di Matteo Landi
21 ottobre 2018, GP degli USA. Raikkonen sale in piedi sopra la sua monoposto appena spenta, pugni al cielo, casco ancora in testa. Decine di fotografi immortalano un'immagine storica, quella dell'ultima vittoria del pilota finlandese su una Ferrari. Kimi sale sul podio, concede uno dei suoi rari sorrisi. Per il 2019 la Ferrari ha scelto Charles Leclerc, a poche gare dal termine della stagione Raikkonen ha fatto in tempo a regalare alla Rossa un ultimo lampo. L'unica sua vittoria al volante di una monoposto costruita a Maranello dal suo ritorno in Rosso datato 2014.
Il debutto in Sauber e la consacrazione in McLaren
Era arrivato in F1 nel 2001, dopo aver disputato solo 23 gare automobilistiche. Peter Sauber gli fece provare una sua vettura in un test durante l'estate 2000 al Mugello. C'era anche la Ferrari in pista e Schumacher, rientrato ai box dopo aver incontrato in pista baby Kimi, chiese ai suoi ingegneri chi fosse quel pilota così veloce. Sauber si innamorò subito del giovane finlandese e decise di farlo debuttare in F1 dal 2001, contro il parere di Helmut Marko, uomo forte Red Bull, all'epoca sponsor del team elvetico. Kimi non deluse le aspettative del patron della squadra di Hinwil ma al termine della sua prima stagione nella massima Formula la McLaren lo volle nelle sue fila, come successore del due volte campione del mondo Mika Hakkinen. Il talento del "biondo" sbocciò progressivamente fino alla stagione 2003, anno in cui vinse la sua prima gara e contese il titolo a Michael Schumacher fino all'ultima tappa stagionale, perdendolo d'un soffio. Nel 2005 ebbe un'altra chance, stavolta contro Fernando Alonso, ma la poca affidabilità del motore Mercedes lo costrinse alla resa. Gare strepitose, cavalcate memorabili. Come dimenticare la rimonta strappacuore di Suzuka, quando a pochi chilometri dal traguardo infilò la Renault di Fisichella, fra le urla di Ron Dennis, mai così felice al muretto box?
Ferrari: una squadra a cui ha dato tanto, un amore ricambiato
Quando al termine della stagione 2006 avviene il primo ritiro di Michael Schumacher la Ferrari ha già scelto il suo sostituto: Kimi Raikkonen è l'uomo giusto per il Cavallino. Il finlandese non delude le aspettative e dopo una stagione di lotte con il debuttante Lewis Hamilton ed il due volte iridato Alonso, raggiunge finalmente il titolo iridato. Salti? Urla di gioia? Dichiarazioni da libro cuore? Macchè, Kimi rivela al mondo la sua essenza. Quello che lo ha reso il personaggio più amato senza far niente per esserlo. L'antipersonaggio adorato perchè è quello che vediamo, come lo vediamo. Il Campione del Mondo 2007 sale sul podio, braccia al cielo, sorride e beve champagne. Fine della festa, davante alle televisioni internazionali. Kimi è freddo in pubblico e sul luogo di lavoro. Coulthard, suo compagno in McLaren, dichiarò di avere un frigorifero come team mate. Se volete godere di un Kimi diverso potete trovare su YouTube filmati in cui chiaramente ubriaco canta o cade in mare da uno Yacht. Oppure gustatevi il sorridente buontempone uomo di famiglia che visibilmente alticcio si fa beffe di giornalisti, piloti, team principal e personaggi più o meno famosi durante la premiazione FIA del 2018 in quanto terzo classificato nel Mondiale piloti di quell'anno. Si è sempre annoiato in certe circostanze, tanto che, per sua stessa ammissione, avrebbe forse preferito non giungere fra i primi tre per saltare il gran galà organizzato dalla Federazione. Grande fan di James Hunt, Kimi ha tanto amato guidare, dare tutto al volante di un'automobile da corsa, quanto ha odiato tremendamente tutto il resto. Sapeva che rientrando nel 2014 in Ferrari avrebbe dovuto affrontare di nuovo certe pressioni, presenziare a tanti impegni promozionali, eppure preferì "tornare a casa sua", come disse ai suoi meccanici Lotus del 2013, spezzandogli il cuore. Nonostante tutto fu proprio la Rossa a tradirlo al termine del 2009, quando gli preferì Alonso. Kimi quindi abbandonò momentaneamente il carrozzone della F1 per darsi ai Rally, sbriciolando svariate vetture ma togliendosi anche qualche soddisfazione, oltre ad affrontare un'incredibile avventura oltre oceano nell'americana Nascar.
Un'ultima struggente cavalcata
Nato a Espoo il 17 ottobre 1979, Kimi non si arrende al'età che avanza ma semplicemente oggi dice basta. Più volte in passato lo aveva ripetuto: smetterò quando preferirò fare altro, indipendentemente da quello che dice la carta d'identità. Dal 2019 il finlandese era tornato in Sauber, nel team che lo portò al debutto. Una squadra che dal 2001 è cambiata così tanto da non aver più neanche lo stesso nome. Ha portato, e porta, con rispetto e dignità i colori Alfa Romeo. La casa del Biscione non può fare a meno della forza mediatica che involontariamente ha Kimi, tanto da renderlo protagonista negli spot televisi delle auto stradali. Ultimo campione del mondo Ferrari, pilota dallo stile inconfondibile, ineguaglibile. Al termine di questa stagione lascerà la F1, dopo un'ultima esperienza agonistica vissuta a modo suo, lontano dai riflettori, per il puro piacere di guidare una vettura da corsa. Da qui all'ultima gara stagionale per gli appassionati che lo amano sarà come assistere ad una struggente ultima cavalcata. Quella che non conduce alla vittoria di qualche trofeo ma che lo consegnerà definitivamente alla storia di una categoria che lo rimpiangerà a lungo. Per sempre nei cuori dei suoi fans e di tutti colori che amano il motorsport. "Leave me alone, I know what I'm doing" urlasti deciso in radio al tuo ingegnere, poco prima di vincere il GP di Abu Dhabi 2012. Lo hai sempre saputo, Kimi.
Ciao Iceman, intanto divertiti ancora un po'. E grazie di tutto.