Prossimamente l'Italia sarà sottoposta a una procedura di infrazione da parte della Commissione Europea per il mancato rispetto dei protocolli di identificazione dei profughi. 60.000 su 90.000 migranti entrati nel nostro Paese avrebbero rifiutato di farsi registrare le impronte digitali e noi, buonisti ipocriti e irresponsabili, abbiamo accettato il loro rifiuto. Accolti, coccolati e liberati magari con una paghetta.
di Lamberto Colla Parma, 13 dicembre 2015.
E' duro ammetterlo ma stavolta gli "UEmanoidi" di Bruxelles hanno ragione non solo per quanto riguarda il mancato rigore nell'applicazione di una norma di sicurezza, ma sopratutto perché è illogico e irresponsabile il comportamento dell'Italia tenuto nei confronti dei richiedenti asilo o presunti tali.
La Commissione Europea ha infatti adottato un procedimento di infrazione verso l'Italia e altri 4 paesi (Croazia, Grecia, Malta e Ungheria) per il mancato rispetto delle leggi inerenti al sistema europeo di asilo.
Al nostro paese, in particolare, viene contestato di non aver correttamente identificato i migranti arrivati o transitati sul suolo italiano tramite il foto segnalamento, di non aver preso cioè le impronte digitali.
Su questo punto il Viminale spiega di aver seguito "le procedure stabilite", sottolinea che "su 90 mila stranieri entrati nel nostro Paese, conosciamo l'identità di ben 60 mila" e si giustifica spiegando ancora una volta il problema di chi si rifiuta di lasciare le proprie impronte digitali. Queste persone, come accade anche in altri Paesi, al momento dell'identificazione tengono il pugno chiuso e i pubblici ufficiali sono "costretti a fermarsi per evitare che la situazione possa degenerare".
Questa la semplice, banale e infantile risposta dei nostri rappresentanti al Governo.
Questa è sicurezza?
La sicurezza nazionale e europea doveva avere precedenza assoluta sul diritto di privacy dei migranti. La foto-segnalazione e l'impronta digitale sono elementi indispensabili per l'identificazione certa della persona nell'interesse suo e nell'interesse dei cittadini europei che non gradiscono fallanze nei sistemi di sicurezza posti a barriera contro il terrorismo internazionale.
Nonostante si possa convenire che sia improbabile che i terroristi viaggino con i barconi degli scafisti, il riconoscimento certo di ogni individuo che entra sul suolo europeo eleva il livello di sicurezza generale.
Negligenza e discriminazione al contrario
Una negligenza inaccettabile quindi e una discriminazione al contrario, pure sessista e aggiungo generazionale.
Io, cittadino italiano e maschio over 50, ho dovuto acconsentire al prelevamento delle farmi impronte digitali nel momento della leva militare obbligatoria (solo per i maschi) e una seconda volta a seguito, dell'introduzione della Carta di Identità elettronica.
Loro invece, i migranti o profughi che siano, invece sono stati identificati "in fiducia" con improbabili documenti d'identità.
La fiducia, recitava un datato spot pubblicitario, è una cosa seria che si dà alle cose serie e, a quanto pare, noi nativi italiani non siamo seri. Potenziali evasori, potenziali delinquenti, potenziali mafiosi, buoni a niente salvo essere utili, anche in rigor mortis avanzato per porre le crocette il giorno delle elezioni che, mai come in quest'ultimo mezzo lustro, abbiamo tanto sperato.
Egregio Ministro Alfano questa volta ha toppato forte.
Ha lasciato aperta una falla pericolosissima. Auguriamoci che tra i 60.000 profughi non censiti e non perfettamente identificati non vi siano "Tagliagole" e "Kamikaze".
Se fossi in lei, Signor Ministro, invece di giustificarsi con scuse banali, adotterei misure speciali per recuperare il recuperabile, chiederei scusa invece di attendere dei ringraziamenti e infine, quatto quatto, me ne andrei magari chiedendo il trasferimento a un incarico di Governo meno impegnativo e più adatto a Lei se, proprio proprio, non volesse abbandonare uno scranno ministeriale.
(Foto tratte da www.interno.gov.it)
Francesca Gambarini, capogruppo di Forza Italia al Consiglio comunale di Fidenza commenta il brutale omicidio di Alessia della Pia, la 39enne parmigiana trovata morta davanti all'ingresso di casa, in via Bersaglieri. Il compagno, Mohamed Jella, già noto alle forze dell'ordine, da quel giorno si è dato alla fuga ed è ricercato in tutta Italia. -
Parma, 10 dicembre -
"L'uomo ricercato per il brutale omicidio di Alessia era stato espulso dall'Italia. Non doveva essere qui, ma, invece, c'era ed era un uomo libero, nonostante la lunga serie di precedenti penali. L'iter per mandarlo via dall'Italia si è arenato fra le pieghe della burocrazia italiana. I criminali devono andare via subito dall'Italia: vanno messi su un aereo e fatti ritornare nel loro Paese. Se la procedura di espulsione fosse stata più rapida e veloce, forse, Alessia non sarebbe morta. Ora si cerchi almeno di rimediare a questo buco nero della nostra legislazione: più controlli e più severi su chi arriva in Italia basati su norme chiare e precise dall'interpretazione univoca e espulsione immediata dei criminali stranieri. Vanno riportati nel loro Paese, senza perdersi in lunghe (e in questo caso anche dannose) procedure burocratiche".
Così Francesca Gambarini, capogruppo di Forza Italia al Consiglio comunale di Fidenza (Pr) commenta il brutale omicidio di Alessia Dellapia, avvenuto a Parma domenica scorsa, quando il corpo della donna è stato trovato riverso a terra pieno di ecchimosi, senza vita.
Il compagno, Mohamed Jella, tunisino nato l'8 agosto 1988 e già noto alle forze dell'ordine, da quel giorno si è dato alla fuga ed è ricercato in tutta Italia.
Cereali ancora statici. derivati del latte in pausa e primi segnali di ripresa per il Grana Padano. Bene l'incontro tra De Castro e Hogan. Boom per le bollicine. Latte, per Mercuri occorre lavorare sulle aggregazioni. Parmigiano Reggiano punta sulla qualità. Un macigno sulla fiducia appena riconquistata.
(in allegato il formato pdf scaricabile)
SOMMARIO Anno 14 - n° 48 29 novembre 2015
1.1 editoriale Un macigno sulla fiducia appena riconquistata
3.1 cereali Cereali, all'insegna della staticità.
4.1 Lattiero caseario Derivati del latte in pausa. Primi segnali di ripresa per il Grana Padano
5.1 vino e etichettatura Mercuri: bene incontro De Castro - Hogan
5.2 latte Mercuri: le misure placano la tempesta ma serve lavorare sulle aggregazioni
6.1 parmigiano reggiano Il Parmigiano Reggiano punta sempre più sulla qualità
6.2 vino E' boom per le bollicine
7.1 agromercati Ismea, Overview sui mercati.
8.1 mais e soia Mais e Soia dati previsionali novembre 2015
9.1 promozioni "vino" e partners
Colpo di scena, siamo ancora in stato di crisi. Dalla fiducia alle stelle, come non si registrava dal 2007, al tonfo dell'export che su base annua cala del 4,5%. Nell'arco di trenta giorni tutto è cambiato?
di Lamberto Colla - Parma, 29 novembre 2015 -
Dalle stelle alle stalle o meglio dalla realtà virtuale alla cruda realtà. La positività dei dati fatti segnare dall'Italia hanno concesso giusto il tempo di approvare la manovra finanziaria del Governo, messo alle strette dalla faccenda romana di mafia capitale oltre che dal contenzioso , tutto interno al PD, innescata dall'ex Sindaco Marino.
Una manovra edulcorata dunque, quasi propagandistica, e sostenuta dall'enfatizzazione, quasi imbarazzante, dei lievi segnali di ripresa economica.
Ma da lì a cantare vittoria di acqua sotto i ponti ce ne deve passare.
"L'ITALIA CI CREDE", gridava Renzi soltanto lo scorso 28 ottobre dopo la pubblicazione dei dati sulla fiducia dei consumatori e delle imprese resi noti dall'Istat
«Se avete le notizie di oggi dall'Italia - spiegava Renzi parlando a Cuba -, stiamo registrando per la prima volta dopo molti anni un cambiamento di clima profondo». Per il premier dunque «siamo tornati ai livelli pre-crisi. L'Italia ci crede».
Addirittura, uno dei tre carnefici istituzionali (Troika), il FMI (Fondo Monetario Internazionale), ai primi giorni di novembre venne in soccorso della politica economica renziana .
"Fmi alza stime pil Italia: +1,3% nel 2016.
Il Fondo monetario internazionale ritocca al rialzo le stime per l'Italia che sperimenta una «crescita più forte del previsto», scriveva "Il Messaggero". Il pil crescerà quest'anno dello 0,8% (0,1 punti percentuali in più rispetto alle stime precedenti), per poi accelerare a +1,3% nel 2016 (+0,1 punti percentuali) dopo una contrazione dello 0,4% nel 2014. addirittura si arrivò a affermare che «L'Italia può fare di più e in termini di crescita è di sicuro possibile che possa fare come o meglio della Germania», come auspicato dal premier Matteo Renzi, afferma Thomas Helbling del dipartimento economico del Fmi.
A leggere i giornali sembrava di vivere il secondo miracolo italiano dopo quello degli anni '60 del secolo scorso.
Roba da non credere. Eppure erano ben poche le voci fuori dal coro. E' difficile pensare a una ripresa economica con dati, per quanto positivi fossero, pur sempre inconsistenti in termini assoluti (si parla dello 0,1%, dell'1,3% ottimistico). Incrementi pressoché inutili a contrastare 8 anni di crisi che hanno schiacciato e alienato migliaia di imprese manifatturiere, la spina dorsale della nostra economia, ma lasciato intatto l'apparato burocratico - amministrativo statale.
Noi, da subito, ci eravamo esposti a sostenere, sin dai primi momenti in cui i toni trionfalistici correvano in ogni dove, dalla carta stampata al soldo del regime, ai social media che cinguettavano come pappagalli i più ottimistici titoli, l'inconsistenza della ripresa.
"La ripresa per i fondelli" titolavamo il 13 settembre scorso. Non un atto di opposizione, per partito preso, a Renzi ma solo il tentativo di attenuare il processo di affrancamento di una realtà distorta. Una cura palliativa, prevalentemente determinata da fattori esterni all'Italia, spacciata per effetto di un programma e di una azione governativa.
Con gli ultimi dati diffusi sull'export, molto probabilmente, qualche correttivo verrà introdotto e il clima del terrore verrà in sostegno a giustificare delle operazioni straordinarie.
L'emergenza terrorismo, cade perciò a fagiolo. E' da scommettere che sarà la causa principale per l'aggiustamento della manovra finanziaria e causa prima della ripresa economica mancata. Niente ripresa, niente risorse. Ma da qualche parte, per fare "mal funzionare" questo apparato borbonico, occorrerà pur tirarle fuori da qualche parte.
Certamente, l'effetto terrorismo, influirà sui dati economici, non sarà determinante ma pur sempre una giustificazione assai appetibile per introdurre le solite manovre di "emergenza", quelle che rastrellano nel breve periodo rimandando nuovamente quelle operazioni controproducenti al consenso politico.
Così sarà più facile tornare a ripristinare l'aumento dell'Iva, momentaneamente traslato di un anno, piuttosto che intervenire seriamente sulla "Spending Review", sui privilegi dei parlamentari e dell'esercito dei consiglieri regionali nonché dei consiglieri di amministrazione di centinaia e centinaia di Enti Inutili e così via.
No, su costoro non si riesce a intervenire perché sono i gangli nevralgici sui quali si impernia la raccolta del consenso elettorale, i portatori certi d'acqua al mulino del partito.
I dati diffusi in questi giorni indicano che le vendite dei prodotti italiani fuori dai confini dell'Unione sono in fortissimo calo. Secondo l'Istat negli ultimi tre mesi la dinamica è stata "ampiamente negativa": -5,8% per effetto del rallentamento dei Paesi emergenti e in particolare della Cina.
Ma se non tira l'export come potrà esserci ripresa se dal mercato interno non si muove nulla?
Un nuovo allarme lo lancia lo stesso Presidente di Confindustria, come riportato dal Sole 24 ore del 25 novembre, il quale conferma la difficoltà ad agganciare la ripresa e che occorre fare le riforme. "Perché mancano i consumi interni", rimarca Squinzi e comunque "dato che quel poco di ripresa che abbiamo è dovuto anche a fattori esterni come cambio, prezzo del petrolio e quantitative easing, quello di cui abbiamo bisogno per agganciare una ripresa forte - spiega Squinzi - sono le riforme interne, bisogna assolutamente mettere mano con determinazione alle riforme interne, non solo annunciarle ma anche realizzarle compiutamente".
La crisi del lavoro e dei consumi non possono che peggiorare se gli ordinativi industriali diminuiranno e sarà ancor peggio se dovesse tornare la voglia irrefrenabile di alzare l'aliquota iva.
Il canto delle sirene. Quei 3,5 punti in più che furono promessi alla Commissione Europea e che Renzi, grazie a fattori esterni positivi, è riuscito a spostare nel tempo potrebbero ben presto tornare di moda. Una spada di "Damocle", sempre pendente sulle nostre teste.
Se così sarà, i consumi subiranno una nuova frenata, il lavoro diminuirà e conseguentemente la disoccupazione tornerà a crescere. Un cane che si morde la coda, una spirale dalla quale sarà sempre più difficile uscire.
Caro Matteo Renzi, se tieni veramente all'Italia entra a piè pari sulle riforme e sulla spesa dello Stato, sugli Enti inutili e sui privilegi diffusi.
Riporta la Politica a dialogare con la società e che dalla società, dalle piccole o grandi aspettative di ciascuno prenda spunto per adeguare le azioni a breve e a lungo periodo.
Giusto, per carità, trasmettere ottimismo ma altrettanto giusto avviare un processo di equità.
Non si pretende la perfezione ma almeno segnali concreti che una nuova stagione, quella renziana della concretezza e non dell'annuncio, si è affacciata finalmente sulla bell'Italia.
Forza e coraggio, sei giovane e puoi azzardare!
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Cereali in pausa. Scende ancora il latte spot. 3 milioni dall'UE per la promozione di parmigiano, Gorgonzola e Asiago. Alleanza Cooperative, intervengono Martina e Calenda. Sono cambiate le proiezioni del Mais dopo i dati diffusi di USDA. La Guerra è Guerra.
(in allegato il formato pdf scaricabile)
SOMMARIO Anno 14 - n° 47 22 novembre 2015
1.1 editoriale La guerra è guerra.
3.1 cereali Cereali, poche le novità sui mercati id base
4.1 Lattiero caseario Il Latte spot torna a scendere
5.1 Latte e leadership Martina. Sul latte la cooperazione può assumere la leadership
5.2 promozione estera Calenda, eventi internazionali di promozione totale sono sperpero di denaro pubblico
6.1 vino e export cina Vinitaly 2016: Vinitaly e la Cina, un presidio lungo vent'anni. Nuove iniziative per la 50^ edizione
6.2 latte Oceania: scendono i prezzi delle commodity lattiero-casearie
7.1 export formaggi Parmigiano, Asiago e Gorgonzola. Dall'UE 3 milioni per la promozione
7.2 latte oceania UE: export in continuo aumento ma a prezzi bassi
8.1 agromercati Ismea, Overview sui mercati.
9.1 mais e soia Mais e Soia dati previsionali novembre 2015
10.1 promozioni "vino" e partners
Un tunnel dal quale sarà difficile uscire in fondo al quale non si vede la luce. La guerra è arrivata in casa nostra e adesso ci accorgeremo che non è un videogame e non esistono bombe buone e bombe cattive. Giù la maschera delle ipocrisie e affrontiamo con lucidità e cinismo la realtà. E' guerra globale, dall'aereo civile russo abbattuto lo scorso 31 ottobre, agli attentati simultanei di Parigi di venerdi 13, all'assalto in Mali di venerdi scorso.
di Lamberto Colla - Parma, 22 novembre 2015 -
Al peggio non c'è mai fine. In meno di un anno abbiamo pianto le vittime parigine di due attentati ma tra i due fatti a sorprendere è il salto di qualità militare a dimostrare che il progetto di guerra dell'autoproclamato Stato Islamico sta prendendo forma e non soltanto propagandato utilizzando, peraltro in maniera molto professionale, gli strumenti di informazione più diffusi a livello globale.
Stiamo piangendo le vittime parigine mentre per quelle russe decedute meno di 15 giorni prima nell'esplosione di un aereo civile il nulla. Solo la cronaca delle indagini per determinare le cause dell'incidente o le modalità dell'attentato.
Due pesi e due misure. Sembra quasi che il nostro cervello sia stato, in quest'ultimo quarto di secolo, manipolato per diventare insensibile a quanto accade in cielo o in mare aperto mentre è ancora molto sensibile alle morti in terra, a quanto accade sul "campo di battaglia".
Cielo e mare, due zone "franche" da emozioni?
La Guerra del Golfo (la prima è del 1990) ha fatto scuola e attirato audience e share senza che nessuno pensasse che, alla fine della parabola di quelle migliaia di luci che tracciavano i cieli di Bagdad, ci sarebbero state delle vittime ovvero uomini, militari o civili ma pur sempre uomini, donne, bambini.
E la maggior parte delle vittime, c'è da giurare, erano innocenti.
E noi tutti, qui in occidente, comodamente rilassati sulla Frau a attendere il collegamento di Emilio Fede (video) per l'aggiornamento del numero e del tipo di missile utilizzato durante la giornata, il numero di missioni aeree, il tipo di velivolo impiegato nell'incursione protetta ovviamente dai fenomenali aerei radar che presidiavano il teatro di guerra.
Già, il teatro di guerra.
Da quel giorno i teatri di guerra si sono moltiplicati a dismisura ma non tutti interessanti per la pubblica opinione e perciò dimenticati dai circuiti informativi mentre altri, ben più accattivanti e telegenici ci vengono propinati con dovizia di particolari a ogni ora, alla pari delle trasmissioni sula cucina. E così, tra un fornello e un mousse l'aggiornamento di cronaca nera è il "riempipista" catodico preferito.
E ora siamo al dunque...
La guerra è arrivata in casa e ora tocca a noi piangere i nostri morti in casa nostra. Un momento che non avremmo voluto ma che era nell'aria e nella logica delle cose, senza dover necessariamente tirare in ballo le profezie di Nostradamus, da molto tempo con segnali forti e chiari.
D'ora in poi, non attendiamoci perciò verità dall'informazione perché anch'essa è strumento tattico e strategico al servizio delle parti.
Ormai dovremmo essere abbastanza sgamati per capirlo da soli e l'aforisma di Arthur Schnitzler (dal libro dei motti e delle riflessioni, 1927) promuoverlo a teorema "Ogni guerra viene iniziata con i pretesti più futili, portata avanti con buone ragioni e conclusa con le giustificazioni più false."
Così è stato per tutte le guerre, antiche e moderne, da Saddam Hussein a Gheddafi per citare solo quelle del nuovo millennio.
In guerra, perché volenti o nolenti siamo in guerra come la gran parte del pianeta lo è in una miriade di conflitti locali, l'informazione e la contro-informazione diventa strategica per il raggiungimento dell'obiettivo, per la vittoria sul campo e la morte dell'intelligenza.
Ma ormai siamo all'estrema ratio e non si può più tornare indietro. L'occidente, l'Europa in particolare, si è lasciato stupidamente affascinare da Bush senior che voleva esportare la democrazia e oggi, nell'era della globalizzazione, importa guerra e morte. Che Al Baghdadi voglia emulare Bush esportando l'Islamismo?
Prepariamoci, anche psicologicamente, a difenderci, a difendere le nostre vite e i nostri cari, a difendere i nostri valori.
Pensiamo alla guerra come una realtà e non ascoltiamo chi dice che noi siamo i buoni e gli altri i cattivi. La guerra è guerra e ogni logica e codice civile viene sopraffatto dalla logica e dal codice, scritto e non scritto, di guerra.
Dobbiamo essere pure noi cattivi se vogliamo sopravvivere. Senza ipocrisie. Giusta o sbagliata (è sempre sbagliata) ma pur sempre guerra rimane.
La guerra è guerra e in guerra non c'è pietà e misericordia ma solo sopraffazione.
Si è perduto il tempo del negoziato, il tempo in cui si poteva rimodellare lo scacchiere internazionale con maggiore equità. Quel tempo è scaduto e adesso i "barbari" si devono affrontare da "barbari", all'arma bianca: la più cruenta delle lotte, quelle che si fa a terra e che vede il sangue del nostro nemico.
Nessuna illusione. Così è!
Quel che è peggio è che, a mio personalissimo parere, in Europa, non abbiamo nessun premier all'altezza di affrontare questa crisi e condurci alla vittoria. Possiamo solo confidare in un miracolo e che tutto quanto sopra esposto sia stato il frutto di una mia allucinazione notturna.
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(Descrizione foto di copertina: A US Air Force (USAF) F-117A Nighthawk Stealth Fighter aircraft flies over Nellis Air Force Base (AFB), Nevada (NV), during the joint service experimentation process dubbed Millennium Challenge 2002 (MC02). Sponsored by the US Joint Forces Command (USJFCOM), the MC02 experiment explores how Effects Based Operations (EBO) can provide an integrated joint context for conducting rapid, decisive operations (RDO).
Date: 6 August 2002
Source: http://www.defenselink.mil/
Author: Staff Sgt. Aaron Allmon II)
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I due Video introdotti
Emilio Fede annuncia la guerra del golfo
https://www.youtube.com/watch?v=yPF_AEG8kMY
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CNN / Rai3 Bagdad
https://www.youtube.com/watch?v=8uCrNbu0aGs
Mentre l'Europa penserebbe di contribuire a stemperare il conflitto tra Israele e Palestina adottando una etichettatura discriminatoria, l'intifada dei coltelli approda a Milano e il terrorismo islamista mette a ferro e fuoco Parigi in quel tragico venerdi 13 novembre dove oltre 120 persone morirono nel più grave atto di guerra dopo la fine della seconda guerra mondiale.
di Lamberto Colla - Parma, 15 novembre 2015 -
Ancora una volta l'Unione Europea dimostra la sua debolezza e l'assenza totale di una politica interna e internazionale.
Nell'incapacità di tracciare una politica si appoggia a provvedimenti finanziari piuttosto che a provvedimenti tecnici che, alla fine, hanno pur sempre valenza politica.
Il caso che riguarda l'Etichettatura dei Prodotti di provenienza da territori occupati da Israele ne è una chiara e purtroppo pericolosa dimostrazione.
Vero è che l'UE riconosce a Israele i confini del 1967 e che perciò i prodotti coltivati negli insediamenti non potrebbero essere etichettati come se fossero realizzati in Israele ma, visti i tempi, gli scenari di crisi internazionali e soprattutto la volontà dell'UE di essere il negoziatore della pace tra israeliani e palestinesi, sarebbe stato prudente sospendere tale decisione.
Una decisione di tale portata politica che ha indotto Israele a interrompere alcuni rapporti diplomatici con l'UE e il Premier Benyamin Netanyahu a dichiarare che "L'UE deve vergognarsi" aggiungendo in seguito che è "una decisione ipocrita e che rivela un doppio atteggiamento: si applica solo ad Israele e non ai 200 conflitti nel mondo".
A mio modesto parere, ci sarebbero ben altri problemi da affrontare, anche solo rimanendo in ambito di etichettatura e molte altre sarebbero le decisioni di ben più vasta portata da prendere in politica interna e in politica estera. Invece, con una tempestività imbarazzante, l'UE se ne esce con questa bella pensata, peraltro in sospeso dal 2013, proprio in piena intifada dei coltelli. Perciò in uno dei momenti di maggiore tensione tra le due parti il "negoziatore", perché è questo il ruolo che ambirebbe assumere l'UE, lascia intendere di preferirne una.
Ma da chi siamo governati! Nemmeno un bambino avrebbe commesso una ingenuità simile?
Effettivamente però, se fosse stato un bambino a commetter l'errore, avrebbe proprio risposto come hanno fatto le fonti UE che "Questi provvedimenti erano allo studio da molto tempo e ora sono stati finalizzati. Non si tratta di un'azione politica, ma di una misura tecnica in linea con le leggi comunitarie".
E' come nascondere un elefante dietro un filo d'erba.
Il bacino del mediterraneo è tornato a essere una polveriera e questi incapaci e irresponsabili pensano a una etichetta.
La tragica realtà contemporanea, neanche a farlo apposta, non ha tardato a palesarsi e a Milano un ebreo viene aggredito con 7 coltellate mentre ventiquattro ore dopo, in quel tragico venerdi 13 novembre 2015, Parigi viene messa a ferro e fuoco da una perfetta azione militare portata a termine da terroristi islamisti che macellano 120 inermi cittadini in 7 attacchi contemporanei.
Il più grave attacco militare su suolo europeo dopo la fine della seconda guerra mondiale.
L'Europa, invece di pensare e agire nell'interesse dei popoli, se ne esce con un provvedimento discriminatorio facendo fare, alla nostra civile democrazia, un balzo indietro nel tempo di qualche decina d'anni.
La nota stampa di Giuseppe Tramuta sulla sicurezza cittadina. Un'analisi dopo i gravi fatti di cronaca degli ultimi giorni che si conclude con le proposte concrete avanzate. "La mancanza di controllo del territorio unitamente al decreto "Svuota Carceri" ha inevitabilmente portato ad una delinquenza più marcata e, quindi, ad un pericolo costante per noi cittadini di Parma." -
Parma, 11 novembre 2015 -
Nonostante le continue assicurazioni da parte delle autorità preposte che, per non destare allarmismo tra la gente, continua a sottolineare che nella nostra città la Sicurezza non rappresenta un grave problema, i gravi fatti occorsi in questi ultimi giorni, stanno a dimostrare il contrario.
La mancanza di controllo del territorio unitamente al decreto "Svuota Carceri" ha inevitabilmente portato ad una delinquenza più marcata e, quindi, ad un pericolo costante per noi cittadini di Parma. Pericolo che, se rapportato al grado di vivibilità di solo pochi anni fa, ci rende invivibile il nostro quotidiano.
Dopo la fine del mio servizio nella Polizia di Stato - Squadra Mobile, più volte sono stato contattato come tecnico con lunga esperienza in materia di Sicurezza. Attualmente con il movimento Prima Parma - Territorio & Autonomia, abbiamo presentato una serie di proposte per una prevenzione del territorio e dei cittadini (vedi petizione "Città Sicura") che, come ormai è noto a tutti, è stata snobbata sia dall'amministrazione che dai consiglieri d minoranza.
Lo scritto arrivato a me nei giorni scorsi, come primo firmatario della suddetta petizione, da parte del Presidente del Consiglio Comunale di Parma, Dott. Vagnozzi, non è certo la risposta che ci si aspettava; solo una cronistoria di quanto successo dal momento della presentazione ad oggi. Quindi, di fatto, la risposta che doveva essere data non è mai arrivata.
Ora, mi chiedo come si possa continuare a nascondersi dietro a risposte date e non date, provvedimenti che non hanno portato a nulla di positivo, mancanza di considerazione sia dei cittadini di Parma che delle loro proprietà.
Come esperto in materia mi sento doppiamente frustrato; vedo cose che potrebbero essere benissimo evitate se solo si volesse agire con buona volontà e senso di rispetto verso la città.
Le proposte avanzate sono:
1) Riapertura delle circoscrizioni aventi funzioni di commissariati in ogni quartiere con la presenza di personale della Polizia Municipale in divisa h24 (nelle ore notturne anche con auto dotata di lampeggiante acceso come deterrente)
2) Più personale in divisa sul territorio, soprattutto nei pressi delle scuole, parchi e luoghi mal frequentati, svolgendo attività di monitoraggio in collaborazione con tutti i cittadini e i commercianti. Le segnalazioni poi dovrebbero essere tempestivamente inviate dagli stessi alla Centrale Operativa delle forze dell'ordine
3) Altro mezzo molto importante, le telecamere dislocate in vari punti della città, con particolare riguardo alle arterie principali
4) Addestramento mirato degli agenti della Polizia Municipale
5) Migliore gestione delle Forze dell'Ordine
6) Evitare iniziative private di "Ronde" molto pericolose; molto meglio il controllo del vicinato
Ritengo che questi suggerimenti, non dispendiosi, possano migliorare di molto la Sicurezza dl nostro territorio.
Mi auguro a questo punto che, chi di dovere, mi dia la possibilità di impegnarmi ancora una volta per Parma ed i suoi cittadini.
Giuseppe Tramuta
Questionario voluto dalla Commissione Ue su come viene vissuta oggi l'Unione europea e avanzare proposte per rendere più fruibili i diritti di cittadinanza europea. C'è tempo fino al 7 dicembre. Sul sito dell'assemblea legislativa per partecipare a consultazione pubblica. saliera: "dite la vostra per una ue migliore". -
Parma, 10 novembre 2015 -
Europa, dite la vostra. L'Assemblea legislativa regionale invita i cittadini dell'Emilia-Romagna a partecipare alla consultazione pubblica promossa sul web dalla Commissione europea rispondendo al questionario su come viene percepita oggi l'Europa unita e su cosa potrebbero fare le istituzioni per rendere la vita più facile alle persone nell'esercizio dei diritti di cittadinanza europea. Partendo dalle proprie esperienza di vita, di studio o di lavoro, o anche semplicemente di viaggio in uno dei Paesi membri, rispondere alle domande porta sia a esprimere un giudizio su come attualmente venga vissuta l'Unione europea sia ad avanzare proposte per cambiare le cose.
Sul sito dell'Assemblea legislativa www.assemblea.emr.it è stata aperta una sezione ad hoc – Europa dei cittadini? Io rispondo – che permette di accedere direttamente al questionario e nella quale la presidente dell'Assemblea legislativa, Simonetta Saliera, in un video invita a rispondere, partecipando così alla consultazione aperta ai cittadini.
Saliera, che rappresenta l'Emilia-Romagna nel Comitato delle Regioni (CdR), l'organo consultivo, composto da rappresentanti di enti locali e regionali di tutti i 28 Stati dell'Unione europea, che Commissione e Consiglio Ue devono sentire prima di decidere su temi di competenza delle amministrazioni locali e delle Regioni, per fare in modo che la legislazione europea tenga conto delle prospettive dei territori, rilancia la consultazione pubblica: "La partecipazione- spiega- è un ingrediente fondamentale della vita democratica al quale sentiamo di dover contribuire. Cittadinanza significa valori e diritti. Diciamo dunque la nostra e diamo il nostro apporto rispondendo al questionario. Sarà utile per costruire un'Europa migliore".
I cittadini dell'Unione europea godono di una serie di diritti importanti: da quello di spostarsi liberamente e risiedere all'interno della Ue al diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni europee e comunali in un altro paese Ue nel quale risiedono alle stesse condizioni dei cittadini di tale paese. Inoltre, hanno il diritto di non essere discriminati per motivi di nazionalità. La Commissione europea è impegnata a tutelare e rafforzare i loro diritti. Nel 2013 ha pubblicato una relazione sulla cittadinanza della Ue che elenca 12 azioni per aiutare i cittadini ad esercitare i loro diritti in sei settori chiave: rimuovere gli ostacoli per lavoratori, studenti e tirocinanti Ue; ridurre la burocrazia negli Stati membri; tutelare i membri più vulnerabili della società; eliminare gli ostacoli a fare acquisti nella Ue; fornire informazioni accessibili e mirate sui diritti nell'Unione europea e accrescere la partecipazione alla vita democratica della Ue.
"Questa consultazione – si legge nell'introduzione al questionario - offre la possibilità di condividere la vostra opinione e la vostra esperienza su questioni relative ai vostri diritti di cittadini della Ue nonché su cosa la Commissione europea potrebbe fare per rendere più semplice la vita ai cittadini quando esercitano i loro diritti nella Ue".
E' possibile rispondere fino al 7 dicembre.
(Fonte: ufficio stampa Regione ER)
Cereali, settimana positiva, Parmigiano in ripresa? Ritirato il Mascarpone dalla GDO, premi comunitari, Nuova Zelanda e riduzione della mandria, oltre un miliardo il fatturato di Conserve Italia e Maurizio Gardini è stato confermato, "vino" e partners.
(in allegato il formato pdf scaricabile)
SOMMARIO Anno 14 - n° 45 08 novembre 2015
1.1 editoriale Lavoro è fatica... non per tutti
3.1 cereali Cereali, settimana positiva per i nazionali.
4.1 Lattiero caseario Segnali di ripresa per il Parmigiano?
5.1 Expo 2015 Chiusura con il botto per il Parmigiano Reggiano a Expo
5.2 sicurezza alimentare Mascarpone ritirato dal commercio
6.1 novità informative Teseo la nuova frontiera informativa di Clal
6.2 Finanziamenti agricoli In arrivo gli anticipi dei premi comunitari,
7.1 zootecnia Nuova Zelanda: aumentano le vacche macellate
7.2 export Cina: aumenta l'import di prodotti finiti. L'Italia c'è!
8.1 imprese Maurizio Gardini riconfermato presidente di Conserve Italia
9.1 promozioni "vino" e partners