi per i genitori e i bambini: incontri settimanali/quindicinali per lo svolgimento di attività di sostegno alla genitorialità. Infine, la Casa della Salute per il Bambino e l’Adolescente si configura anche come luogo della formazione degli studenti (di medicina, psicologia, infermieristica, servizio sociale, ma anche tecnici della riabilitazione, educatori, ecc.) ed intende promuovere le attività culturali e la ricerca. Verrà dato ulteriore impulso alle collaborazioni con le Associazioni di volontariato, grazie all’apertura di uno sportello loro dedicato.
Nelle prime ore di questa mattina, gli agenti della Squadra Volante hanno tratto in arresto per il reato di evasione un cittadino moldavo di 23 anni. Durante il servizio di controllo del territorio, in corso a Modena, nel transitare in via Gramsci all’intersezione con via Canaletto Sud, una pattuglia ha notato un uomo armeggiare nei pressi di una autovettura Audi A3; il soggetto alla vista della Polizia si è allontanato a passo spedito dal veicolo come per eludere un possibile controllo.
Gli agenti lo hanno immediatamente fermato e, poiché privo di documenti identificativi, lo hanno accompagnato in Questura per accertamenti, dai quali è emerso che il moldavo, sottoposto agli arresti domiciliari, è uno dei componenti del sodalizio criminale dedito ai furti di volanti di pregio, arrestato il 10 luglio scorso insieme ad altri due soggetti, nell’ambito dell’operazione “Volante”, condotta dalla locale Squadra Mobile e coordinata dal Procura della Repubblica di Modena.
Il 23enne è indagato, unitamente alla fidanzata, in relazione a nove furti commessi su auto di pregio nel periodo da gennaio ad aprile 2019. Le prove raccolte dagli investigatori avevano dimostrato l’esistenza di un vero e proprio sistema strutturato di ladri professionisti che dopo il furto affidavano la vendita a due ricettatori, anch’essi indagati, che li smerciavano tramite social network e siti specializzati nelle compravendite on line a metà del prezzo di mercato.
L'uomo è stato anche denunciato in stato di libertà per aver declinato false generalità agli agenti al momento del controllo.
Questa mattina un detenuto di origine magrebina, già responsabile di ulteriori intemperanze nei giorni scorsi, ha dato fuoco alla sua cella nel carcere di Parma in Burla, senza alcuna apparente motivazione. Il folle gesto ha rischiato di avere esiti molto gravi sia per il personale in servizio, sia per gli altri detenuti.
Fortunatamente, l'intervento tempestivo della Polizia Penitenziaria ha evitato che il gesto avesse conseguenze nefaste per tutti. Purtroppo però sette Poliziotti sono finiti al Pronto soccorso, per intossicazione da fumo.
A darne notizia è il Si.N.A.P.Pe, Sindacato Nazionale Autonomo di Polizia Penitenziaria che aggiunge: “Al di là dello sgomento per il continuo ripetersi di tali eventi, che si verificano nel silenzio assordante dell'Amministrazione, vogliamo esprimere vicinanza al personale coinvolto nell’episodio." Che conclude: “Riteniamo non sia più rinviabile l'adozione dei provvedimenti necessari a salvaguardia del personale di Polizia Penitenziaria impiegato presso un istituto tanto complesso quanto peculiare, a cominciare da un immediato adeguamento dell'organico, carente in ogni ruolo.”
Doppia aggressione, la scorsa notte alla stazione di Parma, quando un cittadino del Mali di 20 anni si è scagliato contro due persone, picchiandole ferocemente. Il ragazzo ha infatti avvicinato un nigeriano che aspettava il treno intimandolo di dargli i soldi con colpi e strattoni. In soccorso è intervenuto un 25enne siciliano che ha assistito alla scena.
La prima vittima è inizialmente riuscita a sottrarsi alle botte fuggendo per poi essere raggiunto e costretto a dare i pochi euro che aveva in tasca. Il ragazzo siciliano invece è stato seguito in viale Bottego per poi essere preso a calci e pugni sia in faccia che alla pancia.
Sul posto per fortuna sono arrivate 3 volanti di Polizia. Gli agenti hanno bloccato e arrestato il 20enne e posto ai domiciliari.
Giorgio Ballarini fu presidente del Coordinamento di volontariato dal 2008 al 2013 dunque anche durante il sisma in Emilia. Il cordoglio e il ricordo della Provincia: “Il nostro straordinario sistema è anche merito suo”.
Reggio Emilia
Si è spento questa mattina, a 71 anni, Giorgio Ballarini. Quando nel marzo 2012 l’allora capo della Protezione civile nazionale, Franco Gabrielli, venne nella Sala del Consiglio provinciale di Reggio Emilia per “rendere omaggio e ringraziare un sistema di protezione civile di cui un intero Paese va fiero, che coniuga la generosità con la capacità di fare sistema e di essere presente non solo su questo territorio, ma anche dove c’è bisogno", pronunciò quelle parole anche per merito di Ballarini.
Giorgio Ballarini – viveva a Borzano di Albinea - dopo una brillante carriera nel campo della pianificazione e organizzazione della rete di vendita in diverse aziende italiane (su tutte la Maska, dove ha ricoperto il ruolo di direttore del progetto retail dal 1985 al 1996), è stato infatti il presidente del Coordinamento delle associazioni di volontariato di Protezione civile della Provincia di Reggio Emilia dal marzo del 2008 al maggio del 2013.
Poche settimane dopo la visita di Gabrielli, Reggio e l’Emilia furono chiamate ad affrontare la dura prova del terremoto. E quella capacità di fare sistema della Protezione civile reggiana – dalle istituzioni, con allora ancora la Provincia impegnata in un ruolo di primo piano a sostegno della Prefettura, al meraviglioso mondo del volontariato – diede un’altra, splendida dimostrazione. “Di questo sistema, Giorgio Ballarini è stato certamente uno dei principali artefici, trasformando il coordinamento del volontariato da semplice insieme di associazioni a punto di riferimento fondamentale per una Protezione civile moderna, diffusa ed efficace, al servizio della comunità reggiana e non solo”, ricorda il presidente Giorgio Zanni, esprimendo alla famiglia il cordoglio della Provincia di Reggio Emilia.
“Durante i suoi cinque anni alla guida del Coordinamento, il mondo del volontariato reggiano di Protezione civile ha compiuto enormi passi in avanti e lo ha fatto certamente grazie alle spiccate doti manageriali di Giorgio, ma soprattutto grazie alla sua disponibilità, al suo sorriso, al suo entusiasmo che lo hanno sempre reso una persona speciale”, spiega Federica Manenti, in quel periodo responsabile della Protezione civile della Provincia di Reggio.
Al di là delle tante emergenze che ha affrontato coordinando il volontariato reggiano – oltre al terremoto di Emilia, quello dell'Aquila nel 2009 e l’emergenza umanitaria per l’eccezionale afflusso di cittadini provenienti dai Paesi del Nord Africa nel 2011 – Giorgio Ballarini ha affinato il significato delle esercitazioni (a partire da quella sul Po nel 2012, che coinvolse ben 538 volontari) trasformandole da semplici addestramenti operativi a momenti di lavoro in stretta collaborazione con tutta la macchina istituzionale della Protezione civile reggiana. “Ma soprattutto, al fianco della Provincia, ha dato concretezza a due importanti e ambiziosi progetti: la Scuola di Protezione civile e la Colonna mobile provinciale, istituita poi con Delibera di Giunta nel 2013 ed inserita fra gli obiettivi strategici della Provincia di Reggio Emilia – aggiungono il presidente Zanni e Federica Manenti - Due eccellenze di un sistema che ruota intorno al Centro unificato di via della Croce Rossa, che Giorgio ha sempre inteso quale “casa comune del volontariato”, da cui poter attivare in qualsiasi istante una forza di pronto impiego, fatta di volontari competenti e dotata di mezzi efficienti”.
“Per noi era l’uomo il cui talento e la cui capacità, nel corso degli eventi, hanno sempre fatto la differenza, permettendoci di superare ogni prova”, concludono al Coordinamento di Protezione civile ricordando l’ “eredità di grande valore che Giorgio ci ha lasciato: un sistema pienamente operativo e con un'architettura più solida, in grado di fornire risposte efficaci ed organizzate indipendentemente dall’emergenza da affrontare e da chi venga coinvolto”.
Giorgio Ballarini lascia la moglie Doriana, la figlia Lisa, gli adorati nipoti Federico e Caterina, la mamma Olga e il fratello Ivano. I funerali si celebreranno sabato mattina alle 9 dalla camera mortuaria dell’arcispedale Santa Maria Nuova, dove da domani sarà allestita la camera ardente, alla chiesa di Sant’Anselmo a Buco del Signore.
Il docente del Dipartimento di Ingegneria e Architettura dell’Università di Parma, autore di oltre 110 pubblicazioni, è stato premiato per l’attività nell’ambito disciplinare del Disegno.
Parma, 26 settembre 2019 –
Paolo Giandebiaggi, docente del Dipartimento di Ingegneria e Architettura dell’Università di Parma, ha ricevuto la Targa d’Oro UID, prestigioso riconoscimento che viene conferito ogni anno a chi si è particolarmente distinto per l’attività nell’ambito disciplinare del Disegno. Il riconoscimento è stato consegnato in occasione del 41° Convegno Internazionale dei Docenti delle Discipline della Rappresentazione – Congresso della Unione Italiana per il Disegno che si è svolto a Perugia nei giorni scorsi.
Dopo la conferenza “Dell’arte/nell’arte: i disegni ‘scoperti’”, nella Sala dell’Ercole Farnese dell’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia, è avvenuto il conferimento al prof. Giandebiaggi, che ha ricevuto la prestigiosa Targa dalla Presidente, prof.ssa Francesca Fatta, nella suggestiva cornice della Sala dei Notari all’interno del Palazzo dei Priori di Perugia, alla presenza del Comitato Tecnico Scientifico dell’UID e di tutti i soci riuniti in occasione dell’Assemblea Annuale.
Particolarmente pregnanti le motivazioni che hanno portato al prestigioso riconoscimento: l’attività scientifica del prof. Giandebiaggi, che lo vede autore di oltre 110 pubblicazioni di varia tipologia (monografie, articoli su riviste, saggi in volumi, interventi a convegni nazionali e internazionali, ecc.) nelle quali ha approfondito in modo innovativo in particolare i temi dell’analisi grafica a supporto della conoscenza del costruito e le tematiche di rilievo architettonico e urbano; le numerose attività di gestione e coordinamento all’interno di importanti strutture non solo locali o in seno all’UID, quali ANVUR (per cui è stato GEV nella prima tornata di valutazioni VQR 2004-2010 e membro di commissione per l’abilitazione ASN nel 2012/2013), MIUR e CUIA, per le quali rappresenta l’Italia nel “Group Coordinators for Recognitions of Professional Qualifications – Architecture”, pool di esperti sui temi dell’Architettura in seno alla Commissione Europea: il più alto organo istituzionale in materia a livello comunitario; infine, la capacità di conciliare da sempre l’attività professionale e quella accademica, riversando reciprocamente le peculiarità dell’una nell’altra, contribuendo ad arricchire i contenuti trasmessi agli studenti dei corsi di laurea nei quali è docente.
Tumori in calo in Emilia-Romagna, grazie soprattutto all’attività di prevenzione, con diminuzioni significative dell’incidenza soprattutto negli uomini, dal 2006, per tutte le tipologie (-2,3% l’anno), in particolare per il tumore del colon (-8,8% l’anno) e della prostata (-3,6%). Non solo: a livello nazionale, l’Emilia-Romagna è la regione con i tassi di sopravvivenza più elevati, a cinque anni dalla diagnosi, sia per tutti i tumori (62,4%) che per le singole patologie, con un 89% del tumore alla mammella.
Sono alcuni dei dati che emergono dalla nona edizione del rapporto “I numeri del cancro in Italia”, frutto della collaborazione già consolidata tra AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) e AIRTUM (Associazione Italiana dei Registri Tumori), presentato oggi a Roma.
Oltre ai dati nazionali, il dossier contiene anche quelli per le singole regioni: con una stima di 29.500 nuove diagnosi nel 2019, di cui 15.000 uomini e 14.500 donne, l’Emilia-Romagna rispetto alle altre regioni italiane si colloca al 13^ posto per incidenza di tumori negli uomini, e al 4^ posto per le donne (dopo Friuli, Lombardia e Veneto).
“Siamo di fronte a risultati eccellenti- commentano il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi– resi possibili dalle politiche di prevenzione, primaria e secondaria, portate avanti in Emilia-Romagna. Non solo: qui siamo in grado di garantire cure all’avanguardia e ad altissima complessità. Dal tumore dunque si può guarire, oggi molto di più rispetto a un passato anche recente, e lo dimostrano questi dati; fondamentale, però, è non abbassare la guardia. Ricordiamo- aggiungono- che l’Emilia-Romagna è interamente ‘coperta’ dai Registri Tumori: Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Ferrara e la Romagna hanno una lunga e consolidata esperienza di registrazione di queste patologie, a cui si è aggiunta, in tempi più recenti, anche Bologna. Parliamo- concludono Bonaccini e Venturi– di strumenti fondamentali per ‘sorvegliare’ l’andamento dei tumori nella popolazione residente in un determinato territorio. Ancora una volta il nostro sistema sanitario regionale pubblico dimostra la sua forza, dalla cura alla prevenzione, fino alla ricerca, grazie a tutti coloro che vi lavorano facendone ogni giorno una eccellenza”.
Determinante, per la redazione del rapporto, il contributo della Regione Emilia-Romagna che negli anni ha “espresso” tre presidenti nazionali dell’AIRTUM: Maurizio Ponz de Leon, già preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Modena-Reggio Emilia, Stefano Ferretti, dell’Università di Ferrara, e Lucia Mangone, dell’Azienda Usl-Irccs di Reggio Emilia (attualmente membro del Gruppo di coordinamento tecnico-scientifico del Registro Tumori della Regione Emilia-Romagna). Fondamentale anche il contributo di Fabio Falcini (Irccs-Irst di Meldola), nuovo direttore del Registro Tumori della Regione Emilia-Romagna.
La sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi: qui i tassi più elevati d’Italia
Estremamente interessante il dato relativo alla sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi. L’Emilia-Romagna presenta infatti i tassi di sopravvivenza più elevati in Italia, sia per tutti i tumori (62,4%) che per le singole patologie: più del 68% per il colon-retto (uomini e donne) e dell’89% per la mammella. Risultati, questi, resi particolarmente positivi laddove è stata più forte l’adesione agli screening oncologici, e dunque è aumentata la possibilità di cura in termini di farmaci e presa in carico del paziente.
L’importanza di aderire allo screening
Negli uomini l’adesione allo screening del colon-retto ha fatto sì che oggi l’Emilia-Romagna sia al terz’ultimo posto in termini di incidenza di questa neoplasia. Anche per il polmone le campagne di sensibilizzazione per la dismissione del fumo di tabacco hanno dato risultati importanti: l’Emilia-Romagna è nella parte medio bassa della classifica. Discorso analogo per la prostata, dove le campagne di sensibilizzazione con medici di medicina generale e urologi hanno portato a un uso più appropriato nella prescrizione del dosaggio dell’antigene prostatico specifico (Psa), indicatore di possibili malattie dell’apparato genitale maschile, con una notevole riduzione dell’incidenza del cancro prostatico.
Anche per quanto riguarda le donne, l’adesione allo screening del colon-retto ha dato ottimi risultati, collocando l’Emilia-Romagna al quart’ultimo posto nella scala nazionale in termini di incidenza della neoplasia. Meno positivi i risultati per quanto riguarda il polmone, che vede la regione al secondo posto per incidenza, per quanto sia migliorata rispetto allo scorso anno (era al primo). Per quanto riguarda il tumore alla mammella, l’elevata adesione allo screening mammografico colloca l’Emilia-Romagna al quarto posto per incidenza tra le regioni italiane; lo scorso anno era al secondo.
L’incidenza: in calo costante dal 2006
In Emilia-Romagna l’incidenza tumorale cala, negli uomini, in maniera significativa dal 2006, per tutte le tipologie (-2,3% l’anno). Diminuisce, in particolare, quella del tumore del colon (-8,8% l’anno, dal 2006), del polmone (-1,5% l’anno dal 2003 fino al 2008 e -2,9% nel periodo successivo) e della prostata (-3,6% dal 2007). Nelle donne cala l’incidenza per tutte le tipologie a partire dal 2008 (0,9% l’anno): diminuisce, nello specifico, per il tumore del colon dal 2006 (-4,0% l’anno). In controtendenza, invece, il dato relativo al tumore del polmone (+3,4% annuo); in lieve aumento il tumore della mammella (+0,6% annuo).
Dal rapporto presentato emerge come, nel periodo 2003-2014, il tasso di mortalità per tutti i tumori sia sceso significativamente in entrambi i sessi (-2,4% l’anno negli uomini e -1,3% l’anno nelle donne). Negli uomini, in particolare, cala la mortalità per tumore del colon e del polmone e, dal 2003, anche per il tumore della prostata. Anche nelle donne si registra una riduzione della mortalità per il tumore del colon e della mammella, mentre continua ad aumentare quella per tumore del polmone (+1,2% annuo).
Screening in Emilia-Romagna: le percentuali di adesione
Per quanto riguarda lo screening dei tumori della mammella, il programma regionale prevede l’invito ad eseguire la mammografia ogni due anni per tutte le donne dai 50 ai 74 anni, e ogni anno per quelle tra i 45 e i 49 anni. Al 1° gennaio 2019, circa il 70% delle donne di tutte le fasce di età risulta aver eseguito la mammografia nel programma, secondo l’intervallo annuale o biennale.
Lo screening regionale dei tumori del colon retto è rivolto a uomini e donne di 50-69 anni, invitati ogni due anni a eseguire il test per la ricerca del sangue occulto nelle feci. Al 1° gennaio 2019 il 54% risulta aver eseguito regolarmente il test o una colonscopia nel programma. Dall’anno di avvio del progetto, nel 2005, i nuovi casi di questa patologia sono diminuiti del 30%. Non solo: uno studio condotto sulla popolazione che ha effettuato lo screening permette di stimare una riduzione del 30% anche della mortalità.
Ventuno borse griffate sono state sequestrate stamani, dalla Polizia Locale di Piacenza, durante la serie di controlli effettuati nelle vie del centro in cui si svolge il mercato bisettimanale. I pattugliamenti erano mirati, in particolare, a verificare la presenza di venditori abusivi e questuanti molesti in azione nella zona di piazza Duomo e piazza Cavalli. Oltre al sequestro della merce venduta senza autorizzazione, che l’ambulante colto in flagrante, datosi alla fuga, ha abbandonato sul posto, è stato notificato un Ordine di allontanamento – il terzo, nei suoi confronti, dall’inizio dell’anno – a una donna di circa 60 anni, che chiedeva insistentemente l'elemosina in via Legnano.
“L’intervento odierno – rimarca l’assessore alla Sicurezza Luca Zandonella – si inserisce nel piano di contrasto al commercio abusivo che l’Amministrazione comunale sta portando avanti sin dal suo insediamento. Ciò a tutela degli esercenti che rispettano con professionalità e onestà le normative, ma anche in difesa dei consumatori, che invitiamo a non acquistare prodotti da venditori che non siano titolari di regolare licenza, per non incentivare l’illegalità e la concorrenza sleale”.
Un altro Ordine di allontanamento, risultato essere il 4° a suo carico, è stato emesso la scorsa settimana nei confronti di un cittadino senegalese, durante i controlli condotti dalla Polizia Locale nelle aree di parcheggio cittadine: l’uomo è stato sorpreso dagli agenti nel piazzale di viale Malta, mentre esercitava abusivamente l’attività di posteggiatore, violando l’articolo 7 del Codice della Strada.
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