Dalla piramide al cerchio

Dalla piramide al cerchio

Guido Zaccarelli, è docente di informatica, giornalista, saggista, consulente aziendale e collaboratore redazionale di Gazzetta dell'Emilia. È laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie e frequentato la scuola di alta specializzazione per formatore e consulente d'impresa. È stato referente del Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola e dal 2008 al 2018 docente a contratto di informatica presso l'Università di Modena Reggio.

Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016).
 
Bibliografia:
  1. Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) -
  2. La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) -
  3. Finestre di casa nostra (2013) -  
  4. Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016).

Telefono: +39 347 6005873

L'idea è un bagliore, è circostanza discreta con l'intuito. Tutte le persone hanno delle idee, molte le trattengono per sé senza investire sulla opportunità di tradurle in un brevetto, altre invece credono nell'idea e avanzano per passare «dal dire al fare» per non rimanere ostaggio dei propri pensieri.

brevetto-zaccarelli.jpgLa prima azione che ne consegue è la «motivazione al fare.» Dopo aver sondato l'ambiente circostante alla ricerca di elementi, convincenti o dissuadenti, ne consegue la decisione di avanzare nei propri propositi per riflettere sulla necessità di disporre di altre testimonianze utili allo scopo, all'apparenza risultare superflui, ma una volta rivisti, essere fondamentali per conferire dignità all'idea.

Se l'idea si colloca oltre l'analisi condotta la matita diventa il testimone oculare principale in grado di riprodurre su un foglio di carta tutto ciò che la mente conservava gelosamente dentro si sé e che ora desidera apparire al mondo in tutta la sua maestosità.

Un segno grafico per riprodurre l'idea donando al tratto grafico l'energia necessaria perché possa prendere forma ed essere realizzata in conformità dell'immagine idealizzata. La bozza è la prima espressione visiva dell'idea che porta la mente a riflettere sul grado di adesione tra il pensiero e la realtà continuamente sottoposta a validazione per condurre la forma all'idea iniziale. La mente è sottoposta ad un duro lavoro alla ricerca di una o più soluzioni che possano confluire nella possibilità di essere tradotta in pratica.

«Il talento delle persone è nella capacità di vedere l'idea tradotta nella realtà.» Si lavora sul prototipo, dove la materia incontra l'idea e prende forma: «ogni blocco di pietra ha una sua statua dentro ed è compito dello scultore scoprirla.», disse Michelangelo, e ancora: «occorre togliere il marmo in eccesso.»

Il tempo arrotonda le linee e gli angoli vengono smussati. La realtà è lontana, il cerchio è aperto. La soluzione è nell'aria ed è frutto di un incontro, con le persone, con l'osservazione particolareggiata dell'ambiente, non solo, è «circostanza discreta con l'intuito» che avviene in un momento del tempo quando tutto sembra svanire e la mente si abbandona di slancio a se stessa.

In quel momento preciso tutto accade. Per insight, per illuminazione. Ciò che sembrava irrimediabilmente perso ecco che ritorna alla luce ricombinando tutti i fili del reticolo con il quale dare forma alla materia che ancora vive dei richiami dell'idea, dalla quale non si è ancora distaccata. Un cordone ombelicale per mantenersi in vita e godere del dono della reciprocità.

La bozza diventa progetto e oggetto della realtà, «fatto ad arte.» Il mondo osserva con attenzione le idee ritrovando in loro «il futuro» in grado di generare ogni tipo di prosperità, sociale, economica e culturale.

Le idee devono essere tutelate essendo un patrimonio inestimabile non solo personale ma per il valore che conserva a vantaggio di una intera nazione e per i riverberi che può mettere in campo dai riscontri sconosciuti.

Il brevetto protegge l'idea e rivendica la paternità all'autore definendo l'unicità del suo genere. La descrizione particolareggiata di ogni singolo dettaglio che caratterizza il brevetto, che ha origine nella sua dimensione più intima fino a raggiungere la dimensione conclusiva, si chiama: rivendicazioni.

Di cosa si tratta? Le rivendicazioni definiscono le caratteristiche di come l'idea deve essere realizzata in ogni minimo dettaglio avendo cura di dare sequenzialità alle singole fasi procedurali con le quali si andrà a realizzare in forma concreta il brevetto. Ogni singolo punto deve richiamare il precedente ed essere ripreso nel successivo per evitare che altri possano individuare pertugi nei quali fare leva per realizzare altri brevetti equivalenti o individuare situazioni di plagio. È la parte più difficile, ma una volta redatta consente di mantenere intatta l'unicità dell'idea conferendogli il valore intellettuale propria dell'idea.

L'idea è ora un brevetto. Portiamolo alla luce conferendogli valore e dignità e quella luminosità che si aspettava di ricevere quando quel bagliore improvviso raggiunse l'uomo in un momento del tempo avvolto, forse, nella sua stessa oscurità.

 

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Domenica, 04 Febbraio 2018 07:29

Decidere, si chiama Brain Decision Stress

Il Brain Decision Stress, coniato da Guido Zaccarelli, è una condizione di forte stress nel quale il cervello dell'uomo si trova quando è chiamato a gestire la complessità.

di Guido Zaccarelli Modena 4 febbraio 2018 - L'uomo è un agente a razionalità limitata e non è in grado di valutare nella stessa unità di tempo tutti gli scenari che si spalancano ai propri occhi quando deve rispondere in modo rapido e appropriato alle istanze provenienti dal contesto di riferimento.

«L'uomo si basa sulla sua razionalità, ma anche sulla soddisfazione che deriva dalla sua scelta.»

Questo in breve sosteneva lo psicologo, economista e informatico statunitense Herbert Alexander Simon, considerato il padre dell'intelligenza artificiale.

La razionalità limitata proviene dalla impossibilità di gestire ed elaborare nello stesso istante milioni di informazioni con le quali effettuare, nel minor tempo possibile, la scelta migliore: il tempo è denaro, sosteneva lo scienziato e politico statunitense Benjamin Franklin. Il limite è nella natura fisica dell'uomo.

Nello specifico insito nella MBT, Memoria a Breve Termine, che contiene un elevato numero di informazioni per un breve periodo di tempo, trascorso il quale, se non vengono ripetute, si perdono. Se invece vengono più volte reiterate transitano nella memoria MLT, Memoria a Lungo Termine, dove vengono opportunamente organizzate e fissate in modo permanente per un recupero rapido e veloce. La MBT e la MLT sono paragonabili alla memoria di un personal computer che comunemente conosciamo con il nome di RAM e HD - Disco Rigido.

La razionalità limitata deriva dalla impossibilità di disporre di una memoria molto ampia in grado di accedere a tutte le informazioni necessarie per decidere in quel momento la soluzione migliore.

La difficoltà risiede nella incapacità di gestire il tutto in relazione alla parte.

Per risolvere i problemi derivati dalla complessità l'uomo deve frazionare l'intero ed agire sulla parte. Tipico è il desiderio di acquistare un bene, per il quale si vorrebbe disporre in termini assoluti di tutti gli elementi possibili per effettuare la scelta ottimale in quell'istante, mentre invece si deve limitare il campo d'azione della ricerca ad un numero ridotto di informazioni. L'analisi, volutamente fin qui condotta, presenta il quadro di un uomo che decide senza prendere in considerazione anche la dimensione emotiva che rappresenta e gioca un ruolo fondamentale all'interno di qualsiasi processo decisionale.

I sentimenti e le emozioni collaborano attivamente con la razionalità pura nel promuovere l'insorgere di stati emotigeni che modificano l'equilibrio dell'organismo e la messa in atto di comportamenti in alcuni casi rispondenti con l'azione desiderata e in altri di contrasto in condizioni di normalità. Il Brain Decision Stress è una condizione di forte stress nel quale il cervello dell'uomo si trova quando è chiamato a gestire la complessità.

Al pari di quando il processore del nostro computer deve elaborare, in breve tempo, una elevata quantità di dati. Lo sforzo richiesto implica una maggiore disponibilità di energia, un aumento della temperatura interna e un allungamento dei tempi di risposta, situazioni di forte stress, che possono provocare un arresto inaspettato del sistema.

Il disagio dell'uomo prende il sopravvento. Il malessere personale stimola l'azione decisionale oltre la razionalità pura portandolo alla introspezione dove cercare utili appigli per scegliere. L'in-decisione è un momento che condiziona fortemente l'agire dell'uomo dedito all'ascolto esteriore e interiore alla ricerca di sfumature invisibili all'occhio.

È una fase delicata e il cervello è costantemente sottoposto ad elevati livelli di stress la cui azione è diretta a ricercare le informazioni presenti nella MBT e nella MLT per trovare una rapida soluzione.

La complessità è elevata e la scelta è fortemente condizionata anche dai sentimenti i quali tengono in tensione l'uomo verso una scelta che, se dettata dalla sola ragione, avrebbe vita facile.

La decisione libera l'anima della persona facendola volare verso un nuova condizione fisica e ed emotiva e assaporare una nuova condizione di benessere.

Il Brain Decision Stress ha ultimato il proprio lavoro, in attesa di approdare in una nuova condizione in cui dare prova di sé e della capacità di donare all'uomo la possibilità di fare la scelta migliore in compagnia dei propri sentimenti e delle proprie emozioni.

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Giovedì, 25 Gennaio 2018 10:12

Quando l'anima perde la sua memoria.

Di Guido Zaccarelli 25 gennaio 2018 - Apro gli occhi e vedo la luce del giorno. Un'aria frizzante avvolge di prima mattina l'attesa di una primavera appena sbocciata. Il sole è già sveglio all'orizzonte e ha preso avvio in compagnia delle sue quotidianità.

In molti sono in attesa dell'accadimento e quando succede l'anima sorride di gioia.
La memoria di ognuno rivive il proprio passato facendolo rifiorire nel presente arricchito di energia: il dono di una nuova vita. Un cammino sul dorso del tempo che necessita di luce e calore per evitare di lasciare dietro di sé le sfumature che altrimenti farebbero perdere di valore il ricordo.

La memoria è qualcosa di straordinario che l'uomo ha cercato di spiegare senza mai riuscire a dare una definizione univoca. Rammenta ogni giorno chi siamo e cosa facciamo. Ha le spalle larghe. Lavora sodo e in modo discreto, in silenzio e senza chiedere. Vive e si nutre del mondo che lo circonda.
Che bello ricordare: «la memoria è il modo con il quale l'uomo dà forma alla storia della sua esistenza, di essere cosciente: la storia è coscienza e conoscenza del passato, del passato a noi più vicino come di quello più lontano.»

Coscienza e conoscenza camminano insieme ogni giorno per raggiungere la parte più profonda della consapevolezza in perfetta armonia con il resto della persona. Chi sei, nasce dal ricordo che pesca la sua identità nella parte invisibile della memoria. «Ciao, ben arrivato, eccomi.» Il tempo passa e la vita scorre sulla linea del tempo.

I ricordi vissuti animano le giornate donando in ogni istante l'antico profumo di una primavera passata, ogni giorno presente come fosse appena sbocciata. Le giornate terse vivono una loro eterna giovinezza. Sono in mezzo a noi a tenerci compagnia. A ricordarci che non lasceranno mail che il ricordo sfumi in una notte buia lasciando dietro di sé una scia luminosa senza ritorno. «Chi sei?» L'estate è alle porte e il calore delle giornate si fa più vivo, più intenso. Il ricordo è ancora vivo.

Ogni tanto qualche nuvola si abbatte nel tardo pomeriggio a rinfrescare l'aria, per poi andarsene indisturbata. Pensi che sia sempre così. La verità è che nel tempo le nuvole le ritrovi al loro posto anche il giorno dopo, spesso in compagnia di altre. Lasciano filtrare per un po' qualche raggio di sole per «dare un senso al tempo prima che il tempo perda il significato di esistere.» Le giornate corrono, sempre più veloci. Le nuvole si addensano.

L'autunno è alle porte, la nebbia non sale e comincia a filtrare tra i camini fumanti delle case.

Sopraggiunge l'inverno. «Chi sei, non ti ricordi?: sono tua madre.»

La memoria torna a risplendere, sembra primavera. È un attimo. Il tempo di fuggire nei sui ricordi, lontani dai tuoi ma presenti nei suoi. Due mondi solo apparentemente lontani. Chi li unisce è il volto di un sorriso avvolto in un tenero abbraccio. «Apro gli occhi e vedo la luce del giorno.»

Chissà se ora stiamo guardando la stessa luce. Non importa, la gioia è nel suo cuore ed ora anche nel mio. «Chi sei?...»