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L’Italia spiata, la troppa “Intelligence” degli altri In evidenza

Scritto da Gloria Callarelli

di Gloria CallarelliFahrenheit2022.it, 8 dicembre 2024 -

La verità è che ormai l’Italia è un colabrodo in cui si infiltrano servizi segreti di varia natura, a partire da americani e israeliani, con hacker che entrano facilmente nei sistemi informatici e che spiano tutto quanto sia loro politicamente utile spiare, magari in collaborazione con giornalisti compiacenti e vertici militari senza scrupoli. Parlano i fatti, le inchieste di questi mesi.

E parla recentemente Nicola Gratteri, procuratore della Repubblica di Napoli, durante una ospitata dalla Gruber a Otto e Mezzo di La7: “Non ho mai utilizzato il computer che mi ha dato il ministero della Giustizia: è un soprammobile sulla mia scrivania. Non ho nessuna app e nemmeno il localizzatore. Per aumentare la sicurezza bisogna uscire da Consip e da certi acquisti: a incominciare dalle macchine blindate straniere che costano 3-4mila euro in meno ma non so cosa ci possano aver messo dentro. La fibra migliore si ha in Campania per esempio e invece usiamo quella estera. Inoltre avevamo comprato delle telecamere: scoprimmo che avevano un microchip che portava il segnale all’estero”.

La verità è che con la tecnologia oggi non si è più al sicuro. E non parliamo solo della nostra privacy e delle nostre libertà, messe a dura prova con smartphone e strumenti digitali quali il passaporto elettronico, il green pass o l’ID wallet (Dio ce ne scampi). Perché  basta un piccolo chip non solo per essere intercettati: vedi cosa è accaduto in Libano con l’attacco simultaneo ai dispositivi elettronici. Tutto ciò che è tecnologia si può manomettere ed è estremamente pericoloso. Gratteri che nomina pure il Consip, centrale di committenza della Pubblica Amministrazione finita di recente sotto i riflettori per un appalto sospetto, sa bene ciò di cui parla e conosce certamente bene il livello di insicurezza e spionaggio che ha raggiunto il nostro Paese.

Basti pensare alla Tim, finita in mani straniere, e con essa una marea di dati informatici nostrani, oppure all’ingerenza della Starlink, la società di satelliti (colosso di sorveglianza e intelligence) di Elon Musk che allargherebbe in Italia la sua influenza per le comunicazioni strategiche in ambito militare, di intelligence e diplomatico, fino alla vendita di pezzi di Stato a Blackrock di proprietà di Larry Fink (nato da una famiglia di origine sionista) che ha in mano quote azionarie (oggi al 3%) di Leonardo, la principale azienda statale di riferimento della Difesa, e in programma la costituzione di data center, costosissimi e super inquinanti strumenti di sorveglianza di massa.

Gli occhi dolci di Giorgia Meloni a Musk, dunque, non salveranno l’Italia, tutt’altro: sono l’ennesima dimostrazione della debolezza di una politica molle, di un governo privo di qualsivoglia sovranità e pronto a concedersi al magnate di turno, per giunta un tipo poco romantico a giudicare da quello che dicono di lui. Vedremo come andrà a finire in Ucraina, vedremo come finirà nel vicino Oriente. L’Italia può ancora salvarsi ma deve ripartire da sè stessa, dalla propria dignità e dalla forza e consapevolezza di un popolo che deve aprire gli occhi, e non farli dolci a qualcuno, per restare nazione viva e padrona di sé stessa.

 

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