Mentre sono in procinto di entrare nel mercato dei vaccini quelli "veri", i cosiddetti proteici, si intensifica la spinta alla terza e addirittura alla quarta dose (Israele). Intanto sorgono sospetti sulle modalità di ricerca e dei controlli delle agenzie regolatorie (EMA per UE e FDA per USA).
Il fatto che i bambini siano stati riassegnati alle famiglie originarie vuol dire che, quantomeno, un errore di valutazione venne commesso. In sintesi, lo psicoterapeuta Claudio Foti è stato condannato a quattro anni per lesioni gravissime e abuso d’ufficio (l’accusa aveva chiesto sei anni), mentre l’altra indagata che aveva chiesto il rito abbreviato, l’assistente sociale Beatrice Benati, è stata invece assolta.
"Angeli e Demoni", Rancan (Lea E-R): "chiesti 24 rinvii a giudizio: fatti, non un raffreddore". Affidi illeciti: Fiorini (FI), adesso finalmente ci sarà giustizia.
Roma, 14 GEN – “La sinistra ha cercato di derubricare a vicenda locale e poco importante una inchiesta, quella ‘Angeli e Demoni’ sui presunti affidi illeciti in Val d’Enza, che è invece una pagina nerissima non solo per la nostra comunità regionale ma per tutto il Paese. Ne siamo convinti oggi più che mai, a chiusura delle indagini, con la Procura di Reggio Emilia che non solo conferma l’impianto accusatorio ma lo ritiene rafforzato”.
Lo afferma la deputata emiliana di Forza Italia Benedetta Fiorini.
“Rimaniamo garantisti, come sempre, - continua Fiorini - ma 108 capi di imputazione sono una chiara evidenza di un sistema marcio che ha pregiudicato la serena esistenza di tanti minori e di tante famiglie, strappando gli uni alle altre, senza nessun motivo valido ed accettabile. La lista dei reati contestati è così lunga e variegata, dal falso ideologico in atto pubblico ai maltrattamenti in famiglia, dalla violenza privata alle lesioni dolose gravissime, dalla truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche alla falsa perizia anche attraverso l’altrui inganno, dalla frode processuale al depistaggio, che fa pensare, come abbiamo sempre detto, ad un vero e proprio sistema criminale perpetrato sulla pelle di bambini e bambine e delle loro famiglie. Ecco perché – conclude Fiorini - serve intervenire urgentemente in materia di normativa degli affidi”.
Bibbiano, la chiusura delle indagini non solo conferma ma aumenta a 108 i capi d’accusa. Ora i “sinistri” torneranno con i piedi sulla terra e la pianteranno di difendere con i loro “princìpi universali” i propri adepti e con gli stessi princìpi invece infangare i loro avversari politici?
Di Lamberto Colla 19 gennaio 2020 - A Bibbiano, in provincia di Reggio Emilia, come tutti sanno, è scoppiato uno scandalo di gravità immensa, relativamente a presunti abusi su minori e affidamenti "personalizzati" con sottrazione ingiustificato dei bimbi dalle famiglie d'origine per essere “traslocati” verso famiglie affidatarie, spesso non tradizionali. Un meccanismo che, secondo quanto scaturito dalla indagini, sarebbe stato indotto anche da forzature e pressioni psicologiche realizzate nei confronti dei bambini stessi trasformando essi stessi in accusatori dei genitori. Una storia perversa che ne ha dell’incredibile (e auguriamoci che non sia vera!) che ha occupato le prime pagine dei giornali per un po’ di tempo, e comunque non tanto quanto fossero stati coinvolti soggetti che non appartenessero al mondo della sinistra e dei loro protetti. Ed è stato proprio per questo che, quasi da subito, si è avviata una vera e propria operazione di "camouflage".
I "media", i buon pensanti (Bonaccini compreso) con la complicità di una commissione regionale all'acqua di rosa e infine con il contributo dell'intellighenzia montante delle "6000 sardine" è tutto rientrato e non più oggetto di attenzioni. E' stata tutta una strumentalizzazione, “Io ritengo assurdo che si continui a parlare di Bibbiano” sosteneva Sartori il leader delle sardine, seppure la frase fosse stata condita di buon generalismo demagogico, invitando perciò i politici a non proporre slogan che colpiscano la pancia bensì orientino i messaggi ai cervelli.
Insomma, dopo la satira politica, buona parte dei simboli universali ecco che i "sinistri" vorrebbero l'esclusiva anche sugli slogan.
Purtroppo per loro, chissà se per errore o per vendetta, ecco che a pochi giorni dalle elezioni riaccendersi i riflettori su Bibbiano, con nuove sconcertanti rivelazioni fuoriuscite con la comunicazione di chiusura delle indagini che vede confermati 26 indagati e 108 capi d'accusa mentre inizialmente erano 106: peculato d’uso, abuso d’ufficio, violenza o minaccia a pubblico ufficiale, falsa perizia anche attraverso l’altrui inganno, frode processuale, depistaggio, rivelazioni di segreto in procedimento penale, falso ideologico in atto pubblico, maltrattamenti in famiglia, violenza privata, lesioni dolose gravissime, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.
Le ipotesi accusatorie sono tutte confermate, al Pd rimane poco da contestare. il procuratore della Repubblica di Reggio Emilia Marco Mescolini scrive, in riferimento alla chiusura indagini: “La massiccia attività istruttoria” effettuata mediante consulenze, interrogatori, analisi dei documenti, ha reso possibile “non solo di confermare le ipotesi accusatorie già riconosciute dal gip in fase cautelare“, ma anche “di integrare il quadro probatorio in relazione a talune non riconosciute dal gip stesso in fase di emissione misura e anche di individuare nuove fattispecie”.
Particolari da film horror utilizzati per alterare "lo stato psicologico di minori” oltre a aver posto in uso, in alcuni casi, la “macchinetta dei ricordi” strumento a impulsi elettromagnetici il cui uso non è mai stato riconosciuto dall’ordine degli psicologi in Italia. Un quadro che si complica se si introduce l’elemento delle amicizie e della ”ex” (della principale indagata) la quale sarebbe anche molto prossima al movimento delle “sardine”, cosa che giustificherebbe la difesa incondizionata del “sistema Bibbiano”.
Insomma, da un lato Reggio Emilia è meta di professionisti e ricercatori che, in processione da tutto il mondo, vengono per "imparare" la gestione degli asili e dall'altro è il territorio che ospita il malefico esempio di immorale gestione dei bambini che, se dovessero confermarsi le imputazioni, ci sarebbe da chiamare un esercito di "esorcisti" per bonificare ogni angolo della provincia.
Ma se un fatto così grave e estremo è accaduta in un luogo di eccellenza educativa, cosa mai potrà venire scoperto se l’indagine si estendesse in altri e meno "civili" angoli della nostra lunga penisola?
(Fonti)
https://www.gazzettadellemilia.it/politica/item/24325-il-%E2%80%9Cmercato-degli-affidamenti%E2%80%9D-lo-schifo-gi%C3%A0-noto-ma-%E2%80%9Ctollerato%E2%80%9D.html
https://www.gazzettadellemilia.it/politica/item/24355-inchiesta-val-d-enza,-bonaccini-basta-con-le-strumentalizzazioni.html
https://www.gazzettadellemilia.it/politica/item/24031-e%E2%80%99-proprio-vero-che-mangiano-i-bambini.html
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/inchiesta-angeli-e-demoni-ecco-cosa-facevano-katia-bambina-1718677.html
https://www.imolaoggi.it/2020/01/17/bibbiano-indagata-fadia-bassmaji-offre-ospitalita-a-sardine/
Nella foto di copertina Castel Sant'Angelo, uno dei luoghi nei quali è ambientato il romanzo "Angeli e Demoni" di Dan Brown.
Commissione speciale d’inchiesta circa il sistema di tutela dei minori. Nella seduta odierna, oltre ad aver deciso la programmazione dei lavori che seguirà la Commissione, i consiglieri hanno ascoltato Giuliano Limonta, Presidente della Commissione tecnica regionale di valutazione del sistema di tutela dei minori, e altri componenti della stessa commissione.
Di seguito i nomi dei consiglieri che appaiono nelle immagini https://youtu.be/M2jDGk-iiPg:
Igor Taruffi, vicepresidente commissione (min 1.35)
Raffaella Sensoli, vicepresidente commissione (min 2.44)
Paolo Calvano, Pd (min 3.27)
Da sx Massimo Iotti, Antonio Mumolo, Pd (min 3.56)
Da sx Lia Montalti, Paolo Zoffoli, Pd (min 4.01)
Da dx Barbara Lori (Pd), Silvia Prodi (Misto), Valentina Ravaioli (Pd) (min 4.11)
Da dx Roberta Mori, Marcella Zappaterra (Pd), Yuri Torri (Si) (min 4.16)
Roberta Mori, Pd (min 4.32)
Da sx Gianluigi Molinari, Manuela Rontini (pd), Andrea Galli (Fi) (Min 4.36)
Fabio Rainieri, Lega (min 4.59)
Matteo Rancan, Lega (min 5.15)
Massimiliano Pompignoli, Lega (min 5.33)
Stefano Bargi, Lega (min 5.40)
Fabio Callori, Fdi (min 6.01)
Michele Facci, Fdi (min 6.10)
Giancarlo Tagliaferri, Fdi (min 6.18)
Silvia Piccinini, M5s (min 6.38)
Andrea Galli, Fi (min 7.08)
Silvia Prodi, Misto (min 7.16)
Gian Luca Sassi, Misto (min 7.31)
(Giuliano Limonta - Presidnte commissione tecnica)
Roma, 1 ago. – “Dal sistema informativo SISAM-ER, il sistema informativo regionale dell’Emilia Romagna che rileva i dati relativi ai bambini ed ai ragazzi assistiti dai servizi sociali territoriali, emerge con ogni evidenza la differenza tra il numero dei minori in affido nel reggiano e quelli in affido nelle altre province. Dati anomali che avrebbero dovuto rappresentare un campanello d’allarme per le istituzioni locali e gli organi competenti per effettuare tutte le verifiche del caso, ma purtroppo prima dell’inchiesta ‘Angeli e demoni’ nulla è stato fatto. Anzi si è anche spinto in senso contrario, cioè si è mirato a far passare il concetto che proprio questi numeri rappresentassero un’eccellenza del sistema. Si è ragionato al contrario. E nessuna voce si è alzata per sollevare almeno dubbi”.
Lo afferma la deputata emiliana di Forza Italia Benedetta Fiorini.
“Se si confrontano le percentuali dei minori in affidamento sul totale dei minori in carico ai servizi sociali dal 2014 al 2017 - continua la Fiorini - si nota che la provincia di Reggio Emilia ha una percentuale più che doppia rispetto alla provincia di Bologna e quasi doppia rispetto alla media regionale. Se a Bologna, al 31 dicembre del 2017, la percentuale di minori con un intervento di affidamento familiare in corso era del 2,3%, a Reggio Emilia, alla stessa data, era al 5,2%. Come mai queste percentuali così diverse non hanno insospettito chi doveva vigilare? Evidentemente questo sistema di affidi svelato dagli organi inquirenti per la val d’Enza era così ben collaudato che i presunti malfattori non temevano di essere scoperti. Ho presentato un’altra interrogazione al Governo - conclude l’onorevole Fiorini - per sapere di quali elementi disponga circa il numero dei minori in affido in Emilia-Romagna negli ultimi 5 anni, quante siano le comunità e gli istituti che accolgono minori in affido nella nostra regione e quale sia il costo complessivo sostenuto, nonché quello per ogni giorno di permanenza nelle strutture per ciascun minore. Bisogna andare fino in fondo per scoprire tutta la verità”.
In merito alle interrogazioni presentate al Consiglio dell’Unione Pedemontana e ad alcuni Consigli comunali, sulla situazione nel nostro territorio degli affidi a seguito dei fatti di cronaca accaduti a Bibbiano, Pedemontana Sociale ritiene utile fornire pubblicamente un quadro completo, con dati e informazioni peraltro facilmente reperibili nel Bilancio sociale e nei Bilanci di esercizio, disponibili sul sito internet dell’Unione (www.unionepedemontanaparmense.it).
L’Azienda, che gestisce tale servizio per conto dei cinque Comuni dell’Unione, considera opportuno sottolineare, prima di tutto, come in 11 anni di attività non siano mai pervenute segnalazioni in merito a irregolarità o di non conformità alle linee guida nella gestione degli affidi. L’Azienda con forte impulso della governance politica, ha inoltre indirizzato le proprie programmazioni ad un incremento costante delle misure di supporto alle famiglie, finalizzate alla prevenzione di ogni possibile forma di allontanamento. Fra le tante, si pensi alle progettazioni denominate “Una famiglia per una famiglia” e “Gruppi di auto mutuo aiuto”, come quello attivato per neo-mamme, che puntano proprio ad affiancare e sviluppare le risorse delle famiglie con minori, tramite affiancamento temporaneo di altre famiglie capaci di innescare positivi cambiamenti, consentendo al minore di rimanere nella propria famiglia nonostante iniziali difficoltà.
L’Azienda Pedemontana Sociale è dotata di un Regolamento Affidi, scaricabile sempre all’interno della pagina internet di cui sopra.
Quanti sono i minori in affido
Al 30 giugno di quest’anno, i minori in affido sono 30, di cui 22 in affido etero-familiare, vale a dire in nuclei che non hanno rapporti di parentela con il minore fino al quarto grado, mentre 8 sono di tipo parentale. Dei 30 affidi, 6 sono di tipo consensuale, mentre 22 sono disposti dal Tribunale per i Minorenni. Due, infine, sono i maggiorenni in affido etero-familiare.
I costi del servizio
Come previsto dal vigente Regolamento affido, con Delibera di Giunta dell’Unione Pedemontana Parmense è stato stabilito che alle famiglie affidatarie venga corrisposto un contributo di massimo 600 euro mensili per gli affidi etero-familiari a tempo pieno e massimo 300 euro mensili per quelli parentali.
Complessivamente, il costo sostenuto per il Servizio affido nei cinque Comuni ammonta a 127.400 euro (dato previsionale anno 2019).
I controlli
Il percorso per poter diventare “famiglia affidataria” si articola in diverse fasi e prevede appositi corsi di formazione organizzati a livello provinciale, che comprendono le aree tematiche relative agli aspetti giuridici dell’affidamento, al bambino e ai suoi bisogni, alle competenze e ai bisogni del nucleo affidatario, al rapporto con la famiglia di origine, ai rapporti con i Servizi Sociali e con l’Autorità Giudiziaria, al progetto di accoglienza, alla rete delle famiglie, alla conclusione dell’esperienza affidataria e al distacco del bambino o del ragazzo. Solitamente si articola in almeno 5 incontri e prevede il rilascio di un attestato di partecipazione.
Terminata la fase preparatoria in stretta collaborazione con gli psicologi dell’Azienda USL, inizia il percorso di conoscenza e di valutazione della disponibilità, finalizzato a valutare la composizione, le caratteristiche del nucleo familiare e la sua storia, il suo contesto socio-ambientale di riferimento, le caratteristiche personali dei soggetti che si candidano, le modalità di relazione all’interno del nucleo e le specifiche motivazioni all’affidamento; e ancora: la sussistenza delle competenze genitoriali richieste per sostenere tale esperienza, l’atteggiamento nei confronti dell’affidamento da parte degli eventuali figli e di altri soggetti coinvolti. Successivamente l’equipe affido e l’equipe territoriale possono coinvolgere la famiglia affidataria in un’ipotesi di abbinamento con un bambino o ragazzo, fondata su una valutazione di effettiva corrispondenza tra le esigenze del minore, della sua famiglia e le caratteristiche e la disponibilità del nucleo affidatario. Naturalmente, i componenti della famiglia affidataria non devono avere a proprio carico procedimenti per l’applicazione di misure di prevenzione e men che meno essere sottoposti a tali misure, così come non devono essere stati condannati, anche con sentenza non definitiva, per i reati previsti dagli articoli 380 e 381 del Codice penale, né condanne con sentenza definitiva a pena detentiva non inferiore ad un anno per delitti non colposi.
Ulteriore forma di controllo, così come previsto dal Regolamento, è realizzata attraverso la stretta e costante collaborazione tra Equipe Affido (composta da Assistente Sociale e Psicologa dell’Azienda USL) ed Equipe Multi-professionali territoriali (composte di norma da Assistente Sociale Responsabile del caso, Psicologa e Neuropsichiatra che hanno in carico la situazione del minore, Educatore professionale che assiste il minore ambulatorialmente oppure al domicilio ed altre figure di volta in volta coinvolte (Logopedista, Fisioterapista, Psicomotricista, etc. dell’Azienda USL).
Il progetto di affido definisce il numero di incontri di verifica e controllo progettuale tra operatori dei servizi territoriali e i soggetti interessati: per la famiglia affidataria di norma non meno di sei all’anno comprensivi delle visite domiciliari, per la famiglia d’origine il numero di incontri è definito in relazione agli obiettivi del progetto.
Con la famiglia d’origine e la famiglia affidataria vengono co-costruite e verificate le modalità con cui queste collaborano nell’esperienza affidataria, la connotano correttamente agli occhi del bambino e come la famiglia d’origine progredisce nel recupero delle competenze relazionali ed educative. Le famiglie affidatarie inoltre, partecipano mensilmente al gruppo di confronto e sostegno all’esperienza. In questo gruppo è possibile sentirsi aiutati, ma anche sperimentarsi come figure in grado di dare un aiuto agli altri; è possibile relativizzare la propria situazione e le proprie difficoltà confrontandosi con l’esperienza degli altri. Viene dunque incrementata la possibilità, da parte degli adulti, di elaborare risposte efficaci alle necessità evolutive dei bambini o ragazzi in affidamento. La conduzione e la facilitazione del gruppo è garantita dall’equipe affido territoriale in orario serale; il gruppo di confronto e sostegno è anche una preziosa occasione di verifica e controllo “bidirezionale”: da una parte della qualità della cura e della tutela del miglior interesse del minore in rapporto ad ogni singolo percorso di affidamento familiare, dall’altra dell’operato degli operatori dei servizi e del progetto di affido. Assieme al gruppo dei genitori affidatari, è attivo il gruppo dei bambini e dei ragazzi affidati e naturali, gestito da personale educativo. Questa scelta organizzativa risponde a tre obiettivi di fondo: facilitare la partecipazione agli incontri di entrambi i genitori affidatari, garantendo un supporto logistico nella gestione dei bambini; permettere la sperimentazione di conoscenze condivise tra bambini che vivono l’affido, riducendo il vissuto di “diversità” rispetto ad altri coetanei; verificare costantemente il livello di benessere psico-fisico dei minori in affidamento.
Infine lo svolgimento di colloqui individuali costanti con i minori accolti temporaneamente in famiglie affidatarie a cura dell’équipe multidisciplinare, le visite domiciliari presso le famiglie affidatarie e il continuo mantenimento dei rapporti con la famiglia di origine, associati a momenti di incontro informale con la cittadinanza e con gli Amministratori locali dell’Unione e dei Comuni (per esempio le feste per lo scambio auguri natalizi), completano, in sintesi, la qualità del quadro complessivo degli interventi di cura e tutela dell’infanzia in relazione ai percorsi di affidamento familiare.
Nessuna collaborazione con la onlus implicata nelle indagini di Bibbiano
Azienda Pedemontana Sociale non ha mai avuto alcun tipo di rapporto con la Onlus coinvolta nell’indagine “Angeli e demoni” di Bibbiano. Attualmente, oltre al proprio personale dipendente non ha rapporti con liberi professionisti ma con personale dipendente dell’AUSL – Distretto sud est, con particolare riferimento a psicologi, neuropsichiatri infantili ed eventuali altri professionisti coinvolti di volta in volta su specifiche problematiche. Mantiene inoltre rapporti costanti con il Centro per le Famiglie di Parma e con tutte le altre équipe affido del territorio provinciale (Tavolo di coordinamento affido). Gli educatori professionali facenti parte delle équipe multi-professionali sono dipendenti della Cooperativa AuroraDomus e collaborano con Pedemontana Sociale nell’ambito del vigente appalto aggiudicato per la realizzazione di interventi educativi territoriali, interventi socio-educativi-assistenziali e nella gestione degli appartamenti di accoglienza residenziale temporanea denominati “Case per le donne”.
Rendiconto agli amministratori delle attività
Fina dalla sua nascita, per Azienda Pedemontana Sociale è prassi consolidata incontrare tutti i consiglieri interessati, regolarmente convocati in almeno tre occasioni all’anno: presentazione Bilancio previsionale, presentazione Bilancio consuntivo, Bilancio sociale e presentazione piano programma triennale. Vengono inoltre svolti incontri monotematici della “Commissione consigliare dell’Unione Pedemontana Parmense”.
Pedemontana Sociale si riserva di tutelare la propria immagine, il proprio operato e quello dei suoi tanti professionisti, famiglie e volontari impegnati quotidianamente a tutela dei minori e delle famiglie, agendo legalmente contro chiunque associ in qualsiasi modo il nome dell’Azienda alle indagini in corso a Bibbiano e ai risvolti giudiziari dell’inchiesta “Angeli e Demoni”.
"Se qualcuno ha sbagliato sulla pelle dei bimbi, deve pagare il doppio". Questo l'anatema di Matteo Salvini lanciato dal Paese reggiano divenuto il simbolo dell'inchiesta "Angeli e demoni".
Di LGC 24 luglio 2019 - Una presenza del vice premier leghista che non poche polemiche ha scatenato, soprattutto dal PD, accusato di strumentalizzare politicamente il fattaccio horror che vede indagato e ai domiciliari lo stesso Sindaco di Bibbiano.
Proprio nelle ore in cui Matteo Salvini lanciava i suoi moniti usciva la notizia che il Tribunale dei Minori aveva riassegnato ai genitori 4 dei 6 bambini che furono oggetto di indagine.
"Entro i primi giorni d'agosto - ha annunciato Salvini, iniziando il suo discorso di ieri pomeriggio - verrà approvata al Senato una commissione d'inchiesta sulle case famiglie in Italia, c'è un disegno di legge cui sta lavorando Licia Ronzulli".
"Sono qua, prima ancora che da ministro, da papà, ha voluto sottolineare il Ministro degli Interni, e ringrazio chi ha fatto venire fuori questa schifezza. Qua si ruba la vita a bimbi di quattro, cinque, sei anni che hanno un futuro davanti. Sicuramente è una sconfitta. Sono qua per dimostrare che lo Stato c'è. Magari in ritardo, ma c'è. Un'inchiesta è in corso, io non voglio sostituirmi alla magistratura, ma vedremo se certe cooperative erano specializzate nel business sia sugli immigrati, sia sui bambini".
Per tutta risposta dalla regione Emilia Romagna ha fatto eco il sottosegretario Manghi: "Bene il ministro Salvini su verifiche e controlli, ma si parta da dati corretti: in Emilia-Romagna circa 1.500 minori in affidamento e altrettanti quelli inseriti in comunità"
"Giusto ogni tipo di accertamento, per il quale la Regione è ovviamente pronta a fare tutto quello che rientra nelle sue competenze, partendo proprio da un contributo di chiarezza sui dati che rispecchino la realtà, e non altri"
“Qualsiasi tipo di controllo e verifica venga fatto per la tutela dei minori ci trova assolutamente d’accordo. Bene quindi le parole del ministro dell’Interno, Salvini, ma crediamo sarebbe bene potesse agire per questo avendo un quadro della situazione che riporti dati corretti. In Emilia-Romagna, al 31 dicembre 2017 i minori in affidamento a famiglie erano 1.529 – considerati tutti i tipi di affidamento: a tempo pieno, part time, consensuali, giudiziari - e quelli inseriti in comunità 1.441. In totale, quindi, 2.970. Vi sono poi i minori ospitati in strutture insieme alle madri, ma certo si è lontani dai 10mila bambini ‘portati via ai genitori’ nella nostra regione di cui ha parlato il vicepremier oggi nella sua visita a Bibbiano”.
Così il sottosegretario alla Presidenza della Giunta regionale dell’Emilia-Romagna, Giammaria Manghi, che aggiunge: “Si tratta comunque di un numero elevato, di fronte al quale, ripeto, è giusto fare ogni tipo di verifica, per la quale la Regione è pronta a fare tutto quello che rientra nelle sue competenze, partendo proprio da un contributo di chiarezza sui dati che rispecchino il vero, e non altri”.
(servizio fotografico di Francesca Bocchia)
Inchiesta Val d'Enza, il presidente Bonaccini: "Basta con le strumentalizzazioni, prevalga il senso di responsabilità. La politica si unisca per far nascere qui una Commissione regionale d'inchiesta"
"Fatti ignobili, se accertati i colpevoli paghino senza sconti. La Regione sarà parte civile, e non accetto che venga gettato discredito sulle migliaia di operatori che lavorano nei servizi per l'infanzia dell'Emilia-Romagna, la cui professionalità rappresenta un patrimonio. Si metta un punto alle polemiche per trovare insieme le giuste contromisure, facendo sentire alle famiglie e alle comunità coinvolte la presenza vera delle Istituzioni. Per questo chiedo che in Assemblea legislativa tutte le forze politiche trovino le condizioni per l'istituzione di una Commissione regionale d'inchiesta che possa dare un contributo di ulteriore chiarezza rispetto ai fatti e a quanto sarà necessario porre in esser e per rafforzare le garanzie a tutela dei bambini e delle famiglie"
Bologna 22 luglio 2019– “Sui fatti della Val d’Enza sta conducendo un’inchiesta la Procura di Reggio Emilia. Gli inquirenti, a cui vanno la fiducia e il ringraziamento di tutti noi, stanno cercando di arrivare alla verità su accadimenti che, se confermati, sarebbero ignobili e dovrebbero portare all’applicazione piena delle pene previste nei confronti dei colpevoli, senza sconti per nessuno. L’ho detto fin dal primo giorno e lo ribadisco oggi: chi, incaricato di svolgere servizi pubblici delicati e cruciali quali la tutela e la protezione di minori, avesse in qualsiasi forma e per qualunque motivo abusato del proprio ruolo, andrebbe condannato senza alcun tipo di incertezza o attenuante”.
Così il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, che prosegue: “Già ora, però, in attesa che si arrivi alla verità, al cui accertamento è preposta la magistratura giudicante, ci sono famiglie e bambini che stanno vivendo una situazione drammatica. Ed è ben comprensibile lo sgomento e il bisogno di verità dell’opinione pubblica, per le domande che si sono aperte e che hanno bisogno di risposte chiare, anche rispetto ai meccanismi di tutela dei più piccoli, comprese le procedure d’affido, nei quali i servizi sociali e la stessa giustizia minorile si trovano ad operare, con gli amministratori locali, sindaci in primo luogo, investiti di competenze dirette. Per questo motivo, la Giunta regionale dell’Emilia-Romagna ha istituito un’apposita Commissione tecnica, formata da professionisti di assoluta competenza, per analizzare il sistema delle tutele nel suo insieme e individuare, laddove presenti, criticità e possibili correttivi, anche al di là delle competenze specifiche della Regione stessa. Ho voluto in questo modo dare il senso che nessuno può nascondersi dietro le responsabilità altrui: siamo tutti interessati e dobbiamo tutti sentirci impegnati a rafforzare il sistema di tutele nel suo insieme perché questo pretendono i cittadini, al di là delle prerogative dei diversi attori in campo”.
“In questo delicatissimo contesto- prosegue-, dove il bene primario dovrebbe essere in ogni caso la tutela dei minori coinvolti e delle famiglie, troppi hanno deciso di percorrere la strada della strumentalizzazione, arrivando ad utilizzare vicende drammatiche per la ricerca del consenso di parte. Questo è sempre sbagliato e lo è tanto di più quando sono coinvolti bambini. Il senso di responsabilità non deve mai lasciare il campo alle urne. Abbiamo ascoltato e letto dichiarazioni inaccettabili, accuse che nulla c’entrano con l’inchiesta, accostamenti che la stessa Procura di Reggio Emilia ha dovuto pubblicamente smentire. La campagna d’odio scatenata sui social non solo non permetterà di fare un passo avanti nell’accertamento dei fatti, ma rischia al contrario di generare altri mostri e altri reati. Chiedo che ci si fermi un attimo, dunque, e che si ponga un limite a questa escalation che rischia di travolgere tutti, anche chi non ha alcuna responsabilità né diretta né indiretta, a partire dai tanti operatori che quotidianamente lavorano per il bene e la tutela dei minori e delle persone”.
Il presidente della Regione sottolinea infatti come “una cosa debba essere chiara: nessuno si permetta di mettere sotto accusa un’intera categoria di persone che opera nel sistema di welfare dell’Emilia-Romagna. Anche qui, ribadisco ciò che dissi il giorno stesso in cui si seppe dell’avvio dell’inchiesta: non accetto speculazioni né il discredito sul lavoro quotidiano di migliaia di operatori dei servizi per l’infanzia di questa Regione, considerati fra i più avanzati d’Europa, donne e uomini che rappresentano un patrimonio comune di questa terra a prescindere da qualsiasi connotazione di parte. Operatori la cui professionalità ed esperienza può anzi essere preziosa per i correttivi che saranno eventualmente definiti”.
Dopodiché, “deve essere altrettanto chiaro che la Regione Emilia-Romagna non ha nulla da nascondere ed è anzi la prima a volere che sia accertata la verità. Abbiamo già annunciato che, in caso di processo, ci costituiremo parte civile”.
“Pongo allora una domanda: è possibile ora mettere un punto alle polemiche e alle strumentalizzazioni, da parte di tutti, e compiere insieme un passo avanti? E’ importante che la politica ritrovi un filo comune di responsabilità per individuare insieme le giuste contromisure, che non sono né di destra né di sinistra. La tutela dei bambini non può dividere gli schieramenti e i partiti. Ed è compito di tutti far sentire alle famiglie e alle comunità coinvolte la presenza vera delle Istituzioni, capaci di dare loro le risposte che servono”.
“Auspico che la risposta sia positiva- afferma il presidente-. E chiedo per questo che in Assemblea legislativa le forze politiche, tutte, trovino le condizioni per l’istituzione di una Commissione regionale d’inchiesta che in maniera concreta e in tempi certi possa dare un contributo di ulteriore chiarezza rispetto ai fatti e a quanto sarà necessario porre in essere per rafforzare le garanzie a tutela dei bambini e delle famiglie. Sia appunto questo l’obiettivo della politica- chiude Bonaccini-: la protezione dei minori e la tutela delle persone".
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04-12-2024 Comunicati Ambiente Emilia
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19-07-2016 Vendita immobili
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