Alex vince l'ultima gara del Campionato Italiano Gran Turismo e ci regala un altro capitolo della sua meravigliosa storia. Festeggiano il titolo Stefano Gai, Mirko Venturi e la Ferrari. Che weekend al Mugello!
di Matteo Landi
Alessandro Zanardi ha quasi 50 anni. Nella sua carriera automobilistica ha sbaragliato gli americani, vincendo due titoli CART consecutivi nel 1997 e 1998, quando la massima Formula d'oltreoceano faceva concorrenza alla Formula 1 in termini tecnologici e di esposizione mediatica, con uno spettacolo persino superiore. A garantirlo ci pensava Alex "Pineapple" Zanardi, con i suoi sorpassi entrati nella storia delle corse e le sue donuts, le spettacolari esultanze che condivano le sue vittorie. Nel 1999 al volante di una recalcitrante Williams ha conosciuto il sapore della sconfitta ma, tornato nella Formula americana, era pronto a stupire ancora il mondo se in quel maledetto 15 settembre 2001 al Lausitzring un incidente non gli avesse negato la vittoria e portato via le gambe. Senza gli arti inferiori ma con la tempra di un guerriero ha vissuto una seconda giovinezza. E' tornato al volante, ed alla vittoria, nel Turismo con la BMW, poi ha conquistato ori olimpici a ripetizione con la handbike, e la scorsa domenica un nuovo successo sempre con la casa tedesca sul circuito del Mugello per l'ultima gara del Campionato Italiano Gran Turismo. Sembrerebbe la vita di un eroe dei fumetti, di quelli che al cinema fanno il record di incassi, invece è l'esistenza di un uomo normale, che fuori dalla pista si dedica ai tifosi ed a chiunque voglia anche solamente stringergli la mano. Sempre con il sorriso firma dediche, scambia parole con perfetti sconosciuti felici di incontrare l'uomo Zanardi, prima ancora che il poliedrico campione sportivo. Come è successo all'Autodromo del Mugello prima e dopo la gara che lo ha visto tornare al trionfo su quattro ruote a più di un anno dall'ultima apparizione di Alex in una competizione motoristica.
Zanardi vince in un contesto di livello assoluto
Gli è bastata la prima gara del sabato, che ha terminato al sesto posto, per fargli prendere confidenza con il mezzo, e toglierli la ruggine nei ruota a ruota. In gara 2, partito secondo, ha strappato una vittoria resistendo all'attacco finale di Melo, il veloce pilota brasiliano campione nel 2002 in Formula 3000 e plurivittorioso in classe GT2 a Le Mans. Giusto per far capire che il ritorno di Zanardi si è svolto in un contesto competitivo e professionale. Avrebbe dovuto far parte della scena anche Mirko Bortolotti, il più veloce nelle prove con la sua Lamborghini Huracan, ma l'incidente che lo ha costretto al ritiro in gara 1 non gli ha permesso di essere al via nella corsa conclusiva a causa degli ingenti danni subiti dalla sua vettura. Un vero peccato per uno dei migliori giovani piloti italiani dell'ultimo decennio. Campione di Formula 2 nel 2011, e vincitore del Campionato Italiano di Formula 3 nel 2008, anno che lo vide anche alla guida della Ferrari di F1 in occasione di un test a Fiorano quando stabilì il record della pista. Peccato che non sia riuscito ad arrivare a competere nella massima Formula, ma le dinamiche che portano alla F1 spesso non seguono logiche meritocratiche. In ogni caso si è trattato di un buon 2016 per Bortolotti, costantemente nelle zone nobili della classifica.
Festa BMW, festa Ferrari, festa di tutti
Oltre a Zanardi hanno festeggiato Stefano Gai e Mirko Venturi: al volante della loro Ferrari 488 hanno trionfato in Gara 1 aggiudicandosi, grazie ai punti conquistati con il sesto posto nella gara conclusiva, il titolo di campioni italiani Gran Turismo. Una grande festa per loro e per tanti spettatori accorsi al Mugello attirati dalla presenza di "Iron Man Zanardi". Oltre alle gioie che ci ha regalato per le sue vittorie, oltre all'esempio di vita che ci dona tutti i giorni, grazie anche per aver avvicinato tante persone ad una delle principali competizioni automobilistiche italiane.
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