Turchia, 15 morti per consumo di alcol contraffatto per battere il Coronavirus. Altre 60 sono state ricoverate nel reparto di terapia intensiva ad Istanbul
Ad Istanbul 15 persone sono decedute e 60 persone sono finite in ospedale, dopo aver consumato alcol contraffatto per mettersi al sicuro dalla minaccia di infezione da Coronavirus. Lo riporta. Secondo la ricostruzione dei fatti diffusa dal giornale Hurriyet, alcuni originari del Turkmenistan hanno acquistato alcol prodotto artificialmente per uso esterno al fine di prevenire l'infezione da coronavirus.
In seguito, questo gruppo di cittadini stranieri ha iniziato ad utilizzare l’alcol per somministrazione orale, causando un avvelenamento di massa. Sette persone, coinvolte nella vendita dell’alcol sono state arrestate.
Le forze dell’ordine hanno avviato un’indagine. Nei giorni scorsi, una storia simile è accaduta in Iran, dove sono morte per il medesimo motivo oltre 60 persone. A fine settembre, in tutto il paese sono stati segnalati diversi casi di contrabbando di alcol avvelenato, che ha ucciso almeno 22 persone. Solo i membri delle minoranze religiose riconosciute dallo Stato hanno il diritto di produrre o acquistare bevande alcoliche in Iran, ma l'alcool di contrabbando è facilmente reperibile dai commercianti illegali.
Il dottore iraniano Shahin Shadnia ha raccontato quali conseguenze può avere il consumo dello spirito contraffatto e quali tipi di alcol non dovrebbero essere utilizzati nemmeno per pulire le mani. Il primo caso di contagio dal COVID-19 in Turchia è stato confermato lo scorso 11 marzo. Secondo gli ultimi dati, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, nel paese sono registrati 192 casi di infezione dal COVID-19, di cui tre persone sono morte.
(20 marzo 2020)
Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 19 - n° 01 05 gennaio 2020 -
Editoriale: - 2020, 20 di guerra- Lattiero caseario. Stabili i derivati del latte - Cereali e dintorni. Mercati in attività, in attesa della firma USA/CINA - Cinghiali: è allarme trichinosi. - “Agricoltura reggiana, un 2019 di luci e ombre” - sicurezza alimentare... -
SOMMARIO Anno 19 - n° 01 05 gennaio 2020
1.1 editoriale
2020, 20 di guerra
3.1 lattiero caseario Lattiero caseario. Stabili i derivati del latte.
3.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. tendenza
4.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercati in attività, in attesa della firma USA/CINA
5.1 cereali e dintorni tendenze.
6.1 sicurezza sanitaria Cinghiali: è allarme trichinosi..
6.2 sicurezza alimentare Micotossine oltre i limiti, ritirato il pane grattugiato.
7.1 ambiente Spandimenti, agricoltori in difficoltà per le promesse non mantenute della giunta regionale dell'emilia romagna
8.12019, l’agricoltura reggiana “Agricoltura reggiana, un 2019 di luci e ombre”
9.1.1promozioni “vino” e partners
10.1 promozioni “birra” e partners
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Il nuovo anno non si è certamente aperto secondo i migliori auspici facendo intendere di non voler smentire il detto popolare che lo vorrebbe funesto
Di Lamberto Colla 5 gennaio 2020 - La bandiera con la mezza luna turca sventolerà in Libia a sostegno del Governo regolare accettato dall’Onu e dall’Italia e guidato da Fayez al-Sarraj
Dall’altra parte invece il generale Khalīfa Belqāsim Ḥaftar, l’uomo forte della Cirenaica e da sempre fedele a Gheddafi, che sta cercando di conquistare il potere con la forza e il sostegno imbarazzante della Francia, il solito splendido alleato.
A questo punto quanto potrà mai valere la diplomazia europea che vede contrapposte la seconda e terza forza economica fronteggiarsi, l’Italia con il Governo centrale di Tripoli e la Francia con i ribelli? E infine Il terzo incomodo, la Turchia, anch’essa appartenente alla NATO entrare prepotentemente nel conflitto senza alcuna autorizzazione, come di fatto nemmeno i Francesi chiesero ma dovettero confessare dopo che vennero scoperti dei missili nelle aree coperte dal generale Haftar.
(nella foto centrale Trump e Soleimani quando si sfidarono nel 2018 su twitter in perfetto stile “Game of Thrones”: “Le sanzioni stanno arrivando novembre 5” scriveva Trump e ritratto di profilo Soleimani rispondeva “Venite vi stiamo aspettando”)
E poi l’IRAN che non perde occasione di stuzzicare gli USA e questa volta in territorio Iracheno andando a fomentare una rivolta contro l’ambasciata USA di Badgad dove un mercenario USA (contractor) ha perso la vita.
Poco più di 24 ore dopo la reazione USA, mirata e chirurgica, molto simile alle risposte israeliane agli attacchi dei palestinesi, ha colpito il convoglio che stava trasportando il numero due Iraniano, il Generale Qassim Soleimani, accreditato per diventare il leader supremo e capo dei Quds, i guardiani della rivoluzione, oltre al suo fedelissimo con il quale aveva aizzato la folla irachena contro gli USA.
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Ora la tensione è alle stelle e la diplomazia UE è spuntata a causa della Francia, della Turchia e dalla perdita di Federica Mogherini dalla posizione di Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, decaduta il 1° dicembre 2019 e ricevuto in carico dal 2014.
La guida della politica estera e di sicurezza comune dell’Unione Europea, solida e efficace, è oggi passata nelle mani dello spagnolo Josep Borrell che sembra voler proseguire lo stile dell’italiana, ovvero il laico, inutile silenzio.
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Ieri sera, 21 ottobre, il Consiglio Comunale di Parma ha discusso la Mozione di solidarietà e sostegno alla popolazione curda della Siria che impegnerà il Sindaco e la Giunta Comunale a condannare fermamente quanto avvenuto, ad intervenire presso il Governo perché promuova in tutte le sedi istituzionali, con particolare riferimento all'Unione Europea, al Consiglio d'Europa, alla Nato e all'ONU, una risoluzione del Consiglio di Sicurezza che contempli l'invio di una forza di interposizione dei caschi blu e affinché vengano attivati tutti i canali diplomatici per spingere il Governo turco a cessare gli attacchi contro i curdi nel Nord della Siria e ad evitare l'ennesima tragedia ai danni del popolo curdo.
La Mozione, sostenuta dalle sezioni locali di +Europa, Siamo Europei, Italia in Comune, Volt, Italia Viva, Partito Democratico, Partito Socialista Italiano, Verdi, Effetto Parma, Possibile , è firmata da 24 Consiglieri Comunali, di maggioranza e opposizione, e dagli Assessori Michele Alinovi, Marco Bosi, Nicoletta Paci, Laura Rossi, Ines Seletti .
I promotori auspicano che l’impegno e l’attenzione della comunità internazionale non si spenga con il semplice passare del tempo e prima di aver ottenuto risultati concreti e che venga esteso a tutte le altre guerre e aggressioni a minoranze etniche spesso dimenticate dai media e dall’opinione pubblica.
+Europa | Gruppo di Parma
Strada San Donato 4/F | 43122 Parma | Italy
T +39 0521 487869| M +39 348 3390220| F +39 0521 484732
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Di Nicola Comparato Parma, 14 ottobre 2019 - A seguire alcuni scatti del corteo di protesta organizzato da Rete Kurdistan Parma per dire NO all'invasione turca del Rojava. Dopo la manifestazione di mercoledì 9 ottobre, Rete Kurdistan Parma torna di nuovo piazza per protestare contro il governo turco. Il corteo partito alle ore 19 da piazzale Santa Croce è proseguito lungo via D'Azeglio per concludersi in piazza Garibaldi. Centinaia di persone hanno affollato le strade della città.
"OVUNQUE RESISTENZA OVUNQUE ROJAVA"
Oltre ai tanti cittadini hanno preso parte all'iniziativa:
Il sindaco Luigi Lucchi di Berceto, Art Lab Occupato, Collettivo La Rage, Rete Diritti in Casa, Officina Popolare Parma, Usi-Cit Parma, Anpi Parma, Parmantifascista 2.0, LINK - Studenti Indipendenti Parma, L'Otto anche domani- La libertà delle donne libera tutti, Altra Emilia-Romagna, Info Movimento Parma, Associazione Amo-Colorno, Ciac Onlus, Rete Kurdistan Emilia Romagna, Cgil Parma, PD Parma, Forum Solidarietà, Associazione UDU Parma, Partito Socialista Italiano Federazione di Parma e provincia, Jambo Fidenza, Libertari Berceto Lorenzo Orsetti, Sinistra Classe Rivoluzione Parma, Potere al Popolo, PCI, Partito Rifondazione Comunista.
Per maggiori informazioni visitate la pagina Facebook Rete Kurdistan Emilia Romagna a questo link:
https://www.facebook.com/Rete-Kurdistan-Emilia-Romagna-655510344965603/
Video protesta: https://youtu.be/YZzqIPR5yb0
E’ stata la forza di terra più determinata a distruggere lo Stato islamico in terra di Siria. Oggi il popolo curdo è lasciato solo a difendersi dalla Turchia.
di Lamberto Colla Parma 13 ottobre 2019 - C’è solo una parola per definire l’atteggiamento delle diplomazie occidentali in questo frangente: vigliaccheria.
E’ stato sufficiente il “cinguettio” di Donald Trump che annunciava l’intenzione di ritirare le truppe dalla Siria che le colonne dei blindati hanno lasciato le caserme turche alla volta dei territori curdi siriani e solo 24 ore dopo i missili con la “mezza luna” avevano già solcato i cieli e fatto le prime vittime civili.
Una missione contro le ultime nicchie del terrorismo islamista, è la giustificazione di Erdogan, che però lasciano aperti molti dubbi e poche speranze per il popolo curdo che occupa le terre nel nord della Siria.
E purtroppo è nota l’idiosincrasia turca verso il popolo curdo che da secoli chiede quantomeno una identità e una autonomia regionale da sempre negata con forza dalle autorità ottomane prima e turche poi.
Divieti di lingua ma anche di folklore e costumi curdi per arrivare a torture e violenze inaudite pur di cercare di negare l’identità curda. Almeno 50.000 sarebbero i morti curdi sulle coscienze turche ma è vietato di parlare di genocidio proprio per il veto posto dalla Turchia all’ONU sullo specifico argomento.
Ebbene, sino a ieri abbiamo osannato le coraggiose ragazze soldato che hanno sconfitto i terroristi del Daesh (Daesh Sigla di Al dawla al islamiya fi al Iraq wal Sham - Stato islamico dell'Iraq e del Levante-, in precedenza ISIS) subendo violenze sessuali, torture e mutilazioni prima di essere giustiziate e oggi si volta le spalle a questi, che ancora vivono nelle macerie, divenuti essi stessi prede della vendetta turca.
Avrebbe potuto essere una buona occasione per negoziare, se non uno stato indipendente una regione autonoma per il popolo curdo sparpagliato tra Iraq Siria e Turchia, e invece restiamo qui inermi a osservare un probabile nuovo massacro, perché di genocidio non si può parlare.
Attenzione ai formalismi e non alla sostanza sembra essere l’imperativo delle diplomazie occidentali, sempre più deboli e incapaci su ogni fronte.
Sarebbe sufficiente che Putin e Trump prendessero in disparte Erdogan per ricondurlo alla ragione. E invece siamo costretti a ascoltare le reazioni e le dichiarazioni, all’acqua di rosa ma con toni perentori, dei nostri diplomatici.
Erdogan, invece, è così terrorizzato dal proseguire a far quel che vuole e anzi minaccia di mandarci i profughi che “detiene legalmente”, facendo il lavoro sporco per nostro conto a fronte di un compenso di 6 miliardi di Euro donati dall’Unione Europea per nascondere le magagne agli occhi televisivi e quindi al mondo intero.
Ecco quello di cui le nostre diplomazie son capaci di fare: comprare.
Incapaci e vigliacchi, ecco quello che tutti noi siamo. Stiamo coprendo una nuova vergogna.
Da oggi i Turchi entrano di buon diritto nel club dei “Nostri splendidi Alleati”.
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