Vettel domina fino all'ultima safety car, provocata da un brutto incidente fra i piloti Red Bull. Poi il tedesco sbaglia e ne approfitta un opaco Hamilton. Campionato incerto, ma il tema è: chi fermerà Verstappen?
di Matteo Landi
Nel 2016, per molto meno, il povero Daniil Kvyat fu licenziato in tronco dalla Red Bull e retrocesso in Toro Rosso. Era il Gp di Russia ed aveva costretto al ritiro Vettel dopo due contatti nel corso del primo giro di gara. La sostituzione del pilota russo con il giovane Max Verstappen era nell'aria da tempo e Red Bull prese l'occasione al balzo per promuovere l'olandese in "prima squadra". Chissà cosa avrà pensato Kvyat questa domenica, guardando in tv un Gp d'Azerbaijan stravolto dall'incidente fra Verstappen e Ricciardo che ha obbligato la race direction a neutralizzare la gara con l'intervento della safety car. A pochi giri dalla fine Bottas era in testa, ma doveva ancora fermarsi per il suo pit stop, Vettel avrebbe riconquistato la testa di una gara che aveva dominato fin dal sabato con una pole position autoritaria ed annichilente per la concorrenza.
La safety car stravolge la gara. Vettel fa un solo piccolo errore, Hamilton ne approfitta e vince.
Nella prima parte di gara il pilota Ferrari ha corso in modo magistrale, nessuna sbavatura, mentre Hamilton arrivava lungo un paio di volte perdendo secondi preziosi e Bottas arrancava. Al 30esimo giro, al momento del pit stop di Vettel, il finlandese conquistava la leadership e, mostrando un passo decisamente veloce, riusciva a mantenere invariato il vantaggio di circa 12 secondi sul tedesco. In Ferrari attendevano la sosta del pilota Mercedes per riconquistare la testa della gara ma la safety car, entrata in pista al 40esimo giro, ha permesso a Bottas di mantenere comunque la prima posizione. Vettel ed Hamilton non potevano far altro che copiare la scelta del finlandese in modo da avere pneumatici freschi per gli ultimi giri di gara.
Al 48esimo giro, all'uscita della safety car, è stato scontro diretto fra i due Mercedes e Vettel.
Il tedesco ha tentato il sorpasso sul leader Bottas, arrivando leggermente lungo e ritrovandosi addirittura quarto con un pneumatico "spiattellato". L'unico errore di un weekend altrimenti perfetto per il quattro volte campione del mondo. Non chiamiamo in causa la dea bendata: la sfortuna non c'entra. A Baku cause e conseguenze sono parse chiare a tutti. Anche ad Hamilton, che sornione ha approfittato dell'errore di Vettel e della foratura che ha privato Bottas di una meritatissima vittoria. Quest'ultimo aveva appena pestato un detrito rimasto in pista dopo in numerosi scontri accaduti in una domenica ricca di colpi di scena. L'ultimo dei quali, l'incidente fra Ricciardo e Verstappen, a dire il vero piuttosto prevedibile.
Qualcuno fermi Verstappen
Al di là della vittoria di un Hamilton non incisivo, della foratura di Bottas e del piccolo ma determinante errore di un Vettel quasi perfetto, a Baku è bene che gli addetti ai lavori pongano l'attenzione sul "problema Verstappen". L'olandese, coccolato dagli uomini Red Bull, eletto a nuova star senza troppi meriti sportivi, ravviverà anche le gare ma è un pericolo per l'incolumità degli altri piloti. Per "Versbatten" è stata una gara condotta con il coltello fra i denti ed il suo avversario principale stavolta è stato il compagno di squadra Ricciardo: sorpassi e controsorpassi decisi, difese strenue ai limiti del consentito. Un limite che ha ampiamente varcato a pochi giri dalla fine della gara quando Ricciardo si apprestava ad un facile sorpasso in pieno rettilineo: l'olandese ha cambiato traiettoria due volte, a più di 320 km/h e Ricciardo non ha potuto evitare lo scontro con il compagno. Risultato per Red Bull: zero punti. Dispiace dirlo ma la casa austriaca si è volontariamente procurata una situazione che la sta privando di risultati importanti, difendendo, fino ad ora, l'operato di un Verstappen giovane, promettente e veloce, ma troppo arrogante ed ultimamente incline ad errori che addirittura declassano la percezione del valore di un pilota che al suo arrivo in Red Bull, nel 2016, colse una stupefacente vittoria che lasciò sbalordito l'universo della massima Formula. Dalle stelle alle stalle, è proprio il caso di dirlo. Adesso in Red Bull si leccano le ferite e Ricciardo farà bene a trovarsi, per i prossimi anni, una sistemazione fuori dalla sua attuale squadra, in un team che riconoscerà il suo valore più di quanto (poco) stanno facendo adesso i "bibitari".
Raikkonen e Perez benedicono la safety car
Oltre ad Hamilton, hanno approfittato dell'ultima safety car Raikkonen e Perez. Il primo ha dato un senso ad un weekend ricco di sbavature ed errori, dai "lunghi" del sabato che lo hanno relegato alla sesta posizione in griglia di partenza, ad un primo giro di gara poco convincente in cui si è, senza colpa, scontrato con Ocon. Dopo il contatto con il giovane pilota francese Raikkonen è sprofondato in fondo al gruppo per poi risalire fino al sesto posto, divenuto secondo al traguardo grazie a fatti di gara già citati. Un podio che portato un piccolo sorriso amaro alla Ferrari, altrimenti solo quarta con Vettel, superato negli ultimi km di gara da un consistente Perez che, al volante della sua Force India, non sarebbe mai arrivato così avanti in caso di gara lineare. Ma tant'è.
Charles Leclerc, eroe di giornata, fa brillare la sua classe
L'eroe di giornata è Charles Leclerc, addirittura sesto con la sua Sauber marchiata Alfa Romeo e spinta dalla power unit Ferrari. Dopo un inizio di stagione interlocutorio è venuta fuori tutta la classe del giovane monegasco. Un risultato maturato grazie all'ottimo passo mostrato durante tutta la gara, tenendosi lontano dai guai e sfoderando gli artigli quando serviva, vedi l'autoritario sorpasso sul due volte campione del mondo Fernando Alonso. La Sauber, nelle mani di Leclerc, è parsa una vettura ben più veloce di quello che è. Il pilota del Ferrari Driver Academy c'ha messo del suo per portarla in alto ed il compagno Ericsson stavolta ha decisamente sfigurato nei confronti del giovane debuttante.
Ferrari veloce ma non ne approfitta. Quanto peserà?
Fra due settimane la Formula 1 tornerà in Europa per il Gp di Spagna, solitamente tappa per tutte le squadre dei primi importanti aggiornamenti tecnici. La Ferrari ha fino ad ora mostrato di essere la vettura più veloce in qualifica e la più consistente in gara. A Maranello però non ne hanno approfittato a dovere e vedremo se a fine campionato pagheranno queste piccole incertezze. La lotta fra Mercedes e Ferrari è apertissima, Hamilton adesso è leader del mondiale, con solo 4 punti di vantaggio su Vettel, mentre la Ferrari torna in testa nel costruttori sempre per 4 lunghezze. Fino ad ora il computo delle vittorie recita un 2 a 1 a favore del tedesco. Ne vedremo delle belle.