Vince il finlandese della Mercedes, che tiene vivo un mondiale altrimenti monopolizzato da Hamilton. Vettel arriva terzo. Leclerc è quinto dopo l'errore compiuto in qualifica. La velocità c'è, a sprazzi, ma concretizzano gli altri.
di Matteo Landi
Pronti, via. E la Ferrari domina le prove libere. Mette tutti dietro con distacchi abissali. Sarà la volta buona? Sarà finalmente l'occasione per vederla vincere una gara in questo mondiale partito all'insegna del grigio Mercedes? Manco per sogno. Perchè quando si tratta di concretizzare in qualifica e gara la squadra di Maranello subisce la forza degli avversari oppure, quando avrebbe la possibilità di fare la voce grossa, qualcosa le va storto. E quando la Ferrari sbaglia sono gli uomini di Toto Wolff a raccolgliere quanto lasciato per strada. Succede così che durante le prove di qualificazione Leclerc, il giovane monegasco che sta scaldando gli animi dei tifosi, ad un passo da una pole position ampiamente alla sua portata commette un comprensibile errore di gioventù. In fotocopia a quanto fatto pochi minuti prima dal veterano rientrante Kubica. Le Mercedes si ritrovano così senza il loro avversario più ostico, con Vettel qualificatosi solo terzo alle spalle di Hamilton e del poleman Bottas. Per fortuna l'inglese campione del mondo in carica sta trovando nel compagno di squadra un avversario in grado di sfidarlo, altrimenti questo mondiale 2019 si sarebbe trasformato in un suo monologo, non un bello spot per questa Formula 1. Il mondiale in corso sta prendendo le somiglianze di quello 2016, con i due alfieri Mercedes, al tempo Hamilton e Rosberg, in grado di sfidarsi sugli stessi livelli ed una Ferrari che procede al passo del gambero come allora, quando ad una stagione con 3 rassicuranti vittorie ne seguì una a secco di podii alti. Oggi a Baku la Mercedes ha conquistato la quarta doppietta consecutiva, segnando un altro record assoluto in F1: mai nessuno aveva iniziato così un campionato. Una categoria che è indiscutibilmente tornata ad avere una squadra dominante. Con una Ferrari che sembra sempre lì, abbastanza veloce da far sperare i tifosi nel bottino grosso ma altrettanto rapida nel deluderli.
Leclerc rabbioso, Vettel prova a tenere il loro passo: le Mercedes sono ancora imbattibili
Alla partenza della gara le posizioni dei primi tre sono rimaste invariate. Con il passare dei giri Vettel ha perso a poco a poco contatto con il vertice mentre Leclerc, scattato dall'ottava posizione in griglia, stupiva e riusciva in una rimonta che lo issava al terzo posto a pochi secondi dai primi due, partiti a differenza del monegasco con gomme morbide, come Vettel. Approfittando della sosta degli altri Leclerc ha così guadagnato la prima posizione tenendo un ritmo impressionante con le sue gomme medie. Poi per il box Ferrari è arrivato il momento di scegliere il da farsi, decidendo di lasciare in pista il più tempo possibile Leclerc. Il quale ha però visto erodersi il suo vantaggio di circa 14 secondi fino a subire i sorpassi del duo Mercedes e di Vettel. Al 35esimo giro, più di venti giri dopo i rivali, la Ferrari decide così di far rientrare il suo giovane pilota ai box. Il quale una volta in pista con le gomme più morbide ha poi incontrato le stesse difficoltà riscontrate dai colleghi ad inizio gara. Con Leclerc quinto e Vettel terzo l'attenzione si è spostata sulla lotta al vertice fra Bottas e Hamilton, conclusasi con la vittoria del finlandese, nuovo leader della classifica iridata.
Leclerc sbaglia e reagisce da campione. Vettel, serve di più
A fine gara John Elkann non ha potuto fare a meno di rimarcare la superiorità Mercedes. Appena rinfrancato dal podio di Vettel e dal giro più veloce realizzato da Leclerc a fine gara, dopo aver montato gomme nuove alla ricerca del tempone che con le regole 2019 gli vale un punto. Il Presidente ha mostrato un sorriso di facciata, tradito ampiamente dalle smorfie di disapprovazione che hanno segnato il suo volto durante un weekend che doveva dare molto di più alla squadra di Maranello. Lo schianto a bordo pista di Leclerc durante la qualifica è stato un brutto colpo per le ambizioni Ferrari. Fa strano pensare che queste siano affidate gran parte alle prestazioni di un giovane 21enne, quasi dimenticando che le speranze sarebbero dovute convogliare sul compagno di box quattro volte campione del mondo. Considerando anche quando accaduto in Bahrain, quando la mancanza di affidabilità Ferrari privò la sua giovane guida di un successo sacrosanto, la piccola debacle azera di Leclerc preoccupa comunque meno della brillantezza non ancora trovata da quello che doveva essere lo sfidante di Hamilton, Sebastian Vettel. A fine gara il tedesco sembrava piuttosto soddisfatto per un podio che rappresenta un misero bottino per chi, a Marzo, dichiarava ambizioni di titolo. Al contrario di Leclerc, serioso e scocciato per un weekend in cui avrebbe raccolto soddisfazione solo con una vittoria. Dopo l'errore della qualifica il pilota n°16 era arrabbiato con se stesso, non cercando giustificazioni mentre si scusava con la sua squadra ed i suoi tifosi. Un atteggiamento maturo per un ragazzo che, come mostrato dalla sua gara rabbiosa, è uscito fortificato dallo sbaglio di sabato pomeriggio.
La gara degli altri, da Perez a Raikkonen: punti meritati
Al di là delle vicende che animano i box Mercedes e Ferrari il Gran Premio azero ha portato alla luce il solito Verstappen, punta di diamante Red Bull quarto al traguardo, e gli altri piloti terminati in zona punti. Un mai domo Perez ha artigliato un'ottima sesta posizione finale con la Racing Point, squadra in top ten anche con Stroll, nono. Hanno mostrato una nuova giovinezza le due McLaren, con Sainz settimo davanti al rookie Norris. Ha chiuso la zona punti Raikkonen, sanzionato pesantemente dai commissari dopo una buona qualifica. Il weekend avrebbe potuto regalare soddisfazioni più grandi ai due piloti Alfa Romeo: Giovinazzi ha subito un arretramento di dieci posizioni in griglia di partenza per aver effettuato la terza sostituzione stagionale della centralina e Raikkonen è stato costretto a partire dalla pit lane dopo che i commissari gli hanno azzerato i tempi del sabato a causa di un'ala anteriore che in sede di verifiche ha manifestato troppa flessibilità. Peccato, ma resta il fatto che il pilota forse più amato del Circus ha trovato la forza di raccogliere ancora punti. Dopo quattro gare il 100% dello score Alfa Romeo porta la firma del veterano finlandese.
Renault: Ricciardo leader mancato, e prestazioni sotto le aspettative
Chi ha veramente deluso è invece il team Renault. A Nico Hulkenberg quest'anno hanno affiancato un pilota come Ricciardo, capace di mostrare meraviglie negli anni scorsi tali da porlo nell'immaginario collettivo allo stesso livello dei quotatissimi Hamilton e Vettel. Doveva essere l'anno della riscossa per la squadra diretta da Abiteboul ed invece dopo quattro gare si ritrova settima in classifica costruttori con soli 12 punti. La gara di Baku ha affossato in modo netto le ambizioni dei francesi: Hulkenberg solo 14esimo, Ricciardo ritirato. E preoccupa ancora di più l'atteggiamento del driver australiano, sempre incline all'errore, anche pacchiano. Come quando dopo un tentativo di sorpasso andato male, che lo ha visto finire nella via di fuga distruggendo la gara di Kvyat, Ricciardo è franato, in retromarcia, sopra la Toro Rosso del russo, nel goffo tentativo di riguadagnare velocemente la pista. Voto zero, quindi, per la squadra con sede ad Enstone.
Williams: la nobile decaduta. Troppo
Come e più di Renault continua a deludere la Williams. La sfortuna, se così possiamo chiamarla, continua ad accanirsi sul team inglese. Non bastassero le prestazioni obbrobriose messe in mostra dalle loro vetture, sul loro weekend hanno inciso tutte le mancanze organizzative del circuito di Baku. Venerdì un tombino si è sollevato al passaggio della vettura di Russell, distruggendola. In qualifica Kubica ha spinto oltre il limite compiendo lo stesso errore che poco dopo ha fatto il giovane Leclerc. In gara, il polacco, si è poi beccato un drive though per non aver rispettato la corretta procedura di partenza dalla pit lane. Durante il weekend il volto di Claire Williams ha più volte evidenziato il disastro in cui versa la squadra del padre fondatore. Urge un'inversione di tendenza per il team di Grove altrimenti le conseguenze potrebbero essere, per loro, catastrofiche.
Si torna in Europa
Fra due settimane la Formula 1 tornerà in Europa, con le vetture che calcheranno la pista di Barcellona protagonista dei pre-season test invernali. Sul tracciato spagnolo la Ferrari aveva evidenziato un passo impressionante, poi replicato solo in Bahrain. Al momento conviene che a Maranello accantonino le ambizioni di successo iridato, scrollandosi di dosso quella pressione nociva che sta probabilmente minando i risultati di Vettel e Leclerc. Dopo quattro vittorie Mercedes la squadra diretta da Mattia Binotto deve concentrarsi sulla massimizzazione dei risultati parziali: solo così, ponendo un mattone alla volta, potranno tornare a guardare in alto. Lassù dove, al momento, Bottas ed Hamilton sembrano irraggiungibili. Barcellona potrà e dovrà essere il nuovo punto di partenza della Ferrari.